20 December, 2025
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La Casa circondariale di Uta si apre all’arte per trasformare uno dei suoi spazi più delicati e carichi di emozioni: la sala d’attesa destinata ai visitatori. Grazie all’intervento dello street artist Manu Invisible, questo “non-luogo”, dove familiari e, in particolare, i figli minorenni attendono i controlli prima di incontrare i detenuti, ha assunto un volto nuovo, più accogliente e a misura di bambino. Lo spazio è stato presentato alla stampa questa mattina alla presenza di Pietro Borruto, direttore della Casa circondariale di Uta, Manu Invisible, Elenia Carrus, responsabile del progetto Liberi dentro per crescere fuori (e rappresentante della coop Elan, capofila) e Ugo Bressanello per Exmè & Affini.  

L’opera artistica è parte integrante di “Liberi dentro per crescere fuori”, l’ambizioso progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. L’obiettivo primario di questa specifica azione è chiaro: rendere l’ambiente della sala d’attesa più sereno e meno opprimente, specialmente per i minori che si apprestano a vivere l’incontro con un genitore recluso. L’arte diventa così uno strumento per lenire l’ansia e offrire un’atmosfera più confortevole in un contesto intrinsecamente difficile: «Le diverse forme di arte consentono a ognuno di noi di esprime al meglio la nostra personalità. Questo avviene a maggior ragione con i più piccoli che in un ambiente colorato e accogliente, a dispetto del luogo in cui si trovano, hanno l’opportunità di riallacciare e fortificare il legame col genitore sottoposto a regime carcerario in questa fase transitoria che va dalla detenzione alla libertà. I progetti come questo molto importanti per l’attuazione del principio fondamentale della rieducazione», spiega il direttore dell’istituto penitenziario Pietro Borruto.

L’intervento di Manu Invisible, curato dal partner Exmè & Affini Onlus, ha sovvertito l’assunto generale per cui tra le mura di un carcere vige la costrizione. Con la tecnica degli stencil ha creato una serie di messaggi che aprono alla concessione: concesse emozioni, concesso giocare in quest’area, concesse effusioni, concesso accarezzarsi, concesso mangiare, concedere il contatto: «Capovolgere il messaggio è l’essenza della street art e questo lavoro è pienamente coerente con ciò che porto avanti ormai da anni», chiarisce l’artista. «L’uso del colore, in questo contesto, diventa una forma di gioia tangibile, un modo per infondere calore e speranza in un ambiente che altrimenti potrebbe risultare opprimente. E questa attenzione minuziosa, questa cura nel creare un luogo accogliente e dignitoso per i più piccoli, è la più pura forma di rispetto verso di loro e verso le loro famiglie, riconoscendo il loro bisogno di normalità e serenità anche in circostanze difficili», sottolinea Ugo Bressanello per Exmé & Affini Onlus.

Nasce ufficialmente il progetto di sviluppo innovativo nell’oasi del Cervo e della Luna nella Riserva di Monte Arcosu che vede insieme Domus de Luna e il Wwf.
«Spesso in Sardegna cerchiamo altrove quello che abbiamo già in casa. Il progetto dell’Oasi del Cervo e della Luna potrebbe essere emblematico di quanta ricchezza la nostra terra e la nostra gente siano in grado di sviluppare per un futuro diverso e migliore da riservare ai nostri figli», ha dichiarato Ugo Bressanello, fondatore e presidente della Fondazione Domus de Luna.
Per la rinascita di questo territorio sono stati investiti 2 milioni di euro e sono pronti ulteriori 6 milioni di investimento per il prossimo triennio.
Antonio Caria

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«Il varo di una barca, è un po’ come la nascita di una nuova creatura, perché per costruirla ci sono voluti nove mesi e altri diciotto mesi per il lavoro che ha coinvolto più di quaranta progettisti e designer, oltre ai velisti e allo short team.»

Così Max Sirena, skipper e team director alla guida di Luna Rossa Prada Pirelli, ha descritto il momento più emozionante che ha visto finalmente il battesimo del nuovo monoscafo volante ipertecnologico della classe AC75, varato ai primi di ottobre al Molo Ichnusa di Cagliari. Intervistato dal giornalista Enrico Pilia, è stato protagonista il 10 dicembre del primo “talk” a porte aperte nella culla del design in Sardegna, lo IED Cagliari diretto da Monica Scanu, che ha inaugurato il nuovo ciclo di open lesson 2019-20 a Villa Satta dal titolo “Respect. Persone. Futuri. Luoghi.”. Da qualche mese cittadino onorario di Cagliari dove vive dal 2014 con la sua famiglia, “Max” ha affrontato diversi temi legati ad una delle più grandi sfide, quella dell’America’s Cup, il più importante trofeo sportivo che si terrà nel 2021 ad Auckland, in Nuova Zelanda.

E proprio in vista della regata velica più prestigiosa e antica del mondo ha fatto della città di Cagliari il suo quartier generale considerata uno dei più bei campi di regata al mondo: «Era importante trovare una location in Italia che avrebbe garantito un range di vento ben definito, dai 9 ai 14 nodi. Tra quelle individuate (una in Sicilia e due in Sardegna) abbiamo scelto Cagliari, non solo per il mare ma anche per gli aspetti logistici legati all’accoglienza di un grande team di centoventi persone, oltre ai servizi fondamentali. E mi sento molto fortunato per questa scelta, perché dopo aver abitato tanti anni in diverse città importanti del mondo lo posso dire con certezza: Cagliari è uno dei posti più belli in cui ho vissuto e dove ho deciso di vivere con la mia famiglia. Ci sono Università di buon livello, tre scuole internazionali, un clima ottimo, ospedali e un aeroporto vicino alla città e ben connesso. Non capisco perché ci sia gente che non è felice di vivere qui».

Sfide, passione, tecnologia, sport e design: punti centrali della sua grande esperienza, che vanta una lunga carriera sportiva e tante soddisfazioni, che ha portato con generosità nella lezione con i futuri designer della sede sarda IED. Quella del 2021 sarà la sua settima partecipazione all’America’s Cup alla guida del nuovo “missile volante” targato Luna Rossa Prada Pirelli, uno spettacolo straordinario vederlo sfrecciare con le sue imponenti vele sulla superficie del mare, sospeso per aria, nelle immagini video del promo proiettato nell’Aula Francesco Morelli. Un bolide realizzato con tecnologie utilizzate ben al di sopra di quelle della Formula 1 e con dei materiali e una serie di sistemi tecnici a bordo che provengono dal mondo aeronautico e spaziale, come ha raccontato lo skipper di Luna Rossa alla classe piena di studenti e di curiosi, molto attenta. Innovazione, tecnologia e design che raggiungono il loro apice in questa straordinaria “creatura” che più accelera più prende velocità, bacia l’acqua (kissing), poi si alza, decolla e vola.

«Questo vi dà l’idea di come negli anni è cambiato il modo di andare in barca e di concepire la barca a vela. Abbiamo un pilota automatico esattamente come un pilota di volo di un aereo. Misura una serie di dati, l’altezza di volo della barca, la frequenza delle onde, l’intensità del vento. Solo per costruirla ci sono volute più di 75.000 ore di lavoro.»

Tutte quelle parti che un tempo prevedevano la parte idraulica, la parte elettronica e la parte informatica oggi vengono raggruppate in una sola disciplina che fa viaggiare la barca di Luna Rossa a 15/16 nodi, tre volte la velocità del vento: la meccatronica. Non è un film di James Bond ad alto impatto tecnologico, ma è il futuro che è già qui, compreso il rischio inevitabile di spionaggio, come ha raccontato il velista originario di Rimini alla guida del team più famoso nel mondo della vela. «Nella Coppa America noi abbiamo spie tutti i giorni. Anche ieri abbiamo messo la barca in acqua e ci siamo accorti che c’erano spie sia americane che inglesi. Perché? Perché oggi con gli strumenti che abbiamo siamo in grado, seguendo la barca, di determinare la sua velocità e le sue performance. In questo modo si può verificare se le prestazioni dello scafo sono inferiori a quelle dei concorrenti e in tal caso si cerca di intervenire per migliorarle ed essere all’altezza del trofeo più prestigioso».

Una grande sfida che vedrà ancora Cagliari al centro dell’attenzione mondiale sportiva e mediatica dal 23 al 26 aprile 2020 in occasione della prima tappa a livello mondiale per la conquista della Coppa America e che porterà in gara quattro team protagonisti, due americani, uno neozelandese e Luna Rossa Prada Pirelli. «Luna Rossa è per me ciò che mi ha dato la possibilità di realizzare i miei sogni. Nei confronti del mio team così come di Patrizio Bertelli e Miuccia Prada ho un profondo legame, perché mi hanno dato la possibilità di arrivare qui. Non è solo un lavoro, ma una passione, una forma di dipendenza che ti toglie talmente tanto a livello umano e personale che si può perseguire solo se senti di raggiungere un obiettivo, un sogno. Ancora oggi mi chiedo “ma chi me lo fa fare, ho già vinto tanto”, potrei fare altre cose. Ma finita la Coppa America dopo due settimane inizia a venirmi un prurito, poi ti rendi conto che semplicemente, ti manca. È una sensazione difficile da vivere e da capire se non la vivi, difficile da trasmettere agli altri.»

Tra grandi applausi degli studenti ed i saluti della direttrice IED Cagliari lo skipper più famoso d’Italia ha ricordato l’evento di aprile invitando tutti a tifare per il team di Luna Rossa Prada Pirelli.

I prossimi appuntamenti con il ciclo di open lesson “Respect” allo IED Cagliari, saranno: il 7 gennaio 2020, Gianluca Vassallo; il 14 gennaio 2020, Isabella Trombetta, communication officer a bordo delle navi di SOS Mediterranee, e Ugo Bressanello, presidente della Fondazione Domus de Luna (2020, data da definire).

«Questo nuovo ciclo di attività è soprattutto un’opportunità di confronto e approfondimento sui temi legati agli obiettivi di sviluppo sostenibile, che seppur declinati in modi differenti tendono tutti in qualche modo a valorizzare la “sfida”, intesa positivamente come occasione di scambio, di relazioni e connessioni, di gioco di squadra, ma soprattutto di cambiamento e di raggiungimento di nuovi traguardi verso una società sempre più civile e compatibile con la salvaguardia dell’ambiente e dei diritti umani. Valori fondamentali per la progettazione di oggi e del futuro che noi come IED ci impegniamo a trasmettere ai nostri studenti: non solo rafforzare la cultura del sapere e del saper fare, ma soprattutto la cultura del saper essere», ha spiegato Monica Scanu, direttrice IED Cagliari.