20 May, 2024
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Per un sistema agricolo locale forte e innovativo, sostenibile e solidale, ma soprattutto in grado di resistere ai grandi cambiamenti e alle difficoltà che lo stanno investendo. È con questo spirito che il comune di Villamassargia e l’agenzia regionale Agris hanno affrontato l’incontro a Casa Fenu per illustrare il progetto “Assiolo” a cui hanno già mostrato interesse tre realtà: azienda agricola Sant’Antonio, cooperativa rurale San Lorenzo e la società agricola Donne Rurali, quest’ultima già modello nell’ambito del biologico con animali, colture, agricampeggio e fattoria didattica, il tutto in un’ottica di autosostenibilità.
Villamassargia, con le sue caratteristiche specifiche e l’alta percentuale sul territorio di aziende agropastorali (45%), è stata individuata da Agris come protagonista del progetto pilota fondato sulla agroecologia per gestire sistemi agroalimentari che siano sostenibili dal punto di vista ambientale, economico e sociale. «Tante aziende locali applicano già questi valori alle loro produzioni o sono già incamminate in tale direzione», ha osservato la sindaca Debora Porrà nell’introdurre l’argomento ai presenti.
«L’agroecologia non è in contrasto con la sopravvivenza delle aziende agricole ne’ tantomeno marcia contro produttività e legittimo ritorno economico, ma intende aiutare, sostenere e incrementare», ha sottolineato la referente del progetto Daniela Spano, funzionaria di Agris, che ha partecipato insieme a una nutrita squadra di ricercatrici e tecnici specializzati: Giulia Urracci, Adriana Virdis, Antonella Sirigu, Marta Canu, Lucia Mameli e Riccardo Pisci.
«Si intende mettere insieme ha spiegato Daniela Spanoil mondo scientifico con le conoscenze tradizionali degli agricoltori per puntare, per esempio, sulla biodiversità del suolo, che in questo modo si autorigenera, e sulla multifunzionalità, con la coltivazione di più prodotti.»
«Miscugli di varietà di grano – ha aggiunto ancora Spano – sono molto più resilienti di una coltura monogenetica; forse diminuisce la produzione, tuttavia vengono garantiti un raccolto e un guadagno ogni anno”. E, per dare concretezza alla ‘biodiversità funzionale’, è stata ricordata l’esperienza positiva di un’azienda in Toscana dove olivi, polli e asparago selvatico convivono in un equilibrio perfetto perchè le galline, che razzolano in luoghi ombreggiati, mangiano la criocera e proteggono il raccolto.
Anche se non è facile, i cambiamenti climatici impongono un ripensamento radicale del modello agricolo produttivo attuale che può essere armonicamente allineato con la sostenibilità e la solidarietà. «Pensiamo alla riduzione degli sprechi: oggi si butta il 35% di ciò che si producerichiama all’attenzione con i dati alla mano la funzionaria Agris che rilancia l’idea di sistemi alimentari locali che possano proporre un’alternativa valida nonostanteavverte non ci siano ricette preconfezionate e ogni territorio può scegliere una propria modalità.»
Una catena che innesca tante pratiche intelligenti volte al benessere della comunità, con prodotti buoni a chilometro zero e garantendo prezzi più equi stabiliti dalla filiera corta, oltre che migliori abilità di riciclo, a partire da un compostaggio casalingo più consapevole. «Le sovvenzioni arriveranno, ma per ora siamo nella fase della sensibilizzazioneha concluso Daniela Spano -: vorremmo che gli agricoltori aderissero alla proposta per convinzione.»
«Si tratta di apportare piccoli accorgimenti a basso impatto che possono dare grandi vantaggi ha detto la sindaca Debora Porrà – : Villamassargia è pronta ad essere l’apripista di una nuova esperienza che si può rivelare molto interessante.»
Assiolo, nome ed emblema del progetto, è pronto a spiccare il volo.

Andrea Porcheddu e Ezequiel Cordoba squalificati, Tennyson Omoregie e Gabriele Dore infortunati. E’ un Carbonia decimato, imbottito di giovanissimi, quello che domani pomeriggio scenderà in campo alle 16.00 sul terreno di gioco del campo Tharros di Oristano, contro la Tharros, nell’anticipo della quinta giornata del girone di ritorno del campionato di Eccellenza regionale. Dirigerà Nicola Nieddu di Sassari, assistenti di linea Sergio Fara di Tortolì e Francesco Meloni di Cagliari.

Questa la formazione iniziale del Carbonia, comprendente 5 fuoriquota: Bigotti, Chidichimo, De Vivo, Wojcik, Lambroni, Prieto, Basciu Lorenzo, Giganti, Lecca, Mancini, Cocco. A disposizione 9 fuoriquota: Caroli, Adamo, Saia, Pitanza, Abbruzzi, Carboni, Falletto, Salimbene, Basciu Christian.

Sabato pomeriggio si giocano altri due anticipi: Calangianus-San Teodoro Porto Rotondo e Villacidrese-Ghilarza (dirigerà Riccardo Urru di Sassari, assistenti di linea Luca Carboni di Ozieri e Annamaria Sabiu di Carbonia).

Questo pomeriggio, al termine dell’allenamento di rifinitura, Diego Mingioni ha spiegato come il Carbonia affronterà la squadra di Antonio Lai, battuta nel girone d’andata con un goal di Alessio Romanazzo (poi svincolato).

 

«La questione stipendi arretrati della Coop Casa Famiglia ancora oggi, dopo anni, resta irrisolta. A tutt’oggi, nonostante le continue proteste del personale cadano nel vuoto inascoltate, non abbiamo data certa per lo stipendio, mentre la Direzione, nascondendosi dietro scuse sempre più precarie e mai comprovate, accompagna il tutto con il solito invito: “Se non vi sta bene, quella è la porta!”.»

La segreteria Cisl Funzione pubblica Sulcis Iglesiente interviene così sulla vertenza della Cooperativa casa Famiglia Coop Solidarietà di Domusnovas.

«Il personale, allo stremo delle forze, vuole, insieme al Sindacato, chiarezza e correttezza di rapporti, in un momento in cui oltre alle difficoltà economiche si sommano le continue pressioni psicologiche a cui viene sottoposto, come non poter visionare la turnazione mensile in tempi congrui o non avere le buste paga e non da ultimo, subire violenti scontri verbali che più volte hanno richiesto l’intervento del personale per calmare una situazione già tesaaggiunge la segreteria Cisl Funzione pubblica Sulcis Iglesiente -. Infine, ci chiediamo: perché la gestione della Cooperativa non identifica quali sono i problemi che impediscono la regolarità dei pagamenti salariali? Perché non si confronta in modo sereno con i lavoratori e il Sindacato che li rappresenta? Perché ulteriori recenti assunzioni, se c’è difficolta ad onorare regolarmente il pagamento degli stipendi ai lavoratori già in organico?»

 

Cresce l’attesa per il Carnevale di Carbonia. Domenica 11 febbraio, con partenza alle ore 15.30, si svolgerà la tradizionale sfilata dei gruppi e dei carri allegorici con raduno in piazza Ciusa e un percorso che si snoderà tra via Marche, via Cagliari, via Umbria, via Gramsci, via Fosse Ardeatine, via Manno, con arrivo in piazza Roma e successive premiazioni e assegnazione del Trofeo Crabò. Sarà, come di consueto, un tripudio di colori, musica, animazioni per grandi e piccini, folklore, goliardia e divertimento.
L’organizzazione è a cura della Pro Loco Carbonia, in collaborazione con il Centro Italiano della Cultura del Carbone (C.I.C.C.) con il patrocinio e il contributo economico del comune di Carbonia. Per le iscrizioni alla sfilata, la cui scadenza è prevista per giovedì 8 febbraio, è possibile contattare la Pro Loco all’indirizzo email proloco.carbonia@hotmail.it e al numero telefonico 339.3686614.

Sabato 3 febbraio, a Iglesias, in Sala Lepori, si terrà l’evento “700 anni dall’assedio di Villa di Chiesa”: “Narrativa e musica sull’assedio di Villa di Chiesa”. L’evento consisterà in un reading letterario, di brani di narrativa relativi all’assedio e alla Iglesias medievale, tratti da opere di scrittori iglesienti (Davide De Vita, Mario Fadda, Arianna Manca, Cristiano Niedojadko), scelti e inseriti in un canovaccio dalle archiviste.

I testi saranno letti dall’Associazione Noa mentre il canovaccio sarà interpretato dall’attrice Nicoletta Pusceddu.

Fra una lettura e l’altra il Circolo Musicale “G. Verdi” di Iglesias con la sua orchestra diretta dal maestro Fabio Diana, eseguirà la musica appositamente composta dal maestro Lorenzo Pusceddu ispirato dai testi scelti per questa occasione.

Opera unica in quattro parti, inedita, intitolata “Villa Ecclesiae”, che, grazie all’inserimento fra i materiali della Scomegna Edizioni Musicali, potrebbe essere utilizzata da qualsiasi banda musicale la richiedesse diffondendo, in musica, il nome e le vicende storiche della città.

L’evento chiude la serie di manifestazioni con cui l’Amministrazione comunale, l’assessorato della Cultura, con l’Ufficio cultura, e l’Archivio Storico Comunale hanno inteso ricordare i sette mesi dell’assedio di Villa di Chiesa da parte dell’Infante Alfonso d’Aragona a settecento anni di distanza da quel periodo.

Nel giugno del 1323, infatti, cominciava l’assedio di Villa di Chiesa da parte delle truppe aragonesi alleate con il Giudicato d’Arborea di Ugone II e varie altre forze e, con esso, la lunga guerra che avrebbe portato, nel corso del tempo, la dominazione, prima aragonese e poi spagnola, in tutta la Sardegna.

L’assedio durò oltre sette mesi ma il 7 febbraio del 1324 Villa di Chiesa, ormai da tempo senza rifornimenti, dovette cedere ed arrendersi.

L’Infante Alfonso, figlio di re Giacomo II, che guidava la spedizione, riconobbe però alla città l’onore delle armi concedendole due grandi privilegi.

Il primo fu quello di farne la prima tra le successive sette città regie dell’isola, ed il secondo fu quello di poter mantenere gli antichi ordinamenti, quelli del tempo dei pisani, ossia, in pratica, il Breve di Villa di Chiesa, lo statuto comunale che da quel momento rappresentò ancor più l’identità degli “ecclesiensi”.

Con l’intento di riflettere, ricordare, riconsiderare, il periodo dei sette mesi dell’assedio, l’Archivio storico comunale, sollecitato da un’idea della concittadina dott.ssa A. Manca, ha proposto un programma di eventi di cui questo rappresenta il quinto e conclusivo.

Dopo l’incontro letterario di sabato 24 giugno 2023, il convegno del 9 settembre, la conferenza del 24 novembre sull’ingegneria militare dell’assedio con il prezioso e coinvolgente contributo delle scuole medie della città, la conferenza del 13 gennaio 2024 su Iglesias all’indomani della conquista con l’entusiasmante contributo degli Istituti Scolastici superiori cittadini.

A Usini gli arcieri della A.S.D. Arco Club San Giovanni Suergiu trionfano ai Campionati Regionali di Arco nudo, organizzati dagli Arcieri Torres di Sassari. Sono stati ben 6 i titoli regionali (assoluti e di classe) conquistati dagli atleti sulcitani. È il pallottoliere ad argomentare senza fronzoli: 6 ori, 3 argenti e 1 bronzo.

Alessandro Atzori ed Elga Etzi si sono aggiudicati sia i titoli assoluti maschile e femminile sia i titoli di classe individuali. I due atleti hanno dominato rispettivamente nel settore maschile e femminile, aggiudicandosi entrambi prima il titolo di classe senior Maschile e Master femminile per poi fare il bis nella gara assoluta, dove in finale hanno avuto la meglio su Carmelo Alesci (Arcieri Ichnos) e Anastasia Garau (S.A.T.).
La squadra maschile, inoltre, si è aggiudicata il titolo di classe ed il secondo posto assoluto, mentre le squadre femminili si sono aggiudicate il secondo posto di classe senior, il primo posto master ed il terzo posto assoluto.
Buoni piazzamenti nel maschile anche per Alberto Caredda (2° di classe e 4° assoluto), Simone Dondero (7° assoluto), nel femminile per Maria Luisa Saliu (5ª assoluta) e Vanessa Locci  (9ª assoluta).

La Lampisteria del Museo del Carbone, nella Grande Miniera di Serbariu, sarà interessata da importanti lavori di ristrutturazione nel corso del 2024. Le modalità di accesso e di visita subiranno quindi alcune modifiche:

Accesso e biglietteria – la sede del Museo del Carbone è temporaneamente trasferita nell’edificio dell’Auditorium (adiacente al Museo Paleontologico PAS, lato Sotacarbo S.p.A). Per evitare disagi all’arrivo, si consiglia ai visitatori di visualizzare la posizione corretta su Google Maps, impostando nella ricerca “Museo del Carbone”. Per gli orari di apertura della biglietteria e gli orari delle visite guidate, si prega di consultare la pagina dedicata sul sito web del Museo del Carbone: Orari e Prezzi

Visita guidata in sottosuolo – la visita guidata dura circa 1 ora e rimane invariata nei contenuti rispetto alla visita classica.

Visita del museo – la Lampisteria resterà chiusa fino al termine dei lavori di ristrutturazione, pertanto l’esposizione museale sarà visitabile in versione ridotta nell’edificio che ospita temporaneamente il museo. Presso la biglietteria sono acquistabili anche libri e souvenirs.

Si consiglia un abbigliamento comodo e scarpe sportive, in quanto il percorso include una parte all’esterno e una parte in sottosuolo. Il percorso in esterno non dispone di coperture, pertanto si raccomanda di munirsi di accessori adatti secondo la stagione.

E’ sempre consigliata la prenotazione su www.museodelcarbone.it con il tasto BOOK NOW/PRENOTA o al telefono +39.0781.62727. Per informazioni è possibile contattare la biglietteria del Museo al numero +39.0781.62727 durante gli orari di apertura. Per rimanere sempre aggiornati sulle novità, si suggerisce ai visitatori di seguire le pagine social del Museo del Carbone su FacebookInstagram e X

Oggi, venerdì 2 febbraio, è stata celebrata la Giornata dei calzini spaiati. Le origini della giornata dei calzini spaiati sono da rintracciare nella decisione dell’insegnante friulana Sabrina Flapp di far diventare i calzini spaiati simbolo dell’integrazione e dell’accettazione delle differenze. L’iniziativa, nata in una scuola primaria, ha lo scopo di sensibilizzare le bambine e i bambini al tema della diversità e dell’inclusione. Valori in cui crede fortemente anche l’Amministrazione comunale di Carbonia, che ha aderito simbolicamente a questa iniziativa, accendendo un faro sull’importanza di valorizzare le diversità, le peculiarità e le unicità che ci rendono speciali, eliminando qualsivoglia barriera, per affermare una cultura sempre più improntata sull’inclusività e sulla consapevolezza che la diversità rappresenta una ricchezza e non un limite.

In una vignetta del Corriere della Sera esiste un’illustrazione che strappa un sorriso: la porta del Paradiso è stata sfondata da un pallone di calcio sparato da “Rombo di tuono” e San Pietro, il re delle reti, non è riuscito a pararlo. L’ha subito capito: «Sta arrivando Gigi Riva».
Gigi Riva, a Cagliari, è stato ricoverato e prima di sottoporsi ad una procedura di Emodinamica interventistica immediata, ha deciso di attendere il parere-conforto della famiglia. Le sue condizioni, purtroppo, sono rapidamente peggiorate ed è sopraggiunta la morte estesa della muscolatura cardiaca con l’arresto in asistolia.
Il “tempo” che intercorre fra il momento in cui scatta l’emergenza e il momento in cui si inizia a soccorrere, è il fattore essenziale che si frappone fra il vivere e il morire.
La regola della “tempestività” è valida per il campione mondiale come per il comune cittadino del profondo Sulcis Iglesiente. La disuguaglianza tra le possibilità di sopravvivenza concesse a un cagliaritano e a noi Sulcitano – Iglesienti contrasta con la Costituzione (articoli sull’Uguaglianza), con i L.E.A. (Livelli Essenziali di Assistenza), e con i principi etici posti all’introduzione di varie leggi e decreti che regolano la Sanità Regionale Sarda.
E’ noto che la Asl 7 del Sulcis Iglesiente ha diritto ad avere un centro per le Urgenze ed Emergenze vicino alla popolazione. Tale centro, per sua natura, deve fornire assistenza immediata ai nostri ammalati e salvarli. E’ anche noto che la norma imprescindibile della tempestività qui nel Sulcis Iglesiente ha subito deroghe: l’Emodinamica d’Urgenza ed Emergenza deve restare chiusa dalla sera del venerdì, fino a tutto il sabato, tutta la domenica, e fino al lunedì mattino alle 8.00. Negli altri giorni rimane aperta per 8 ore al giorno: dalle 8.00 alle 16.00. Chi arriva al Pronto Soccorso nella condizioni di Riva deve aspettare.
Se l’infarto avviene dalle 8.00 alle 16.00 dei giorni feriali viene curato. Se arriva dopo le 16.00 o nei giorni festivi deve aspettare. Aspettare cosa? Deve aspettare che riapra il Servizio di Emodinamica, oppure deve affrontare il viaggio verso Cagliari perdendo tempo vitale. Perché? Giunto lì deve attendere altro tempo ancora perché si deve aspettare il proprio turno. Esiste infatti un’affluenza numerosa di pazienti in crisi cardiaca diretti all’ unico Centro Cardiologico e provenienti da tutto il territorio provinciale e dalla città metropolitana di Cagliari. Questa storia della iper-affluenza degli ammalati al Brotzu o al Policlinico di Monserrato è stata sperimentata quotidianamente dai fratturati di femore di queste parti a causa del nostro Servizio di Ortopedia chiuso per motivi di carenza di personale. Nei scorsi giorni, tutti coloro che andavano al Brotzu venivano messi in fila, su barelle allineate, in attesa del loro turno. E’ una situazione difficile da gestire, soprattutto per i Medici cagliaritani sopraffatti dall’esorbitante carico di richieste.
Nonostante i loro sforzi l’accumulo di malati provenienti dalla provincia comporta attese prolungate.
Lo Stato, attraverso un ente del ministero della Sanità, che si chiama Agenas, ha pubblicato da anni un documento ufficiale che si chiama “elenco dei LEA”. I “LEA” sono i “Livelli Essenziali di Assistenza”. Si tratta cioè del minimo essenziale di assistenza sanitaria che si deve fornire ai cittadini.
Tra questi, ci sono tutte le emergenze che compromettono la vita o la funzione di un organo. Ebbene, i LEA non possono rispettare i tempi della fisiopatologia ma devono piegarsi ai tempi della burocrazia.
Quale burocrazia? Quella che controlla la spesa e riduce i servizi essenziali. Così il cerchio si chiude: il diritto ai LEA è riconosciuto per legge ma non può essere erogato per motivi di bilancio.
Ciò che è successo al Campione per sua scelta, succede a tutti i malati cardiologici e ortopedici urgenti della nostra provincia: bisogna aspettare che qualcuno ti curi e nel frattempo, se è il caso, morire.
Il caso della legge sulla “Autonomia Differenziata tra Regioni” del Nord e quelle del Sud e Isole, è già concretamente rappresentato nella “Autonomia sanitaria differenziata” fra le ASL dei capoluoghi di Cagliari e di Sassari, e le ASL delle Province. Apparentemente siamo tutti uguali; in realtà esiste una forte discrepanza fra l’impiego di fondi nei due centri e nelle altre 6 ASL provinciali. A ciò si aggiunge, per quanto ci riguarda, l’assenza del potere di assumere personale, di programmare spese, e di spendere autonomamente per le nostre diverse esigenze. Significa, praticamente: non esistere come entità. Ciò ha portato alla paralisi della Sanità nel Sulcis Iglesiente, come nel Nuorese, nell’Oristanese, etc..
La citazione delle leggi che segue è noiosa ma è necessaria per capire il disastro sanitario che si prepara in aggiunta a quello attuale.
Esiste una legge regionale che genera discriminazioni: è la legge 24/2020. E’ la legge che istituì la ARES (un ente gestionale autonomo che ha risucchiato tutte le funzioni amministrative delle ASL).
In premessa, quella legge assicura equità e uguaglianza nel trattamento sanitario dei cittadini, però dispone che le ASL non abbiano gli strumenti per gestirsi. Questo è già di per sé un fatto gravissimo. Con l’avvento della “Autonomia Differenziata” avremo a che fare con una nuova legge che, seguendo la stessa logica dei LEA, creerà una situazione identica a quella appena descritta sulla Sanità Regionale. Si tratta del previsto elenco dei L.E.P. (Livelli Essenziali di Prestazioni). Cosa sono le prestazioni di cui si deve preparare l’elenco? Sono le prestazioni intorno all’Assistenza sanitaria, alla Giustizia, all’Istruzione, ai Trasporti, etc.. Praticamente, tutto ciò che riguarda i servizi che lo Stato deve fornire al cittadino. Dopo l’esperienza dei LEA con la Sanità si capisce cosa avverrà con i i LEP in tutti i Servizi pubblici. Si può ragionevolmente supporre un altro crollo del Sistema Sanitario e degli altri Sistemi sociali che sono alla base della Unità nazionale.
La nuova legge della “Autonomia Differenziata Regionale” avrà due effetti immediati:
1 – Cancellerà l’Autonomia speciale della Sardegna;
2 – Sopprimerà il “Fondo Perequativo” delle Regioni (che è quello che ci consente di avere ancora Sanità e Istruzione).
Noi Sardi per avere il nostro Statuto ci abbiamo messo molti secoli. Ora in pochi mesi potremmo perdere tutti i vantaggi dell’Autonomia speciale della Sardegna.
L’embrione della “Autonomia speciale della Sardegna” venne generato nel 1793, quando una delegazione di 5 saggi sardi si recò a Torino per chiedere al Re le “5 domande”. Si trattava di 5 richieste per dare un po’ di autonomia amministrativa alla Sardegna al fine di permetterle uno sviluppo economico dignitoso e attenuarne lo sfruttamento.
Il Re ignorò i sardi e se ne andò a caccia a Tenda. La delegazione rimase in attesa fuori dal palazzo reale per 6 mesi. Al ritorno il Re non la ricevette e rispose un “No”.
I sardi, tornati a Cagliari, si organizzarono in circoli intellettuali pseudo-rivoluzionari e infiammarono la popolazione fino al 28 aprile 1794. Il dissenso dei sardi sfociò nella cacciata del viceré Balbiano e di tutta la corte piemontese da Cagliari. Fu “Sa die de sa Sardigna”. L’unica vera rivoluzione fatta dai sardi.
In seguito quelle “5 domande” furono la base su cui si fondò l’azione dei politici sardi un secolo e mezzo dopo alla fine della II Guerra Mondiale. Quei parlamentari sardi parteciparono alla stesura del testo della Costituzione e discussero la forma da dare all’articolo 116 primo e terzo comma e all’articolo 119 contenente il principio del “Fondo Equiparativo”. E’ la legge madre sull’autonomia delle Regioni a Statuto speciale e quelle a Statuto ordinario.
Le motivazioni per la richiesta di Autonomia speciale alla Sardegna vennero scritte da Renzo Laconi e Emilio Lussu. Il motivo fu l’estrema povertà della Sardegna dopo 4 secoli di dominazione spagnola e due secoli di piemontese. Da lì emerse lo “Statuto Sardo”.
Nello Statuto, all’articolo 8, sta scritto che una parte consistente dei fondi raccolti con le tasse sarebbero rimasti in Sardegna. Così pure si riconobbe alla Sardegna il diritto a godere di un’elevata percentuale derivante dagli utili prodotti dalla produzione e distribuzione di fonti energetiche e di energia (parte mai applicata secondo una pubblicazione dell’ufficio IVA della Regione Sarda – d.ssa Tagliagambe – che oggi sarebbe interessante riportare in discussione).
Venne riconosciuta la necessità di costituire un “fondo perequativo”. Di cosa si tratta? Si tratta di un fondo formato dalla contribuzione delle regioni più ricche da utilizzare per garantire un equo ed uguale sviluppo tra cittadini delle regioni avvantaggiate e cittadini di regioni storicamente e strutturalmente svantaggiate e povere.
Oggi, con la legge sulla “Autonomia Differenziata regionale” è stato preparato il terreno normativo per ridurre, o abolire, il contributo delle regioni più ricche a favore dei servizi pubblici nelle regioni pi svantaggiate. Con i fondi che le regioni più ricche che da ora tratterranno per sé, le stesse regioni finanzieranno i propri programmi scolastici, sanitari, dei trasporti, etc. Dando titoli di studio (lauree) e Sanità superiori per valore ai nostri (chi vincerà tra i concorrenti tra un laureato a Cagliari e uno a Milano?)
Senza entrare nel merito di cosa sia equo ed eguale, e cosa no, si può già prevedere, con la fine del fondo perequativo, quale inverno sanitario stia per iniziare in Sardegna. Abbreviare il più possibile il “tempo” fra l’inizio del malore e l’inizio delle cure è costoso. Quel “tempo” costa, ed è evidente che quando i fondi diminuiranno, diminuirà anche la possibilità di sopravvivenza dei sardi, soprattutto in provincia (a dispetto dell’articolo 119 della Costituzione che garantisce a tutti uguale godimento dello “esercizio dei diritti basilari” compreso il diritto alla Salute).

Altri nove comuni sardi saranno presto raggiunti dal gas naturale grazie all’attivazione delle reti “native” digitali realizzate da Medea, società del Gruppo Italgas che opera nella distribuzione del metano in Sardegna. 

Si tratta dei comuni di Nule (SS), Anela (SS), Onanì (NU), Osidda (NU), Narcao (SU), Perdaxius (SU), Giba (SU), Gesico (SU) e San Basilio (SU) nei quali la Società ha previsto, in collaborazione con le Amministrazioni comunali, l’organizzazione di una serie di incontri con la cittadinanza. 

Gli eventi, oltre a essere caratterizzati dall’accensione delle tradizionali fiaccole a suggello del primo passaggio del metano, saranno l’occasione per illustrare alla cittadinanza le modalità di allacciamento alla rete e i vantaggi derivanti dall’utilizzo del gas naturale, fonte sicura, affidabile e più economica di altre oggi utilizzate sull’Isola. 

Il calendario degli incontri: 

Comune di Nule: 6 febbraio, dalle 16.30 alle 18.00, presso il Centro Culturale, via Grazia Deledda 

Comune di Anela: 7 febbraio, dalle 11.30 alle 12.30, presso il Municipio, via Roma 

Comune di Onanì: 8 febbraio, dalle 16.30 alle 18.00, presso le ex Scuole Elementari 

Comune di Osidda: 9 febbraio, dalle 11.30 alle 12.30, presso Piazza Municipio 

Comune di Narcao: 13 febbraio, dalle 11.00 alle 12.30, presso Piazza Guglielmo Marconi 

Comune di Perdaxius: 14 febbraio, dalle 16.30 alle 18.00, presso via Nazionale 

Comune di Giba: 15 febbraio, dalle 10.30 alle 12.00, presso via Eleonora D’Arborea 

Comune di Gesico: 23 febbraio, dalle 16.30 alle 18.00, presso il Municipio, via Vittorio Emanuele III 

Comune di San Basilio: data in via di definizione.

L’intervento di metanizzazione dei nove comuni ha reso necessaria da parte di Medea la posa di circa 80 chilometri totali di nuove reti del gas. Ogni nuovo punto di fornitura sarà dotato di misuratore intelligente di ultima generazione, smart meter in grado di consentire, tra le altre funzioni, la lettura a distanza e automatica dei consumi per una fatturazione sempre più precisa e aderente ai consumi reali. 

Nella foto di copertina la piazza Marconi di Narcao, uno dei nove Comuni che inaugurano le reti del metano.