28 March, 2024
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La commissione Urbanistica presieduta da Antonio Solinas ha approvato, con l’astensione della minoranza, la direttiva sui “servizi connessi alla residenza” in attuazione dell’art. 43 della legge regionale 11/2017.

Illustrando il provvedimento, l’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu ha sottolineato che attraverso la direttiva «vengono disciplinati con dati dimensionali precisi e procedure semplificate i cambi di destinazione d’uso di minore entità, mentre per gli altri resta in vigore la normativa vigente che prevede varianti urbanistiche sottoposte al voto del Consiglio comunale».

In particolare, saranno considerati servizi connessi alla residenza ammessi a procedure semplificate (una comunicazione al Suape), i cambi di destinazioni d’uso riguardanti: a) studi professionali di superficie non superiore a 400 mq; b) attività commerciali di superficie non superiore a 300 mq nei Comuni fino a 10.000 abitanti e fino a 500 nei Comuni con popolazione superiore a 10.000 o ricompresi nella Città metropolitana; c) attività artigianali o socio-sanitarie fino a 500 mq; d) attività di ristorazione fino a 400 mq; e) attività turistico-ricettive “alberghiere” fino a 500 mq.

Restano esclusi della classificazione dei servizi connessi alla residenza «i servizi pubblici o gli spazi pubblici riservati ad attività collettive, a verde pubblico ed a parcheggio la cui dotazione deve essere garantita in sede di pianificazione».

«Con questo intervento di dettaglio – ha concluso l’assessore Cristiano Erriu – riteniamo di aver raggiunto un equilibrio soddisfacente fra le esigenze della società reale, spesso in rapido cambiamento, e quelle della pianificazione.»

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Alessandro Collu, Giuseppe Meloni, Luigi Ruggeri e Valerio Meloni del Pd, Antonello Peru di Forza Italia e Paolo Dessì del Misto.

Il provvedimento passa ora all’esame del Consiglio.

 

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«La sesta commissione, nella seduta di ieri 12 luglio, ha approvato a maggioranza dei presenti una risoluzione con la quale preso atto della grave situazione dei 1.250 dipendenti dell’Aias Sardegna da oltre 9 mesi senza stipendio e preoccupata per le possibili ricadute negative anche sulla qualità dei servizi erogati verso i pazienti più fragili, impegna la giunta e l’assessorato a provvedere immediatamente al trasferimento delle risorse legittimamente dovute, incluse quelle per le quote sociali ai comuni e a vigilare sull’Azienda per la tutela della salute (ATS) affinché provveda a liquidare quanto dovuto per i servizi e per eventuali provvisorie esecuzioni a seguito di decreti ingiuntivi.»

Lo scrivono, in una nota, i consiglieri del Partito democratico, Rossella Pinna, Gigi Ruggeri, Lorenzo Cozzolino e Valerio Meloni.

«La Commissione, contrariamente a quanto riportato da alcuni organi di stampa – aggiungono Rossella Pinna, Gigi Ruggeri, Lorenzo Cozzolino e Valerio Meloni -, ha ribadito, da un lato l’efficacia e la validità delle clausole di risoluzione per inadempienza previste nei contratti in essere, che prevedono la revoca per il mancato pagamento dei dipendenti, la cui procedura è stata correttamente avviata da ATS, dall’altro lato impegna la Giunta a vigilare affinché le somme corrisposte soddisfino prioritariamente le spettanze dei lavoratori, nell’interesse dei dipendenti e dell’efficienza dei servizi prestati ai pazienti.»

«La risoluzione impegna, altresì, l’assessore della sanità ad adoperarsi affinché, nelle more della corresponsione delle somme legittimamente dovute, i termini per la risoluzione del contratto siano sospesi. Tuttavia, come precisato dallo stesso assessorato della Sanità, in una nota stampa diffusa nella medesima giornata di ieri, la Regione Sardegna ha trasferito ai Comuni tutte le risorse previste e necessarie al pagamento delle quote sociali. Per quanto attiene le prestazioni sanitarie effettuate nel periodo 2017-2018, l’ATS Sardegna sta procedendo alla liquidazione delle fatture entro 60 giorni, quindi con tempistiche ben al di sotto della media. Pertanto – concludono Rossella Pinna, Gigi Ruggeri, Lorenzo Cozzolino e Valerio Meloni -, l’ATS ha ingiunto all’AIAS il pagamento ai propri dipendenti di tutti gli stipendi arretrati, punto questo pregiudiziale per il proseguimento del rapporto convenzionale in essere.»

 

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«Sul problema dello smaltimento degli scarti di macellazione abbiamo fatto un passo avanti anche recuperando risorse significative, ora attendiamo con fiducia la proroga del ministero dell’Ambiente ed i riscontri concreti dei portatori di interesse.»

Lo ha dichiarato l’assessore regionale dell’Agricoltura Pier Luigi Caria riferendo davanti alla commissione Attività produttive presieduta da Luigi Lotto (Pd), sul problema dello smaltimento degli scarti da macellazione animale, provenienti soprattutto dalle strutture della grande distribuzione.

Successivamente Alessandro De Martini, responsabile dell’Unità di progetto costituita presso la presidenza della Giunta, ha sintetizzato i principali passaggi delle attività svolte. «Con la deroga che attendiamo dal ministero dell’Ambiente – ha annunciato – ci saranno le condizioni per una nuova ordinanza del presidente della Regione che resterà in vigore fino al marzo del 2019 per il conferimento di questa tipologia di materiali in discarica». «Tuttavia – ha aggiunto – nel rispetto delle normative europee che richiedono forme più moderne di smaltimento abbiamo pubblicato un bando rivolto a soggetti pubblici e privati per la realizzazione di nuovi impianti di smaltimento, con un finanziamento di 3 milioni di euro; il bando ha raccolto 19 proposte che stiamo valutando».

«La proroga – ha aggiunto – rappresenta l’ultima possibilità soprattutto per il mondo produttivo perché la normativa vigente inquadra queste attività nell’ambito del libero mercato, con due opzioni: lavorazione di questi sottoprodotti per ottenere mangimi, farine od altro o trasformazione degli stessi per ricavare bio-gas, attraverso passaggi che prevedono un percorso autorizzativo più complesso e rigoroso.»

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Antonio Gaia (Cps), Luigi Crisponi (Riformatori), Gianluigi Rubiu (Udc), Gianmario Tendas e Valerio Meloni (Pd) e Mariano Contu (Forza Italia).

Nelle conclusioni il presidente della commissione Luigi Lotto ha espresso una valutazione positiva sulla proroga sottolineando però che «tempo e risorse finanziaria dimostrano che la Regione ha fatto la sua parte, ora tocca alla grande distribuzione dare un segnale, dimostrando di sapersi organizzare per trattare questi materiali in modo responsabile e sostenibile».

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Le commissioni Bilancio e Enti locali del Consiglio regionale, riunite in seduta congiunta, hanno dato il via al corposo ciclo di audizioni in materia di assetto dei rapporti economici e finanziari tra lo Stato e la Regione in materia di finanza locale. I primi ad intervenire nei parlamentini presieduti, rispettivamente, da Franco Sabatini (Pd) e Francesco Agus (Misto), sono stati i presidenti di Anci, Emiliano Deiana (sindaco di Bortigiadas) e Cal, Andrea Soddu (sindaco di Nuoro), seguiti nel pomeriggio dall’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu e da quello della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci.

Al centro del confronto l’idea della cosiddetta regionalizzazione della finanza locale (in sintesi, la presa in carico da parte della Regione dell’intero sistema degli Enti Locali, attraverso un accordo con lo Stato che preveda una congrua riduzione degli accantonamenti) alla luce dei tagli che da almeno due lustri colpiscono i Comuni e le Province, oltreché la Regione, e che in Sardegna – così è stato dichiarato dai presidenti delle due commissioni – hanno registrato nel decennio una riduzione dei trasferimenti statali dell’87.5% ed accantonamenti a carico del bilancio regionale per un importo di circa quattro miliardi di euro.

Franco Sabatini e Francesco Agus hanno ribadito la volontà di procedere unitariamente nel confronto col Governo («serve il contributo e il sostegno di tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione») con una mobilitazione straordinaria che coinvolga l’intera isola ed hanno ipotizzato, insieme con le audizioni di tutti i parlamentari eletti in Sardegna, la richiesta di una convocazione straordinaria del Consiglio regionale e una riunione con tutti i sindaci sardi.

La necessità di una scelta politica per contrastare quella che è stata rappresentata da tutti gli intervenuti come una «situazione drammatica che compromette fin da subito il futuro delle province e di numerosi comuni» è la sottolineatura che ha accomunato i rappresentanti delle amministrazioni locali e i vertici dell’esecutivo regionale, tra loro però distanti sul tema del mancato adeguamento, da parte della Regione, della quota del fondo unico proporzionata alle maggiori entrate tributarie e sulla mancata convocazione del relativo tavolo tecnico tra le parti per accertarne la quantificazione.

I dati che riassumono lo stato di salute dei rapporti economici e finanziari tra Regione e Stato sono quelli però forniti in un quadro di sintesi illustrato dall’assessore degli Enti locali e dicono che a fronte dei 410 milioni di euro che lo Stato italiano, nel 2009, trasferiva ai Comuni e alle Province sarde si è arrivati ai 51 milioni di euro trasferiti nel 2015. In termini percentuali il trasferimento statale, nel 2009, aveva una incidenza, sul complesso delle risorse a disposizione degli Enti Locali sardi, del 33,8% mentre nel 2015 il peso si è ridotto fino ad arrivare al 5.7%.

«Di fatto – ha dichiarato il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini – il sistema delle Autonomie locali è già in carico alla Regione e serve reagire a questa decennale politica dei tagli che è ormai non più accettabile, né sopportabile».

«La Regione – ha aggiunto il presidente della commissione Enti Locali, Francesco Agus – dal canto suo ha invece confermato nell’arco dell’intera legislatura la dotazione finanziaria del fondo unico che nei fatti rappresenta l’unico strumento sul quale Comuni e Province possono fare affidamento.»

Stimolati anche dagli interventi dei consiglieri Daniele Cocco (Art. 1 – Sdp), Alessandra Zedda (Fi), Paolo Truzzu (FdI), Valerio Meloni (Pd), Daniela Forma (Pd) e Roberto Deriu (Pd), i responsabili di Anci e Cal e gli assessori Cristiano Erriu e Raffaele Paci hanno fornito ulteriori precisazioni in ordine alla critica situazione finanziaria della amministrazioni locali, ribadendo la volontà di procedere unitariamente nei confronti del Governo perché siano trovate le opportune soluzioni politiche e istituzionali e scongiurare così, l’annunciato default delle amministrazioni provinciali, della città metropolitana e dei piccoli comuni in Sardegna.

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La commissione Trasporti presieduta da Antonio Solinas (Pd) ha approvato all’unanimità una risoluzione sulla vicenda di Air Italy (ex Meridiana), che ha deciso recentemente in modo unilaterale di trasferire a Malpensa una quota di addetti amministrativi in servizio in Sardegna.

Nel documento, che sarà illustrato questo pomeriggio al Consiglio regionale dal presidente Antonio Solinas, si impegna fra l’altro la Giunta a convocare con urgenza il tavolo “di crisi” costituito presso i ministeri dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture per verificare il mantenimento degli impegni assunti dall’azienda a chiusura della vertenza.

La seduta è stata aperta da una relazione dei Trasporti Carlo Careddu (che venerdì 6 luglio prossimo a Cagliari incontrerà con il presidente Francesco Pigliaru i vertici della compagnia) che ha ripercorso le principali tappe della vicenda, dall’accordo del 2016 all’acquisizione del pacchetto di maggioranza da parte della Qatar Airways. «Nel piano industriale del nuovo azionista – ha ricordato fra l’altro Carlo Careddu – sono contenuti precisi impegni sullo sviluppo della società, il potenziamento della flotta ed il radicamento della compagnia in Sardegna, per questo contestiamo una sorta di delocalizzazione che va in senso opposto e non è motivata nemmeno da ragioni industriali perché il personale in procinto di essere trasferito potrebbe tranquillamente continuare a svolgere le sue mansioni restando in Sardegna».

«E’evidente che il management di Air Italy non ha onorato questi impegni e non è attendibile», ha concluso Carlo Careddu annunciando per mercoledì a Milano un incontro (già in calendario per il problema della continuità territoriale) con il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. «Noi riteniamo – ha detto, infine, l’assessore dei Trasporti – che Air Italy non possa pensare di fare ciò che crede e, come abbiamo detto fin dall’inizio, siamo convinti che la compagna debba continuare a mantenere testa e cuore in Sardegna, per cui faremo la nostra parte fino in fondo, esercitando ogni pressione sul Governo perché svolga per intero il suo ruolo».

Nel dibattito, hanno preso la parola i consiglieri regionali Antonello Peru (Forza Italia), Paolo Dessì (Misto), Pierfranco Zanchetta (Cps) Giuseppe e Valerio Meloni (Pd), Giovanni Satta (Psd’Az-La Base).

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La commissione Lavori pubblici presieduta da Antonio Solinas (Pd) ha approvato con l’astensione dell’opposizione il programma di spesa predisposto dalla Giunta per la «manutenzione straordinaria, messa a norma e in sicurezza e completamento di opere ed infrastrutture di interesse comunale e sovra comunale».

Nell’esprimere il parere positivo, ha sottolineato fra l’altro il presidente Solinas, formuliamo alla Giunta la raccomandazione di accentuare i contenuti di equità presenti nel bando, in modo da assicurare un concreto equilibrio degli interventi fra le diverse aree territoriali.

Assente l’assessore Edoardo Balzarini (intervenuto in un momento successivo), il capo di gabinetto dell’assessorato Mario Uras, presentando il programma, ha fatto riferimento più volte al criterio della ripartizione equilibrata delle risorse, sottolineata sia dall’Anci che dalla Conferenza Regione-Enti Locali. «Per soddisfare questa esigenza – ha spiegato Mario Uras – abbiamo messo a punto per l’assegnazione dei fondi uno schema in tre punti: il 50% in base alla superficie, il 30% per la popolazione residente ed il 20% per il numero dei Comuni dell’area. Inoltre, è stata predisposta una “griglia” di punteggi con cui poter assegnare priorità ad interventi di completamento e di messa in sicurezza delle opere con progettazioni di livello avanzato e certificazioni degli uffici tecnici di provenienza. Le graduatorie del bando, ha poi annunciato il capo di gabinetto dell’assessorato dei Lavori pubblici, resteranno aperte per 36 mesi per consentire di includere in una fase successiva istanze dei Comuni eventualmente incomplete al momento della pubblicazione».

«Nel programma non rientrano – ha precisato infine Mario Uras – tutti quegli interventi con copertura finanziaria in altre leggi, come quelli relativi alla prevenzione del rischio idro-geologico o quelli (sia pure in parte) riferibili alla Città metropolitana di Cagliari.»

Dopo la relazione di Uras hanno preso la parola i consiglieri regionali Paolo Dessì (Misto), Pierfranco Zanchetta (Cps), Antonello Peru (Forza Italia), Giuseppe Meloni, Alessandro Collu e Valerio Meloni del Pd.

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Sarà un tavolo tecnico-politico ad occuparsi in tempi brevissimi di effettuare una dettagliata ricognizione dello stato dei debiti/crediti fra Regione ed Aias per consentire il sollecito pagamento delle retribuzioni arretrate dei lavoratori.

Lo hanno annunciato i presidenti delle commissioni Bilancio Franco Sabatini e Sanità Raimondo Perra al termine della riunione congiunta delle due commissioni alla quale hanno partecipato anche l’assessore della Sanità Luigi Arru, il direttore generale dell’Ats Fulvio Moirano ed i tecnici dell’assessorato.

Lo strumento del tavolo tecnico – politico, è stato ricordato, era stato individuato dal Consiglio regionale in una mozione del 2017 approvata all’unanimità e riguarderà soprattutto la parte delle prestazioni Aias (fatto 100 il costo di una prestazione il rapporto Ats – politiche sociali è circa di 60 e 40) che viene coperta dal settore politiche sociali attraverso erogazioni dirette ai Comuni. In termini numerici dovrebbe trattarsi di una somma attorno ai 5 milioni di euro che, altra decisione delle commissioni congiunte Bilancio e Sanità, saranno resi disponibili immediatamente dall’assessorato della Programmazione.

Per quanto riguarda la parte a carico dell’Ats il Dg Fulvio Moirano ha chiarito che, a fronte di un importo “teorico” complessivo di 15.5 milioni (che comunque l’Azienda ha corrisposto provvisoriamente pur ritenendo che non siano interamente dovuti secondo i pareri dei suoi legali), sono stati pagati circa 8.6 milioni mentre altri 6.9 milioni circa non sono stati ancora formalmente riconosciuti.

Da parte nostra, ha assicurato l’assessore della Sanità Luigi Arru, «non c’è nessuno chiusura o pregiudizio nei confronti dell’azienda e lo dimostra il fatto che, dall’insediamento di questa amministrazione nel 2014, i pagamenti sono stati effettuati con regolarità secondo i termini di legge». «Resta – ha ricordato – un rilevante contenzioso, che ammonterebbe a 40 milioni, precedente a quella data ed in molti casi risalente alla fine degli anni’80 ma su quello non si può prescindere da un rigoroso e puntuale percorso di accertamento cui è obbligata la pubblica amministrazione, anche per valutare eventuali ipotesi di transazione».

«Ricordo infine – ha concluso Luigi Arru – la recente sentenza del Tar Sardegna che, in un passaggio molto significativo, ha tassativamente escluso che la presenza di un contenzioso contrattuale possa ostacolare il pagamento degli stipendi.»

Nel lungo dibattito hanno preso la parola numerosi consiglieri regionali: Giorgio Oppi dell’Udc, Alessandra Zedda, Marco Tedde ed Edoardo Tocco di Forza Italia, Pietro Cocco, Valerio Meloni e Valter Piscedda del Pd, Augusto Cherchi del Pds, Emilio Usula del Misto -Rossomori, Daniele Cocco e Luca Pizzuto di Art. 1 – Mdp, Michele Cossa dei Riformatori e Domenico Gallus del Psd’Az – La Base.

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La commissione Trasporti, presieduta da Antonio Solinas (Pd), ha iniziato, con una relazione dell’assessore dei Trasporti Carlo Careddu e la presentazione dello studio dell’Advisor Tbridge, l’esame delle linee principali della riforma del trasporto pubblico locale che dovrà essere completata entro il 3 dicembre del 2019, secondo lo schema predisposto dall’Autorità nazionale sulla base delle linee guida dell’Unione europea.

«Per la Sardegna si tratta di una grande riforma – ha dichiarato l’assessore dei Trasporti Carlo Careddu -, che attraverso l’individuazione di ambiti ottimali e del soggetto di governo del settore dovrà arrivare ad una nuova gestione del servizio seguendo le due opzioni consentite dalla legge: l’affidamento con gara ad evidenza pubblica o quello in house.»

«Ritengo che la Regione si sia mossa per tempo – ha aggiunto Carlo Careddu -. Per questo ha avviato, da un lato, una ampia consultazione pubblica con tutti i portatori di interesse (non solo quindi gli addetti ai lavori ma anche chi entra in contatto ogni giorno con il sistema regionale di trasporto). Dall’altro, con procedura ad evidenza pubblica, ha selezionato un advisor al quale ha affidato il compito di produrre uno studio e definire un modello di riforma per la Sardegna.»

«A prescindere dalla soluzione tecnico-giuridica che sarà scelta – ha concluso l’assessore Carlo Careddu -, va sottolineata l’importanza del ruolo che assumeranno gli Enti locali per riformare un sistema di trasporto che sia “integrato, di qualità,  funzionale, sostenibile dal punto di vista economico e da quello ambientale.»

«In questo ambito – ha concluso l’assessore dei Trasporti – nulla vieta di occuparci anche di turismo, per i punti di contatto con il problema complessivo della mobilità o di aprire un confronto politico sul punto dei costi che saranno a carico della Regione per effetto dell’accordo istituzionale con lo Stato del 2006 che riguardava da una parte la compartecipazione alle entrate e dall’altra, appunto, il trasferimento al bilancio della Regione di sanità, continuità territoriale e trasporto pubblico locale.»

Illustrando alla commissione (anche con il supporto di alcune slides) il lavoro condotto dall’advisor Tbridge l’ing. Marco Foti ha affermato in apertura che il modello riguardante la Sardegna è stato costruito con un approccio di tipo quantitativo, basato su dati certi forniti sia dall’Istat che Sardegna-statistiche. Dal lavoro emerge che, nel giorno medio, i sardi effettuano circa 700.000 spostamenti (in calo del 2.6% rispetto al 2011) con tutti i mezzi di trasporto, per il 95% all’interno della stessa (ex)Provincia e prevalentemente in auto (67%), a piedi o con la bicicletta (21%) ed infine sui mezzi gommati del trasporto pubblico locale (12%). I flussi, inoltre, sono fortemente polarizzati sia sull’area di Cagliari (Città metropolitana più Carbonia Iglesias) che, in misura minore, su quella di Sassari.

Nel territorio regionale, ha poi aggiunto l’esperto della Pbridge, operano 57 aziende di cui 5 pubbliche e 52 private (le prime percorrono 10 milioni di Km/anno; le seconde 57 milioni con una percentuale del 63% a cura di Arst).

Vi sono poi le aree cosiddette deboli (78 Comuni di Anglona, Mejlogu, Barigadu e Marmilla) ma proprio queste vanno considerate come opportunità da valorizzare e da servire con mezzi diversi, più piccoli e adatti alle diverse specifiche geografiche e/o di domanda.

Da questa massa di dati, ha spiegato l’ing. Marco Foti, derivano 3 grandi scenari sui quali le istituzioni regionali saranno chiamate a scegliere ed ognuno di essi presenta punti di forza e di debolezza. Scartata in partenza l’ipotesi di un bacino unico, che economicamente non appare sostenibile, restano il primo diviso in Città metropolitana di Cagliari più Sud Sardegna, Oristano e Nord Sardegna; il secondo con Centro Nord e Sud (compresa la Città Metropolitana; il terzo con Nord e Centrosud. Dall’analisi quantitativa dell’Advisor il più equilibrato appare il secondo che presenta un solo punto di debolezza, la carenza degli operatori di settore, che potrebbe essere riequilibrato dalla nuova articolazione generale del sistema.

Nel dibattito hanno preso la parola diversi componenti della commissione: Valerio Meloni e Giuseppe Meloni del Pd, Antonello Peru e Giuseppe Fasolino di Forza Italia, Eugenio Lai di Art. 1 – Mdp e Piefranco Zanchetta di Cps.

Nelle conclusioni, il presidente della commissione Antonio Solinas ha sostenuto fra l’altro che «se vogliamo arrivare ad un sistema di trasporti di qualità ed uguale per tutti i sardi non possiamo certo lasciare fuori le zone interne, localizzate in gran parte dell’area centrale». «Anche sotto questo profilo – ha aggiunto – il secondo scenario ipotizzato dall’advisor mi sembra il più convincente, così come sono convinto che per la Regione la scelta migliore sia quella dell’affidamento in house e non solo per la tempistica (che fra predisposizione della gara, pubblicazione ed assegnazione assorbirebbe dai 9 ai 12 mesi) quanto soprattutto perché credo si debba evitare il rischio della calata di qualche multinazionale che concentrerebbe la sua attenzione sulle aree remunerative tralasciando quelle più deboli».

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L’assessorato dell’Agricoltura ha definito la rimodulazione del Piano di sviluppo rurale 2014-2020. Lo ha fatto al termine del confronto con le associazioni agricole che hanno partecipato in questi mesi al Tavolo verde istituito dalla Regione. La somma complessiva da riprogrammare ammonta a circa 61 milioni di euro.

I dettagli della ridefinizione del Psr sono stati illustrati questa mattina dall’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria alla Commissione “Attività Produttive” del Consiglio regionale. «All’unanimità si è deciso di puntare su alcune misure che avevano bisogno di essere rafforzate o su altre la cui dotazione finanziaria era insufficiente – ha spiegato Pierluigi Caria – in particolare si è deciso di intervenire sulla misura 6.1 (Primo insediamento in agricoltura) con 10 milioni di euro e sui progetti integrati di filiera con ulteriori 15 milioni. Le altre somme andranno invece agli interventi per la difesa del suolo (13 milioni), agli investimenti nelle aziende agricole (10 milioni), ai Gal (5 milioni) e alla tutela delle razze rare (3 milioni)».

Pierluigi Caria ha spiegato che la Giunta ha raccolto le richieste provenienti dal mondo giovanile per l’incremento dei fondi sul primo insediamento in agricoltura. «Con 10 milioni contiamo di soddisfare altre 300 domande – ha detto l’assessore – in questo modo potremo coprire oltre la metà delle richieste presentate con l’obiettivo finale di dare una risposta a tutti». Sollecitato dai consiglieri Pier Mario Manca (Pds) Gianluigi Rubiu (Udc), Gaetano Ledda (La Base) Mario Tendas e Valerio Meloni (Pd) sull’opportunità di procedere allo scorrimento delle graduatorie per evitare l’esclusione di alcune domande, Pierouigi Caria ha comunicato che è in atto una valutazione giuridica da parte dell’assessorato. «Se non fosse possibile potremmo decidere di ricorrere ad un secondo bando».  

Caria ha poi consegnato alla Commissione la documentazione relativa alla situazione della spesa del Psr 2014/2020. Finora sono stati erogati poco più di 335 milioni di euro. «Siamo al terzo posto in Italia per spendita delle risorse. Prima di noi ci sono solo il Veneto e le Province Autonome di Trento e Bolzano – ha sottolineato Pierluigi Caria – se ci riferiamo ai primi tre mesi dell’anno siamo addirittura primi. Per quanto riguarda le somme impegnate, la Regione ha programmato circa il 65% delle risorse disponibili (827 milioni su 1291)».   

L’assessore, infine, ha annunciato l’imminente pubblicazione dei bandi relativi alle sottomisure 2.1 e 2.3 (ricorso alle consulenze e formazione dei consulenti) 5.1(prevenzione delle calamità naturali) 8.3 (prevenzione degli incendi) e 8.6 (tecnologie silvicole, trasformazione e commercializzazione di prodotti delle foreste).

Prima dell’audizione dell’assessore all’Agricoltura, la Commissione guidata da Luigi Lotto ha incontrato in mattinata una delegazione degli ex lavoratori Vesuvius, l’azienda siderurgica con sede a Macchiareddu chiusa nel dicembre del 2016. La Commissione nei prossimi giorni sentirà gli assessori del Lavoro e dell’Industria per fare il punto della situazione e procedere alla verifica delle azioni messe in campo per favorire la ripresa produttiva.

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La consigliera regionale del Partito Democratico Daniela Forma che nei giorni scorsi si è fatta carico delle proteste degli operatori insediati nelle aree industriali di Tossilo e Bonu Trau di Macomer per gli aumenti spropositati nelle tariffe che si avrebbero quando dal 1 giugno 2018 Abbanoa spa subentrerà nella gestione del Servizio Idrico Integrato, ha depositato sul merito una mozione.

La mozione di cui è prima firmataria Daniela Forma è sottoscritta dai capigruppo Pietro Cocco, Annamaria Busia, Daniele Cocco, Pierfranco Zanchetta e dai consiglieri regionali Piero Comandini, Lorenzo Cozzolino, Roberto Deriu, Antonio Gaia, Giuseppe Meloni, Valerio Meloni, Cesare Moriconi, Rossella Pinna, Valter Piscedda ed Antonio Solinas. 

«Vorrei ricordare – dichiara Daniela Forma – che gli operatori dell’area industriale di Macomer (Tossilo e Bonu Trau) sono stati invitati, a stretto giro di posta ed entro il 18 maggio, a sottoscrivere il nuovo Contratto di servizio con Abbanoa spa che subentrerà dal prossimo mese nella gestione del Servizio Idrico Integrato al Consorzio Industriale di Macomer.

Tale trasferimento di funzione che consentirà il passaggio di 5 dipendenti dal Consorzio di Tossilo ad Abbanoa spa, comporterà però un aumento delle tariffe per gli operatori in alcuni casi fino ad oltre il 400%: una situazione quindi insostenibile che ha comportato la sollevazione delle aziende e il rifiuto di sottoscrivere il nuovo contratto di servizio con Abbanoa spa.

Di contro Abbanoa spa – aggiunge Daniela Forma – annuncia interventi per 725.000 euro sulla rete idrica consortile, risorse che non sono certo messe a disposizione da Abbanoa spa bensì dalla Regione Sardegna, precisamente dell’assessorato regionale dell’Industria, che ha autorizzato l’erogazione di euro 725.000 in favore di EGAS, che si avvarrà di Abbanoa spa per la realizzazione degli interventi di cui necessita il sistema idrico consortile di Macomer, come si può facilmente evincere dalla deliberazione della Giunta regionale n. 38/36 del 08/08/2017.

Inutile dire – sottolinea ancora Daniela Forma – che la Regione Sardegna deve necessariamente dire parole chiare sugli effetti certamente non preventivati che tale trasferimento di funzione rischia di far abbattere sugli operatori di Macomer e lo deve fare prima che tale passaggio avvenga. Se è necessaria una proroga rispetto alla data del 1 giugno 2018 per verificare meglio questi aspetti, tale proroga deve essere subito notificata.

Non è infatti pensabile – conclude Daniela Forma – che dopo tutti gli sforzi che stiamo mettendo in campo per rendere appetibili agli investitori i nostri insediamenti industriali perché portino produzione ed occupazione nelle aree interne, si corra il rischio con questa maldestra operazione di far chiudere i battenti anche a chi fino ad ora ha resistito ed ha garantito sviluppo ed occupazione nella Sardegna Centrale.»