18 December, 2025
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In questo periodo di violente e belliche bestie trionfanti, vediamo distruzioni e umanizzazioni minerarie nel libro voluto da Gabriele Calvisi, un libro di foto emozionanti e stilisticamente accurate. Non dirò dei numerosi e importanti studi storici, filosofici, antropologici, semiologici sulla fotografia. Vorrei però, almeno richiamare l’attenzione sui ritratti di uomini e donne che hanno fatto l’esperienza umana della miniera di Funtana Raminosa e del paese di Gadoni.
1 Poetiche minerarie fotografiche dei ritratti
I ritratti presentano particolari unicità umane, senza offrire visioni totalizzanti e totalitarie. Le immagini dei ritratti si aprono agli sguardi altrui, inoltre possono essere interrogate e aperte per diventare qualcos’altro che è più della testimonianza del passato, nel contemporaneo presente. Si aprono e possono essere aperte, infatti, per diventare attualità. Si tratta di un’attualità che nel contemporaneo mette al mondo una storica esperienza mineraria fatta per diventare inesauribile esperienza in comune, culturalmente produttiva in nuovi modi. Produttiva nel presente per creare ancora futuro. Futuro che parte dalle storiche modernità industriali incompiute per compiere nuove imprese di modernità industriale da condividere democraticamente fra le persone e con la natura. D’angelo e Pijpers nel 2018 usarono l’espressione temporalità minerarie, mining temporalities, per sottolineare come le risorse estrattive possono essere capite in un complesso di multiple temporalità e durate, ritmi e cicli, con differenti velocità, intensità, ed estensioni. Discorsi e politiche del tempo minerario nella nostra contemporaneità in Sardegna riguardano una nuova temporalità mineraria, non solo di memoria ma specialmente di progetto, e di progetto vitale. La coralità e la multitemporalità dei ritratti delle persone che hanno fatto la loro parte nella storia mineraria, locale e non solo, sembrano indurre a nuovi impegni per nuovi tempi minerari.

Le minerarie poetiche fotografiche dei ritratti, parlando del passato e gettandolo nell’agire dell’agitato mondo presente, sembrano invitare all’agire. Facendo presenti le assenze, sembrano indurre a produrre nuove temporalità minerarie vitali e durevoli presentando molti strati di senso di semanticità. Nei ritratti le persone dicono l’impegno personale nel “metterci la faccia” facendosi fotografare. Palesano modi propri di farsi soggetti fotografici nella, della e sulla fotografia, mostrando modelli relazionali di cooperazione senza sottomissioni. Esprimono l’«aria culturale» individuale e accomunante di miniera incorporata, esponendo corpi che contengono la miniera.
Mostrano persone diventate protagoniste di sicurezze minerarie, indicando il loro sé esperto di risolti rischi minerari di lavoro e di vita, capace di produzioni vitali superando rischi mortali.
Esprimono abilità di farsi soggetti autonomi, anche in condizioni di dipendenza, attraverso propri processi culturali di soggettivazioni con un protagonismo vitale che emerge nell’esperienza e nella presenza fotografica. Rivelano autonomismi molecolari, per dirla con Gramsci, individuali e di gruppi locali, che parlano alla società e alle istituzioni. Dal punto di vista di chi fotografa e di chi guarda, la foto si apre e può essere aperta a partire dagli sguardi che si incrociano “faccia a faccia”, in parità. L’immagine è infatti aperta ma occorre aprirla ulteriormente, per scendere nella sua più profonda intimità. I ritratti minerari possono essere aperti guardando i vari rischi del presente in compagnia di quei corpi plasmati nei rischi, rischi governati incarnando varie esperienze securitarie. per produrre innovative temporalità minerarie di futuro sia nel piano della cultura economico-produttiva e sia in quello della cultura espressiva. Nuove ricerche minerarie, bonifiche produttive dei siti estrattivi dismessi, riusi post-estrattivi di miniere dismesse possono aprire nuove temporalità. Inoltre le foto possono uscire dal libro e diventare innovative esposizioni e installazioni artistiche partecipate dalle comunità.
2 Discorsi
Per seguire il percorso narrativo del testo, passiamo ai discorsi. Quello del geografo Matteo Cara mette in vista la congiunzione di mondi visibili e invisibili. In superficie, indica varie testimonianze, antropiche e naturali, che costituivano la ricchezza di un paesaggio e di un territorio non limitato a monocoltura. Nell’antropologia mineraria italiana il mondo rurale sardo si pone, nell’irrealizzata verticalizzazione industriale manifatturiera, in primo luogo come mancato interesse dell’imprenditoria mineraria verso l’integrazione dell’agricoltura, come già segnalava Quintino Sella nella sua Relazione del 1871. Storicamente, un’altra mancata integrazione fra industria e agricoltura accadde per esempio a partire dagli anni Cinquanta del Novecento, quando i progetti di uso chimico del carbone per i fertilizzanti azotati furono impediti dalla Montecatini la quale, di fatto, determinò la riduzione del carbone a esclusiva risorsa energetica combustibile.
I saggi sono tutti preziosi, ciascuno a suo modo. Quello di Tore Cherchi lo è in modo speciale. Egli offre un profilo storico-politico e storico-culturale delle vicende minerarie in arco di più di un secolo e mezzo. Inoltre, affronta il tema del colonialismo interno e poi dell’autonomia, distinguendo varie temporalità, secondo periodi e modi di relazioni fra istituzioni pubbliche e imprese economiche. Percorre la lunga storia mineraria della modernità industriale per arrivare alle vicende più vicine, in cui appariva chiaro che la metallurgia di base non assicurava lo sviluppo manifatturiero nell’Isola.
Egli soprattutto chiama in causa le responsabilità dello Stato, e delle sue articolazioni in Enti e Aziende, per una politica industriale di rango nazionale e internazionale. Riprendendo il tema del colonialismo interno, incrociato nel 2015 nell’introduzione al libro di Nicola Manca (Sollevatori di Pietre. I Sardi, le miniere, il colonialismo), egli affronta apertamente la questione del «tradimento» dello Stato verso le miniere, anche nel quadro dello smantellamento delle Partecipazioni Statali. Le privatizzazioni, oscurate anche da corruzioni, di fatto evocano l’acume politico di Enrico Berlinguer sulla questione morale.
Tore Cherchi pone non pochi interrogativi e offre informazioni importanti che riguardano l’antropologia politica e l’antropologia delle istituzioni. Nonostante i disastri del periodo 1980-1994, nel 2000 lo Stato Imprenditore registrava un saldo attivo di 81.300 miliardi di lire. Un attivo notevole, nota Tore Cherchi. Le sue annotazioni sul processo italiano delle privatizzazioni, sottolineano che le telecomunicazioni e le autostrade mostrano esiti contrari a quelli attesi. La parabola dell’industria automobilistica indica debolezze a lungo nascoste e ora palesate.
L’attribuzione di valore assoluto all’impresa privata merita nuove consapevolezze critiche che il discorso di Tore Cherchi dischiude e favorisce. Infatti, le scelte industriali avviate con le privatizzazioni e rivolte all’insediamento delle multinazionali nel Polo industriale di Portovesme, svelano le logiche del neoliberismo, disinteressato alla valorizzazione dei territori e delle comunità locali. I “poli industriali” rimangono poli, senza espansioni produttive. Diventano, inoltre, poli di precarietà. Alcoa, Glencore, Rusal sono esperienze tristemente note e dolorosissime ferite ancora aperte. D’altro canto i passi indietro del Parco Geominerario che ha perso perfino il logo dell’Unesco, i decenni di bonifiche minerarie non fatte, le risorse finanziarie del Piano Sulcis non impegnate localmente e tornate allo Stato, mettono a nudo intollerabili debolezze democratiche, locali e regionali. Responsabilità di istituzioni pubbliche nazionali e locali si congiungono nel discorso di Tore Cherchi.
Il discorso di Andreano Madeddu affianca quello di Tore Cherchi. Indica la temporalità della fine della miniera di Funtana Raminosa nel 1986. Rievoca la riunione al ministero delle Partecipazioni Statali, a Roma, in cui l’Eni si apprestava a separare il settore minerario da quello metallurgico, scindendo la Samim in due nuove società: la Sim, Società Miniere Italiane, e la Nuova Samin per la metallurgia. Ricorda che pose domande, considerando che la tedesca Metallgesellchaft, leader mondiale della metallurgia dei non ferrosi, integrava invece i due settori.
Fu richiesta fiducia nell’Eni, in quanto società pubblica, per firmare l’accordo. Tuttavia, egli non firmò pur restando solo e si dichiara orgoglio di non aver sottoscritto quel documento che segnò la fine dell’esperienza mineraria della Sardegna. Egli richiama, insieme alle battaglie sindacali, indimenticabili emozioni legate a vicende tragiche della miniera. Torna indietro al 1983, alla morte di Bruno Locci, stimato sorvegliante, per il distacco di un blocco di roccia dalla corona della galleria. Ricorda date e orari dell’arresto di Antonio Ghigino, direttore della miniera, di Sandro Aru caposervizio principale, e di Gabriele Calvisi, responsabile dell’ufficio studi, accusati di quel decesso e scarcerati dopo una settimana. Prosciolti poi dall’accusa e archiviato il fascicolo, rimase un’indimenticabile ingiustizia da loro subita. Con rara e profonda sensibilità umana e sindacale, egli riferisce della crisi nelle relazioni fra tanti lavoratori e tecnici della miniera, indicati come sfruttatori privi di coscienza. Afferma come lesse in quei comportamenti la rottura di solidarietà unitarie che avevano sempre legato le persone in miniera. Continua spiegando che non esiste contrasto tra chi, da posizioni diverse, deve condividere i drammi del lavoro e gli eventi che privano della vita di amici e colleghi. Afferma che chi prova la perenne amarezza della morte sa che non esistono gerarchie del dolore. Infine. ricordando la morte di un amico fraterno Montevecchio, chiarisce come la morte di un altro è anche la morte di un pezzo di sé nei rischi e nelle solidarietà della «terra di sotto». Egli offre a questo punto, da protagonista, un prezioso frammento delle concezioni, delle visioni, delle forme di vita che caratterizzano le esperienze umane studiate e documentate nell’antropologia mineraria.
Nel libro appare qualche elemento di crisi locale da non sottovalutare. Gli anni Ottanta del Novecento erano gli anni in cui si affermava il neoliberismo, globalmente e localmente. Erano gli anni del maggior fermento e della maggiore crisi a Funtana Raminosa. Tale fermento appare nelle tranches de vie, nei brani di vita scritti dai tecnici con sorprendente pathos. Giambattista Novella geologo, Sandro Putzolu, ingegnere minerario e direttore di miniera, Gabriele Calvisi responsabile dell’ufficio studi, offrono discorsi di alto e di raro impegno tecno-scientifico e democratico per assicurare vitalità produttiva alla miniera e al territorio, alle persone e alla comunità mineraria.
La tragedia di Funtana Raminosa del 1983 interruppe un’esperienza fortemente tesa all’innovazione produttiva. Gabriele Calvisi dice qualcosa e forse non dice tutto sul suo «dolore oscuro mai dimenticato», sul lavoro da lui svolto a Funtana Raminosa per migliorare la qualità del minerale e della miniera, finito con il suo trasferimento e poi con la chiusura dell’attività estrattiva.
La profonda intimità culturale del suo «dolore oscuro mai dimenticato» merita un rispettoso silenzio. Gabriele spera nella riapertura della Facoltà di ingegneria mineraria. I suoi ricordi innamorati della miniera e del paese, lo fanno sentire «smarrito» nella percezione di un futuro negato, di un danno mai risarcito, di una comunità impoverita.
Le sue aspirazioni a una modernità industriale ancora da compiersi rispetto a quella storica incompiuta, si associano alle storiche aspirazioni democratiche documentate nel libro, diventando nutrimento culturale per la visione e la produzione di un futuro democraticamente condiviso fra persone e con la natura. Sono aspirazioni democratiche forti che emergono, nonostante pesanti sconfitte, non solo a Gadoni ma in tante comunità minerarie non più estrattive. Sono aspirazioni democratiche alte che si sollevano eloquenti, a gran voce, nelle comunità minerarie quando queste ultime paiono ridotte e costrette nei ristretti limiti d’azione delle violenze, anche mortali, inflitte o da infliggere nei conflitti bellici. Si elevano palesando una straordinaria resistenza democratica. Ciò accade onorevolmente per esempio a Iglesias e non solo, specie per la fabbrica di armi RWM a Domusnovas. Se n’è parlato anche di recente in un programma televisivo nazionale come un “ricatto di povertà”, senza possibile libertà d’azione, oltre l’emigrazione.
3 Autonomie personali e autonomie istituzionali
Le istituzioni autonomistiche in realtà non raccolgono e non rispettano sufficientemente, a mio avviso, le istanze di autonomia individuali e collettive che provengono dal basso, istanze fortemente espresse ancora in tanti centri minerari. Sul piano storico-culturale emergono forti soggettivazioni individuali e collettive, realizzate perfino in condizioni di sottomissioni violente con varie morti storiche. Tuttavia, vediamo che tali processi di produzione di persone autonome, che chiamo soggettivazioni, processi che possono avvenire in condizioni di dipendenza e perfino di assoggettamento, non sono stati e non sono raccolti adeguatamente dalle istituzioni autonomistiche, a vari livelli, per realizzare ed esprimere un forte, rinnovato e innovativo autonomismo istituzionale. Un autonomismo federalista e federativo in cui l’economico sia pensato e praticato in quanto valore vitale e il vitale in quanto valore economico, come accade in parte in alcune bonifiche che restituiscono spazi ad usi pubblici e specialmente nell’avvio di una produttiva economia verde avanzata e di una produttiva economia etica liberamente sostenuta nel mercato finanziario che, sia pure con difficoltà, tentano di affermarsi globalmente.
Questo libro induce a pensare, mentre lo si legge, a un innovativo autonomismo a partire dai sindaci dei Comuni minerari capaci di “agire di concerto” non occasionalmente ma programmaticamente, ovvero in modi non individualmente leaderistici ma esplicitamente connessi in ampi progetti territoriali per la sanità e per l’istruzione, per il lavoro e per l’ambiente.
Progetti interlocali e territoriali, perseguiti in articolazione con gli autonomismi molecolari, per dirla ancora con Gramsci, che in generale le istituzioni locali e regionali non raccolgono e non esprimono, qualitativamente e adeguatamente, in ciò che pensano e in ciò che fanno. Per esempio, non è generalmente richiamata, come matrice non solo culturale ma anche politico-istituzionale per un futuro durevole, la valorosa realizzazione dei saper fare minerari vitali, che in miniera univa le grandi opere infrastrutturali di ingegneri e tecnici e operai, dalle grandi armature all’aerazione, dall’eduzione delle acque al governo dei rischi quotidiani.
Le esperienze securitarie di lavoro e di vita mineraria costituiscono una storia di altissimo profilo culturale democratico che parla ai rischi del presente. La grande storia culturale dei saper fare minerari vitali non trova adeguato rispetto e riconoscimento. Ciò accade, per esempio, quando le istituzioni rispondono alle domande di rilancio produttivo dei territori post-estrattivi con le scelte sia di soli lavori limitati al riciclo di batterie esauste, sia di armi di guerra vendute a Stati in guerra.
I siti di rifiuti industriali e quelli di produzioni di armi suscitano diffusa e giusta indignazione. Si tratta di soluzioni sperimentate da alcuni decenni nella globalizzazione dell’America de-industrializzata con i “modelli” complementari dei siti di spazzatura industriale, noti come industrial waste sites, e con la complementare militarizzazione industriale. Sono soluzioni in parte limitate e in parte ingannevoli, ben documentate nel suo ultimo libro del 2007 da June Nash che studiò a lungo le esperienze minerarie e industriali, sia in America Latina e sia negli Stati Uniti.
Credo sia utile essere propositivi, piuttosto che aridamente critici. Incoraggio pertanto a realizzare una svolta concertativa dei Comuni minerari, ben programmata e cadenzata da incontri dei sindaci di tali Comuni con le popolazioni, e unitariamente fra di loro, per armonizzare innovative e caratterizzanti prospettive dei territori minerari, da assumere unitariamente nelle province e regionalmente. Confido fortemente che l’attuale assessore all’industria voglia in futuro cogliere e sostenere culturalmente e politicamente, a veri livelli istituzionali, l’innovativa portata autonomistica delle esperienze minerarie sia storiche, sia di inedite e innovative concertazioni programmatiche unitarie, che i sindaci dei Comuni minerari vorranno esporre di concerto e unitariamente.
Intanto, come sappiamo, nuove ricerche minerarie, bonifiche produttive dei siti estrattivi dismessi, riusi post-estrattivi di miniere dismesse, possono aprire nuove temporalità minerarie.
Vecchi sguardi possono unirsi a nuove visioni, vecchi utilizzi possono congiungersi a innovative  progettazioni di riconversione d’uso scientifico delle miniere, come avviene con il Progetto Aria per studi della materia oscura e altro a Nuraxi Figus in Gonnesa di cui ha scritto Cristiano Galbiati, con quello chiamato Digital Metalla per un Datacenter green a San Giovanni di Iglesias, e con quello dell’Einstein Telescope per studiare le onde gravitazionali a Sos Enattos in Lula. Aspirazioni di democrazia che caratterizzarono le storiche zone minerarie della Sardegna, si accostano a nuove aspirazioni di durevole lavoro industriale vitale per nuovi autonomismi personali e istituzionali che il libro corale voluto da Gabriele mantiene a mio avviso non erranti e smarrite, ma attive e vive.
Grazie, carissimo Gabriele. Grazie a tutti i protagonisti di quest’opera.

Paola Atzeni

«L’Antiochense riparte da Fabio Piras, confermatissimo insieme a Marco Rubbiani, dopo il bel campionato di Prima categoria disputato nella stagione appena conclusa.»
Lo ha annunciato questa sera il direttore sportivo della società antiochense Mariano Gala.

«E’ importante ripartire con i nostri misters, con i quali stiamo già lavorando per mettere le basi della prossima stagioneha detto Mariano Gala -. Gli obiettivi sono la massima valorizzazione dei giovani locali, qualche ritocco per provare a dare soddisfazioni ai tifosi e mantenere bilancio economico sano.»

La società fondata nel 2013 è oggi una solida realtà sportiva nel calcio dilettantistico sardo, dove milita in Prima categoria da 7 anni.
Lo staff guidato dal presidente Francesco Pani e dal presidente onorario Mattia Canè, conta oltre 10 dirigenti, 12 tecnici, oltre 200 atleti.
L’attività giovanile, coordinata dal direttore tecnico Pietro Garau, aderisce al progetto academy del Cagliari calcio.
Partendo dall’attività di base, primi calci, pulcini, piccoli amici, esordienti, giovanissimi, allievi, juniores, fino ai dilettanti, l’Antiochense è
una delle poche società calcistiche del Sulcis Iglesiente impegnata in tutte le categorie.

La prima squadra, allestita dal direttore sportivo Mariano Gala e allenata dal mister Fabio Piras, ha disputato un ottimo campionato.

«Siamo andati oltre le più rosee aspettative rispettando in pieno i programmi di una salvezza senza affanni e chiudendo il bilancio economico in attivosottolinea Mariano Gala -. Fiore all’occhiello è stato il lancio di molti giovani. Sono molti i calciatori locali o provenienti dal nostro settore giovanile, arrivati in prima squadra: Davide Murtas 2008, Davide Carboni 2006, Riccardo Carboni 2006, Christian Basciu 2006, Dimitri Pintus 2004, Davide Gherardini 2004, G. Marco Diana 2004, Alessio Armeni 2003, Federico Sais 2007, Nicola Manca 2006, Andrea Marongiu 2005, Flavio Cabras 2005. Oltre i veterani locali Andrea Congiu, Paolo Fagioli, Gianluca Locci e il capitano Cristiano Cauli. Per gli “stranieri” bravissimi i giovanissimi Lorenzo Perna (2007) e Tartaglione (2008) e i veterani Angioni, Frau, Bove, Cosa, Madeddu, Valentino, Marteddu, Borelli e i bomber Podda e Sabiu, 31 goal in due.»
«Ringrazio mister, squadra e dirigenti per l’impegno profuso. Belle soddisfazioni e un progetto solido per il futuro conclude Mariano Gala -. Con questa base di giovani e l’esperienza dei nostri giocatori storici , con pochi ritocchi potremmo riportare il calcio che conta a Sant’Antioco. Porte aperte quindi ai ragazzi antiochensi che ambiscono e meritano il bel palcoscenico che la prima categoria può offrirgli.»

 

Il Monastir ha riscattato l’eliminazione dalla Coppa Italia maturata nel doppio confronto degli scorsi 9 e 23 ottobre, infliggendo al Carbonia un durissimo 4 a 0. La partita ha avuto storia fino al 40′, quando Andrea Sanna ha sbloccato il risultato. Fino a quel momento il Monastir aveva tenuto maggiormente l’iniziativa ma solo in un’occasione, all’alba della partita, al 1′, era riuscito ad andare vicinissimo al goal del vantaggio, con una girata di Andrea Sanna che ha spedito il pallone sulla parte superiore della traversa.

Evitato l’immediato svantaggio, il Carbonia ha cercato di ribattere colpo su colpo e ha guadagnato un calcio di punizione da favorevole posizione con Wellinton Caverzan, ma il pallone calciato da Mateo Broglia è finito sulla barriera.

 

Il Monastir è arrivato alla conclusione ancora con Andrea Sanna al 18′ ma Mirko Atzeni ha neutralizzato senza problemi. Stesso copione della conclusione di Sergio Nurchi al 37′, neutralizzata dal portiere del Carbonia in due tempi.

Al 40′ il goal: Mateo Broglia ha avviato un disimpegno sulla propria trequarti, ha perso il pallone nel contrasto con un avversario che ha immediatamente lanciato Andrea Sanna e il 41enne attaccante non ha lasciato scampo a Mirko Atzeni con un diagonale chirurgico: 0 a 1.

Il Carbonia ha accusato il colpo ma dopo soli 5′ è arrivato il riposo, nello spogliatoio Diego Mingioni ha cercato di scuotere i suoi ma al ritorno in campo per la ripresa s’è capito subito che le possibilità di rimonta sarebbero state poche, quasi nulle. Il Monastir s’è impossessato del contro del gioco e il Carbonia ha cercato vanamente di costruire le sue azioni dal basso, perdendo sistematicamente i contrasti nella zona centrale. Con il passare dei minuti il secondo goal del Monastir è andato via via maturando e dopo alcuni tentativi è arrivato puntuale al 62′: calcio d’angolo da sinistra, Mirko Atzeni è uscito con i pugni, il pallone è rimasto nell’area piccola e la conseguente mischia è stata risolta l’ex Fabio Porru con un tocco vincente da pochi passi.

Tre minuti dopo lo 0-2 il Carbonia è rimasto in dieci uomini per l’espulsione di Mateo Broglia, punito con il secondo giallo per un intervento su Simone Pinna (tra i migliori dei suoi).

Sotto di due goal e con un uomo in meno, il Carbonia ha ceduto senza più alcun segnale di reazione. Il Monastir ha affondato i suoi colpi ed è andato ancora in goal prima con Stefano Sarritzu al 70′ con un tocco sul primo palo su azione da calcio d0angolo, due minuti dopo Leonardo Manca, appena entrato al posto di Fabrizio Frau: 0 a 4.

La partita a quel punto non ha detto più niente e il Monastir al termine ha festeggiato la conferma al vertice della classifica in compagnia del Budoni che ha superato 2 a 0 l’Iglesias ed ha raddoppiato il vantaggio sul Tempio, bloccato sul pari interno dall’Alghero, portandolo da due a quattro punti.

Per il Carbonia, irriconoscibile, è la quarta sconfitta su cinque partite giocate al “Carlo Zoboli”, seconda consecutiva. Diego Mingioni in settimana avrà da lavorare tanto, sulla testa più che sulle gambe dei suoi calciatori, perché il bel Carbonia di inizio stagione sembra essersi smarrito nelle ultime partite.

Carbonia: Mirko Atzeni, Danilo Cocco, Broglia, Chidichimo, Garcia, Nicola Mancini (75′ Stefano Atzeni), Caverzan (68′ Abbruzzi), Ricci (82′ Perna), Moreno (82′ Sartini), Isaia, Mastropietro (46′ Tocco). A disposizione: Davide Doneddu, Gianluca Cocco, Francesco Doneddu. Allenatore: Diego Mingioni.

Monastir: Daga, Pinna, Madero, Porru, Arzu, Corda (86′ Massoni), Leonardo Manca (76′ Ganzerli), Naguel, Sanna (76′ Piras), Nurchi, Frau (68′ Sarritzu) a disposizione: Stevanato, Nicola Manca, Riep, Andrea Cocco, Riccardo Arangino. Allenatore: Marcello Angheleddu.

Arbitro: Gabriele Caresia di Trento.

Assistenti di linea: Nicola Deriu di Oristano e Annamaria Sabiu di Carbonia.

Marcatori: 39′ Andrea Sanna, 62′ Porru, 70′ Sarritzu, 72′ Leonardo Manca.

Ammoniti: Broglia (C), Isaia (C), Porru (M), Leonardo Manca (M).

Espulsioni: Broglia al 65′ per doppia ammonizione.

Spettatori: 300.

Giampaolo Cirronis

Non sono serviti due giorni: il mare della Sardegna non ha tradito le aspettative e ieri è arrivato abbondante e con la giusta misura per concludere il Buggerru Surf Trophy 2024, la prima tappa del campionato italiano di surf da onda della FISSW, la Federazione italiana surfing, sci nautico e wakeboard. A Buggerru, nel sud-ovest della Sardegna, una delle patrie del surf della Penisola, 45 atleti si sono ritrovati ieri per iniziare il cammino verso i titoli tricolore.

Previsioni rispettate e azzeccate dagli organizzatori, il Buggerru Surf Club, che hanno permesso di concludere le batterie di gara in una sola giornata rispetto alle due inizialmente previste. Onde tra il metro e il metro e mezzo baciate dal sole e a lungo pettinate dal vento da terra – una condizione ideale per chi pratica la nuova disciplina olimpica – sono state la cornice del primo appuntamento del tour nazionale dedicato alle categorie under 12, under 14, under 16 e under 18 maschili e femminili. Una competizione agguerrita e dove ogni anno partecipano tantissimi atleti con al seguito allenatori e accompagnatori: un’allegra carovana che per la sesta volta ha colorato l’antico borgo minerario di Buggerru.

Sfide agonistiche importantissime per la crescita sportiva delle nuove promesse azzurre e che ieri si sono ripetute davanti a una giuria internazionale coordinata da Yannick Sarran, giudice del campionato professionistico della World Surf League dal 2004 e già designato per le Olimpiadi di Parigi. Il contest, trasmesso in streaming, ha riservato conferme e sorprese. Tra gli under 12 maschile si è ripetuta la sfida ai vertici tra il cagliaritano Daniele Mereu e Michael Monteiro (rispettivamente vice e campione italiano 2023), con Daniele Mereu che questa volta l’ha spuntata con una buona combinazione di punteggi; terzo Stefano Mandozzi. Tra gli under 14 femminili l’ha spuntata l’altra cagliaritana Caterina Congiu che ha confermato la crescita tecnica, seguita da Emma Ridolfini con terza Emma Porcu. Ennesima ottima prova anche per Noah Cerne, primo negli under 14 maschili, seguito da Forte Rossi e Tommaso Tognetti. Combattute come sempre le categorie dei piccoli “veterani”. Negli under 16 vince Chiara Cuppone, seguita da Diana Giorgi e Magnolia Rossi; Michele Scoppa, più volte campione italiano, vince invece su Nicola Manca ed Enrico Fadda. Tra gli under 18 femminili, disputata insieme alle under 16 e con le stesse protagoniste, si impone ancora Chiara Cuppone, seguita da Diana Giorgi con terza Victoria Backhaus. A chiudere gli under 18 maschili, dove vince la promessa sarda Federico Melis, seguito da Leonardo Branca e da Samuele Ricci.

«Anche quest’anno è stata svolta una competizione di livello, sotto tutti i punti di vista: uno spettacolo eccezionale in acqua, ma anche una grande organizzazione da parte di tuttiracconta Simone Esposito, presidente del Buggerru Surf Club e responsabile della competizione -. Il campionato junior shortboard della nostra Federazione è iniziato nel migliore dei modi. Faccio i miei complimenti al Buggerru Surf Club per aver confermato un’ottima organizzazione, e a tutti gli atleti in gara che si sono ritrovati in Sardegna per avviare il nuovo anno agonistico. Voglio ringraziare anche tutto lo staff federale che si è impegnato per l’ottima riuscita dell’evento e i giudici federali, colonna portante delle nostre competizioni. Presente a questa gara, come era già successo all’assoluto open shortboard del 2023, un capo giudice di livello internazionale facente parte dei circuiti ISA e WSL in affiancamento formativo nel nostro pannello.»

Il campionato italiano juniores si sposterà ora ad Arenzano in Liguria per la seconda tappa che si svolgerà entro il 30 maggio; il tour si chiuderà infine in autunno tra le onde di Banzai a Santa Marinella.

Classifiche

Under 12 Maschile: 1) Daniele Mereu, 2) Michael Monteiro, 3) Stefano Mandozzi, 4) Federico Tamagna

Under 14 Femminile: 1) Caterina Congiu, 2) Emma Ridolfini, 3) Emma Porcu, 4) Ludovica Fernetti

Under 14 Maschile: 1) Noah Cerne, 2) Forte Rossi, 3) Tommaso Tognetti, 4) Lorenzo Perone

Under 16 Femminile: 1) Chiara Cuppone, 2) Diana Giorgi, 3) Magnolia Rossi

Under 16 Maschile: 1) Michele Scoppa, 2) Nicola Manca, 3) Enrico Fadda, 4) Achille Castè

Under 18 Femminile: 1) Chiara Cuppone, 2) Diana Giorgi, 3) Victoria Backhaus, 4) Magnolia Rossi

Under 18 Maschile: 1) Federico Melis, 2) Leonardo Branca, 3) Samuele Ricci, 4) Mattia Belluco.

La Sardegna si è confermata, ancora una volta, luogo ideale per le competizioni di surf. Ieri, martedì 18 gennaio, si è concluso il Buggerru Surf Trophy, terza tappa del campionato italiano, organizzata dal Buggerru Surf Club con il patrocinio del comune di Buggerru. 

Lunedì mattina le prime onde hanno permesso lo svolgimento della categoria under 12 femminile; poi, con il mare costantemente in aumento, sono entrati in acqua gli atleti più grandi.

Nell’under 18 hanno vinto rispettivamente Ian Catanzariti e Francesca Valletti Borgnini; nell’under 16 Brando Giovannoni e sempre Francesca Valletti Borgnini, che gareggiava in entrambe le categorie. Tra gli under 14 i nuovi campioni sono Michele Scoppa e Camilla Cocco; nell’under 12 Chicco Anglani e Magnolia Rossi. 

I vincitori del Buggerru Surf Trophy sono stati invece Giorgio Santucci e Vittoria Backhaus per gli under 18, Massimo Baita Rufo e ancora Vittoria Backhaus negli under 16, Michele Scoppa e Chiara Cuppone negli under 14, Rocco Rigliaco e Magnolia Rossi negli under 12. 

Ha esordito il surfista locale Giacomo Rombi nella categoria under 16, mentre il più piccolo in gara è stato Rocco Rigliaco, 9 anni, proveniente dal Lazio, vincitore negli under 12. 

«È stata una due giorni bellissima all’insegna dello sport ha commentato il presidente del surf club e contest director, Simone Espositole onde sono state ottime soprattutto nella giornata delle finali. Tutti i finalisti hanno dimostrato di aver raggiunto un livello europeo, un segno dell’ottimo lavoro svolto dalla federazione, da tutti i club italiani e dai surf coach.»

«Per l’amministrazione comunale è estremamente importante avere manifestazioni di questo tipo nel nostro Comune e vogliamo ringraziare il Buggerru Surf Club per l’organizzazioneha spiegato il sindaco di Buggerru, Laura Cappellila gara, infatti, ha una doppia valenza: da un lato il surf ha un carattere inclusivo e da quasi trent’anni lo possiamo considerare lo sport principale nella nostra cittadina, dall’altro ci permette di dare visibilità al nostro territorio in un periodo dell’anno considerato di bassa stagione, e di farci conoscere anche dai nuovi surfisti italiani.»

Campionato, i risultati. 

U18 M: 1) Ian Catanzariti, 2) Giorgio Santucci, 3) Tommaso Pavoni. U16 M: 1) Brando Giovannoni, 2) Lorenzo Cipolloni, 3) Massimo Baita Rufo; U14 M: 1) Michele Scoppa, 2) Samuel Manfredi, 3) Federico Melis; U12 M: 1) Chicco Anglani, 2) Michael Monteiro, 3) Riccardo Gennari.

U18 F: 1) Francesca Valletti Borgnini, 2) Chiara Gugliotta, 3) Marta Begalli; U16 F: 1) Francesca Valletti Borgnini, 2) Vittoria Backhaus, 3) Marta Begalli; U14 F: 1) Camilla Cocco, 2) Chiara Cuppone, 3) Viola Brencoli; U12 F: 1) Magnolia Rossi, 2) Ludovica Chilà, 3) Mara Talarico.

Buggerru Surf Trophy, i risultati.

U18 M: 1) Giorgio Santucci, 2) Ian Catanzariti, 3) Tommaso Pavoni, 4) Filippo Marullo; U16 M: 1) Massimo Baita Rufo, 2) Brando Giovannoni, 3) Samuele Ricci, 4) Tommaso Scoppa; U14 M: 1) Michele Scoppa, 2) Federico Melis, 3) Samuel Manfredi, 4) Nicola Manca; U12 M: 1) Rocco Rigliaco, 2) Chicco Anglani, 3) Alex Filosini, 4) Leo Casula.

U18 F: 1) Vittoria Backhaus, 2) Marta Begalli, 3) Francesca Valletti Borgnini, 4) Gemma Adanti; U16 F: 1) Vittoria Backhaus, 2) Marta Begalli, 3) Francesca Valletti Borgnini; U14 F: 1) Chiara Cuppone, 2) Viola Brencoli, 3) Camilla Cocco, 4) Costanza De Lisi; U12 F: 1) Magnolia Rossi, 2) Caterina Congiu, 3) Ludovica Chila’, 4) Emma Ridolfini.

Il Buggerru Surf Trophy è stato supportato da Pitagora Costruzioni; Soul Wave; GP Immobiliare; Mytho; Il Punto Magico; We For, Nespresso; Visit Sulcis e numerosi sponsor locali.

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Weekend intenso per l’associazione Chena Cabu di Bari Sardo impegnato nell’organizzazione e gestione di due significativi eventi sociali e culturali in Ogliastra.

Chena Cabu è la denominazione dell’ omonimo moto club indipendente bariese costituitosi a scopo hobbistico, composto da donne e uomini che oltre ad ostinarsi a credere che i colori del mare, del sole e della natura visti dalla motocicletta sono ancora più stupendi di quelli visti attraverso il parabrezza dell’ auto, si ostinano anche a credere che la motocicletta possa essere un fantastico “mezzo” tramite il quale si possono vedere moltissimi aspetti di realtà spesso trascurate.

Tra queste la socialità e la cultura.

Sabato 15, alle ore 18.00, nella biblioteca comunale di Bari Sardo verrà presentato il libro “MOTOTACCUINO.FRAMMENTI”. Da Cagliari Alessio Ferrari e Nicola Manca presentano il loro secondo libro raccontando della realizzazione dei loro progetti di solidarietà con azioni di concreto aiuto. Per amore entrambi fanno questo in motocicletta mentre per vivere fanno altro: Alessio fa atterrare e decollare gli aeroplani mentre Nicola si consulta con gli imprenditori nella gestione delle loro aziende.

Domenica 16, alle ore 9.30, partenza delle motocicliste e motociclisti Chena Cabu dalla piazza del Centro Civico piazza Repubblica di Bari Sardo che “scortano” il Babbo Natale di Bari Sardo a tre ruote fino al reparto dell’unità operativa di pediatria e neonatologia dell’ospedale di Lanusei con arrivo alle ore 11.00. Perché a tre ruote e non a due come tutte le motociclette? Perché anche a Babbo Natale piacciono le motociclette e dovendo consegnare tanti doni ai minori in ospedale ha richiesto ai Chena Cabu una motocarrozzetta sidecar. E come dire di no a Babbo Natale?

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Doppio appuntamento finale con Inaudita, la rassegna organizzata a Cagliari dall’Ensemble Spaziomusica, quest’anno alla sua edizione numero sei: domani (martedì 13) terza e ultima serata al Centro Culturale la Vetreria, in via Italia a Pirri, con ingresso gratuito.

Si comincia alle 19.00 con i “padroni di casa”, ovvero l’Ensemble Spaziomusica, con Enrico Di Felice al flauto, Riccardo Leone al pianoforte e Roberto Migoni alle percussioni. In programma brani di Morton Feldman (“Why Patterns”, del 1978) e, in linea col tema principale di questa edizione di Inaudita all’insegna delle donne in musica, di due compositrici: la napoletana Alessandra Bellino (“Il suono dei flauti riuniti”, del 2013) e l’italo-argentina Marcela Pavia (“Imaginary Beings”, del 2009).

Fondato nel 1982 da Riccardo Leone e Enrico Di Felice, l’Ensemble Spaziomusica ha partecipato a diversi e importanti festival italiani e all’estero, come Nuova Consonanza di Roma, Festival Contrechamps di Ginevra, Ferienkurse Darmstadt, Ars Mobilis di Parigi, Festival S.I.M.C di Tirana, Festival “Encuentros” di Buenos Aires (1996), Temporada 96 di Montevideo (1996), Festival L.I.M di Madrid (1997), Festival Cinque Giornate di Milano (2012 e 2013). L’anno scorso, in duo con Enrico Di Felice e Riccardo Leone, ha effettuato una tournée in America Latina che ha toccato le principali città di Argentina e Uruguay. Nel 2012 ha pubblicato un CD dedicato a John Cage, nel centenario della nascita, molto apprezzato dalla critica specializzata, mentre è di quest’anno un disco con brani proprio di Alessandra Bellino.

Chiusura di serata e di festival, alle 21.00, con la presentazione di “Musica nuova per Monte Sirai”, un progetto didattico ideato dai Servizi Educativi della Soprintendenza Archeologica di Cagliari e Oristano e realizzato da giovani compositori e strumentisti del Conservatorio “Giovanni Pierluigi da Palestrina” per un’applicazione per dispositivi mobili dedicata all’area archeologica nei pressi di Carbonia. Accompagnati da slides e un video, i brani composti dai ragazzi verranno proposti in prima esecuzione assoluta dall’Ensemble Scisma, nato quest’anno in seno al laboratorio multidisciplinare del Conservatorio di Cagliari e dedicato all’elaborazione ed esecuzione di nuovi brani delle classi di Composizione oltre che allo studio di importanti partiture del Novecento storico e contemporanee. Diretti da Nicola Manca, sul palco della Vetreria saliranno Marina Onidi e Selene Gaviano ai flauti, Laura Piras all’oboe, Andrea Onnis al clarinetto, Serena Flore al corno, Silvia Congia, Anna Floris, Teresa Paniconi e Greca Puddu ai violini, Tommaso Delogu alla viola, Rebecca Fois e Alessandro Mallus ai violoncelli, Federica Josè Are al contrabbasso, Eleonora Congiu all’arpa, Marcello Calabrò alla celesta, Nina Krokos, Marcello Calabrò e Matteo Atzori al pianoforte, Matteo Musio alle percussioni e Michele Uccheddu ai live electronics.

Il concerto verrà replicato il 25 di questo mese a Monte Sirai, nell’ambito delle Giornate Europee del Patrimonio, mentre è in fase di realizzazione la app col supporto tecnico-informatico dell’ATI Ifras S.p.A.

La sesta edizione di Inaudita è organizzata dall’Ensemble Spaziomusica con il contributo dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari e con il concorso del Conservatorio di Musica “G. Pierluigi da Palestrina” e di Cemea (Centri di Esercitazione ai Metodi dell’Educazione Attiva).

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Entra nel vivo, a Macomer, la quindicesima edizione della Mostra regionale del Libro in Sardegna, voluta dall’assessorato regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, organizzata dal Comune di Macomer con la collaborazione progettuale dell’AES (Associazione Editori Sardi) e la direzione artistica di Saverio Gaeta. “Le radici come storie” è il tema della seconda giornata di venerdì 20 che propone ben tredici appuntamenti, tra presentazioni di libri, incontri con autori, dibattiti e concerti, divisi tra i padiglioni delle Ex Caserme Mura e le scuole che aderiscono al progetto “Adotta un libro sardo”.

La giornata ruoterà attorno a due temi, al centro di altrettanti dibattiti. Il primo, in programma alle ore 12.00 al Padiglione Tamuli, vedrà Ugo Collu e il critico Natalino Piras confrontarsi su “Migrazioni e contaminazioni. Il senso delle radici in Francesco Masala e altri visionari sardi”. Tema importante, al centro del dibattito che ha caratterizzato la presenza sarda al XXIX Salone internazionale del libro di Torino conclusosi nei giorni scorsi al Lingotto. La riflessione sarà incentrata sulle figure chiave del panorama culturale e letterario sardo, innovatori lungimiranti e anticipatori della modernità. Sardi illustri, accomunati da esperienze di contaminazione con altre realtà, protagonisti di fughe dall’Isola e altrettanti ritorni verso l’autentico e le radici. L’incontro, moderato da Salvatore Tola e inserito nella sezione “Tra Isola e Mondo”, riprende il tema individuato e sviluppato dall’Aes nella recente edizione del Salone del Libro di Torino e avrà come ideale conclusione lo spettacolo che, a partire dalle ore 21.30 al Padiglione Filigosa, vedrà protagonisti il musicista Gavino Murgia e l’attore Gianni Cossu. “Tributo ai visionari sardi” (Grazia Deledda, Antonio Gramsci e Francesco Masala) è il titolo del reading, già rappresentato con successo a Torino.

Il secondo dibattito è in programma alle ore 19.30 al Padiglione Filigosa e rinnova la tradizione della Mostra del Libro di Macomer quale importante momento di confronto sullo stato di salute della cultura e della promozione del libro. Quest’anno a trattare il tema “Cultura: quali prospettive reali di crescita?” saranno Flavia Cristiano (direttrice del Centro per il libro e la lettura del Ministero dei Beni e le Attività Culturali), i librai Aldo Addis e Davide Ruffinengo e l’editore-libraio Paolo Sorba (membro del Direttivo AES). Conduce l’incontro Paolo Lusci. Il Centro per il Libro e la Lettura (Cepell) è un istituto autonomo del ministero per i Beni e le attività culturali ed ha il compito di divulgare il libro e la lettura in Italia e di promuovere all’estero il libro, la cultura e gli autori nazionali. Il centro ha recentemente elaborato un Piano nazionale di promozione della lettura, resosi necessario alla luce degli ultimi preoccupanti dati Istat secondo cui nel 2015, rispetto all’anno precedente, la quota di lettori di libri è scesa nel 2014 dal 43% al 41,4%. Tra le cause della crisi, la tendenza alla chiusura delle librerie indipendenti e il progressivo calo delle vendite librarie. Il Piano nazionale privilegia due ambienti essenziali per la diffusione della lettura: le scuole e biblioteche, oltre a fissare sei azioni strategiche per rilanciare la lettura, soprattutto nelle regioni meridionali, nelle città medio-piccole e nelle periferie urbane.

Il resto del programma prevede di mattina gli incontri degli autori nelle scuole, all’interno del progetto “Adotta un libro sardo”. Nell’Aula Magna dell’ITC Satta e nell’Auditorium del liceo Galilei, a partire dalle 10.15 i giovani incontreranno Antoni Flore Motzo, autore del romanzo “Le pietre di Leàri” (Arkadia) e discuteranno con Giommaria Craboledda e Dario Maiore del libro “Monsieur Poivron” di Francesco Giorgioni (Taphros Edizioni). In primo piano anche i volumi “Longevità” di Gisella Rubiu (Taphros Edizioni) che verrà presentato dall’autrice insieme a Gianni Pes e Dario Maiore, e “Sollevatori di pietre” (Cuec editrice) con Nicola Manca.

Nell’Aula Magna dell’Istituto Binna-Dalmasso (ore 10.00) e presso l’Istituto Giannino Caria (ore 11.30), Diego Corraine presenterà invece agli studenti delle scuole primarie “Sa sorighita presumida” e “Il piccolo principe/Su printzipeddu” edito da Papiros in diverse varianti linguistiche (sardo, tabarchino, algherese e maltese). Il programma della mattina si completa negli spazi delle Ex Caserme Mura. Qui alle ore 11.30 nel Padiglione Tamuli, per la sezione, “Tra Isola e Mondo”, Tonino Oppes presenta “Il Ballo con le Janas” (Edizioni Domus De Janas).

Ricchissimo anche il programma pomeridiano.

Si inizia alle 16.30 al Padiglione Tamuli con la presentazione del libro edito da Ilisso “Issu e Issa” di Antonello Cuccu. L’autore interverrà insieme a Ivo Serafino Fenu e Anna Pau, in un incontro che anticipa la mostra dedicata al centenario della nascita di Salvatore Fancello in programma a Dorgali.

Alle ore 17.00, il programma dedicato al libro sardo sarà intervallato da un breve appuntamento organizzato presso il piazzale Santa Croce (Casa Attene) per “Gli incompresi… storie e vite di ragazzi e genitori”, un reading per adulti e bambini di e con Lorenzo Braina e le musiche di Donato Cancedda.

Alle 17.30 si torna al Padiglione Tamuli per “Notturni sardi”, un appuntamento che propone la presentazione dei libri “Pietre su pietre” di Andrea Gambula (Carlo Delfino Editore) e “Celesti notturni. Antichità in luce” di Tore Serra e a cura di Simonetta Castia (Mediando Edizioni). Quest’ultimo volume verrà presentato da Michele Forteleoni e Gian Nicola Cabizza. Si tratta di due opere che in maniera diversa raccontano gli scenari notturni del cielo sardo proponendo soggetti archeologici e naturalistici messi in relazione con le scene notturne che contribuiscono a restituire un paesaggio diverso. Il lavoro rappresenta l’esito della proficua collaborazione tra il circolo culturale Aristeo di Sassari e la Società Astronomica Turritana.

Quattro libri sono invece protagonisti dell’incontro dal tema “Sardegna per immagini” (ore 18.30, Padiglione Tamuli): “Blue Sardinia, Cuore Mediterraneo” di Enrico Spanu, “La costa delle miniere” di Lino Cianciotto (entrambi Edizioni Enrico Spanu) e “Mogoro. I luoghi raccontano” e “Mogoro. Il fiume racconta” di Ivo Piras (SguardiSardi).

La lunga serata all’insegna di libri e autori si concluderà alle ore 20.30 (Padiglione Tamuli) con la presentazione del volume “Gonario II di Torres e Sigismondo Arquer” di Gabriele Colombini e Sergio Arangino, in un incontro che sarà moderato dal giornalista Antonio Meloni). Arquer è considerato dagli storici la più notevole figura sarda del Cinquecento la cui vicenda e la tragica fine sul rogo, per mano dell’Inquisizione spagnola, varcano gli stretti confini dell’Isola e della sua storia interna per proiettarsi sulla più ampia scena europea caratterizzata dai contrasti religiosi che sconvolsero l’Europa all’inizio del Rinascimento. Non meno importante, Gonario II di Torres, figura poco conosciuta del Medioevo europeo, protagonista di vicende avventurose. A partire dal momento della morte del padre, poco più che adolescente, viene usurpato il suo trono sul giudicato

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E’ iniziato ieri mattina il B’Week, un intero fine settimana presso l’Exmè di Nuoro dedicato al settore enologico, con piacevoli momenti di intrattenimento studiati per esaltare la cultura dell’alta cucina, l’eccellenza vinicola e l’artigianato locale.

Ad inaugurare la manifestazione sono stati il presidente della Camera di Commercio di Nuoro Agostino Cicalò, il vice sindaco di Nuoro Leonardo Moro, il presidente regionale A.I.S. Roberto Dessanti, Tonino Selis e Tonino Costa dell’Agenzia Laore.

Dopo i ringraziamenti all’Ente Foreste per la preziosa collaborazione, il presidente Cicalo’ ha presentato il programma del B’Week: l’opportunità di conoscere e apprezzare il valore dei migliori vini prodotti in Sardegna, e non solo, grazie alla ricca selezione a disposizione del pubblico e attraverso le degustazioni organizzate dagli specialisti dell’Ais e di Slow Food.

Dopo un saluto e un augurio da parte del vice vindaco della città, i rappresentanti dell’Agenzia Laore hanno raccontato come si sono svolte le commissioni di degustazione, e Dessanti ha spiegato di cosa si occuperà l’AIS durante il B’WEEK.

A seguire sono stati premiati i vini vincitori, che riportiamo di seguito:

CATEGORIA BIANCHI:

1.    ASTORIA VINI | DOCG VALDOBBIADENE PROSECCO SUP. EXTRADRY MILL. MILLESIMATO 2013.

2.    VIGNE PIERO MANCINI | DOCG VERMENTINO DI GALLURA SPUMANTE BRUT VINO SPUMANTE 2013

3.    CONTINI | DOC VERMENTINO DI SARDEGNA PARIGLIA 2013

CATEGORIA ROSSI:

1.    CANTINA OLIENA  | DOC CANNONAU DI SARDEGNA NEPENTE RISERVA CORRASI 2008

2.    CANTINA SANTADI | DOC CARIGNANO DEL SULCIS SUPERIORE TERRE BRUNE 2010

3.    F.LLI PUDDU SOC.AGR | DOC CANNONAU DI SARDEGNA NEPENTE NEPENTE DI OLIENA 2010

CATEGORIA VINI DA DESSERT:

1.    TANCA GIOIA | IGT ISOLA DEI NURAGHI QUAE 2011

2.    CS GALLURA  | DOC MOSCATO DI SARDEGNA MOSCATO DI TEMPIO

3.    CS GALLURA | IGT ISOLA DEI NURAGHI PASSITO ZIVULA 2011

SEZIONE SPECIALE VINO BIOLOGICO:

EVARISTIANO | DOC CANNONAU DI SARDEGNA ARISTO 2013

I vincitori, quasi tutti presenti, hanno ricevuto il premio della propria categoria, un particolare porta bottiglia in plexiglass disegnato e realizzato appositamente per l’occasione. Inoltre l’orafo nuorese Nicola Manca – ditta Nico Gioielli – ha voluto donare uno splendido anello alla manifestazione, offerto alla sig.ra Puddu, che ha ritirato il terzo premio dei vini rossi per l’azienda Puddu.

Anche un altro artigiano, Franco Cheri, ha voluto realizzare un regalo per B’NU: una struttura in ferro battuto forgiata per contenere le 10 bottiglie vincitrici del concorso, esposta all’interno dell’EXME’ per questi tre giorni.

 L’atmosfera natalizia sarà la piacevole cornice ideale del B’WEEK per accogliere e accompagnare il visitatore all’interno delle iniziative che prevedono un interessante fine settimana di musica, cucina di qualità e naturalmente ottimo vino, anche per il brindisi di auguri per le prossime festività. Il nostro week end è naturalmente con B’nu.

L’edizione 2014 del B’WEEK si preannuncia ancora più ricca di iniziative rispetto agli scorsi anni grazie alle cene d’autore curate da chef sardi di successo che racconteranno la preparazione dei piatti e i segreti per abbinare i vini più adatti ad esaltare i sapori tradizionali.

Nell’elegante ristorante allestito appositamente per BINU all’interno dell’Exme’ si potrà assistere ai vari showcooking e degustare i piatti abbinati ad un vino presentato da un sommelier:

· Venerdi’ 19 dicembre: chef Mauro Pischedda del Lanthia Resort di Santa Maria Navarrese preparerà un filetto di maiale nostrano in crosta di pistoccu, salsa di fichi secchi su cicorietta agreste.

· Sabato 20 dicembre chef Francesco Nanu del Ristorante Il Rifugio di Nuoro, che ci delizierà con due piatti d’autore: Crudo di bue melina battuta a coltello su misticanza e scagliette di grananglona; Risotto “Carnaroli” con i funghi “trombetta dei morti” e code di gambero rosso.

· Domenica 21 dicembre chef Stefano Deidda del Ristorante “Il Corsaro” di Cagliari.
Il suo piatto è: Terrina di maialino, melanzana alla brace, glassa di prosciutto e composta di fichi d’india.

Sarà possibile conoscere e degustare anche eccellenti produzioni di olio, mentre per i più piccoli sia sabato che domenica alle 18.00 sarà possibile partecipare ai Laboratori del Man. Inoltre, sabato 20 dicembre alle ore 17, si terrà la Presentazione della Guida Essenziale ai vini d’Italia, un dialogo sul mondo del vino tra: Francesco Muscau (Associazione Culturale Eccofood), Dario Capelloni (Giornalista Enogastronomico, Vice Curatore della Guida Essenziale ai Vini d’Italia), Paolo Savoldo (Cantina “Fradiles”, cantina emergente dell’anno in Italia per la Guida Essenziale ai Vini d’Italia). Sempre nella giornata di sabato sarà ospite del B’Week per illustrare i vini Andrea Balleri, il miglior sommelier A.I.S. d Italia.

La cultura artigianale e le tradizioni del nostro territorio saranno poi presentate ai visitatori da numerosi artigiani che esporranno e venderanno i loro prodotti nei mercatini di Natale allestiti nel piano superiore dell’Exmè. 24 artigiani delle varie arti: (ceramiche, legno, ferro, tappeti, vetro, miele, liquori, sculture di carta, pane, dolci, riso e bottarga ecc.) Franco Cheri, Dinamos Gioielli, Spazio Mazzini, S’Arantzada, Kera Pinta, NicoGioielli, Rosaura Sanna, Orgosolo Liquori, Dolsena, Creazioni Satodà, CSB-Sculture di libri, Eugenia Pinna, Sandro Moro Vetro Design, Il Legno Animato, Ris’Oristano, Gusti pregiati, Panificio Soru Francesco, Apinath Miele di Sardegna, Valeria Tola Ceramiche, Creazioni Antonello, L’Oasi Deliziosa, Ceramiche Ortobene, Pina Monne, La Robbia- Tinture Naturali. Sempre al piano superiore dell’EXME’ si potranno acquistare i vini partecipanti al concorso, e non solo, presso i punti vendita delle due enoteche presenti: Spirito DiVino e Il Girasole.

Il B’Week è l’evento conclusivo della Terza Edizione del Concorso Enologico Nazionale B’nu, promosso dalle Camere di Commercio di Nuoro, Oristano, Cagliari e Sassari, d’intesa con l’Agenzia Laore, l’AIS – Associazione Italiana Sommelier, l’O.N.A.V. – Organizzazione Nazionale Assaggiatori Vino e il comune di Nuoro. Il concorso, approvato dal Ministero per le Politiche Alimentari, Agricole e Forestali, è dedicato ai vini IGT, DOC e DOCG prodotti in tutto il territorio italiano, suddivisi in tre categorie: bianchi, rossi e vini da dessert, con una sezione speciale riservata ai vini biologici DOC e DOCG.

L’edizione del Concorso Enologico Nazionale B’nu del 2014 ha riscosso un notevole successo: ben 215 vini, provenienti dalla Sardegna, Campania, Veneto, Sicilia, Calabria e Piemonte sono stati presentati alla selezione, un numero apprezzabilmente in crescita rispetto alle passate edizioni, evidenziando un rinnovato interesse per l’iniziativa.