9 May, 2024
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In occasione del 60° anniversario del settimanale diocesano e del 25° di Radio Kalaritana, la diocesi di Cagliari propone tre serate di approfondimento sulle tematiche comunicative alle quali prenderanno parte: Paolo Ruffini (13 febbraio), prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede; mons. Giovanni D’Ercole (14 febbraio), vescovo di Ascoli Piceno; Vincenzo Morgante (15 febbraio), direttore di rete e di testata di Tv2000 e InBlu. Le conferenze si terranno presso la Sala Benedetto XVI della curia arcivescovile di Cagliari (via mons. Cogoni, 9), con inizio alle 17.00.

Programma

Mercoledì 13 febbraio

«La comunicazione nella Chiesa di Papa Francesco»

Saluti:

Arrigo Miglio, Vescovo di Cagliari

Giulio Madeddu, direttore Ufficio Diocesano Comunicazioni

Francesco Birocchi, presidente Ordine Giornalisti Sardegna

Intervento di Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede

Intervista a cura di Anna Piras, Capo redattore Rai Sardegna, e di Roberto Comparetti, direttore del settimanale Il Portico

Conclusioni del vescovo Arrigo Miglio

Giovedì 14 febbraio

«Comunicazione ed evangelizzazione per una chiesa missionaria in uscita»

Saluto del vescovo Arrigo Miglio

Intervento di mons. Giovanni D’Ercole, vescovo di Ascoli Piceno

L’esperienza comunicativa di alcune aggregazioni laicali:

Azione Cattolica, Meic, Agesci, Volontariato vincenziano, Comunione e liberazione

Modera Andrea Pala, presidente Ucsi Sardegna

Conclusioni di mons. Giovanni D’Ercole

Venerdì 15 febbraio

«Stare nell’agorà dei media in modo laico e cristiano»

Saluto del direttore de «Il Portico», Roberto Comparetti

Intervento di Vincenzo Morgante, direttore di rete e di testata di Tv2000 e InBlu

Tavola Rotonda

Giulio Madeddu, direttore di Radio Kalaritana

Paolo Sanna Farina, giornalista e saggista

Mario Cabasino, presidente Corecom Sardegna

Giampaolo Atzei, presidente Fisc Sardegna

Modera Maria Luisa Secchi, giornalista di Radio Kalaritana

Conclusioni del vescovo Arrigo Miglio.

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Nessuno può, ragionevolmente, avere avere dubbi sulle straordinarie capacità comunicative di Papa Francesco, sia per la capacità di trasmettere in maniera chiara e profonda la Parola di Dio, sia per la sua efficacia nel rapportarsi con le folle di fedeli che lo seguono. Il rapporto tra Papa Francesco e la comunicazione, così come la vasta organizzazione vaticana che governa la comunicazione della Chiesa meritano certamente un approfondimento da parte di chi si dedica alla professione di giornalista o comunque è interessato all’argomento.
L’Ordine dei giornalisti della Sardegna ha deciso, pertanto, di considerare evento formativo per i giornalisti sardi la prima delle tre giornate che la Diocesi di Cagliari dedicherà a questi temi in occasione del 60° anniversario del settimanale diocesano e del 25° di Radio Kalaritana.
L’evento formativo si svolgerà mercoledì prossimo, 13 febbraio, dalle 17.00 alle 20.00, presso il Seminario Arcivescovile, in via mons. Giovanni Cogoni ed è intitolato “Papa Francesco e la comunicazione: nell’agorà dei media”. Ai giornalisti partecipanti verranno assegnati tre crediti formativi.
Dopo i saluti dell’arcivescovo Arrigo Miglio e l’introduzione del presidente dell’Ordine regionale, Francesco Birocchi, del direttore del settimanale “Il Portico”, Roberto Comparetti e di mons. Giulio Mareddu, direttore dell’Ufficio diocesano delle comunicazioni, Anna Piras, capo redattore della Sede regionale Rai per la Sardegna intervisterà Paolo Ruffini (recentemente nominato Prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede).
Paolo Ruffini, che era direttore della rete televisiva della Conferenza Episcopale Italiana (Tv2000), è il primo laico sposato che diventa capo dicastero in Vaticano. Ricopre il ruolo lasciato da monsignor Dario Viganò, che ha guidato il Dicastero fin dalla sua fondazione, nel 2015. È nato a Palermo nel 1956; si è laureato in Giurisprudenza presso la Università di Roma La Sapienza; è giornalista professionista dal 1979. Ha lavorato per Il Mattino, Il Messaggero, di cui nel 1996 è diventato vicedirettore, il Giornale Radio Rai, di cui è stato direttore dal 1996. Ha diretto Rai3 e Tv2000, dove ha ricoperto il ruolo di direttore di rete e insieme direttore di Radio InBlu.
Nel Dicastero vaticano (che ha circa 650 dipendenti) sono confluiti il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, la Sala Stampa della Santa Sede, la Tipografia Vaticana, il Servizio Fotografico, L’Osservatore Romano, la Libreria Editrice Vaticana, Radio Vaticana, il Centro Televisivo Vaticano e il Servizio Internet Vaticano.

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Venerdì 28 e sabato 29 dicembre, a Sassari e Cagliari, è in programma l’annuale Te Deum di ringraziamento organizzato dall’Ucsi Sardegna.

A Sassari il Te Deum viene celebrato venerdì 28 dicembre, alle 11.30, nella cappella del Seminario diocesano (ingresso da Largo Seminario 9 o da Corso Margherita di Savoia 59). Presiede l’arcivescovo monsignor Gianfranco Saba. Seguirà lo scambio di auguri nei locali del Seminario.

A Cagliari il Te Deum viene celebrato sabato 29 dicembre, alle 11.30, in Cattedrale. Presiede l’arcivescovo monsignor Arrigo Miglio. Seguirà nei locali dell’episcopio un brindisi nei locali dell’Episcopio.

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Il vescovo di Iglesias, mons. Giovanni Paolo Zedda, in data 25 novembre 2018, ha nominato vicario generale don Massimiliano Congia, parroco della parrocchia Cristo Re in Carbonia. Don Congia è nato ad Iglesias il 27 novembre 1967. Dopo aver frequentato il Seminario minore di Iglesias, ha proseguito nel Seminario maggiore di Cagliari, effettuando gli studi teologici presso la Facoltà teologica. Il 13 giugno 1998, in Nebida, suo paese di origine, il vescovo di allora, mons. Arrigo Miglio lo ha ordinato presbitero. Primo incarico di don Massimiliano è stato quello di vicario parrocchiale nella parrocchia Santa Maria d’Itria di Portoscuso, successivamente l’obbedienza lo ha portato a Fluminimaggiore. Nel 2014 il vescovo lo ha voluto nella parrocchia di Cristo Re, a Carbonia, al posto del compianto don Alfredo Tocco.

Il ruolo di vicario generale in diocesi era vacante da tempo, il predecessore di don Massimiliano Congia, il canonico Lino Melis, morì, il 26 gennaio 2015, a causa di un ictus.

La carica di vicario generale è prevista dal Codice di diritto canonico che al can. 475, comma 1, recita: «In ogni diocesi il vescovo diocesano deve costituire il vicario generale affinché, con la potestà ordinaria di cui è munito a norma dei canoni seguenti, presti il suo aiuto al Vescovo stesso nel governo di tutta la diocesi.» E’, dunque, una figura obbligatoria. Tra i compiti, ci sono quelli di rappresentare il vescovo, curare i rapporti con le parrocchie e foranie, i rapporti con gli enti territoriali e della società civile, l’amministrazione dei beni ecclesiastici e gli aspetti giuridici dei sacramenti e della loro celebrazione.

Attesa a giorni anche la nomina del nuovo parroco della parrocchia San Ponziano di Carbonia, vacante a seguito della scomparsa di don Amilcare Gambella, avvenuta il 21 agosto scorso e, attualmente, retta da un amministratore parrocchiale, don Andrea Zucca.

Guido Cadoni

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«Vi incoraggio a proseguire con passione la vostra missione, ricercando tutte le forme possibili e costruttive per risvegliare nell’opinione pubblica l’esigenza di impegnarsi per il bene comune, a sostegno dei deboli e dei poveri. Oggi c’è molto bisogno di testimoni di bontà, di tenerezza e di amore gratuito. C’è bisogno di persone perseveranti, che affrontano le difficoltà con spirito di unità e ponendo sempre alla base di tutto lo scopo ultimo, cioè il servizio al prossimo. Così facendo, continuerete ad essere per l’intera Sardegna un punto di riferimento e un esempio.»

È con queste parole che oggi a Roma Papa Francesco ha salutato i seicento volontari sardi, giunti nell’Aula Paolo VI per festeggiare con il Pontefice il ventesimo anniversario del Centro di Servizio per il volontariato Sardegna Solidale. Un’udienza intensa e commovente che, apertasi con la musica dell’armonicista Moses, ha visto i volontari (giunti da tutte parti dell’isola) stringersi intorno al Papa, accompagnati dal cardinale Angelino Becciu, dagli arcivescovi di Cagliari ed Oristano, monsignor Arrigo Miglio e monsignor Ignazio Sanna, da due figure rappresentative del volontariato isolano come don Angelo Pittau (presidente del Comitato promotore di Sardegna Solidale) e padre Salvatore Morittu (presidente dell’associazione Mondo X Sardegna) e dal presidente della Regione Francesco Pigliaru.

A Papa Francesco i volontari hanno consegnato la riproduzione di un bronzetto nuragico raffigurante un capotribù e lo hanno salutato intonando l’Ave Maria in sardo mentre il Papa passava a salutare quasi uno ad uno tutti presenti nell’Aula Paolo VI.

«Grazie per aver voluto riceverci in questa udienza speciale in un giorno che per il volontariato sardo resterà storico – ha detto nel suo intervento il presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru -. Caro Papa Francesco, siamo quelli che in terra di Sardegna quotidianamente, in silenzio, spesso con il peso della solitudine, dell’ingratitudine e del disconoscimento, operiamo per lenire le sofferenze e attenuare le difficoltà di chi fa più fatica, di chi non ha lavoro, di chi non trova speranza, di chi non riesce a vedere un futuro per sé, per la sua famiglia, per i suoi cari. Di chi è vittima della cultura dello scarto.»

Per Giampiero Farru il volontariato sardo è testimone «di tante storie di successo e di ripresa, di relazioni che rinascono, di fili spezzati che si riannodano e di vite che ripartono. Siamo qua per celebrare vent’anni di vita comune. E non potevano avere regalo più bello: incontrare Pietro, incontrare Papa Francesco, che illumina, conferma e guida la Chiesa in un momento difficile e delicato e che è punto di riferimento irrinunciabile per il mondo intero e ciascuno di noi».

«Desidero esprimervi il mio apprezzamento per quanto avete operato e state operando a vantaggio delle fasce più deboli della popolazione sarda, con un’attenzione rivolta anche ad alcuni fra i Paesi più poveri del mondo – ha affermato nel suo intervento Papa Francesco –Questo va sottolineato, perché è segno che non vi siete “isolati” ma, nonostante i grandi bisogni di casa vostra, avete tenuto aperto l’orizzonte della vostra solidarietà. In tale prospettiva, avete saputo accogliere e includere coloro che sono arrivati in Sardegna da altre terre in cerca di pace e di lavoro».

1La vostra realtà associativa raccoglie numerose organizzazioni di volontariato, svolgendo un considerevole servizio di aggregazione e di cooperazione, volto a rendere più qualificato ed efficace l’impegno in favore di quanti versano in condizioni precarie – ha aggiunto il Papa -. Vi incoraggio a proseguire con spirito di intesa e di unità; potrete così diffondere più capillarmente la cultura della solidarietà. Al fine di interpretare gli autentici bisogni della gente e trovare ad essi risposte adeguate, è necessario mantenere un atteggiamento di collaborazione con le realtà istituzionali del territorio: penso in particolare ai Comuni e alle Parrocchie, che sono quotidianamente accanto alle persone condividendo fatiche e speranze.»

«Voi volontari non svolgete un’opera di supplenza nella rete sociale, ma contribuite a dare un volto umano e cristiano alla nostra società» perché «il servizio di volontariato solidale è una scelta che rende liberi e aperti alle necessità dell’altro; alle esigenze della giustizia, alla difesa della vita, alla salvaguardia del creato, con una attenzione tenera e speciale per i malati e soprattutto per gli anziani, che sono un tesoro di saggezza!».

«Vi assista e vi sostenga la Vergine Maria, che la gente sarda venera con amore in tanti santuari – ha concluso Papa Francesco -. Vi ispiri Lei la forza d’animo e la fiducia in Dio per essere sempre un dono per gli altri. Benedico di cuore tutti voi e i vostri cari, e vi chiedo per favore di pregare per me.»

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Partiranno stasera dal porto di Olbia i 600 volontari sardi che domani, venerdì 30 novembre, saranno accolti in Vaticano da Papa Francesco, protagonisti di un’udienza speciale che il Pontefice ha concesso a Sardegna Solidale per celebrare i vent’anni di attività del Centro di servizio per il volontariato isolano. L’appuntamento sarà per le 11.30 nell’Aula Paolo VI, per un evento che sarà trasmesso in diretta via streaming sul sito di Sardegna Solidale (www.sardegnasolidale.it).

I volontari rappresenteranno le 1.725 associazioni presenti nell’isola e saranno accompagnati dagli arcivescovi di Cagliari e Oristano, monsignor Arrigo Miglio e monsignor Ignazio Sanna, e da due figure rappresentative del volontariato isolano: don Angelo Pittau (presidente del Comitato promotore di Sardegna Solidale) e Padre Salvatore Morittu, presidente dell’associazione Mondo X Sardegna. È invece ancora in forse la presenza a Roma del presidente della Regione Francesco Pigliaru a cui il mondo del volontariato si è rivolto per rappresentare le istituzioni regionali.

«Sarà un giorno memorabile, per Sardegna Solidale, per il volontariato sardo, per la Sardegna intera», spiega il presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru, che nell’editoriale dell’ultimo numero del giornale di Sardegna solidale “L’Isola che c’è”, scrive: «Caro Papa Francesco, veniamo a rappresentare il nostro percorso ventennale di impegno, a chiederne conferma, disponibili a modificare, correggere, rifare. Pronti a cambiare, per migliorare.
A gran voce vogliamo dire che, per noi, la solidarietà non è un reato ma un dovere imprescindibile di ogni cittadino; che la solidarietà è la forza che sprigiona e genera fiducia e produce coesione sociale. Due beni non commerciali, non disponibili sul mercato, dei quali abbiamo assoluta necessità e che originano dalla ‘determinazione ferma e perseverante di operare per il bene di tutti’».

L’incontro in Aula Paolo VI sarà aperto dalla musica di Moses, il giovane armonicista vincitore di Italia’s Got Talent, che proporrà un brano composto in occasione del ventennale di Sardegna Solidale, e proseguirà con l’esposizione dei doni portati dai volontari a Papa Francesco. Sarà poi il Cardinale Angelo Becciu a presentare al Pontefice l’attività delle associazioni isolane, mentre sarà il presidenteAngelo Becciu

di Sardegna Solidale Giampiero Farru a portare a Francesco il saluto dei volontari. L’atteso intervento del Papa precederà la consegna al Santo Padre della riproduzione di un bronzetto nuragico raffigurante un capotribù. L’udienza si concluderà con il canto dell’Ave Maria in sardo.

«Tra noi volontari ci sono credenti e no, ecclesiali e laici, ma a questo Papa tutti riconoscono una statura mondiale – spiega don Angelo Pittau -. Papa Francesco ha una autorevolezza morale e credibilità che gli permette di ottenere l’attenzione di popoli dei diversi continenti, capace di offrire risposte a domande ed inquietudini molto diffuse a livello planetario. Ora noi abbiamo il dono di essere ricevuti da Papa Francesco. È una grande responsabilità accogliere la sua parola, conservarla nel nostro cuore, farla diventare seme di solidarietà per noi e per la Sardegna tutta. Sardegna in cui abbiamo operato nello spirito del servizio e nella gioia della gratuità.»

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Saranno quasi 600 i volontari sardi che fra una settimana, venerdì 30 novembre, incontreranno Papa Francesco in un’udienza speciale che il Pontefice ha concesso per celebrare così i vent’anni del Centro di servizio per il volontariato Sardegna Solidale. «Sarà per noi un evento storico», ha affermato stamattina nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa Giampiero Farru, presidente di Sardegna Solidale.

«Il volontariato ha dei grandi meriti – ha commentato l’arcivescovo di Cagliari e presidente della Conferenza Episcopale Sarda mons. Arrigo Miglio – e l’incontro con Papa Francesco consentirà di riportare l’attenzione su un’idea di società più aperta, nella quale il volontariato gioca un ruolo importante.»

I volontari sardi partiranno in nave da Olbia, in rappresentanza delle 1725 associazioni presenti nell’isola. La loro attività sarà presentata nell’Aula Nervi dal Cardinal Angelo Becciu, a Roma insieme agli arcivescovi di Cagliari e Oristano, Arrigo Miglio e Ignazio Sanna, ed al vescovo di Alghero mons. Mauro Morfino (altre partecipazioni sono in via di definizione). Al Papa i volontari sardi regaleranno la riproduzione di un bronzetto sardo, raffigurante un capotribù. 

«La delegazione rappresenta il volontariato sardo in tutte le sue sfumature e sensibilità – ha aggiunto Giampiero Farru – e parteciperà ad un incontro che per noi segnerà un nuovo inizio dopo questi vent’anni di attività.»

Un inizio che coincide anche con l’avvio della riforma del Terzo Settore, come ha spiegato Bruno Loviselli, presidente del Co.Ge Sardegna. «In realtà, a due anni e mezzo dall’approvazione della legge, la mancata emanazione di moltissimi decreti attuativi rende la riforma monca. I quarantamila volontari sardi attivi vivono perciò un momento di smarrimento e l’udienza speciale sarà quindi utilissima perché le associazioni avranno la possibilità di acquisire nuova forza e nuovo entusiasmo».

Alla conferenza stampa, tenutasi presso la sede della Facoltà Teologica, ha preso parte anche il presidente del comitato promotore di Sardegna Solidale don Angelo Pittau, secondo cui «al Papa presenteremo i nostri vent’anni di storia. Una storia anche travagliata, che ci ha lasciato molte ruggini addosso. Ecco, l’incontro sarà il momento giusto per dimenticare le amarezze e segnare un nuovo inizio, continuando a credere nel volontariato come gratuità e attenzione verso gli ultimi, in una visione laica dell’impegno nelle associazioni».

Di Papa Francesco come «alleato delle associazioni» ha parlato invece Padre Salvatore Morittu, presidente dell’associazione Mondo X Sardegna. «Sarà un incontro che ci aiuterà a colmare una delle nostre criticità: non sempre il nostro fare infatti è supportato da una giusta idealità. Ma la sofferenza di questo Papa, il suo desiderio di cambiare le cose, ci interpella e ci invita all’azione». 

«La solidarietà è fatta di fatti e di parole: senza gli eventi, le parole sono chiacchiere, ma i fatti senza parole sono ambigui. L’amore esige operatività e riflessione, e questo è ciò che ci unisce al volontariato», ha spiegato il preside della Pontifica Facoltà Teologica della Sardegna Padre Francesco Maceri, auspicando forme di collaborazione tra la Facoltà e Sardegna Solidale.

 

 

 

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Saranno oltre cinquecento i volontari sardi che il prossimo 30 novembre verranno ricevuti in Vaticano in udienza speciale da Papa Francesco. Il Pontefice, infatti, ha accolto la richiesta del Centro di Servizio per il volontariato Sardegna Solidale, che così festeggerà i suoi primi vent’anni di attività.

Per illustrare i particolari della macchina organizzativa che porterà i 500 volontari a Roma, è stata convocata una conferenza stampa, che si terrà a Cagliari venerdì 23 novembre, a partire alle 10.30, presso la sede della Facoltà Teologica in via Sanjust, alla quale parteciperanno l’arcivescovo di Cagliari ed il presidente della Conferenza Episcopale Sarda, mons. Arrigo Miglio, il preside della Pontifica Facoltà Teologica della Sardegna, Padre Francesco Maceri, il presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru, il presidente del comitato promotore di Sardegna Solidale don Angelo Pittau, padre Salvatore Morittu, ed il presidente del Co.Ge Sardegna Bruno Loviselli.

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Un migliaio di partecipanti, da Cagliari, in autobus e a piedi lungo otto Comuni della provincia, compreso Isili, fino alla meta: Ussana. Nel giorno dei festeggiamenti in onore di San Saturnino, patrono del capoluogo sardo e di Isili, ogni tappa è stata una festa, dove fedeli e pellegrini, accolti dagli amministratori locali, hanno potuto degustare i prodotti tipici del territorio: dai dolci della tradizione di Ussana all’olio di Escolca, fino al pane di Mandas, cotto nel forno a legna. E ancora  vini e formaggi, oltre ai genuini prodotti della Terra a chilometro zero, in mostra negli stand allestiti da Donne Impresa Coldiretti Sardegna.

Fra devozione, storia, cultura ed enogastronomia, si è conclusa con successo, il 30 ottobre scorso, l’ultima tappa dell’edizione 2018 del Cammino di San Saturnino: ma il progetto di promozione turistica, che affonda le sue radici nell’evento religioso dedicato al martire cristiano per esportare oltre Tirreno le tradizioni dell’Isola, è pronto a ripartire. Curato dall’associazione pedagogica socio culturale di Cagliari “Athanatos”, l’evento si prepara a sbarcare in Europa, dopo essere approdato quest’anno a Milano e Roma. «È stato un successo insperato che ci inorgoglisce, soprattutto per l’adesione al progetto di altri numerosi Comuni, anche della Penisola. Il nostro grazie va a tutti i partner che ci hanno sostenuto e accompagnato in questa seconda edizione», afferma il presidente dell’associazione, Daniela Noli.

Dal capoluogo sardo, dove la mattina del 30 ottobre hanno avuto inizio le celebrazioni, fino alla sera, lungo il percorso che si è snodato fra Mandas, Siurgus Donigala, Serri, Escolca, Gergei, Isili e Ussana. Con lo sguardo fiero delle donne sarde e le mani forti di chi coltiva la terra, sono state le donne imprenditrici di Coldiretti Sardegna a portare in spalla, lungo il Cammino, una copia della statua di San Saturnino ricostruita fedelmente dai ricercatori del Crs4 di Cagliari (servizio Innovazione e trasferimento tecnologico Sardegna ricerche) attraverso l’impiego di tecnologie laser scanner che hanno dato la possibilità agli organizzatori di preservare la statua originale.

Prima della partenza, alle 9, i festeggiamenti nella cattedrale di Santa Maria hanno preceduto la benedizione dello stendardo di San Saturnino e la liturgia delle reliquie, con la lettura della Passio a cura dell’attrice teatrale Rita Atzeri. Le celebrazioni sono poi proseguite con l’esibizione del coro polifonico “Cantores Mundi” diretto da Boris Smocovich. Gli onori militari – con il picchetto interforze – hanno dato inizio alla processione lungo il centro della città, con un corteo storico che si è snodato per le vie dei quartieri cagliaritani Castello e Villanova. Alle 10.30, nella Basilica di San Saturnino, la Santa Messa officiata dall’Arcivescovo Monsignor Arrigo Miglio ha suggellato le celebrazioni religiose arricchite dall’esibizione del coro “Studium Canticum” diretto da Stefania Pineider.

«Si tratta di un’iniziativa che si inserisce in un panorama culturale che potrà crescere maggiormente ed essere oggetto di nuovi spunti e riflessioni ancora più profonde.»

Ne è convinto il generale Giovanni Domenico Pintus (Comando militare Esercito Sardegna), fra i sostenitori del Progetto di promozione turistica che vede in prima linea non solo l’Esercito, ma anche la Marina Militare, il Comando Compagnia Carabinieri Cagliari, la Guardia di Finanza, l’Aeronautica militare, A.n.a. Sezione Sardegna, A.n.c. Cagliari e la Caritas diocesana di Cagliari. Oltre a Coldiretti Sardegna, Donne Impresa Coldiretti Sardegna, Polo museale della Sardegna, e numerose associazioni fra le quali Charming accomodation, B&B Cagliari, Karalis Pink team e I Cavalieri dell’Antica locanda.

Dalle origini al futuro, partendo dai dieci chilometri dell’antico cammino – fra Isili, Gergei e gli altri piccoli centri della provincia di Cagliari legati al Santo – l’anno prossimo il Cammino raggiungerà nuove mete regionali e della Penisola, intercettando altri cammini religiosi come quello di san Benedetto da Norcia che si ricollega alla Via Francigena del Sud, nel Lazio, ma approderà anche in Spagna.

L’idea di promuovere l’antico cammino del martire cristiano nasce nel 2017 – su input del sindaco di Isili Luca Pilia – e con il coinvolgimento delle Diocesi di Cagliari e Oristano. «L’intento è quello di rafforzare la promozione della nostra Isola attraverso lo sviluppo di iniziative interregionali finalizzate alla valorizzazione dell’offerta turistica in ambito religioso – spiega Daniela Noli – esaltando inoltre percorsi, luoghi e paesi meno conosciuti nella Penisola e mettendo naturalmente in vetrina le eccellenze dei territori. A cominciare dai prodotti enogastronomici, il tesoro nel tesoro della Sardegna promosso negli stand Coldiretti Sardegna e Donne impresa Coldiretti Sardegna. L’obiettivo – conclude Daniela Noli – è creare un brand che dia nuove opportunità di lavoro soprattutto ai giovani, anche quelli che hanno dovuto lasciare la Sardegna per studiare o lavorare altrove, ma che potrebbero tornare nella loro Terra per aiutare la loro Terra a crescere».

Ma chi era San Saturnino? L’anno scorso è stata l’archeologa Rossana Martorelli (docente di Archeologia cristiana e medievale all’Università di Cagliari) a indagarne la vita. Un santo “cagliaritano”, decapitato il 304 d. C., quando aveva 19 anni, per essersi rifiutato di abiurare alla fede cristiana: lo svela uno dei massimi studiosi del martire cristiano, il salesiano don Giorgio Mameli, nel suo saggio “Saturnino civis Karalitanus”. San Saturnino anche l’anno prossimo continuerà ad esportare la Sardegna con le sue tradizioni, comprese quelle di Cagliari e dei paesi sardi per ora coinvolti: Isili, Gergei, Mandas, Siurgus Donigala, Escolca, Serri, Ussana.

«Il cammino di san Saturnino – ha detto Barbara Argiolas, assessore regionale del Turismo – si inserisce nella progettualità regionale dei cammini religiosi. Per questo è un momento molto importante, perché attraverso i cammini religiosi si riesce a far vivere quelle che sono le nostre comunità e a far incontrare viaggiatori e cittadini, in una simbiosi non soltanto religiosa ma soprattutto culturale. La Regione Sardegna sta investendo imponenti risorse su questo tipo di progettualità perchè abbiamo la necessità di lavorare su segmenti di turismo ed esperienza che non siano soltanto legati alla stagione balneare, ma anche al nostro patrimonio culturale. In questo senso il cammino di san Saturnino sta crescendo di anno in anno e può rappresentare per alcuni territori un’importante occasione di sviluppo. Vi aspettiamo dunque in Sardegna – ha concluso Barbara Argiolas – per vivere insieme il cammino di san Saturnino.»

«Da sempre il turismo religioso, con i suoi percorsi, unisce luoghi e popoli ed è un volano fondamentale per la promozione di piccoli luoghi e borghi, chiese, santuari e basiliche, un patrimonio unico di ricchezze storiche, culturali ed artistiche per la nostra Lombardia.»

Così Lara Magoni, assessore regionale del Turismo, marketing territoriale e Moda della regione Lombardia, nel suo intervento al convegno “Il Cammino di San Saturnino alla luce dei percorsi storici”, progetto che unisce idealmente la Sardegna anche alla Lombardia (Milano). «Regione Lombardia – ha aggiunto l’assessore regionale – ha un grande potenziale di attrattività per il turismo religioso. Per questo Regione Lombardia sostiene gli operatori e le imprese turistiche: al fine di stimolare lo sviluppo di iniziative volte alla  promozione di pacchetti turistici esperienziali per un flusso incoming. In una prospettiva di continuità – ha concluso Lara Magoni – è fondamentale stimolare la creazione di filiere legate al tema del turismo religioso attraverso l’aggregazione di imprese e soggetti pubblici e privati. Per questo credo fermamente nello sviluppo di iniziative interregionali finalizzate alla valorizzazione dell’offerta turistica in ambito religioso, esaltando percorsi, itinerari, luoghi di forte valenza storica e di rilievo nazionale».

«Questo sarà un altro cammino da promuovere, perché già lo facciamo con quello di san Giorgio – ha detto Giovanni Cervo, presidente del Centro sociale culturale sardo -. Fra i nostri obiettivi, in qualità di uno dei 70 circoli sardi in Italia confederati Fasi, c’è proprio quello di far conoscere la Sardegna, soprattutto nei periodi di cosiddetta bassa stagione, indirizzando i turisti verso i centri più piccoli, dove le tradizioni sono molto forti, ma spesso poco conosciute.»

Riferendosi al Cammino di san Saturnino, Giovanni Cervo ha sottolineato l’importanza della divulgazione e del coinvolgimento di altre realtà extra territoriali: «Perché dà il via al passa parola, probabilmente il sistema più semplice e diffuso per trasmettere le informazioni. Anche se – ha sottolineato – i sardi e la Sardegna devono imparare ad aprire gli orizzonti: “La nostra Terra è considerata un forziere, chiuso. Perché in tanti sostengono che i sardi siano seduti su questo forziere che non riescono però ad aprire, affinché tutti possano conoscere e apprezzare le splendide ricchezze e risorse che contiene. Purtroppo – ha concluso il presidente del Csc di Milano – ha un altro problema, i costi spesso insostenibili dei trasporti, troppo onerosi per chi vorrebbe trascorrere almeno un fine settimana».

«Promuovere la Sardegna è il nostro obiettivo principale – ha detto Luca Saba, direttore Coldiretti Sardegna – ecco perché, ha spiegato a Milano, collaboriamo con convinzione ad un progetto che ci permette di essere presenti nella Penisola con i prodotti della nostra Terra. Si tratta di un progetto che fa Rete, promuovendo il legame fra cibo, territori, turismo religioso e tradizioni popolari. Non a caso è mosso dalla passione e la caparbietà di una donna – ha affermato Luca Saba riferendosi a Daniela Noli, curatrice del progetto -. Una donna sarda che ha voluto coinvolgere altre (molte) donne – ha aggiunto riferendosi questa volta allo straordinario lavoro di promozione dei prodotti isolani  delle Donne impresa Coldiretti Sardegna -, che a Milano hanno portato anche l’anima delle donne sarde, non solo i prodotti genuini del territorio», ha concluso Saba.

Gina Ledda (Donne impresa Coldiretti Sardegna): «Abbiamo deciso convintamente di collaborare al progetto di san Saturnino perché è un’occasione importante di promozione per la nostra Isola che ci permette di esportare e far conoscere i prodotti sardi nella Penisola».

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Venerdì 2 novembre, con inizio alle ore 10.30, presso il Sacrario Militare del cimitero di San Michele in Cagliari, avrà luogo la cerimonia di commemorazione dei caduti di tutte le guerre.

La cerimonia militare commemorativa, organizzata dal Comando Militare Esercito Sardegna, si svolgerà alla presenza del Comandante del Comando Militare Esercito Sardegna, Generale di Divisione Giovanni Domenico Pintus, delle autorità civili, ecclesiastiche, consolari e militari della Sardegna nonché delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma.

Alla solenne funzione religiosa officiata dall’arcivescovo di Cagliari, S.E. monsignor Arrigo Miglio, una Compagnia Interforze, renderà gli Onori in armi, sulle note dell’Inno del Piave che verrà eseguito dalla Banda Musicale della Brigata “Sassari”.

Al termine della celebrazione in suffragio dei caduti che riposano presso il Sacrario Militare, le commemorazioni proseguiranno nei vicini Campi Inglese e Tedesco, con la deposizione di due corone sui rispettivi “cippi”, in onore dei caduti.