19 December, 2025
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Nel Sulcis Iglesiente è iniziata la fase congressuale che porterà al rinnovo degli organismi dirigenti del Partito Democratico. Sono stati eletti i seguenti segretari di circolo, il quadro verrà completato la settimana prossima con gli altri comuni.

Sant’Anna Arresi: Luigi Farci
Villamassargia: Nicola Bianchini
Carloforte: Pierangelo Rombi
Domusnovas: Daniele Lusci
Carbonia: Alberto Straullu
Cortoghiana: Cinzia Firinu
Fluminimaggiore-Buggerru: Francesco Carta
Iglesias: Federico Sias
Bacu Abis: Alessio Tidu
Bindua: Franca Cadeddu
Gonnesa: Loris Cocco

Ad Iglesias e Carbonia, nei prossimi giorni, verranno proclamati i candidati unici alla carica di segretario cittadino: Ubaldo Scanu e Fabio Desogus.

Nelle riunioni di circolo, infine, sono stati eletti i componenti dell’assemblea provinciale che proclameranno nelle prossime settimane il candidato unico alla segreteria provinciale: Daniele Reginali.

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Riesplode lo scontro, nel Consiglio comunale di Iglesias, tra maggioranza e opposizione. L’occasione è arrivata con la convocazione della riunione consiliare di lunedì 27 febbraio, richiesta dai consiglieri di opposizione per parlare principalmente degli “equilibri politici venutosi a creare negli ultimi mesi” dopo i cambiamenti maturati nella Giunta guidata da Emilio Gariazzo e disertata da tutti i consiglieri di maggioranza, eccezion fatta per il presidente del Consiglio comunale Mauro Usai che ha rispettato il suo ruolo istituzionale.

Ieri sera i capigruppo di maggioranza, Ubaldo Scanu del “Partito Democratico”, Gianluca Tocco di “Sinistra Ecologia Libertà” e Pierina Chessa de “Il tuo segno per Gariazzo”, hanno spiegato in una nota le ragioni della mancata partecipazione alla riunione del Consiglio comunale.

«Permane in noi la difficoltà di comprendere le reali motivazioni che hanno spinto i colleghi della minoranza a richiedere reiteratamente una discussione in Consiglio – con relativo conseguente dispendio di risorse pubbliche – sugli “equilibri politici venutosi a creare negli ultimi mesi” – scrivono Ubaldo Scanu, Gianluca Tocco e Pierina Chessa -. Quanto questo ordine del giorno fosse risibile, oltre che pretestuoso e non pertinente nella sostanza, lo raccontano i numeri e non solo. In questi quarantaquattro mesi di consiliatura abbiamo partecipato a 92 Consigli comunali esaminando, discutendo ed approvando centinaia di atti, mozioni e regolamenti. L’attività politica si è inoltre svolta attraverso centinaia di commissioni consiliari nonché con tutto ciò che non è strettamente istituzionale come viaggi in Regione, sopralluoghi, assemblee, incontri, tavoli di lavoro, etc. Nello specifico, nei circa quattro mesi passati dal 17 ottobre 2016, giorno in cui i colleghi della minoranza hanno deciso di impiegare il loro tempo e le loro energie per richiedere la discussione in oggetto, la giunta comunale ha prodotto ben 95 deliberazioni, mentre nei cinque consigli comunali tenutisi nello stesso intervallo temporale sono state approvate 25 proposte, discusse 2 mozioni e hanno ottenuto risposta 5 interrogazioni ed una interpellanza.»

«Tra gli atti approvati in Consiglio nel periodo considerato – aggiungono Ubaldo Scanu, Gianluca Tocco e Pierina Chessa – ve ne sono alcuni di particolare importanza, quali l’approvazione delle linee guida per la redazione del Piano Urbanistico Comunale, l’adesione alla Fondazione del Cammino Minerario di Santa Barbara, l’approvazione delle tariffe relative alla tassa sui rifiuti (ancora una volta più basse rispetto a quelle dell’anno precedente) e il benestare all’utilizzo dei fondi della legge 37/98 per poter investire nella riqualificazione della Città; atti sui quali i nostri colleghi della minoranza hanno quasi sempre votato contro, quando non si sono astenuti o hanno deciso di uscire dall’aula consiliare. Sappiano perciò gli iglesienti che se spenderanno qualcosa di meno in bolletta, se possono già godere di un mercato più bello e ristrutturato, se potranno fruire di una sala per proiezione cinematografica, se avranno un centro storico finalmente illuminato, se non vedranno più l’obbrobrioso generatore di via Cavour, se gli abitanti di via Giordano la vedranno riqualificata dopo decenni e i giovani calciatori di Bindua potranno finalmente cambiarsi in spogliatoi degni di questo nome sarà grazie ai soli voti di questa maggioranza. Ed è perciò – concludono Ubaldo Scanu, Gianluca Tocco e Pierina Chessa – che non abbiamo voluto essere partecipi di quello che consideriamo un consiglio comunale improponibile e incomprensibile; uno sterile, scomposto e inutile attacco all’amministrazione perpetrato ai danni delle tasche dei cittadini.»

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I circoli del Partito Democratico di Iglesias e Bindua hanno preso posizione sulla vertenza AIAS.

«Il Partito Democratico di Iglesias, dopo aver già sollecitato in passato una discussione in Consiglio comunale, non può esimersi dall’esprimere piena e totale solidarietà ai lavoratori A.I.A.S. per il perdurare e l’aggravarsi della situazione oltremodo drammatica che da ormai troppo tempo stanno vivendo – scrive in una nota il segretario dell’Unione cittadina Ubaldo Scanu -. L’Associazione Italiana Assistenza Spastici fu costituita nel 1954 da alcuni genitori di bambini cerebrolesi di Roma che diedero origine a una nuova realtà nel settore dell’assistenza e della riabilitazione, che oggi declina i fini statutari con un’ attività tesa a istituire e gestire centri e servizi di riabilitazione, nonché servizi e strutture socio-sanitarie in regime convenzionale con il Servizio Sanitario Nazionale e regionale, garantendo un importante servizio alla collettività in generale ed in particolare alle fasce più penalizzate da patologie o disabilità. Insomma, si scrive AIAS e si legge qualità della vita, poiché AIAS è nata per alleviare e prevenire sofferenze, non per infliggerle o generarle. Le finalità sociali sono, dunque, sotto gli occhi di tutti e sono più che lodevoli. Ma se è vero come è vero che il “progetto A.I.A.S” nasce dalla sensibilità alle problematiche sociali che è una delle basi fondanti di quella che si può a pieno titolo definire “società civile”, allora questa sensibilità più che mai non deve avere barriere e non può non riguardare anche le vite dei lavoratori, i quali non vedono attualmente riconosciuto il lavoro – che è un lavoro davvero speciale – che quotidianamente svolgono; e non può non riguardare le loro famiglie, che appaiono oggi prive di ogni tutela e preda di una opprimente e insopportabile precarietà.»

«Solleciteremo in ogni sede e ancor più vigorosamente, perciò, tutti gli attori in campo affinché si faccia senza indugio ogni ulteriore e possibile sforzo e si mettano in campo tutte le azioni volte a supportare il dialogo tra Associazione, Regione e Sindacati e garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori poiché al momento c’è un’unica cosa certa: che così non è più possibile andare avanti. Chiederemo inoltre – conclude Ubaldo Scanu – che venga data massima priorità al tentativo di risoluzione di questa vertenza, così che venga garantita la giusta serenità agli operatori, ai pazienti e alle loro famiglie ché sono anch’essi l’AIAS, che non è solo una sigla, non è solo la dirigenza, non sono solo le strutture.»

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Dopo che il Governo ha fissato la data del referendum confermativo per la riforma costituzionale, che si terrà domenica 4 dicembre 2016, entra nel vivo la campagna referendaria. Questo pomeriggio, alle 17.30, per il comitato del sì, i deputati del Partito Democratico Francesco Sanna ed Emanuele Cani saranno in Piazza Pichi, nella sala del partito, a Iglesias, con i segretari provinciale e cittadino Daniele Reginali e Ubaldo Scanu.

Teatro Electra_big

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Emilio Gariazzo copia

A Iglesias le dimissioni degli assessori Alessandra Ferrara e Melania Meo sono il primo atto di un rimpasto annunciato da tempo nella Giunta Gariazzo. Le forze politiche che sostengono la Giunta Gariazzo hanno sottoscritto un accordo per un rimpasto, con l’ingresso di 4 nuovi assessori politici, che dovrebbero essere espressi 2 al Partito Democratico, 1 da Sinistra Ecologia e Libertà e 1 dalla lista civica Gariazzo. L’accordo prevede anche l’allargamento della Giunta da 5 a 7 componenti e l’assegnazione ai 4 nuovi assessori delle deleghe lasciate libere dalle dimissionarie Alessandra Ferrara e Melania Meo (salutate con parole di ringraziamento per il lavoro svolto nei tre anni di consiliatura sia dal sindaco Emilio Gariazzo, sia dal segretario cittadino del PD, Ubaldo Scanu), e di un paio tra le diverse attualmente assegnate al vicesindaco Simone Franceschi e di quella dell’Urbanistica, fin dall’inizio della consiliatura tenuta ad interim dal sindaco Emilio Gariazzo.

Il sindaco, nella nuova composizione, vorrebbe mantenere la parità di genere, nominando almeno 2 dei 4 assessori donne e questa condizione sta creando qualche problema nella scelta. Altro problema posto dagli alleati è un riequilibrio con il Partito Democratico, partito di maggioranza relativa, che esprime il sindaco, il presidente del Consiglio e 2 assessori. Recentemente era stato il consigliere del PDCI Alberto Cacciarru a sollevare il problema. Le quattro nomine dovrebbero essere ufficializzate entro la prossima settimana.

Il rimpasto nella Giunta Gariazzo, come già sottolineato, era previsto fin dall’inizio della consiliatura e sarebbe dovuto avvenire già lo scorso anno. Oggi arriva in una fase particolarmente delicata per il centrosinistra, uscito malconcio dalle elezioni amministrative del 5 giugno, che hanno registrato, in particolare, due pesantissime sconfitte a San Giovanni Suergiu (dove il candidato sindaco Antonio Fanni, segretario cittadino del PD, è stato travolto dalla lista che ha eletto sindaco Elvira Usai, primo sindaco donna del paese, con il 55,18% contro il 30,61%) e Gonnesa (dove la lista che aveva come candidato sindaco un esponente del PD, Piergiorgio Lenzu, vicesindaco uscente, e capolista il sindaco uscente Pietro Cocco, capogruppo del partito in Consiglio regionale, è stata battuta dalla lista che candidava a sindaco Hansel Cristian Cabiddu, sconfitto di misura alle primarie del PD e sostenuto da varie componenti del centrosinistra, con il 45,10% contro il 42,23%) ed un risultato inferiore alle attese al primo turno a Carbonia (la lista del PD s’è fermata, a 2.952 voti, il 17,57%), dove il sindaco uscente Giuseppe Casti affronterà il candidato del Movimento 5 Stelle, Paola Massidda, nel ballottaggio del 19 giugno, tutt’altro che scontato (Giuseppe Casti parte dal 36,15%, Paola Massidda dal 21,95%).

Giampaolo Cirronis

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CTO Iglesias 1 Ospedale Sirai Carbonia 1

La deliberazione della Giunta della RAS n. 6/15 del 2 febbraio 2016 ha ridefinito la rete ospedaliera sarda; ora passerà in discussione nella specifica commissione e in Consiglio Regionale. L’intento è quello di provare a costruire un sistema di presidi sanitari il più possibile efficiente e a misura di cittadino. Tentativo – questo – assai faticoso sia a causa della delicatezza della materia e delle particolarissime peculiarità geografiche del nostro territorio di cui è necessario tener conto nella ricerca del miglior equilibrio possibile, che del disordine generato dalla “disattenta” gestione della rete caratterizzato dall’operato della precedente Giunta regionale che ha prodotto oltre 400 milioni di deficit, e questo non ha certo aiutato nell’ardua impresa.

Il Partito Democratico di Iglesias ha sempre perorato la causa di un DEA di primo livello “territoriale” ripartito fra più stabilimenti; in questo modo il CTO e il Sirai, con servizi specialistici “unici”, senza doppioni, possono garantire adeguata offerta sanitaria operando sul modello degli “Ospedali Riuniti” di altre regioni, unitamente al Santa Barbara e alle quattro Case della Salute previste a Giba, Sant’Antioco, Carloforte e Fluminimaggiore. Oggi il risultato auspicato – compreso il mantenimento del Punto nascite – appare quanto mai prossimo, trovando pieno riscontro nella deliberazione 6/15 e risultano pertanto demagogiche e strumentali le accuse di quelle forze politiche che, in questi mesi, non hanno fatto alcuna proposta tesa al raggiungimento di quanto ampiamente discusso, elaborato e concertato – nel rispetto delle istanze di tutte le comunità del territorio – con i rappresentati istituzionali locali e regionali.

Ubaldo Scanu

Segreteria PD Iglesias

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CTO-Iglesias-300x188 copia

Un documento del dirigente dell’Area Servizi Ambientali dell’ex provincia di Carbonia Iglesias, ingegner Palmiro Putzulu, sul trattamento delle acque reflue prodotte all’interno delle strutture sanitarie, con particolare riferimento al Presidio Ospedaliero CTO, interessato all’apertura di nuovi reparti di degenza e trasferimento di reparti da altri ospedali, rischia di creare un caso politico.

«Le acque reflue prodotte nelle strutture sanitarie, secondo quanto disposto dalla disciplina regionale degli scarichi – scrive il dirigente dell’Area Servizi Ambientali dell’ex provincia di Carbonia Iglesias – sono da classificare come acque reflue domestiche o assimilate soltanto se prodotte negli ospedali con un numero di posti letto inferiore a 24, purché sprovvisti di laboratori di analisi e ricerca. La qualità delle acque reflue prodotte all’interno di strutture sanitarie sono sicuramente diverse da quelle prodotte negli ambienti domestici e perciò hanno bisogno di opportuni trattamenti di depurazione prima di essere scaricate in ambiente o in una pubblica fognatura.» 

«Nella cttà di Iglesias – aggiunge Putzulu – per varie vicissitudini, a tutt’oggi non risulta completato il sistema fognario depurativo che permetterà di trattare tutti i reflui prodotti nel centro urbano nell’impianto di depurazione consortile, sito in località Sa Stoia. Solo una parte della città, il “versante est”, risulta collegato all’impianto di depurazione, mentre il “versante ovest” scarica i propri reflui in un compluvio naturale per poi finire nel rio San Giorgio che fa parte del compendio naturale del sistema di Sa Masa, nel comune di Gonnesa. Nel versante ovest della città è inserito anche il Presidio Ospedaliero CTO che, a quanto di nostra conoscenza, non possiede un proprio impianto di pretrattamento dei reflui, ma come gli altri reflui del versante ovest vengono scaricati nella rete fognaria per poi finire nel rio San Giorgio.»

«Per poter collettare i reflui del versante ovest all’impianto di depurazione consortile, occorre completare il sistema fognario depurativo consistente nei lavori di realizzazione di un tronco di collettore fognario e dell’impianto di sollevamento in località Cabitza. Tali lavori, in capo alla società Abbanoa Spa, sono in fase di appalto e, dopo le opportune autorizzazioni, si procederà con la realizzazione dei lavori – scrive ancora Palmiro Putzulu -. Il piano di riorganizzazione degli ospedali che interessa anche il Presidio Ospedaliero CTO, con l’apertura di nuovi reparti di degenza e trasferimento di reparti da altri ospedali, determinerebbe un incremento dei flussi di acque reflue provenienti dalle stanze di degenza, sale operatorie, laboratorio di analisi, ecc. Tutto ciò comporterebbe un aggravarsi della situazione igienico sanitaria e ambientale dei recettore finale dello scarico.»

«Tale scenario risulta inaccettabile ed in contrasto con il Codice dell’Ambiente sino a quando il sistema fognario depurativo della città di Iglesias non verrà completato con la messa in esercizio dei suddetti interventi. Per quanto suddetto – conclude il dirigente dell’Area Servizi Ambientali dell’ex provincia di Carbonia Iglesias – questo ufficio competente, ha il dovere di rammentare, che prima di procedere con la riorganizzazione della rete ospedaliera, si attenda il completamento del sistema fognario depurativo, in modo da non aggravare la già precaria situazione del recettore finale dello scarico, individuato nel rio San Giorgio che sfocia nello stagno di Sa Masa.»

Il documento del dirigente dell’Area Servizi Ambientali dell’ex provincia di Carbonia Iglesias ha provocato una dura presa di posizione del segretario cittadino del PD di Iglesias, guidata da Ubaldo Scanu.

«L’atto emanato dal dirigente provinciale del settore Area dei Servizi Ambientali della ex provincia Carbonia Iglesias – attacca Ubaldo Scanu – appare quanto meno strumentale, in quanto non ne ricordiamo altri di questo tipo; eppure nel CTO il numero dei posti letto è stato da sempre e di molto superiore ai 25. Invece solo oggi si interviene, oggi che è in atto la discussione sulle scelte in materia di riorganizzazione della rete ospedaliera locale.»

«Ad ogni buon conto – aggiunge Scanu – il dirigente della provincia può stare sereno e tranquillo, perché per quanto è a nostra conoscenza il CTO di Iglesias dispone di un depuratore appena ultimato che può soddisfare e reggere lo smaltimento delle acque reflue dei reparti fino a 250 posti letto. La ditta che si è occupata della realizzazione dell’opera deve solo attivare l’impianto elettrico, quindi il CTO è in regola in quanto possiede un impianto di pretrattamento dei reflui e non scaricherà nulla di pericoloso nel momento in cui saranno attivati i nuovi reparti. Questo basta e avanza. Ma se non bastasse, per quanto riguarda il compluvio fognario del versante ovest all’impianto di depurazione consortile, a seguito di specifica delibera del Consiglio comunale, Abbanoa ha esperito la gara d’appalto e aggiudicato i lavori e ad oggi sta valutando la proposta progettuale. Insomma siamo sulla strada giusta, al più si tratterebbe di chiedere ad Abbanoa di accelerare con le operazioni. Ci auspichiamo – conclude il segretario cittadino del PD di Iglesias – che la stessa zelanteria da parte dei dirigenti della ex provincia Carbonia Iglesias non sia applicata solo al presidio ospedaliero CTO.»

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Confronto sereno, questa sera, al Centro culturale di via Cattaneo, a Iglesias, con l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, nell’incontro organizzato dal Partito Democratico sulla riforma della rete ospedaliera.
Il clima, almeno tra i rappresentanti del Partito Democratico e l’assessore Luigi Arru, è apparso decisamente più sereno rispetto alle scorse settimane, quando sia il segretario provinciale Daniele Reginali sia quello cittadino Ubaldo Scanu e il capogruppo in Consiglio comunale Francesco Melis, avevano lanciato bordate pesantissime, chiedendo di riportare le cose allo stato precedente, in attesa del completamento dei lavori di sistemazione del CTO.
A riportare il sereno, a meno di 48 ore dallo sciopero generale proclamato dal Comitato per la salute del Sulcis Iglesiente, è stato l’impegno assunto dall’assessore su una rete di ospedali del Sulcis Iglesiente, un DEA di primo livello che differenzi i servizi ma equipari le strutture del CTO di Iglesias e del Sirai di Carbonia, il Punto nascite dove sono stati fatti gli investimenti di sicurezza e adeguamenti strutturali – il CTO (dotato anche di posti di rianimazione subintensiva).
«La mediazione politica ha dato i suoi risultati – ha detto Francesco Melis, capogruppo in Consiglio comunale – in una ricerca di potenziamento e miglioramento dei servizi sanitari di tutto il territorio.»
Prima dell’incontro pubblico al Centro culturale di via Cattaneo, l’assessore Arru ha partecipato ad un sopralluogo al CTO oer verificare lo stato dei lavori in corso, concluso con un incontro ristretto.
«Siamo qui per parlare e ascoltare – ha detto Luigi Arru -, ma non possiamo cadere nei localismo, dobbiamo avere una visione regionale e pensare alla qualità e alla sicurezza dell’assistenza sanitaria. La nostra intenzione, nel riformare la rete ospedaliera, non è quella di creare una classifica tra strutture o territori, ma tenere conto dei criteri legati ai bacini. Parliamo di fare rete, per indicare un’integrazione di saperi e competenze, ci deve essere l’idea della mobilità delle equipe, della condivisione della capacità professionale. Le nostre parole chiave sono sicurezza, appropriatezza, qualità. Queste tre cose vogliamo per i tutti i pazienti di tutta la regione.»
«Mi interessa sapere – ha aggiunto l’assessore regionale della Sanità -, cosa fa questo ospedale rispetto alla sicurezza dei cittadini del Sulcis, come fare a evitare doppioni, riuscendo a integrarsi in maniera intelligente. A breve sarà approvata la Rete territoriale con il nuovo sistema di emergenza – urgenza allora si avrà il quadro completo del futuro della sanità sarda.»
Luigi Arru, infine, ha assicurato di essere pronto a derogare a quanto previsto per il Sulcis dalla riforma della Rete.
«Invito tutti però – ha concluso l’assessore regionale della Sanità – a pensare all’interesse dei pazienti, anche di questo territorio.»

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Si è conclusa nella tarda mattinata la “missione” a Cagliari di una delegazione di rappresentanti politici, sindacali e cittadini di Iglesias, “a difesa del CTO e della sanità iglesiente”. All’origine della protesta, come è noto, vi è un’aperta contestazione del progetto di riorganizzazione delle attività degli ospedali aziendali, con particolare riferimento alla decisione di prorogare, anche per il mese di agosto, l’ubicazione dell’U.O.C. di ginecologia e ostetricia presso il presidio ospedaliero Sirai, dopo che il commissario straordinario Antonio Onnis aveva annunciato al Consiglio comunale di Iglesias, il trasferimento all’ospedale Santa Barbara.

La delegazione ha consegnato due documenti, contenenti le rivendicazioni. Nel primo, indirizzato al presidente della Regione, Francesco Pigliaru; all’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru; al direttore generale dell’assessorato della Sanità, Giuseppe Maria Sechi; al prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta; e al sindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo, si legge che «gli impegni presi dal commissario Onnis in Consiglio comunale a Iglesias, non sono stati rispettati. Chiediamo, ancora una volta, che non venga cancellato alcun servizio o trasferito alcun reparto, in attesa della conclusione dei lavori del CTO e della riorganizzazione sanitaria locale».

«Chiediamo inoltre il rientro immediato del reparto di Ostetricia e Ginecologia dal Sirai di Carbonia al Santa Barbara di Iglesias e il ripristino degli altri servizi drasticamente ridimensionati secondo il Piano estivo predisposto dal dott. Onnis – si legge ancora nel documento -. Qualora le suddette istanze non venissero accolte, chiediamo la proclamazione dello sciopero generale dell’intera città di Iglesias.»

Con il secondo documento, inviato al presidente della Giunta, Francesco Pigliaru; all’assessore della Sanità, Luigi Arru; al direttore generale dell’assessorato della Sanità, Giuseppe Maria Sechi; e, infine, al prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta, viene chiesto un incontro.

«A seguito della riorganizzazione sanitaria che viene attuata nel territorio del Sulcis Iglesiente da parte del commissario straordinario dottor Antonio Onnis e che attualmente penalizza la città di Iglesias e gran parte del territorio di pertinenza della Asl n° 7 di Carbonia Iglesias – si legge nel documento – si richiede un incontro con il sindaco di Iglesias, i capigruppo del Consiglio comunale di Iglesias, i Sindacati confederali e le associazioni, al fine di ascoltare le problematiche che tali scelte stanno provocando alla sanità territoriale, già troppe volte depauperata di servizi e prestazioni alla popolazione.»

La richiesta di incontro è firmata dal sindaco, Emilio Gariazzo; dai capigruppo di “Il Tuo segno per Gariazzo”, Pietro Serio; di Cas@ Iglesias, Valentina Pistis; di Forza Italia, Luigi Biggio; del Partito Democratico, Francesco Melis; di Sinistra Ecologia Libertà, Franco Tocco; del PDCI, Alberto Cacciarru; e, infine, dal segretario cittadino del Partito Democratico, Ubaldo Scanu.

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Ospedale Santa Barbara

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Dopo il segretario provinciale Daniele Reginali e il capogruppo consiliare al comune di Iglesias Francesco Melis, anche il segretario dell’Unione cittadina del Partito Democratico di Iglesias, Ubaldo Scanu, interviene sul progetto di riorganizzazione della rete ospedaliera approvato dalla Giunta regionale presieduta da Francesco Pigliaru (PD), su proposta dell’assessore della Sanità, Luigi Arru (PD).

«Il Piano di riorganizzazione della Rete ospedaliera territoriale della Sardegna recentemente presentato dalla Giunta regionale fa storcere il naso – scrive Ubaldo Scanu in una nota inviata al commissario ASL 7 Antonio Onnis, al sindaco di Iglesias Emilio Gariazzo, ai deputati del PD Francesco Sanna e Emanuele Cani, al consigliere regionale e capogruppo del PD Pietro Cocco -, in particolare per quanto riguarda il riordino relativo alla rete ospedaliera del Sulcis Iglesiente. La proposta ci lascia molto perplessi e scettici perché non in linea con quanto deliberato dal Consiglio comunale di Iglesias che, lungi dall’alimentare campanilismi che oramai non hanno ragion d’essere, ha assunto posizioni lucide e condivise da tutti i partiti, dai sindacati, dal personale dell’ASL 7.»

«Il PD di Iglesias ha presentato – aggiunge Scanu – qualche mese fa una proposta che prevedeva l’equa ripartizione dei servizi tra i presidi ospedalieri di Iglesias e di Carbonia, e nel contempo evitava la creazione di doppioni dei servizi sanitari. Una proposta che ha trovato ampi consensi non solo nella popolazione ma anche nei vertici dell’ASL locale. Pare di leggere, tra le righe del Piano regionale, grande incertezza sulla destinazione d’uso degli ospedali iglesienti, o addirittura il tentativo di un ulteriore declassamento del CTO di Iglesias classificato come “stabilimento di base”, mentre il Sirai di Carbonia viene classificato, peraltro correttamente, come DEA 1° livello.

Fermo restando che siamo convinti che non sia tanto importante essere indicati di primo livello o meno, quanto essere messi in condizione di garantire una tipologia di servizi sanitari di alto livello a tutela della salute dei cittadini, ma in questo caso la distinzione non può essere considerata di poco conto perché il combinato delle disposizioni contenute nelle 82 pagine che accompagnano la delibera della Giunta regionale sono lasciate aperte molte porte e tante perplessità. La delibera in questione è da intendersi come bozza provvisoria, pertanto chiediamo che urgentemente sia apportata la necessaria correzione nel senso che il presidio ospedaliero CTO di Iglesias deve essere considerato complementare al presidio ospedaliero Sirai di Carbonia accreditata come DEA 1° livello: il Sirai con finalità d’urgenza ed emergenza, il CTO sede di attività programmate così come ribadito negli scorsi mesi dal Commissario straordinario, che in tal senso ha profuso impegno con i sindaci tutti e con la popolazione.»

«Il principio di fondo – sottolinea ancora il segretario dell’Unione cittadina del PD di Iglesias – è che il DEA di 1° livello dovrà essere costituito dalla fusione dei due presidi ospedalieri, ossia il Sirai e il CTO.

Perché ciò venga realizzato il PD iglesiente ribadisce che:

• è indiscutibile e inderogabile il completamento dei lavori di ristrutturazione e di adeguamento funzionale del CTO e la conseguente operatività dei reparti, prima di qualsiasi  intervento sull’organizzazione esistente, come anche da deliberato dei sindaci del distretto;

• è fondamentale il rispetto del cronoprogramma relativo alla data di consegna dell’Ospedale CTO e che si impegnerà, laddove fosse necessario, a praticare un controllo serrato delle tempistiche dei lavori;

• l’ospedale CTO dovrà essere  il Centro di riferimento territoriale per la Chirurgia generale,la Pediatria, la Ginecologia e Ostetricia, l’Endoscopia e l’Ortopedia, il Laboratorio Analisi, l’Oculistica e l’Otorinolaringoiatria;

• il Polo materno infantile dovrà, nel rispetto imprescindibile delle destinazioni d’uso già approvate, essere collocato presso l’Ospedale CTO, essendo indispensabile l’assoluta, incondizionata e concreta collaborazione di ginecologi, ostetriche, neonatologi e pediatri,per una politica determinata al cambiamento degli standard di sicurezza assistenziali del settore materno-infantile;

• il Santa Barbara dovrà essere individuato quale ospedale per la lungo degenza e l’hospice.

Chiederà, se necessario, un controllo da parte della Corte dei Conti, qualora le destinazioni d’uso dei locali già decise e deliberate a suo tempo, non venissero confermate;    

vigilerà affinché i finanziamenti già destinati al completamento del CTO di Iglesias NON siano dirottati altrove, ad esempio al completamento del Sirai di Carbonia.

Rileva una mancata chiarezza da parte della direzione aziendale nell’esprimere un deciso progetto complessivo di sanità, pertanto promuoverà il dibattito in città e nelle sedi itituzionali preposte, affinché vengano definiti e rispettati gli obiettivi e venga avviato con urgenza un confronto con la dirigenza e le parti sociali, contando su un maggior supporto e rispetto degli impegni assunti da parte degli esponenti del PD a livello locale, regionale e nazionale.»

«La nostra città – scrive Ubaldo Scanu – non può sopportare che per l’ennesima volta siano sacrificati i propri servizi sanitari a vantaggio di altre realtà e sulla base del documento politico di riordino sulla sanità cittadina e territoriale presentato a suo tempo dal PD di Iglesias, ci saremmo aspettati di poter aver un confronto con la Regione Autonoma della Sardegna sui temi proposti. Oggi, invece, viene presentato un piano vecchio di quasi dieci anni, adattato come un vecchio vestito, non più corrispondente alle attuali esigenze.

Ancora nulla è definitivo, pertanto, prima di possibili azioni di contrasto – anche eclatanti – vogliamo aprire un dialogo con l’assessore Arru basato sul riordino, ma facendo in modo che questo sia baricentrico rispetto al territorio e porti a tagli e riduzione dei costi unicamente là dove in questi ultimi 5 anni si è effettivamente sperperato denaro pubblico.

Per questo, chiediamo che finché il CTO non sarà ultimato, venga rispettato il principio per cui “non si tocca nulla fino a quando non saranno conclusi il lavoro del nuovo CTO” come richiesto dal PD di Iglesias e fatto proprio dal nostro Consiglio comunale.»

«Su questo – conclude Ubaldo Scanu – non intendiamo retrocedere e in mancanza di risposte adeguate annunciamo fin da oggi l’avvio di forme di protesta con mobilitazioni generali massicce.»

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