Nursind: «Al Sirai di Carbonia infermiere colpito con una bottiglia da un paziente in pieno volto durante TSO, l’ATS intervenga»
Una bottiglia in faccia, la ferita ad un occhio e sette giorni di infortunio. E’ successo ieri ad un infermiere della clinica psichiatrica dell’Ospedale Sirai di Carbonia, aggredito da un paziente, accompagnato dalle forze dell’ordine al nosocomio, durante un TSO.
«Una situazione ormai insostenibile per noi – ha detto Marco Zurru, dirigente del NurSind, sindacato delle professioni infermieristiche, e rappresentante RSU e RSL -. Abbiamo più volte segnalato la realtà nella quale siamo costretti a lavorare: siamo un numero insufficiente di professionisti e siamo impauriti, senza tutele, ripetutamente aggrediti dai pazienti. Abbiamo chiesto più volte che ci venisse assegnata almeno una guardia giurata: niente è stato fatto. Siamo inascoltati. Ieri è avvenuta l’ennesima aggressione ai danni di un infermiere, colpito – durante un TSO – con un violento colpo di bottiglia in faccia, con conseguente trauma al viso e all’occhio e la rottura degli occhiali. Tutto questo è gravissimo, e poteva andare molto peggio.»
Gli infermieri, attraverso il rappresentante del NurSind, si dichiarano sotto pressione e tensione psicologica per la situazione al limite della tolleranza. «Siamo soli, isolati, e trattiamo pazienti aggressivi – ha concluso Marco Zurru – siamo anche in piena emergenza Covid ed aggiungo che molto personale è andato in pensione, non sostituito. Altri si sono licenziati ed altri ancora avevano contratti a tempo determinato. Mi chiedo, dopo tutto questo e tutte le nostre lettere, cosa stia aspettando la dirigenza ad intervenire».
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