19 April, 2024
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Il Centro Studi Agricoli “boccia” il nuovo “Piano di regolazione dell’offerta pecorino romano Dop 2019/2022” presentato ed elaborato dallo stesso Consorzio della Dop.

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L’ufficio di Presidenza del Centro Studi Agricoli, guidato da Tore Piana, si è riunito nei giorni scorsi per analizzare la proposta del nuovo “Piano di regolazione dell’offerta pecorino romano Dop 2019/2022” presentata ed elaborata dallo stesso Consorzio della Dop. Come si ricorderà il piano attuale triennale scade il 31 luglio 2019 ed è pertanto necessario proporre un nuovo piano dell’offerta valevole per il triennio 2019/2022 che contenga norme precise e severe per non ripetersi una nuova crisi del prezzo del latte di pecora, come quella avvenuta nel mese di febbraio di quest’anno, causata da una sovra produzione di formaggio Pecorino Romano Dop rispetto a quanto programmato dallo stesso piano ora in scadenza. Il vecchio piano dell’offerta non conteneva norme severe per i caseifici che non rispettano le quantità di formaggio assegnate, da qui la crisi per sovraproduzioni cui il mercato attuale non è in grado di assorbire.

La proposta presentata dal Consorzio del Pecorino romano Dop nei giorni scorsi, secondo gli esperti del Centro Studi Agricoli, non contiene norme sufficienti per prevenire e limitare le sovra produzioni, inoltre per le quote di produzione da assegnare ai caseifici, tiene conto delle produzioni massime degli stessi degli ultimi tre anni, questo comporterà se approvato, che i caseifici che non hanno rispettato le quote assegnate ed hanno prodotto molto di più, si vedranno premiati con l’assegnazione di quote produttive maggiori, anziché essere penalizzati. Mentre viene considerata dal CSA, la quota aggiuntiva di euro 0,64 a kg di formaggio Pecorino Romano Dop, per chi supererà le quote assegnate, molto positiva. La precedente quota aggiuntiva veniva quantificata in euro 0,16 al kg. Ma anche su questo punto il CSA rileva come «la norma proposta sia molto nebulosa e non chiara, non si capisce se questa debba essere successivamente deliberata dal CDA e poi dall’Assemblea dello stesso Consorzio di Tutela, pur essendo indicata nel Piano dell’Offerta. Inoltre sempre per il CSA, sono troppe le deroghe contenute nella proposta, che annullerebbero quasi per intero l’applicazione della quota aggiuntiva per i caseifici che supereranno le quote di produzione assegnate».

«Deve essere chiaro – dichiara Tore Piana – che nessuno dora in poi dovrà più superare le quote produttive assegnate. La Regione dovrà immediatamente approvare un provvedimento che escluda i caseifici, sia essi privati sia essi cooperative, che non rispetteranno le quote produttive assegnate, da tutti i contributi previsti da Leggi Regionali di settore o dal PSR.»

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