18 April, 2024
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«Siamo riusciti ad ottenere, per chi acquisterà lo stabilimento ex Alcoa, un prezzo per l’energia inferiore ai 30 euro a mw/h, che è il prezzo più basso praticato in Europa.»

Lo ha detto Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl, poco fa, nel corso della trasmissione de La 7 Coffee Break, che si sta occupando della crisi industriale del Paese, con specifico riferimento all’ex Alcoa e all’Ilva di Taranto.

La proposta del Governo Renzi, prospettata ieri alle parti presenti all’incontro di Palazzo Chigi dal sottosegretario della Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, salvo imprevisti, sarà possibile grazie alla stipula di un accordo bilaterale con un produttore primario di energia operante in Sardegna.

Per la precisione, il prezzo che verrà proposto a Glencore, la multinazionale svizzera che già un anno fa ha dato la sua disponibilità a rilevare lo stabilimento a condizione che le vengano riconosciute condizioni tariffarie dell’energia elettrica in linea con la media europea, per 10 anni, dovrebbe oscillare tra i 28 e i 29 euro per mw/h.

Il ricorso ad accordi bilaterali consentirà di evitare il vaglio dell’Unione Europea che fino ad oggi ha sempre creato grossi ostacoli in tal senso, avanzando forti dubbi sullo “sconfinamento” verso gli “aiuti di Stato”.

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Ancora una riunione interlocutoria quella svoltasi questo pomeriggio a Palazzo Chigi sulla vertenza dello stabilimento ex Alcoa. Il Governo, rappresentato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, affiancato dal segretario generale di Palazzo Chigi, Paolo Aquilani, ha confermato l’impegno a mantenere la vertenza aperta su tutti i fronti ed ha aggiornato l’incontro con le organizzazioni sindacali al 7 marzo prossimo.

Le parti stanno lavorando per la definizione della partita energetica, con il riconoscimento al nuovo acquirente (la multinazionale svizzera Glencore), un accordo bilaterale di lungo termine «che – ha spiegato il segretario della Uilm, Mario Ghini – porterebbe il costo energetico ad essere tra i più competitivi d’Europa e questo fa ben sperare per il prosieguo del confronto con Glencore che si farà nei prossimi giorni». E’ stata esclusa invece la nomina di un commissario per Alcoa, in quanto non sussistono né le condizioni per poter utilizzare la legge Marzano né quelle previste per l’Ilva.

Alla riunione hanno partecipato, il presidente della Giunta regionale della Sardegna, Francesco Pigliaru, il coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi e il responsabile dell’Unità di gestione delle crisi industriali del ministero dello Sviluppo economico, Giampiero Castano. Il ministro Federica Guidi non ha partecipato perché impegnata fuori sede in incontri istituzionali ma si è tenuta costantemente in contatto telefonico.

«La presidenza del Consiglio – ha detto da parte sua Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl – ci ha informato che Glencore non ha ancora dato la risposta che si attendeva per il 20 gennaio. Nel frattempo il ministero dello Sviluppo economico sta lavorando con un gestore di energia disponibile ad un accordo di lungo periodo bilaterale.»

L’ipotesi allo studio, secondo Bentivogli, prevede di utilizzare i primi due anni di superinterrompibilità e i successivi di interrompibilità per avvicinare il prezzo dell’energia a quello previsto nel memorandum of understanding (con una media per 10 anni al di sotto dei 30 euro/MW).

Il Governo chiederà a Glencore una risposta definitiva entro febbraio e, al tempo stesso «ha informato di aver richiamato Alcoa, dopo aver dato l’autorizzazione per l’accesso in data room, a consentire la visita all’altra società che ha dichiarato interesse all’acquisto, Sider Alloys per completare il quadro utile ad avere informazioni complete per presentare un piano industriale e finanziario e formulare la sua offerta.

«I lavoratori dell’indotto sono senza alcun reddito, a breve anche i lavoratori Alcoa. È inaccettabile che dopo 4 anni di lotta e di promesse e illusioni i lavoratori siano senza prospettive. Vogliamo il Governo – ha concluso Marco Bentivogli – tutto in campo per una soluzione positiva.»

«Da oltre un anno lavoriamo giorno per giorno, settimana dopo settimana, per trovare una soluzione, ben consapevoli che la situazione è difficile – ha detto il presidente della Regione, Francesco Pigliaru -. C’è ancora da lavorare molto insieme al Governo su dettagli importanti, per essere in grado offrire condizioni che siano convincenti per l’investitore interessato. Lo faremo in pochi giorni. Intanto dal Governo oggi è arrivato un messaggio importante: è stato affermato con forza l’impegno dell’Esecutivo a mantenere comunque aperta la prospettiva, affinché nel Sulcis riparta la produzione dell’alluminio. Questo è un punto fondamentale e vogliamo dare fiducia a queste parole del Governo, che hanno un significato rilevante.»

Durante lo svolgimento dell’incontro, è proseguito in Piazza Montecitorio il presidio degli oltre 200 lavoratori che hanno raggiunto la Capitale per sollecitare una soluzione rapida della lunga vertenza, iniziata oltre tre anni fa con la chiusura dello stabilimento da parte di Alcoa.

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Da Cagliari a Roma, per rivendicare lavoro e sviluppo per il Sulcis Iglesiente. Mentre a Cagliari il Comitato per la mobilitazione popolare generale del Sulcis Iglesiente, promosso fra gli altri soggetti dalla Cisl, manifesta davanti al Palazzo della Regione, circa duecento lavoratori ex Alcoa sono a Roma, in Piazza Montecitorio, dove alle 14.30 è in programma un incontro con il sottosegretario Claudio De Vincenti, presenti la Giunta regionale e le organizzazioni sindacali nazionali, regionali e territoriali, per una verifica delle condizioni al centro del confronto con la Glencore, la multinazionale svizzera dichiaratasi disponibile a rilevare gli impianti e a rilanciare la produzione di alluminio, a condizione che le venga assicurata la fornitura di tariffe elettriche agevolate in linea con la media europea.

La richiesta di Glencore, lo ricordiamo, è proiettata verso il medio e lungo periodo, almeno dieci anni, ma la commissione europea pare intenzionata a concedere solo la certezza di un biennio. I lavoratori e le loro organizzazioni sindacali spingono sul Governo perché si adoperi con autorevolezza nei confronti della commissione europea per andare incontro alle esigenze di Glencore, ma come è già emerso nelle scorse settimane, la partita resta difficile, dagli esiti al momento per niente scontati.

I lavoratori sono partiti dal presidio di Portovesme, attivo ormai da quasi due anni, e paiono più determinati che mai a raggiungere l’obiettivo finale: il ritorno al lavoro.

Più tardi il servizio completo.

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Non c’è solo la multinazionale svizzera Glencore, già proprietaria dello stabilimento Portovesme srl, interessata all’acquisizione dello stabilimento ex Alcoa. Nel corso della riunione svoltasi questo pomeriggio al ministero dello Sviluppo economico, infatti, è trapelato da fonti sindacali che un’altra società svizzera, la SiderAlloys di Lugano, impegnata nel ciclo di trasformazione dell’alluminio, avrebbe manifestato il proprio interesse.

Alla riunione, al ministero dello Sviluppo economico, hanno partecipato il ministro Federica Guidi; il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti; il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Federica Guidi ha annunciato che oggi è arrivata la lettera del commissario Ue alla concorrenza, Margrethe Vestager, che autorizza la super interrompibilità per le isole per un periodo di due anni rinnovabile per un terzo anno, a condizioni economiche molto vantaggiose, 170.000mw corrispondenti con ulteriori misure di efficientamento a 26,5Mw/h per la centrale di Portovesme.

«La proposta è stata illustrata a Glencore – ha commentato Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl – che ha apprezzato la riduzione del costo dell’energia ma ha ritenuto i 2 anni rinnovabili, insufficienti e si prenderà fino al 20 gennaio per una risposta definitiva. Alcoa in questo periodo si impegna a non procedere con ulteriori atti unilaterali. Nel frattempo si è presentato un altro investitore industriale, Sider Alloys che ha giudicato interessanti le condizioni di costo energetico proposte e che sarebbe disponibile ad un investimento per aggiuntivo accanto allo smelter per la trasformazione dell’alluminio. Questo Gruppo si è impegnato ad inviare un’eventuale formale manifestazione di interesse entro venerdì. Per noi è il momento di chiudere positivamente questa vertenza. È il momento di giocare a carte scoperte e valutare le volontà reali di acquisizione e ripartenza dello smelter. I lavoratori passeranno l’ennesimo Natale con la fabbrica chiusa. Entro gennaio serve questa chiarezza perché ogni settimana diminuisce la copertura degli ammortizzatori sociali per i lavoratori dell’indotto e alla fine del 2016 riguarderà anche i diretti, quadro che sta da troppo tempo mettendo in ginocchio il Sulcis. Il sottosegretario De Vincenti – ha concluso Marco Bentivogli – ha dato disponibilità ad un incontro nel mese di gennaio per verificare con il Ministero del lavoro le problematiche relative alla copertura degli ammortizzatori sociali.»

Allegate le fotografie di Romeo Ghilleri.

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Il Governo si è impegnato ieri ad ottenere entro la fine dell’anno dalla Commissione Ue l’autorizzazione alla nuova misura di superinterrompibilità per la Sardegna e la Sicilia.

La comunicazione è arrivata in occasione della riunione svoltasi al ministero dello Sviluppo economico, presieduta dal ministro Federica Guidi alla quale hanno partecipato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru, rappresentanti di Confindustria Sardegna, Cgil, Cisl, Uil e Ugl.

Il ministro Guidi ha detto di essere in costante contatto con la commissaria Ue alla Concorrenza Margrethe Vestager per seguire da vicino il dossier che riguarda la fornitura di energia alle imprese delle due isole in base alle regole della superinterrompibilità in modo da eliminare il rischio di aiuti di Stato. Anche le riunioni a livello tecnico si svolgono con cadenza settimanale.

Su questa materia il Governo riferirà entro la metà del mese di dicembre sull’esito conclusivo del confronto in sede europea. Le parti saranno riconvocate prima di Natale al ministero dello Sviluppo economico.

Durante la riunione è stata esaminata anche la questione dell’essenzialità per gli impianti che producono energia elettrica in Sardegna. A questo riguardo, il ministro Guidi ha confermato il proprio impegno per ricercare soluzioni che ad un tempo garantiscano il sistema elettrico regionale e l’ occupazione degli impianti interessati.

Sono 18 le aziende beneficiarie della super interrompibilità e 3 le centrali elettriche beneficiarie della essenzialità, più l’indotto diretto e collaterale. «Si tratta del solo strumento che, allo stato delle cose, può accompagnarci nella transizione verso il metano. È funzionale alla ripresa economica della nostra Isola e risponde a precise esigenze di sicurezza ed equilibrio del sistema elettrico regionale, in presenza degli impegni che Governo e Regione hanno messo in campo per il rilancio del settore industriale – ha dichiarato il Presidente della Regione. In più non possiamo permetterci ulteriori rischi sul piano dei livelli occupazionali. Chiediamo una proroga del regime di essenzialità per un tempo che serva ad attivare gli investimenti sull’efficientamento delle centrali e sulle imprese a valle.»

Preoccupazione è stata manifestata dall’assessore Piras sulla capacità, da parte delle centrali, di mantenere gli attuali livelli occupativi in assenza di tale proroga. «Stiamo lavorando a pieno regime sul piano per cambiare il nostro assetto energetico – ha detto Maria Grazia Piras -. Non possiamo pensare che il nostro sforzo sia limitato da questo vincolo sull’essenzialità”.

«Puntiamo tutti allo stesso obiettivo e da parte nostra sosteniamo il lavoro che si sta portando avanti per raggiungere le condizioni che maggiormente si avvicinano a quelle richieste dalle imprese» ha detto Francesco Pigliaru in chiusura di riunione, confermando l’intenzione «di continuare a esercitare nelle prossime ore un forte pressing sulle istituzioni comunitarie che hanno in mano i dossier su cui si fondano il mantenimento e lo sviluppo del tessuto industriale in condizioni di insularità. Lo faremo insieme al Governo – ha dichiarato il presidente della Regione – con il sostegno e il senso di responsabilità finora sempre mostrato da imprese, sindacati e associazioni di categoria nella gestione delle vertenze industriali sarde legate al tema dell’energia. Ancora oggi l’Unione Europea mostra di avere poca conoscenza sul tema dell’insularità. Ma noi siamo convinti che questa sia l’essenza di una battaglia politica sacrosanta – ha concluso – che vogliamo portare a tutti i livelli e che si fonda su solide ragioni tecniche, sociali e politiche».

Il prossimo incontro al Mise per un nuovo aggiornamento è già fissato per la settimana che precede le feste di Natale.​

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13/11/2012 – 13/11/2015: tre anni fa la Grande Miniera di Serbariu è stato teatro di una delle giornate che hanno segnato la storia recente del Sulcis Iglesiente, conclusasi con la firma del Piano Sulcis, alla presenza dei ministro Corrado Passera e Fabrizio Barca, del sottosegretario Claudio De Vincenti, del presidente della Giunta regionale Ugo Cappellacci e del presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo. Molti hanno sperato che quel giorno potesse segnare il punto di svolta per il rilancio socio-economico del territorio ma oggi, a distanza di tre anni, si può dire che quelle speranze sono andate per lo più deluse e di essere quantomeno in presenza di un allungamento dei tempi che preoccupa non poco per una situazione che è andata via via aggravandosi sempre più.

L’unico vero atto concreto maturato in questi tre anni è stato il decollo della fiscalità di vantaggio per le micro e piccole imprese. Lo stato delle cose è sotto gli occhi di tutti, aggravato nelle ultime ore dall’annuncio dell’amministratore delegato Carlo Lolliri del rischio di chiusura della Portovesme srl.

Per capire ciò che era stato programmato quel 13 novembre di tre anni fa e quindi ciò che è stato fatto e ciò che invece c’è ancora da fare, riproponiamo l’articolo pubblicato nel n° 252 del periodico cartaceo “La Provincia del Sulcis Iglesiente” del 30 novembre 2015, che racchiudeva gli impegni assunti da Governo e Regione con la sottoscrizione del Piano Sulcis.

«Il 13 novembre 2012 è una data destinata a segnare una tappa importante nella storia del territorio del Sulcis Iglesiente. Scelta per ospitare la visita di due ministri, Corrado Passera (Sviluppo economico) e Fabrizio Barca (Coesione territoriale) e di un sottosegretario, Claudio De Vincenti (Sviluppo economico), giunti per affrontare con tutte le altre rappresentanze istituzionali e sociali, dalla Giunta regionale ai 23 comuni della provincia di Carbonia Iglesias, oltre che con organizzazioni sindacali e associazioni delle diverse categorie, è stata vissuta in un clima di grandissima tensione per le manifestazioni di protesta di diverse centinaia di lavoratori di cui scriviamo nella pagina seguente e si è conclusa con un atto concreto: il protocollo d’intesa per la definizione di obiettivi e condizioni generali di sviluppo e l’attuazione dei relativi programmi nel “Sulcis Iglesiente”. Nel corso della giornata, la delegazione governativa ha preso in esame, con gli esponenti delle istituzioni regionale, provinciale e locale, e con le organizzazioni sindacali e imprenditoriali, le principali problematiche industriali e occupazionali, tra le quali quelle di Alcoa, Eurallumina, Portovesme e Carbosulcis, e le prospettive di sviluppo del territorio.

Le linee-guida del “Piano Sulcis” si sviluppano nel seguente quadro di riferimento (passaggi integrali):

a) salvaguardia del tessuto produttivo attraverso iniziative industrialmente sostenibili con particolare riferimento al settore della metallurgia non ferrosa, in un’ottica di efficientamento energetico, ecologico ed economico. Nell’ambito della strategia energetica nazionale, si procederà al contenimento dei costi per le imprese energivore – secondo quanto disposto dalla normativa europea – in modo da assicurare condizioni di competitività anche per le attività collocate nel Sulcis Iglesiente;

b) realizzazione in un Centro di eccellenza “carbone pulito” nel quadro di un polo tecnologico di ricerca e produzione di energia ecocompatibile all’interno del quale verrà avviata anche una sperimentazione sul CCS (progetto integrato minieracentrale-cattura-stoccaggio Co2);

c) realizzazione delle infrastrutture indispensabili a creare le condizioni per la realizzazione di nuove iniziative settoriali e imprenditoriali;

d) individuazione di nuove prospettive di sviluppo con particolare attenzione alle seguenti macro aree:

• filiera dell’energia pulita e dell’agro-energia eco-compatibile: produzione di apparati, di combustibili, di impianti generatori e connesse attività di ricerca applicata, innovazione e alta formazione. In questo ambito si esprime l’impegno condiviso a favorire nel Sulcis Iglesiente lo sviluppo di una filiera innovativa per lo stoccaggio e la distribuzione di gas naturale, anche in relazione al futuro raggiungimento del territorio sardo da parte del gasdotto Galsi;

• filiera del risanamento ambientale: depurazione del territorio, recupero e trasformazione dei rifiuti, produzione di apparati tecnici e scientifici;

• filiera agro-alimentare peculiare del territorio;

• filiera del turismo con particolare valorizzazione di quello generato da attività nautiche (ospitalità di persone e mezzi, supporti sia tecnici che commerciali) e dalla peculiarità storica e ambientale del territorio (a partire da quella mineraria). In questo ambito Governo, Regione ed Enti locali sono impegnati a dare operatività (sulla base dell’intesa con Regione ed Enti locali soci) alle misure necessarie a dare piena operatività in tempi stretti al Parco Geominerario.

Nella fase di elaborazione dei progetti operativi, queste indicazioni saranno necessariamente intrecciate con le indicazioni nel frattempo espresse dalle istituzioni locali e dalle associazioni operanti nel territorio;

e) definizione di adeguati piani di formazione e riqualificazione professionale con l’obiettivo fondamentale di realizzare collegamenti funzionali ed operativi con i migliori centri di eccellenza (dando priorità a quelli già esistenti nella Regione) per ognuna delle filiere innovative individuate.

f) sviluppo dei centri di ricerca già esistenti sul territorio e realizzazione di un nuovo polo specializzato nelle tecnologie del risanamento ambientale dei suoli e delle acque;

g) definizione di una adeguata governance per la realizzazione, fin dalla fase di progettazione, delle complesse iniziative di cui si compone un piano di sviluppo territoriale.

Entro 60 giorni sarà sottoscritta tra tutti gli Enti interessati una specifica intesa attuativa, in particolare per le questioni di natura autorizzativa. La dotazione finanziaria complessiva del Piano è di circa 451 milioni di euro, così distribuiti. Infrastrutture.

La Regione Sardegna ha già deliberato la realizzazione dei seguenti interventi aventi carattere infrastrutturale:

a) infrastrutturazione energetica dell’area industriale di Portovesme, per un importo pari a 20 milioni di euro;

b) centro di eccellenza energia pulita, per un importo di 8,356 milioni di euro;

c) sistema approdi minerari, per un importo pari a 5,6 milioni di euro;

d) porti di Calasetta e Portoscuso, per un importo di 1,4 milioni di euro;

e) porto di Carloforte, per un importo pari a 2,5 milioni di euro;

f) collegamento idrico Tirso Flumendosa-Sulcis Iglesiente, per un importo di 50 milioni di euro;

g) impianto di depurazione di Sant’Antioco, per un importo pari a 6,6 milioni di euro;

h) collettori fognari di Iglesias, per un importo di 1,2 milioni di euro; per un totale di 95,656 milioni di euro.

I seguenti interventi di natura infrastrutturale, ritenuti invarianti, troveranno copertura sulle risorse programmaticamente disposte dalle delibera CIPE 93/2012 a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione 2007/2013.

Interventi invarianti da individuare:

i) portualità di Portovesme, per un importo di 7 milioni di euro;

j) area franca di Portovesme, per un importo di 1 milione di euro;

k) allargamento della SS 195 nel tratto Carbonia-San Giovanni Suergiu-Giba per un importo di 30 milioni di euro; per un totale di 38 milioni di euro.

Interventi in istruttoria, da valutare congiuntamente alla Regione Sardegna, ai fini della loro eventuale invarianza:

l) sistema portuale turistico Sulcis Iglesiente;

m) porto di Sant’Antioco; per un totale fino a 34 milioni di euro.

Ambiente e bonifiche. Gli impegni già assunti con apposite intese in materia di bonifiche ambientali e di risanamento dei suoli occupati, sottoscritte dalle maggiori imprese operanti nel Sulcis (Alcoa spa, Eurallumina spa, Portovesme srl, ecc.) con le autorità regionali e nazionali competenti, nonché con le organizzazioni sindacali interessate, costituiscono parte integrante del protocollo d’intesa. Ad esse si farà riferimento in sede di attuazione dei piani di intervento in materia ambientale già deliberati o da deliberare.

La Regione Sardegna ha già deliberato il 31 luglio scorso la realizzazione dei seguenti interventi aventi carattere infrastrutturale:

a) bonifiche aree minerarie, per un importo di 53,84 milioni di euro;

b) sito di raccolta valle San Giorgio, per un importo di 27,382 milioni di euro;

c) bonifica ex Sardamag – Sant’Antioco, per un importo di 1 milione di euro.

d) riduzione inquinamento valle rio San Giorgio, per un importo di 31,71 milioni di euro;

e) macro area Montevecchio Levante progetto stralcio sito di raccolta, per un importo di 23,5 milioni di euro;

f) macro area Montevecchio Ponente progetto stralcio sito di raccolta, per un importo di 40,236 milioni di euro; per un totale di 177,668 milioni di euro.

Interventi a sostegno delle filiere produttive.

Per il sostegno alle filiere produttive, la Regione Sardegna gha già deliberato il 31 luglio scorso la realizzazione di interventi per la valorizzazione delle filiere agroalimentari per un importo pari a 10 milioni di euro. Per il finanziamento di investimenti produttivi nell’area del Sulcis, si aggiunge il rifinanziamento dei contratti di sviluppo per 90 milioni di euro a valere vuoi in via straordinaria sulle risorse liberare dal PON SILL 2000/2006 per effetto del decreto del ministro dello Sviluppo economico del 28 settembre 2012, vuoi sull’eventuale ridestinazione in sede normativa, che il Governo auspica, delle risorse versate dalle imprese condannate dalla Commissione Europea per l’indebita fruizione di agevolazioni sulle tariffe elettriche per la quota riferita alle imprese ubicate nell’area del Sulcis. Le risorse assegnate alla Call for Proposal affidata all’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa (Invitalia) per raccogliere idee di sviluppo per il Sulcis, provenienti da contesti anche internazionali, vanno da un minimo di 55,7 milioni di euro ad un massimo di 89,7 milioni di euro. I tempi di attuazione del Piano saranno definiti da un crono-programma predisposto congiuntamente da Governo e Regione. Il protocollo prevede che venga assicurata continuità agli strumenti di tutela ed integrazione al reddito già in essere o in corso di implementazione, e azioni innovative o sperimentali da definire anche con il concorso delle parti sociali e in coerenza con le normative europee vigenti. La tutela del reddito interesserà l’insieme dei lavoratori occupati presso aziende appartenenti ai diversi settori industriali coinvolti nella crisi e l’utilizzo degli ammortizzatori sociali dovrà essere coerente con i tempi di implementazione ed attuazione delle iniziative previste nel Piano Sulcis del protocollo d’intesa. In accordo con le parti sociali verranno esaminati progetti di formazione, riqualificazione professionale e avviamento al lavoro.

La gestione dei complessi sistemi di formazione, riqualificazione e avviamento al lavoro, richiede competenze adeguate, rigore gestionale e reale potere decisionale e, a tal fine, verrà istituita, a carattere sperimentale, una “cabina di regia” affidata a persona con caratteristiche adeguate e capacità manageriale superiore individuate e selezionata di come accordo tra Governo e Regione, sulla base di severi criteri selettivi.

Giampaolo Cirronis

giampaolo.cirronis1@tin.it

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Crescono, in Sardegna, le preoccupazioni per il futuro del sistema elettrico, dopo il mancato inserimento da parte di Terna delle centrale del Sulcis, di Ottana e Porto Torres, nell’elenco degli impianti di produzione di energia ritenuti essenziali.

Il governatore, Francesco Pigliaru, ieri ha chiesto un incontro urgente sul tema della sicurezza degli approvvigionamenti elettrici e dell’efficienza della rete assieme all’Autorità per l’Energia ed il Gas, al sottosegretario della presidenza del Consiglio dei ministri, Claudio De Vincenti, e alla ministra dello Sviluppo economico, Federica Guidi.

Francesco Pigliaru sottolinea ai rappresentanti dell’esecutivo nazionale la trasformazione in corso del sistema energetico-elettrico sardo, alla luce degli obiettivi che Regione e Governo si sono dati in tema di metanizzazione e di rilancio di comparti strategici fortemente energivori. Il solo riavvio dello smelter ex Alcoa, ad esempio, rappresenterebbe un incremento dei consumi sardi di energia elettrica di circa il 30%, sostiene Pigliaru, evidenziando che il «mancato riconoscimento dell’essenzialità, nelle more dell’arrivo del metano, comporterebbe la chiusura certa delle centrali elettriche operanti nei tre principali poli industriali della Sardegna, con gli impatti intuibili in materia di utilities e di sostenibilità delle altre imprese insediate… Inoltre, la condizione di insularità della Regione Sardegna e la sua dimensione territoriale rendono la situazione ancora più critica, vincolando la sicurezza del sistema energetico elettrico sardo all’esercizio del cavo Sapei in importazione, che comporta il fortissimo rischio di black out in tutto il territorio della regione in caso di problemi di funzionamento».

Disconoscere l’attuale regime di essenzialità – secondo il governatore della Sardegna – aggraverebbe ulteriormente il gap infrastrutturale determinato dalla condizione di insularità e dalla mancanza di approvvigionamento del metano, con riduzione della competitività e dell’attrattività del sistema Sardegna, e costituirebbe un ostacolo al processo di pianificazione energetica in atto nella regione. Francesco Pigliaru chiede che al più presto vengano individuate «le modalità necessarie ad evitare l’immediata chiusura di fondamentali insediamenti per l’economia isolana, in un contesto in cui già incidono in modo pesantissimo il disimpegno di Eni dagli investimenti già programmati nel Nord Sardegna, le difficoltà legate all’applicazione del servizio di super-interrompibilità alle imprese sarde e le complicate condizioni di rilancio delle produzioni nella Sardegna centrale».

Centrale Grazia Deledda Enel 85 copia

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I lavoratori ex Alcoa stamane hanno ripreso la mobilitazione, recandosi in viale Trento, a Cagliari, per manifestare la loro rabbia per i tempi infiniti della vertenza che dovrebbe portare alla cessione dello stabilimento alla multinazionale svizzera Glencore. Una folta delegazione ha manifestato davanti al Palazzo della Regione mentre era in corso l’incontro tra il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, e i rappresentanti sindacali. Al fianco dei lavoratori, un Matteo Renzi in cartone. La protesta è stata interrotta solo dopo che è arrivata l’assicurazione del Presidente sulla convocazione di un incontro con il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi ed il sottosegretario della presidenza del Consiglio dei ministri, Claudio De Vincenti, il rappresentante del Governo che meglio conosce la vertenza e più in generale tutte le emergenze presenti nel polo industriale di Portovesme. La data dell’incontro verrà fissata mercoledì 11 novembre.

I lavoratori chiedono che vengano date le risposte alle richieste avanzate dalla multinazionale Glencore per l’acquisizione dello stabilimento, ovvero la garanzia delle condizioni economiche di fornitura dell’energia, la possibilità di sostenere con risorse pubbliche gli investimenti necessari ed il miglioramento delle condizioni di contesto infrastrutturale.
L’Intesa conseguita fra Governo, RAS e Glencore, su questi punti, era e resta basata su soluzioni di mercato e sul rispetto delle regole della concorrenza dell’Unione europea. A distanza di un anno, concretamente, poco o niente si è mosso ed ora i lavoratori chiedono conto a Regione e Governo su quanto fatto e tempi celeri sulla definizione degli accordi.

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Il presidente Francesco Pigliaru ha firmato oggi a Palazzo Chigi, con il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, il coordinatore di #italiasicura della Presidenza del Consiglio dei Ministri Mauro Grassi e il capo della Protezione Civile Nazionale Fabrizio Curcio, l’Accordo di Programma che dà ufficialmente il via libera alla prima parte di stanziamenti statali dedicati agli interventi per mettere in sicurezza la città di Olbia, con uno stanziamento di 25 milioni di euro per iniziare subito i lavori di mitigazione del rischio idraulico.

Nel suo intervento al momento della firma, il presidente Pigliaru ha espresso il suo apprezzamento per la produttiva collaborazione instaurata fra Regione e Governo nell’affrontare tempestivamente l’emergenza della città gallurese. In particolare, Pigliaru ha voluto sottolineare il valore della flessibilità applicata davanti all’urgenza: i 16.300.000 euro stanziati dallo Stato, infatti, provengono dal Primo Stralcio del Piano contro le alluvioni nelle città metropolitane.

«È stato preso in considerazione un caso come quello di Olbia nonostante non faccia parte della struttura di città metropolitana, cui si fa principalmente riferimento in questo Piano – ha dichiarato il presidente della Regione – perché è stata riconosciuta l’importanza di intervenire con urgenza, e questo grazie al Governo e alla buona relazione che abbiamo avuto nel definire questo intervento. Quello di oggi è un segnale davvero molto concreto – ha aggiunto Pigliaru – di cui credo possiamo essere tutti orgogliosi, a dimostrazione che la buona collaborazione tra Stato e Regioni può creare opere fondamentali per il benessere e la sicurezza dei cittadini. Questi primi 16 milioni stanziati dallo Stato sono un intervento importantissimo per una città e una Regione che nelle ultime settimane hanno avuto tre allerte rosse.»

L’Accordo di programma riguarda la completa attuazione del 1° Lotto di interventi per complessivi 25.300.000 euro, di cui 9 milioni resi disponibili dalla Regione Sardegna nell’ambito del Piano Regionale Infrastrutture e 16.300.000 finanziati con il Primo Stralcio del Piano contro le alluvioni nelle città metropolitane (Delibera CIPE 32/15). Gli interventi riguarderanno le vasche di laminazione sui bacini dei rii Siligheddu e San Nicola, che consentiranno nell’immediato un abbattimento significativo delle portate di piena.

Altre risorse, pari a 64.900.000, sono state programmate su Olbia sempre all’interno del Piano nazionale contro le alluvioni nelle aree urbane e saranno rese disponibili nelle successive annualità nell’ambito del Piano Nazionale 2015-2020 contro il dissesto idrogeologico. Il fabbisogno complessivo di Olbia, stimato in 125,3 milioni di euro su 4 lotti, sarà coperto dunque con 81 milioni di provenienza statale (di cui oggi la prima tranche per il primo lotto) e da fondi regionali, di cui 32 milioni dal mutuo infrastrutture e il resto da altri finanziamenti.

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Continuità territoriale, trasporti su ferrovia per il collegamento tra aeroporti e costi energetici sono i temi del dossier insularità affrontati ieri sera, nel corso di un incontro svoltosi a Palazzo Chigi, tra il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti.
«Colloquio approfondito – si legge nella nota stampa diffusa dal Governo -, al centro del quale – in vista della stesura del cosiddetto Masterplan per il Mezzogiorno – c’è stato un esame preliminare delle priorità da affrontare per accompagnare l’isola nel percorso di rilancio produttivo e occupazionale, a cominciare dagli interventi sui problemi legati all’insularità.»
«L’incontro – al quale hanno preso parte anche il Capo del Dipartimento per le Politiche di Coesione Vincenzo Donato, Alberto Versace per l’Agenzia per la Coesione Territoriale, l’assessore della Programmazione della Regione Sardegna Raffaele Paci – si è concluso con l’impegno a stringere i tempi per la messa a punto definitiva del Patto.»

Claudio De VIncenti 10 copia