8 October, 2024
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Giorgio Madeddu.

Lettera aperta ai cittadini del Sulcis Iglesiente

Cari amici,

nei giorni scorsi la dirigenza Assl ha inaugurato i locali del nuovo Pronto soccorso dell’Ospedale CTO di Iglesias. Celebrazione patetica, fotocopia di quanto abbiamo ammirato in precedenza, nessuna auto critica sui ritardi biblici sulle promesse del passato, siamo stati spettatori di improbabili dichiarazioni, esaltanti, quasi maniacali dei dirigenti sul presente e futuro della nostra sanità. In perfetto stile sanità-partito inaugurazione di locali (mura per essere chiari), Barranu-Dirindin: Ospice al Santa Barbara? O come le stravaganti inaugurazioni di Maurizio Calamida: Triage Fast Track Infermieristico al CTO senza Pronto Soccorso, 118 al terzo piano dell’ospedale F.lli Crobu ed inaugurazione prenatalizia di poltrone ed audiovisivi nella pediatria del Santa Barbara, con l’allora presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo. Non ci sono dubbi l’aria natalizia, soprattutto se prossima alle elezioni, scatena le compulsioni inaugurative, e si festeggia il nulla, alcolizzando le vere carenze e responsabilità, bollicine di visibilità preelettorali.

Il resoconto de “L’Unione Sarda” sgomenta e indigna per la faccia tosta delle dichiarazioni: «Un traguardo importante-dichiara la d.ssa Giua…rilanciamo quest’ospedale», il rilancio di un ospedale non è garantito dai miglioramenti murari per quanto necessari, i pazienti fino ad ieri vergognosamente ricevuti in un accampamento medioevale che solo l’ammirevole premura e professionalità di medici e infermieri trasformava in Pronto Soccorso ma, germoglia, dall’entusiasmo e motivazione degli operatori, e dalla fiducia che la Comunità su questi ripone. Esaltare locali e tecnologie senza valorizzare il talento dell’Uomo è l’anticamera della decadenza. «Rilanciamo quest’ospedale.» Il CTO è stato riferimento e risorsa per l’intero Sulcis, oggi è un campo di battaglia simile alla Beirut bombardata, il Pronto soccorso anche dopo la recente cosmesi è, comunque, sprovvisto di affiancamento cardiologico e neurologico full time, parziale sostegno chirurgico, ortopedico e otorino, talenti questi umiliati dal week surgery di Onnis-Arru-Pigliaru. La d.ssa Giua come i precedenti (tutti) marziani di partito inviati da Cagliari per “stabilizzare” la devastazione della sanità del Sulcis Iglesiente, parla di rilancio del CTO? Stravagante! Eppure dovrebbe essere informata che prossimamente si concluderà la storia della Chirurgia pediatrica di cui non ha mai parlato. Raggiunto il pensionamento del primario e dell’aiuto anziano, accolto il trasferimento di un’apprezzata chirurga pediatrica, il reparto dopo 37 anni di straordinaria avventura scientifica ed umana, chiude miserevolmente i battenti, non per sconfitta professionale ma perché i politici si sono dimostrati quaquaraquà, dilettanti, superficiali. La Chirurgia pediatrica del F.lli Crobu orgoglio del Sulcis, muore non per mancata professionalità dell’equipe iglesiente, non perché improduttivi, ma perché gli illuminati partiti sardi hanno deciso da Soru-Dirindin, Cappellacci-De Francisci a Pigliaru-Arru, che il talento chirurgico-pediatrico del Sulcis dovesse morire. Il CTO di Iglesias è risorsa che merita una difesa territoriale, riteniamo dilettantistiche le difese di campanile e le immature, sterili e divisorie avanguardie solitarie, proponiamo alleanze ragionevoli dell’intero territorio finalizzate alla qualità sanitaria locale. Nei prossimi mesi l’ortopedia del CTO di Iglesias, dopo una storia di straordinaria professionalità da riferimento regionale morirà, gli ortopedici sopravvissuti perderanno per pensionamento il primario dott. Porqueddu, stimato professionista, ed il mitico Traumatologico del Sulcis, sarà cancellato, altro che Unità complessa, forse un ambulatorio part time, forse. Anche il servizio otorino, baluardo dell’intero Sulcis, presenta criticità e sofferenze, da riferire alla gestione e carenza del personale, la d.ssa Giua quando parla di rilancio pensa al poker di fine settimana ma francamente per il Sulcis il rilancio sanitario decollerà quando la sanità non avrà nulla a che fare con i partiti politici ed i talenti saranno premiati per quanto valgono nelle sale operatorie e negli ambulatori. Alla marziana d.ssa Maddalena Giua si affianca l’astronauta d.ssa Viviana Lantini, la sua dichiarazione impertinente «Ci siamo fatti un bel regalo di Natale…» meritava una pernacchia dei presenti senza sponsor ma, nel mondo degli equilibri politici ed anestesia ormonale, l’ipocrisia supera l’orgoglio. L’articolo si concludeva con la dichiarazione eccessivamente ottimistica del sindaco di Iglesias Mauro Usai sul futuro del CTO, è scontato, infatti, che dopo la cura dimagrante Calamida-Onnis-Giua, il CTO non sarà in tempi ragionevoli «…un presidio rispondente alle esigenze del territorio». 

Gli amministratori del Sulcis Iglesiente uniti e motivati alla difesa della sanità della loro Comunità non hanno altra chance, devono unirsi, superare i campanilismi ed i personali narcisismi oggi palpabili, difendere i bisogni dei loro cittadini e, se non si realizzano prima delle elezioni regionali, consegnare le schede elettorali. Noi non festeggiamo un bel niente, siamo seriamente preoccupati per il tracollo annunciato dal dilettantismo, mancata programmazione, del tirare a campare fino alle prossime elezioni e così via. A tanti forse è sfuggito un piccolo dettaglio, assenti i sindaci del territorio, assenti Pigliaru, Arru e Moirano che, normalmente, timbrano il cartellino anche per inaugurare fonendoscopi e cateteri vescicali. L’atmosfera di disinteresse e solitudine che aleggia attorno al CTO merita riflessione, umiltà ed inversione di marcia.

Cari Amici del Sulcis Iglesiente,

a seguire troverete alcune riflessioni sulla Chirurgia pediatrica da noi divulgate nel gennaio 2012, casistica fino al 2015, consegnatele ai consiglieri regionali che avete sostenuto e stimate, chiedete loro cosa hanno fatto, coinvolgeteli, come può il Sulcis risalire la china della decadenza morale, economica e politica se non riusciamo a trattenere, difendere e valorizzare i pochi talenti che abbiamo?

Iglesias, 24 dicembre 2018

Giorgio Madeddu

 

30 anni di Chirurgia Pediatrica

La vigilia di Natale del 1981 la sala operatoria dell’Ospedale Pediatrico F.lli Crobu, ospitava tra l’emozione generale, il primo intervento di Chirurgia Pediatrica. Nasceva nella nostra città la più significativa realtà chirurgica regionale sul piccolo paziente ma, considerando le stravaganze della politica sanitaria sarda, quale presente e quale futuro si prevede per questo nostro “Talento sanitario”?

24 dicembre 1981

L’avvincente storia della Chirurgia pediatrica del Crobu è stata protagonista di una nostra precedente divulgazione (novembre 2006) quando i lanciafiamme regionali nella bozza del Piano Sanitario Regionale avevano cancellato il Reparto dalle risorse sanitarie della Sardegna.

I nostri interventi spesso recidivanti, vuoi perché non molliamo la presa vuoi perché orgogliosamente liberi non possediamo affinità e prossimità con i linfonodi del potere (sanitario in questo caso) ai quali ricordiamo costantemente doveri e responsabilità. Caparbi perseveriamo, fiduciosi che il tempo sia assolutamente galantuomo.

Sintesi storica

1978: L’Ente Ospedaliero F.lli Crobu di Iglesias presenta alla Regione un progetto per adeguarsi alle nuove esigenze sanitarie. Il nosocomio nacque nel 1958 per contrastare l’emergenza tubercolosi tra i bambini della nostra regione; era infatti particolarmente diffusa tra i figli dei minatori del Sulcis drammaticamente colpiti in quegli anni da silicosi e tubercolosi.

1979: La Regione accoglie la proposta e sul Lago Corsi planano: Pediatria, Chirurgia pediatrica, Anestesia e Rianimazione, Neuropsichiatria Infantile, Otorinolaringoiatria, Centro trasfusionale.

1981: In piena estate dott. Francesco Cossu primario anestesista organizza l’ equipe che affiancherà per quasi un ventennio le discipline chirurgiche del F.lli Crobu.

1981: 24 dicembre, il prof. Candido Daniele Pinna effettua il primo intervento.

Le fondamenta della Chirurgia pediatrica ad Iglesias hanno origini lontane, precedono l’applicazione in Sardegna della Riforma sanitaria e dello strapotere dei politici in sanità, prima nelle USL e dopo la legge 502 del 1992 nelle Aziende sanitarie locali. Germoglia dall’esigenza, rivendicata da più parti, di una chirurgia dedicata al bambino spesso reclutato impropriamente tra gli adulti e non certo dal famelico appetito clientelare che ultimamente rileviamo.

La Divisione diretta dal dott. Barletta, sostenuta da anestesisti dedicati all’assistenza pediatrica, conquista la fiducia dei sardi, da Teulada a La Maddalena raggiungono Iglesias piccoli pazienti e famiglie al seguito. Cresce, anno dopo anno, il numero dei ricoveri e degli interventi anche dei più impegnativi grazie alla passione, competenza e generosità di chirurghi e anestesisti che nei momenti più delicati si organizzano e condividono i dubbi e le sfide che la professione quotidianamente presenta.

Unico reparto di Chirurgia pediatrica della Sardegna ha ricevuto consensi e gratitudine dalla Comunità quanto disinteresse dagli amministratori ASL e dai politici regionali.

Nei suoi gloriosi 30 anni la Chirurgia pediatrica ha trattato oltre 15.000 bambini, negli anni ’90 si registravano 800 interventi all’anno per poi ridursi e attestarsi attualmente a 400.

L’ultimo decennio il reparto, diretto brillantemente dal dott. Licciardi, ha sperimentato il disinteresse e il dilettantismo delle intercambiabili gestioni della ASL 7.

Il primo grande attacco alla Chirurgia pediatrica?

La gestione stravagante del Servizio di anestesiologia!

Il primario dott. Cossu dal suo arrivo a Canonica sollecitava l’Azienda sanitaria a dotarsi di una Rianimazione pediatrica; lo riteneva un supporto fondamentale per il futuro non solo della Chirurgia pediatrica e della Pediatria ma anche dell’Otorinolaringoiatria che nell’’84 comincia come servizio e nell’’89 si trasformerà in reparto diretto dal dott. Medda ma anche dell’Ortopedia del CTO che negli anni 80 assisteva una buona percentuale di bambini. La proposta non verrà mai accolta e dott .Cossu avvertendo conclusa la sua missione chiederà il trasferimento a Cagliari, lo seguiranno i suoi collaboratori più anziani.

Servizio di Anestesiologia:

1998: 1 primario + 7 anestesisti. Esperienza media per medico: 13 anni

2000: 5 anestesisti. Esperienza media per medico: 4 anni

Come già denunciato nel 2006 l’Anestesiologia del Crobu, perfezionatasi prevalentemente sul bambino fu abbandonata senza ricevere rinforzi programmati. Le carenze d’organico, costantemente colmate da neospecialisti e consulenti esterni, non garantivano più il sostegno e la sicurezza del passato. Espletato il concorso per sostituire Dott. Cossu, la vincitrice chiede aspettativa ma agli inizi del 2002 rinuncia. La ASL effettua una scelta incomprensibile, smentisce se stessa, non promuove uno tra gli anestesisti idonei al primariato presenti nella stessa graduatoria ma, centralizza le anestesie dei tre ospedali cittadini preferendo ricompensare, generosamente, consulenti esterni e non investire su un primario anestesista dedicato alla Chirurgia pediatrica e all’Otorino.

2006: la bozza del Piano sanitario regionale prevedeva due U.O. di Chirurgia pediatrica inabissando, in perfetto stile battaglia navale sanitario, la divisione iglesiente, unica realtà sarda operativa allora da 25 anni. L’incomprensibile proposta dell’assessore Nerina Dirindin venne modificata da un emendamento che non decapitava la nostra Chirurgia pediatrica, ma secondo le nostre previsioni decretava la lenta agonia della Chirurgia Pediatrica Sarda. Le realistiche previsioni che comunicavamo nascevano dalla sfiducia nel sistema sanità inaffidabile e schizofrenico, poco avvezzo al rispetto e valorizzazione dei talenti autoctoni ma compulsivamente orientato a sostenere e premiare i rassicuranti portaborse in càmice.

Proposta di Amici della Vita per la Chirurgia pediatrica

Istituzione al CTO del Dipartimento pediatrico del Sulcis Iglesiente: Chirurgia Pediatrica, Pediatria, Neonatologia, Neuropsichiatria Infantile, Ginecologia e punto nascite (basta con i doppioni!)

Team di anestesisti dedicati al bambino e 2 posti letto di Rianimazione pediatrica (la ASL 7 ha 2 rianimazioni per adulti nessuna accoglienza pediatrica)

1 Cardiologo pediatra (la ASL 7 annovera 20 Cardiologi per l’Adulto, O ZERO! per i bambini),

1 Radiologo-Ecografista Pediatrico.

Pronto soccorso pediatrico.

L’investimento a sostegno di una squadra di Chirurghi validi e appassionati, sarebbe stato certamente modesto, in grado di soddisfare pienamente le richieste della Sardegna interrompendo la mobilità passiva extraregionale, sarebbe stata razionalizzazione vera!

Non pensavamo minimamente di difendere una nostra proprietà, desideravamo salvaguardare una risorsa indispensabile ai bambini della nostra regione. Ipoteticamente nell’interesse generale il personale tutto della Chirurgia pediatrica del Crobu avrebbe potuto essere trasferito a Cagliari, Oristano, Nuoro e altrove adeguatamente potenziato riconoscendogli impegno, passione e capacità, avremo applaudito chiunque avesse sposato la linea della funzionalità ed efficienza ma abbiamo rilevato invece: clientelismo, campanilismo, gassosa maldestramente mimetizzata.

Piano sanitario regionale

2007: il 19 gennaio viene approvato il Piano sanitario regionale, prevede tre Chirurgie pediatriche: Iglesias e le due Aziende Ospedaliere-Universitarie di Cagliari e Sassari ma ancor oggi dopo cinque anni non esiste un riferimento regionale alternativo alla Chirurgia pediatrica di Iglesias. Il 2007 doveva essere l’anno del trasferimento al CTO quasi pronto ad accogliere tutti i reparti per acuti di Iglesias.

L’esodo in effetti ci fu ma la carovana raggiunta Piazza Sella incocciò il semaforo che perentorio intimò: contrordine compagni, tutti al Santa Barbara dove l’anestesiologia è di ottimo livello, esperta sull’adulto ma con scarsa esperienza pediatrica. I chirurghi trovano subito limitazioni e patologie un tempo affrontabili nello storico Crobu saranno inviate a reparti della penisola con gravi disagi ai pazientini ed alle famiglie; certamente secondarie ma non trascurabili le ingenti spese regionali per i viaggi che alcuni battezzarono della speranza ma riteniamo più opportuno definirli del dilettantismo e dell’ignavia.

Il Direttore generale della ASL (dott. Benedetto Barranu) affermò pubblicamente che alcuni anestesisti avrebbero perfezionato nelle eccellenze continentali le conoscenze neonatologico-pediatriche, si sbilanciò, fece addirittura il nome della prima candidata con valigia pronta. Qualche mese dopo gli ricordammo, affettuosamente e pubblicamente, che l’anestesista aveva ottenuto un trasferimento (peraltro definitivo!!!) ad altra realtà nazionale e suggerimmo per il futuro di investire i denari della nostra Comunità per specializzare e valorizzare professionisti stanziali e non transeunti.

I risultati della Chirurgia pediatrica sono stati straordinari se consideriamo le difficoltà e gli ostacoli incontrati nei 30 anni di attività. Carenza cronica d’0rganico, salti mortali per garantire l’attività di reparto, di sala e ambulatoriale. Eterne guardie interdivisionali, prima con l’Otorinolaringoiatria poi con la Chirurgia generale e recentemente con la Pediatria, fanno pensare ad una equipe sempre in emergenza, pletora di reperibilità, impossibile l’aggiornamento e il confronto con le realtà nazionali e internazionali, riposi e ferie quasi impossibili, rischio significativo di burn-out e malpractice.

Non scordiamo che stiamo tratteggiando la storia dell’unica accoglienza di chirurgia pediatrica in Sardegna, non di un sotto utilizzato doppione sanitario, non di un’Unità operativa a mobilità passiva per la ASL 7 come tante altre (1400 visite ambulatoriali nel 2011 il 60% delle quali a provenienza extra ASL); ebbene, malgrado quanto abbiamo evidenziato è stata abbandonata al suo destino!

Come precedentemente riportato la maggioranza di centro sinistra alla regione sarda sostenne la proposta dell’assessore della Sanità per cui: Chirurgia pediatrica a Iglesias, Sassari e Cagliari.

La Dirindiniana fatica, presentata come brillante esempio di razionalizzazione sanitaria (massima efficacia a costi contenuti, eliminare i doppioni e i servizi sotto utilizzati o parassitari), al capitolo Chirurgia pediatrica si è dimostrata superficiale, irrazionale, disinformata! Le sarebbe bastato visitare il sito www.chped.it della Società Italiana di Chirurgia Pediatrica (S.I.C.P.) per evitare tanto dilettantismo. Fosse stata più umile e curiosa avrebbe appreso quanto da anni emergeva:

Italia: 57 Centri di Chirurgia Pediatrica istituiti tutti prima del 1983 in virtù del baby boom nazionale.

Il T.O.L. (tasso occupazione letti) delle Chirurgia pediatrica negli anni novanta è mediamente in Italia del 64% parametro che il legislatore considera premessa alla riduzione dei posti letto, o addirittura alla chiusura del reparto.

La S.I.C.P. prendendo atto della denatalità nazionale e dell’inappropriatezza dei ricoveri (bambini normalmente ricoverati in chirurgie per adulti in contrasto alle direttive del Piano sanitario nazionale 1994!) inviò nel marzo 1999 al ministro della Sanità un rapporto dettagliato concludendo che: istituire nuovi Centri di Chirurgia pediatrica. avrebbe favorito la dispersione delle patologie più importanti, impoverimento professionale degli Operatori e ulteriore riduzione del T.O.L.

La S.I.C.P., condividendo le conclusioni della British Association of Paediatric Surgeons sul rapporto tra numero reale e ottimale delle Chirurgia pediatrica in Europa, ritiene per l’Italia necessari 22 Centri ben organizzati: 1/2,5 milioni di abitanti.

La scelta dell’assessore Nerina Dirindin, mal si adattava a quanto sostenevano le Società scientifiche internazionali di Chirurgia pediatrica; per queste la nostra Regione avrebbe necessità al massimo di una Chirurgia Pediatrica. La singolare decisione di eliminare Iglesias e incoraggiare Sassari e Cagliari da inventare ex novo, insospettì anche quanti come noi ricercano l’essenzialità e detestano il facile campanilismo che nelle rivendicazioni sanitarie fa emergere squallidi egoismi di quartiere e condominio. Il passaggio successivo: garantire la sopravvivenza di Iglesias dopo le pressioni di un territorio sensibile più alla parrocchia che alla qualità del servizio regionale, spianò la strada a 3 Chirurgie pediatriche quindi 1 Centro/550.000 abitanti! Questa decisione, considerata una vittoria epica del centro sinistra sulcitano protagonista dell’emendamento di Pirro, portò la Sardegna alla più grande densità di Chirurgie pediatriche per popolazione del mondo che se realizzata determinerà contestualmente il ridimensionamento professionale delle tre equipe e per finire il fallimento economico dell’operazione. Le tre realtà saranno sicuramente motivo di inaugurazioni e assunzioni blindate ma numerosi saranno i letti ben rimboccati, nessuna svilupperà eccellenze e talenti (a meno che non sia stato già deciso chi deve ricevere i sostegni tecnologici e multi specialistici e chi no), i viaggi per la penisola non si arresteranno! La malinconia di assistere alla disintegrazione della straordinaria esperienza dei chirurghi del Crobu ci suggerì allora come oggi di assumere posizioni decise contestando le scelte regionali. Rinnoviamo oggi il nostro dissenso dopo aver rilevato che al Microcitemico di Cagliari sembra imminente l’avvio della Chirurgia pediatrica e in Gallura la stampa ci informa del feeling tra il San Raffaele, la giunta regionale e l’intero arco costituzionale dei politici sardi per il possibile decollo di un polo pediatrico d’eccellenza. Non è ben chiaro se nascerà la 4ª Chirurgia pediatrica lievitando a 1/400.000 abitanti (barzelletta interplanetaria) o se stiamo per convenzionarci e trasferire qualche milione di euro alle banche della sanità privata.

Abbiamo delegato la Sanità ai dilettanti!

La Sardegna ha bisogno di una sola Chirurgia pediatrica di ottimo livello capace di:

1. affrontare le problematiche delicatissime che i nostri neonati e bambini presenteranno.

2. scordare i viaggi della disperazione costosi e umilianti.

3. pensare con orgoglio di poter essere utili anche a quelle migliaia di bambini che dal nord africa si affacciano sulla nostra terra pieni di speranza.

Il polo Chirurgico pediatrico regionale non può prescindere dalla esperienza del F.lli Crobu, potrebbe non essere Iglesias la sua postazione futura ma quella storia non può essere accantonata.

Le responsabilità dei politici del passato sono evidenti ma ancora più palese è la superficialità e l’invisibile propensione alla programmazione sanitaria degli attuali governanti. Ridicoli, incoraggiano per la costante ansia clientelare la moltiplicazione di servizi (dirigenti medici, infermieri e amministrativi) destinati al fallimento assistenziale ed economico. Riteniamo ancora attuale la proposta avanzata un lustro addietro, proiettata a difendere un patrimonio professionale, culturale, umano, di accoglienza e solidarietà al bambino malato e al suo mondo. Valori ai quali non possiamo rinunciare, che travalicano il semplice campanilismo che possono eventualmente essere trapiantati altrove ma non possono andare dispersi per l’inconsistenza di quanti non hanno niente di più significativo che inaugurare intonaci, letti, soprammobili, ecografi. Crediamo si debbano festeggiare le imprese umane, le guarigioni dei pazienti, gli anni di sobrietà degli alcolisti e tossicodipendenti, la sopravvivenza dei malati tumorali. Ci emozioniamo davanti all’eroismo dei tanti operatori sanitari liberi che si impegnano in silenzio per la Comunità, insensibili al fascino mortale delle sirene, faranno certamente poca carriera ma danno significato pieno ad una nobile professione che la politica vuole subalterna e asservita ai propri interessi. Siamo disponibili a festeggiare il 100° malato terminale accolto nell’Hospice di Iglesias, il 1.000° intervento di Chirurgia pediatrica al CTO, il 1.000° bambino nato al CTO, la riapertura della Cardiologia ad Iglesias.

Si celebrano le opere realizzate dall’Amore e dall’Impegno dell’Uomo.

La sanità pubblica ha bisogno di riscoprire il senso della sua missione, accettare le sfide che la sofferenza costantemente presenta, avvicinarsi con maggiore umiltà alla malattia non sempre dominabile, ma in primo luogo deve affrancarsi dalla politica, cancro infiltrante e parassitario.

Riteniamo sempre più attuale e indifferibile prima della devastazione del Servizio Sanitario Nazionale sottrarre il controllo gestionale delle ASL ai partiti riportando alla Comunità responsabilità e autodeterminazione. Proponiamo da tempo:

Elezione popolare dei Direttori generali delle ASL (abrogazione art. 3 D.L. 502/92)

Designazione tra professionisti qualificati candidati a gestire la sanità territoriale sottoponendosi alla valutazione degli assistiti. Elezione contemporanea al presidente della Provincia e dove questa non si identifica al territorio della ASL con il sindaco della città capofila.

La Comunità elegge il proprio Direttore generale che riconfermerà o destituirà per la qualità del lavoro svolto e non per il servilismo ai partiti. Si otterrebbero due risultati straordinari:

Sanità pubblica calibrata sull’Uomo

Riportare i partiti politici, che dalla Sanità pubblica attingono il 75% del potere e della loro arroganza, alla reale percezione dei bisogni e delle necessità sociali.

In Sardegna alcuni sindaci, amministratori, partiti e associazioni giudicano i 10 referendum popolari utili a ridimensionare il potere della casta, riteniamo questi aspiranti dermatologi degli illusi, se non sottraiamo la linfa vitale del clientelismo e dell’assistenzialismo, di semplice cosmesi si tratta.

Ringraziamo tutto il personale della Chirurgia pediatrica di Iglesias per l’impegno, la professionalità e l’amore dimostrato ai Bambini sardi nei 30 anni della sua storia.

Gutta cavat lapidem non vi, sed saepe cadendo.

Assistiamo passivi ad una decadenza globale del nostro tessuto sociale, la sanità pubblica è solo uno degli aspetti. La rassegnazione che i gestori della sanità vorrebbero inocularci merita reazioni composte ma decise dell’intera comunità.

Chirurgia pediatrica 2015

Nel dicembre 2012 il reparto è stato trasferito al CTO e fa sorridere che potrebbe festeggiare l’Assunta nuovamente al Santa Barbara qualora le indiscrezioni sulla “chiusura per ferie” troveranno conferma. La Chirurgia pediatrica di Iglesias ha subito negli ultimi 10 anni il più terroristico attentato politico ad un reparto ospedaliero che in Sardegna si sia mai visto:

a) Soru Dirindin; 3 Chirurgie pediatriche

b) Cappellacci De Francisci: 3 Chirurgie pediatriche + 1 (San Raffaele)

c) Pigliaru Arru: 3 Chirurgie pediatriche + 1 (Mater Olbia)

Due transumanze di operatori ma soprattutto di bambini e famiglie disorientate in 5 anni ma non escludiamo la terza nelle prossime settimane. Chi ha rallentato e ridimensionato il volume di interventi e solidarietà al Bambino è stata la gestione clientelare dei partiti orientati a premiare i grandi elettori piuttosto che i grandi talenti.

Interventi Chirurgia pediatrica: 1988/1989 media 800

2010/2011 media 400

2013: 278

2014: 248

2015: 94 (1 gennaio/31 maggio)

I risultati della Chirurgia pediatrica di Iglesias sono ancor oggi straordinari, se interpretati nel contesto del boicottaggio della Regione ma che i politici nostrani hanno alimentato. La devastazione della sanità del Sulcis è stata merce di scambio per carriere politiche, vantaggi ed equilibri di partito che non possiamo accettare né avallare.

La Chirurgia pediatrica di Iglesias è certamente la migliore realtà sarda, solo i partiti politici (tutti!!!) non sono al corrente della qualità e sicurezza che questi operatori garantiscono. Al dott. Onnis, che spesso propone numeri per avallare i sega-reparti della Regione, proponiamo una riflessione:

A fine maggio 2015, si è tenuta a Costa Rei una convention di chirurgia, dove si valutava la percentuale per reparto di trattamenti video laparoscopici nell’appendicite acuta, per le Chirurgie pediatriche i risultati sono stati: Cagliari: 11,3%, Sassari: 0, Iglesias: 43,9%.

Il reparto in Sardegna con le tecniche più all’avanguardia è quello di Iglesias, ha ridotto il numero di interventi per motivi politici non certo per stanchezza o demotivazione, mettiamoli nelle condizioni di lavorare attrezziamoli per essere competitivi (fu necessaria una sollecitazione popolare e giornalistica per acquistare lo sterilizzatore del gastroscopio), chiudiamolo se non tiene il confronto. Oggi, considerando la modestia delle Chirurgie pediatriche cagliaritana e sassarese, non sostenerlo è autentica follia, ingiustizia e danno sociale. Chiudere il reparto per ferie o come si paventa ambulatorio al CTO e 4 posti letto al Santa Barbara riducono inevitabilmente l’attività operatoria. Francamente è inaccettabile la scelta di interdire l’accesso estivo ai reparti di Ortopedia e Chirurgia pediatrica per le difficoltà oggettive che l’intero Sulcis sperimenterà, in una ASL con mobilità passiva impressionante, in una comunità dove la parola d’ordine di tutte le campagne elettorali è “avanti con il turismo” ridimensioniamo l’accoglienza sanitaria nei mesi di maggior affluenza turistica? Le scelte e le argomentazioni della ASL non convincono, del resto i rappresentanti dei medici ed infermieri del CTO sabato mattina hanno ribadito che la programmazione delle ferie non compromette la regolare attività dei reparti.

E’ arrivato il momento di assumerci responsabilità nuove e significative, impegnarci in prima linea, partecipare attivamente alla rinascita del Sulcis.

Iglesias, 13 giugno 2015

Giorgio Madeddu

Associazione AMICI della VITA – amicidellavitasulcis@gmail.com

Gruppi di Auto Aiuto per Alcol-Tossicodipendenti, Malati Tumorali, Autismo

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Due dirigenti della Asl 7 di Carbonia (l’ex direttore generale Maurizio Calamida, e Carlo Contini, all’epoca dei fatti responsabile del servizio acquisti) e 4 amministratori di una società privata (Pier Antonio Maria Raga, Sergio Bandiera, Antonia Fadda e Milena Deidda) sono accusati di peculato nell’ambito di un’indagine della Guardia di Finanza. I militari delle Fiamme gialle del Nucleo di Polizia tributaria di Cagliari hanno eseguito un sequestro preventivo di beni per un valore di due milioni di euro, dopo aver accertato che, abusando della qualifica di dirigenti della Asl 7 di Carbonia e gestendo ingenti somme di denaro, Maurizio Calamida, e Carlo Contini avrebbero favorito alcuni imprenditori nelle procedure di assegnazione di un immobile da destinare ad uffici dell’Azienda sanitaria, con una stima del prezzo del 30% superiore rispetto al valore di mercato.

L’accusa della quale devono rispondere tutti gli indagati è quella di peculato, gli amministratori anche della presentazione di false dichiarazioni per operazioni inesistenti. Ammonta ad un milione di euro il danno all’erario provocato dai due dirigenti della Asl 7 di Carbonia.

La Guardia di Finanza ha sequestrato beni per un valore di due milioni di euro, tra i quali 1 fabbricato, 6 terreni e 12 fra conti correnti e titoli. Le indagini della Guardia di Finanza sono state condotte con la collaborazione della Sezione di polizia giudiziaria.

La vendita dell’immobile aveva fatto maturare alla società un’ingente plusvalenza non denunciata, con la sottrazione alle imposte di oltre tre milioni di euro. Gli amministratori della società avrebbero presentato anche dichiarazioni fiscali non regolari, con l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, collegate ad una fittizia sponsorizzazione di una società sportiva dilettantistica di Carbonia.

Centro direzionale Asl 7 A

Antonio Onnis 6 copia

Antonio Onnis è il nuovo commissario straordinario della Asl 7 di Carbonia. Subentrerà nei prossimi giorni al direttore generale Maurizio Calamida, dopo la decisione adottata dalla Giunta regionale guidata dal governatore Francesco Pigliaru, di commissariare tutte le Asl.

Attualmente direttore del servizio Igiene e Sanità pubblica e direttore del Dipartimento di Prevenzione alla Asl 7 di Carbonia, Antonio Onnis ha alle spalle un lunghissimo curriculum professionale, maturato in Sardegna, Lazio e Toscana. Tra i numerosissimi incarichi, segnaliamo quelli di direttore sanitario dell’Azienda Usl n° 3 di Nuoro, direttore sanitario dell’Azienda Usl RM-F di Civitavecchia, direttore U.O. Qualità e Formazione Continua Coordinatore Staff Direzione Generale Azienda Ospedaliera Careggi di Firenze, direttore generale della Asl 4 di Lanusei e direttore generale della Asl 5 di Oristano.

Maurizio Calamida 9 copia

Venerdì scorso il direttore generale della Asl 7, Maurizio Calamida, ha pubblicato sul sito internet aziendale un comunicato rivolto ai dipendenti del comparto sulla vertenza delle “fasce retributive”, recupero indennità, pagamento produttività.

Questo il testo integrale pubblicato sul sito internet aziendale.

«In relazione alla ben nota vicenda delle fasce, delle trattenute in busta paga, del pagamento della produttività degli anni scorsi (2004, 2005,2006, 2007, 2008, 2009) e quella del 2013, con il presente comunicato l’Azienda intende rendere note ai Dipendenti le iniziative ed azioni attualmente in corso per cercare di trovare delle soluzioni che possano risolvere la vicenda, possibilmente in modo completo, definitivo e comunque riferito a
tutti, sia gli attuali Lavoratori, sia i Pensionati, sia coloro che nel corso degli ultimi anni sono purtroppo deceduti.
Intanto si prende atto con piacere, stando alle notizie di stampa, che alcuni  rappresentanti sindacali territoriali hanno avviato una interlocuzione con i Funzionari regionali per trovare delle soluzioni – non si sa se di natura politica o tecnica – che presto dovrebbero essere annunciate e che, ovviamente, si attendono con grande interesse.
Detto ciò, peraltro, è opportuno anche informare che questa Azienda già dallo scorso mese di luglio aveva studiato un proprio piano di intervento che fosse ovviamente rispettoso delle innumerevoli leggi, norme, vincoli, circolari, direttive, ecc.
Non è stato semplice, ma con l’ausilio di un esperto Legale, il Prof. E. Mastinu dell’Università di Cagliari una ipotesi è stata delineata; naturalmente quest’ultima dovrà essere valutata dal Collegio dei Sindaci, e dovrebbe essere condivisa anche dalla Regione che ha già manifestato interesse alla questione ed oltre tutto ha funzioni di controllo su determinati atti e provvedimenti.
Si rende noto inoltre che copia del parere legale è stata inviata anche al Ministero delle Finanze ed alle Organizzazioni Sindacali.
In sintesi l’ipotesi di lavoro è la seguente.
L’Amministrazione nei mesi scorsi ha proceduto alla rideterminazione dei 3 fondi contrattuali degli anni passati (condizioni di lavoro; progressioni economiche/ fasce; produttività) a causa della illegittimità della loro precedente costituzione (come del resto sentenziato dal Tribunale di Cagliari e dichiarato dalla Corte dei Conti); conseguentemente è stato quindi ridotto il fondo fasce che è risultato a quel punto non più capiente e si è dovuto iniziare a procedere al recupero mensile nei confronti dei Dipendenti, recupero tuttora in corso; contemporaneamente è stato rimpinguato il fondo della produttività che invece in precedenza era stato praticamente azzerato. Le risorse così rideterminate sono state accantonate in bilancio e quindi esistenti e spendibili.
L’ammontare di queste risorse (destinate al personale) risulta essere praticamente comparabile con l’ammontare del debito che i dipendenti hanno nei confronti dell’Azienda per il caso fasce.
L’idea è quindi quella di compensare per il personale i debiti ed i crediti che dovrebbero, appunto, pareggiarsi. In questo modo si azzererebbe il debito indicato nelle singole lettere inviate a suo tempo a ciascun lavoratore che quindi non dovrebbe restituire più nulla, e con la ovvia conseguenza che l’Amministrazione interromperebbe da subito il prelievo mensile dalle buste paga.
In questo modo rimarrebbero comunque intonse e spendibili le risorse della produttività del 2014 senza la necessità di “congelare” somme future destinate a queste finalità.
Non solo.
Le risorse del fondo fasce, nel frattempo ricreatosi, potranno essere utilizzate per l’anno 2014 per la attribuzione di una fascia agli aventi diritto secondo la graduatoria che dovrebbe essere stilata come prescrive il CCNL; tuttavia è bene precisare che quest’ultima soluzione potrà essere perseguita solo se il Governo abolirà l’attuale divieto. In ogni caso le risorse non andranno perdute.
Un altro aspetto positivo della ipotesi aziendale sarebbe rappresentato dal fatto che residuerebbero risorse dalla produttività 2013 sufficienti a soddisfare le legittime aspettative anche di tutto il personale non coinvolto dalla vicenda dei recuperi.
Questa, si è detto, sarebbe la soluzione studiata dall’Azienda. Tuttavia, è bene ricordare che tutto il percorso descritto deve essere necessariamente valutato dal Collegio Sindacale e, ci si augura, condiviso dalla Regione con un suo “via libera”.
L’iter è stato avviato. Si spera – a breve – si possano avere positive risposte.»

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E’ in programma domani pomeriggio, nella Hall dell’ospedale Sirai di Carbonia, una tavola rotonda sul tema: “Donne, ospedali e salute mentale”, organizzata, in occasione della Giornata mondiale sulla salute mentale, dalla Asl 7 e dell’associazione Onlus Amici del Sirai.

I disturbi mentali rappresentano, per gravità e frequenza, un importante problema di sanità pubblica e le persone che ne soffrono sono spesso soggette ad isolamento sociale, scadente qualità della vita ed elevata mortalità.

L’OMS calcola che nel mondo ci siano 450 milioni di persone, prevalentemente donne, che soffrono di disturbi mentali, neurologici o del comportamento e che la maggior parte di questi non siano correttamente né diagnosticati né trattati.
In occasione della Giornata mondiale sulla salute mentale, il convegno vuole essere un momento di approfondimento sui disturbi mentali delle donne.
L’incontro si svolge nell’ambito delle iniziative (H)Open day sulla salute mentale femminile, durante la quale gli ospedali Italiani con i bollini rosa di O.N.Da si confrontano con la popolazione.
O.N.Da, Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna studia le principali problematiche e tematiche di salute e benessere dell’universo femminile con l’obiettivo di promuovere una cultura della salute di genere.

Il programma prevede, alle 16.00, gli interventi di Maurizio Calamida, direttore generale della Asl 7, sul tema “La centralità del paziente nell’ospedale” e di Nino Laddomada, direttore del servizio psichiatrico dell’ospedale Sirai, interverrà sul tema “Donne e salute mentale: specificità di genere nella patologia pschiatrica”.

Alle 16.20 avrà inizio la tavola rotonda sul tema “Donna e salute mentale oggi tra crisi, violenza e nuove identità”, alla quale interverranno: Flavia Bertinelli, presidentessa dell’associazione Albeschida di Carbonia; Angela Borghero, presidentessa della Comunità di Via Marconi di Carbonia; Michela Capone, magistrato presso il Tribunale dei minori; Viviana Lantini, direttore del Reparto di Pronto Soccorso dell’ospedale Sirai di Carbonia. Il dibattito verrà moderato da Vera Coppa, scrittrice e giornalista Rai.

Seguiranno l’intervento di Sergio Pili, direttore dell’ospedale Sirai di Carbonia, sul tema “Salute femminile e qualità dell’assistenza: l’esperienza dei bollini rosa” e, a chiusura dei lavori, alle 18.00, la rappresentazione della commedia “Studio sul sogno di Edipo”, della Compagnia Teatro Albeschida, con la regia di Giampietro Orrù.

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Nuovo attacco del consigliere regionale Ignazio Locci (FI) alla Giunta regionale, sulla gestione del sistema sanitario.

«La Giunta regionale – attacca Ignazio Locci – prosegue nel suo perverso piano di smantellamento dei servizi sanitari del Sulcis Iglesiente. Tra qualche giorno, la Asl 7 di Carbonia dovrà fare i conti con la cancellazione del servizio di Aferesi terapeutica (utilizzata per il trattamento della miastenia grave e il Morbo di Moskowitz), così come disposto dalla delibera regionale N° 35/21 del 12.9.2014 (assetto organizzativo temporaneo della Rete Trasfusionale regionale). Un altro tassello del progetto di razionalizzazione della sanità isolana, che nella versione Luigi Arru significa semplicemente tagli indiscriminati specie ai presidi di periferia, operati senza tenere in considerazione le esigenze dei cittadini. Presidi che di questo passo verranno definitivamente cancellati dal sistema sanitario sardo, costringendo i cittadini del Sulcis Iglesiente a recarsi nelle strutture del capoluogo.»

«È doveroso che il direttore generale della Asl 7, Maurizio Calamida, impugni la delibera N° 35/21 al fine di difendere la sanità del territorio – aggiunge Locci -. Non si può accettare passivamente l’abbattimento dei servizi. Ma, soprattutto, mi chiedo quale sia la posizione degli onorevoli eletti nel Sulcis Iglesiente, il capogruppo del Pd Pietro Cocco ed il segretario regionale di Sel Luca Pizzuto, che a testa bassa stanno accettando la distruzione del nostro sistema sanitario. Mi auguro – conclude il consigliere regionale di Forza Italia – abbiano un guizzo di schiena dritta e si ribellino agli insani progetti che la maggioranza cui appartengono sta attuando.»

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«L’on.le Busia non smette mai di stupire con le sue originali prese di posizione anche nel campo della sanità nella sua forte tentazione di cercare visibilità ad ogni costo. Questa volta le sue dichiarazioni sono davvero stupefacenti ed errate». Lo dicono i consiglieri regionali dei Riformatori sardi, in riferimento alle dichiarazioni dell’on. Busia, secondo la quale il Direttore generale della #Asl 7 di Carbonia, Maurizio Calamida, si dovrebbe dimettere per cattiva gestione della sanità.

«La Busia – proseguono i consiglieri regionali dei Riformatori sardi – confonde, infatti, gli  atti della Giunta regionale con i provvedimenti amministrativi adottati dai funzionari. Gli atti della Giunta sono quelli a carattere cogente per le amministrazioni, quali le ASL, con i quali vengono delineati gli atti di indirizzo politico e gestionale in genere, che gli amministratori devono osservare e seguire nell’ambito della loro gestione; l’inosservanza di queste direttive della Giunta può comportare conseguenze anche sotto il profilo del rapporto fiduciario, determinando in taluni casi gravi addirittura la sua  rottura. Altro ambito è invece quello dei provvedimenti adottati dai funzionari degli Assessorati relativamente alle attività di verifica e controllo, come il caso che riguarda il direttore generale della Asl di Carbonia.»

«L’on. Busia – concludono i Riformatori sardi – addirittura grida allo scandalo per “il palese spreco di danaro pubblico” per il fatto che il Direttore generale si rivolge ad un legale per la tutela degli interessi della ASL che egli ritiene lesi dal provvedimento di un funzionario regionale, quasi che quest’ultimo fosse infallibile.»

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«La bocciatura del bilancio 2012 della Asl 7 è la dimostrazione dell’accanimento nei confronti dell’#azienda sanitaria del Sulcis Iglesiente guidata dal Direttore generale Maurizio Calamida. Il quale, a ragione, impugna i provvedimenti di una Regione animata dalla smania di mettere le mani sulle poltrone delle Asl, in ossequio alla becera spartizione del potere, vecchia logica che i professori non intendono superare. Ho l’impressione che la sinistra abbia un concezione delle politiche sanitarie come puro esercizio del potere.»

La denuncia è di Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna.

«È ovvio – sottolinea il consigliere regionale di Sant’Antioco – che la bocciatura del bilancio voluto dall’assessorato della Sanità mira a creare i presupposti per dimostrare una mala gestione. Le facce di bronzo che chiedono le dimissioni di Calamida abbiano il pudore di guardare in casa propria e, soprattutto, attendano con pazienza i commissariamenti. Anche se sono convinto – conclude Ignazio Locci – che l’allontanamento dei direttori generali non basterà per saziare la loro bramosia di potere.»

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Durissimo attacco di Anna Maria Busia, consigliera regionale e responsabile nazionale Giustizia per il #Centro Democratico, nei confronti del direttore generale della Asl 7, Maurizio Calamida, che nei giorni scorsi ha affidato ad un avvocato esterno l’incarico di intraprendere un’azione legale contro la Regione Sardegna, contestando all’amministrazione regionale la bocciatura di una parte del Bilancio 2012 della stessa azienda sanitaria.

«Fare causa alla Regione per aver bocciato il bilancio 2012 della Asl n° 7 – attacca Anna Maria Busia – è l’ennesimo atto sconsiderato del manager dell’Azienda sanitaria di Carbonia. Ci auguriamo che sia anche l’ultimo, e chiediamo le immediate dimissioni di Maurizio Calamida.»

 «Questo atto, in linea con i provvedimenti assunti in questi anni da Calamida, è un palese spreco di denaro pubblico, che poteva e doveva essere evitato – spiega Anna Maria Busia -. Il manager della Asl di Carbonia conferma con i fatti la cattiva gestione della Sanità che ha contraddistinto il suo mandato alla guida dell’azienda sanitaria sulcitana. Considerando che, come è risaputo, sta per avvenire un cambio di gestione, l’attuale direttore generale ha adottato un atto quantomeno inopportuno, tra l’altro agendo in totale dispregio delle indicazione dell’assessorato regionale alla Sanità, che ha più volte invitato i manager in carica a limitarsi a svolgere l’ordinaria amministrazione delle Aziende – aggiunge la consigliera regionale -. Come già denunciato dai rappresentanti di #Centro Democratico Sardegna del Sulcis, in passato Calamida si è distinto per avere assunto decisioni tutt’altro che condivise, come il trasferimento di strutture sanitarie importanti da Iglesias a Carbonia, dimostrando una totale indifferenza nei confronti delle esigenze del territorio e dei cittadini. Ora si permette di sprecare soldi pubblici per fare causa alla Regione. Ci sembra che sia arrivato davvero il momento per Calamida di presentare le sue dimissioni, rimettendo la gestione della Asl 7, e quindi della Sanità pubblica, nelle mani di persone più capaci e scrupolose.»

E’ stato inaugurato questa mattina, con la presentazione dell’ambulanza veterinaria, il nuovo servizio istituito dalla #Asl 7 di Carbonia, in convenzione con il canile #Shardana di Selargius.

Con l’avvio del servizio, presentato dal direttore generale, Maurizio Calamida, viene data una risposta importante alla grande richiesta avanzata negli ultimi anni da varie associazioni di volontariato che si occupano dell’assistenza ai cani randagi e/o abbandonati nel territorio della Asl 7, non ancora 24 ore su 24 ma, comunque, a tempo pieno nelle ore notturne e nei giorni festivi.

Il servizio verrà svolto dai professionisti del #canile Shardana che, recentemente, ha stipulato una convenzione anche con la Asl 8 di Cagliari. Verrà garantito anche il servizio in caso di incidenti stradali.

In caso di necessità, occorre contattare telefonicamente i responsabili del servizio al numero 070 581413.

Il servizio non è rivolto ai privati ma, a questo riguardo, occorre ricordare che è in corso una raccolta di firme per la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare, presentata in #Consiglio regionale dal gruppi dei #Riformatori sardi, per l’attivazione di un #Pronto Soccorso veterinario e di un numero unico per le emergenze.

La proposta di legge prevede l’istituzione di un’unità operativa per il benessere degli animali d’affezione e il randagismo, dotata di personale medico veterinario e di supporto tecnico-amministrativo in numero adeguato alle esigenze del territorio, con la garanzia della reperibilità medico veterinaria ed il servizio di pronto soccorso veterinario. Sono previsti inoltre l’istituzione di un numero unico telefonico di pronto soccorso veterinario attivo 24 ore su 24, anche in ottemperanza alle disposizioni del codice della strada, e l’adozione di un regolamento per il funzionamento del numero unico telefonico di pronto soccorso veterinario, entro 60 giorni dall’approvazione della proposta di legge.

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