18 April, 2024
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Ignazio Locci (FI): «Che fine ha fatto l’impegno assunto dall’assessore della Sanità Luigi Arru sul servizio Adi di III livello del Sulcis?»

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«Che fine ha fatto l’impegno assunto (ben sette giorni fa) dall’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru in sede di audizione presso la VI Commissione consigliare in merito alla difficile condizione in cui vivono i pazienti Adi di terzo livello del Sulcis?»

A chiederlo è Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna, componente della commissione Sanità, presente all’audizione dell’assessore Arru.

«L’assessore sembrava aver accolto di buon grado la proposta di prorogare il “vecchio” sistema Adi fino al 31 dicembre prossimo – aggiunge Ignazio Locci -. Un’apertura sulla quale pazienti e famigliari avevano riposto autentiche aspettative, vista la criticità di una situazione tesa che vede contrapposte le famiglie, che hanno bocciato le modifiche in vigore dal luglio scorso, e il Commissario della Asl 7 Antonio Onnis, tenace nel portare avanti il suo modello di revisione dell’assistenza a domicilio.»

«Il nuovo sistema sembra rivelare le sue falle – sottolinea ancora Ignazio Locci -. Basti pensare a quanto accaduto nei giorni scorsi a un malato di Sla di Sant’Antioco. L’uomo, così come ha raccontato la figlia in un’accorata lettera rivolta proprio ad Arru, ha accusato un malore e si è dovuto scontrare con le pecche organizzative del nuovo apparato. La famiglia si è attenuta alle disposizioni formulate dal Commissario Onnis ma, nonostante ciò, niente è andato come previsto: il ricovero, infatti, è avvenuto con forte ritardo.»

«Alla luce di quanto sta accadendo, invochiamo una presa di posizione pratica e concreta da parte dell’Assessore, affinché si decida a rendere operativa la proroga del precedente modello di assistenza. Tale decisione rappresenterebbe un ulteriore momento di riflessione delle parti al fine di giungere all’elaborazione di un piano che sia veramente vicino alle esigenze dei malati. Perché sono i bisogni degli assistiti Adi la vera priorità. Per questo occorre garantire un costante e solido filo diretto tra i pazienti e il reparto di rianimazione del Sirai di Carbonia. Il principio fondante, infatti, è quello di un’ospedalizzazione a domicilio – conclude Ignazio Locci -, che può essere assicurata soltanto mantenendo rapporti costanti con la rianimazione, un punto di riferimento irrinunciabile per le famiglie.»

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