30 April, 2024
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L’Archivio Storico Comunale di Iglesias dialoga con la Biblioteca Comunale ed accoglie racconti orali, con l’intento di proporre visioni di una realtà storica come tessere di un puzzle a tinte vivaci.

Letture d’archivio è la proposta della lettura ad alta voce di alcune lettere dell’archivio Storico (per sorridere e per riflettere) relative ad un tema specifico, intervallate dalla lettura di brani scelti da libri conservati in biblioteca e attinenti il tema prescelto.

In mezzo, il racconto di un “testimone” che, per il suo mestiere o la sua esperienza di vita, possa raccontare qualche aneddoto.

Con questa manifestazione l’Archivio ed i suoi contenuti, attraverso le scelte delle archiviste, si propongono al pubblico in una veste nuova, più umana, e la Biblioteca aggiunge il necessario supporto alla ricerca storica.

Il tutto viene corredato da testimonianze di vita che completano il quadro di una realtà che l’ingegno umano dipinge in diversi modi: con la parola scritta per necessità (il documento d’archivio), con la parola scritta per volontà (il libro) e con la parola raccontata.

Il primo appuntamento riguarda la guerra.

Le letture saranno curate dal personale della Biblioteca Comunale e da alcuni studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore Minerario “Giorgio Asproni – Enrico Fermi”, Istituto Tecnico settori Tecnologico ed Economico, Liceo delle Scienze Applicate.

La testimonianza sarà portata dal sig. Giuseppe Mura, giornalista collaboratore del Giornale La Provincia del Sulcis Iglesiente ed autore, fra l’altro, del libro “L’animo degli offesi”, nel quale cui ha raccolto le testimonianze del sig. Modesto Melis ex deportato a Mauthausen.

Giuseppe Mura e Modesto Melis.

Giuseppe Mura e Modesto Melis.

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Sabato 10 ottobre nella sede dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, si è svolta l’Assemblea annuale che ha visto anche quest’anno numerosi ospiti, tra i quali il presidente regionale Agnese Delogu, che ha presieduto la riunione. Ad animare l’incontro, sono intervenuti, esprimendo parole di compiacimento per il lavoro svolto dal presidente cavalier Modesto Melis e dai soci della sezione di Carbonia: il commissario di Pubblica Sicurezza e vice-questore di Carbonia, dott.ssa Maria Gabriella Comi; il colonnello Orazio Sechi, vice comandante del 1° Reggimento Corazzato di Teulada; il vice sindaco ed assessore dei Servizi sociali del comune di Carbonia, prof.ssa Maria Marongiu; il presidente della sezione A.N.P.S. di Carbonia, dott. Luciano Arus; il presidente dell’A.N.P.d’I. sezione Carbonia Iglesias, Antonio Cossu; il vice presidente dell’A.N.C. sezione di Iglesias, Guglielmo Vivona; il vice presidente della sezione A.N.M.I.G. di Cagliari, Maria Luisa Boi; il generale Angelo Mura del 151° Reggimento Brigata Sassari. Il presidente Modesto Melis nella sua relazione ha raccontato quella che è stata l’attività della Sezione, elogia il lavoro dei nuovi soci nel rappresentare l’A.N.M.I.G. nella manifestazione “Monumenti Aperti” e nelle varie cerimonie. Ha narrato della sua storia nei campi di concentramento di Mauthausen e Gusen descritta nel libro “L’animo degli offesi” che da quasi tre anni viene divulgato in numerose scuole di tutta la Sardegna, con grande partecipazione degli studenti.

Durante l’Assemblea, i presidenti dell’A.N.M.I.G. Modesto Melis e dell’A.N.P.d’I. Antonio Cossu hanno scambiato le medaglie in segno di fratellanza tra le due sezioni, in quanto il presidente dell’A.N.M.I.G Modesto Melis, essendo stato paracadutista nel periodo della guerra, è iscritto anche alla sezione A.N.P.d’I. Antonio Cossu, con grande commozione, ha consegnato a Modesto Melis anche il distintivo dei parà con il grido “parà” e risposta “Folgore” fatta da tutti i numerosi partecipanti. Il presidente regionale dell’A.N.M.I.G Agnese Delogu ha consegnato una pergamena a tutti coloro che hanno contribuito a divulgare direttamente o indirettamente la storia dei soci dell’A.N.M.I.G. in occasione della manifestazione Monumenti Aperti, svoltasi a Carbonia il 2 e 3 maggio 2015: Giada Marrone, Gabriella Leone, Federico Cocco, Gabriella Cadoni, Elvira Todde, Terezia Csendes e, infine, Elisabetta Pisu, vedova Delogu, per la sua costante partecipazione e… per i dolci che prepara in occasione di ogni assemblea.

Il presidente Modesto Melis, infine, ha consegnato una targa al cavaliere Casimiro Fois, socio storico sempre presente ed impegnato nell’attività della sezione, per i suoi 98 anni appena compiuti. Sono state consegnate inoltre le medaglie dell’A.N.M.I.G. all’Associazione Nazionale Carabinieri Sezione di Iglesias nella persona del vice presidente Guglielmo Vivona, all’Associazione Nazionale Polizia di Stato Sezione di Carbonia al presidente Luciano Arus.

Al termine, l’Assemblea ha approvato all’unanimità il bilancio consuntivo 2014 e quello di previsione 2016.

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IMG_6009IMG_5986IMG_6018IMG_6020L'arrivo di Modesto a Mauthausen 2Modesto Melis davanti al monumento agli italiani 2

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Grande successo, ieri sera, a Palmas Suergiu, per l’evento “Liberazione: se comprendere è impossibile, conoscere è necessario!” organizzato dall’associazione culturale Palmas Vecchio e dell’Unione Autonoma Partigiani Sardi, in collaborazione con la Società Umanitaria di Carbonia.

L’evento, che prendeva il titolo da una frase di Primo Levi, è stato un’importante occasione per raccontare, attraverso storie vissute e immagini, le atrocità dell’Olocausto e il tortuoso processo di liberazione del nostro paese attraverso la lotta di resistenza militare e politica attuata dalle forze partigiane durante la seconda guerra mondiale contro il governo fascista e l’occupazione nazista.

Il 27 gennaio del 1945 i soldati sovietici dell’Armata Rossa superarono il cancello del campo di sterminio nazista di Auschwitz e quel giorno finì ufficialmente il più grande omicidio di massa della storia avvenuto in un unico luogo; il 25 aprile 1945, alle 8.00 del mattino, via radio, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani (presenti, tra gli altri, il presidente designato Rofoldo Morandi, Giustino Arpesani e Achille Marazza), proclamò l’insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti. La Liberazione mise così fine a vent’anni di dittatura fascista e a cinque anni di guerra. «Arrendersi o perire!» fu la parola d’ordine intimata dai partigiani quel giorno e in quelli immediatamente successivi.

La serata è stata presentata da Francesco Castelnuovo, giornalista e critico cinematografico di Sky Cinema che ha moderato prima l’incontro con Massimiliano di Nicolantonio (autore del libro “All’ombra del Nocciolo” che racconta “Un viaggio che parte proprio da Palmas Suergiu e culmina a Sant’Anna di Stazzema, sterminata sotto la furia nazista”); poi quello con Modesto Melis, classe 1920, sopravvissuto al campo di concentramento nazista di Mauthausen e Giampaolo Cirronis, editore del libro “L’animo degli offesi – Storia di Modesto Melis, da Carbonia a Mauthausen e ritorno”.

Sia la storia raccontata nel libro di Massimiliano di Nicolantonio, sia quella del libro di Giuseppe Mura, con la straordinaria partecipazione del protagonista, il 95enne Modesto Melis, hanno catturato l’attenzione di tutti i presenti su quello che è stato il più grande dramma del XX secolo.

“All’ombra del nocciolo” è ambientato nel 1944: un militare e sua moglie, la figlia di pochi mesi e un ragazzo, loro nipote. La storia di una famiglia sarda che giunge in Toscana all’alba dei terribili accadimenti che sconvolgeranno quelle terre. Essi cercheranno, loro malgrado, di sfuggire le bombe, i rastrellamenti, le stragi naziste e la fame. Incroceranno le loro vite con quelle della Wehrmacht, delle Waffen-SS, dei partigiani e dei neri della 92ª Buffalo.

In questa storia i buoni lo saranno al di là della bandiera che indossano, mentre i cattivi oltre ogni umana aspettativa. Un viaggio che parte da Palmas Suergiu e culmina a Sant’Anna di Stazzema, sterminata sotto la furia nazista, intriso di speranze, disillusioni, pane raffermo e nocciole.

La serata si è conclusa con la proiezione del film “Jacob il bugiardo”, di Peter Kassovitz, protagonista il grande Robin Williams, presentato da Francesco Castelnuovo.

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Le atrocità dell’Olocausto e il tortuoso processo di liberazione dell’Italia verranno raccontate questa sera a Palmas Suergiu, nel corso di un incontro organizzato dall’associazione culturale Palmas Vecchio e dell’Unione Autonoma Partigiani Sardi, in collaborazione con la Società Umanitaria di Carbonia, intitolato: «Liberazione: se comprendere è impossibile, conoscere è necessario».

L’evento, che prende il titolo da una frase di Primo Levi, ha come scopo principale raccontare, attraverso storie vissute e immagini, le atrocità dell’Olocausto e il tortuoso processo di liberazione del nostro paese attraverso la lotta di resistenza militare e politica attuata dalle forze partigiane durante la seconda guerra mondiale contro il governo fascista e l’occupazione nazista.

Il 27 gennaio del 1945 i soldati sovietici dell’Armata Rossa superarono il cancello del campo di sterminio nazista di Auschwitz e quel giorno finì ufficialmente il più grande omicidio di massa della storia avvenuto in un unico luogo; il 25 aprile 1945, alle 8.00 del mattino, via radio, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani (presenti, tra gli altri, il presidente designato Rofoldo Morandi, Giustino Arpesani e Achille Marazza), proclamò l’insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti. La Liberazione mise così fine a vent’anni di dittatura fascista e a cinque anni di guerra. «Arrendersi o perire!» fu la parola d’ordine intimata dai partigiani quel giorno e in quelli immediatamente successivi.

La serata verrà presentata da Francesco Castelnuovo, giornalista e critico cinematografico di Sky Cinema che modererà l’incontro con Massimiliano di Nicolantonio (autore del libro “All’ombra del Nocciolo” che racconta “Un viaggio che parte proprio da Palmas Suergiu e culmina a Sant’Anna di Stazzema, sterminata sotto la furia nazista”).

Ospiti speciali della serata saranno Modesto Melis, classe 1920, sopravvissuto al campo di concentramento nazista di Mauthausen; Franco Boi, presidente UAPS; e, infine, Giampaolo Cirronis, direttore de “La Provincia del Sulcis Iglesiente”.

Seguirà la proiezione del film “Jacob il bugiardo”, di Peter Kassovitz, presentato dal critico cinematografico di Sky Cinema Francesco Castelnuovo.

Dopo la puntata che venerdì scorso ha visto protagonista in diretta dagli studi di Roma Modesto Melis, la trasmissione Siamo Noi di TV2000 mercoledì 13 maggio toccherà ancora il Sulcis, occupandosi dei progetti dell’Ipsia di Iglesias. La puntata avrà come tema “Usura e Gioco d’Azzardo” e sarà trasmessa in diretta dalle 15.20 alle 17.30. E’ previsto un breve collegamento con l’IPSIA “G.Ferraris” di Iglesias che ha realizzato un ricco percorso didattico sull’argomento.

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Questa mattina Piazza Roma ha ospitato la cerimonia per il 70° anniversario della Festa della Liberazione, organizzata dal comune di Carbonia in collaborazione con le associazioni cittadine e la banda musicale Vincenzo Bellini.

Dopo la deposizione di una corona d’alloro, sono intervenuti il sindaco, Giuseppe Casti, Monica Porcedda, direttrice Artistica della Compagnia Teatrale “La Cernita” e membro dell’ANPI – Associazione Nazionale Partigiani Italiani, che ha letto alcuni brani de “L’Agnese va a morire”, Modesto Melis, sopravvissuto al campo di concentramento di Mauthausen, che ha ricordato alcuni momenti drammatici della sua liberazione e un gruppo di ragazze (tra le quali le ragazze provenienti da Carbonia: Francesca Puddu, Giulia Esu, Francesca Podda e Giorgia Strano) che hanno partecipato nel 2015 al progetto del Treno della Memoria, curato da Arci Sardegna.

La scelta degli interventi non è stata casuale. L’Amministrazione comunale ha voluto far incontrare chi, attraverso il teatro, riflette sugli anni della Resistenza e fa della memoria la base del proprio lavoro; chi quelle terribili esperienze le ha vissute in prima persona e coloro che in quei luoghi sono arrivate, attraverso un percorso formativo, per rendersi conto di quali crudeltà abbiano compiuto i regimi fascisti e nazisti, con la finalità di trasferire l’esperienza ai propri coetanei e alle generazione future.

L’incontro tra diverse generazioni e tra impegni realizzati su piani differenti vuole essere un messaggio chiaro di come il valore della Resistenza, il dramma della dittatura e le aberrazioni naziste e fasciste non debbano essere mai dimenticati.

Gli insegnamenti dei partigiani, degli antifascisti, di tutti coloro che hanno combattuto e sconfitto quei crimini, devono essere la base di ogni piattaforma etica e civile per chi oggi vuole difendere e far progredire la democrazia.

Nel giorno della Liberazione, il sindaco ha voluto ricordare anche il dramma dei migranti che da troppo tempo perdono la vita nei nostri mari nel tentativo di sfuggire alla guerra, alla miseria, alla disperazione. Giorno dopo giorno il Mar Mediterraneo si sta trasformando in un immenso cimitero in cui insieme alle donne, agli uomini e ai bambini, muoiono anche la speranza e la dignità di tutti.

Come cittadini di Carbonia, che abbiamo nel nostro DNA storico e identitario i valori della solidarietà e dell’accoglienza, non possiamo rimanere indifferenti davanti a tutto questo.

I nostri Padri costituenti, i partigiani e tutti coloro che hanno lottato per donarci libertà e democrazia, ci hanno insegnato che l’unico fondamento del vivere civile è il rispetto e il riconoscimento dell’altro e della sua dignità.

Modesto Melis ha festeggiato il suo 95° compleanno in un modo assolutamente originale e singolare per una persona “normale”, ancora di più per un nonnetto della sua “non più verde” età e, soprattutto, con una storia come la sua alle spalle. Questa mattina, sotto diverse centinaia di occhi quasi increduli per tanto coraggio, s’è lanciato con il paracadute dall’altezza di 4.000 metri in tandem con l’istruttore del centro di paracadutismo Skydive di Serdiana, Valentino Deriu. Il sogno che cullava da alcuni mesi, dopo aver realizzato, nel mese di settembre dello scorso anno, quello di ritornare nei luoghi della deportazione, a Mauthausen e Gusen, 69 anni dopo la liberazione, lo ha realizzato nella tarda mattinata di oggi, accompagnata da un tiepido sole primaverile.

Giunto al centro di paracadutismo poco prima delle 10.00, accompagnato dalla moglie Lucia, da figli e nipoti, oltre che dai soci della sezione Anmig di Carbonia, di cui è presidente, con la vicepresidente Agnese Delogu, e quelli dell’associazione A.N.P.d’I., sezione provincia di Carbonia Iglesias, di cui è socio, oltre che dal sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, e dal comandante della compagnia dei carabinieri di Carbonia, capitano Pino Licari, ha socializzato con tutti i presenti (troupe televisive, giornalisti e fotografi dei principali media della Sardegna) che hanno scattato centinaia di fotografie e realizzato numerosi filmati per documentare l’evento, si è rapidamente ambientato e poi è stato preparato dai tecnici per il lancio.

Una volta ricevute le istruzioni da Valentino Deriu e dai suoi più stretti collaboratori, immerso in una smagliante tuta gialla, è stato accompagnato nella zona d’imbarco sull’aereo che lo ha portato in quota per il lancio. A quel punto, è iniziata l’attesa per tutti i presenti. Uno dopo l’altro, sono arrivati a terra con i rispettivi paracadute, tutti i compagni di viaggio del centro di Serdiana e, infine, è stato annunciato il lancio di Modesto e Valentino, con un paracadute bianco. Un paio di minuti ed è comparsa la sagoma del paracadute che, accompagnato dal vento, è arrivato in zona d’atterraggio tra l’entusiasmo dei presenti e l’emozione dei parenti e degli amici più stretti. L’impatto con il suolo è stato dolce, come dolce è e resterà per sempre questa giornata dell’11 aprile che ha regalato ad uno degli ultimi sopravvissuti dei campi di concentramento nazisti la gioia di rivivere le emozioni di quando si lanciava, 74 anni fa, giovane paracadutista della Folgore, e ancora non sapeva quale terribile destino lo avrebbe portato, di lì a poco, nella realtà dei campi di concentramento di Mauthausen e Gusen.

Il dopo volo di Modesto Melis è stato incredibile. Solo leggermente affaticato, ha posato per altre centinaia di fotografie con parenti e amici, poi ha partecipato al rinfresco organizzato per festeggiare il suo compleanno, anche se la parte più bella della festa l’aveva ormai già vissuta con il lancio da quota 4.000 metri con il suo compagno di viaggio Valentino.

Negli ultimi dodici mesi Modesto Melis ha vissuto grandissime emozioni.

Il 10 aprile 2014 il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, gli ha conferito l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica, alla vigilia del suo 94° compleanno.

Cinque mesi più tardi è tornato a Mauthausen e Gusen, i luoghi della deportazione, 69 anni dopo la liberazione e l’ormai insperato ritorno alla libertà.

Oggi, sabato 11 aprile 2015, ha festeggiato il suo 95° compleanno lanciandosi con il paracadute.

Per una persona normale, probabilmente, ce ne sarebbe già abbastanza per poter definire esauditi tutti i desideri, dopo una vita tanto sofferta. Ma Modesto Melis, a questo punto, può davvero essere definito una persona speciale che difficilmente fermerà la sua voglia di avventura ed andrà alla ricerca di nuove esperienze. Oggi è difficile, forse impossibile, prevedere quali possano essere, ma la straordinarietà della sua vita, è solo in parte raccolta nel libro L’animo degli offesi, scritto da Giuseppe Mura e pubblicato da Giampaolo Cirronis Editore, ed integrata dagli avvenimenti che sono seguiti a quel gennaio 2013 che vide la sua prima presentazione. Modesto Melis non ha ancora finito di stupire.

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La squadra di paracadutisti della Folgore con Modesto Melis.

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Il lancio di Ginoli Rinaldo in tandem con Valentino Deriu.

Modesto Melis, uno degli ultimi sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti, il prossimo 11 aprile compirà 95 anni. Involontario protagonista e quindi testimone delle pagine di storia più terribili del XX secolo, da alcuni anni e sempre con maggiore frequenza dalla pubblicazione del libro L’animo degli offesi – Storia di Modesto Melis, da Carbonia a Mauthausen e ritorno”, scritto da Giuseppe Mura, editore Giampaolo Cirronis, che risale al gennaio 2013, porta la sua testimonianza nelle scuole di tutta la Sardegna e non solo, per far conoscere ai giovani il dramma vissuto nel corso della seconda guerra mondiale, costato la vita a milioni di persone innocenti.

Negli ultimi dodici mesi Modesto Melis ha vissuto grandi emozioni.

Il 10 aprile 2014 il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, gli ha conferito l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica, alla vigilia del suo 94° compleanno.

Cinque mesi più tardi è tornato a Mauthausen e Gusen, i luoghi della deportazione, 69 anni dopo la liberazione e l’ormai insperato ritorno alla libertà.

Sabato 11 aprile festeggerà il suo 95° compleanno in un modo assolutamente originale, lanciandosi con il paracadute, in tandem, nel centro di paracadutismo Skydive di Serdiana. L’appuntamento è fissato alle 10.30.

Modesto Melis da giovane, poco più che ventenne, era paracadutista della Folgore. Oggi è iscritto all’associazione A.N.P.d’I., sezione provincia di Carbonia Iglesias, presieduta da Nino Cossu. Ha espresso il desiderio di rivivere le emozioni di un lancio che potrà fare grazie alla professionalità del centro di Serdiana, lo stesso nel quale qualche mese fa ha effettuato due lanci Ginoli Rinaldo, un appassionato di Carbonia, alla non più giovane età di 87 anni.

Per poter effettuare il lancio con l’istruttore Valentino Deriu, Modesto Melis s’è sottoposto alle visite mediche che ne hanno accertato l’idoneità.

L’appuntamento è per sabato 11 aprile, alle 10.30, a Serdiana, dove Modesto Melis si lancerà nel vuoto, in tandem, dall’altezza di 4.000 metri.

 

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Una gelida mattina del gennaio polacco del 1944 un primo drappello, avanguardia dell’armata sovietica raggiungeva un villaggio il cui nome, Oswiecim, era completamente sconosciuto al di fuori della Polonia. Nelle vicinanze del paese, chilometri di un doppio reticolato delimitavano un campo di centinaia e centinaia di baracche, allineate in lunghissime file diritte, intersecate ortogonalmente da strade che parevano allungarsi all’infinito, perdendosi nella foschia dei lontani boschi di betulle.

Così osservato da una certa distanza, tutto il complesso appariva completamente deserto ma, a mano a mano che il gruppo di militi russi, in sella a grossi cavalli pelosi, si avvicinava alla barriera di filo spinato, si videro uscire, qua e là, dalle baracche silenziose, figure macilente di larve umane, ricoperte di stracci a strisce biancoazzurre, zoppicanti scheletri viventi che sostenendosi, l’un l’altro o appoggiandosi a bastoni osservavano attoniti ed impauriti, quegli uomini in uniforme che abbattevano, per sempre i cancelli che li separavano dal mondo dei vivi.

Le SS, le temibili e spietate totenkopf, le teste di morto, così chiamate per le mostrine sulle quali ostentavano il distintivo in foggia di teschio, erano fuggite da qualche giorno, abbandonando i malati e i moribondi, trascinandosi dietro tutti i prigionieri, circa 20.000, in grado di camminare, facendo percorrere loro un viaggio micidiale, in parte a piedi, in parte in carri ferroviari aperti, nel mortale freddo invernale del nord Europa, che li uccise a migliaia prima che gli ultimi scampati raggiungessero i campi ancora efficienti all’interno del Reich. Questi viaggi dall’Est verso l’Ovest presero il nome di Marce della morte.

Era il 27 gennaio del 1944 e il nome tedesco di quel luogo, destinato ad essere tramandato quale simbolo stesso del male assoluto, era Auschwitz.

Negli anni futuri quella data sarebbe stata presa come ricorrenza della liberazione dall’orrore e dalla persecuzione, da ricordarsi, per le generazioni future, come Giorno della Memoria.

Allo scopo di onorare le vittime innocenti della crudeltà e del razzismo, e far sì che simili orribili misfatti, non si possano più ripetere, anche alla luce dei recenti avvenimenti di barbara intolleranza, lo Spi Cgil di Carbonia, con il patrocinio del comune di Carbonia, ha organizzato due incontri/conferenza con uno scampato alla retata di Ebrei italiani avvenuta a Roma nell’ottobre del ’43, l’ing. Fernando Tagliacozzo. Il primo si è svolto ieri sera al Teatro Centrale, il secondo si svolgerà oggi, dalle 9.30, sempre al teatro Centrale, riservato alle scuole.

Ospite dell’incontro sarà il cavalier Modesto Melis, sopravvissuto al lager di Mauthausen.