5 December, 2025
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«È stato emozionante assistere alla discesa da silo a 40 metri d’altezza degli operai di Eurallumina dopo 12 giorni di protesta a difesa del loro posto di lavoro.»

Lo scrive in una nota la senatrice M5S Sabrina Licheri capogruppo in commissione Industria e attività produttive a Palazzo Madama.

«La decisioneaggiunge Sabrina Licheriè stata presa dopo l’incontro avuto con la ministra del Lavoro Marina Calderone, ma non finisce qui. La mobilitazione dei lavoratori andrà avanti almeno fino al 10 dicembre quando si terrà l’incontro al ministero.»

«La Sardegna paga già un prezzo altissimo in termini di crisi industriale. Eurallumina è un’esperienza di eccellenza che non può sparire con un colpo di spugna. Su questo non si transige e si continuerà a lottare al loro fianco per tutelare lavoro e occupazione», conclude Sabrina Licheri.

Dopo l’incontro con la ministra Marina Calderone, svoltosi ieri, stamane i quattro lavoratori dell’Eurallumina hanno interrotto temporaneamente il presidio sul silo a 40 metri di altezza iniziato tredici giorni fa. La discesa dal silo è avvenuta poco dopo le 11.00, al termine dell’assemblea generale convocata per un’informativa ai lavoratori sull’esito dell’incontro avuto ieri con la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali.

Nel corso dell’assemblea generale i rappresentanti sindacali hanno spiegato le novità emerse, in particolare gli impegni della ministra e la convocazione del Comitato di sicurezza finanziaria, organismo istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, per un riesame delle sanzioni imposte alla Rusal che di fatto rischiano di portare al disimpegno della proprietà a partire dal prossimo 1° gennaio. Il tutto alla vigilia del nuovo incontro convocato al Mimit per il prossimo 10 dicembre. Il segretario regionale della Filctem CGIL Francesco Garau e il segretario generale della CGIL della Sardegna sud occidentale Franco Bardi, hanno proposto, a fronte delle novità, la sospensione temporanea dell’occupazione sul silo e il mantenimento del presidio a terra, vincolando la decisione finale al parere dei quattro lavoratori ancora sul silo. Dopo gli interventi di alcuni lavoratori, tra i quali è emersa anche la proposta di mantenere il presidio sul silo alternando i lavoratori, è stato attivato un collegamento telefonico in viva voce con i quattro lavoratori, dai quali è arrivata la conferma della fermata temporanea del presidio sul silo, in attesa degli sviluppi della vertenza. L’auspicio è che dall’incontro ministeriale del 10 dicembre, possa scaturire la svolta per una conclusione positiva attesa ormai da sedici anni.

 

Undicesimo giorno di presidio dei lavoratori sul silo dell’Eurallumina, a Portovesme.

«Nel corso della giornata di ieri, in tarda mattinata – si legge in una nota della R.S.A,. Eurallumina –  ha avuto luogo un confronto tra le organizzazioni sindacali a tutti i livelli sino a quello regionale confederale CGIL CISL UIL, categorie regionali, territoriali e le rispettive R.S.A. di fabbrica nonché i lavoratori impegnati nel portare avanti il presidio di protesta ed occupazione del silo. Successivamente si è svolta presso i cancelli dello stabilimento l’assemblea informativa delle lavoratrici e lavoratori Eurallumina, nella quale è stato ribadito che, non essendo giunte al momento delle novità degne di nota da parte delle Istituzioni governative rispetto alle rassicurazioni sulle aspettative dell’incontro convocato presso il MIMIT in data 10 dicembre 2025, la protesta e l’occupazione del silo, oltre al contestuale presidio ai cancelli della fabbrica da parte dei lavoratori Eurallumina non debba cessare ma proseguire ad oltranza. I tempi sono stretti: a fine mese i fondi messi a disposizione della Rusal finiscono insieme alla cassa integrazione. Per sbloccare la vertenza, è stato ribadito anche oggi, è necessario sbloccare gli asset russi. Da oltre 16 anni si fanno promesse, adesso è il momento di prendersi delle responsabilità. Per questo si è deciso di alzare l’asticella della protesta e far partire per Roma una delegazione di lavoratori per manifestare davanti al ministero durante l’incontro. Si rimane in attesa delle risultanze rispetto alla visita, confermata, della Ministra del Lavoro e delle Politiche sociali dott.ssa Marina Elvira Calderone, prevista nel primo pomeriggio di venerdì prossimo, 28 novembre 2025, presso il presidio, laddove incontrerà i lavoratori che stanno portando avanti la protesta. Nel mentre, le organizzazioni sindacali ed una delegazione di lavoratori hanno incontrato, nella sede del Consiglio regionale a Cagliari, sia il presidente del Consiglio regionale on. Piero Comandini che la Conferenza dei Capi gruppo della medesima Assemblea elettiva sarda. Il presidente Comandini ha assicurato che l’Eurallumina è al centro del lavoro dell’Assemblea. Tra i punti all’ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio regionale una Risoluzione sulla nostra vertenza. In data di domani la commissione industria della Regione sarda sarà presente al presidio in stabilimento, e il 10 dicembre, giorno in cui è stato fissato l’incontro al Ministero delle imprese e del made in Italy, una delegazione del Consiglio regionale sarà a Roma con i lavoratori. Il Presidente e i Capigruppo hanno anche espresso solidarietà, a nome dell’intero Consiglio, ai lavoratori che da dieci giorni stanno protestando sopra il silo a 40 metri di altezza. Contestualmente sia la Provincia del Sulcis Iglesiente che le Amministrazioni comunali del territorio stanno già deliberando e/o comunque provvedendo a convocare i rispettivi Consigli elettivi comunali e provinciale per portare ai voti delle assemblee un ordine del giorno avente ad oggetto, oltre ad esprimere la massima e incondizionata solidarietà e vicinanza ai lavoratori Eurallumina in presidio sul Silo e a tutti i dipendenti e le maestranze dell’indotto coinvolto, riconoscendo il valore della loro battaglia simbolica per la tutela occupazionale e del futuro industriale del Sulcis, a richiamare con forza il Governo nazionale, in particolare il MIMIT, il MEF e il C.S.F., a un intervento immediato per superare l’attuale stallo, garantendo la continuità finanziaria di Eurallumina attraverso lo stanziamento urgente dei fondi ministeriali previsti dalla legge per la gestione degli asset congelati, al fine di scongiurare il rischio di liquidazione o fallimento. A richiedere che la riunione convocata al MIMIT per il 10 dicembre 2025 sia un incontro decisivo e non interlocutorio o di aggiornamento, bensì finalizzato alla risoluzione strutturale della vertenza e, fortemente auspicabile, all’ottenimento della revoca definitiva del provvedimento sanzionatorio – conclude la nota della R.S.A. Eurallumina -. A garantire il pieno sostegno alla vertenza Eurallumina e ad assicurare la disponibilità ad affiancarsi e a sostenere tutte le iniziative utili e necessarie che le organizzazioni sindacali e i lavoratori dovessero mettere in campo in difesa del sito produttivo e dei livelli occupazionali, incluse eventuali manifestazioni o trasferte presso le sedi governative competenti.»

«Il PD sardo manifesta la propria preoccupazione, nonostante gli incontri tenuti al MIMIT e le promesse da parte del Governo e delle aziende, le vertenze non trovano soluzione, tanto da arrivare ad oggi con il collocamento in cassa integrazione a zero ore di tutte le lavoratrici e i lavoratori della Sider Alloys. Da parte delle aziende solo promesse, compresa la politica di riconversione che avrebbe consentito di rilanciare il polo industriale, così pure da parte del Ministero che, dopo diversi tavoli tra i vertici delle aziende e le OOSS, ha sancito, uno dopo l’altro, solo dei “nulla di fatto”.»

Lo scrive, in una nota, Alessandro Pilurzu, consigliere regionale del Partito Democratico.

«Ad aggravare una situazione, già di per sé delicata, si aggiungono le ultime promesse illusorie fatte dal Ministro Asolfo Urso lo scorso 27 dicembre che, assieme alla ministra del Lavoro Marina Calderone, ha visitato gli impianti di Portovesme, creando forti aspettative tra i lavoratori e le proprie famiglie, e se non bastasse, sempre il ministro Adolfo Urso ai primi di febbraio ha parlato di un acquirente interessato a rilanciare gli impianti di cui a oggi non si ha tracciasottolinea Alessandro Pilurzu -. Ormai sono quasi due mesi e tutto tace, il silenzio non è del Governo regionale, sia la presidente Alessandra Todde che l’assessore Emanuele Cani si sono sempre resi propositivi e disponibili a un dialogo concreto per trovare tutte le soluzioni possibili per attivare una politica di riconversione degli impianti in una prospettiva sì di tutela dei posti di lavoro ma tutela a lungo termine con produzioni future che possano essere competitive sul mercato anche in termini di costi energetici.» 

«E’ inaccettabile che a pagare siano sempre i lavoratori e interi territori della Sardegna, così come è inaccettabile che si continui a rigettare le responsabilità sul Governo regionale che ha sempre cercato l’appoggio del Ministro. Sia in parlamento che in consiglio regionale il Partito Democratico ha sempre dato pieno sostegno alle politiche del lavoro, tutelando la sicurezza del lavoro, il rispetto dell’ambiente, la tutela occupazionale e la dignità sociale dei lavoratoriconclude Alessandro Pilurzu -. Gli obiettivi si raggiungono con la volontà d’intenti, il Governo centrale chiarisca che cosa intende fare delle promesse fatte, il Governo regionale farà la propria parte.»

La crisi del polo industriale di Portovesme precipita. Ieri 28 febbraio le organizzazioni sindacali di FIOM, FSM e UILM Territoriali, unitamente alle Rsu, hanno incontrato alle 10.00 la ISC e la SEGESA, e alle 15.00 la FM Grigliati.

«Nell’incontro tenuto in mattinata si è registrata l’ennesima disfatta derivante dalla perdita occupazionale presso il cantiere della Portovesme srl, dove le realtà attuali che comprendono 111 unità (solo un anno e mezzo fa si registravano poco meno di 200 dipendenti), sono costrette ad impegnare costantemente, solo il 20% della forza lavoro si legge in una nota delle segreterie territoriali FIOM FSM UILM Sardegna Sud-Occidentale Sulcis Iglesiente. Situazione che obbliga l’azienda ad un utilizzo della Cigs elevatissima, non sostenibile per le lavoratrici ed i lavoratori coinvolti. Nel pomeriggio le organizzazioni sindacali hanno incontrato la FM Grigliati e anche con quest’ultima, è stata aperta la cassa integrazione guadagni ordinaria per 30 lavoratori/giorno sui 41 totali. FIOM, FSM e UILM ritengono ingestibile la gravissima crisi che si sta affrontando nel cantiere della Glencore, dove la pace sociale più volte annunciata dalla Direzione aziendale, si scontra con la realtà dei fatti, in cui la forza lavoro degli appalti è ridotta ai minimi termini. SKV, GSMI, SOCHER, ISC, SEGESA, FM Grigliati, CQ Nol sono state costrette all’avvio della cassa integrazione in conseguenza della imponente perdita di commesse. Nel frattempo i lavoratori della Nuova ICOM, Elastomeccanica, Mi.Da.Charter, Jap, Anticorrosione Sardegna, sono spariti dal registro delle presenze in stabilimento. La maggior parte dei lavoratori della GSMI sono costretti ad accettare trasferimenti anche fuori dalla Sardegna per non essere licenziati (e questa può essere considerata una fortuna). La procedura di licenziamento che sta perseguendo la CQ Nol, è la prima conseguenza che impone un cambio di tendenza, se non si vuole incorrere al massacro generale, che coinvolgerà la totalità della forza lavoro»
«Chi è in grado di garantire la pace sociale in una situazione simile? – chiedono le segreterie territoriali FIOM FSM UILM Sardegna Sud-Occidentale Sulcis Iglesiente -. Insomma, una crisi infinita, che si identifica con la mancanza di politica industriale e che ancora una volta vede sul banco degli imputati le multinazionali, che delocalizzano abbandonando il territorio. Sullo stesso banco ci vanno le istituzioni politiche, incapaci di fornire gli strumenti utili a contrastare una concorrenza sempre più forte, in cui il costo energetico ha sempre una rilevanza assoluta. Quanto sta avvenendo, impone una immediata presa di posizione, attraverso la proclamazione dello stato di agitazione, non escludendo iniziative di mobilitazione, se non ci saranno rapide soluzioni a quanto sta avvenendo.»

Le segreterie territoriali FIOM FSM UILM Sardegna Sud-Occidentale Sulcis Iglesiente chiedono il rispetto di quanto dichiarato dai ministri Adolfo Urso e Marina Calderone, insieme alla Presidente della Regione Alessandra Todde e degli assessori dell’Industria Emanuele Cani e del Lavoro Desirè Manca il 27 dicembre 2024, data in cui affermarono strategiche le produzioni che Glencore si apprestava a fermare, nonostante la contrarietà di sindacati e istituzioni. Che fine hanno fatto le continuità produttive e i player pronti a continuare nelle produzioni?

«FIOM, FSM e UILM ripartono da quelle dichiarazioni, riprese e confermate nel successivo incontro al MIMIT, ritengono che non ci sia più tempo da perdere e che quella, sia l’unica via di salvezza per superare le gravissime difficoltà del momento: la ripresa produttiva dello zinco, anche attraverso il processo elettrolitico e non limitatamente ai fumi di acciaierie e non all’accesso imponente agli ammortizzatori sociali come si è costretti a subire. Convocano con carattere di urgenza il Coordinamento appalti dei metalmeccanici per lunedì 3/03/2025 dalle ore 08.00 presso la Portovesme srl. Quanto sta avvenendo presso la Portovesme srl, unito alla gravità dell’ex ALCOA e all’incertezza della Centrale Enel, rischia una implosione sociale senza precedenti, in cui la politica a tutti i livelli ha la responsabilità e l’obbligo di chiarire e rispondere al più presto su quello che sarà il futuro dell’intero polo industriale. Perché anche prendere tempo, non dare le risposte attese, nella grave situazione in cui ci troviamo equivale a rispondere negativamente ad ogni possibilità di garanzia produttiva o occupativa. FIOM FSM e UILM, con tutte le RSU dei metalmeccanici, chiedono DISCONTINUITÀ su tutti i fronti», concludono le segreterie territoriali FIOM FSM UILM Sardegna Sud-Occidentale Sulcis Iglesiente.

Dopo un’intera giornata di occupazione dell’assessorato al Lavoro, è arrivato il segnale atteso da parte della ministra Calderone: sono arrivate, infatti, le convocazioni ministeriali indispensabili a stilare gli accordi per la concessione degli ammortizzatori sociali per i lavoratori e le lavoratrici di quelle aziende che hanno avanzato la richiesta. Le riunioni sono calendarizzate per il 22, 23 e 24 gennaio.

Cgil Cisl e Uil, pertanto, hanno deciso di smantellare il presidio ma si riservano di mettere in campo le iniziative necessarie per far sì che gli impegni vengano rispettati e non ci siano ulteriori ritardi.

«Ancora una volta l’assessore Desiré Manca da dimostrazione pubblica della sua incompetenza nel ruolo che ricopre. Gravissime le sue dichiarazioni di queste ore. Su un disastro sociale come quello della crisi del lavoro del Sulcis, in tutti i tavoli si è cercato di fare unità politica per cercare insieme di raggiungere l’obiettivo migliore per i lavoratori, le parole della Manca dimostrano invece come lei preferisca cercare di fare il solito scaricabarile delle responsabilità su altri e questo non fa altro che evidenziare la sua totale incapacità.»

A dirlo è Gianluigi Rubiu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia.

«Anche su un tema sensibile e importantissimo come quello della vertenza del polo industriale di Portovesme dimostra ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, di non essere adatta al ruolo che ricopre, né di conoscere le procedure e le modalità di attivazione degli ammortizzatori socialiconclude Gianluigi Rubiu -. E’ la stessa ministra Marina Calderone a dover ricordare alla Manca, che: «Il ricorso alla tutela di cui all’articolo 44, comma 11-bis, del D.Lgs. n. 148/2015 prevede necessariamente che ai lavoratori, destinatari del trattamento straordinario di integrazione salariale, debbano essere contestualmente somministrate le misure di politica attiva individuate in apposito piano regionale. Il Ministero è ancora in attesa del piano di politiche attive che deve essere formulato dalla Regione Sardegna».

«Ho letto con sconcerto le gravi parole del neo assessore del Lavoro della Regione Sardegna. Capisco la confusione in assessorato ma è arrivato il momento di assumersi le proprie responsabilità, fornendo informazioni corrette. È in gioco il destino dei lavoratori e del territorio del Sulcis. Il mio impegno per la Sardegna non è mai mancato e lo dimostrano i fatti.»

Ad affermarlo è il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone.

«Ho personalmente partecipato agli incontri che si sono tenuti nel corso dei mesi passati, sia a livello nazionale che in sede regionale, con un intervento diretto e personale anche presso gli stabilimenti della Portovesme S.r.l. insieme con il collega Ministro Urso per incontrare direttamente le rappresentanze dei lavoratori, i sindacati e la parte datoriale sulla crisi in atto; in tutte le occasione, ho rappresentato con chiarezza e determinazione la massima attenzione di questo Ministero in ordine alla gestione delle crisi. In merito alla possibilità di riconoscere il trattamento straordinario di integrazione salariale per area industriale di crisi complessaaggiunge il Ministro – è stato necessario attendere l’approvazione della legge di bilancio per l’anno 2025. La tutela speciale è stata rifinanziata per il 2025 per complessivi 70 milioni di euro ed è necessario acquisire i fabbisogni di tutte le Regioni interessate, così da procedere all’adozione del decreto interministeriale nel più breve tempo possibile.»

«In attesa del citato decreto è, tuttavia, riconosciuta alla Regione Sardegna la possibilità di destinare le risorse residue, derivanti da finanziamenti precedenti, e quindi di poter tutelare le aziende del territorio operanti in aree industriali di crisi complessa che chiederanno la prosecuzione del trattamento CIGS a decorrere dal 1° gennaio 2025», aggiunge ancora Marina Calderone.
Il Ministero ha convocato tra il 22 e il 24 gennaio le società Eurallumina s.p.a., Se.ge.sa s.r.l., ISC s.r.l, Mens@na Catering, Reno S.r.l. e CQ NOL s.r.l. per esperire l’esame congiunto tra le Parti Sociali, unitamente alla Regione.
«Il ricorso alla tutela previsto dall’articolo 44, comma 11-bis, del D.Lgs. n. 148/2015 prevede necessariamente che ai lavoratori, destinatari del trattamento straordinario di integrazione salariale, debbano essere contestualmente somministrate le misure di politica attiva individuate in apposito piano regionale – conclude la nota del ministero del Lavoro -. Il Ministero è ancora in attesa del piano di politiche attive che deve essere formulato dalla Regione Sardegna.»

A distanza di 24 ore dalla richiesta arrivata ieri dall’assessore regionale dell’Industria Emanuele Cani, al termine dell’incontro con le organizzazioni sindacali tenuto in assessorato, oggi il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha convocato per il 17 gennaio 2024, alle ore 12.00, a Palazzo Piacentini, una riunione con la Regione Sardegna dedicata alle grandi vertenze del polo industriale di Portovesme: Portovesme srl, Eurallumina e Sider Alloys. Ieri mattina, nel corso dell’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori della Sider Alloys, le organizzazioni sindacali avevano sollecitato alla Regione, in presenza dell’assessore dell’Industria Emanuele Cani, un intervento forte per sbloccare la vertenza Sider Alloys e, come sollecitato dalle organizzazioni sindacali e dalle istituzioni locali, il ministro – presente alla Portovesme srl con la ministra del Lavoro Marina Calderone e la sottosegretaria del Mimit Fausta Bergamotto, ha deciso di affrontare nella loro globalità le crisi delle tre grandi aziende del polo industriale.

«La produzione dello zinco è strategica per l’Italia, il sito industriale di Portovesme è determinante per la produzione di materie prime per il nostro paese: si attivino le procedure per la Nazionalizzazione dello stabilimento, o la cessione ad altra multinazionale.»
Lo scrive, in una nota, Gianluigi Rubiu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, il giorno dopo la visita dei ministri Adolfo Urso e Marina Calderone e della presidente della Regione Alessabndra Todde, nello stabilimento di Portovesme.
«Inutile discutere con una azienda che ha a cuore  solo  gli utili ed extra profitti, con progetti futuri, fantasiosi e, soprattutto, a lunga scadenza con ipotesi di livelli occupazionali notevolmente ridotti e quindi improponibili.
Non possiamo permettere la perdita di un solo posto di lavoroaggiunge Gianluigi Rubiu -. Fronte unico e compatto tra  governo nazionale e regione Sardegna. La supponenza e l’arroganza della Glencore non concilia con la volontà vera di risolvere definitivamente il  futuro dello stabilimento di Portovesmeconclude Gianluigi Rubiu -. I ministri presenti all’incontro hanno ripetutamente evidenziato la possibilità reale di nuovi investitori (multinazionali mondiali del settore) senza escludere altre ipotesi… il Sulcis Iglesiente non può permettersi ulteriori sacrifici e salti nel buio.»