20 April, 2024
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È andato a Cloes, allevata da Raffaele Mulas, il 59° Premio Regionale Sardo che si è disputato nell’azienda Agris di Tanca Regia, ad Abbasanta.
Un’edizione molto partecipata alla quale hanno preso parte 287 cavalli.
La cavalla di tre anni ha vinto la combinata, che metteva insieme i risultati del salto in libertà, dove è arrivata seconda, e della prova morfo-attitudinale, dove è arrivata terza. Cloes ha totalizzato 237,6 punti. Alle sue spalle Coupe de Rain, allevata da Enrico Olla e di proprietà di Giangavino Serra, presentato da Antonio Niedda. Terzo posto per Hannibal Lecter, allevato da Antonio Piras e di proprietà di Enrica Dettori, presentato da Riccardo Dettori. Il salto in libertà (quello senza cavaliere) è stato vinto per i sella italiano da Campidanu, allevato da Efisio Lepori di Santa Giusta e presentato da Agostino Mascia. Fra gli anglo arabi di tre anni successo per Coro Eranu, allevato da Luigu Ladu di Benetutti e presentato da Andrea Pes.
Per quanto riguarda i due anni, primo posto nella prova di attitudine al salto di Deboi, allevata e presentata da Leonardo Galleri di Villanova Monteleone. Il migliore degli anglo arabi è stato invece Doria di Francesco Murgia, ma sempre di Villanova Monteleone.
Le premiazioni sono state effettuate dal dirigente dei Servizi Ippici Agris, Raffaele Cherchi, il presidente della Fise Sardegna Stefano Meloni e la sindaca di Abbasanta Patrizia Carta.
«Abbasanta è da sempre legata a Tanca Regiaqueste le parole della prima cittadina -. Questa e altre manifestazioni danno risalto regionale e nazionale al nostro paese. Sono un valore aggiunto che speriamo sia sempre più coinvolgente.»
Antonio Caria

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«La Giunta regionale della Sardegna ha accolto le nostre proposte a sostegno delle associazioni sportive equestri dilettantistiche regionali.»
Possono essere soddisfatti i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Francesco Mura, Fausto Piga e Nico Mundula dopo l’approvazione, all’interno del disegno di legge 162 sugli aiuti post emergenza Coronavirus, di un intervento straordinario a favore degli operatori del comparto ippico ed equestre.
«Si tratta di misure fondamentali – ribadiscono Francesco Mura, Nico Mundula e Fausto Piga per sostenere il settore dell’equitazione, in cui la Sardegna vanta una lunga e prestigiosa tradizione. Auspichiamo ora una attuazione celere del provvedimento da parte della Giunta e delle strutture regionali.»
Un allarme che era stato lanciato dopo la decisione di sospendere, sempre per via del Covid, tutte le manifestazioni sportiva, comprese quelle ippiche. Una richiesta che i tre esponenti del partito di Giorgia Meloni avevano ribadito anche in una lettera inviata all’assessora regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, e al commissario straordinario di Agris, Raffaele Cherchi.
«Siamo soddisfattiha concluso il capogruppo Francesco Mura -, la nostra proposta si è rivelata decisiva per poter dare risposte concrete ai gestori dei circoli ippici della Sardegna.»

 

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Sono trascorsi quasi tre lustri dalla soppressione dell’Istituto di incremento Ippico della Sardegna decisa nel 2005 dalla Giunta Soru. La scomparsa dell’Istituto, punto di riferimento per allevatori, proprietari, associazioni equestri e semplici appassionati ha lasciato un vuoto di governance con effetti devastanti per l’intero comparto. Uno scenario desolante a leggere i dati: rispetto a dieci anni fa, il numero delle fattrici in produzione è calato di oltre il 60%. I puledri nati in Sardegna del 65%. Nel 2018 in Italia si sono registrate 1100 nascite di cavalli da sella: solo 194 sono state registrate nell’Isola: il 17% del totale contro il 70% di dieci anni fa. Anche la produzione di cavalli anglo arabi ha registrato una severa flessione: nel 2018 su 481 esemplari nati in Italia solo 332 provengono dalla Sardegna che in precedenza vantava il 95% della produzione nazionale.

Per porre rimedio a questa situazione è stata presentata in Consiglio regionale una proposta di riordino del comparto ippico sardo, primo firmatario il capogruppo dei Riformatori sardi Aldo Salaris, da ieri all’attenzione della commissione “Attività Produttive”. Il documento punta a colmare il vuoto operativo lasciato dalla soppressione dell’Istituto di incremento ippico le cui funzioni sono oggi in capo ad Agris. La proposta di legge prevede la creazione di un’Agenzia regionale per lo sviluppo e la valorizzazione ippica (ASVI) con lo scopo di dare a tutti gli operatori un unico interlocutore istituzionale dotato di autonomia gestionale e finanziaria. Sul provvedimento, la commissione presieduta da Piero Maieli (Psd’Az) ha avviato ieri una serie di audizioni con tutti gli operatori del settore (Allevatori, associazioni agricole, associazioni equestri, operatori turistici, università e gestori degli ippodromi). L’ambizioso obiettivo è quello di intervenire in tutti i settori collegati al mondo del cavallo: lo sport, il turismo, la cultura, l’ambiente e la tutela della biodiversità con particolare riguardo alla protezione delle razze autoctone.

La Regione

Ad inaugurare il ciclo di audizioni sono stati l’assessore dell’Agricoltura Gabriella Murgia ed il commissario di Agris Raffaele Cherchi.

L’assessore dell’Agricoltura ha assicurato la massima attenzione dell’esecutivo per il rilancio del settore: «Il comparto è in forte crisi, c’è bisogno di una riforma seria. L’accorpamento delle funzioni dell’ex Istituto di incremento ippico in Agris non ha portato benefici. Bisogna pensare a un nuovo modello di governance». Idea condivisa dal commissario di Agris Raffaele Cherchi: «La Sardegna ha perso la leadership nel settore che aveva conservato fino ai primi anni 2000. Mentre prima esportavamo cavalli oggi li importiamo. I dati fanno riflettere e giustificano l’esigenza di una nuova normativa di riferimento. Occorre sganciare il comparto dall’agricoltura e pensare a un nuovo modello di gestione che contempli le altre attività legate all’allevamento del cavallo (ippoterapia, turismo equestre, educazione ambientale). Senza un riferimento istituzionale chiaro non si potrà mai avere un rilancio del settore».

L’Università

Un cambio di rotta nella gestione del comparto hanno invocato anche i professori universitari Giacomo Rassu (Facoltà di agraria di Sassari) ed Eraldo Sanna Passino (direttore del Dipartimento di medicina veterinaria di Sassari).

Il primo ha espresso qualche dubbio sulla creazione di una nuova Agenzia regionale: « Non so se una nuova struttura possa risolvere i problemi. Occorre prima verificare se quella attuale può essere migliorata. Per farlo bisogna però ragionare su numeri. Oggi purtroppo manca un’analisi seria sui dati». Giacomo Rassu ha poi fornito alcuni suggerimenti da inserire nella proposta di legge: 1) incentivi alle aziende che si uniscono per consentire di fare progetti di investimento a largo raggio; 2) distinguere tra cavalli da corsa e da sella e prevedere dei concorsi specifici; 3) investire sulla formazione degli operatori. Su quest’ultimo punto, Giacomo Rassu ha ricordato che i fantini sardi, ricercatissimi ovunque sono costretti ad andare fuori a frequentare le scuole equestri.

Il professor Eraldo Sanna Passino ha invece suggerito un potenziamento del Comitato ippico al quale la proposta di legge affida solo poteri consultivi: «Un’Agenzia con un direttore generale che decide per tutti non mi sembra la strada giusta – ha detto il responsabile del Dipartimento di veterinaria dell’Università di Sassari – meglio sarebbe prevedere un Comitato di esperti con più poteri. Altrimenti rischiamo di creare un accentramento di funzioni senza controllo».  

Le organizzazioni di categoria

Diversità di vedute sull’Agenzia anche all’interno delle associazioni agricole. Per il direttore di Coldiretti, Luca Saba, è importante definire le responsabilità: «Attualmente c’è un po’ di confusione. La creazione di un’Agenzia consentirebbe di capire, per esempio, quali sono le risorse destinate al comparto. Per evitare un accentramento di poteri nel direttore generale si potrebbe pensare a un Cda snello (massimo tre persone) che opera a titolo gratuito». Contrari, pur con diverse argomentazioni alla creazione di una nuova Agenzia, il direttore di Confagricoltura, Maurizio Onorato, e di Copagri Pietro Tandeddu. Il primo ha espresso forti perplessità sulla istituzione di un nuovo ente: «Mi sembra una scelta azzardata, se si vuole procedere a un riordino complessivo del comparto si chiarisca prima in che direzione si vuole andare». Più netto il giudizio di Pietro Tandeddu: «Non capiamo la riesumazione dell’Istituto di incremento ippico, perché allora non farlo anche per altri enti soppressi come l’Istituto lattiero-caseario o la Stazione sperimentale del sughero? Una nuova agenzia rimetterebbe in discussione la riforma del 2008 che ha fatto ordine riportando unità nella ricerca in agricoltura».

Gestori degli ippodromi e associazioni equestri

Soddisfazione per la volontà del consiglio di procedere a una profonda riforma del settore è stata espressa dai gestori degli ippodromi. Un rilancio del comparto, con un occhio di riguardo allo sport, consentirebbe di creare nuova occupazione. Mediamente la gestione agonistica di un cavallo è capace di creare due posti di lavoro. Oggi in Sardegna ci sono le potenzialità per innescare un circuito virtuoso. «Intervenite sugli allevamenti e le attività sportive – ha detto il direttore dell’Ippodromo di Chilivani Nicola Fois – in Sardegna dobbiamo produrre i cavalli che ci chiede il mercato senza concentrarci su una sola specie. Bisogna uscire dall’equivoco che l’angloarabo sardo sia una razza autoctona». Concetto condiviso dal direttore dell’ippodromo di Villacidro Severino Porcedda che ha aggiunto: «Se la legge individuerà delle risorse per gli ippodromi queste devono essere spese in modo oculato destinandole ad eventi specifici. Serve inoltre una programmazione seria, non si può pensare di continuare a definire il calendario delle corse autunnali nel mese di maggio».

Più attenzione per gli allevatori è stata chiesta da Stefano Ferranti (Anacaad): «Sono gli unici a non avere un tornaconto. Bisogna iniziare a battersi perché le provvidenze della Pac vengano destinate anche alle aziende equine. La legge è utilissima, il cavallo produce economia, serve una normativa chiara ed efficace».

Positivo anche il giudizio di Luciano Steri (Airvaas): «La nostra associazione si occupa dell’organizzazione dei pali durante le sagre paesane riservate agli angloarabi. Ci battiamo da sempre per la valorizzazione di questa specie. Quella dei pali è una tradizione molto sentita in Sardegna. Con un incremento dei finanziamenti potremmo coinvolgere più realtà oggi tenute ai margini per mancanza di risorse».

Turismo

Uno stralcio della parte rivolta al turismo equestre è stata invece chiesta dall’Aste che ha espresso dubbi anche sulla creazione di una nuova agenzia regionale: «La proposta di legge è positiva perché mira ad affrontare in modo organico le problematiche del settore ma occorre fare chiarezza. Mettendo dentro anche il turismo equestre si rischia di fare un minestrone – ha detto il presidente di Aste Salvo Manca – questo comparto ha dinamiche particolari che vanno affrontate in modo specifico altrimenti si rischia un effetto boomerang».    

Secondo l’Aste, occorre guardare con più fiducia ai mercati internazionali: «C’è un grande interesse degli arabi per l’endurance – ha detto il veterinario dell’Aste Mauro Ardu – oltre 500 cavalli sardi sono stati venduti agli Emirati. La nostra è una terra che si presta a questo tipo di disciplina. Per renderci competitivi servono però politiche specifiche di settore che rendano appetibile la nostra offerta».

Al termine delle audizioni il presidente della Commissione Piero Maieli ha invitato i partecipanti a fornire suggerimenti anche per iscritto: «La proposta di legge è aperta. Se vogliamo rilanciare il settore c’è bisogno del contributo di tutti gli operatori – ha detto Piero Maieli – ci sono diverse proposte in campo. Un modo per aiutare gli operatori sardi potrebbe essere quello di prevedere premialità per chi fa nascere, alleva e allena i cavalli in Sardegna. E un investimento mirato per avvenimenti sportivi che coinvolgano questi esemplari. Una legge di settore è attesa da anni. Il cavallo ha una lunghissima tradizione in Sardegna, presente in tantissime feste pagane e religiose. Questa ricchezza può far da volano all’economia. Nostro compito è varare una norma in grado di sprigionare tutte le potenzialità del settore».  

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Riparte il Sardegna Jumping Tour 2017, evento-clou dell’equitazione in programma nell’impianto di Tanca Regia, ad Abbasanta, dal 15 al 17 settembre e dal 22 al 24 settembre. La manifestazione, che attende un pubblico di appassionati e di produttori di cavalli, riservata al cavallo nato e allevato nell’Isola viene organizzata dal comitato regionale Fise, la Federazione italiana sport equestri, e dall’agenzia regionale per l’innovazione in agricoltura Agris.
«La Giunta Pigliaru ha dedicato una nuova attenzione per risollevare il mercato ippico sardo, piuttosto sofferente sia sotto l’aspetto dell’allevamento che della commercializzazione. Sosteniamo finanziariamente questa manifestazione di eccellenza nel nostro disegno di rilancio del comparto, che più di altri, ha bisogno di programmazione» ha affermato l’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria. Su sua proposta l’Esecutivo aveva approvato il programma annuale di interventi a favore del comparto ippico con una dotazione finanziaria di un milione di euro, trasferita all’Agenzia Agris.

«Nell’azione di rilancio – ha aggiunto l’assessore dell’Agricoltura – contempliamo anche il parametro dell’attrattività turistica e dell’artigianato per il contesto territoriale di pregio dell’Isola e quello della rivitalizzazione delle strutture di Agris che ben si prestano a queste iniziative. Ci auguriamo che sia un’edizione di successo e una valida vetrina per i nostri produttori. Due settimane di permanenza in Sardegna degli animali in gara, infatti, permetteranno ai compratori di entrare in contatto con il mondo dell’allevamento sardo per valutare l’acquisto di esemplari nati e allevati in Sardegna». 
Agris, impegnata in tutte le azioni di impulso all’allevamento e di valorizzazione del comparto, gioca un ruolo di primo piano anche in qualità di co-organizzatore e ospita la manifestazione nei suoi impianti di Tanca Regia, ad Abbasanta.
«L’Agenzia, tra i compiti di innovazione che le competono e ai fini di un programma coordinato di interventi per il rilancio del comparto, porta avanti un programma di selezione finalizzato alle peculiarità e agli obiettivi del sistema allevatoriale della Sardegna. Agris ha tra l’altro sviluppato una buona sinergia con la Fise Sardegna per l’organizzazione e la promozione delle discipline sportive di riferimento, finalizzate anche a verificare gli esiti dei processi selettivi nelle varie discipline», hanno spiegato il direttore generale dell’Agenzia, Roberto Zurru, e il direttore Dipartimento di ricerca per l’incremento ippico, Raffaele Cherchi.
Come nell’edizione passata, infatti, la manifestazione richiama nell’isola cavalieri di prestigio nazionale, patiti del salto ostacoli e il mondo degli allevatori che verificheranno le performance degli esemplari in gara. Il montepremi è di 98.200 euro divisi per due concorsi nazionali ‘6 stelle’ a weekend, con un totale di 60 gare. Inoltre, si disputerà la finale del ‘Trofeo Nuraghe’, riservato ai cavalli nati e allevati in Sardegna con un montepremi di 56mila euro ripartito nelle quattro categorie (4, 5, 6 e 7 o oltre 7 anni), come ha spiegato il presidente del Comitato regionale Fise, Stefano Meloni, presente alla conferenza stampa insieme al responsabile tecnico Gianleonardo Murruzzu.
«Siamo riusciti a fare un trofeo per il cavallo sardo, il Trofeo Nuraghe e se riusciamo a dargli continuità i cavalieri riprenderanno ad acquistare cavalli sardi – ha sottolineato Stefano Meloni -. Negli ultimi anni si sono preferiti cavalli esteri. Un tempo il cavallo italiano era il cavallo sardo. Dobbiamo ritornare a quella situazione: Agris deve riprendere in mano l’allevamento sul solco della selezione sarda tendendo conto degli orientamenti genetici attuali, la Fise deve alzare la competizione per far diventare competitivo il cavallo sardo. Siamo al top nazionale, questo è un concorso a 6 stelle. Se riusciamo a programmarlo per almeno cinque anni possiamo raggiungere gli obiettivi.»

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La commissione “Attività Produttive” ha avviato l’esame della proposta di legge sulla riorganizzazione del comparto ippico della Sardegna presentata dal consigliere Gaetano Ledda (La Base).

Il provvedimento punta a un intervento complessivo a favore del settore equestre. Obiettivo dichiarato, la tutela e la valorizzazione del cavallo anglo-arabo sardo riconosciuto come prodotto principe dell’allevamento isolano. Un’attenzione particolare è prevista anche per il purosangue arabo, il cavallino della Giara, il cavallo del Sarcidano, l’asino sardo e dell’Asinara.

Nella proposta, il compito di governare e coordinare gli interventi viene affidato all’Agris che si avvale, per la definizione degli obiettivi e delle strategie tecniche, della collaborazione del Comitato Ippico, organismo composto da 7 esperti indicati  dall’assessorato dall’agricoltura, dalle associazioni degli allevatori e dalle università. Un Comitato ristretto, composto dal direttore di Agris, da un veterinario esperto e da un componente del Comitato Ippico, si occupa invece dell’acquisto e individuazione dei riproduttori per l’incremento delle razze equine allevate in Sardegna.

L’iniziativa legislativa introduce, inoltre, specifiche norme a sostegno della formazione degli operatori, dell’ippoterapia, della diffusione della cultura ippica nelle scuole. Per il settore turistico, oltre al riconoscimento e alla valorizzazione dei numerosi pali, sagre e feste caratterizzati dalla presenza dei cavalli, è prevista l’istituzione di un registro regionale delle ippovie.

Per un primo confronto sui contenuti della proposta di legge, l’organismo consiliare, presieduto da Luigi Lotto, ha sentito i rappresentanti dell’ANACAAD (Associazione nazionale allevatori del cavallo anglo-arabo e derivati), della CIAA Confederazione internazionale dell’anglo-arabo, della FISE (Federazione italiana sport equestri) e degli ippodromi di Sassari e Villacidro.

Da tutti è arrivato un plauso per l’iniziativa. «Il settore attraversa da anni una crisi profonda – ha detto il presidente di Anacaad, Mario Salvatore Cossu – serve una legge di riordino da approvare in tempi rapidissimi se non si vuole rischiare la scomparsa dell’allevamento del cavallo anglo-arabo. Il provvedimento più urgente è quello per una corretta gestione del libro genealogico».

«La crisi degli ultimi 10 anni ha determinato la perdita del 65% della produzione regionale. Nonostante tutto la Sardegna tiene duro a livello nazionale – ha aggiunto il segretario generale della CIAA Raffaele Cherchi – gli allevamenti isolani producono ancora il 70% dei cavalli da sella per il mercato nazionale. Ora è necessaria una norma che consenta di ridare fiato a tutta l’economia che ruota attorno al mondo del cavallo. Per far questo occorre distinguere tra produzioni globali e allevamenti che tutelano le nostre specificità».

Giudizio condiviso dal presidente della Fise, Stefano Meloni, che ha sollecitato un coinvolgimento maggiore della Federazione sport equestri negli organismi tecnici (Comitato Ippico).

Il consigliere della Società ippica sassarese, Pasquale Ittiresu, e il direttore dell’Ippodromo di Villacidro, Roberto Sanna, hanno infine suggerito alcune integrazioni alla proposta di legge. «Agli ippodromi non è riconosciuto il ruolo dovuto – hanno detto Ittiresu e Sanna – eppure hanno avuto da sempre una funzione non solo sportiva ma anche sociale e culturale per le comunità di appartenenza. La legge deve partire da un dato: il primo obiettivo di un allevatore è portare il proprio cavallo all’ippodromo, tutte le altre attività vengono dopo». I rappresentanti degli ippodromi hanno per questo proposto di introdurre in legge un comma aggiuntivo all’art 15 che preveda il sostegno per le manifestazioni finalizzate a “testare” le razze allevate in Sardegna e la promozione di tutte le attività svolte all’interno degli ippodromi e finalizzate alla selezioni di soggetti sportivi.

Le audizioni proseguiranno alle 17.00 con i rappresentanti delle associazioni regionali e provinciali degli allevatori e gli allenatori sportivi Tonino Cottu, Francesco Brocca, Gian Marco Pala e Mario Migheli.

Palazzo del Consiglio regionale 3

La Quinta commissione, presieduta da Luigi Lotto (Pd), ha sentito ieri in audizione i direttori generali delle Agenzie agricole, Agris, Laore e Argea, e Sardegna Ricerche sulla Rel. 4/XV (Relazione sull’attività degli enti regionali – anno 2014).

Il direttore di Agris, Raffaele Cherchi, ha sottolineato che l’agenzia ha risposto agli indirizzi generali forniti dalla Giunta, anche se ha evidenziato alcune criticità che hanno rallentato l’attività. In particolare, Cherchi, ha parlato della difficoltà di gestire gli impegni dell’agenzia a causa dell’eterogeneità del personale, con un forte squilibrio a favore degli amministrativi: su 493 dipendenti, soltanto 80 sono ricercatori. Un dato che snatura ma missione dell’agenzia a cui si aggiunge anche l’età media dei ricercatori che si aggira intorno ai 54 anni. Una agenzia che deve svolgere ricerca in agricoltura non può avere, secondo il direttore, così pochi ricercatori e soprattutto così pochi giovani. Cherchi ha anche evidenziato le difficoltà legate all’esiguo finanziamento che non consenti di cofinanziare tutti i bandi europei a cui Agris potrebbe partecipare. Dall’istituzione dell’agenzia il badget è passato da 52 milioni di euro a poco meno di 26 milioni, da cui tolte le spese vive non resta quasi niente per la ricerca. Cherchi ha anche annunciato che scriverà alla Giunta per avere nuove risorse per fare fronte all’emergenza legata ai cavallini della Giara. Cherchi ha anche parlato del mondo ippico, spiegando che il settore ha avuto una leggera ripresa grazie ai finanziamenti arrivati nel 2014 e 2015, ma che c’è molto lavoro da fare, perché è un settore che può dare importanti sviluppi occupazionali. «In Italia, infatti,vengono importati ogni anno 50mila cavalli, la metà per attività equestre – ha spiegato il direttore di Agris – non è possibile che non riusciamo a piazzare sul mercato i 600 puledri che ogni anno nascono in Sardegna». La causa, secondo Cherchi, è la gestione romana dell’albero genealogico e l’assenza d politiche per il cavallo.

Il direttore generale di Laore, Maria Ibba, ha illustrato le numerose attività portare avanti dall’agenzia. Laore si è concentrata, ha spiegato Ibba, particolarmente sulla multifunzionalità (agriturismi e valorizzazione delle produzioni locali) e sullo sviluppo rurale con un’intensa attività di informazione e divulgazione delle politiche comunitarie della Pac. Ottimi risultati hanno dato i progetti di sviluppo del settore oleario e vitivinicolo, in particolare con il fermentino. Non va bene, ha spiegato, la filiera cerealicola che si trova in grossa difficoltà. Per Maria Ibba l’unico tentativo che si può fare è vincolare la produzione dei prodotti tipici locali all’utilizzo delle materia prima locale. Per quanto riguarda la panificazione, è in corso un progetto di ricerca, in collaborazione con le Università di Cagliari e Sassari, per la produzione di un pane a basso indice glicemico ben tollerato da prediabetici e diabetici. Un’altra strada da percorrere, ha proseguito il direttore generale di Laore, è l’utilizzo nelle mense scolastiche, ospedaliere e universitarie, di prodotti tipici locali. L’esperimento fatto nelle scuole del Medio Campidano, ha continuato, ha dato ottimi risultati. Laore si è poi concentrata anche sul benessere animale, sulla formazione nel settore lattiero caseario, sulla rintracciabilità degli agnelli di Sardegna Igt e sul Progetto Tisa per l’informatizzazione dei produttori agricoli e per le aziende zootecniche. Critica invece la situazione del comparto ittico. Maria Ibba ha poi concluso ricordando che sono stati attivati l’osservatorio per i prodotti lattiero caseari, le produzioni vitivinicole ed è quasi pronto l’osservatorio per le produzioni cerealicole. Nota dolente anche per Laore è il bilancio ormai ridotto al minimo: i progetti realizzati sono stati possibili soltanto grazie ai fondi comunitari.

Il direttore di Argea, Gianni Ibba, ha annunciato che si riuscirà a spendere entro il 31 dicembre quasi tutti i 240 milioni del Psr 2007-2013, tranne circa 30 milioni. Anche Ibba ha sottolineato le difficoltà che incontra il settore ittico, soltanto tre aziende cooperative monopolizzano i finanziamenti disponibili. Tra i dati positivi per quanto riguarda le economie: 500mila euro risparmiati  con l’eliminazione di canoni di locazione, che a fine anno arriveranno a circa 800mila euro. Un grosso problema è dato dal contenzioso: ogni anno Argea deve far fronte a circa 1400 cause con utilizzo del personale importante. Ibba si è detto favorevole all’Organismo pagatore regionale e ha proposto due modelli: quello veneto che istruisce le pratiche e paga le aziende, oppure sono pagatore come avviene in Piemonte, Toscana, Lombardia ed Emilia Romagna.

La Commissione ha infine audito Maria Paola Corona, presidente di Sardegna Ricerche, che ha illustrato le numerose attività in essere. L’Ente ha lavorato molto bene, ha affermato, con le attività a sportello con servizi di consulenza per partecipare agli appalti che ha portato i fondi attribuiti agli imprenditori seguiti dal 21 al 37 per cento. Quest’anno, ha spiegato Corona, stiamo ampliando il servizio portando le nostre imprese in Romania per inserirsi, attraverso collaborazioni locali, negli appalti per la ricostruzione del Paese. E’ andato molto bene anche lo sportello per le rinnovabili e quello delle start up innovative: «Abbiamo più start up in provincia di Cagliari che a Milano». Maria Paola Corona ha spiegato che sono davvero tanti i giovani sardi che hanno delle ottime idee, ma vanno accompagnati e guidati per trasformare la loro idea in impresa. Bene anche lo sportello Europa che aiuta le imprese e i ricercatori a partecipare ai bandi.

Cristiano Erriu
La Giunta regionale ha approvato ieri la proposta dell’assessore degli Enti Locali Cristiano Erriu, per il Patto di stabilità territoriale 2014, contenente l’obiettivo aggregato dei comuni e delle province. La Regione sblocca 60 milioni per le opere delegate dei comuni e altri 30 milioni che saranno distribuiti come fondo unico.
La Giunta regionale, iniziata nel pomeriggio sotto la direzione del vice presidente della Giunta regionale, Raffaele Paci, e proseguita con il presidente Francesco Pigliaru, che in mattinata ha partecipato ad un incontro con l’Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà, a Portoscuso, e in serata alla Festa di Sel, a Carbonia, ha approvato in due delibere gli atti di indirizzo per il recesso della Regione dal #Consorzio Forgea International ed il disegno di legge sulla riorganizzazione di #Sardegna Ricerche, con cui ridefinire natura giuridica, missione strategica, rapporti con sistema delle strutture di ricerca collegate e la razionalizzazione degli organi di gestione.
Sono state approvate le delibere proposte dall’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, sul riassetto del #Programma Operativo FESR 2007-2013 e la rimodulazione del piano finanziario e sul #Patto di stabilità interno, per la ripartizione del plafond di competenza eurocompatibile.
Per quanto concerne i fondi POR FERS 2007/2014 saranno adottate misure idonee che garantiscano la priorità della spendita di questi fondi comunitari da parte degli assessorati interessati. E’ stata inoltre messa in atto una ricognizione di tutti i progetti cosiddetti “retrospettivi”: finanziati in origine con fondi regionali o nazionali ma compatibili con gli obiettivi dei programmi dell’UE, i quali possono essere così rendicontati, liberando le risorse regionali con i quali sono stati realizzati. Sarà inoltre modificata la procedura nel processo di controllo e certificazione della spesa dei fondi europei.
Dall’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu, è arrivata la proposta di Patto di stabilità territoriale 2014, contenente l’obiettivo aggregato dei comuni e delle province. La Regione sblocca 60 milioni per le opere delegate dei comuni e altri 30 milioni che saranno distribuiti come fondo unico.
Sono stati inoltre individuati anche il nuovo direttore generale dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Sardegna (#Arpas), grazie alla selezione dei curricula presentati e della relazione del commissario, nella persona dell’ingegnere, Alessandro Sanna, attualmente dirigente dell’assessorato dell’Ambiente e territorio della Provincia di Cagliari e il direttore generale dell’Agenzia per la ricerca in Agricoltura (#Agris Sardegna), Raffaele Cherchi.