28 March, 2024
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Il contesto nel quale operano le banche è in forte evoluzione per effetto dell’evoluzione tecnologica e dei clienti (privati e business) che richiedono nuove modalità di dialogo ed interazione. Una serie di fenomeni esogeni ed endogeni nel settore bancario rende necessaria una profonda riflessione sulle possibili traiettorie di sviluppo che le istituzioni finanziarie dovranno percorrere nel prossimo futuro e che avranno un impatto ampio su tutto l’ecosistema in cui queste operano, nessuno stakeholder escluso (clienti, dipendenti, fornitori, ecc.). Solo per citarne i principali:

  • il cambiamento dei modelli di comportamento dei consumatori e delle aziende;
  • gli impatti dell’affermarsi di nuove tecnologie digitali (ad esempio, Intelligenza Artificiale, Cloud Computing, Internet of Things, ecc.);
  • alcune spinte di deregulation (ad esempio, PSD2);
  • il permanere di scenari di tassi bassi e di curve dei rendimenti pressoché piatte.

È in questo contesto che The European House – Ambrosetti e Openjobmetis hanno realizzato la ricerca di Ambrosetti Club “Le Banche del Futuro”, con l’obiettivo di comprendere gli impatti della transizione in atto con particolare attenzione alle implicazioni su strategie, offering, modelli organizzativi e “capitale umano”.

La survey realizzata per la ricerca, in collaborazione con Openjobmetis, evidenzia infatti la progressiva riduzione della fidelizzazione delle aziende, la minore interazione delle PMI italiane con le banche e l’affermazione dei nuovi strumenti digitali.

Condizioni economiche, presenza di un gestore dedicato, strategie omni-canale e offerta di nuovi servizi sono tra i fattori che le PMI italiane guardano con maggiore attenzione nel selezionare la propria banca: tutti fattori che contraddistinguono il modello di business tipico delle aziende Fintech che già operano su più segmenti dell’industria bancaria.

Ed è proprio in questo nuovo scenario che si inseriscono attori “non tradizionali” – aziende Fintech e Big Tech – che fanno del focus sul cliente e dell’uso della tecnologia il loro paradigma operativo. Queste aziende prosperano grazie all’utilizzo intelligente dei dati che costituisce il loro asset principale: la conoscenza, un patrimonio tipicamente immateriale che è il vero generatore dei loro profitti.

Siamo di fronte all’affermazione della cosiddetta “intangible-rich economy. «Il passaggio a un’economia in cui gli investimenti in asset intangibili prevalgono su quelli in asset tangibili è cruciale per il sistema bancario – sottolinea l’economista Pier Carlo Padoan, advisor della ricerca e componente della V Commissione “Bilancio, Tesoro e Programmazione” della Camera dei Deputati, oltre che già ministro dell’Economia e delle Finanze per due mandati, ciò determina una modifica importante nella domanda e nell’offerta di servizi finanziari, cui potenzialmente si aggiungono nuovi servizi a valore aggiunto che non appartengono al perimetro tipico delle aziende bancarie, ma che sono abilitati da una più ampia ricerca e valorizzazione dei dati dei clienti». Inoltre, se in passato gli asset tangibili (come l’infrastruttura IT legacy e la rete degli sportelli) erano un punto di forza e una “barriera all’entrata” per i nuovi concorrenti, con la rivoluzione tecnologica in atto oggi si sono trasformati in barriere all’uscita, che possono frenare l’innovazione e mettere a rischio il ritorno economico degli operatori incumbent.

L’effetto congiunto di globalizzazione, regolamentazione e digitalizzazione trasforma l’arena competitiva, in cui si polarizzano i modelli di business tragrandi banche “universali” e “specialty bank”, circondate da un numero crescente di Fintech che troveranno una relazione di competizione, co-opetition o collaborazione con le banche. In un simile quadro gli attori che rischiano di più sono le banche “mediane” per dimensioni e focus di business e cioè quasi l’intero sistema bancario italiano.

«Oggi le banche tradizionali devono cambiare il proprio DNA, traendo ispirazione dai modelli di business delle aziende Fintech, più dinamiche e snelle – commenta Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti – Le Fintech nascono per soddisfare un bisogno specifico di uno specifico segmento di clienti e, facendo un uso intelligente dei dati delle aziende clienti, riescono a coprire nuovi segmenti dei servizi finanziari fino ad offrire servizi a valore aggiunto, spesso rivolti al mondo bancario stesso.»

L’analisi realizzata da The European House – Ambrosetti sui modelli di businessadottati dalle top 250 aziende Fintech a livello globale (classificate da CB Insight) rivela che la maggior parte di queste aziende si occupa di servizi di incasso e pagamento e di processi bancari (entrambi pari al 25% del campione). Si osserva, però, anche una elevata focalizzazione sulla clientelaRetail (42% del campione) e Commerciale (30% del campione, soprattutto nelle aree degli incassi/pagamenti del B2B e dei servizi a valore aggiunto).

In parallelo anche le Big Tech stanno già fornendo servizi finanziari, non solo nell’area dei pagamenti ma anche del finanziamento del capitale circolante delle aziende presenti nei loro marketplace, favorite da un sistema regolatorio e normativo spesso più favorevole rispetto a quello definito per gli operatori bancari.

Quale che sia la forma del futuro ecosistema finanziario ed il tipo di relazione, competitiva o collaborativa, tra i diversi attori, le banche dovranno ripensare le modalità di relazione col cliente (secondo un approccio customer-centrico) e affrontare la trasformazione digitale, sfruttando le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dotandosi di architetture IT open. Entrambi questi aspetti determineranno un forte impatto sulle risorse umane sia per reclutare i nuovi talenti digitali necessari alla trasformazione, sia per trasformare il personale interno, senza il quale sarà di fatto impossibile raggiungere il numero di persone necessario al cambiamento, sia per definire nuovi modelli organizzativi.

«Nella Banca del Futuro, la conoscenza e la relazione con il cliente resteranno un asset fondamentale per le banche – commenta Rosario Rasizza, Amministratore Delegato di Openjobmetis – L’evoluzione tecnologica sta però cambiando il rapporto tra aziende clienti e banche: ciò richiederà al personale dedicato alle attività di front e back-office nuove competenze, sia hard (tecnologiche) che soft (relazionali), soprattutto nei servizi a valore aggiunto. Su tale punto occorre un deciso cambio di marcia nella ridefinizione dei curricula di studio del sistema formativo secondario superiore e terziario italiano, affinché si possa colmare l’attuale mismatch tra domanda e offerta nel mercato del lavoro nazionale. Questa è la sfida che Openjobmetis ogni giorno insieme alle sue società controllate – Corium, HC, Meritocracy e Seltis – si pone di affrontare puntando sulla formazione e sulla riqualificazione dei talenti e delle competenze.»

Alla luce delle analisi realizzate e delle indicazioni raccolte dal Comitato Guida che ha indirizzato la ricerca Club e da importanti business leader ed esperti del settore finanziario intervistati in Italia e nel mondo, The European House – Ambrosetti ha individuato dieci raccomandazioni indirizzate ai policy maker e alla leadership delle banche:

  1. Eliminare le forme di «penalizzazione» (regolamentari) che rendono meno conveniente per le banche investire in asset intangibili.
  2. Stimolare un’offerta di servizi che supporti le piccole e medie imprese che vogliono investire in asset intangibili.
  3. Definire e implementare una regolamentazione omogenea (level playing field) a livello europeo per gli operatori finanziari e non.
  4. Definire nuovi modelli collaborativi per guidare la trasformazione digitale del settore.
  5. Predisporre meccanismi per facilitare la diffusione dell’Open Innovationnel settore bancario.
  6. Presidiare i rischi su governance e security nel nuovo contesto competitivo.
  7. Rafforzare l’attrattività delle banche incumbent verso i “talenti digitali”, ripensando il “patto di lavoro”.
  8. Favorire l’evoluzione del sistema dell’istruzione nazionale, per migliorare la capacità di fornire profili idonei alla competitività
  9. Diffondere la “cultura di aggiornamento permanente” come leva di professionalizzazione individuale.
  10. Prevedere incentivi finanziari per contenere gli effetti quali-quantitativi della trasformazione competitiva.

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Era stato annunciato che il 2018 sarebbe stato un anno di cambiamento e di nuove assunzioni per la Pubblica Amministrazione. Finalmente pochi giorni fa la ministra della Pubblica Amministrazione Marianna Madia ed il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, hanno firmato il decreto che autorizza ad assumere e a bandire concorsi in varie amministrazioni: Agenzia delle dogane, ministero dell’Interno, Inail, etc., inoltre il decreto prevede oltre 70 mila stabilizzazioni di personale precario, tra i quali anche 18mila insegnanti. Tutto questo per far fronte agli 80mila pensionamenti, seppure nei limiti del turnover. Tra posti sbloccati e messi a bando si arriva a oltre 1.890 nuove risorse da assumere nel periodo 2018/2020. A questi posti si aggiunge anche … 

L’articolo completo è consultabile nel sitohttp://www.suntini.it/diariolavoro_pa.html .  

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Una nuova richiesta di conclusione dell’iter di trasferimento delle risorse spettanti ai Comuni gravati da servitù militari in Sardegna previsti dalla legge 104 del 1990 e dalle successive modifiche ed integrazioni, è stata avanzata dai sindaci Antonello Ecca di Arbus, Anna Paola Marongiu di Decimomannu, Luca Montella di La Maddalena, Mariano Carta di Perdasdefogu, Teresa Pintus di Sant’Anna Arresi, Daniele Serra di Teulada, Gian Luigi Serra di Ulassai, Giuseppe Loi di Villanova Strisaili e Sandro Porcu di Villaputzu, al ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, al ministro della Difesa Roberta Pinotti, al presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru e, per conoscenza, al presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana.

«Nel mese di marzo i sindaci dei comuni sardi interessati da servitù militari hanno scritto una lettera al ministro della Difesa, al presidente della giunta regionale e al presidente dell’ANCI Sardegna per significare gli interminabili ritardi nell’erogazione dei fondi a ristoro dei disagi e dei vincoli per la presenza dei poligoni e delle esercitazioni. Risorse destinate ai Comuni e da questi utilizzate per la realizzazione di opere pubbliche e politiche sociali a beneficio dell’intera comunità – scrivono i sindaci -. In data 9 maggio un comunicato a firma della Presidenza della Giunta regionale riportava la notizia dell’avvenuta sottoscrizione da parte del ministro Padoan del decreto che quantifica i parametri per l’erogazione del contributo ai Comuni e si stimava un tempo di conclusione dell’iter pari a circa un mese. Ad oggi però non si hanno notizie dell’effettiva conclusione dell’iter e questo è oggetto di forte preoccupazione dei sindaci scriventi visto il termine ultimo del 15 luglio quale obbligo per tutti i comuni di trasmissione della richiesta di acquisizione o di cessione degli spazi finanziari annuali (di cui all’art. 4 del D.P.C.M. 21/02/2017, n. 21). Un ulteriore ritardo nell’erogazione dei fondi in oggetto non solo rischia di compromettere la corretta programmazione delle risorse entro tale data, ma in caso di trasferimento tardivo essi rischiano di finire in avanzo di amministrazione rendendoli di fatto inutilizzabili.»

«Per questi motivi, considerati anche i tempi tecnici necessari per il trasferimento dei fondi dallo Stato alla Regione e da questa ai Comuni è assolutamente necessario concludere l’iter nei prossimi giorni, in caso contrario tali risorse saranno di fatto del tutto vane. Oltre al danno, la beffa. Chiediamo quindi notizie sull’avanzamento dell’iter procedurale necessario e, nel caso in cui questo non sia di immediata conclusione, chiediamo una pronta e decisa presa di posizione – concludono i sindaci – per scongiurare il sopraccitati rischi e dare finalmente seguito agli impegni presi, nell’esclusivo interesse delle nostre comunità.»

 

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Il ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan ha firmato il decreto che quantifica i parametri per l’erogazione del contributo ai Comuni maggiormente oberati da servitù militari. Lo annuncia il presidente della Regione Francesco Pigliaru, in una lettera inviata questo pomeriggio ai sindaci dei Comuni interessati e al presidente dell’Anci regionale, in cui spiega di averne ricevuto oggi comunicazione formale.

«La Difesa, come da notizie forniteci, stima di poter chiudere tutte le procedure per il trasferimento delle risorse alle Regioni nel tempo di un mese – aggiunge Francesco Pigliaru, che cita l’incontro dello scorso 13 aprile. In quell’occasione, ricorda il Presidente – abbiamo condiviso la necessità di una nostra costante interlocuzione in materia di incidenza della presenza militare nell’Isola, con particolare riferimento alla questione legata ai contributi. È una notizia che stavamo attendendo e il percorso amministrativo non è ancora concluso. Rinnovo, pertanto l’impegno della Presidenza a voler seguire costantemente anche gli ultimi passaggi procedurali.» 

La lettera si chiude ricordando ai Sindaci che è necessario, da parte delle amministrazioni, elaborare ed inviare alla Presidenza la programmazione degli interventi che si intendono avviare utilizzando tali risorse che, come prevede la normativa, «devono essere destinate alla realizzazione di opere pubbliche e servizi sociali nei Comuni».

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Oggi a Expo Milano 2015 si è celebrata la “Giornata Mondiale dell’Alimentazione”, alla presenza del Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon e del Direttore Generale della FAO, José Graziano Da Silva. Una giornata importante, che ha visto la consegna proprio a Ban Ki Moon, da parte del Ministro delle Politiche Agricole, Forestali e Alimentari, Maurizio Martina, della Carta di Milano, la più importante eredità immateriale dell’Esposizione Universale. Nel corso dell’evento, il primo cittadino di Milano, Giuliano Pisapia, ha invece consegnato, sempre a Ban Ki Moon, il Patto tra i sindaci di centinaia di grandi città del mondo per l’attuazione di politiche alimentari urbane sostenibili.

La giornata, che ha visto la partecipazione di numerose personalità, come Sua Maestà la Regina Letizia di Spagna, il Presidente della Slovenia, Borut Pahor, il Ministro degli Affari Esteri, Paolo Gentiloni, si è aperta con la visita a Padiglione Zero del Segretario Generale delle Nazioni Unite, accompagnato dal Commissario Unico delegato del Governo per Expo Milano 2015, Giuseppe Sala. Nel pomeriggio ecco la sessione di lavoro “Finance for food”, alla quale ha partecipato anche il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan. Ban Ki Moon, in compagnia della moglie Yoo, ha poi visitato altri padiglioni, come Palazzo Italia, gli Emirati Arabi e l’area Kinder+Sport, dove ha incontrato il campione di calcio Roberto Baggio, ambasciatore della Fao, e il presidente di Ferrero, Francesco Paolo Fulci.

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il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al World Food Day Giornata Mondiale dell'Alimentazione a Expo Milano 2015. MILANO, 16 OTTOBRE 2015.  ANSA/STEFANO PORTA

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I ministri dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e del Lavoro, Giuliano Poletti, hanno firmato il decreto che ripartisce le risorse destinate agli ammortizzatori sociali del 2014 su base regionale. Alla Sardegna sono stati destinati 55 milioni di euro. Lunedì 18 maggio, a Cagliari, si svolgerà l’incontro del Tavolo partenariale, nel corso del quale verranno stabiliti i criteri di assegnazione dei fondi per i lavoratori in cassa integrazione e mobilità in deroga.
Spetterà all’INPS erogare nel più breve tempo possibile gli ammortizzatori sociali.
«La maggior parte delle risorse – ha detto Virginia Mura, assessore regionale del Lavoro – sarà destinata a quei lavoratori che finora hanno percepito di meno. Prosegue, intanto, il confronto con il Governo per il reperimento delle risorse in grado di soddisfare l’intero fabbisogno dell’anno scorso e dell’intero 2015.»

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«La Regione non ha ritirato e non ha, al momento, intenzione di ritirare i ricorsi promossi contro lo Stato in materia di entrate». Lo ha dichiarato questa mattina l’assessore regionale della Programmazione, Raffaele Paci, nel corso dell’audizione nella Commissione Bilancio, riunita in Consiglio regionale per l’esame dell’assestamento alla manovra finanziaria 2014-2016.

Il punto 5 dell’accordo sul patto di stabilità, sottoscritto lo scorso 21 luglio dal presidente della Giunta, Francesco Pigliaru e dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, affermava l’impegno della Regione a ritirare, entro il 16 settembre 2014, «tutti i ricorsi contro lo Stato pendenti dinnanzi alle diverse giurisdizioni relativi alle impegnative di leggi o atti consequenziali in materia di finanza pubblica».

La #CGIA di Mestre, con un intervento del segretario Giuseppe Bortolussi, smentisce il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sul pagamento dei debiti alle imprese.

Questo il comunicato ufficiale.

«La primavera scorsa Renzi aveva annunciato nella trasmissione di “Porta a Porta” che entro il 21 settembre, giorno di San Matteo, la #Pubblica Amministrazione (Pa) avrebbe pagato tutti i debiti contratti con le imprese. Purtroppo, la promessa non è stata mantenuta.

• Gli ultimi dati ufficiali

Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Economia, nel biennio 2013-2014 sono stati messi a disposizione 56,8 miliardi di euro: entro il 21 luglio 2014 (ultimo aggiornamento disponibile) ne sono stati pagati 26,1. In buona sostanza, l’incidenza dei pagamenti effettuati sul totale delle risorse stanziate si ferma al 46 per cento. Per estinguere completamente le risorse a disposizione le aziende devono ricevere ancora 30,7 miliardi di euro.

 • Le previsioni al 21 settembre

Stando alle dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa dal ministro Pier Carlo Padoan, dopo il 21 lugliosarebbero stati pagati altri 5/6 miliardi di euro. Pertanto, la cifra totale erogata sino ad oggi dovrebbe attestarsi attorno ai 31/32 miliardi di euro, pari al 56 per cento circa del totale stanziato. In termini assoluti alle imprese rimarrebbero da saldare altri 24/25 miliardi di euro.

 • A quanto ammonta complessivamente il debito della Pa?

Al di là del mancato pagamento di tutte le risorse messe a disposizione, rimane una questione da chiarire: a quanto ammonta lo stock di debito accumulato dalla Pa nei confronti delle imprese? Purtroppo, attualmente non si dispone di dati ufficiali. Chi ha cercato di stimarne l’importo è laBanca d’Italia. Secondo i dati riportati nella “Relazione annuale 2013”, presentata a Roma il 30 maggio scorso, alla fine del 2013 i debiti commerciali della Pa ammonterebbero a poco più di 75 miliardi. Una cifra, secondo la CGIA, molto sottostimata. Comunque se dallo stock dimensionato dalla Banca d’Italia togliamo 8,4 miliardi di euro che sono stati ceduti a intermediari finanziari con la clausola del pro soluto, lo stock di debito nei confronti delle imprese ammonterebbe a poco più di 66,5 miliardi di euro.

«Se sino ad oggi dovrebbero essere stati pagati circa 31/32 miliardi di euro – fa notare il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – per azzerare complessivamente il debito accumulato con le aziende, la Pa deve pagare, in linea di massima, ancora 35 miliardi di euro.»

 Una cifra imponente che nel frattempo potrebbe aumentare ulteriormente a seguito del perdurare dei ritardi con cui la nostra Pa continua a pagare i fornitori.

«Nonostante gli sforzi fatti dagli ultimi Esecutivi siano stati encomiabili, lo Stato italiano rimane il peggiore pagatore d’Europa. Sebbene la Direttiva europea 2011/7/Ue imponga alle Pa di pagare le forniture commerciali entro 30 giorni – conclude Bortolussi – tranne alcune eccezioni riguardanti principalmente i servizi sanitari, per i quali il limite è di 60 giorni, nel 2014, secondo Intrum Justitia, la media in Italia è di 165 giorni. Se in questo ambito anche le Pubbliche amministrazioni di Grecia, Cipro, Serbia e Bosnia sono più efficienti della nostra, vuol dire che il lavoro da fare è ancora molto.»

Francesco Sanna copia

«Il ministro dell’Economia, prof. Pier Carlo Padoan, ha firmato i due attesissimi decreti che sbloccano la cassa integrazione in deroga, per il periodo febbraio/agosto 2014, a favore dei lavoratori di #Keller Elettromeccanica degli stabilimenti di Villacidro e Carini.»

Lo ha reso noto, questa mattina, il deputato del Partito democratico Francesco Sanna, che nei giorni scorsi a Roma aveva sollecitato al ministro la definizione della procedura, che ora verrà attuata con rapidità dal ministero del Lavoro e consentirà ai lavoratori di percepire le mensilità arretrate di cassa integrazione.

«Giudico inoltre molto positivamente la proroga di un mese concessa dal #Tribunale di Cagliari al commissario giudiziale, avvocato Nicola Maione, per predisporre la relazione illustrativa delle possibilità di ricollocare nel mercato le produzioni e i servizi di #Keller. Si tratta di un tempo prezioso per sollecitare e raccogliere manifestazioni di interesse per la vendita dello stabilimento ed esplorare tutte le prospettive di possibili commesse con l’obiettivo della vendita ad un operatore serio. La scelta di utilizzare lo strumento della amministrazione straordinaria, l’impegno immediato e fattivo del commissario, la collaborazione del sindacato e del sistema istituzionale sardo e nazionale – ha concluso il deputato iglesiente – si rivelano il metodo giusto e producono risultati intermedi immediatamente apprezzabili.»

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Questa mattina nel corso di una conferenza stampa l’assessore dei Trasporti, Massimo Deiana, e l’amministratore delegato della #Compagnia italiana di navigazione, Ettore Morace, hanno siglato il protocollo d’intesa con dieci nuove attività promozionali a favore dell’Isola. All’incontro ha partecipato il presidente della #commissione Trasporti del Consiglio regionale, Antonio Solinas. L’accordo prevede un pacchetto di agevolazioni per i sardi, gli emigrati, le merci, ma anche per i non residenti in partenza per la Sardegna.
«Abbiamo raggiunto un primo obiettivo che in fase sperimentale consentirà ai sardi e non solo di avere tariffe scontate e altri vantaggi, comprese le maggiori entrate derivanti dal trasferimento della sede legale di CIN in Sardegna – ha detto l’assessore Deiana -, dopodiché seguirà l’apertura di una vertenza col Governo nazionale per giungere a luglio 2015, cioè alla fine del primo periodo regolatorio, a una profonda rivisitazione della convenzione perché riteniamo il contratto di servizio fortemente carente, fondato su parametri di traffico non corretti e complessivamente non rispettoso delle reali esigenze di collegamento della Sardegna.»
L’accordo raggiunto con la compagnia di navigazione fa seguito alla razionalizzazione delle tratte Civitavecchia-Cagliari e #Genova-Olbia-Arbatax da ottobre ad aprile.
«La necessità di limitare le corse a trisettimanali nel periodo invernale su Civitavecchia da Cagliari, per esempio, è dettata da circostanze obiettive puntualmente esaminate – ha continuato l’assessore – preso atto che il coefficiente di riempimento dei traghetti in quello stesso periodo è stato prossimo allo zero. Non è concepibile che una nave con 2700 posti viaggi vuota o quasi, non è conveniente prima di tutto per i sardi che vedono così dissipate risorse da impegnare più proficuamente in altri servizi.»
Il coefficiente di riempimento della tratta #Cagliari-Civitavecchia e ritorno tra gennaio e aprile dello scorso anno è stato di poco superiore al 3 per cento, riguardo ai passeggeri, e intorno al 2 per cento, per le auto, con cali sino all’uno per cento, ad esempio il 30 marzo, quando la nave è salpata dal porto laziale con 50 passeggeri, 14 auto e 15 rimorchi. Confermando dunque un trend consolidato, da giugno 2013 a maggio 2014 la media di occupazione passeggeri è stata del 7,07 per cento, quella delle auto del 5,98 per cento e quella dei camion pari al 20,61 per cento.
Le novità più rilevanti dell’intesa riguardano le tariffe che saranno ridotte del 50 per cento rispetto a quelle “residenti” sulla linea Cagliari-Civitavecchia nel periodo invernale in cui si effettueranno tre viaggi settimanali, mentre non aumenteranno i costi per le merci sulle tratte principali per Genova, Livorno, Napoli e sempre per Civitavecchia. Il biglietto residenti sarà applicato agli emigrati sardi su tutte le rotte per la Sardegna e nel periodo estivo anche su Genova/Porto Torres e su Civitavecchia/Olbia, linee non in convenzione dove pertanto non esiste alcun obbligo di riduzioni. La tariffa promozionale da 123 euro per due passeggeri più auto, cabina e cena andata e ritorno, sarà applicata ai non residenti in partenza dal Continente verso l’Isola in occasione di eventi importanti da definire con l’assessorato del Turismo, in media e bassa stagione.L’accordo tra Regione e CIN contiene anche una serie di correttivi sulla frequenza delle tratte gestite dalla #Tirrenia. Aumenteranno da cinque a sei alla settimana le partenze su Livorno a seguito di richieste da parte della Regione o degli autotrasportatori. La società di navigazione a fronte di circostanze rilevanti, come per esempio manifestazioni sindacali o gare sportive e comunque su indicazione dell’amministrazione regionale, potrà effettuare corse straordinarie sulla tratta per Civitavecchia nel periodo invernale con cadenza trisettimanale. La frequenza giornaliera su questa linea sarà comunque ripristinata qualora l’occupazione media di passeggeri e merci dovesse superare stabilmente il 20 per cento. La CIN garantirà inoltre l’assunzione di almeno trenta marittimi durante la stagione estiva attinti dal turno generale della #Capitaneria di Porto di Cagliari. Non ultimo, in termini di ricadute economiche a favore della Sardegna è il decimo punto del protocollo che prevede il trasferimento della sede legale della compagnia di navigazione nell’Isola. 
Proprio nel giorno della firma del protocollo d’intesa tra Regione e #Cin-Tirrenia, otto deputati del Partito democratico, primo firmatario Francesco Sanna, hanno presentato un’interrogazione urgente a risposta orale in commissione, al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, ed al ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, sulla convenzione stipulata con la #Compagnia Italiana di Navigazione spa in data 18 luglio 2012, che regola l’esercizio di collegamenti marittimi in regime di servizio pubblico sovvenzionato tra la penisola italiana e le isole maggiori e minori. L’interrogazione chiede, tra l’altro, «il contenuto analitico delle richieste della società ai sensi dell’articolo 9 della Convenzione volte al riequilibrio economico-finanziario; il contenuto analitico della ipotesi di ridimensionamento della prestazione sovvenzionata di servizio pubblico su cui concorderebbero il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed il ministero dell’Economia e delle Finanze; il contenuto analitico di eventuali controproposte elaborate dai ministeri vigilanti o dalla Regione Sardegna nel corso del procedimento di verifica per rendere meno impattante il riequilibrio economico finanziario sui servizi di trasporto; la previsione degli effetti prodotti dal prospettato ridimensionamento dei servizi sui flussi commerciali, assetti portuali, circolazione di persone e merci sulle infrastrutture di trasporto delle regioni interessate.»