19 April, 2024
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L’on. Romina Mura, deputato del Partito Democratico, ha presentato due interrogazioni, ai ministri dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e del Lavoro Nunzia Catalfo, nelle quali chiede che, visto il momento di straordinarietà dovuto alla crisi sanitaria, non si spengano i riflettori su Portovesme e sul Sulcis Iglesiente.

«La crisi sociale ed economica a cui stiamo e dovremo fare fronte non può oscurare le vertenze industriali che da anni caratterizzano il territorio sardospiega Romina Mura -. A maggior ragione innanzi a percorsi, mi riferisco in particolare alla vicenda ex Alcoa, oggi Sider Alloys, prossimi alla positiva conclusione.»

«Chiedo al Ministro dello sviluppo economico di accelerare la definizione dell’accordo Sider Alloys, Enel, Invitalia, anche perché mi risulta che siano stati compiuti tutti i passi utili per la chiusura del cerchio – aggiunge Romina Mura -. Prezzo dell’energia pari alla metà delle attuali e favorevoli quotazioni di mercato. Ridimensionamento da parte di Enel della fideiussione a carico di Sider Alloys  presa in carico di parte della stessa da Invitalia e Sace ( società finanziaria  di Cassa Depositi e Prestiti).»

«È davvero incomprensibile che si debba attendere ancora. Se a Portovesme ripartisse la produzione di alluminio primario si riaccenderebbe l’economia di un intero territorio. In un momento di grande difficoltà per la Sardegna e per il Paese intero sarebbe un segnale importante – rimarca Romina Mura -. E per i lavoratori del comparto alluminio, quelli che oggi percepiscono un’indennità di molto inferiore al reddito di cittadinanza, significherebbe ritrovare la dignità del lavoro oltre che la sostenibilità economica

«Per questo sollecito il ministro del lavoro a promuovere iniziative tese a equiparare il sostegno economico dei lavoratori ex Alcoa, ma più in generale di tutti gli ex lavoratori delle aree di crisi industriale complessa, alle misure di sostegno ordinarie e straordinarie a cui hanno diritto disoccupati e i meno abbienti – conclude Romina Mura -. È tempo che Portovesme si rianimi e che i lavoratori ex Alcoa  tornino a fare ciò che sanno fare bene. Quell’alluminio primario produzione strategica per il nostro Paese.»

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Proseguono i lavori della Commissione d’inchiesta sull’insularità. Dopo la seduta della scorsa settimana con una delegazione di senatori sardi, oggi la riunione del parlamentino presieduto da Michele Cossa (Riformatori sardi) è stata interamente dedicata alle audizioni dei deputati eletti in Sardegna. Alla chiamata della Commissione hanno risposto, per ragioni diverse, solo quattro deputati dei 17 eletti in Sardegna: i democratici Andrea Frailis e Romina Mura, il leghista Guido de Martini e Pietro Pittalis di Forza Italia. Da parte di tutti è arrivata la piena disponibilità a lavorare per raggiungere l’obiettivo dell’inserimento del principio di insularità in Costituzione.

Secondo Romina Mura (Pd): «Vivere in un Isola può rappresentare un’opportunità ma prima occorre superare il gap infrastrutturale rispetto ad altre regioni d’Europa – ha detto Romina Mura – sul principio di insularità è opportuno mettere in campo una battaglia di popolo simile a quella portata avanti alcuni anni fa sulla vertenza entrate. Forse sarebbe opportuno, visto lo stallo in cui si trova il Senato, presentare una proposta di legge anche alla Camera. Per portare avanti questa iniziativa serve però creare un fronte comune dei deputati sardi e trovare il sostegno dei rispettivi gruppi parlamentari. Il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, ha mostrato sensibilità su questo tema. Un’altra strada da seguire è quella dell’attuazione della legge delega sul federalismo fiscale che obbliga lo Stato a trovare strumenti perequativi a favore delle regioni più deboli». Dalla deputata del Pd, infine, un invito a tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio regionale e in Parlamento: «Occorre cambiare le regole europee sugli aiuti di Stato – ha sottolineato Romina Mura – le regioni svantaggiate hanno necessità di un allentamento dei vincoli. Per raggiungere questo obiettivo serve assoluta unità tra tutte le forze politiche».

Argomentazioni condivise da Pietro Pittalis che ha però indicato un’altra strada per dare più forza ad un’eventuale iniziativa parlamentare: «Sono d’accordo sulla necessità di presentare una proposta di legge alla Camera – ha detto Pietro Pittalis – per questo ho fatto preparare una bozza all’ufficio legislativo di Montecitorio. Se però vogliamo avere la certezza che la proposta vada avanti è necessario coinvolgere anche i colleghi della Sicilia. Il gruppo dei parlamentari sardi è troppo piccolo per incidere, su un tema come questo il contributo dei siciliani potrebbe essere decisivo. Da tempo stanno chiedendo di potere mutuare un sistema di continuità territoriale simile al nostro e sono d’accordo con la nostra iniziativa sull’insularità».

Proposta sulla quale si è detto d’accordo anche il deputato del Pd Andrea Frailis: «Credo che sia un percorso da seguire. Ho il timore che il clima non sia favorevole in Parlamento. Oggi si discute di autonomia differenziata e le rivendicazioni delle regioni più deboli non sono viste di buon occhio – ha detto Andrea Frailis – bisogna per questo rafforzare le nostre rivendicazioni. Il tema dell’insularità deve essere portato fuori dal palazzo. Magari con un’iniziativa che coinvolga le scuole e spieghi ai giovani quali sarebbero i vantaggi economici e sociali che scaturirebbero dall’inserimento del principio di insularità in Costituzione».

Anche per il deputato della Lega Guido De Martini l’unità delle forze politiche è la condizione irrinunciabile per sperare di ottenere qualche risultato: «La Sardegna è una regione superidentitaria. Caratteristica che manca però in Parlamento tra i rappresentanti eletti nell’Isola. Su questi temi non si può non essere d’accordo. La Commissione d’inchiesta può fare molto e svolgere un ruolo di raccordo che ci consenta di portare avanti una battaglia unitaria».

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri regionali Antonio Mario Mundula (Fratelli d’Italia), Roberto Li Gioi (M5S), Eugenio Lai (Leu), Giuseppe Meloni (Pd), Roberto Caredda (Misto), Antonello Peru (Udc-Cambiamo) e Francesco Agus (Progressisti). Tutti d’accordo, con diverse sottolineature, nel portare avanti una battaglia comune sull’insularità con un obiettivo prioritario: la modifica delle norme europee sugli aiuti di Stato.

Soddisfatto il presidente della Commissione: «Questa è una battaglia che ci vede tutti coinvolti. E’ una questione che va oltre la trasversalità tra le forze politiche perché investe i sentimenti di tutti i sardi – ha detto Michele Cossa – oggi abbiamo sentito proposte molto interessanti. Su una nuova iniziativa da portare avanti alla Camera suggerisco un confronto con il Comitato promotore della proposta di legge di iniziativa popolare sull’insularità. Ciò che è certo è che la Sardegna ha condizioni differenti rispetto a tutte le altre regioni d’Italia. Da questo concetto occorre partire per vedere riconosciuti i nostri diritti».

La Commissione si riunirà giovedì prossimo. In programma l’audizione dell’ex presidente della Regione Ugo Cappellacci.

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Grande successo di partecipazione alla prima edizione del Premio Gianni Massa dedicato al rapporto tra media e parità di genere, promosso da Corecom presieduto da Mario Cabasino e Giulia giornaliste Sardegna, guidata da Susi Ronchi. Centosedici le proposte dei lavori pervenute al Corecom per le tre sezioni in concorso Università, Scuola e Giornalismo. La cerimonia ufficiale di premiazione si terrà venerdì 8 marzo a partire, dalle ore 18.00, all’Auditorium del Conservatorio di Musica “Giovanni Pierluigi da Palestrina”, in piazza Ennio Porrino 1, a Cagliari. L’ingresso è libero e gratuito fino a esaurimento posti. Una serata speciale ricca di interventi, momenti musicali e spassose gags, in cui saranno presenti esponenti del mondo dell’università, della scuola, del giornalismo, della magistratura e della politica, oltre alle irriverenti Tanya e Mara (Lucido Sottile: Tiziana Troja e Michela Sale Musio). Ai vincitori saranno assegnati premi in denaro. In particolare gli elaborati delle scuole sono il risultato della partecipazione allo spettacolo “La conosci Giulia?”, promosso da Corecom e dall’associazione Giulia Giornaliste Sardegna, e ai diversi seminari tenuti in alcuni Istituti superiori dalle “Giulie” che hanno posto l’attenzione sul difficile rapporto tra media, linguaggio e discriminazioni di genere.

Conducono la serata di premiazione Incoronata Boccia, giornalista RAI e Valeria Aresti, avvocata. Introducono il programma di iniziative sulla parità di genere Mario Cabasino e Susi Ronchi. Tra gli ospiti: Antonio Martusciello, Commissario AGCOM, interverrà sulle politiche per la parità di genere; Filippo Lucci, presidente Coordinamento nazionale del Corecom; Federica Zanella, deputata Forza Italia già presidente Corecom Lombardia e Romina Mura, deputata PD, saranno protagoniste di un confronto sulla parità di genere; Anna Cau, procuratrice della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Cagliari; Romilda Tafuri, prefetta di Cagliari, e Cristina Deidda, direttrice regionale INPS, porteranno il loro contributo sulle conquiste femminili nell’ambito delle carriere tradizionalmente maschili. A ricordare le figure di Gianni Massa e di Piera Mossa cui è dedicato il premio interverranno rispettivamente il figlio Dandy Massa ed il giornalista RAI Mario Mossa. Tra gli altri partecipanti il prorettore dell’Università di Cagliari Francesco Mola ed il prof. Giuseppe Antonio Tidore, Università di Sassari; Antonello Cabras, presidente Fondazione di Sardegna; Alessandra Zedda, decana delle consigliere regionali (FI); Francesco Birocchi, presidente Ordine dei Giornalisti Sardegna e la vice-presidente Assostampa Simonetta Selloni; la direttrice generale del gruppo L’Unione Sarda, Lia Serreli; il presidente di Videolina Carlo Ignazio Fantola; il capo della politica de L’Unione Sarda Giulio Zasso; la capocronista di Sassari Daniela Scano, coordinatrice del progetto La Nuov@Scuola; Anna Piras, direttrice TGR Rai Sardegna; Roberta Celot, responsabile Ansa Sardegna; Roberta Secci, Agi; la giornalista Maria Paola Masala; la garante regionale per l’infanzia Grazia Maria De Matteis; Gabriella Murgia, presidente Commissione regionale Pari Opportunità.

La serata si arricchisce anche con alcuni contributi di spettacolo con Ambra Pintore, tra le protagoniste della pièce teatrale “La conosci Giulia?”, che porterà il suo brano “Be enough”, e con il trio femminile della classe di musica d’insieme fiati sotto la guida del prof. Luigi Muscio del Conservatorio Pierluigi da Palestrina, costituito da Selene Gaviano al flauto, Giulia Marongiu al clarinetto e Consuelo Anedda al fagotto. Le tre musiciste eseguiranno Minuetto e Trio e Rondò finale dal Divertimento n. 3 di W.A. Mozart.

Chiuderà la serata il duo cult delle Lucido Sottile, anche loro protagoniste dello spettacolo “La conosci Giulia?” che ha visto il sold out in tutte e tre le date in Sardegna, di cui hanno curato anche la regia (Tiziana Troja) e la produzione. In chiusura della cerimonia di premiazione porteranno tante risate con i loro esilaranti personaggi, Tanya e Mara, tra colorito slang e irresistibile ironia, sempre sul tema delle discriminazioni di genere.

L’iniziativa del Premio Gianni Massa rientra nel programma di attività del Corecom (Comitato regionale per le comunicazioni della Regione Autonoma della Sardegna) per promuovere, insieme a Giulia giornaliste Sardegna (l’associazione coordinata da Susi Ronchi che raccoglie n. 50 giornaliste dell’isola appartenenti alle diverse realtà editoriali, free lance, uffici stampa, media online), la parità di genere e contrastare la cultura delle diseguaglianze che sempre più spesso si traduce in forme di violenza.

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Il programma per il rilancio del Trenino Verde della Sardegna sarà illustrato domani, giovedì 3 gennaio, sul treno composto dal locomotore diesel (1956) e dalla carrozza storica di III classe Bauchiero (1913) nel corso della tratta Mandas – Isili – Mandas. All’evento, che segue la firma del Protocollo d’intesa siglato lo scorso 19 dicembre, partecipano il presidente della Regione, Francesco Pigliaru con gli assessori dei Trasporti, Carlo Careddu e del Turismo, Barbara Argiolas, il sindaco di Mandas, Marco Pisano ed il sindaco di Isili, Luca Pilia, l’Amministratore unico di ARST, Chicco Porcu, il coordinatore del Comitato per il Trenino Verde, Paolo Pisu. 

Alla presentazione prenderanno parte anche la parlamentare e sindaco di Sadali Romina Mura ed il consigliere regionale e sindaco di Escolca Eugenio Lai.

Il programma prevede:

ore 9.45: ritrovo alla stazione di Mandas (Largo Lawrence, 1)

ore 10.00: partenza del treno e illustrazione del protocollo d’intesa

ore 10.25: arrivo alla stazione di Isili e degustazione di prodotti tipici locali

ore 10.40 partenza per Mandas, con arrivo alle ore 11.05.

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Questa mattina, a Roma, il Comitato Promotore per l’insularità ha tenuto una conferenza stampa per presentare la proposta di legge di iniziativa popolare. Per la prima volta in Italia, è stata promossa la sottoscrizione di una proposta di legge di iniziativa popolare di modifica costituzionale che punta ad introdurre nella nostra Carta il principio di insularità.
«Grazie all’impegno generoso di decine e decine di volontari – si legge in una nota del Comitato promotore – è stato sfondato lo straordinario traguardo di centomila firme, oltre settantamila delle quali sono state raccolte in Sardegna. Un risultato quasi incredibile, ottenuto grazie a tutti i sardi, finalmente uniti sulla «madre di tutte le nostre battaglie» e a tutte le forze politiche, nessuna esclusa, che hanno sostenuto la proposta di legge.»
Le firme di sottoscrizione non sono state raccolte soltanto in Sardegna, ma in tutta Italia: con il sostegno della FASI e dell’ANCIM (associazione dei comuni delle isole minori), abbiamo voluto in questo modo sottolineare come la garanzia delle pari opportunità e dei pari diritti dei cittadini isolani sia un problema dell’intera comunità nazionale, la cui soluzione spetta a tutti gli italiani!

Questa mattina alla conferenza stampa, a Roma, hanno partecipato Pierpaolo Vargiu, Michele Cossa, Emilio Floris, Luciano Uras, Christian Solinas, Giannina Usai e Gemma Azuni in rappresentanza del Comitato promotore, mentre la capogruppo di Forza Italia al Senato Anna Maria Bernini che, da emiliana, ha fatto un appassionato intervento a sostegno delle ragioni della insularità, ha garantito, insieme ad altri senatori presenti, il massimo impegno per la rapida discussione della legge.
Il Comitato sardo per l’insularità, la FASI e l’ANCIM, da un lato, sono convinti della oggettiva centralità della “questione insularità” in tutta la progettualità dello sviluppo futuro delle Isole, dall’altro, sono consapevoli di quanto sia importante il riconoscimento del gap che produce ritardo di sviluppo sociale ed economico che spesso rende gli isolani cittadini con diritti ridotti ed affievoliti rispetto ai cittadini della terraferma.

Pierpaolo Vargiu ha ricordato che «nelle isole tutti i servizi sono più costosi a causa del “fattore trasporti”, mentre la salute diventa un elemento di spesa maggiore, da ridimensionare con conseguente taglio dei servizi. Anche i settori che potrebbero produrre eccellenza come l’ambiente, il risparmio energetico e le fonti alternative sono frenati dalle tendenze allo spopolamento. E’ per questo – ha concluso Pierpaolo Vargiu – che chiediamo che il “principio di insularità” diventi un principio costituzionale in grado di certificare la volontà dello Stato di riconoscere le peculiarità e misurare gli svantaggi delle sue Isole e degli italiani che ci vivono».
«Gli isolani, ma anche tanti italiani del continente, hanno fatto sentire la loro voce, sottoscrivendo in modo travolgente la proposta – ha detto Michele Cossa – ora tocca all’intero Parlamento di fare la sua parte, modificando l’art. 119, comma 5 della Costituzione. Da parte nostra il Comitato continuerà a lavorare insieme nella convinzione che sia arrivato il momento di proporre in Italia una vera e propria “rivoluzione copernicana” che ribalti filosofie superate, legate al vecchio concetto di “assistenza che compensa gli svantaggi” per i residenti nelle Isole, per arrivare invece ad una corretta misurazione del complesso delle opportunità – ha concluso Michele Cossa -, puntando a rimuovere le condizioni che impediscono agli isolani di confrontarsi alla pari con tutti gli italiani.»
Accanto al comitato promotore (presidente Roberto Frongia, Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio regionale, Michele Cossa, Pierpaolo Vargiu, Alessandra Zedda, Emilio Floris, Luciano Uras, Piergiorgio Massidda, Roberto Deriu, Cecilia Cherchi, Piero Comandini, Luigi Crisponi, Attilio Dedoni, il sindaco di Nuxis Pier Andrea Deias, il coordinatore dei giovani, Matteo Rocca, Pietro Pittalis, Antonello Peru, Franco Sabatini, Stefano Tunis, Giannina Usai segretaria generale dell’Ancim, Romina Mura, il sindaco di Buggerru Laura Cappelli), è nato un comitato scientifico, coordinato dalla prof.ssa Maria Antonietta Mongiu, a cui hanno dato il loro contributo:

Il prof. Paolo Savona, il dr. Gavino Sanna, il prof. Massimo Carpinelli, rettore dell’Università di Sassari, la professoressa Maria Del Zompo, la prima donna ad essere eletta Rettore nella storia dell’Università di Cagliari, il prof. Pasquale Mistretta, già rettore dell’Università di Cagliari, il dr. Ettore Angioni, già procuratore generale della Repubblica, dr.ssa Simonetta Sotgiu, Giudice della Corte di Cassazione, il prof. Gianluigi Gessa, il Giudice dott. Federico Palomba, prof. Giovanni Lobrano, ordinario di Diritto romano presso l’università di Sassari, il prof. Francesco Sitzia, Dipartimento di Giurisprudenza di Cagliari, docente di Diritto Romano e diritti dell’Antichità (è stato preside della facoltà di giurisprudenza per 5 mandati – dal 1985 al 1994 e dal 2000 al 2006), prof. Gavino Faa (medico, università di Cagliari), il dr. Paolo Fadda, storico, l’editore Carlo Delfino, il giudice dr. Enrico Altieri, il prof. Mario Sanna fondatore e direttore del Gruppo Otologico, centro riconosciuto a livello mondiale per l’Otologia, l’Implantologia uditiva e la Chirurgia della Base Cranica, punto di riferimento nel suo campo, riconosciuto a livello internazionale, il dr. Francesco Manca, già direttore generale dell’Osservatorio industriale della Sardegna, il dr. Paolo Figus, già direttore de L’Unione Sarda, l’avv. Francesca Curreli, l’avv. Rita Dedola, già presidente del Consiglio dell’Ordine Forense di Cagliari, l’avv. Stefano Altea. 

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«Ci attiveremo per avere una corsia preferenziale nella discussione della proposta di legge sul principio di insularità nella Costituzione.»

Il deputato di Forza Italia Pietro Pittalis raccoglie così l’appello del presidente del comitato referendario Roberto Frongia: «E’ un patto per la Sardegna. Il riconoscimento degli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità permetterebbe un nuovo percorso anche nei rapporti con lo Stato. Un’intesa per difendere gli interessi della Sardegna che abbiamo sottoscritto anche con la parlamentare del Pd Romina Mura ed altri colleghi isolani. Una partita decisiva per dare nuove prospettive alla nostra Isola, che deve scontare un arretramento derivante dalla sua posizione sotto il profilo dei trasporti e dei costi dell’energia. Non solo. L’insularità – conclude Pietro Pittalis – va declinata anche in una maggiore autonomia nelle competenze legislative, in settori vitali come la sanità e l’ambiente».

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Le commissioni Autonomia e Bilancio, presiedute rispettivamente da Francesco Agus (Campo Progressista) e Franco Sabatini (Pd) hanno incontrato i parlamentari sardi (presenti Gavino Manca e Romina Mura del Pd, Pino Cabras (M5S), Salvatore Sasso Deidda (Fdi) e Christian Solinas (Lega-Psd’Az) con i quali hanno affrontato la problematica dei rapporti finanziari fra Stato e Regione. Alla riunione non hanno partecipato i consiglieri di Forza Italia che, con una dichiarazione della capogruppo Alessandra Zedda, hanno spiegato che il senso di responsabilità sempre dimostrato dal gruppo trova un limite insuperabile nel dovere della maggioranza di garantire la sua presenza.

Nella sua introduzione, il presidente Franco Sabatini ha fornito i principali dati di analisi: i Comuni sardi, che hanno subito fino al 2015, ma la tendenza è confermata anche per il 2016, il taglio dell’87% delle loro risorse, sono di fatto passati quasi totalmente a carico del bilancio regionale. Lo stesso discorso vale per le Province sarde che, nello stesso periodo, hanno fatto registrare una percentuale di costi coperti dallo Stato di appena lo 0.9, la più bassa d’Italia. Sull’altro fronte la Sardegna versa allo Stato bel 680 milioni l’anno di accantonamenti per contribuire «al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica nazionali».

Un quadro generale di forte squilibrio, ha sostenuto il presidente della commissione Bilancio, «che può essere corretto  da un lato regionalizzando la finanza locale e dall’altro riducendo in modo consistente il volume degli accantonamenti». «Il ruolo dei parlamentari è quindi fondamentale – ha aggiunto Franco Sabatini – sia per il sostegno alle giuste ragioni della Sardegna, sia per individuare il percorso istituzionale migliore per sottoporre queste istanze al parlamento ed al governo».

Il presidente della commissione Autonomia Francesco Agus ha messo in luce che «l’intervento sostitutivo della Regione in materia di finanza locale va ad incidere, attraverso il fondo unico degli Enti locali, sull’unico spazio finanziario libero delle risorse regionali, peraltro non per sostenere politiche di sviluppo ma solo per garantire l’erogazione di alcuni servizi essenziali». «La strada della regionalizzazione della finanza locale – ha continuato Francesco Agus – che come ogni intervento costituzionale prevede un iter lungo ed articolato, è stata già percorsa da alcune Regioni speciali come il Friuli-Venezia Giulia, che la sta proseguendo in modo bipartisan anche dopo i cambiamenti di maggioranze intervenuti a livello regionale e nazionale.»

Successivamente hanno preso la parola i parlamentari. Gavino Manca, del Pd, ha affermato che «la materia richiede un approccio diverso e privo di divisioni e con l’impegno comune di tutti sarà possibile, dopo la pausa estiva, inserire una risoluzione unitaria del Consiglio regionale da sottoporre alla commissione Bilancio di Camera e Senato, senza escludere un confronto con i Ministri interessati e con lo stesso Presidente del Consiglio dei ministri».

Per Pino Cabras, del Movimento Cinque Stelle, «la situazione della Sardegna è il frutto delle politiche di austerità e del pareggio di bilancio che, inserite in un quadro costituzionale rigido, hanno causato ripercussioni molto negative sulla società”. Sugli accantonamenti è evidente che non c’è leale collaborazione ma una contrattazione ad armi impari cui dopo non è facile rimediare. A mio avviso, occorre una autocritica su questa stagione scandita anche da un eccessivo trionfalismo del governatore Francesco Pigliaru e poi selezionare gli obiettivi: prima di battaglie come quella per l’insularità – ha concluso Pino Cabras – bisogna intervenire sul pareggio di bilancio».

Romina Mura, deputata del Partito democratico, ha definito l’iniziativa del Consiglio regionale positiva, «i cui effetti positivi sono però legati al suo carattere trasversale come furono quella sul Patto per la Sardegna e prima ancora sulla vertenza entrate del 2008. E’ vero – ha riconosciuto Romina Mura – che il vincolo del pareggio di bilancio pesa molto consentendo solo interventi ordinari che non hanno mai carattere strutturale, per questo sono convinta che la regionalizzazione della finanza locale sia una buona idea da portare avanti, seguendo esperienze interessanti che fra l’altro hanno portato a nuovi equilibri interni su base regional. Mi preoccupa però – ha concluso Romina Mura – la scarsissima autonomia finanziaria e tributaria dei Comuni sardi, che sono gli ultimi in Italia».

«Credo che questa iniziativa sia fuori tempo massimo – ha dichiarato Salvatore Sasso Deidda di Fdi, – anche per colpa di una Giunta regionale che spesso ha ignorato la sua stessa maggioranza ed altre volte ha fatto annunci senza seguito. Nel merito non credo che la regionalizzazione possa funzionare bene in tutta Italia e sulla Sardegna ho molte perplessità perché lo Stato deve fare lo Stato e dare riposte ai Comuni come sui trasporti o sulla sanità: sono convinto ad esempio, che la continuità territoriale sia stata e possa essere ancora molto dannosa per la Sardegna, così come è concepita.»

Christian Solinas, esponente di Lega-Psd’Az, ha ricordato in apertura che «la situazione di grande difficoltà che vive la Sardegna va attribuita ai governi precedenti e non a questo appena insediato». «Detto questo – ha aggiunto Christian Solinas – il progetto che sosteniamo attraverso la flat tax è quello di aumentare la base imponibile attraverso un fisco più equo; su questo progetto fioriscono molte proiezioni ma fatto sta che dove è stato realizzato ha avuto successo, anche se si può sempre migliorare.»

«Per quanto riguarda gli accantonamenti – ha concluso –, a mio giudizio non si è resistito bene al momento giusto ed ora bisogna fare correzioni, su questa partita ed anche su altre che devono costruire un fascicolo Sardegna da sottoporre al governo».

Il presidente Franco Sabatini ha ringraziato i parlamentari per il loro contributo ribadendo, a proposito dell’autocritica sugli errori del passato, che «l’errore più grave è stato quello della mancanza di unità». Franco Sabatini, infine, ha annunciato per il prossimo 30 luglio una nuova riunione congiunta con i Sindaci, al termine della quale sarà presentata al Consiglio una dettagliata risoluzione sui temi della finanza regionale.

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«Si proceda con le assunzioni nel rispetto di quanto previsto negli accordi ministeriali e regionali. I lavoratori ex Alcoa sono patrimonio umano e di competenze, elemento fondamentale del complesso industriale di Portovesme, che la Sider Alloys si è impegnata a rilanciare. Loro sono stati protagonisti in ogni singola fase della lunga battaglia che ha condotto, finalmente, nello scorso febbraio a firmare il Patto fra nostro Governo, Syder Alloys e Organizzazioni sindacali. E rispetto a quel Patto non si torni indietro.»

Lo scrive, in una nota, Romina Mura, deputata del Partito democratico.

«Invito il ministro Luigi Di Maio a schierarsi dalla parte dei lavoratori e del Sulcis, in cui spesso lui e i suoi sono venuti a vendere come oro la chiusura degli impianti industriali, a non disperdere il prezioso lavoro fatto, a riguardo, da Carlo Calenda suo predecessoreA dimostrare coi fatti e con le azioni che i lavoratori vengono prima di tutto. D’altro canto – conclude la deputata del Partito democratico – i lavoratori ex Alcoa non chiedono la luna, né tantomeno il reddito di cittadinanza, vogliono semplicemente riprendere a lavorare e a produrre. Così come era stato pianificato.»

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«Nonostante  le gravi difficoltà e i limiti dell’Unione Europea, emersi soprattutto negli anni più recenti,  il rafforzamento politico, in una prospettiva federale, dell’Unione europea non ha alternative, se non negative. Sono infatti regressivi i rigurgiti nazionalisti e esclusivisti emergenti in numerosi Paesi europei, Italia compresa: bisogna contrastarli innanzitutto sul piano culturale.»

E’ questo il messaggio centrale emerso in (circa duecento partecipanti) a Cagliari, coordinata da Lucetta Milani e Tore Cherchi, introdotta da tre intellettuali, Gian Giacomo Ortu, Christian Rossi e Andrea Deffenu e che ha visto un dibattito serrato con 13 interventi dalla platea e significative testimonianze con la presenza come quella di Francesco Pigliaru, presidente della Regione, a dimostrazione che il tema è sentito.

Europeisti e federalisti perché? «Senza l’Europa unita – ha detto Gian Giacomo Ortu – non avremmo avuto il lungo periodo di pace vissuto dal 1945 ad oggi e mai conosciuto prima; non avremmo avuto i grandi  progressi ottenuti nell’affermazione e nella tutela dei diritti fondamentali e la formazione di una identità transnazionale permeata di valori umanistici e solidali». A Christian Rossi, storico delle Relazioni Internazionali, è toccato il compito di analizzare la crisi politica in atto, originata da spinte egoiste di taluni Stati e ad Andrea Deffenu argomentare perché l’unione politica e federale sia la strada per superare la crisi e dare una risposta europea, la sola realmente efficace, ai problemi del presente.

“Europa dove vai?” si è chiesto don Ettore Cannavera, indignato per la situazione drammatica dei migranti alla deriva nel Mediterraneo. Un tema, quello delle migrazioni, che è ritornato negli interventi di Giulio Calvisi e della deputata Romina Mura. La politica di cooperazione nord-sud in alternativa ai nuovi muri è la strada indicata da Cristina Zuddas che di cooperazione transfrontaliera si occupa professionalmente e dall’avvocato Patrizio Rovelli. Giulio Lai, Erasmus alle spalle, testimonia lo spirito europeo dei giovani di oggi. Mauro Sarzi illustra un suo lavoro artistico ispirato ad Ernesto Rossi, coautore con Altiero Spinelli del Manifesto di Ventotene. Del linguaggio internazionale dell’arte parla Angelo Liberati. Mauro Pistis ha rivendicato una riforma elettorale che garantisca la  rappresentanza sarda nel Parlamento europeo. Remo Sizza, Benedetto Barranu, Luca Pizzuto ed il segretario della CGIL, Michele Carrus hanno rilanciato la necessità di un profondo cambio della politica economica e di welfare per fare fronte alla disoccupazione ed alle diseguaglianze crescenti: rivendicano un’Europa con un’anima sociale, attenta alle persone e non alle agenzie di rating.

Il populismo è alimentato anche dal disagio sociale. L’Unione europea deve porre al primo punto le questioni del lavoro e dell’equità sociale. Non casualmente, il programma federalista del Manifesto di Ventotene che ha ispirato la discussione, ha una forte caratterizzazione anche sociale perché si propone, oltre che la «definitiva abolizione della divisione dell’Europa in stati nazionali sovrani», anche «l’emancipazione  delle classi lavoratrici e la realizzazione per esse di condizioni più umane di vita». Le prossime elezioni europee saranno un referendum sul futuro dell’Europa: o si va avanti o si regredisce pericolosamente. Non stare alla finestra, è l’invito conclusivo dell’assemblea.

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Ha registrato la partecipazione di oltre duecento persone l’assemblea su “Autonomia e Federalismo” svoltasi ieri a Ghilarza, nonostante il caldo sabato sera, con inizio del dibattito alle 15.30. Tanti altri, non potendo partecipare all’assemblea, hanno inviato l’adesione.

I partecipanti sono militanti della sinistra, per lo più aderenti al PD o a Liberi e Uguali o senza partito. Militanti che non si rassegnano a una sinistra smarrita ed inerte dopo la sconfitta elettorale. Si prova a ripartire dalle idee e dai territori. E quindi si è scelto Ghilarza, luogo gramsciano, fortemente simbolico.

“Sa die de sa Sardigna” ha dato lo spunto per riflettere  sui limiti dell’autonomia speciale e provare a fare i conti con il significato profondo del voto referendario del 2016 che ha nettamente bocciato una riforma costituzionale accentratrice – o comunque giudicata tale – dei poteri nello Stato o meglio, nell’esecutivo. Con quel voto, deve misurarsi la sinistra tutta, indipendentemente dal segno del voto espresso da ciascuno, singoli e gruppi politici.

I promotori hanno proposto al dibattito una precisa ipotesi di lavoro: il principio autonomista ed il principio federalista come chiave per realizzare un pieno autogoverno in un nuovo patto unitario del popolo sardo, con la Repubblica e con l’Unione europea. Il principio federalista è la chiave per andare oltre i sistemi istituzionali decentralizzati, nel cui ambito è in larga misura confinata anche l’autonomia speciale. Il riferimento è il federalismo cooperativo e societario, alternativo ai modelli di federalismo competitivo ed indifferente ai diritti di cittadinanza.

Il dibattito introdotto da Ivana Russu, consigliere comunale di Olbia e coordinato da Tore Cherchi, ha avuto l’apporto di intellettuali di solido e lungo impegno civile e politico, quali Gian Giacomo Ortu,  Italo Birocchi, Gianmario Demuro, Giovanni Lobrano.

«Il neocentralismo sconfitto nel referendum del 2016  ha creato a le condizioni per riproporre il progetto federalista attraverso un disegno di legge costituzionale, da elaborare con i territori e da presentare con iniziativa popolare», ha sottolineato Giangiacomo Ortu, ordinario di Storia Moderna. L’aspirazione al federalismo deve essere sostenuta, mettendo in atto da subito «pratiche federaliste», soprattutto nel campo culturale, dell’economia e del governo del territorio. Italo Birocchi, ordinario di storia del diritto, ha rintracciato nella storia del popolo sardo le radici del pensiero autonomista e federalista. Gianmario Demuro, costituzionalista, ha analizzato i nessi tra autonomia e democrazia. Giovanni Lobrano, romanista, ha sottolineato la differenza dei sistemi politici federali rispetto a quelli basati sul decentramento.

Sono intervenuti Emiliano Deiana, sindaco di Bortigiadas e presidente ANCI, con una forte critica al centralismo ed alla burocrazia regionali, temi ripresi anche da Nicola Sanna, sindaco di Sassari; Michele Carrus, segretario regionale CGIL, sui rapporti fra autonomia, lavoro e sviluppo. Sulle vittime della globalizzazione liberista è ritornato Luca Pizzuto, consigliere regionale di Leu; un giovane studente, Bruno Concas, si è chiesto come l’autonomia possa interessare i giovani. Hanno preso la parola persone di area PD: Dolores Lai, Patrizia Desole, Nicola Manca, guspinese di Montevecchio, Vasco Decet, manager di una primaria industria turistica. Nella sala, interessati al dibattito, qualificati esponenti della cultura, Salvatore Mereu, Angelo Liberati, Giuseppe Carta tra gli altri, parecchi sindaci e lavoratori dell’industria, dirigenti politici, la parlamentare Romina Mura, il presidente regionale della lega delle cooperative, Claudio Atzori.

«Abbiamo rimesso in campo le idee autonomiste e federaliste, rimaste oscurate dal prevalente centralismo da un lato e da minoritarie aspirazioni indipendentiste, dall’altro lato. Queste idee sono attuali e feconde. Sono un progetto di lavoro e di impegno che vorremmo ritornasse ad essere la bandiera della sinistra», ha concluso Tore Cherchi a nome degli organizzatori dell’assemblea. L’impegno è quindi quello di dare continuità al lavoro su un progetto. Questo non richiede nuove  organizzazioni ma piuttosto la capacità di dibattere, agire e creare relazioni nel disperso popolo della sinistra.