10 May, 2024
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Reparto di rianimazione ospedale Sirai di Carbonia

Stamane, presso il P.O. Sirai, è stato eseguito il prelievo d’organi (fegato e reni) di una paziente di 87 anni ricoverata nel reparto di Rianimazione. Il decesso della paziente, a causa di una emorragia cerebrale, è stato accertato dalla Commissione Medica appositamente costituita. La famiglia della paziente, informata sulla possibilità di eventuale donazione degli organi, ha dato l’assenso alla procedura, dimostrando grande sensibilità e disponibilità.

Si tratta del quarto prelievo d’organi eseguito quest’anno nella ASL di Carbonia. Il prelievo è stato eseguito grazie all’impegno del personale di tutte le strutture ospedaliere del presidio Sirai (in particolare la Rianimazione, il Blocco operatorio chirurgico, il Laboratorio di analisi e la Radiologia), in collaborazione con le équipe chirurgiche dell’ospedale Brotzu di Cagliari, e in coordinamento con il Centro Regionale Trapianti.

Il Direttore Generale, dott. Maurizio Calamida, il Direttore della Struttura Complessa di Anestesia e Rianimazione, dr.ssa Tiziana Serci, e il Coordinatore per i trapianti e prelievi d’organo della ASL 7, dott. Leonardo Tola, ringraziano pertanto la famiglia della paziente, cui si porgono le più sentite condoglianze, e il personale aziendale per la preziosa collaborazione.

«Dal 2003, anno di apertura della Rianimazione, sono stati prelevati circa 60 organi – ha dichiarato il dott. Leonardo Tola. È importante che tutti sappiano che non esiste un limite d’età per la donazione. Dipende esclusivamente dalla condizione degli organi, che non è necessariamente legata all’età dei pazienti.»

Reparto di rianimazione ospedale Sirai di Carbonia

Presso l’ospedale Sirai di Carbonia, è stato eseguito oggi il prelievo d’organi di una paziente di 62 anni. Si tratta della terza donazione d’organi che è avvenuta nella Asl di Carbonia nel corso del 2013: un dato non trascurabile, considerate le dimensioni di questa Azienda sanitaria. Della paziente, ricoverata nel reparto di Rianimazione con diagnosi di ictus cerebri emorragico inoperabile, è stata accertata la morte cerebrale dalla Commissione medica appositamente costituita. La famiglia della paziente, informata sulla possibilità di eventuale donazione degli organi, ha dato l’assenso alla procedura, dimostrando grande sensibilità e disponibilità.

Grazie alla collaborazione degli operatori di tutte le strutture ospedaliere, le équipe chirurgiche dell’ospedale Brotzu di Cagliari, in coordinamento con il Centro regionale trapianti, eseguivano il prelievo degli organi. La Direzione aziendale e il direttore della Struttura complessa di Anestesia e rianimazione, dr.ssa Tiziana Serci, ringraziano pertanto la famiglia dell’Estinta, porgono le più sentite condoglianze, e il personale aziendale per la preziosa collaborazione.

L’importanza di questo gesto di grande altruismo è stata più volte sottolineata dall’Azienda sanitaria, che ne incoraggia l’informazione presso i pazienti e le loro famiglie. Il protocollo d’intesa “Una firma per la vita”, sottoscritto lo scorso 28 novembre dal direttore generale Maurizio Calamida e dal sindaco di Carbonia Giuseppe Casti, rappresenta un passo in avanti verso l’obiettivo di rendere la popolazione sempre più consapevole di quanto donare gli organi significhi realmente salvare delle vite umane.

«Una campagna di sensibilizzazione – precisa il Direttore Generale Maurizio Calamida – nella quale i quotidiani e tutti gli organi d’informazione devono rivestire un ruolo fondamentale. Infatti, grazie alla collaborazione dei media, i cittadini potranno essere informati su questa possibilità, e il venire a conoscenza dell’esempio di chi già ha deciso in tal senso potrà contribuire a smuovere le loro coscienze» .

L’ospedale Sirai di Carbonia si conferma un centro di eccellenza per l’attenzione riservata alla salute della donna. Il presidio, infatti, è stato premiato dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (O.N.Da) con due Bollini Rosa, validi dal 1 gennaio 2014 al 31 dicembre 2015: uno in più rispetto alla scorsa edizione. La premiazione degli ospedali vincitori ha avuto luogo questa mattina a Roma, a Palazzo Chigi: il premio è stato ritirato dal Direttore Medico dell’ospedale Sirai, dr. Sergio Pili, e dal Direttore del Dipartimento di Emergenza-Urgenza, dr.ssa Viviana Lantini.

«È un riconoscimento che ci fa estremamente piacere, in quanto dimostra che il nostro impegno non si è fermato in seguito al conseguimento del primo Bollino Rosa, ottenuto due anni fa, ma è anzi cresciuto – ha commentato il Direttore generale Maurizio Calamida -.Il mio ringraziamento va a tutto il personale medico e infermieristico, che grazie alla professionalità dimostrata è stato in grado di mantenere così alto il livello qualitativo dei trattamenti sanitari dedicati alle donne».

Per Sergio Pili, Direttore medico dell’ospedale Sirai, «i due Bollini Rosa ricevuti oggi sono il risultato di un lavoro portato avanti con passione nel corso degli anni. Un premio che ci spinge ad andare avanti in questa direzione e a migliorare ulteriormente la qualità dei reparti che si occupano di patologie tipicamente femminili».

Il Sirai è ospedale Bollino Rosa dal 15 dicembre 2011, quando una delegazione del presidio ricevette a Roma, presso la Camera dei Deputati, il prestigioso riconoscimento per le politiche attuate in favore del sesso femminile. Il Programma “Bollini Rosa”, ideato dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (O.N.Da), dal 2007 segnala gli ospedali che si sono distinti per il loro livello di “women friendship”, cioè il grado di attenzione posta non solo nei confronti dei campi della medicina dedicati alle patologie femminili, ma anche verso le esigenze specifiche delle donne ricoverate. Dal 1 gennaio 2014 tutte le informazioni relative alle attività e ai servizi premiati saranno inserite nella Guida Nazionale Bollini Rosa e sul sito www.bollinirosa.it.

Presenza di specialità cliniche dedicate alle principali patologie di interesse femminile e appropriatezza dei percorsi diagnostico-terapeutici: sono questi i criteri di valutazione che consentono agli ospedali di ottenere uno, due o tre “Bollini Rosa”. Quest’anno sono 230 gli ospedali premiati: 65 con il massimo riconoscimento (tre bollini), 105 con due bollini e 60 con un bollino; 12 ospedali hanno ricevuto una menzione speciale per aver ottenuto sempre 3 bollini dal 2007 ad oggi.

Scrive Francesca Merzagora, presidente O.N.Da, in una lettera indirizzata alla Direzione dell’Azienda e del presidio ospedaliero Sirai: «Questo risultato, frutto di un impegno ancora più incisivo nei confronti della salute della donna, è emerso grazie all’applicazione di un algoritmo matematico alle risposte da voi compilate nel questionario di candidatura ed è stato successivamente validato da un apposito Advisory Board composto da esperti delle varie patologie femminili. Siamo lieti che la Vostra struttura continui a far parte del nostro network di ospedali premiati che riservano un’attenzione particolare ai servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie femminili».

Ospedale Sirai CarboniaMaurizio Calamida 9 copia

Maurizio Calamida e Giuseppe Casti 2 Asl 7 - Comune di Carbonia 2

Questa mattina, alle ore 11.30, presso la Direzione Generale della Asl 7 in via Dalmazia 83, a Carbonia, al termine di una conferenza stampa, il direttore generale della Asl 7, Maurizio Calamida, e il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, hanno sottoscritto il protocollo d’intesa “Una firma per la vita”, finalizzato alla promozione, informazione e raccolta delle volontà sulla donazione degli organi.

Hanno partecipato il vice sindaco di Carbonia, Maria Marongiu; i componenti della commissione Sanità del comune di Carbonia; il coordinatore per i trapianti e prelievi d’organo della Asl 7, Leonardo Tola; il responsabile del centro regionale trapianti, Carlo Carcassi; il dirigente medico dello stesso centro, Roberto Littera; la responsabile dell’Aido di Carbonia, Maria Mereu; e, infine, il presidente dell’associazione Prometeo, Giuseppe Argiolas.

Con il protocollo d’intesa, Asl 7 e comune di Carbonia si impegnano a promuovere l’informazione e a raccogliere la volontà espressa dai singoli cittadini residenti nel comune di Carbonia in merito alla donazione di organi e tessuti a fini di trapianto; il comune di Carbonia potrà attuare forme di informazione attraverso il proprio sito telematico istituzionale, anche mediante un collegamento al sito istituzionale della Asl 7; quali responsabili dell’esecuzione del protocollo sono stati indicati rispettivamente il dirigente Affari Generali del comune di Carbonia e per la Asl 7 il coordinatore locale trapianti.

«E’ uno strumento che ha un significato molto importante», ha dichiarato il direttore generale Maurizio Calamida. «Non è solo l’impegno di due amministrazioni, ma qualcosa di concreto che agirà a livello di sensibilizzazione e sarà operativo da subito. Quest’anno nella nostra Azienda Sanitaria sono state effettuate due donazioni di organi.»

Per il sindaco di Carbonia Giuseppe Casti il protocollo d’intesa «rappresenta una grande opportunità per i cittadini. Abbiamo già realizzato diverse iniziative in collaborazione con la ASL, ad esempio quelle per sensibilizzare la popolazione a donare il sangue». Giuseppe Casti ha ringraziato il vice sindaco Maria Marongiu e la Commissione comunale alle Politiche sociali, presieduta da Orlando Meloni, per l’impegno profuso in questa iniziativa.

Soddisfazione è stata espressa anche dal responsabile del Centro Regionale Trapianti Carlo Carcassi: «Con questa procedura si libera il familiare, nel momento peggiore, dall’incombenza di decidere quali sarebbero state le volontà del congiunto. A questo proposito, è giusto ricordare che la Sardegna è una delle regioni con il più basso indice di opposizioni al prelievo d’organi».

«In Italia – ha spiegato Leonardo Tola, coordinatore per i trapianti e prelievi d’organo della Asl 7 – oggi sono oltre 9.000 i pazienti in attesa di un organo per poter sottoporsi ad un trapianto, 236 di questi sono bambini. In Sardegna la lista d’attesa vede presenti 85 pazienti per il trapianto di rene, 12 per il trapianto di fegato e 5 per il trapianto di cuore. Dall’inizio dell’anno, nell’Isola sono stati effettuati 20 trapianti di rene, 18 trapianti di fegato e 4 trapianti di cuore.»

«Noi proseguiamo con la nostra opera di informazione nelle scuole – ha detto Giuseppe Argiolas, presidente dell’associazione Prometeo -. Siamo entusiasti di questa intesa fra ASL e Comune, e ci auguriamo che tanti altri comuni seguano questa strada.»

Questa mattina, alle ore 11.30, presso la Direzione Generale della Asl 7 in via Dalmazia 83, a Carbonia, è in programma una conferenza stampa nel corso della quale la Asl 7 e il Comune di Carbonia sottoscriveranno il protocollo d’intesa “Una firma per la vita”, finalizzato alla promozione, informazione e raccolta delle volontà sulla donazione degli organi.

Saranno presenti il direttore generale della Asl 7, Maurizio Calamida; il sindaco di Carbonia Giuseppe Casti; il vice sindaco, Maria Marongiu; i componenti della commissione Sanità del comune di Carbonia; il coordinatore per i trapianti e prelievi d’organo della Asl 7, Leonardo Tola; il responsabile del centro regionale trapianti, Carlo Carcassi; il dirigente medico dello stesso centro, Roberto Littera; la responsabile dell’Aido di Carbonia, Maria Mereu; e, infine, il presidente dell’associazione Prometeo, Giuseppe Argiolas.Centro direzionale ASL 7

Ospedale Sirai CarboniaMaurizio Calamida 9 copia

Il 18 novembre 2013 decolla il progetto sperimentale “Emodialisi notturna intermittente” (INHD), approvato dalla Direzione Generale della ASL 7 questa mattina. Si tratta di un nuovo trattamento che consentirà ai pazienti del Sirai sottoposti a dialisi di avere una migliore qualità di vita e diversi vantaggi clinici. Per sei mesi, dal 18.11.2013 al 15.05.2014, l’Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi del P.O. Sirai, diretta dal dr. Giorgio Mirarchi, porterà avanti il progetto, unico in Sardegna ma già consolidato nei Centri Dialisi di Bergamo, Torino e Foggia. Il trattamento prevede la sperimentazione della INHD con protocollo tipo Tassin della durata di 8 ore (dalle 21.00/22.00 alle 5.00/6.00) per 3 volte la settimana, rivolta a 5-7 pazienti già teoricamente eleggibili, idonei e disponibili.

Nei tre Centri, dove si eseguono di notte, in pazienti selezionati, le dialisi di questo tipo, tali protocolli hanno dimostrato un’importante riduzione della mortalità, della morbilità e del consumo dei farmaci. D’altra parte, l’Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi del Sirai ha una tradizione di dialisi lunghe: il 90% degli attuali 80 pazienti sono in trattamento dialitico Low-flux a basso costo.

«L’introduzione di questo trattamento sperimentale è un segnale dell’attenzione che rivolgiamo alle richieste dei nostri pazienti» – ha sottolineato il Direttore generale Maurizio Calamida -. «Sono stati, infatti, proprio loro a fare richiesta di accedere all’INHD, ritenuta la miglior terapia dialitica al momento a disposizione. Confidiamo nel fatto che riusciranno a trarre gli stessi benefici osservati nei pazienti degli altri Centri che hanno adottato la dialisi notturna».

«La INHD è attualmente il protocollo di dialisi che garantisce al paziente la maggiore sopravvivenza, la minore morbilità e il maggior grado di riabilitazione» – ha spiegato il primario del reparto, dr. Giorgio Mirarchi -. «L’aspettativa, altamente probabile, è di una maggiore efficacia clinica complessiva, che riguarda in particolare la qualità di vita, non solo sul piano clinico ma anche sul versante sociale, lavorativo e relazionale». Altri aspetti positivi della INHD sono la diminuzione dei giorni di ricovero, delle complicanze intradialitiche (crampi, ipotensioni, collassi), e la riduzione dei costi per farmaci, presidi sanitari e beni non sanitari.

Una sperimentazione che va quindi nella direzione di migliorare ancora di più il trattamento offerto ai pazienti dializzati del Sirai, che già da ora può vantare dei numeri estremamente positivi: il tasso di mortalità e morbilità dei pazienti della nostra struttura è inferiore di oltre il 50% rispetto alla media regionale e nazionale.

Maurizio Calamida.

Maurizio Calamida, Direttore Generale della Asl 7 di Carbonia.

 

Come è praticamente noto alla stragrande maggioranza dei dipendenti del Comparto della ASL n° 7, è oramai da anni in piedi la vicenda delle fasce retributive attribuite negli anni 2004 e 2008; come è altrettanto noto, dal mese di settembre 2010, l’attuale Direzione provvide a sospendere il pagamento di una fascia retributiva perché vennero sollevati pesanti dubbi sulla legittimità della determinazione dei fondi contrattuali da parte dell’allora Direttore Generale Dott. Pietro P. Chessa. Anzi, per meglio dire, l’allora Direttore Generale con atto formale (delibera n° 920 del 20/08/2009) dichiarò espressamente nulle le deliberazioni con le quali i precedenti Direttori Generali, nel 2005, Dr. Emilio Simeone (delibera n° 1280 del 05/07/2005) e nel 2008, Dr. Benedetto Barranu (delibera n° 1714 del 31/12/2008), avevano modificato ed incrementato i fondi per il finanziamento delle fasce retributive. Il motivo della dichiarazione di nullità era dettato dal “contrasto con i vincoli e limiti risultanti dai contratti collettivi nazionali e che le clausole difformi sono nulle e non possono essere applicate”. Di fatto, quindi, venivano dichiarati nulli anche gli accordi decentrati stipulati tra Azienda ed Organizzazioni Sindacali. Successivamente anche il Collegio dei Sindaci (ovvero i Revisori) della ASL in più occasioni mise in discussione le operazioni sulla rideterminazione dei fondi, ed in epoca ancora successiva gli stessi Revisori – con un esposto del 23/02/2011 – informavano la Procura Regionale della Corte dei Conti circa le gravi irregolarità amministrative e contabili della vicenda. Il Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza ha effettuato approfonditi accertamenti al termine dei quali la Procura della Corte dei Conti, nei suoi atti conclusivi, ha affermato la invalidità dei ripetuti contratti collettivi aziendali. 

Poiché la conseguenza è la invalidità dell’attribuzione delle due fasce retributive avvenute con decorrenza 1 aprile 2004 e 1 febbraio 2008, la scrivente Azienda, pur non avendo avuto mai nessun ruolo attivo nei fatti, né aver certamente causato danni, si trova oggi nella spiacevolissima posizione di dover obbligatoriamente porre rimedio alle denunciate irregolarità. Ciò impone di:

1) rivedere l’assegnazione delle fasce retributive fino ad oggi attribuite;

2) procedere al recupero delle somme erogate a titolo di fasce retributive per il passato.

La Direzione Generale è molto consapevole delle conseguenze particolarmente spiacevoli che ci saranno per i dipendenti, ma, con tutta evidenza, di fronte a precise conclusioni dell’Autorità Giurisdizionale Contabile, non ci sono alternative. I Revisori e la Corte dei Conti hanno dichiarato l’obbligo del recupero delle somme. Non si può purtroppo fare altrimenti. Ma l’Amministrazione, questa Amministrazione, è anche consapevole che i Dipendenti non hanno alcuna responsabilità su quanto accaduto; i Dipendenti hanno percepito in buona fede quanto loro attribuito in base agli accordi Azienda-Sindacati rivelatisi poi illegittimi. Ed è proprio per questo che l’Amministrazione sta facendo e farà di tutto per rendere il meno amaro possibile il percorso di normalizzazione del sistema. Questo è un impegno solenne che l’Azienda assume nei confronti di tutti i Lavoratori. In questa ottica è doveroso quindi informare che, se da una parte si procederà nel mese di novembre p.v. a sospendere il pagamento della fascia del 2004 (con un valore medio di €. 50,00 lordi e circa €. 35,00 netti), da un’altra parte si potrà prevedere una forma di compensazione tra quanto oggetto di restituzione per il passato ed i crediti retributivi a vario titolo che verranno a maturare nel prossimo futuro. Su quest’ultimo aspetto si potrà avviare un confronto per un piano di rientro il più possibile condiviso. Tutto quanto sin qui esposto è stato anche riferito ai Rappresentanti Sindacali che proprio oggi sono stati informati della grave situazione in un apposito incontro; dopo ampia discussione i Rappresentanti Sindacali hanno manifestato il loro dissenso sulle posizioni e proposte dell’Amministrazione.

Ma purtroppo, come detto in precedenza, non ci sono alternative e la Direzione spera fermamente in qualche forma di collaborazione. Si informano inoltre i Lavoratori che in questi giorni la Direzione invierà a ciascun Dipendente una lettera con la quale verrà formalmente – come prevede la legge – comunicato il procedimento attivato. Si comunica, infine, che ogni nuova notizia o comunicazione al riguardo verrà tempestivamente diffusa dall’Azienda, la sola ad averne titolo nel merito della questione. Con il presente comunicato la ASL spera di avere in qualche maniera chiarito i gravi problemi riguardanti la vicenda delle fasce retributive e conferma la piena disponibilità ad eventuali ulteriori informazioni o chiarimenti.

Il Direttore Generale

Dott. Maurizio Calamida 

Sono iniziate stamane, nella sala congressi del Lù Hotel, a Carbonia le “III Giornate di chirurgia ginecologica laparoscopica” – Congresso Regionale SEGi.
L’evento, rivolto a medici specialisti in ostetricia e ginecologia, chirurgia, medici di medicina generale, ostetriche e infermieri, si propone di presentare i principi della tecnica laparoscopica e dello strumentario, alternando momenti di dibattito e confronto sulle potenzialità e limiti di questa tecnica chirurgica mininvasiva che negli anni si è sempre più evoluta tanto da essere utilizzata anche in molteplici interventi di chirurgia ginecologica oncologica.
La laparoscopia è una tecnica chirurgica che consente di operare, utilizzando appositi strumenti, attraverso piccole incisioni di 5 mm, a differenza della chirurgia tradizionale che comporta l’apertura dell’addome. Per questo motivo la laparoscopia è meno invasiva della chirurgia addominale, consente alla paziente un rapido recupero della propria attività lavorativa e familiare e permette anche di ottenere notevoli risparmi di tempo e costi di degenza.
Nonostante la ginecologia sia senza alcun dubbio la branca chirurgica che meglio di altre può beneficiare dell’utilizzo di questa tecnica, la diffusione delle tecniche mini invasive nelle strutture ospedaliere italiane e in modo particolare nella nostra Regione è ancora modesta. Anche negli ospedali dove viene effettuata l’endoscopia, non sempre tali tecniche sono utilizzate tutte le volte che sarebbe possibile, spesso per problemi di organizzazione interna, per la difficile preparazione del team laparoscopico e per l’uso di apparecchiature altamente tecnologiche il più delle volte non ben conosciute.
Il congresso, organizzato con la collaborazione dell’Azienda Sanitaria Locale di Carbonia, ha ottenuto il patrocinio delle più importanti società scientifiche nazionali, SEGi, SIGO, AOGOI, nonché della Regione Autonoma della Sardegna, dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Cagliari, dell’Ordine delle Ostetriche e dell’IPASVI, del Comune di Carbonia e di Iglesias.
Obiettivo del congresso è, soprattutto, favorire la diffusione della metodica, l’aumento della sicurezza delle tecniche laparoscopiche ginecologiche diffondendo l’utilizzo delle tecnologie più avanzate e trasmettendo ai giovani la passione per questo tipo di chirurgia nell’ottica di una crescita globale della società endoscopica sarda.
La mattinata della prima giornata è stata caratterizzata da una live surgery – chirurgia in diretta dalle sale operatorie del Presidio Ospedaliero Santa Barbara di Iglesias, con la qualificata collaborazione della società Medianet di Carbonia. Gli interventi, eseguiti da chirurghi sardi, sono stati trasmessi tramite ponte radio alla sala congressi di Carbonia, ove i partecipanti hanno avuto modo di interloquire con gli operatori su tecniche, dettagli chirurgici e potranno assistere a interventi laparoscopici di miomectomia, isterectomia, endometriosi.
La sessione pomeridiana, dopo l’apertura ufficiale del congresso con i saluti del Direttore Generale dell’Azienda 7, dott. Maurizio Calamida e di altre autorità, sarà caratterizzata da relazioni di ginecologia endoscopica tenute dai maggiori esponenti della chirurgia ginecologica laparoscopica sarda.
Domani mattina, sabato 5 ottobre, giovani chirurghi laparoscopici under 40, per la prima volta in Sardegna, presenteranno in una sessione video loro dedicata, filmati di interventi laparoscopici da essi eseguiti o a cui abbiano partecipato. Una giuria di esperti giudicherà gli elaborati e il miglior video presentato sarà premiato con la partecipazione ad un corso di laparoscopia ginecologica.
Presidente del congresso è il dott. Giuseppe Santeufemia, primario dell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia, che da tredici anni utilizza tale metodica mininvasiva e ha al suo attivo oltre duemila interventi laparoscopici. Grazie all’esperienza maturata negli anni, il reparto di Ostetricia e Ginecologia di Iglesias è, di fatto, centro di riferimento regionale per la chirurgia laparoscopica (sono oltre il 90 % gli interventi che vengono effettuati con tali tecniche). La sua casistica operatoria e l’evento di oggi e domani, rappresentano ed evidenziano l’alta qualità di alcune aree della sanità aziendale, qualità che spesso viene cercata altrove.

Convegno sanità 3Intervento 2 Convegno sanità 1

Centro direzionale ASL 7.

Centro direzionale della Asl 7.

Maurizio Calamida.

Maurizio Calamida, Direttore generale della Asl 7 di Carbonia.

Lo scorso 27 settembre è stata effettuata una nuova rilevazione della prima data disponibile riguardo le prestazioni fornite ed oggetto del monitoraggio nazionale. L’ultima rilevazione era stata effettuata il 27 maggio 2013. La maggior parte delle prestazioni – sottolinea una nota della Asl 7 – ha fatto registrare un ottimo risultato in termini di giorni d’attesa. I tempi migliori si registrano nel campo della radiologia: da 0 a 4 giorni per una TAC, 5 per una mammografia, da 3 a 5 per un’ecografia o un ecocolordoppler. Pochissimi giorni di attesa anche per una visita ginecologica (11), un’ecografia ostetrica-ginecologica (6), una visita oculistica (3 giorni per il fondo oculare), neurologica (3) ed oncologica (3). Si tratta di dati estremamente positivi, che raramente si riscontrano in altre ASL della Sardegna. Dati che il Direttore Generale Maurizio Calamida ha accolto con soddisfazione, pur sottolineando come siano ancora da migliorare i tempi relativi ad alcuni tipi di prestazione.

«In particolare – ha commentato Maurizio Calamida – l’elemento che colpisce l’attenzione è il notevole prolungamento dei tempi per la risonanza magnetica. A questo riguardo è bene comunicare che nei mesi scorsi l’apparecchio in servizio al Sirai è stato completamente smontato ed eliminato: al suo posto è in via di installazione il nuovissimo apparecchio da 1,5 tesla, che da contratto dovrà essere collaudato entro il 31 dicembre. Grazie a questa potente apparecchiatura, da gennaio i tempi d’attesa miglioreranno drasticamente. Inoltre, in questi giorni è stato installato l’apparecchio per la risonanza magnetica in uno studio privato di Iglesias, che effettuerà esami periferici (spalla, ginocchio, gomito): un ulteriore contributo per ottenere l’abbassamento dei tempi d’attesa.»

Per quanto riguarda le visite cardiologiche – come ha spiegato Calamida – permane la grave difficoltà a reperire i medici necessari a sostituire quelli che a diverso titolo cessano dal servizio. Comunque, a seguito dell’espletamento dei concorsi e delle mobilità, è prevista l’assunzione di due nuovi medici entro i prossimi 60 giorni: una circostanza che migliorerà sicuramente la situazione per le necessità di Carbonia e di Iglesias. Per l’elettrocardiogramma da sforzo sono arrivate le attrezzature recentemente acquistate per l’esecuzione degli esami: a breve saranno messe in funzione e riaperte le prenotazioni; la situazione migliorerà quindi nettamente già entro la fine del mese di ottobre. 

Nel campo delle visite dermatologiche, invece, la ASL non dispone di specialisti dipendenti, non avendo un servizio specifico, ma di medici che prestano attività specialistica in ambulatori esterni. In questi giorni si procederà ad aumentare le ore di questi specialisti in modo da far accorciare i tempi d’attesa. Stesso discorso per le visite gastroenterologiche: pur non essendoci un divario significativo fra gli standard regionali e quelli garantiti dalla ASL, verrà tuttavia incrementato il numero delle visite. Anche nel caso delle visite ortopediche – ha assicurato il Direttore Generale – il dato scenderà non appena sarà ulteriormente completata l’organizzazione, con l’assunzione di un altro ortopedico che prenderà servizio nel mese di ottobre. I tempi d’attesa per le visite otorinolaringoiatriche si sono allungati, seppur non di molto, a causa dell’assenza per malattia del medico, che a breve tornerà regolarmente a lavorare. Nell’ambito dell’elettromiografia, infine, sono state acquistate e collaudate nuove attrezzature che entreranno in funzione entro il mese di ottobre, in modo da riportare i tempi negli standard regionali.

Rilevazione tempi d’attesa 27.09.2013

Centro direzionale ASL 7

Venerdì 13 settembre il Consiglio comunale di Carbonia si riunirà in seduta straordinaria per l’esame di un solo punto all’ordine del giorno: l’esame di interrogazioni, interpellanze e mozioni.

Tra le mozioni ce n’è una particolarmente “calda”, quella presentata da undici consiglieri di maggioranza (8 del Pd, 1 Dcs, 1 Sel, 1 Unità a sinistra) e quattro di opposizione (3 del Pdl e 1 di Innovazione e progresso), primo firmatario Gianluca Arru del gruppo Dcs, sulla “Situazione della Sanità pubblica nel Sulcis Iglesiente e richiesta decadenza del Direttore generale ASL n. 7 ex L.R. n. 21/2012”.

La mozione contiene un durissimo attacco alla gestione della Asl n° 7 portata avanti in questi ultimi anni dal Direttore generale Maurizio Calamida e, se verrà approvata dal Consiglio comunale, impegnerà il Sindaco e la Giunta municipale, a censurare l’inopportuna erogazione di un incentivo economico a fronte dei ripetuti tagli ai servizi sanitari territoriali da parte della Dirigenza Asl n° 7 e della Regione Sardegna; a presentare un esposto presso le competenti Autorità giudiziarie, al fine di ripristinare il rispetto delle previsioni normative ex Legge regionale n. 21/2012 le quali, se applicate, comporterebbero la decadenza del Direttore generale della Asl n° 7; a porre in essere azioni concrete a difesa dei servizi sanitari del territorio, la cui prospettiva non è chiarita dagli atti aziendali riconducibili alla Asl n° 7, interessando direttamente l’assessore regionale alla Sanità.