3 November, 2024
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La RSU della Centrale Termoelettrica Sulcis è fortemente preoccupata per il futuro del sistema elettrico isolano.

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La RSU della Centrale Termoelettrica Sulcis è fortemente preoccupata per il futuro del sistema elettrico isolano. Oggi ha diffuso una nota, nella quale ricorda che in questi giorni, su indicazioni della società Terna, che gestisce la rete elettrica sarda, l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas sta decidendo sul futuro dell’Isola e queste scelte assumono una particolare importanza per il Sulcis Iglesiente.

La RSU della Centrale termoelettrica Sulcis sottolinea che l’Autorità per l’Energia deciderà se e come garantire il sistema elettrico isolano attraverso lo strumento dell’essenzialità, ovvero lo strumento che ha consentito il mantenimento in equilibrio del sistema elettrico della Sardegna fino ad oggi, garantendo la stabilità e la sicurezza della rete elettrica sarda.

«La condizione del settore elettrico è influenzata dalla crisi economica con la conseguente minore richiesta di energia, oltre al progressivo ampliamento delle fonti di produzione come il rinnovabile con la priorità nel dispacciamento. Non condividiamo il rapporto tecnico prodotto da Terna nel quale si evince una quasi totale assenza di essenzialità per l’intero settore elettrico sardo. Non riteniamo che il solo cavo Sapei più 80 MW circa di Assemini siano sufficienti a garantire il sistema elettrico isolano. Non si può non considerare che la Centrale Sulcis abbia necessità di traguardare condizioni di mercato competitive attraverso l’efficientamento degli impianti in regime di essenzialità. Non prendere in considerazione questa eventualità porrebbe trascinare l’azienda in un vortice di non utilizzo, creando ripercussioni negative agli oltre 200 lavoratori diretti e 300 indiretti, posti di lavoro che dipendono dal funzionamento produttivo della Centrale.»

«Per il nostro territorio – spiega la RSU della Centrale Termoelettrica Sulcis – porre in discussione la reale sussistenza della produzione elettrica, significherebbe dare un ulteriore colpo alla già drammatica situazione che il settore industriale del Sulcis negli anni ha subito e sta subendo. Ulteriori esiti legati all’instabilità di esercizio della Centrale Sulcis, avviata alla non produzione, potrebbe agire negativamente verso il futuro riavvio delle produzioni nel comparto dei metalli non ferrosi, per la quale il fattore sinergico del comparto industriale è fondamentale oggi più di prima. Insomma, un castello di carte in precario equilibrio che potrebbe crollare da un momento all’altro se venisse meno la carta dell’essenzialità per la Centrale elettrica Grazia Deledda di Enel Produzione Spa. Un rischio che il territorio del Sulcis e la Sardegna non possono permettersi di correre.»

La RSU della Centrale Termoelettrica Sulcis conclude lanciando un appello alla politica sarda, «perché si faccia carico di portare il grido d’allarme dei lavoratori e del sindacato nelle stanze del Parlamento nazionale e di quello europeo, così come nelle sedi governative nelle quali oggi si decide il nostro futuro».

Centrale Grazia Deledda Enel 83 copia Centrale Grazia Deledda Enel 85 copia

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