22 December, 2025
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In questo periodo di violente e belliche bestie trionfanti, vediamo distruzioni e umanizzazioni minerarie nel libro voluto da Gabriele Calvisi, un libro di foto emozionanti e stilisticamente accurate. Non dirò dei numerosi e importanti studi storici, filosofici, antropologici, semiologici sulla fotografia. Vorrei però, almeno richiamare l’attenzione sui ritratti di uomini e donne che hanno fatto l’esperienza umana della miniera di Funtana Raminosa e del paese di Gadoni.
1 Poetiche minerarie fotografiche dei ritratti
I ritratti presentano particolari unicità umane, senza offrire visioni totalizzanti e totalitarie. Le immagini dei ritratti si aprono agli sguardi altrui, inoltre possono essere interrogate e aperte per diventare qualcos’altro che è più della testimonianza del passato, nel contemporaneo presente. Si aprono e possono essere aperte, infatti, per diventare attualità. Si tratta di un’attualità che nel contemporaneo mette al mondo una storica esperienza mineraria fatta per diventare inesauribile esperienza in comune, culturalmente produttiva in nuovi modi. Produttiva nel presente per creare ancora futuro. Futuro che parte dalle storiche modernità industriali incompiute per compiere nuove imprese di modernità industriale da condividere democraticamente fra le persone e con la natura. D’angelo e Pijpers nel 2018 usarono l’espressione temporalità minerarie, mining temporalities, per sottolineare come le risorse estrattive possono essere capite in un complesso di multiple temporalità e durate, ritmi e cicli, con differenti velocità, intensità, ed estensioni. Discorsi e politiche del tempo minerario nella nostra contemporaneità in Sardegna riguardano una nuova temporalità mineraria, non solo di memoria ma specialmente di progetto, e di progetto vitale. La coralità e la multitemporalità dei ritratti delle persone che hanno fatto la loro parte nella storia mineraria, locale e non solo, sembrano indurre a nuovi impegni per nuovi tempi minerari.

Le minerarie poetiche fotografiche dei ritratti, parlando del passato e gettandolo nell’agire dell’agitato mondo presente, sembrano invitare all’agire. Facendo presenti le assenze, sembrano indurre a produrre nuove temporalità minerarie vitali e durevoli presentando molti strati di senso di semanticità. Nei ritratti le persone dicono l’impegno personale nel “metterci la faccia” facendosi fotografare. Palesano modi propri di farsi soggetti fotografici nella, della e sulla fotografia, mostrando modelli relazionali di cooperazione senza sottomissioni. Esprimono l’«aria culturale» individuale e accomunante di miniera incorporata, esponendo corpi che contengono la miniera.
Mostrano persone diventate protagoniste di sicurezze minerarie, indicando il loro sé esperto di risolti rischi minerari di lavoro e di vita, capace di produzioni vitali superando rischi mortali.
Esprimono abilità di farsi soggetti autonomi, anche in condizioni di dipendenza, attraverso propri processi culturali di soggettivazioni con un protagonismo vitale che emerge nell’esperienza e nella presenza fotografica. Rivelano autonomismi molecolari, per dirla con Gramsci, individuali e di gruppi locali, che parlano alla società e alle istituzioni. Dal punto di vista di chi fotografa e di chi guarda, la foto si apre e può essere aperta a partire dagli sguardi che si incrociano “faccia a faccia”, in parità. L’immagine è infatti aperta ma occorre aprirla ulteriormente, per scendere nella sua più profonda intimità. I ritratti minerari possono essere aperti guardando i vari rischi del presente in compagnia di quei corpi plasmati nei rischi, rischi governati incarnando varie esperienze securitarie per produrre innovative temporalità minerarie di futuro, sia nel piano della cultura economico-produttiva e sia in quello della cultura espressiva. Nuove ricerche minerarie, bonifiche produttive dei siti estrattivi dismessi, riusi post-estrattivi di miniere dismesse possono aprire nuove temporalità. Inoltre le foto possono uscire dal libro e diventare innovative esposizioni e installazioni artistiche partecipate dalle comunità.
2 Discorsi
Per seguire il percorso narrativo del testo, passiamo ai discorsi. Quello del geografo Matteo Cara mette in vista la congiunzione di mondi visibili e invisibili. In superficie, indica varie testimonianze, antropiche e naturali, che costituivano la ricchezza di un paesaggio e di un territorio non limitato a monocoltura. Nell’antropologia mineraria italiana il mondo rurale sardo si pone, nell’irrealizzata verticalizzazione industriale manifatturiera, in primo luogo come mancato interesse dell’imprenditoria mineraria verso l’integrazione dell’agricoltura, come già segnalava Quintino Sella nella sua Relazione del 1871. Storicamente, un’altra mancata integrazione fra industria e agricoltura accadde per esempio a partire dagli anni Cinquanta del Novecento, quando i progetti di uso chimico del carbone per i fertilizzanti azotati furono impediti dalla Montecatini la quale, di fatto, determinò la riduzione del carbone a esclusiva risorsa energetica combustibile.
I saggi sono tutti preziosi, ciascuno a suo modo. Quello di Tore Cherchi lo è in modo speciale. Egli offre un profilo storico-politico e storico-culturale delle vicende minerarie in arco di più di un secolo e mezzo. Inoltre, affronta il tema del colonialismo interno e poi dell’autonomia, distinguendo varie temporalità, secondo periodi e modi di relazioni fra istituzioni pubbliche e imprese economiche. Percorre la lunga storia mineraria della modernità industriale per arrivare alle vicende più vicine, in cui appariva chiaro che la metallurgia di base non assicurava lo sviluppo manifatturiero nell’Isola.
Egli soprattutto chiama in causa le responsabilità dello Stato, e delle sue articolazioni in Enti e Aziende, per una politica industriale di rango nazionale e internazionale. Riprendendo il tema del colonialismo interno, incrociato nel 2015 nell’introduzione al libro di Nicola Manca (Sollevatori di Pietre. I Sardi, le miniere, il colonialismo), egli affronta apertamente la questione del «tradimento» dello Stato verso le miniere, anche nel quadro dello smantellamento delle Partecipazioni Statali. Le privatizzazioni, oscurate anche da corruzioni, di fatto evocano l’acume politico di Enrico Berlinguer sulla questione morale.
Tore Cherchi pone non pochi interrogativi e offre informazioni importanti che riguardano l’antropologia politica e l’antropologia delle istituzioni. Nonostante i disastri del periodo 1980-1994, nel 2000 lo Stato Imprenditore registrava un saldo attivo di 81.300 miliardi di lire. Un attivo notevole, nota Tore Cherchi. Le sue annotazioni sul processo italiano delle privatizzazioni, sottolineano che le telecomunicazioni e le autostrade mostrano esiti contrari a quelli attesi. La parabola dell’industria automobilistica indica debolezze a lungo nascoste e ora palesate.
L’attribuzione di valore assoluto all’impresa privata merita nuove consapevolezze critiche che il discorso di Tore Cherchi dischiude e favorisce. Infatti, le scelte industriali avviate con le privatizzazioni e rivolte all’insediamento delle multinazionali nel Polo industriale di Portovesme, svelano le logiche del neoliberismo, disinteressato alla valorizzazione dei territori e delle comunità locali. I “poli industriali” rimangono poli, senza espansioni produttive. Diventano, inoltre, poli di precarietà. Alcoa, Glencore, Rusal sono esperienze tristemente note e dolorosissime ferite ancora aperte. D’altro canto i passi indietro del Parco Geominerario che ha perso perfino il logo dell’Unesco, i decenni di bonifiche minerarie non fatte, le risorse finanziarie del Piano Sulcis non impegnate localmente e tornate allo Stato, mettono a nudo intollerabili debolezze democratiche, locali e regionali. Responsabilità di istituzioni pubbliche nazionali e locali si congiungono nel discorso di Tore Cherchi.
Il discorso di Andreano Madeddu affianca quello di Tore Cherchi. Indica la temporalità della fine della miniera di Funtana Raminosa nel 1986. Rievoca la riunione al ministero delle Partecipazioni Statali, a Roma, in cui l’Eni si apprestava a separare il settore minerario da quello metallurgico, scindendo la Samim in due nuove società: la Sim, Società Miniere Italiane, e la Nuova Samin per la metallurgia. Ricorda che pose domande, considerando che la tedesca Metallgesellchaft, leader mondiale della metallurgia dei non ferrosi, integrava invece i due settori.
Fu richiesta fiducia nell’Eni, in quanto società pubblica, per firmare l’accordo. Tuttavia, egli non firmò pur restando solo e si dichiara orgoglio di non aver sottoscritto quel documento che segnò la fine dell’esperienza mineraria della Sardegna. Egli richiama, insieme alle battaglie sindacali, indimenticabili emozioni legate a vicende tragiche della miniera. Torna indietro al 1983, alla morte di Bruno Locci, stimato sorvegliante, per il distacco di un blocco di roccia dalla corona della galleria. Ricorda date e orari dell’arresto di Antonio Ghigino, direttore della miniera, di Sandro Aru caposervizio principale, e di Gabriele Calvisi, responsabile dell’ufficio studi, accusati di quel decesso e scarcerati dopo una settimana. Prosciolti poi dall’accusa e archiviato il fascicolo, rimase un’indimenticabile ingiustizia da loro subita. Con rara e profonda sensibilità umana e sindacale, egli riferisce della crisi nelle relazioni fra tanti lavoratori e tecnici della miniera, indicati come sfruttatori privi di coscienza. Afferma come lesse in quei comportamenti la rottura di solidarietà unitarie che avevano sempre legato le persone in miniera. Continua spiegando che non esiste contrasto tra chi, da posizioni diverse, deve condividere i drammi del lavoro e gli eventi che privano della vita di amici e colleghi. Afferma che chi prova la perenne amarezza della morte sa che non esistono gerarchie del dolore. Infine. ricordando la morte di un amico fraterno a Montevecchio, chiarisce come la morte di un altro è anche la morte di un pezzo di sé nei rischi e nelle solidarietà della «terra di sotto». Egli offre a questo punto, da protagonista, un prezioso frammento delle concezioni, delle visioni, delle forme di vita che caratterizzano le esperienze umane studiate e documentate nell’antropologia mineraria.
Nel libro appare qualche elemento di crisi locale da non sottovalutare. Gli anni Ottanta del Novecento erano gli anni in cui si affermava il neoliberismo, globalmente e localmente. Erano gli anni del maggior fermento e della maggiore crisi a Funtana Raminosa. Tale fermento appare nelle tranches de vie, nei brani di vita scritti dai tecnici con sorprendente pathos. Giambattista Novella geologo, Sandro Putzolu, ingegnere minerario e direttore di miniera, Gabriele Calvisi responsabile dell’ufficio studi, offrono discorsi di alto e di raro impegno tecno-scientifico e democratico per assicurare vitalità produttiva alla miniera e al territorio, alle persone e alla comunità mineraria.
La tragedia di Funtana Raminosa del 1983 interruppe un’esperienza fortemente tesa all’innovazione produttiva. Gabriele Calvisi dice qualcosa e forse non dice tutto sul suo «dolore oscuro mai dimenticato», sul lavoro da lui svolto a Funtana Raminosa per migliorare la qualità del minerale e della miniera, finito con il suo trasferimento e poi con la chiusura dell’attività estrattiva.
La profonda intimità culturale del suo «dolore oscuro mai dimenticato» merita un rispettoso silenzio. Gabriele spera nella riapertura della Facoltà di ingegneria mineraria. I suoi ricordi innamorati della miniera e del paese, lo fanno sentire «smarrito» nella percezione di un futuro negato, di un danno mai risarcito, di una comunità impoverita.
Le sue aspirazioni a una modernità industriale ancora da compiersi rispetto a quella storica incompiuta, si associano alle storiche aspirazioni democratiche documentate nel libro, diventando nutrimento culturale per la visione e la produzione di un futuro democraticamente condiviso fra persone e con la natura. Sono aspirazioni democratiche forti che emergono, nonostante pesanti sconfitte, non solo a Gadoni ma in tante comunità minerarie non più estrattive. Sono aspirazioni democratiche alte che si sollevano eloquenti, a gran voce, nelle comunità minerarie quando queste ultime paiono ridotte e costrette nei ristretti limiti d’azione delle violenze, anche mortali, inflitte o da infliggere nei conflitti bellici. Si elevano palesando una straordinaria resistenza democratica. Ciò accade onorevolmente per esempio a Iglesias e non solo, specie per la fabbrica di armi RWM a Domusnovas. Se n’è parlato anche di recente in un programma televisivo nazionale come un “ricatto di povertà”, senza possibile libertà d’azione, oltre l’emigrazione.
3 Autonomie personali e autonomie istituzionali
Le istituzioni autonomistiche in realtà non raccolgono e non rispettano sufficientemente, a mio avviso, le istanze di autonomia individuali e collettive che provengono dal basso, istanze fortemente espresse ancora in tanti centri minerari. Sul piano storico-culturale emergono forti soggettivazioni individuali e collettive, realizzate perfino in condizioni di sottomissioni violente con varie morti storiche. Tuttavia, vediamo che tali processi di produzione di persone autonome, che chiamo soggettivazioni, processi che possono avvenire in condizioni di dipendenza e perfino di assoggettamento, non sono stati e non sono raccolti adeguatamente dalle istituzioni autonomistiche, a vari livelli, per realizzare ed esprimere un forte, rinnovato e innovativo autonomismo istituzionale. Un autonomismo federalista e federativo in cui l’economico sia pensato e praticato in quanto valore vitale e il vitale in quanto valore economico, come accade in parte in alcune bonifiche che restituiscono spazi ad usi pubblici e specialmente nell’avvio di una produttiva economia verde avanzata e di una produttiva economia etica liberamente sostenuta nel mercato finanziario che, sia pure con difficoltà, tentano di affermarsi globalmente.
Questo libro induce a pensare, mentre lo si legge, a un innovativo autonomismo a partire dai sindaci dei Comuni minerari capaci di “agire di concerto” non occasionalmente ma programmaticamente, ovvero in modi non individualmente leaderistici ma esplicitamente connessi in ampi progetti territoriali per la sanità e per l’istruzione, per il lavoro e per l’ambiente.
Progetti interlocali e territoriali, perseguiti in articolazione con gli autonomismi molecolari, per dirla ancora con Gramsci, che in generale le istituzioni locali e regionali non raccolgono e non esprimono, qualitativamente e adeguatamente, in ciò che pensano e in ciò che fanno. Per esempio, non è generalmente richiamata, come matrice non solo culturale ma anche politico-istituzionale per un futuro durevole, la valorosa realizzazione dei saper fare minerari vitali, che in miniera univa le grandi opere infrastrutturali di ingegneri e tecnici e operai, dalle grandi armature all’aerazione, dall’eduzione delle acque al governo dei rischi quotidiani.
Le esperienze securitarie di lavoro e di vita mineraria costituiscono una storia di altissimo profilo culturale democratico che parla ai rischi del presente. La grande storia culturale dei saper fare minerari vitali non trova adeguato rispetto e riconoscimento. Ciò accade, per esempio, quando le istituzioni rispondono alle domande di rilancio produttivo dei territori post-estrattivi con le scelte sia di soli lavori limitati al riciclo di batterie esauste, sia di armi di guerra vendute a Stati in guerra.
I siti di rifiuti industriali e quelli di produzioni di armi suscitano diffusa e giusta indignazione. Si tratta di soluzioni sperimentate da alcuni decenni nella globalizzazione dell’America de-industrializzata con i “modelli” complementari dei siti di spazzatura industriale, noti come industrial waste sites, e con la complementare militarizzazione industriale. Sono soluzioni in parte limitate e in parte ingannevoli, ben documentate nel suo ultimo libro del 2007 da June Nash che studiò a lungo le esperienze minerarie e industriali, sia in America Latina e sia negli Stati Uniti.
Credo sia utile essere propositivi, piuttosto che aridamente critici. Incoraggio pertanto a realizzare una svolta concertativa dei Comuni minerari, ben programmata e cadenzata da incontri dei sindaci di tali Comuni con le popolazioni, e unitariamente fra di loro, per armonizzare innovative e caratterizzanti prospettive dei territori minerari, da assumere unitariamente nelle province e regionalmente. Confido fortemente che l’attuale assessore all’industria voglia in futuro cogliere e sostenere culturalmente e politicamente, a veri livelli istituzionali, l’innovativa portata autonomistica delle esperienze minerarie sia storiche, sia di inedite e innovative concertazioni programmatiche unitarie, che i sindaci dei Comuni minerari vorranno esporre di concerto e unitariamente.
Intanto, come sappiamo, nuove ricerche minerarie, bonifiche produttive dei siti estrattivi dismessi, riusi post-estrattivi di miniere dismesse, possono aprire nuove temporalità minerarie.
Vecchi sguardi possono unirsi a nuove visioni, vecchi utilizzi possono congiungersi a innovative  progettazioni di riconversione d’uso scientifico delle miniere, come avviene con il Progetto Aria per studi della materia oscura e altro a Nuraxi Figus in Gonnesa di cui ha scritto Cristiano Galbiati, con quello chiamato Digital Metalla per un Datacenter green a San Giovanni di Iglesias, e con quello dell’Einstein Telescope per studiare le onde gravitazionali a Sos Enattos in Lula. Aspirazioni di democrazia che caratterizzarono le storiche zone minerarie della Sardegna, si accostano a nuove aspirazioni di durevole lavoro industriale vitale per nuovi autonomismi personali e istituzionali che il libro corale voluto da Gabriele mantiene a mio avviso non erranti e smarrite, ma attive e vive.
Grazie, carissimo Gabriele. Grazie a tutti i protagonisti di quest’opera.

Paola Atzeni

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E’ iniziata oggi la quarta edizione della Fiera del Libro di Iglesias.

Una quattro giorni dedicata al libro e alla promozione della lettura, in cui alla parte fieristica – con un crescente numero di stand di editori e librai diffusi per tutto il centro storico di Iglesias, piazza Pichi e LaMarmora – si affiancheranno incontri, approfondimenti, mostre dedicate, dibattiti, tavole rotonde, che si succederanno per tutti e quattro i giorni dalle 9.00 della mattina alle 20.00 della sera, e saranno incentrati sul tema della Fiera che quest’anno è “Quid est Veritas?”: alla ricerca della verità nella comunicazione, nell’informazione e nella realtà storica.

Quest’anno sono 6 i comuni partner della Fiera: Iglesias, Gonnesa, Portoscuso, Santadi, Tratalias, Zeddiani; molte le associazioni di rilevanza nazionale, tra cui la FASI Federazione Associazioni Sarde in Italia, Circolo Sardo Sant’Efisio di Torino, Associazione LeNuvole Barcellona, Fidapa, Casa Emmaus e l’Associazione Elda Mazzocchi Scarzella, i Musei di Monte Arci e il Parc dei Cavallini della Giara, la Caserma Allievi “Trieste”, il Consorzio turistico per l’Iglesiente e l’Associazione Trevessu, presenti fin dalla prima edizione.

Tra gli ospiti: Gianluca Ales (SkyTG24), Daniele Aristarco (Autore Einaudi Ragazzi), Annarita Briganti (giornalista di Repubblica), Deborah Brizzi (Ispettore di Polizia di Milano e autrice), Riccardo Cavallero (direttore editoriale Società Editore Milanese SEM, già direttore editoriale di Mondadori International), Gianmichele Lisai (Autore, Editor NewtonCompton), Antonio Maccioni (Autore NewtonCompton), Piergiorgio Pulixi (Autore E/O).

Ospite di eccellenza, il professor Cristiano Galbiati, dottore di ricerca in Fisica all’Università di Milano, full professor presso il Physics Department della Princeton University e professore ordinario di Particle Astrophysics presso il Gran Sasso Science Institute (L’Aquila), protagonista nel tardo pomeriggio del 25 della lectio magistralis dal titolo “Gli Argonauti alla ricerca della materia oscura” sul progetto Darkside che tanto da vicino coinvolge il nostro territorio.

Domani, 23 aprile, giornata mondiale del Libro e del diritto d’autore, la seconda giornata della Fiera vedrà tra gli altri eventi, la tavola rotonda degli assessori alla Cultura dei Comuni partner, per fare il punto, a distanza di un anno, sullo stato della promozione della lettura e degli eventi culturali sul territorio. Il Coro di Iglesias di esibirà in modalità estemporanea per le vie della città.

Il giorno 24, la tavola rotonda “Quid est Veritas?”: una riflessione sulla comunicazione nell’epoca della disinformazione, con protagonisti di rilievo nazionale del mondo del giornalismo e dell’editoria: tra cui Gianluca Ales, Daniele Aristarco, Riccardo Cavallero.

Appuntamento anche con l’Archivio Storico di Iglesias, presso la Biblioteca Comunale, alla ricerca della verità tra documenti e antiche carte.

La serata si concluderà con “Il gatto con gli stivali”: favola sinfonica per voce narrante e orchestra, a Cura del Circolo Musicale Verdi di Iglesias, con la partecipazione della Banda Musicale Santa Cecilia di Villacidro.

Il giorno 25, oltre alle celebrazioni della Giornata della Liberazione, spazio alle scuole e all’esposizione dei progetti di Alternanza Scuola Lavoro degli Istituti cittadini e #ALTAVOCE: iniziativa che al termine di un percorso laboratoriale, consentirà a tutti coloro che vorranno, di leggere ad alta voce dal palco del Teatro Electra davanti a un vero pubblico.

Si terrà inoltre l’inaugurazione della mostra “Le madri della Repubblica” in collaborazione con l’Associazione FIDAPA.

L’area tematica Graphic Novel, con numerosi stand e workshop dedicati, diretta da Daniele Mocci, vedrà la partecipazione delle Chine Vaganti (storica associazione di San Gavino, presente alla Fiera fin dalla prima edizione) di Antonio Lucchi (sceneggiatore Sergio Bonelli), Emiliano Longobardi (titolare della libreria AZUNI di Sassari e sceneggiatore di graphic novel), Luca Usai (Illustratore per Walt Disney Italia e International), oltre a Don Alemanno, celebre e dissacrante blogger e autore di famose strisce a fumetti.

L’area tematica Letteratura Outdoor, curata da Stefano Vascotto, vedrà la partecipazione di sportivi ed esperti, con attenzione particolare allo sviluppo delle potenzialità turistiche dell’Outdoor per il territorio: tra tutti Roberto “Massiccione” Zanda, divenuto noto alle cronache per la straordinaria esperienza vissuta tra i ghiacci del Canada.

Uno spazio speciale sarà riservato quest’anno alla poesia nella “Casa dell’Anima” luogo di incontro, confronto, lettura e creazione estemporanea a cura di Gianluca Lindiri e Stefania Congiu.

Altra novità dell’anno: le “Tavole rotonde imbandite”: anche i momenti di convivialità diverranno occasione di dialogo e confronto sui temi della Fiera.

Crescono i gemellaggi con altri Festival Nazionali. “Ormeggi Festival” di Lamezia Terme, e “GialloGarda”, che insieme a ElbaBooks, nella persona dei rispettivi rappresentanti Ylenia Bagato e Marco Belli (direttore artistico) sigleranno con la Fiera del Libro di Iglesias la nascita della Rete PYM.

Per tutti i giorni della Fiera: laboratori e workshop gratuiti, per bambini e ragazzi, curati da professionisti di importanza nazionale. Appuntamenti particolari il 23 e il 24, tra cui “Letture per dire le cose da dire” con gli alunni della IA della Scuola di Via Roma e la maestra Enrica Ena, e laboratori di riciclo creativo con il gruppo Panda degli Scout Iglesias1.

Anche quest’anno, la naturale prosecuzione della Fiera del Libro di Iglesias sarà al Salone Internazionale del Libro di Torino, dove sarà Festival Partner del Superfestival, che riunisce in un unico luogo tutte le grandi manifestazioni culturali d’Italia.

La Fiera del Libro di Iglesias® è un progetto dell’Associazione ArgoNautilus, realizzato grazie al contributo della Regione Sardegna, del Comune di Iglesias, dei Comuni Partner e della Fondazione di Sardegna.

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Una quattro giorni dedicata al libro e alla promozione della lettura, in cui alla parte fieristica – con un crescente numero di stand di editori e librai diffusi per tutto il centro storico di Iglesias, piazza Pichi e LaMarmora – si affiancheranno incontri, approfondimenti, mostre dedicate, dibattiti, tavole rotonde, che si succederanno per tutti e quattro i giorni dalle 9.00 della mattina alle 20.00 della sera, e saranno incentrati sul tema della Fiera che quest’anno è “Quid est Veritas?”: alla ricerca della verità nella comunicazione, nell’informazione e nella realtà storica.

Quest’anno sono 6 i comuni partner della Fiera: Iglesias, Gonnesa, Portoscuso, Santadi, Tratalias, Zeddiani; molte le associazioni di rilevanza nazionale, tra cui la FASI Federazione Associazioni Sarde in Italia, Circolo Sardo Sant’Efisio di Torino, Associazione LeNuvole Barcellona, Fidapa, Casa Emmaus e l’Associazione Elda Mazzocchi Scarzella, i Musei di Monte Arci e il Parc dei Cavallini della Giara, la Caserma Allievi “Trieste”, il Consorzio turistico per l’Iglesiente e l’Associazione Trevessu, presenti fin dalla prima edizione.

Tra gli ospiti: Gianluca Ales (SkyTG24), Daniele Aristarco (Autore Einaudi Ragazzi), Annarita Briganti (giornalista di Repubblica), Deborah Brizzi (Ispettore di Polizia di Milano e autrice), Riccardo Cavallero (direttore editoriale Società Editore Milanese SEM, già direttore editoriale di Mondadori International), Gianmichele Lisai (Autore, Editor NewtonCompton), Antonio Maccioni (Autore NewtonCompton), Piergiorgio Pulixi (Autore E/O).

Ospite di eccellenza, il professor Cristiano Galbiati, dottore di ricerca in Fisica all’Università di Milano, full professor presso il Physics Department della Princeton University e professore ordinario di Particle Astrophysics presso il Gran Sasso Science Institute (L’Aquila), protagonista nel tardo pomeriggio del 25 della lectio magistralis dal titolo “Gli Argonauti alla ricerca della materia oscura” sul progetto Darkside che tanto da vicino coinvolge il nostro territorio.

Il 22 aprile, lunedì dell’Angelo e Giornata Mondiale della Terra, vedrà celebrazioni particolari con un incontro di Associazioni vicine ai temi dell’ecologia e della biodiversità, (tra cui i Giardini della Biodiversità e la Scuola Civica di Politica) accompagnati da reading, dall’inaugurazione di due Mostre: “Libri di Miniera” in collaborazione con l’Associazione Mineraria Sarda e dal Museo dell’Arte Mineraria, e “M’Arregordu” una toccante retrospettiva sul tema dell’emigrazione sarda verso Torino e il Piemonte, a cura di Matteo Mereu del Circolo Sardo Sant’Efisio di Torino, con la partecipazione del presidente Mario Sechi e dell’esecutivo FASI Renzo Caddeo.

Il giorno 23, giornata mondiale del Libro e del diritto d’autore, vedrà tra gli altri eventi, la tavola rotonda degli assessori alla Cultura dei Comuni partner, per fare il punto, a distanza di un anno, sullo stato della promozione della lettura e degli eventi culturali sul territorio. Il Coro di Iglesias di esibirà in modalità estemporanea per le vie della città.

Il giorno 24, la tavola rotonda “Quid est Veritas?”: una riflessione sulla comunicazione nell’epoca della disinformazione, con protagonisti di rilievo nazionale del mondo del giornalismo e dell’editoria: tra cui Gianluca Ales, Daniele Aristarco, Riccardo Cavallero.

Appuntamento anche con l’Archivio Storico di Iglesias, presso la Biblioteca Comunale, alla ricerca della verità tra documenti e antiche carte.

La serata si concluderà con “Il gatto con gli stivali”: favola sinfonica per voce narrante e orchestra, a Cura del Circolo Musicale Verdi di Iglesias, con la partecipazione della Banda Musicale Santa Cecilia di Villacidro.

Il giorno 25, oltre alle celebrazioni della Giornata della Liberazione, spazio alle scuole e all’esposizione dei progetti di Alternanza Scuola Lavoro degli Istituti cittadini e #ALTAVOCE: iniziativa che al termine di un percorso laboratoriale, consentirà a tutti coloro che vorranno, di leggere ad alta voce dal palco del Teatro Electra davanti a un vero pubblico.

Si terrà inoltre l’inaugurazione della mostra “Le madri della Repubblica” in collaborazione con l’Associazione FIDAPA.

L’area tematica Graphic Novel, con numerosi stand e workshop dedicati, diretta da Daniele Mocci, vedrà la partecipazione delle Chine Vaganti (storica associazione di San Gavino, presente alla Fiera fin dalla prima edizione) di Antonio Lucchi (sceneggiatore Sergio Bonelli), Emiliano Longobardi (titolare della libreria AZUNI di Sassari e sceneggiatore di graphic novel), Luca Usai (Illustratore per Walt Disney Italia e International), oltre a Don Alemanno, celebre e dissacrante blogger e autore di famose strisce a fumetti.

L’area tematica Letteratura Outdoor, curata da Stefano Vascotto, vedrà la partecipazione di sportivi ed esperti, con attenzione particolare allo sviluppo delle potenzialità turistiche dell’Outdoor per il territorio: tra tutti Roberto “Massiccione” Zanda, divenuto noto alle cronache per la straordinaria esperienza vissuta tra i ghiacci del Canada.

Uno spazio speciale sarà riservato quest’anno alla poesia nella “Casa dell’Anima” luogo di incontro, confronto, lettura e creazione estemporanea a cura di Gianluca Lindiri e Stefania Congiu.

Altra novità dell’anno: le “Tavole rotonde imbandite”: anche i momenti di convivialità diverranno occasione di dialogo e confronto sui temi della Fiera.

Crescono i gemellaggi con altri Festival Nazionali. “Ormeggi Festival” di Lamezia Terme, e “GialloGarda”, che insieme a ElbaBooks, nella persona dei rispettivi rappresentanti Ylenia Bagato e Marco Belli (direttore artistico) sigleranno con la Fiera del Libro di Iglesias la nascita della Rete PYM.

Per tutti i giorni della Fiera: laboratori e workshop gratuiti, per bambini e ragazzi, curati da professionisti di importanza nazionale. Appuntamenti particolari il 23 e il 24, tra cui “Letture per dire le cose da dire” con gli alunni della IA della Scuola di Via Roma e la maestra Enrica Ena, e laboratori di riciclo creativo con il gruppo Panda degli Scout Iglesias1.

Anche quest’anno, la naturale prosecuzione della Fiera del Libro di Iglesias sarà al Salone Internazionale del Libro di Torino, dove sarà Festival Partner del Superfestival, che riunisce in un unico luogo tutte le grandi manifestazioni culturali d’Italia.

La Fiera del Libro di Iglesias® è un progetto dell’Associazione ArgoNautilus, realizzato grazie al contributo della Regione Sardegna, del Comune di Iglesias, dei Comuni Partner e della Fondazione di Sardegna.

 

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E’ stato inaugurato questa mattina, a Nuraxi Figus, nella miniera di Monte Sinni, l’impianto sperimentale per la produzione dell’alga Spirulina.

La “scoperta dell’acqua calda” proietta la Sardegna in un mercato internazionale di eccellenza e altissima qualità nella produzione dell’alga Spirulina, il supercibo del futuro che promette a chi lo utilizza non solo più energia ma anche benefici per la salute e nel campo dei cosmetici. La scoperta è che, invece di buttarla via come è stato (necessariamente) fatto per anni, può essere utilizzata nel processo di produzione dell’alga Spirulina per ottenere un prodotto finale dalle qualità uniche e straordinarie. Il progetto, avviato e concluso nella prima fase sperimentale, è stato realizzato in collaborazione tra Università di Cagliari e Carbosulcis e finanziato dalla Regione attraverso l’assessorato della Programmazione con 140mila euro. Oggi l’inaugurazione ufficiale dell’impianto sperimentale con l’assessore della Programmazione Raffaele Paci, l’amministratore Unico della Carbosulcis Antonio Martini, il responsabile scientifico del Progetto Cristiano Galbiati, il prorettore per l’Innovazione dell’Università di Cagliari Maria Chiara Di Guardo.

Il fotobioreattore in vetro con scambiatore termico integrato, così si chiama tecnicamente l’alloggiamento dove cresce l’alga Spirulina, ha già dimostrato con successo la funzionalità primaria per la quale era stato concepito, cioè la possibilità di utilizzare il calore dell’acqua della miniera per permettere un ciclo di produzione 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno per la produzione di alghe azzurre in impianti  all’aperto, senza la copertura di serre. Proprio il freddo intenso delle prime settimane di gennaio ha permesso di sottoporre l’impianto ad uno stress test molto importante e significativo che è stato superato brillantemente tanto che l’impianto è stato brevettato. Grazie all’utilizzo dell’acqua calda e al successo del fotobioreattore, Carbosulcis sarà presto in grado di garantire un valore aggiunto importante a imprenditori che volessero cimentarsi con la riqualificazione dei suoi “brown fields” (siti inquinati all’interno dei quali è possibile fare attività di rigenerazione che portino maggiori benefici che le semplici bonifiche) per un ciclo di produzioni che “più verde di così non si può”.

Le attività di sperimentazione sono affiancate da un’analisi di mercato per verificare le potenzialità economiche dei prodotti derivati dalla Spirulina con lo scopo di creare opportunità di sviluppo per il territorio e nuovi posti di lavoro.

Il progetto prevede anche una nuova fase operativa progettuale denominata “Spirulina 2.0”, che ha come obiettivo quello di sperimentare un sistema di produzione più efficace dell’alga, in grado di garantire un’estensione temporale, maggiori quantitativi della produzione e un percorso di imprenditorialità, anche in collaborazione con diversi dipartimenti dell’Università. Per questa seconda fase la Regione prevede un ulteriore stanziamento di risorse, in modo da garantire la prosecuzione delle attività.

L’Amministratore unico della Carbosulcis, Antonio Martini, ha spiegato quelle che sono le prospettive in termini occupazionali.

«Se fino a qualche anno fa l’organico della Carbosulcis contava 430 dipendenti – ha detto Antonio Martini – oggi i dipendenti sono 160 e a breve, con l’attuazione della quota 100, questo numero scenderà ancora a 130, con 15 ingegneri, 2 geologi e 80 tra operai e impiegati tecnici diplomati. La prospettiva, tra questo e gli altri progetti in cantiere, è di occupare subito 20-25 persone, numero che potrà crescere fino a 30-40. Non sono sicuramente grandi numeri, ma ciò che importante e l’indotto che si potrà creare.»

«Il nostro obiettivo – ha rimarcato Maria Chiara Di Guardo – è creare una filiera, aiutare i giovani a creare nuove imprese. A tal fine abbiamo attivati corsi di laurea specifici. Puntiamo a creare un ecosistema, con sinergie tra il progetto Aria e il progetto Spirulina.»

       

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Venerdì 1° febbraio, alle 11.00, nella sala conferenze della Carbosulcis, a Nuraxi Figus, sarà presentato alla stampa il progetto di produzione dell’alga spirulina, che anche grazie alla sinergia con la miniera di Monte Sini, proietta la Sardegna fra i più innovativi ed efficienti produttori del superfood a livello europeo. Con l’assessore della Programmazione Raffaele Paci interverranno l’amministratore Unico della Carbosulcis, Antonio Martini, il responsabile scientifico del progetto Spirulina, Cristiano Galbiati, il prorettore per l’innovazione dell’Università di Cagliari, Maria Chiara Di Guardo. Seguirà una visita all’impianto sperimentale di produzione di spirulina.

   

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Nuovo passo in avanti del progetto Aria, nelle miniere della Carbosulcis, finanziato dalla Regione Sardegna con 2 milioni e 700mila euro per la produzione, tra l’altro, di isotopi del gas argon, richiesti in grande quantità perché essenziali per lo studio della materia oscura all’interno del programma nazionale Darkside.
Lo stato di avanzamento delle attività di riconversione degli impianti della società partecipata dalla Regione sono stati illustrati oggi nel corso di una visita agli impianti alla quale hanno partecipato la vice ambasciatrice degli U.S.A., Kelly Degnan, il vicepresidente della Regione Raffaele Paci, l’assessora dell’Industria Maria Grazia Piras, l’amministratore di Carbosulcis, Antonio Martini, il professor Cristiano Galbiati, dell’Università di Princeton e il professor Alberto Devoto, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, partner scientifici del progetto Aria. La visita si è svolta nel sito minerario e ha interessato in particolare l’area del pozzo Seruci, dove sarà installata una colonna di distillazione criogenica dell’altezza di 350 metri.
«Abbiamo mostrato alla vice ambasciatrice americana il nostro innovativo progetto per le miniere della Carbosulcis, con la collaborazione dell’Università di Princeton e dell’Istituto Nazionale di fisica nucleare, col pieno appoggio della Regione che sta garantendo un importante finanziamento – spiega Raffaele Paci -. È il nostro futuro puntare sull’innovazione e sulla tecnologia, utilizzare le nostre strutture minerarie, che sono un pezzo importante della storia del nostro passato, per guardare al futuro, passando dalla produzione di carbone alla valorizzazione di queste infrastrutture per fare ricerca e innovazione. Non c’è solo questo esempio, abbiamo anche la miniera di Sos Enattos a Lula che si è candidata per ospitare un laboratorio europeo per lo studio delle onde gravitazionali, e i progetti legati a Sotacarbo. Insomma – conclude Raffaele Paci – un insieme di vecchie tradizioni minerarie che guardano al futuro, alla nuova tecnologia e a nuova occupazione.» 
«Il nostro obiettivo è traghettare l’industria della Sardegna in un’altra era – afferma l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras -. Per farlo servono progetti coraggiosi e all’avanguardia. Qui a Nuraxi Figus stiamo portando avanti il piano di dismissione della miniera, così come previsto dal cronoprogramma che prevede la cessazione delle attività estrattive entro quest’anno. Stiamo mettendo le basi per costruire, anche attraverso i programmi di ricerca, opportunità di lavoro per i giovani, i quali stanno dimostrando di saper accettare le nuove sfide che il mondo propone. È compito della Regione accompagnarli in questo percorso con una adeguata formazione e preparazione.» 
Nel pomeriggio, a Villa Devoto, il presidente Francesco Pigliaru ha ricevuto la vice ambasciatrice Degnan, in Sardegna per una serie di incontri istituzionali oggi e domani. Oltre alle valutazioni legate all’illustrazione dei progetti e alla storia del sito minerario, l’incontro si è allargato a considerazioni di più ampio respiro sui progetti legati all’ICT e all’internazionalizzazione, all’allungamento della stagione turistica e alla trattativa in atto con la Commissione europea sul tema dei trasporti aerei.

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Dal 30 novembre al 2 dicembre, per tre giorni Iglesias sarà animata dalla seconda edizione del FestivalScienza: mostre, laboratori, conferenze, dibattiti, tavole rotonde, per parlare di scienza e tecnologia al grande pubblico. Il FestivalScienza di Iglesias, che nasce dalla decennale esperienza di quello di Cagliari, punterà anche quest’anno a coinvolgere gli studenti delle scuole ma anche il pubblico di curiosi. Tutte le attività del programma sono gratuite.

L’evento, il cui tema è “Scienza Futura”, nasce da una collaudata collaborazione tra l’Associazione ScienzaSocietàScienza di Cagliari, l’Associazione Agorà di Iglesias, l’IIS “Asproni” ed il Consorzio AUSI.

«Per il secondo anno consecutivo proponiamo al pubblico iglesiente una manifestazione che punti a mostrare la bellezza della scienza e del fare scienza – spiegano gli organizzatori dell’evento -. Sulla scia del successo della rassegna cagliaritana, il pubblico incontrerà ricercatori e studenti che racconteranno la scienza in modo accessibile a tutti ma senza rinunciare a essere rigorosa – spiegano gli organizzatori dell’evento -. Considerata la millenaria tradizione mineraria di questo territorio e la conseguente centralità della cultura tecnico-scientifica per la formazione di generazioni di ingegneri e tecnici, abbiamo deciso di porre grande attenzione al tema delle materie prime. Oltre ad avere un passato importante come ben sappiamo nel Sulcis, le materie prime rappresentano un grande volano dell’economia del futuro ed è importante far capire ai giovani quanto siano strategiche anche dal punto di vista professionale.»

Nell’ultima giornata del Festival, il 2 dicembre si terrà il Raw Materials Day, organizzato in collaborazione con l’Associazione Mineraria Sarda, l’associazione Science is Cool di Roma e l’European Institute of Innovation & Technology Raw Materials (EIT): si tratta di un’intera giornata dedicata alle problematiche e alle prospettive delle materie prime, con particolare approfondimento alle risorse presenti nel Sulcis Iglesiente. Pier Luigi Franceschini (EIT Raw Materials) racconterà l’esperienza della Knowledge Innovation Community, la più grande rete mondiale nel settore delle materie prime che mette insieme oltre 120 tra industrie, centri di ricerca e università per favorire l’introduzione di prodotti, processi e servizi innovativi a basso impatto per l’ambiente. Interverrà anche Cristiano Galbiati della Princeton University (Stati Uniti) che coordina il progetto ARIA: all’interno della vecchia miniera di Seruci sarà prodotto un tipo particolare di argon destinato ai laboratori del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare per le ricerche sulla materia oscura. Il pubblico potrà anche divertirsi a visitare l’antico Istituto Minerario “G. Asproni” ed estrarre i metalli pesanti dall’acqua nei laboratori organizzati dagli studenti dell’Istituto e del Liceo “Alberti” di Cagliari, in collaborazione con l’Istituto di Struttura della Materia del CNR di Roma.

La biomimetica è un innovativo approccio di ricerca che punta a ispirare il design delle tecnologie alle soluzioni sviluppate dalla Natura in quasi 4 miliardi di anni di evoluzione. Negli spazi della Scuola Media “Eleonora D’Arborea” si terrà una mostra per raccontare il progetto BIOM_NaturLab1.0 (vincitore del bando MIUR 2015 per la diffusione della cultura scientifica), che ha riunito centinaia di studenti e docenti del Sud Sardegna attorno alle teorie e ai metodi di ricerca della biomimetica. Il progetto è stato realizzato da Massimo Lumini, architetto, designer e docente di Arte e Disegno che al FestivalScienza presenterà al pubblico dei microscopi elettronici che permettono di vedere le meraviglie dell’infinitamente piccolo.

Al FestivalScienza si scopriranno anche le meraviglie delle nanotecnologie con Cristiano Albonetti dell’Istituto per lo Studio dei Materiali Nanostrutturati del CNR di Roma, i fablabs e le tecnologie basate sulla luce con Fabio Chiarello, fisico dell’Istituto di Fotonica e Nanotecnologie del CNR di Roma, e lo studio dei metalli antichi nell’archeologia con l’archeologo iglesiente Marco Serra dell’Università “La Sapienza” di Roma.

Spazio anche ai più piccoli con i laboratori per gli studenti delle scuole elementari La mela di Newton (fisica), ChemicalChef: chimici in cucina (chimica) e Divertiamoci con la geometria (matematica). E ancora laboratori per elementari e medie come “Dall’astro al nano: chi è più grande?”, a cura di Marìa Salvador Fernàndez (Università di Oviedo, Spagna) e quelli tenuti dal Consorzio AUSI (Consorzio per la promozione delle attività universitarie del Sulcis Iglesiente) nella Palazzina Bellavista.

A completare il programma, la mostra WUNDERKAMMER 2. Nelle stanze della mente di un ricercatore, a cura dell’Associazione ArgoNautilus, e gli appuntamenti “A cena con uno scienziato”, alla Birroteca Fermentazioni Spontanee, per condividere un momento conviviale con i ricercatori e gli scienziati ospiti della manifestazione.