21 December, 2025
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Venerdì si è svolta, alla presenza delle segreterie territoriali e Rsu Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, l’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori diretti della Portovesme Srl per condividere e analizzare l’esito del nuovo tavolo sulla vertenza Portovesme srl che si è svolto giovedì al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. L’incontro al Mimit ha certificato che non c’è alcun player disponibile a investire sulla Portovesme srl nel Sulcis, in primo luogo per il costo dell’energia e in secondo luogo per le dimensioni dell’azienda, tema che la categoria ha sempre sostenuto. Sin dal 27 dicembre 2024, data in cui è avvenuta la visita in stabilimento del Ministro Urso, abbiamo dichiarato che il soggetto imprenditoriale che si candidava ad acquisire lo stabilimento avrebbe dovuto avere solidità economica, una struttura organizzativa consona e un esperienza nella produzione di primario. Emerge in tutta la sua gravità che il tema del costo dell’energia, ieri come oggi, non ha trovato risposta e che questa situazione rappresenta una pietra tombale per le aziende energivore del polo di Portovesme. Il Ministro Urso ha comunicato, infatti, che non sarà possibile trovare meccanismi per calmierare il prezzo dell’energia e ne costruire possibili accordi bilaterali. L’unica notizia positiva emersa è il proseguo delle attività sperimentali sul sito di San Gavino che vede nuovamente occupata tutta la forza lavoro sino a tutto il 2026. Rimane viva la possibilità che diventi hub internazionale per queste produzioni specifiche grazie alla alta professionalità delle lavoratici e lavoratori e della specificità degli impianti. A oggi, per detta dello stesso Ministro la strada da percorrere è quella intrapresa sul litio; appare quindi positivo il riconoscimento del progetto presentato da Glencore sul recupero del Litio e di altre materie critiche, che vedrà il termine della fase di studio nel 2027. La sostenibilità ambientale deve rappresentare per le lavoratrici e i lavoratori precondizione fondamentale per il suo sviluppo, così come previsto dagli iter autorizzativi Italiani e Europei, garantendo sempre la certezza dei tempi. Per noi le tematiche ambientali, così come quelle sulla sicurezza, non sono mai oggetto di trattativa. Merita un approfondimento la comunicazione del Ministro sulla possibilità di creare nel territorio un sito di depositi temporanei di materie critiche di cui non si conoscono i dettagli, ma sicuramente decisioni come queste meritano una fase concertativa con tutto il territorio.

Segreterie territoriali

Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil Rsu Portovesme Srl

Cala il sipario sull’XI edizione del festival “Arpe del mondo”, la più longeva rassegna italiana dedicata a questo strumento. L’atteso appuntamento finale domani, domenica 5 ottobre, avrà per cornice il suggestivo scenario delle Miniere di Montevecchio, a Guspini dove, alle 15,30, il pubblico potrà ancora una volta immergersi nelle sonorità uniche delle arpe sudamericane, cuore tematico di questa edizione diretta da Raoul Moretti e organizzata dall’Ente Concerti Città di Iglesias.

Protagonisti saranno gli artisti Pedro Sanabria (Venezuela), uno dei massimi rappresentanti dell’arpa del centro-nord del Venezuela, e il Saxyarpa Trio (Paraguay/Germania), guidato dal virtuoso paraguayano Alberto Sanchez, che unisce la tradizione del folk sudamericano con le improvvisazioni jazz, affiancato dai tedeschi Johannes Köppen (sax) e Manuel Beutke (cajon).

Sarà un concerto emozionante che sigilla il successo di un festival riconosciuto come punto di riferimento per gli arpisti di ogni genere.

L’ingresso è libero e gratuito.

 

«Abbiamo esposto le questioni più importanti che riguardano le Autonomie locali.  In particolare i problemi legati al Fondo unico, ma anche le istanze che arrivano dai 30 Comuni sardi che hanno spettanze negative sul Fondo di solidarietà comunale (Fsc) e nazionale. Serve una maggiore attenzione su questo tema con la costituzione di un fondo di compensazione che aiuti e supporti questi Comuni.»

Lo ha detto Ignazio Locci, presidente del Cal, commentando l’incontro con l’assessore regionale della Programmazione, Giuseppe Meloni: «Ci auguriamo che, dopo questo primo incontro, a breve ce ne sia un altro insieme alla presidente Todde, così da poter ampliare i ragionamenti e soprattutto rendere gli enti locali protagonisti nel processo di partecipazione».

«Abbiamo messo l’attenzione anche sul tema della casaha aggiunto Ignazio Locci -. Infatti, secondo noi, nel Defr 2026/2028 (Documento di economia e finanza regionale) non compare una strategia chiara rispetto alla realizzazione di nuove abitazioni, un tema che riguarda tutti i paesi della Sardegna e che ha dirette ripercussioni sul fenomeno dello spopolamento e della denatalità. Occorre un grande piano di investimenti sulla casa, almeno un miliardo di euro nei prossimi tre anni. Ci sarebbero sicuri benefici sia in termini economici che di coesione sociale.»

«Un altro problema che riguarda gli enti locali sono i costi per anziani e minori nelle strutture sociosanitarie ed è indispensabile che la Regione intervenga con un fondo apposito. Per sostenere queste esigenze i Comuni stanno avendo grossi problemi di bilancio. Un risultato negativo dovuto a insufficienti politiche sulla famiglia, che finora non hanno risposto alle nuove esigenze sociali e all’invecchiamento della popolazione sarda. In particolare, dove ci sono anziani soli che difficilmente vengono assistiti dalle famiglie. Inoltre, maggiori risorse per i servizi a domanda individuale, in particolare per i costi di gestione di asili e mense», ha rimarcato il presidente del Cal.

«Ci rendiamo conto che la partita principale sia quella delle entrate, quindi il rapporto con lo Stato e quindi ci auguriamo che i 300 milioni, cosiddetti manovrabili, diventino molti di più, soprattutto con una maggiore prospettiva di programmazione se la Regione riuscirà a chiudere questo tanto atteso accordo sulle entrate con il Governo nazionale. Anche il Cal si muove all’interno dei cinque focus tematici individuati nel Defr da Governo e Consiglio regionale, ma con un’idea che ambisce a costruire una bussola orientativa per i sardi e per gli enti locali, con l’obiettivo di individuare, non solo con documenti scritti ma con risorse effettive e ben ripartite, una strategia complessiva con una sua logica per una nuova idea di Sardegna», ha concluso Ignazio Locci.

Grande soddisfazione per l’ArgoCircolo Letterario di Iglesias, una delle realtà vincitrici del Primo Premio Ernesto Ferrero – Fondazione CRT 2025, promosso dal Salone Internazionale del Libro di Torino in collaborazione con la Fondazione CRT e presentato il 3 ottobre a Genova, nella cornice di Book Pride, la Fiera Nazionale dell’Editoria Indipendente.
Il Premio Ernesto Ferrero – Fondazione CRT, istituito nel 2025, nasce per valorizzare le scelte editoriali più innovative presentate al Salone del Libro di Torino e per rafforzare il legame tra editoria e impegno sociale nei territori. Attraverso la distribuzione di oltre 1.200 copie di opere pubblicate dagli editori vincitori – Tamu, Sabìr Editore e Edizioni Henry Beyle – il premio sostiene biblioteche, scuole, associazioni e gruppi di lettura virtuosi in tutta Italia, riconoscendone il ruolo fondamentale nella promozione della lettura come pratica di comunità.
Tra le 75 candidature pervenute da ogni parte del Paese, il riconoscimento al Circolo Letterario di Argonautilus di Iglesias rappresenta un importante traguardo per la Sardegna e per la rete culturale dell’associazione, da anni partner del Salone Internazionale del Libro di Torino e parte integrante della RetePYM di Fiere e Festival.
L’ArgoCircolo si distingue per un’intensa attività di incontri, letture e iniziative aperte al pubblico, tra cui le apprezzatissime “Passeggiate letterarie” organizzate in collaborazione con Iglesiasturismo: un vero e proprio trekking urbano letterario alla scoperta dei luoghi della città legati ai grandi autori della letteratura italiana – da Dante a Pirandello, da D’Annunzio ai contemporanei – dove la parola scritta si intreccia con la memoria e l’identità dei luoghi.
“Questo riconoscimento è una grande emozione e un segnale di fiducia per il nostro lavoro quotidiano-  dichiara Erika Carta, ideatrice e coordinatrice dei Circoli Letterari Argonautilus -. ArgoCircolo è nato per avvicinare le persone ai libri, ma anche per creare legami tra le persone attraverso i libri. Vedere questo impegno riconosciuto a livello nazionale ci dà nuova energia per continuare a far crescere la comunità della lettura nel nostro territorio.”
«Il Premio Ferrero rappresenta una conferma del valore sociale e culturale dei progetti che nascono dal basso ma si connettono a reti più ampie, come quella del Salone del Libro di Torino – aggiunge Maurizio Cristella, direttore artistico della Fiera del Libro di Iglesias -. La Fiera e gli ArgoCircoli sono due anime della stessa visione: la cultura come bene comune, capace di unire, formare e rigenerare.»
«Un riconoscimento importante per l’impegno culturale nella nostra comunità – conclude l’assessora Carlotta Scema -. Come assessora della Cultura, a nome del Sindaco e di tutta l’amministrazione, ci tengo ad esprimere grande soddisfazione per il riconoscimento ricevuto, che premia il lavoro quotidiano svolto all’interno della nostra comunità. L’ArgoCircolo di Iglesias, che in questi anni si è distinto per aver dato vita a una vera e propria comunità letteraria. Con passione, ha saputo arricchire l’offerta culturale del territorio, offrendo nuove opportunità di incontro, confronto e crescita. Un esempio sono le “Passeggiate Letterarie”realizzate in collaborazione con l’Ufficio Turistico di Iglesias che rappresentano un perfetto esempio di integrazione tra cultura e promozione del territorio, contribuendo a valorizzare Iglesias come meta di turismo culturale.»
Con questa selezione, Argonautilus consolida ulteriormente il proprio legame con il Salone Internazionale del Libro di Torino, di cui è partner da anni, e conferma il proprio impegno costante nella costruzione di una rete di lettura partecipata e inclusiva che, partendo dalla Sardegna, dialoga con le più importanti realtà culturali del Paese.

Colpo doppio della Polizia di Stato di Cagliari che, grazie a un’intensa attività investigativa condotta dai “Falchi”, ha portato a tre arresti e al sequestro di oltre due chili di droga tra cocaina, hashish e marijuana, oltre a quasi 16.000 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività di spaccio.

Il primo intervento è scattato dopo l’individuazione di un giovane cagliaritano residente nel quartiere del CEP ritenuto punto di riferimento per lo smercio di droga nel capoluogo. Gli agenti hanno seguito l’uomo mentre si recava al lavoro, evitando di bloccarlo subito per non allarmare eventuali complici all’interno della sua abitazione, protetta da un sofisticato sistema di videosorveglianza.

Il controllo è scattato a Monserrato, dove l’uomo, apparso da subito nervoso, è stato sottoposto a perquisizione: aveva con sé 25 grammi di cocaina. Ma il vero quantitativo era nascosto altrove. Dalla perquisizione domiciliare altro stupefacente e circa 8.000 euro in contanti. Messo alle strette, il giovane ha confermato di detenere anche un garage a Selargius, rivelatosi il vero deposito della droga: lì sono stati trovati 9 panetti di hashish, marijuana e ulteriore cocaina, per un totale di circa due kg di sostanza stupefacente.

L’uomo è stato condotto presso la Casa Circondariale di Uta in attesa del giudizio di convalida.

In un secondo intervento, sempre nell’ambito dell’attività di contrasto allo spaccio, i Falchi hanno perquisito un’abitazione a Decimomannu, dove sono stati arrestati altri due soggetti, trovati in possesso di 100 grammi di infiorescenze di marijuana e 8.000 euro in contanti, anch’essi ritenuti provento dell’attività illecita. Entrambi sono stati arrestati e posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per il giudizio di convalida e rito per direttissima conclusosi con l’emissione del provvedimento cautelare di presentazione alla Polizia giudiziaria.

Anticipo di lusso questo pomeriggio allo stadio Monteponi, fischio d’inizio ore 15.00, tra Iglesias e Ilvamaddalena, valido per la quarta giornata di andata del campionato di Eccellenza regionale. Dirige Rosanna Barabino di Sassari (assistenti di linea Giacomo Sanna di Cagliari e Tiberio Deidda di Carbonia).

Le squadre di Giampaolo Murru e Sandro Acciaro si presentano allo scontro diretto appaiate in classifica al quinto posto, con 5 punti, frutto di una vittoria e due pareggi. Diversi i numeri in materia di goal fatti e subiti: l’Ilvamaddalena ha realizzato 6 goal, subendone 4; l’Iglesias ha 2 goal all’attivo ma è l’unica squadra ad essere riuscita finora a tenere la propria porta inviolata.

Per l’Iglesias l’incontro odierno rappresenta il primo esame di maturità contro una delle grandi del campionato, tra le pretendenti più autorevoli alla promozione in serie D, che ha appena lasciato.

La formazione dell’Iglesias: Riccio, Di Stefano, Abbruzzi, Azru, Mechetti, Fidanza, Alvarenga, Piras Edoardo, Salvi Vosta, Frau, Cancilieri. A disposizione:  Slavica, Crivellaro, Capellino, Pintus, Piras Alberto, Pitzeri, Tiddia, Mancini, Daga. All. Giampaolo Murru.

La formazione dell’Ilvamaddalena: Manis, Maisto, Pulci, Bert, Bonu, Esposito, Alvarez, Vrdoljak, De Cendo, Attili, Bulla. A disposozione:Verardi, Munua, Vitelli, Zelayeta, Canu, Galvani, Serra, Mondino, Lima. All. Sandro Acciaro.

Giampaolo Cirronis

Da sabato 4 a venerdì 10 ottobre, il Consorzio AUSI ospiterà, presso la sede di Palazzo Bellavista a Monteponi (Iglesias), la Scuola Estiva 2025 in Rilevamento Geologico e Cartografia CARG, a cura della SSDA – Scuola di Specializzazione in Discipline Ambientali dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale). La Scuola Estiva 2025 si propone di diffondere le metodologie e i criteri di rilevamento e cartografia geologica, organizzazione concettuale dei dati e sistema di archiviazione digitale in conformità con le linee guida del Progetto CARG, che prevede la realizzazione della cartografia geologica e geotematica del territorio italiano, in scala 1:50.000. La Scuola prevede lezioni frontali, esercitazioni pratiche e giornate di rilevamento sul terreno, con la presenza di esperti e addetti ai lavori che accompagneranno i partecipanti. L’iniziativa è rivolta a laureati con laurea magistrale, dottorandi, laureandi prossimi alla discussione della tesi magistrale e dottori di ricerca in Scienze Geologiche, interessati ad approfondire le metodologie di raccolta sul terreno e di archiviazione dei dati secondo i criteri stabiliti dalla Carta Geologica d’Italia del Progetto CARG.

I lavori prenderanno il via sabato 4 ottobre, alla ore 16.00, presso la Sala Conferenze della sede di Palazzo Bellavista, con i saluti istituzionali e la presentazione della Scuola.

Il progetto Noi per il Sulcis Iglesiente, progetto politico costruito da Movimento 5 Stelle, Orizzonte Comune, Partito Socialista Italiano e Sinistra Futura, continua con rinnovato slancio e una grande conferma. Alle elezioni provinciali abbiamo ottenuto un risultato di straordinario consenso, che per molti è stato inaspettato, ma che per noi rappresenta la naturale conseguenza di un lavoro costante, serio e profondamente radicato nei valori della buona politica.
Abbiamo raccolto circa 9.387 voti ponderati, espressione di fiducia da parte di amministratori che hanno creduto in un progetto solido, costruito su una visione a medio e lungo termine. Questo risultato ci incoraggia e rafforza la nostra convinzione che la politica fatta con coerenza, impegno e dedizione possa ancora generare partecipazione e cambiamento.
All’interno della nostra lista è stato eletto Sandro Mereu, ex minatore, attuale capogruppo nel Consiglio comunale di Carbonia e residente nella frazione di Bacu Abis. Per la prima volta nella storia, un consigliere provinciale rappresenterà questa comunità: un segnale importante che conferma come anche i territori più piccoli e spesso dimenticati possano avere voce nelle istituzioni.
Questo risultato non rappresenta un traguardo, ma piuttosto un punto di partenza. “Noi per il Sulcis Iglesiente” continuerà il suo percorso con nuove energie e una forte presenza sul territorio. Nelle prossime settimane inizieremo una serie di incontri organizzativi in vista dei prossimi appuntamenti elettorali comunali, con l’obiettivo di rafforzare la rete di collaborazione tra amministratori, cittadini e realtà locali. Continuiamo quindi a rimanere aperti al dialogo e alla collaborazione con tutte e le forze politiche e civiche dell’area progressista, per costruire insieme una Sinistra salda negli intenti, coerente negli ideali, radicata nei territori e capace di dare risposte concrete ai bisogni delle persone.
Il cammino continua, insieme, con passione e responsabilità.
Movimento 5  Stelle
Orizzonte Comune
Partito Socialista Italiano
Sinistra Futura

Venerdì 10 ottobre la IX edizione del Festival Internazionale della Letteratura di viaggio farà tappa al Coworking Serbariu Sarà una giornata interamente dedicata alla letteratura e al dialogo tra culture.
Programma
Ore 10.00 – Laboratorio multiculturale per le scuole: Un viaggio nella cultura pop del mondo arabo con Naman Tarcha, giornalista e conduttore TV.
Ore 18.00 – Presentazione del volume “Dentro la Siria” di Raimondo Schiavone, con i giornalisti Naman Tarcha e Alessandro Aramu.
Ore 18.50 – Presentazione del libro “Grazia Deledda e il cibo” di Giovanni Fancello e Sara Chessa.
Ore 19.40 – Reading letterario“La ballata del vecchio marinaio” di Samuel Taylor Coleridge, a cura di Gianluca Medas.
 

Sono trascorsi più di 40 anni dalla scomparsa di Pietro Doneddu (30 novembre del 1984) e più di 100 anni dalla sua nascita, eppure le due ricorrenze entrambe nel 2024 sono passate inosservate nella nostra città, anche a chi scrive oggi queste righe. Questo scritto, non rimuove evidentemente “un’innocente dimenticanza”, ma vuole essere un modesto contributo per riproporre all’attenzione una figura che nella storia cittadina – come vedremo – non è stata effimera, ma ha lasciato un segno concreto del suo passaggio, nelle diverse attività in cui si è cimentato. Pietro Doneddu, confidenzialmente Piero per amici e compagni, era nato a Pattada il 10 ottobre del 1924, giunge a Carbonia negli anni ’50 docente al Liceo Classico Antonio Gramsci come professore di Storia e Filosofia.

Gli anni ’50 per la Città di Carbonia furono particolarmente drammatici, le difficoltà insorte nel settore carbonifero dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale e la costituzione della CECA, subirono un ulteriore accelerazione nel 1955, con il provvedimento delle Superliquidazioni promosso dalla Carbosarda, al quale seguì negli anni successivi, una fortissima emorragia degli occupati, con una ripresa dei flussi di emigrazione verso le Miniere dell’Alta Lorena in Francia, della Vallonia in Belgio e della Ruhr in Germania e nelle città del triangolo industriale del Nord Italia. Nonostante tutto ciò Carbonia rimarrà per almeno un altro decennio la terza Città della Sardegna, con un destino sempre in bilico tra speranza di riscatto e il pericolo di venire cancellata, rischio scongiurato dalla realizzazione del Polo Industriale di Portovesme.
E’ in questa cornice drammatica, che matura la scelta di Doneddu di aderire al Partito Comunista Italiano tanto da diventare in pochi anni, uno dei più autorevoli rappresentanti nelle battaglie per l’Autonomia e la Rinascita della Sardegna. Viene candidato ed eletto alle elezioni comunali del 27 maggio 1956 è nominato assessore comunale di Carbonia in una giunta guidata da Pietro Cocco. L’esperienza di assessore dura sino alla data delle dimissioni da sindaco di Pietro Cocco il 18 novembre 1958 per ricoprire l’incarico di segretario regionale della CGIL, e in sua sostituzione Doneddu viene eletto sindaco il 24 novembre del 1958.
Le dimissioni di Cocco e l’elezione di Doneddu sono sostanzialmente legate alle dinamiche politiche interne al PCI di quegli anni, in questo ebbero un peso rilevante in questo, gli avvenimenti internazionali, il loro riflesso su scala nazionale e locale: il rapporto Kruscev al 20° congresso del PCUS, i fatti di Ungheria e l’VIII Congresso del PCI nel 1956, i cui effetti, complice anche un arretramento del PCI alle elezioni regionali del 1957, produssero un avvicendamento nel gruppo dirigente comunista sardo. Velio Spano venne sostituito nell’incarico di segretario da Giovanni Lay, nel contempo si affermò un nuovo gruppo dirigente legato a Renzo Laconi, del quale lo stesso Doneddu era espressione. Ne ho ricevuto riprova da Ugo Piano al quale il suo amico Piero, aveva riferito di aver ricevuto proprio da Laconi gli stimoli e la sollecitazione per un impegno politico militante nelle fila del PCI. Doneddu viene rieletto Sindaco alle elezioni comunali del 1960 e rimane in carica sino alla data delle sue dimissioni il 17 luglio del 1963, motivate dall’esigenza di dedicarsi interamente alla professione. Verrà sostituito nell’incarico da Antonio Saba.
Vorrei soffermarmi brevemente su alcuni momenti significativi della sua esperienza alla guida del Comune, sono gli anni dell’avvio del primo Piano di Rinascita della Sardegna per il quale il contributo del comune di Carbonia e dei suoi cittadini è stato rilevantissimo. Il richiamo di questa aspirazione è sempre stato presente nelle sua azione politica, dove Carbonia come nella sua tradizione, svolge un ruolo e una funzione che supera i suoi confini amministrativi, ne sono una testimonianza i suoi interventi in particolare quello pronunciato in occasione della posa della prima pietra della Supercentrale di Portovesme: «Questo problema ora può essere affrontato e può essere risolto, con la creazione di nuove attività industriali che traggano dal basso costo dell’energia la convenienza all’installazione dei loro impianti in questa zona. E’ una vecchia aspirazione di Carbonia e del Sulcis la realizzazione di un’area di sviluppo industriale sulla base della legislazione per il Mezzogiorno che promuova il sorgere di nuove attività e operi perché si trasformino le condizioni economiche e sociali di questi centri».
Si trattava dell’oramai imminente realizzazione dell’area industriale di Portovesme, questo obiettivo costituiva per lui un assillo costante, ne ricaviamo conferma dall’ascolto di uno dei pochi documenti audiovisivi che lo riguardano, un’intervista al rotocalco settimanale d’inchiesta della Rai, TV7, reperibile sul Web, dal titolo “Sardegna-Carbonia: la città del carbone sbagliato”.
Si tratta di una speranza che in concreto guardava lucidamente agli avvenimenti in corso sulla scala nazionale, di lì a poco nel 1962 avverrà la nazionalizzazione dell’energia con la nascita dell’ENEL e sempre nello stesso anno avrà inizio l’attività dell’ EFIM (Ente partecipazioni e finanziamento industrie manifatturiere) alla cui guida verrà chiamato l’avvocato Pietro Sette, già presidente della Carbosarda, dalla cui costola in seguito nasceranno Alsar ed Eurallumina, le principali aziende per la produzione dell’alluminio primario in Italia.
E’ sufficiente, infatti, scorrere le cronache dei giornali dell’epoca (in particolare sulla pagina regionale dell’Unità) per avere conferma del ruolo decisivo dei minatori di Carbonia, per la costruzione della Supercentrale e la realizzazione del Polo Industriale di Portovesme. A questo proposito, vorrei segnalare un inchiesta giornalistica sulla Sardegna a cura di Indro Montanelli, in un capitolo dal titolo: La Supercentrale, nella quale il giornalista, si esprime con un tono non proprio benevolo a proposito di Carbonia e del suo destino, ne ripropongo fedelmente alcuni stralci, l’incipit non è dei più promettenti: «La città a cui esso ha dato il nome è la più triste e squallida di tutta la Sardegna. La investe e la scuote il forte vento dell’Ovest, che vi si carica di un pulviscolo giallo. Sembra qualcosa di mezzo fra un concentramento di profughi e un albergo mal costruito. Le case sono nere e sordide, con l’intonaco che cade a brandelli sotto gli schiaffi del libeccio. Unica nota umoristica, ma che evoca più il ghigno che il sorriso, l’insegna di un caffè che, da “Caffè dell’Impero”, è stata epurata in “Caffè del Pero” per risparmiare la vernice».
In un altro capoverso, però, si sofferma sulla figura del sindaco e si pronuncia con toni davvero lusinghieri nel modo seguente: «Chiudere tutto significa condannare a morte Carbonia: che è una brutta città, costruita sul nulla, ma dove, dei 47.000 abitanti del ’51, ne sono ancora rimasti 35.000. Il sindaco è un professore di scuola media comunista, Doneddu, e bisogna onestamente riconoscere che, nelle condizioni peggiori, amministra nel modo migliore. Il borgo è povero. Vive di seimila occupati e di cinquemila pensionati. Eppure possiede l’ospedale e le scuole meglio tenute dell’isola. Dico malvolentieri queste cose, ma debbo dirle, a monito di tante amministrazioni democristiane che, in condizioni molto più vantaggiose, non sanno fare altrettanto (eppoi si arriva ai risultati elettorali che sappiamo)».
La famiglia Doneddu si è distinta in città a partire dai primi anni ’60, anche per la sua attività imprenditoriale, infatti conclusa l’esperienza amministrativa, coniuga il ritorno alla sua precedente attività professionale che era l’insegnamento, con la conduzione di un’azienda agricola, ubicata nell’agro del comune di San Giovanni Suergiu e destinata alla produzione di pollame da carne e produzione ovicola e un’altra linea dedicata all’attività florovivaistica. Rimarrà impegnato in questa attività sino alla sua scomparsa. Nonostante il distacco netto dall’impegno politico, Doneddu ha mantenuto costante nel tempo, il suo impegno sociale e civile con un attenzione particolare verso situazioni di fragilità attraverso l’interazione con l’E.C.A. (Ente Comunale Assistenza) al quale, con assiduità effettuava delle donazioni materiali da destinare agli strati di popolazione più povera e bisognosa del Comune.
Era dotato di un profilo intellettuale e di una sensibilità culturale molto elevati, è sua la decisione, tra i primi in Sardegna, di istituire nel 1959 la Biblioteca Comunale, concorrendo, con un importante contributo personale, alla donazione di 4.000 volumi circa. La decisione assunta dalla Giunta a guida di Giuseppe Casti nel 2016 di intitolare al suo nome la Biblioteca Comunale di Carbonia, è stato un riconoscimento tangibile della sua opera e una decisione apprezzabile e appropriata.

Tra le principali passioni coltivate da Doneddu vi è stata inoltre l’archeologia, ne fornisce un’accurata descrizione nella guida del Museo Archeologico di Villa Sulcis, Luisa Anna Marras: «Quindi oltre ai materiali riferibili agli scavi di Monte Sirai, gli altri due nuclei espositivi più consistenti del Museo sono rappresentati dalle collezioni Doneddu e Pispisa. Si tratta di due interessanti e cospicue raccolte, composte da oggetti cronologicamente e tipologicamente assai diversi tra di loro, rinvenuti in scavi archeologici o recuperati più o meno avventurosamente da scavi clandestini, oppure frutto di raccolte di superficie effettuate durante decenni di ricerche, L’origine di tutti questi materiali è prevalentemente di ambito sulcitano [… ] La collezione Doneddu è composta da circa duecento oggetti riferibili a diversi ambiti culturali e cronologici. Raccolti dal Prof. Pietro Doneddu, un tempo anche Sindaco di Carbonia, alla sua scomparsa i materiali sono stati donati a Museo dalla famiglia».
Al di là delle cronache dei giornali dell’epoca, non sono disponibili che poche testimonianze scritte a sua firma, tra le quali segnalo, “Carbonia Città di domani” pubblicato nell’edizione Speciale di Rinascita Sarda del 1958 dedicata ai vent’anni di Carbonia (di cui alleghiamo copia del testo) e del discorso inaugurale per la cerimonia della posa della prima pietra della Supercentrale di Portovesme. Scrisse due volumetti, entrambi per conto di Loescher editore Torino, dal titolo: “La produzione mineraria in Italia” e “Le foreste in Europa”, disponibili nella Biblioteca Comunale.
Ho scritto questo breve ricordo con un auspicio e un invito – che vale innanzitutto per me stesso – rivolto a rinnovare l’attenzione sulle principali vicende vissute della nostra città e delle tante personalità che si sono distinte in positivo in tempi difficili della sua breve storia. E la figura Pietro Doneddu è stata indiscutibilmente tra queste.

Antonangelo Casula

 

Discorso del sindaco di Carbonia prof. Pietro Doneddu in occasione della cerimonia della posa della prima pietra del complesso elettrico del Sulcis

Eccellenze, Onorevoli, Signor Presidente della Carbosarda, Signore e Signori, Lavoratori di Carbonia e del Sulcis, io ho l’onore di esprimere oggi qui la soddisfazione della nostra città per l’opera che si inizia.
La nostra città del lavoro saluta questo giorno che permette il termine di un lungo periodo di difficoltà, di insicurezza per il lavoro dei suoi operai, di sacrifici per la sua popolazione, di strettezze per la sua economia, di attese e di delusioni.
La nostra città saluta il complesso che sorge e che può porre le condizioni perché muti una triste realtà e nuovi orizzonti si schiudano per il nostro avvenire.
Oggi si avviano concretamente a soluzione i problemi dell’utilizzazione integrale del carbone, dell’assestamento dell’Azienda e della stabilità del lavoro dei dipendenti.
Ed è un gran passo questo nella storia della nostra comunità operaia e della Sardegna. Un primo passo, fondamentale, necessario perché si possano affrontare e risolvere i gravi problemi di questa nostra terra e della nostra gente e in primo ordine il problema della creazione di posti di lavoro per le diverse migliaia di disoccupati di Carbonia e degli altri centri del Sulcis e per l’assorbimento delle nuove leve del lavoro.
Questo problema ora può essere affrontato e può essere risolto, con la creazione di nuove attività industriali che traggano dal basso costo dell’energia la convenienza all’installazione dei loro impianti in questa zona. E’ una vecchia aspirazione di Carbonia e del Sulcis la realizzazione di un’area di sviluppo industriale sulla base della legislazione per il Mezzogiorno che promuova il sorgere di nuove attività e operi perché si trasformino le condizioni economiche e sociali di questi centri.
A tal fine non può bastare l’intervento sia pure generoso dell’Istituto Regionale, si ha bisogno della più larga capacità dello Stato, ed è giusto sia esercitata nel quadro di attuazione del Piano di Rinascita per la Sardegna, nel cui progetto, invece, non è prevista un’area di sviluppo per il Sulcis. E’ giusto che questa lacuna venga colmata e che abbia inizio qui la strada della Rinascita Sarda.
Su questa strada faticosa che il popolo sardo deve percorrere per rinnovare la sua realtà economica e la sua realtà umana, Signor Presidente della Regione, saranno in cammino insieme agli altri sardi i nostri operai spinti dalla loro sete di giustizia e forti della loro coscienza autonomistica.
Onorevole Ministro, io La ringrazio di essere venuto qui tra i nostri minatori e così ringrazio tutti quanti sono venuti qui e hanno voluto prendere parte al risorgere delle nostre speranze; e mi dispiace non poter rivolgere, perché sarebbe troppo lungo, il ringraziamento segnatamente a tutti, e Le assicuro Signor Ministro che i nostri operai, i nostri tecnici, tutti i cittadini del nostro Paese, vogliono avere nel complesso termoelettrico che oggi si inizia a realizzare, uno strumento per legare il loro contributo di lavoro, di intelligenza, di responsabilità, all’attività che nelle altre parti d’Italia si sviluppa per raggiungere una comune prosperità.
Amici operai tecnici, voi avete estratto il carbone quando l’Italia rovinata dalla guerra ne aveva bisogno per alimentare i resti dei suoi impianti industriali e per rimuovere le sue macchine; l’avete estratto anche quando il nostro carbone è stato deprezzato e respinto; estraetelo d’ora in avanti, con maggiore energia e con fierezza per dare alla nostra isola la forza per la sua rinascita e per consentirle di avanzare verso i livelli delle regioni più progredite e fortunate.
Portovesme 30 ottobre 1960