10 February, 2025
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Si è svolta stamane nel Foyer del Teatro Massimo di Cagliari la conferenza stampa di presentazione della Stagione di Prosa e Danza 2024-2025 al Teatro Centrale di Carbonia organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Carbonia e con il contributo della Fondazione di Sardegna. 
Sono intervenuti:
Pietro Morittu – sindaco di Carbonia , che ha sottolineato l’impegno del Comune per la diffusione della cultura, con una Stagione di Prosa e Danza di respiro nazionale  e una particolare attenzione alle giovani generazioni 
Antonio Cabiddu – presidente CeDAC Sardegna, che ha ricordato la mission del CeDAC nella promozione della cultura teatrale e il ruolo del Circuito nel coinvolgimento del territorio
Valeria Ciabattoni – direttrice artistica CeDAC Sardegna, che ha illustrato il cartellone della Stagione di Prosa e Danza 2024-2025 al Teatro Centrale di Carbonia 

CeDAC

Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna

Teatro Centrale – Carbonia

Stagione di Prosa e Danza 2024-2025

Viaggio negli labirinti della mente e del cuore tra immortali capolavori e testi di autori contemporanei, accanto alle creazioni di importanti coreografi, con la Stagione di Prosa e Danza 2024-2025 al Teatro Centrale di Carbonia organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con la direzione artistica di Valeria Ciabattoni e con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, della Regione Sardegna e del Comune di Carbonia e il contributo della Fondazione di SardegnaUndici titoli in cartellone da gennaio a maggio con i grandi protagonisti della scena, da Lella Costa con un’intrigante rilettura dell’“Otello” dalla parte di Desdemona a Gigio Alberti e Amanda Sandrelli in “Vicini di Casa” di Cesc Gay, Giorgio Colangeli e Manuela Mandracchia ne “Le Volpi” di CapoTrave, Lucia Vasini con Lorenzo LaviaPaolo Triestino e Carmen Di Marzo ne “Le Gratitudini” dal romanzo di Delphine De Vigan, Veronica Pivetti ne “L’inferiorità mentale della donna” di Giovanna Gra e Geppi Cucciari in “Perfetta” di Mattia Torre (fuori abbonamento).

Focus sul teatro napoletano con Enzo Decaro, attore di teatro e cinema, noto al grande pubblico dal trio La Smorfia con Lello Arena e Massimo Troisi, in “Non è vero ma ci credo” di Peppino De Filippo e Arturo Cirillo, che firma la regia di “Ferdinando” di Annibale Ruccello, uno degli autori più interessanti della drammaturgia partenopea del secondo Novecento (prematuramente scomparso nel 1986). Spazio alla danza contemporanea con “Dalla A alla Z” di Spellbound Contemporary Ballet & Compagnia Zappalà Danza, con coreografie di Mauro Astolfi e Roberto Zappalà e “White Out / La conquista dell’inutile”, una creazione del giovane ma già affermato (e pluripremiato) coreografo Piergiorgio Milano, ispirata alla passione per le vette, per un racconto per quadri sull’amicizia, il rischio e la fiducia. In scena anche “Assenze Ingiustificate in Rock” nuova produzione di Quinte Emotive, su un testo di Fabrizio Carta, con la regia di Giulio Landis, tra storie di poeti e musicisti e atmosfere Anni Settanta.

Il sipario si apre su un’inedita versione della tragedia di “Otello” con Lella Costa per la regia di Gabriele Vacis, poi si parla d’amore tra passione e routine in “Vicini di Casa” di Cesc Gay con Gigio Alberti e Amanda Sandrelli accanto a Alessandra Acciai e Alberto Giusta, diretti da Antonio Zavatteri, mentre ne “Le Volpi” di CapoTrave, una commedia di Lucia Franchi e Luca Ricci (sua la regia) con Giorgio Colangeli e Manuela Mandracchia insieme con Federica Ombrato emerge il vizio antico della corruzione, fin troppo diffuso nel Belpaese.

Un ideale dialogo tra due coreografi di punta come Mauro Astolfi e Roberto Zappalà in “Dalla A alla Z”, coproduzione di Spellbound Contemporary Ballet & Compagnia Zappalà Danza, mentre la compagnia Quinte Emotive presenta “Assenze Ingiustificate in Rock” di Fabrizio Carta, con la regia di Giulio Landis, per un affresco di varia umanità. Intrecci fra letteratura e teatro con “Le Gratitudini” dal romanzo di Delphine De Vigan con adattamento e regia di Paolo Triestino, in scena con Lucia VasiniLorenzo Lavia e Carmen Di Marzo, che racconta la storia di una donna sfuggita all’Olocausto, decisa a ringraziare chi l’ha aiutata e le ha salvato la vita, in una chiave delicata e poetica.

Il fascino della montagna in “White Out / La conquista dell’inutile” di e con Piergiorgio Milano, un’opera coreografica che sposa danzanouveau cirque e alpinismo nella cronaca di un’avventurosa scalata tra la vertigine dell’altezza e la forza dell’amicizia. un omaggio a Peppino De Filippo con “Non è vero ma ci credo” nella mise en scène di Leo Muscato, uno tra i più brillanti e apprezzati registi italiani contemporanei, con Enzo Decaro nel ruolo del commendator Gervasio Savastano avarissimo e superstizioso imprenditore, accanto a (in o.a.) Carlo Di MaioRoberto FiorentinoCarmen LandolfiMassimo PaganoGina PernaGiorgio PintoCiro RuoppoFabiana Russo e Ingrid Sansone, sullo sfondo di una Napoli non più Anni Trenta ma Anni Ottanta, «dove convivono Mario Merola, Pino Daniele e Maradona».

Riflettori puntati su Veronica Pivetti che ne “L’inferiorità mentale della donna” di Giovanna Gra, divertente one-woman-show liberamente ispirato al celebre trattato di Paul Julius Moebius, tra teorie filosofiche e scientifiche e strani esperimenti, ricordi, aneddoti e canzoni, come una novella Mary Selley dimostra che il vero Frankestein… è la Donna. Nel Meridione d’Italia, dopo la fine del Regno delle Due Sicilie, la storia s’intreccia ai destini individuali in “Ferdinando” di Annibale Ruccello nella versione di Arturo Cirillo, in scena con Sabrina ScuccimarraAnna Rita Vitolo e Riccardo Ciccarelli, per una trama densa di coups de théâtre e inattese rivelazioni.

Finale con brio con Geppi Cucciari in “Perfetta” di Mattia Torre (fuori abbonamento), una pièce ironica impreziosita dalla musica di Paolo Fresu e dall’abito di scena di Antonio Marras, sul tema del ciclo femminile, per troppe persone ancora un tabù, tra cambiamenti d’umore, atteggiamenti e stati d’animo… in armonia con le fasi della Luna.

Una ricca programmazione tra pièces classiche e contemporanee e intriganti coreografie per affrontare temi di forte attualità – dalla condizione e il ruolo delle donne nella società tra pregiudizi e retaggi patriarcali, ma anche la difficoltà di conciliare famiglia e lavoro per una professionista in carriera, con l’ironia e la verve di Veronica Pivetti e Geppi Cucciari, fino alla violenza di genere e all’inquietante fenomeno dei femminicidi in “Otello / di precise parole si vive”, con una affabulatrice brillante come Lella Costa, per mettere l’accento sulla modernità della tragedia e sul vero significato dell’amore (che non uccide né ferisce), come sull’urgenza di una rivoluzione culturale per chi non teme la verità.

Un ritratto di famiglia tra intrighi e segreti con “Ferdinando” di Annibale Ruccello, tra ambizioni e decadenza dell’aristocrazia, antiche e nuove passioni e giochi di potere e un vivido affresco della società da cui emergono la corruzione della politica e la tradizione del nepotismo ne “Le Volpi” di CapoTrave, ma anche un poetico inno alla vita ne “Le Gratitudini” dal romanzo di Delphine De Vigan, dove affiora il ricordo della Shoah ma anche l’esempio luminoso di coloro che hanno cercato di opporsi allo sterminio, come un messaggio di speranza per il futuro

Un’indagine sull’amore tra eros e amicizia, desiderio e abitudine in “Vicini di Casa” di Cesc Gay mentre “Non è vero ma ci credo” di Peppino De Filippo rivela gli effetti della superstizione (tutt’altro che superata nel terzo millennio, dove abbondano maghi e veggenti) e dell’avidità e dell’egoismo, con la moderna maschera di Gervasio Savastano come novello Arpagone, e ancora “Assenze Ingiustificate in Rock” riflette la temperie culturale e sociale dell’Isola tra ieri e oggi.

Il cartellone

Una tragedia elisabettiana riletta con sensibilità contemporanea – lunedì 20 gennaio, alle 20.30 – con “Otello / di precise parole si vive” dal capolavoro di William Shakespeare, con drammaturgia di Lella Costa e Gabriele Vacis, scenofonia di Roberto Tarasco e scenografie di Lucio Diana, con un’intensa Lella Costa che indaga il significato letterale e simbolico di una vicenda di inquietante attualità, per la regia di Gabriele Vacis (produzione Teatro Carcano – distribuzione Mismaonda). «Guardatevi dalla gelosia, mio signore. È un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre» afferma Jago, il cattivo consigliere che instilla il sospetto nella mente e nel cuore del Moro facendo leva sulle insicurezze e le paure di un uomo innamorato. Una «trama folgorante – sottolinea Lella Costa – il cui riassunto potrebbe sembrare una notizia di cronaca di oggi: un lavoratore straniero altamente qualificato, un matrimonio misto, una manipolazione meschina e abilissima, un uso doloso e spregiudicato del linguaggio, un femminicidio con successivo suicidio del colpevole». “Otello” rimanda alla cultura patriarcale, che giustifica il “delitto d’onore”, ma è invece essenziale comprendere, come ricorda Gabriele Vacis, più che il dramma di un assassino, «la tragedia vera di Desdemona, che si annida nel profondo delle anime».

Variazioni sul tema dell’amore nel terzo millennio  domenica 26 gennaio, alle 20.30 – con Vicini di Casa”, versione italiana di “Sentimental” di Cesc Gay, una scoppiettante e coinvolgente commedia, con traduzione e adattamento di Pino Tierno, nell’interpretazione di Alessandra AcciaiGigio AlbertiAlberto Giusta e Amanda Sandrelli, con scene di Roberto Crea, costumi di Francesca Marsella, disegno luci di Aldo Mantovani, per la regia di Antonio Zavatteri (co-produzione Nidodiragno / CMC – Cardellino srl – Teatro Stabile di Verona, in collaborazione con il Festival Teatrale di Borgio Verezzi). La pièce descrive l’incontro tra Anna e Giulio, la cui relazione, dopo anni di convivenza e una figlia, sembra attraversare una profonda crisi e i loro vicini, Laura e Toni, la cui storia appare al culmine della passione più infuocata: un innocuo aperitivo si trasforma in una confessione, la spregiudicatezza degli ospiti sembra contagiare i padroni di cara e una volta iniziato il gioco si fa sempre più ardito e pericoloso. Il fragile equilibrio fondato sull’abitudine e sulla tenerezza sembra destinato a infrangersi, mentre emergono amarezze e frustrazioni, nodi irrisolti e desideri inespressi: “Los vecinos de arriba” è «una commedia, libera e provocatoria, che indaga con divertita leggerezza inibizioni e ipocrisie del nostro tempo».

Un vivido affresco della società – domenica 2 febbraio, alle 20.30 – con Le Volpi”, uno spettacolo di CapoTrave, ideato e scritto da Lucia Franchi e Luca Ricci (che firma anche la regia) e interpretato da Giorgio Colangeli, volto noto del grande e del piccolo schermo (Nastro d’Argento per “La cena” di Ettore Scola e David di Donatello per “L’aria salata” di Alessandro Angelini) e Manuela Mandracchia, una delle attrici più interessanti della scena contemporanea, diretta da registi come Luca Ronconi e Massimo Castri (Premio Ubu per “Amor nello specchio”) con la giovane e talentuosa Federica Ombrato (produzione Infinito). In un pomeriggio d’estate, l’incontro tra due figure di spicco della politica locale, cui partecipa anche la figlia di una di loro, si trasforma in una riunione durante la quale elaborare progetti e strategie a breve e lungo termine, dove privilegi e vantaggi personali prevalgono sull’ideale del “bene comune”. In un’atmosfera informale, davanti a un vassoio di biscotti all’ora del caffè, «si confessano legittimi appetiti e interessi naturali, si stringono e si sciolgono accordi», si ragiona su favori e concessioni, in uno spaccato della provincia italiana che riflette in piccolo la corruzione, il “familismo amorale”, gli intrighi e i giochi di potere della capitale e delle grandi città del Belpaese.

Focus sulla danza contemporanea – sabato 8 febbraio, alle 20.30 – con “Dalla A alla Z”, originale co-produzione di Spellbound Contemporary Ballet & Compagnia Zappalà Danza con coreografie di Mauro Astolfi e Roberto Zappalà: un ideale dialogo tra i due artisti, che «si incontrano su un terreno creativo comune, dando vita a un confronto tra due poetiche diverse ma complementari». In programma due creazioni di Mauro Astolfi, “If you were a man” e “A Better Place”, con Filippo ArlenghiLorenzo BeneventanoAnita BonavidaAlessandro Piergentili e Roberto Pontieri, disegno luci di Marco Policastro e costumi di Anna Coluccia, su una variegata colonna sonora e due lavori di Roberto Zappalà (che firma coreografie, luci e costumi), “2×2” e “Brotherhood”, con musiche di Johann Sebastian Bach e Johannes Brahms, interpretati da Filippo Domini, Anna ForzuttiSilvia Rossi e Erik Zarcone. «Il progetto nasce dal desiderio di esplorare nuovi linguaggi espressivi e dalla volontà di costruire una relazione artistica che vada oltre le singole capacità tecniche, mettendo al centro la collaborazione e la ricerca di una nuova ispirazione». “Dalla A alla Z” rappresenta l’occasione per apprezzare le differenti cifre stilistiche e la poetica di due tra i più importanti autori della scena coreutica italiana.

Storie da bar – sabato 15 febbraio, alle 20.30 – con “Assenze Ingiustificate in Rock” uno spettacolo della compagnia Quinte Emotive, tratto da “Assenze Ingiustificate” di Fabrizio Carta, con la regia di Giulio Landis: sotto i riflettori Cristina PillolaGiusy Fogu e Massimo PutzuFabrizio Carta e Matteo Guidarini interpretano le “anime perse” in cerca di riscatto, tra la nostalgia per il passato e le speranze e i vaghi sogni per il futuro. Nel cuore del Sulcis, una bettola fa da cornice ai ricordi, ai discorsi e alle fantasticherie di «un poeta introverso, stralunato e creativo» e del giovane gestore, «un musicista, idealista e disincantato», in cui si inseriscono i tre avventori, tre personaggi diversissimi tra loro ma in qualche complementari, in «un equilibrio quasi perfetto». Una colonna sonora (virtuale) ispirata alla musica rock degli Anni Settanta, in cui spiccano le canzoni dei Deep Purple, quasi a evocare «un mondo che non c’è più» fa da sfondo alle vicende dei protagonisti, in una dimensione sospesa e fuori dal tempo, in una sorta di rituale consolatorio e catartico. “Assenze Ingiustificate in Rock” mette in risalto la monotonia delle vite dei personaggi, ciascuno con un carattere ben definito, che insieme compongono un affresco corale e riflettono la realtà del territorio.

Un poetico e commovente inno alla vita – lunedì 24 febbraio, alle 20.30 – con “Le Gratitudini”, dal romanzo di Delphine de Vigan, con adattamento e regia di Paolo Triestino, con un’intensa Lucia Vasini nel ruolo della protagonista, Michka, un’anziana correttrice di bozze che prima di “perdere le parole” vorrebbe ringraziare chi le ha salvato la vita, accanto a Lorenzo LaviaPaolo Triestino e Carmen Di Marzo, con scenografia di Francesco Montanaro, costumi di Lucrezia Farinella, disegno luci di Alessandro Nigro e musiche originali di Massimiliano Gagliardi, movimenti coreografici a cura di Erika Puddu (produzione a.ArtistiAssociati / Centro di Produzione Teatrale). Una donna dall’animo mite e gentile, assistita da Marie, la figlia di una vicina, di cui si era presa cura colmando il vuoto e le anchevolezze di una madre assente, e da un giovane ortofonista rievoca la sua infanzia nei giorni della Shoah: la pièce teatrale racconta una storia struggente e emblematica ma anche piena di speranza, in cui trovano posto la tenerezza e l’affetto, e il sentimento raro e prezioso della gratitudine. Il desiderio di Michka, poter dire grazie alla famiglia che l’ha accolta, bambina, in tempi difficili e pericolosi, diventa il simbolo di un’umanità che reagisce di fronte all’orrore e resiste anche in un’epoca di barbarie.

La sfida delle vette, tra la vertigine dell’altezza e il candore della neve – venerdì 14 marzo, alle 20.30 – con “White Out / La conquista dell’inutile”, una creazione del pluripremiato coreografo Piergiorgio Milano, uno dei più interessanti talenti della danza italiana contemporanea, in scena con Javier Varela Carrera e Luca Torrenzieri, con disegno luci di Bruno Teusch e sound design di Federico Dal Pozzo, costumi di Raphaël LamySimona Randazzo e Piergiorgio Milano (che cura anche scenografia e soundtrack) per «un omaggio a tutti gli alpinisti che sono scomparsi o hanno rischiato di scomparire nel bianco senza fine» (produzione Compagnia Piergiorgio Milano). “White Out” – con un titolo che rimanda a una situazione estrema, quando immersi in un bianco accecante, si perde la direzione, quasi al confine tra la vita e la morte – è «un viaggio ironico e drammatico, divertente e coinvolgente, non solo attraverso il paesaggio naturale evocato sul palco, ma attraverso l’interiorità umana stessa». Un avvincente racconto per quadri ricco di pathos, in cui tra flashback e immagini simboliche si affrontano temi come l’amicizia, il rischio e la fiducia, nel ripercorrere i momenti cruciali di una tragedia di montagna «seguendo l’evoluzione di una piccola comunità di alpinisti nel loro cammino iniziatico».

Un vivido affresco della società – mercoledì 26 marzo, alle 20.30 – con “Non è vero ma ci credo”, esilarante commedia di Peppino De Filippo con Enzo Decaro e con (in o.a.) Carlo Di MaioRoberto FiorentinoCarmen LandolfiMassimo PaganoGina PernaGiorgio PintoCiro RuoppoFabiana Russo e Ingrid Sansone, scene di Luigi Ferrigno, costumi di Chicca Ruocco e disegno luci di Pietro Sperduti, per la regia di Leo Muscato (produzione I Due della Città del Sole). Una pièce brillante incentrata sulla figura di Gervasio Savastano, ricco e avaro imprenditore che «vive nel perenne incubo di essere vittima della iettatura»: nel ruolo interpretato da Peppino De Filippo, Enzo Decaro incarna una maschera contemporanea, una figura tragicomica e grottesca in cui si intrecciano avidità e ambizione e consapevolezza della propria fragilità e della volubilità della fortuna. Il commendatore, vittima della sua ossessione, compie azioni sconsiderate licenziando e assumendo gli impiegati non in base alle loro capacità ma a vaghi timori e intuizioni dettati dalla superstizione e perfino progettando le nozze della figlia con un uomo dotato di una provvidenziale gobba, sullo sfondo di una Napoli surreale, non più degli Anni Trenta ma degli Anni Ottanta, tra icone come Mario Merola, Pino Daniele e Diego Maradona.

Viaggio nell’universo femminile tra scienza e ironia – giovedì 3 aprile, alle 20.30 – con “L’inferiorità mentale della donna” di Giovanna Gra, uno spettacolo liberamente ispirato al celebre trattato di Paul Julius Moebius, con la verve e il talento di Veronica Pivetti, in scena con il musicista Anselmo Luisi, con la colonna sonora e gli arrangiamenti musicali di Alessandro Nidi, i costumi di Nicolao Atelier Venezia e il disegno luci di Eva Bruno, per la regia di Gra&Mramor (produzione a.ArtistiAssociati in collaborazione con Pigra srl). Riflettori puntati sull’eclettica attrice, doppiatrice e conduttrice milanese, volto noto del grande e del piccolo schermo, che come una novella Mary Shelley si confronta con bizzarre teorie e singolari esperimenti, e narra le gesta di famose criminali, da Agrippina a Leonarda Cianciulli, la saponificatrice di Correggio, fino a scoprire che l’unico e vero Frankestein è la Donna. Nella pièce si affrontano i fondamenti del pensiero reazionario e patriarcale, dal saggio del titolo alle tesi di Cesare Lombroso, in una curiosa antologia che potrebbe suonare come una parodia ma riflette invece una visione del mondo. Tra storie e canzoni, Veronica Pivetti mette in luce i presupposti ideologici che giustificherebbero la sottomissione delle donne, in contrasto con i successi di artiste e intellettuali, letterate e scienziate, filosofe e attiviste e con le plurisecolari lotte per l’emancipazione e la parità.

La fine di un’epoca e la caduta delle maschere – giovedì 17 aprile alle 20.30 – con “Ferdinando” di Annibale Ruccello nella mise en scène di Arturo Cirillo, che divide il palco con Sabrina ScuccimarraAnna Rita Vitolo e Riccardo Ciccarelli, con le scenografie di Dario Gessati, i costumi di Gianluca Falaschi, le musiche di Francesco De Melis e il disegno luci di Paolo Manti (produzione Marche Teatro – Teatro Metastasio di Prato – Fondazione Teatro di Napoli / Teatro Bellini). Nel Meridione d’Italia, dopo la caduta del Regno delle Due Sicilie, l’aristocratica Donna Clotilde si ritira nella sua villa vesuviana, in compagnia della cugina Gesualda, tra le visite di Don Catellino, l’ambiguo prete di famiglia, finché l’arrivo di un giovane nipote stravolge gli equilibri. «Il capolavoro del drammaturgo partenopeo raccontacome sottolinea Arturo Cirillo nelle Note di Regiail desiderio per un inafferrabile adolescente, nato da un inconsolabile bisogno d’amore, matura nella mente di tre personaggi disperati, prigionieri della propria solitudine, esacerbati dall’abitudine». Una pièce conturbante, dove la presenza di Ferdinando riaccende le passioni e porta alla luce antichi segreti: in «un teatro della crudeltà mascherato da dramma borghese»sostiene Arturo Cirillo – l’autore, con la sua cifra originale e trasgressiva, evoca il senso arcano di un “sortilegio”.

Una donna allo specchio – domenica 25 maggio, alle 20.30 – con “Perfetta (fuori abbonamento), un monologo scritto e diretto da Mattia Torre (uno dei più interessanti autori contemporanei, da “Boris” (la serie e il film) e “La Linea Verticale” a pièces come “Migliore” e “Qui e Ora”, prematuramente scomparso nel 2019) e interpretato da Geppi Cucciari nel ruolo di una moderna donna in carriera, con musiche di Paolo Fresu e costumi di Antonio Marras, disegno luci di Luca Barbati, assistente alla regia Giulia Dietrich (produzione ITC2000 – distribuzione Terry Chegia). Un ironico racconto per quadri, con il talento istrionico e la vis comica di Geppi Cucciari, per affrontare un tema ancora tabù come il ciclo femminile attraverso il diario di quattro martedì: la protagonista, brillante venditrice di automobili in una concessionaria di lusso, descrive le sue giornate apparentemente sempre uguali, sotto l’influenza dei cambiamenti ormonali che incidono sui suoi stati d’animo e sulla sua visione del mondo. Focus sulla routine quotidiana di una donna, esperta nel conciliare il ruolo di moglie e madre e gli impegni professionali per corrispondere all’ideale femminile di un’inarrivabile perfezione, alle prese con agguerriti concorrenti e una colf che guadagna esattamente quanto lei, ma le permette il lusso e la libertà di lavorare fuori casa, in un one-woman-show che fa sorridere e pensare.

La Stagione di Prosa e Danza 2024-2025 al Teatro Centrale di Carbonia è organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiC/ Ministero della Cultura, dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Carbonia e con il contributo della Fondazione di Sardegna.

INFO & PREZZI

Abbonamento per 10 spettacoli

Platea

da fila 1 a fila 7: 100 euro

da fila 8 a fila 11: 90 euro

da fila 12 a fila 14: 80 euro

da fila 15 a fila 17: 70 euro

Galleria e Palchi: 70 euro

biglietti

Platea

da fila 1 a fila 7: 18 euro

da fila 8 a fila 11: 16 euro

da fila 12 a fila 14: 14 euro

da fila 15 a fila 17: 12 euro

Galleria e Palchi: 9 euro

biglietti “Perfetta” con Geppi Cucciari

(fuori abbonamento)

Platea: 25 euro

Galleria: 20 euro

info: cell. 338.9838142 (Valentina Trogu)

e-mail: infocedac.carbonia@gmail.com – www.cedacsardegna.it

prevendite online: www.vivaticket.it

Si conclude domani, sabato 29 agosto, la XII edizione della rassegna “Notti a Monte Sirai”Alle ore 21.30, Francesco Montanari andrà in scena, nel sito archeologico di Monte Sirai, a Carbonia, con una rappresentazione difficile e misteriosa: il Processo a Shylock. Il testo è liberamente ispirato a “Il Mercante di Venezia” di William Shakespeare. Con Francesco Montanari – voce recitante, testo di Tommaso Mattei, produzione Aida Studio. Nasce da un’idea di Elena Marazzita. Nico Gori al clarinetto, e Massimo Moriconi al basso elettrico. Musiche di Nico Gori.

Nel testo proposto viene analizzato il rapporto tra uomo e denaro. Quando si traffica con i soldi spesso si dimentica che si sta toccando la carne degli uomini, i loro corpi e i loro destini. Anche amori, affetti, passioni in questa storia si traducono in denaro, oro, gioielli. Il mondo concreto di Venezia si contrappone al mondo mitico di Belmonte, ma i problemi degli uomini e delle donne che li abitano sono gli stessi: la malinconia d’amore, il denaro che non basta a riempire la vita, il dilemma della scelta del proprio destino, la ricerca disperante di un equilibrio impossibile e di un’indefinibile felicità.

William Shakespeare ci regala un formidabile affresco della natura umana e il mondo che ci sembra così equilibrato, chiaramente diviso in buoni a malvagi, colpevoli e innocenti, eletti e reietti, mostra le sue crepe e si rivela fragile, precario e relativo.

 

 

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E’ stata presentata ieri mattina, a Carbonia, la stagione di prosa, musica e danza che si terrà al Teatro Centrale dal 18 gennaio al 4 aprile 2020. 9 appuntamenti organizzati dal CEDAC (Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo della Sardegna) con il patrocinio e il contributo economico del comune di Carbonia.

Il programma completo è stato presentato ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella sala riunioni della Torre Civica, alla presenza degli assessori comunali Sabrina Sabiu, Gian Luca Lai e Loredana La Barbera, e di Valeria Ciabattoni, in rappresentanza del Cedac.

Il primo evento in cartellone è previsto per il 18 gennaio, con la performance musicale “Il Lago dei Cigni” sotto il segno di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Si replica il 23 gennaio con “La Cena delle Belve” ed il 1° febbraio con “Quartet”.

L’8 febbraio sarà la volta della storia ispirata dal famoso romanzo di Cesare Pavese, “La luna e i falò”, mentre il 15 febbraio andrà in scena “Riccardo 3”, il dramma di William Shakespeare. Il 14 Marzo spazio a una “Serata romantica” a cura della Compagnia Balletto del Sud, mentre il 19 marzo ad occupare la scena saranno i protagonisti di “Un Tram che si chiama desiderio” di Tennessee Williams.
Di rilievo anche la pièce “Frammenti di tempo” in programma il 4 aprile, un omaggio a Giulio Angioni e Primo Levi, regia di Monica Porcedda.
Il gran finale della rassegna teatrale targata CEDAC sarà il 24 aprile 2020 con “Le Bugie hanno le gambe corte“, regia di Anna Pina Buttiglieri.

La campagna abbonamenti si svolgerà a partire da martedì 7 gennaio, al Teatro Centrale di Carbonia (I biglietti per il “Lago dei cigni” saranno in vendita da mercoledì 15 gennaio).

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Appuntamento con una delle compagnie che ha segnato l’avangaurdia artistica nella Torino degli anni Settanta sabato 23 novembre a Cagliari per “La città che viaggia- Festa delle creatività giovanili“, organizzata da Carovana SMI.

Alle 18.00, e in replica alle 19,30, negli spazi di Sa Manifattura (sala 103) arriva la compagnia Stalker Teatrocon Prospero.

Prospero, il cui nome rimanda al personaggio della “Tempesta” di William Shakespeare, non è uno spettacolo nel senso tradizionale del termine: qui gli spettatori sono chiamati a interagire con la compagnia, diventando così parte attiva del processo artistico. Si tratta di una performance installativa, che si sviluppa attraverso la collaborazione tra la comunità e il centro della scena: come se fosse in un magico parco giochi lo spettatore diventa un’espressione di ciò che ci collega l’un l’altro attraverso l’assemblaggio di un’affascinante scultura su larga scala accompagnata da musica dal vivo.

A fare da tramite tra il pubblico e i sei performer dello Stalker Teatro sono i giovani del liceo artistico “Foiso Fois”, del liceo “Eleonora d’Arborea”, gli artisti di Movimentonetto, i richiedenti asilo della Caritas, e i partecipanti di diverse nazionalità del progetto Visa dell’associazione Anolf (Associazione nazionale oltre le frontiere) che dal 19 al 23 novembre partecipano ai laboratori tenuti dalla compagnia, volti a elaborare le parti cantate e la scena-coreografia di Prospero.

Uno spettacolo, Prospero, che si rivolge a tutto il pubblico, senza distinzione d’età, colore della pelle, ideologia politica o altro.

 

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Da trent’anni il Cada Die Teatro si dedica, oltre che alla produzione di spettacoli, alla formazione teatrale con un’ampia offerta di laboratori. Dal mese di ottobre riparte l’attività della Scuola di Arti Sceniche de La Vetreria e sarà possibile iscriversi ai corsi, ben sette, dedicati a varie fasce d’età, dalla prima infanzia all’età adulta, tenuti dagli attori, e registi, della storica compagnia  cagliaritana, che si svolgeranno nel centro comunale d’arte e cultura La Vetreria di Pirri. Un laboratorio – è una novità – che prenderà il via quest’anno è “Spazio alla creatività, istruzioni per l’uso”, dedicato ai bambini dai 7 ai 10 anni e condotto da Francesca Pani. I giovanissimi allievi, attraverso un lavoro che mette insieme il gioco, la costruzione e l’osservazione dell’ambiente urbano, impareranno un nuovo modo di guardare e ascoltare e, soprattutto, a scoprire nuovi spazi per giocare. Ne “Il gioco del teatro”, di Silvestro Ziccardi, bambini dai 5 ai 13 anni si alleneranno a essere più sciolti nei movimenti, balleranno, canteranno, parleranno, discuteranno, in una parola, faranno teatro. Verranno proposti esercizi che stimolano l’attenzione e la fiducia; lo spazio scenico non sarà il luogo della finzione ma un’area protetta dove si può provare, sbagliare, essere se stessi.

“Cuori di panna smontata”, progetto diretto da Mauro Mou e dedicato agli adolescenti, nasce nel 2004 durante un laboratorio sui percorsi possibili delle arti sceniche, organizzato per la manifestazione “Ogliastra teatro”. Anche quest’anno si concentrerà sulla ricerca e lo studio di linguaggi innovativi e sullo sviluppo di nuove tematiche, cercando una metodologia collettiva di elaborazione e di stimolazione del percorso creativo.

Ne “Il mestiere dell’attore”, condotto da Alessandro Lay e rivolto ad allievi dai 20 anni in su, si lavorerà sul corpo e sulla sua preparazione a un’azione teatrale. Si darà vita a dei quadri teatrali usando le varie possibilità attoriali: il linguaggio del corpo, l’uso dell’immagine e della composizione visiva, il testo scritto che diventa vivo, partendo dal monologo alle tecniche di narrazione, dal dialogo alla coralità. “Spirito guida“del percorso sarà il bardo per antonomasia, William Shakespeare.

“Con passione” è il titolo del laboratorio diretto da Pierpaolo Piludu, dedicato a giovani ed adulti.

Verrà sviluppato il lavoro portato avanti nel corso che si è concluso nel mese di maggio con la presentazione dello studio “Se non son gigli”. I partecipanti verranno invitati a mettersi nei panni degli abitanti delle palazzine di Piazzetta Sirboni: donne e uomini egoisti, cinici e menefreghisti, cresciuti con il coltello fra i denti in un ambiente dove le parole gentilezza e bontà sono sinonimo di stupidità.

Ancora Pierpaolo Piludu riprenderà il progetto “La guerra dentro casa”. Ogni anno a febbraio, nei giorni dell’anniversario dei bombardamenti, il gruppo di 20 allievi che frequenta il laboratorio porta in scena “Cagliari 1943. La guerra dentro casa”, un lavoro incentrato sulle tragiche giornate in cui la città venne quasi rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale.

Verrà sviluppato anche lo studio Cari simpatici vecchini, proposto, con gli stessi allievi, nello scorso mese di giugno.

“Migranti” è il progetto curato da Alessandro Mascia, un laboratorio teatrale integrato che si rivolge all’area del disagio psichico, fisico e sociale. “Migranti” ha preso le mosse dall’incontro di anime cosiddette diversabili con i presunti normali. E’ nato così un laboratorio permanente, che dal 2003 è ospitato nella Scuola di Arti Sceniche La Vetreria di Pirri.

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“Era l’allodola?”, lo spettacolo finalista e vincitore del premio come miglior attore protagonista al “Roma Comic OFF Festival 2018”, farà tappa domani, venerdì 9 agosto, a Villanovaforru, all’Anfiteatro “Santa Marina”, alle ore 21,30.

Guglielmo Scuotelapera “al secolo” William Shakespeare versus il suo analista. Il tormentato e sedicente bardo attraversa un momento di crisi e porta in superficie uno degli interrogativi più ambigui del suo repertorio: Era l’allodola?. Un irriverente gioco delle parti dove l’amore descrive la follia e la follia fa sbocciare l’amore, conducendo lo spettatore a ritmo serrato verso il terreno dell’assurdo, dell’illogicità e dei paradossi della società contemporanea

Uno spettacolo che ha riscosso un ottimo successo di pubblico e di critica,  non solo in Sardegna ma anche nel resto della penisola. Daniele Monachella ha infatti vinto il premio come miglior attore al prestigioso Roma Comic Festival. “Era l’allodola?” è stata inoltre inserita all’interno di un’altra importante manifestazione: il Book City di Milano. Per tre giorni (più uno dedicato alle scuole), nel Teatro Franco Parenti del capoluogo lombardo verranno promossi incontri, presentazioni, dialoghi, letture ad alta voce, mostre, spettacoli, seminari sulle nuove pratiche di lettura, a partire da libri antichi, nuovi e nuovissimi, dalle raccolte e biblioteche storiche pubbliche e private, dalle pratiche della lettura come evento individuale, ma anche collettivo. Tra gli spettacoli ci sarà appunto anche “Era l’allodola?”.

“Era l’allodola?” è una produzione di Mab Teatro col contributo della Fondazione di Sardegna e col Patrocinio dello IASEMS Italian Association of Shakespearean and Early Modern Studies.

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Domani, domenica 28 luglio, nella suggestiva cornice del Teatro Romano di Nora, alle ore 20.00, la coreografa e danzatrice Loredana Parrella porta in scena “Juliette”, rivisitazione di una storia d’amore universale liberamente tratta da “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare, tredicesimo appuntamento della 12° rassegna internazionale “Cortoindanza/Logos. Un ponte verso l’Europa” di Tersicorea in co-organizzazione con CEDAC Sardegna, inserito all’interno del XXXVII Festival La Notte dei Poeti.

In “Juliette” la scrittura del corpo incontra quella verbale del testo shakespeariano. Quell’immenso carico di esperienza, di paure profondamente radicate, di angosce, piaceri, dolori e fedi di ogni genere, a cui gli esseri umani hanno creduto attraverso i millenni. Una creazione per dieci interpreti che si muove dentro il desiderio, l’innocenza, l’odio, la fratellanza. La storia dentro l’umanità che è dentro di noi. Interpreti Gianluca Formica, Maeva Curco Llovera, Yoris Petrillo, Caroline Loiesau, Luca Zanni, Elisa Melis, Giulia Cenni, Aleksandros Memetaj, Maria Stella Pitarresi. Produzione Twain in collaborazione con Quartieri dell’Arte Festival in residenza Supercinema – Tuscania con il sostegno di Mibact e Regione Lazio.

Cortoindanza/Logos curata da Simonetta Pusceddu comprende da maggio a novembre spettacoli e residenze artistiche, tra cantieri itineranti e percorsi di creazione artistica, attraverso l’interazione tra i diversi linguaggi espressivi contemporanei e alcuni siti di memoria, riferimenti importanti della cultura e della storia della Sardegna.

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Estate d’autore in Sardegna grazie alla Tournée da Bar, impresa culturale che dal 2012 fa del teatro in luoghi non convenzionali la propria ragione d’essere e che per la prima volta sbarca sull’isola dei 4 mori. Un’idea tanto semplice quanto rivoluzionaria quella di Davide Lorenzo Palla, attore e fondatore della compagnia: portate il teatro, la cultura, l’amore per la letteratura dove le persone meno se l’aspettano. L’obbiettivo è chiaro: arrivare a un pubblico diverso e più giovane, ma se i giovani non vanno in teatro allora è il teatro a dover andare dai giovani. Bar, circoli, ristoranti e locali notturni sono quotidianamente la casa di Tournée da Bar. In Sardegna, a luglio, a questi ovviamente si aggiungono beach club, stabilimenti balneari e chiringuitos in spiaggia.

Lo spettacolo che girerà l’Isola da giovedì 18 a venerdì 26 luglio, è Romeo&Giulietta #Unplugged. Una serata in pieno stile shakespeariano, un percorso in cui si accompagna il pubblico a riscoprire la storia di Romeo e Giulietta tra narrazione, azione, coinvolgimento diretto e brani originali. Grazie alla regia di Riccardo Mallus gli attori portano la platea alla riscoperta di un grande classico e lo accompagnano all’interno della storia dei due amanti veronesi tra risate, momenti avvincenti e passaggi commoventi. Davide Lorenzo Palla e Irene Timpanaro interpretano più personaggi, recitano i testi di Shakespeare e subito dopo tornano a raccontare la storia rivolgendosi direttamente agli spettatori: il classico viene agito, raccontato e illustrato. Accanto a loro Tiziano Cannas Aghedu, musicista e polistrumentista algherese di nascita ma milanese d’adozione lavorativa, dal vivo crea atmosfere armoniche sempre più ricche in un crescendo che corre verso il gran finale. Solo brani originali le cui sonorità spaziano dalla classica al rock anni ‘70 in un’eccezionale incontro-scontro tra classico e moderno.

9 spettacoli in 9 giorni, un fitto tour in lungo e in largo per tutta l’isola costruito grazie alla collaborazione di Valdo Nolfo come booking agency. La “prima” sarda va in scena a Sassari il 18 luglio all’Abetone, il giorno successivo ci si sposta al Tropical sul golfo di Balai a Porto Torres, mentre sabato lo spettacolo si tiene al Caffè dei Pazzi di Alghero, città natale di Cannas, poi domenica a Il Baretto sulla spiaggia di Porto Ferro; lunedì 22 il trio si sposta in Gallura al Faya di Porto San Paolo poi il 23 a Perfugas nello storico Sandalia; dopo l’Anglona si va verso sud, mercoledì 24 al Colibrì Beach Club sul Poetto in comune di Quartu, il 25 al Parco San Platano di Villaspeciosa per poi chiudere al Sotto la Torre di Capoterra.

Tournée da Bar porta in Sardegna l’esperienza dei moderni cantastorie che muovendosi nei luoghi della quotidianità declamano i versi del Bardo, William Shakespeare.

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Teatro, musica e letteratura nel programma di EstaTheatrOn 2019, la rassegna curata da MAB Teatro giunta alla seconda edizione. Sassari, Alghero ed Olbia, con un’appendice di due spettacoli proposti a San Pasquale, ospiteranno gli eventi in cartellone questa estate. Se l’anno scorso la rassegna aveva come filo conduttore l’arte vista come un salvagente per smuovere le coscienze quest’anno diventa centrale il concetto di azione. L’arte  e la cultura visti come impulso per superare l’immobilismo dei nostri tempi e stimolare l’agire. E, tra gli obiettivi dell’edizione 2019, c’è anche la valorizzazione e la promozione di spazi nuovi dedicati all’arte. Come l’atrio dell’ex cinema 4 Colonne a Sassari, ribattezzato 4Q, che accoglierà il primo degli spettacoli previsti quest’anno.

Il concerto del flautista algherese Mauro Uselli è in programma l’11 luglio, proprio in quello spazio riscoperto per l’occasione e riconsegnato alla città. “Solo Bach”, questo il titolo del concerto che come facilmente intuibile propone un’originale interpretazione di Johann Sebastian Bach per strumento solo.

Ci si sposta poi il 20 luglio, ad Alghero, nella Piazza Lo Quarter, per la prima delle tre rappresentazioni di “Era l’allodola?”, la commedia originale scritta, diretta ed interpretata da Daniele Monachella e Carlo Valle. Guglielmo Scuotelapera “al secolo” William Shakespeare versus il suo analista. Il tormentato e sedicente bardo attraversa un momento di crisi e porta in superficie uno degli interrogativi più ambigui del suo repertorio: Era l’allodola?. Un irriverente gioco delle parti dove l’amore descrive la follia e la follia fa sbocciare l’amore, conducendo lo spettatore a ritmo serrato verso il terreno dell’assurdo, dell’illogicità e dei paradossi della società contemporanea.

Lo spettacolo verrà replicato il 25 luglio, alle 21,30, nel Cortile di Palazzo Ducale ed il 1 agosto, alle 21,00, nello spazio dell’Archivio Mario Cervo ad Olbia.

Il 30 luglio si ritorna nell’atrio dell’ex cinema 4 colonne a Sassari per una maratona di lettura dedicata a “L’innominabile” di Samuel Beckett. Si può definire furia compositiva beckettiana il romanzo che inizia durante la sua esperienza come combattente nella Resistenza e ha una svolta, subito dopo il conflitto, come una sorta di risposta alle atrocità della Seconda guerra mondiale.

Il 2 agosto si rimane a Sassari ma nel Cortile di Palazzo Ducale per l’originale concerto dell’“Armeria dei Briganti” ensemble. Una miscela di swing, canzone d’autore italiana, musica tradizionale, jazz manouche e ripescaggi di ogni genere, sia in acque limpide che inquinate. “Dateci un palco e vi solleviamo il morale”: è un po’ questo il loro motto e non a caso l’interazione con il pubblico e l’ironia sono tra gli elementi portanti del loro modo di intendere la musica e lo spettacolo.

La band: Renzo Cugis (voce), Samuele Dessì (chitarra elettrica e voce), Andrea Murru (chitarra manouche e voce), Stefano Piras (chitarra manouche e voce), Andrea Lai (contrabbasso, basso e voce, Diego Deiana (violino e fisarmonica), Mario Marino (batteria).

La chiusura della rassegna è prevista l’8 agosto di nuovo nell’atrio dell’Ex 4 Colonne con “Peggio di un bastardo”, spettacolo tratto dall’autobiografia di Charles Mingus. Quando nel 1971, dopo oltre dieci anni di riscritture e rifiuti editoriali, diede alle stampe la sua autobiografia, il mondo del jazz si trovò di fronte a un documento inatteso e sconcertante, un libro che oltrepassava e letteralmente stravolgeva i canoni del memoir d’artista. Scritto in terza persona, con una voce narrante che si presenta come il “doppio” di Mingus, “Peggio di un bastardo” è a tratti un vero e proprio romanzo psicoanalitico, lirico e intimista; a tratti un coraggioso pamphlet di denuncia contro gli stereotipi basati sul colore della pelle; a tratti, infine, una gigantesca fantasia erotica in cui il sesso, accanto alla musica, si fa elemento purificatore di ogni dolore e di ogni ossessione. Sul palco la voce recitante di Daniele Monachella e la tromba di Giovanni Sanna Passino.

Come detto, sono in programma anche due spettacoli a San Pasquale, in collaborazione con il comune di Santa Teresa di Gallura che ha voluto in questo modo valorizzare il piccolo borgo. “Risate allo zabaylonne” questo il titolo della mini rassegna che prevede il 24 luglio, la rappresentazione di “Era l’allodola?” e l’11 agosto la commedia “Una donna Impenetrabile” della comica di Zelig Rossana Carretto, diretta per l’occasione da Paola Galassi.

«Abbiamo allestito un cartellone di eventi numericamente inferiore allo scorso anno ma cercando di puntare sempre sulla qualità e sulla coerenza della proposta artistica – afferma il direttore artistico della rassegna Daniele Monachella -. Spaziamo dal jazz alla musica classica, dal teatro alla letteratura, dalla comicità all’impegno civile. Per noi è sempre fondamentale stimolare riflessioni, prendendo spunto dall’arte e mettendo a disposizione del pubblico il nostro modo di fare cultura. Alla fine è proprio questo il ruolo di un artista: smuovere le menti.»

Anche quest’anno la rassegna EstaTheatrOn è realizzata con il contributo della Fondazione di Sardegna e con il patrocinio dei comuni di Sassari, Alghero, Santa Teresa di Gallura e della Fondazione Meta.

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Si avvia alla conclusione la nona edizione della fortunata rassegna teatrale “Tutti in scena”, organizzata da “La Clessidra Teatro”, con il patrocinio del comune di Carbonia.

Dopo il grande successo dei primi cinque appuntamenti (“Alice nel paese delle meraviglie”, “Molto rumore per nulla”, “Una matassa imbrogliata”, “Le bugie hanno le gambe corte” e “Mary Poppins”), sabato 6 luglio, alle ore 21.00, al Teatro Centrale si svolgerà la sesta ed ultima rappresentazione: gli attori della “Clessidra Teatro”, sotto la sapiente regia di Anna Pina Buttiglieri, porteranno in scena lo spettacolo “Sogno di una notte di mezza estate”. Protagonisti saranno i ragazzi delle scuole cittadine con le spettacolari coreografie a cura della Batuca Dance.

Si tratta di un divertente adattamento in chiave moderna di una delle più popolari commedie di William Shakespeare. In un bosco governato da fate e folletti si snodano le vicende amorose di Ermia e Lisandro, e di Elena e Demetrio, le cui avventure sentimentali sono complicate dall’entrata in scena di Oberon e Titania, re e regina delle fate che, servendosi di un folletto birichino di nome Puck, creano scompiglio ai sentimenti degli amanti.