5 December, 2025
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A Carloforte, per la terza giornata di Creuza de Mà, è il giorno delle prime volte. La prima volte del festival alle Ex Tonnare, con il concerto al tramonto dell’arpista Marcella Carboni; e la prima volta di Massimo Zamboni, che regala al pubblico sardo un concerto-evento dedicato a Enrico Berlinguer, con l’esecuzione live della colonna sonora di Arrivederci Berlinguer, che lo storico chitarrista dei CCCP ha composto per i registi Michele Mellara e Alessandro Rossi.

Due eventi inediti, domani, venerdì 25 luglio, che impreziosiscono la diciannovesima edizione del festival. Ma Creuza de Mà si apre come sempre al mattino con le masterclass del Progetto Campus, il percorso di alta formazione che, negli anni, è diventato la colonna portante del festival, operativo lungo tutto l’anno e finalizzato all’apertura, a Cagliari, di una Sede Regionale della Centro Sperimentale di Cinematografia dedicata alla Musica e Suono per Cinema e Audiovisivi.
Negli spazi dell’Exme, a partire dalle 10,30, appuntamento con il regista Paolo Zucca, il compositore Fabio Massimo Capogrosso, la produttrice Francesca Cima e il tecnico del suono Stefano Campus.

Alle 19,30, il festival approda  alle Ex Tonnare di Carloforte, per un suggestivo concerto al tramonto con vista sul mare, in un luogo carico di storia, bellezza, cultura. Protagonista sarà l’arpista Marcella Carboni che propone il solo Trame, un concerto intimo tra corde, elettronica e riverberi naturali. Per info e biglietti boxol.it .

La serata prosegue alle 23.00 al Giardino di Note con un unicum pensato apposta per Creuza de Mà: il cineconcerto di Massimo Zamboni, storico chitarrista dei CCCP, che eseguirà dal vivo la colonna sonora del film Arrivederci Berlinguer, di cui è il compositore. Saranno presenti, per un incontro con il pubblico, anche i due registi del documentario dedicato al leader sardo del PCI, Michele Mellara e Alessandro Rossi.

Il film raccoglie materiali d’epoca provenienti dal documentario “L’addio a Enrico Berlinguer”, che fu realizzato durante i funerali del segretario del PCI da alcuni dei più importanti registi italiani. Tra i molti, Bernardo e Giuseppe Bertolucci, Roberto Benigni, Carlo Lizzani, Giuliano Montaldo, Ettore Scola e Gillo Pontecorvo si misero dietro alla macchina da presa per omaggiare questo straordinario leader, venuto improvvisamente a mancare l’11 giugno 1984. Queste scene della cerimonia sono assemblate assieme ad alcune riprese di Berlinguer durante la sua attività politica, in un montaggio che vuole restituire all’oggi tutta l’umanità, la forza e la dignità di un personaggio centrale nella politica italiana degli anni Settanta e Ottanta.

La data di “ Una giornata particolare”, il film di Ettore Scola con Sofia Loren e Marcello Mastroianni, è il 6 maggio 1938. Roma si preparava ad accogliere Adolf Hitler in visita a Benito Mussolini e andavano prevenuti le eventuali manifestazioni di dissenso. Tra i preparativi di neutralizzazione dei problemi vi era compreso anche un rastrellamento di omosessuali e intellettuali dissenzienti. I catturati vennero portati a Civitavecchia e imbarcati per Cagliari, destinati ad un confino temporaneo a Carbonia.

Il 17 novembre 1938 l’Italia approvò le “leggi razziali”. Il 18 dicembre 1938 venne inaugurata l’avvenuta fondazione di  Carbonia. Allora l’ospedale Sirai era in costruzione e fungeva da ospedale provvisorio un edificio in piazza Cagliari.

Nello stesso periodo i nazisti preparavano un piano per dare il dominio del mondo ad una “razza superiore” e liberarlo da zingari, disabili, testimoni di Geova, ebrei, omosessuali ed oppositori politici. Si andava strutturando una rete di campi di detenzione e lavori forzati estesa e capillare: tra Germania e suoi alleati si contarono poi  ben 42.000 campi di concentramento. Dachau, Aushwitz e Bukenvald erano solo la parte emersa dell’iceberg.   

Sappiamo come andò a finire la teoria della “razza superiore”. Per porvi fine, ci volle una Guerra terrificante.

Nel 1946 si celebrò il Processo di Norimberga. La seconda parte del processo venne dedicata ai crimini medici perpetrati contro disabili e omosessuali. Queste due forme di disagio sociale, messe sotto la lente d’ingrandimento della opinione pubblica mondiale, ottennero un forte incremento dell’interesse e della solidarietà popolare per le vittime.

Fino ad allora, lo studio dei disagi sessuali da parte di sociologi, psicologi, giuristi, medici e chirurghi era pochissimo diffuso. In Italia il primo centro specialistico pubblico di chirurgia dell’apparato urinario e genitale maschile fu costituito a Trieste ai primi del 1900 sotto la guida del professor Carlo Nicolich, un chirurgo che si era formato a Vienna. Per coincidenze storiche i sardi ne furono influenzati.

Durante la Prima Guerra Mondiale ad assistere i feriti delle Battaglie sull’Isonzo erano stati chiamati  in forza numerosi chirurghi sardi provenienti dall’Ospedale San Giovanni di Dio di Cagliari. Lo scambio culturale fra medici austriaci e medici sardi vi fu nonostante la trincea, e fu proficuo. Alla fine della guerra, uno di questi, il dottor Nino Lasio, di Serramanna, venne trattenuto dall’Università di Milano per organizzarvi e dirigere un reparto di Chirurgia uro-genitale specialistico. I colleghi cagliaritani del San Giovanni di Dio mantennero fitti rapporti col professor Lasio e, alla fine degli anni ’30, venne istituita a Cagliari la Scuola di specializzazione in Chirurgia uro-genitale sotto la direzione del professor Rodolfo Redi, Patologo Chirurgo. Risulta dai registri dell’Università che il primo specialista sardo in quella branca fu il dottor Gaetano Fiorentino che era anche il primo Aiuto universitario di Redi. Il dottor Gaetano Fiorentino assolse al suo obbligo militare nell’ARMIR e fece tutta la campagna di Russia operando feriti assieme ai colleghi chirurghi tedeschi ed austriaci. Al ritorno dalla Guerra, nel 1945, venne comandato a dirigere il reparto di Chirurgia generale dell’ospedale Sirai di Carbonia. Qui si dedicò moltissimo alla chirurgia uro-genitale degli adulti e dei bambini, tanto che il 33% della sua chirurgia era rappresentato da questa branca. Dopo di lui, il primario subentrante fu il professor Lionello Orrù, anch’egli specialista in quel genere di chirurgia e, in quegli anni si produssero pubblicazioni scientifiche. Vennero allora pubblicati studi internazionali che, per la prima volta dimostrarono, con pesanti dati statistici, la gravità del disagio sessuale maschile che risultava essere alla base di un numero di vittime per suicidio 8 volte superiore alla media della popolazione. Dal 1983 quella chirurgia non si fece più a Carbonia, perché divenne competenza della Chirurgia pediatrica dell’ospedale Crobu ad Iglesias.

La sentenza di Norimberga fu fondamentale per elaborare il dramma del razzismo e della discriminazione, e ad essa si devono vari articoli in tutte le Costituzioni del mondo. In Italia, contro i crimini generati dall’istigazione all’odio, la Costituzione contiene gli articoli 3 e 32.

L’articolo 3 recita: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere ostacoli…»

Dopo l’approvazione di quell’articolo, ci vollero 45 anni per dare norme applicative all’articolo 604 bis del codice penale, finalizzato a sanzionare i reati di discriminazione razziale. Ci pensò il senatore Nicola Mancino (DC, oggi PD) con la legge n. 205 del 1993, che recita: «E’ vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi».

La storia dell’uomo assomiglia alla Fisica quantistica in cui il tempo, come comunemente lo concepiamo, non esiste. L’invenzione del motore endotermico e della dinamo per la corrente elettrica hanno cambiato  la qualità della vita ma la natura umana, in fondo, non è cambiata. L’Uomo ha sempre bisogno di leggi e di sanzioni che lo inducano a riconoscere la dignità del suo simile. Tutt’oggi siamo alle prese con le incomprese regole della Genetica e con la ideologia novecentesca del “razzismo”. Ecco come iniziò il malinteso.

Nel 1843 il monaco Gregor Mendel pose le basi della Genetica e ne dettò le regole. Dapprima venne ignorato, poi ai primi del 1900 sbocciò la teoria del Neo-mendelismo e, con l’evoluzione del microscopio e della Biochimica, si scoprirono i “cromosomi”. L’ideologia di quegli anni esaltò il significato della parola “razza” e concepì l’esistenza di una “razza superiore” dominante su una “razza inferiore”. Questa distinzione fu il primo atto  che portò alla “discriminazione razziale”, e alla sua degenerazione, riassunta in un unico termine: “razzismo”.

Il razzismo sociale, basato su principi genetici, portò all’istituzione di regimi politici che ebbero come conseguenza la persecuzione delle cosiddette razze inferiori fino alla pratica dello sterminio. In seguito per distinguere gli aspetti fisici diversi (somatici) secondo le provenienze geografiche, si pensò di utilizzare il termine “etnia” al posto di razza. Anche questo termine, come abbiamo visto nelle recenti guerre balcaniche, è stato utilizzato per formulare il concetto di “pulizia etnica”.

In realtà, il concetto di “razza” è oggi destituito di qualsiasi validità scientifica perché tutti gli esseri umani hanno lo stesso corredo genetico. Allora, perché ci sono umani dalla pelle nera, coi capelli ricci, il naso camuso, ed umani bianchi con capelli lisci, chiari ed il naso piramidale? La scienza ha spiegato questo fenomeno con la esistenza dei “ Fenotipi”. In biologia il “fenotipo” è l’aspetto che assume un organismo vivente a causa delle influenze dell’ambiente sul genotipo, cioè sul corredo genetico conservato nei cromosomi. Questo significa che l’aspetto che assume ognuno di noi dipende non solo dai cromosomi ma anche dalla influenza che ha su di essi l’ambiente in cui si vive.  E‘ una scoperta che aiuta a capire che nei cromosomi, in realtà, esistono moltissimi geni diversi fra di loro, e che l’ambiente fa esprimere i geni più adatti e, intanto, mette in sonno i geni non utili in quel momento.

Questa straordinaria capacità di cambiamento nel comportamento dei cromosomi viene resa ancora più complicata dalla Epigenetica.  Questa scienza ha dimostrato che l’aspetto fenotipico che assumiamo, e che è ereditabile, è dovuto alla produzione di nuove proteine che l’ambiente ci ha indotto a produrre.

Ciò spiega perché, in base alle influenze ambientali, abbiamo uomini bianchi e uomini neri senza che vi sia stato cambiamento di razza. Cioè:siamo tutti della stessa razza genetica.

Considerato l’enorme numero di fattori genetici e epigenetici che si combinano fra di loro (come 1-2-x di una schedina del totocalcio) si capisce l’immensa variabilità di aspetti che possono assumere gli organismi viventi pur avendo lo stesso corredo genetico.

Gli Umani hanno 23 coppie di cromosomi (cioè 46 in tutto). la ventitreesima coppia è formata dai cromosomi sessuali: X-X per le femmine; X-Y per i maschi.

I cromosomi sessuali X e Y possono avere anch’essi variazioni strutturale e anche di numero. Per esempio la ventitreesima coppia può avere 1 cromosoma, 3 cromosomi, o anche 4 (X0, XXY, XYY, XXX, XXXX). Tali variazioni spesso si associano a infertilità.

Gli umani possono anche avere variazioni del fenotipo; cioè possono subire cambiamenti nell’aspetto o nelle funzioni fisiologiche a causa di influenze provocate dall’ambiente.

L’aspetto fisico del sesso di appartenenza può essere variato da altri fattori come: l’effetto di ormoni, le influenze ambientali, le mutazioni geniche, gli effetti farmacologici. Ne può derivare la comparsa delle cosiddette ambiguità sessuali anatomiche e funzionali, con conseguente difficoltà a capire il sesso di appartenenza del soggetto.

Un esempio di influenze ambientali sulla biologia sessuale è il seguente. Negli ultimi 80 anni abbiamo avuto una progressiva riduzione della fertilità maschile. Questa è una delle cause della ridotta natalità. Si è scoperto che tale fenomeno è andato di pari passo con cambiamenti drastici dovuti all’attività dell’Uomo con effetti sull’ambiente. Ne è conseguita anche un forte aumento dei tumori delle gonadi maschili (da 8 a 15 volte). Si è scoperto che l’insetticida DDT utilizzati negli anni successivi al 1950 nelle campagne antimalariche  ha un forte effetto estrogenico femminilizzante. Un tale effetto nell’embrione può provocare una lesione del sistema ormonale di mascolinizzazione se è geneticamente maschio. Così pure si è visto che gli anticrittogamici usati in agricoltura hanno effetti ormonali femminilizzanti. Gli anticrittogamici entrano nella catena alimentare animale e li possiamo assumere attraverso il latte e le carni in quanto gli erbivori si nutrono di erba e foraggi potenzialmente trattati, così pure li possiamo assumere attraverso i vegetali della dieta. Le stesse creme per la pelle in genere contengono sostanze ad effetto estrogenico. Insomma: siamo circondati da sostanze ad effetto ormonale femminilizzante e nessuno può ritenersi al sicuro dalla loro influenza.

Fortunatamente le normative sul controllo delle sostanze chimiche presenti negli alimenti, distribuiti nella rete commerciale europea, sono le più rigorose al mondo. Basti pensare che la guerra sui dazi avviata da Trump era in buona parte dovuta al rifiuto dell’Europa alla commercializzazione di carni di bovini americani proprio perché la loro qualità chimica non è sempre conforme alle nostre regole. Le regole italiane sono le più rigide in Europa.

Fatte queste premesse si capisce quanto l’argomento sulla identificazione del sesso di appartenenza sia messa in pericolo e spesso sia difficile.

Nella pratica clinica si differenziano i sessi in :

  • sesso genetico
  •     somatico (l’aspetto fisico)
  •    ormonale
  •    psicologico

Il sesso genetico si individua con la ricerca dei cromosomi X e Y.

Il sesso somatico si basa sui caratteri sessuali esterni e interni.

Il sesso ormonale si classifica con il dosaggio delle Gonadotropine, Testosterone , Estrogeni.

Il  sesso psicologico si identifica con i test comportamentali sessuologici.

Le ambiguità sessuali anatomiche possono essere  modificate chirurgicamente, a richiesta, in senso maschile o femminile tenendo conto del sesso psicologico che si è maturato, indipendentemente da quello genetico. Cioè se il soggetto è geneticamente maschio ma ha un orientamento sessuale femminile si procede a eliminare chirurgicamente i caratteri sessuali maschili e costruirne, per quanto possibile, femminili. Ciò però dipende dalla entità della disforia di genere a dalla richiesta avanzata.

Il sesso psicologico, cioè la manifestazione esteriore del comportamento sessuale, è ritenuto dominante sul sesso genetico e somatico, e si procede a migliorare il benessere del soggetto sia con tecnica chirurgica che ormonale.

Questo è quanto già avviene nella chirurgia delle ambiguità sessuali.

Vi sono poi i soggetti che non richiedono alcuna correzione e scelgono il fenotipo prevalente nella personalità.

La chirurgia di questo tipo viene garantita dai Lea (Livelli essenziali di assistenza) e pagata a spese dello Stato con sentenza di un giudice, su parere di una Commissione di esperti.

Questo stato di cose è noto agli specialisti a sfugge al pubblico in generale. Su queste procedure non esistono conflitti perché sono già regolamentate dalle leggi italiane.

Secondo la legge, l’attribuzione del sesso di appartenenza di una persona avviene in questo modo.

1  – Al momento della nascita viene redatta una “dichiarazione di nascita” da parte dell’Ostetrica o del Medico che ha assistito. In tale dichiarazione viene attribuito il sesso del neonato in base all’anatomia genitale.

2 – Il genitore registra all’Anagrafe l’evento e allega la “dichiarazione di nascita”. Qui avviene l’attribuzione del sesso anagrafico. Nessuno può modificare il sesso assegnato dall’Anagrafe.

3 – Soltanto l’Autorità Giudiziaria può ordinare all’Ufficiale dell’anagrafe la variazione dell’attribuzione di sesso (L. 164/1982).

4 – Per il d.lgs n. 150/2011 il legislatore affida all’Autorità giudiziaria il controllo della rettificazione anagrafica del sesso. La competenza in materia è affidata al Tribunale in composizione collegiale e il procedimento deve essere richiesto dall’interessato e notificato al coniuge e ai propri figli.

5 – L’intervento chirurgico di cambiamento di sesso deve essere autorizzato dal Giudice.

6 – La Corte Costituzionale con pronuncia n.221/2015 non riconosce più il trattamento chirurgico quale presupposto indispensabile per il mutamento di sesso, tuttavia affida sempre al Giudice la valutazione finale sull’effettiva necessità dell’intervento operatorio sull’interessato.

7 – Il Giudice a questo punto autorizza l’intervento chirurgico qualora esista conflittualità fra anatomia e identità di genere (causa di Disforia di Genere).

8 – Nel caso in cui non esista conflittualità il Giudice autorizza la rettifica del genere all’Anagrafe senza che si sia proceduto all’intervento chirurgico di modifica. In questo caso è sufficiente un certificato del medico o dello psicologo clinico che attesti l’esistenza di dissociazione fra sesso morfologico e identità di genere. Tale certificato viene rilasciato dopo un “percorso di transizione” con trattamento medico e psicologico. Quindi è necessario un congruo arco temporale per l’iter di accompagnamento alla transizione.

9 – Con la sentenza di autorizzazione il Giudice ordina all’ufficiale di Stato civile e Anagrafe la rettifica del sesso dell’interessato.

Il DDL Zan è un tentativo di concretizzare lo scopo voluto dai Padri costituenti quando, ispirati dalla Sentenza di Norimberga, formularono l’articolo 3 della Costituzione allo scopo di proteggere i cittadini  dalle discriminazioni per motivi sessuali.

Tale proposta di legge contro l’omo-trans-fobia contiene anche nuovi elementi, come l’ininfluenza del percorso di transizione, che fino ad oggi è ritenuto fondamentale per accompagnare il soggetto al cambiamento consapevole, e la totale autonomia decisionale del richiedente. Queste due condizioni rendono di fatto inutile il controllo dell’Autorità Giudiziaria. Tale evoluzione è stata ultimamente raggiunta dalla Spagna  dove non sono più necessari i due anni del percorso di transizione come era previsto nella precedente legge; è sufficiente avere 18 anni d’età per decidere autonomamente o 12 anni se c’è il consenso dei genitori. Non è più contemplato il ricorso al Tribunale, e inoltre è sufficiente la richiesta dell’interessato all’Ufficiale dell’Anagrafe e di Stato civile per la rettifica di genere.

L’articolo n. 1 del ddl Zan definisce l’identità sessuale apportando modifiche alla classificazione della clinica, alle funzioni del giudice del tribunale e a quelle dell’Ufficiale di stato civile. Nei particolari, la definizione di sesso così viene espressa:

  • SESSO: sesso biologico o anagrafico.
  • GENERE: qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso.
  • ORIENTAMENTO SESSUALE: l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi.
  • IDENTITA’ DI GENERE: si intende l’identità percepita o manifesta di sé in relazione al genere, anche se non corrisponde al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione.

Considerata l’enorme variabilità dei fenotipi sessuali che possono presentarsi, l’articolo 1 del ddl Zan.

1°) riconosce l’esistenza di una varietà di sessi indefinita sia nel numero e nelle forme, così come si presentano in natura in base alle combinazioni genetiche e fenotipiche,

2°) riconosce la fine di un sesso prevalente, come potevano essere “maschio”, “femmina”  e l’esistenza di una “sessualità” generale di pari dignità.

Si può immaginare che tutti i cittadini saranno coinvolti e coobbligati ad un cambiamento delle attuali convenzioni sociali e dei costumi come oggi sono comunemente intesi e, in particolare:

  • famiglia
  • matrimonio
  • figli
  • educazione scolastica
  • sport
  • lavoro
  • giustizia
  • anagrafe
  • rapporti con le religioni.

Questi descritti sono alcuni argomenti di riflessione e di preparazione al probabile cambiamento.

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Un concerto in omaggio a un grande autore di musiche per film: domenica sera (15 dicembre), con inizio alle 21.00, l’Auditorium del Conservatorio di Cagliari ospita il “Trovajoli Project”, con la pianista Rita Marcotulli alla testa di un eccezionale ensemble che vede in scena Peppe Servillo alla voce, Luciano Biondini alla fisarmonica, Daniele Tittarelli al sax, Ares Tavolazzi al contrabbasso, Israel Varela alla batteria e, a far da sfondo, immagini tratte dai film e le commedie musicati da Armando Trovajoli. Si tratta di una produzione originale di Creuza de Mà, il festival dedicato alla musica per il cinema diretto dal regista Gianfranco Cabiddu, che ha debuttato due anni fa a Carloforte (con il titolo “Armando Trovajoli, la musica tra teatro e cinema”), nel centenario della nascita del compositore romano, e che ora viene riproposta come appuntamento extra della tredicesima edizione della stessa manifestazione (che si è tenuta in settembre a Carloforte e poi a Cagliari il mese dopo). I biglietti, a 15 euro (compresi i diritti di prevendita) si possono acquistare online e nei punti vendita del circuito Box Office Sardegna (www.boxofficesardegna.it; tel. 070 657428).

Scomparso nel 2013, Armando Trovajoli ha legato il suo nome e la sua arte a centinaia di film diretti da registi del calibro di Vittorio De Sica, Ettore Scola, Mario Monicelli, Dino Risi, Alberto Lattuada, Luciano Emmer, Steno, Sergio Corbucci, Mario Mattoli, Luigi Magni (tra gli altri), ma anche a memorabili commedie musicali: su tutte quelle di Garinei e Giovannini, come “Aggiungi un posto a tavola”, “Ciao Rudy”, “Vacanze romane”, “Rugantino” con lo straordinario successo di “Roma nun fa’ la stupida stasera”.

Da questo vasto e straordinario repertorio, Rita Marcotulli, nome di primissimo piano della scena jazzistica italiana, ha attinto, trascritto e arrangiato musiche e canzoni per il “Trovajoli Project”, affidandone l’esecuzione ai musicisti che la affiancheranno anche domenica sera a Cagliari: artisti di area jazzistica, perlopiù, in omaggio alla passione di Armando Trovajoli per quella musica che lui stesso ha frequentato, anche rappresentando l’Italia al Festival Internazionale del Jazz alla Salle Playel, a Parigi, nel 1949.

Ideato da Gianfranco Cabiddu per il suo festival Creuza de Mà, il “Trovajoli Project” vede a ragione Rita Marcotulli alla direzione musicale anche per un vissuto personale che la lega al grande compositore: il papà della pianista, Sergio Marcotulli, ha infatti ha avuto un lungo rapporto di amicizia e di lavoro come ingegnere del suono negli studi Forum di Roma, fondati nel 1970 da Armando Trovajoli con Ennio Morricone e Luis Bachalov, dove sono nate tante colonne sonore del cinema italiano. “(…) Trovajoli è stato per me quasi un ‘parente’ che si interessava ai miei studi di pianoforte e che poi veniva a sentire i miei primi concerti, così fino alla fine”, racconta Rita Marcotulli: “Conservo indelebile il ricordo dell’ultima volta con mio padre e Trovajoli in un concerto alla Casa del jazz: due amici che si abbracciano emozionati e contenti, due grandi artigiani della musica a cui devo moltissimo”.

Premio Ciak d’oro e premio “Nastro d’argento” nel 2010 per la colonna sonora del film “Basilicata coast to coast”, David di Donatello per il miglior musicista nel 2011, Rita Marcotulli è stata insignita quest’anno dell’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica.

 

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Appuntamento extra con Creuza de Mà, il festival di musica per il cinema che lo scorso settembre a Carloforte, e il mese dopo a Cagliari, ha vissuto la sua tredicesima edizione: domenica 15 dicembre, alle 21.00, all’Auditorium del Conservatorio di Cagliari, la manifestazione ideata e diretta dal regista Gianfranco Cabiddu, rende omaggio a un grande compositore che ha legato il suo nome e la sua arte a centinaia di film, Armando Trovajoli; e lo fa attraverso un cine-concerto, “Armando Trovajoli, la musica tra teatro e cinema”, una produzione originale di Creuza de mà che ha visto il suo debutto a Carloforte, nell’edizione di due anni fa del festival, in occasione del centenario della nascita del musicista romano (e poi una replica, nell’aprile 2018, al Bari International Film Festival), e che ora approda per una sera a Cagliari, all’Auditorium del Conservatorio.

Autore di colonne sonore per il cinema di molti tra i più importanti registi italiani (Vittorio De Sica, Ettore Scola, Mario Monicelli, Dino Risi, Alberto Lattuada, Luciano Emmer, Steno, Sergio Corbucci, Mario Mattoli, Luigi Magni, tra gli altri), ma anche per memorabili commedie musicali (su tutte quelle di Garinei e Giovannini, come “Aggiungi un posto a tavola”, “Ciao Rudy”, “Vacanze romane”, “Rugantino” con lo straordinario successo di “Roma nun fa’ la stupida stasera”), Armando Trovajoli (scomparso il primo marzo 2013) avrebbe compiuto cento anni il 2 settembre 2017; un mese dopo, a Carloforte, il festival ideato e diretto dal regista Gianfranco Cabiddu l’ha voluto ricordare e raccontare attraverso la sua musica con un concerto corredato da immagini dei suoi film e delle sue commedie musicali, affidandone la direzione a Rita Marcotulli.

Nome di primissimo piano della scena jazzistica nazionale, la pianista romana ha trascritto e arrangiato le musiche di Armando Trovajoli, le sue canzoni, riunendo intorno a sé, per l’esecuzione, altri jazzisti di spicco, in omaggio alla passione del compositore per quella musica; gli stessi musicisti che saranno accanto a lei al pianoforte, anche domenica 15 dicembre, alle 21.00: Peppe Servillo alla voce, Luciano Biondini alla fisarmonica, Daniele Tittarelli al sax e Ares Tavolazzi al contrabbasso, con la novità di Israel Varela alla batteria (al posto di Alessandro Paternesi).

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Mercoledì 13 novembre, a Cagliari, la 12ª edizione del PuntodiVistaFilmFestival, Concorso itinerante internazionale di cinematografia, ospiterà Enrico Lo Verso. Il popolare attore siciliano vanta una lunga carriera in teatro, sul piccolo e grande schermo evidenziando grande talento e versatilità come dimostra anche la sua partecipazione alla trasmissione televisiva “Ballando con le stelle”.

Tra i numerosi film ricordiamo “Il Ladro di Bambini”“Così ridevano” e “Lamerica “ di Gianni Amelio, “La Scorta” di Ricky Tognazzi, “Mario Maria e Mario” di Ettore Scola, “Hannibal” di Ridley Scott, “Il turno di notte lo fanno le stelle” di Edoardo Ponti. Vincitore di numerosi premi internazionali, tra i quali un Gran Premio Speciale della Giuria a Cannes, due Oscar Europei, un Golden Globe, la nomination nella cinquina degli Oscar con “Farinelli” di Gerard Corbiau e il Leone d’Oro a Venezia con “Così ridevano” di Gianni Amelio. Con un cortometraggio di Edoardo Ponti è entrato nella Short List degli Oscar ed ha vinto il prestigioso Tribeca Film Award. Attualmente è prevalentemente impegnato in teatro con diversi spettacoli: uno sul genio musicale di Morricone, le Metamorfosi di Ovidio, l’Apologia di Socrate e Uno Nessuno Centomila che in tre anni ha superato le 400 repliche (la maggior parte delle quali sold out) e che gli ha fruttato il premio Delia Cajelli ed il premio Franco Enriquez 2017.

La seconda serata del PuntodiVistaFilmFestival prenderà il via, a partire dalle 20.30, con la proiezione del I gruppo di cortometraggi finalisti del Concorso. A seguire “Racconti di cinema: la recitazione” con “L’attore si racconta”, incontro con l’attore Enrico Lo Verso.

La serata sarà accompagnata dalle divagazioni musicali di Marcella Carboni. La musicista, diplomata in arpa classica e laureata presso i corsi superiori sperimentali di Jazz, ha dedicato tutte le sue forze alla ricerca di una sintesi. Grazie all’ incontro con l’arpista newyorchese Park Stickney ha conosciuto le potenzialità dell’arpa jazz che hanno evidenziato un talento straordinario della compositrice cagliaritana.

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Mercoledì 13 novembre a Cagliari la 12ª edizione del PuntodiVistaFilmFestival, Concorso itinerante internazionale di cinematografia, ospiterà Enrico Lo Verso. Il popolare attore siciliano vanta una lunga carriera in teatro, sul piccolo e grande schermo evidenziando grande talento e versatilità come dimostra anche la sua partecipazione alla trasmissione televisiva “Ballando con le stelle”.

Tra i numerosi film ricordiamo “Il Ladro di Bambini”, “Così ridevano” e “Lamerica “ di Gianni Amelio, “La Scorta” di Ricky Tognazzi, “Mario Maria e Mario”di Ettore Scola, “Hannibal” di Ridley Scott, “Il turno di notte lo fanno le stelle” di Edoardo Ponti. Vincitore di numerosi premi internazionali, tra i quali un Gran Premio Speciale della Giuria a Cannes, due Oscar Europei, un Golden Globe, la nomination nella cinquina degli Oscar con “Farinelli” di Gerard Corbiau e il Leone d’Oro a Venezia con “Così ridevano” di Gianni Amelio. Con un cortometraggio di Edoardo Ponti è entrato nella Short List degli Oscar ed ha vinto il prestigioso Tribeca Film Award. Attualmente è prevalentemente impegnato in teatro con diversi spettacoli: uno sul genio musicale di Ennio Morricone, le Metamorfosi di Ovidio, l’Apologia di Socrate e Uno Nessuno Centomila che in tre anni ha superato le 400 repliche (la maggior parte delle quali sold out) e che gli ha fruttato il premio Delia Cajelli ed il premio Franco Enriquez 2017.

La seconda serata del PuntodiVistaFilmFestival prenderà il via, a partire dalle 20.30, con la proiezione del I gruppo di cortometraggi finalisti del Concorso. A seguire “Racconti di cinema: la recitazione” con “L’attore si racconta”, incontro con l’attore Enrico Lo Verso.

La serata sarà accompagnata dalle divagazioni musicali di Marcella Carboni. La musicista, diplomata in arpa classica e laureata presso i corsi superiori sperimentali di Jazz, ha dedicato tutte le sue forze alla ricerca di una sintesi. Grazie all’ incontro con l ‘arpista newyorchese Park Stickney ha conosciuto le potenzialità dell’arpa jazz che hanno evidenziato un talento straordinario della compositrice cagliaritana.

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Un incontro con la giornalista Rai Silvia Rosa Brusin per parlare di donne impegnate nella scienza e nella ricerca, e lo spettacolo “Ogni bellissima cosa” dei drammaturghi inglesi Duncan Mcmillan e Johnny Donahoe per scandagliare con ironia il senso della vita. Si chiude con questi due appuntamenti domenica 2 giugno all’ExArt di piazzetta Dettori a Cagliari la quinta edizione del Family Festival della compagnia Lucidosottile, che per dieci giorni ha affrontato con spettacoli, incontri e conferenze il tema “Wo.Men: gli uomini raccontano di donne supreme”.

Popolarissima conduttrice di programmi televisivi come “Leonardo” e “Tg Scienza e Ambiente”, la giornalista Silvia Rosa Brusin, dialogherà a partire dalle 18.00, con Susi Ronchi, coordinatrice di Giulia Giornaliste Sardegna, sul tema “La scienza non discrimina”. L’appuntamento, organizzato in collaborazione con Giulia Giornaliste, toccherà le questioni riguardanti l’apporto che le donne danno alla ricerca scientifica ed alla sua divulgazione, in un mondo che per troppo tempo è stato ad esclusivo appannaggio del genere maschile.

La chiusura del Family Festival sarà invece affidata al teatro. Alle 21.00 (ingresso 10 euro) va in scena “Ogni bellissima cosa”, un testo di Duncan Mcmillan e Johnny Donahoe, tradotto e diretto da Monica Nappo e interpretato da Carlo De Ruggieri. Lo spettacolo, prodotto da Nutrimenti Terrestri, è stato definito dal Guardian “un monologo interattivo”, e laddove l’argomento potrebbe sembrare la depressione e il suicidio, lo spettacolo diventa invece, affrontando questi temi, un gioioso, unico, potente inno alla vita, un gioco per bambini che serve anche agli adulti per apprezzare la vita.

Attrice e regista, Monica Nappo ha introdotto nel nostro paese molti testi di drammaturgia contemporanea ed è stata la prima attrice italiana ad interpretare opere come “Psicosi delle 4:48” di Sarah Kane e a dirigere e recitare testi di Dennis Kelly e Tony Kushner. Ha partecipato a numerose tournée europee, lavorando con, fra gli altri, Carlo Cecchi, Mario Martone, Tony Servillo. Ha lavorato anche per il cinema, con registi come Ferzan Ozpetek, Woody Allen, Peter Greenaway, Paolo Sorrentino e Matteo Garrone.

Conosciuto dal grande pubblico televisivo per avere interpretato il ruolo di Lorenzo nella serie tv “Boris” e nella pellicola “Boris – Il film”, Carlo De Ruggieri ha lavorato nel cinema con registi del calibro dei fratelli Taviani (“Il sole anche di notte” e “Fiorile”), Silvio Soldini (“Agata e la tempesta”) ed Ettore Scola (“Che strano chiamarsi Federico”). A teatro ha partecipato, fra gli altri, agli spettacoli “Tutto a posto” e “L’ufficio” di Giacomo Ciarrapico e Mattia Torre, “Blues” di Tennessee Williams con la regia di Pierpaolo Sepe, “Il giuoco delle parti” di Luigi Pirandello con la Compagnia di Umberto Orsini, ed è interprete dei monologhi “Stare meglio oggi” di Giacomo Ciarrapico.

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Si celebreranno i cent’’anni dalla nascita di Armando Trovajoli alla nona edizione del Bif&st – Bari International Film Festival ideato e diretto da Felice Laudadio che si svolgerà dal 21 al 28 aprile. L’’evento “Armando Trovajoli, la Musica tra Teatro e Cinema”, si svolgerà il 22 aprile al Teatro Petruzzelli, e sarà presentato da Pippo Baudo, grande amico e estimatore di Trovajoli. Si tratta di una produzione originale del Festival “Creuza de Mà – Musica per Cinema”, ideata da Gianfranco Cabiddu, con la direzione musicale di Rita Marcotulli.

Il cine-concerto di 90 minuti in ricordo del grande Maestro avviene nel centenario della nascita, con proiezione di immagini dai suoi film, le sue musiche e le sue canzoni, trascritte e arrangiate in una veste nuova, ed affidate all’esecuzione di grandi musicisti, in omaggio alla passione di Armando Trovajoli per il jazz, che fra l’’altro curò le musiche di quasi tutti i film diretti da Ettore Scola, presidente onorario del Bif&ST e presidente effettivo fino alla sua scomparsa. Al pianoforte ci sarà Rita Marcotulli, Peppe Servillo alla voce, Luciano Biondini alla fisarmonica, Daniele Tittarelli al sax, Ares Tavolazzi al contrabbasso, Alessandro Paternesi alla batteria, Enrico Rava alla tromba.

È quasi sold out la vendita dei biglietti a conferma di quanto sia attuale Armando Trovajoli. Per l’’occasione sarà inoltre presentata l’’ultima intervista audiovisiva rilasciata dal Maestro per il Bif&ST 2013, pochi giorni prima della sua scomparsa. Il tributo comprenderà inoltre il documentario Armando Trovajoli. Cent’’anni di musica di Mario Canale e Annarosa Morri, che è stato presentato in anteprima al Festival “Creuza De Mà”. Il doc sarà proiettato al Mulcinema Galleria alle 17.00 del 21 aprile in Sala 1.

“Cent’anni di musica” è il lungo racconto autobiografico di un musicista che ha segnato con la sua opera quasi un secolo. Armando Trovajoli parla con tono leggero delle sue passioni: Bach, Mozart, l’amore per il jazz, la musica per il cinema e le commedie musicali. Un ritratto molto personale ma anche una grande lezione sulla musica del ‘900 e sul cinema fatta da un artista che ha composto musiche indimenticabili ed ha firmato alcune tra le musiche più celebri del nostro cinema, componendo un centinaio di colonne sonore, da quella di “Riso Amaro” di Giuseppe De Santis del 1949 a quella di “Giovani e belli” di Dino Risi nel 1996, ma anche “Un giorno in pretura”, “La ciociara”. “C’eravamo tanto amati”, “Profumo di donna”, “Una giornata particolare”. Armando Trovajoli è stato pianista, direttore d’orchestra, compositore prolifico e poetico. La commedia musicale grazie alla lunga collaborazione con Garinei e Giovannini deve tanto alle sue composizioni. Tra le sue canzoni più celebri anche “Aggiungi un posto a tavola” e “Roma nun fa’ la stupida stasera”, scritta e musicata per Nino Manfredi nel 1961.

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Prosegue mercoledì 22 novembre, al Teatro Adriano di Cagliari, la decima edizione del Puntodivista Film Festival, il concorso itinerante internazionale di cinematografia diretto da Romano Usai. Alle 20.45, in apertura di serata, la proiezione del 3° gruppo dei corti finalisti che vede quattro opere provenienti da Italia, Sardegna e Spagna: “Mokusatsu” (in lingua giapponese) di Nour Gharbi, parigino di nascita e diplomato alla Sorbona che attualmente lavora a Roma; “Pipinara” di Ludovico Di Martino; “A casa mia” regia di Mario Piredda e “El a traco” di Alfonso Díaz.

A seguire la commedia degli italiani raccontata da Italo Moscati, grande esperto di cinema, scrittore, sceneggiatore e regista, nell’incontro dal titolo “Totò & Ettore: da Antonio De Curtis a Ettore Scola“. Una dedica tra film e musica dal vivo a due grandi figure della storia della settima arte: Antonio De Curtis, in arte Totò, uno dei maggiori interpreti nella storia del teatro e del cinema italiani, edEttore Scola, regista di film celebri come “C’eravamo tanto amati”, “Una giornata particolare”, “Brutti, sporchi e cattivi”, che ha reso celebre il cinema italiano nel mondo con la sua profonda analisi dell’Italia dalla fine della seconda guerra mondiale all’inizio del terzo millennio. «Entrambi sono al centro di un coro di voci, quelle dei tanti autori che hanno cercato di andare in profondità nella società italiana per capirla attraverso la chiave dell’ironia, del paradosso, della satira», spiega Moscati. Interazioni musicali di Gianni Coscia (fisarmonica), fisarmonicista e compositore tra i più apprezzati nella scena jazz europea che vanta prestigiose collaborazioni con i più grandi jazzisti tra i quali Enrico Rava, Paolo Fresu, Richard Galliano, Gianluigi Trovesi e tanti altri. Interventi interpretativi dell’attrice cagliaritana Manuela Loddo.

La serata è con degustazione.

 

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Calato il sipario sulla sua prima parte, che si è tenuta a Carloforte lo scorso fine settimana, il festival Creuza De Mà approda a Cagliari per proseguire la rotta della sua edizione numero undici. La musica per cinema, oggetto e ragione fondante della rassegna ideata e diretta dal regista Gianfranco Cabiddu, saranno naturalmente il leitmotiv del fitto cartellone di appuntamenti in programma da giovedì 2 a domenica 5 novembre nel capoluogo sardo tra il Conservatorio “Giovanni Pierluigi da Palestrina”, che ospiterà le masterclass ed i concerti, e il Cinema Odissea, in viale Trieste (al civico 84), dove si terranno invece le proiezioni dei film e dei documentari inizialmente previste nello stesso istituto in piazza Porrino.

Il primo impegno in agenda è per giovedì mattina (2 novembre) nell’Aula Porrino del Conservatorio, dove dalle 10 alle 13 inizia la serie di tre masterclass sul suono nel cinema, tutte con accesso gratuito fino ad esaurimento posti: una grande opportunità per i giovani professionisti e gli studenti. A tenere lezione in questo incontro inaugurale (e in quello dell’indomani, venerdì 3) dedicato alla tecnica del suono applicata al cinema, sarà Filippo Porcari, tecnico e docente di Suono nel Cinema presso diversi istituti di formazione, tra cui la Cineteca Nazionale di Bologna, la Scuola Nazionale di Cinema, il DAMS Roma Tre e l’Istituto per la cinematografia Rossellini; tra le sue collaborazioni si contano quelle con Mario Monicelli, Lina Wertmuller, Silvio Soldini, Marco Bellocchio, Ferzan Özpetek, Gillo Pontecorvo. 

La giornata di giovedì 2 prosegue nel pomeriggio al Cinema Odissea, dove alle 16 prende il via una lunga serie di proiezioni. Dopo la prima nazionale di sabato scorso (28 ottobre) a Carloforte, si replica l’omaggio ad Armando Trovajoli, nel centenario della nascita, con il bel documentario di Mario Canale e Annarosa Morri che ripercorre la lunga carriera del pianista e compositore, nato a Roma il 2 settembre 1917 e scomparso quattro anni fa, attraverso le sue interviste, i ricordi, le musiche, le canzoni, le immagini di alcuni dei film e delle commedie musicali di cui aveva composto le musiche. Una carriera costellata di incontri e sodalizi importanti, come quello con uno dei più grandi pianisti del Novecento, Arturo Benedetti Michelangeli, ma anche con registi come Vittorio De Sica e Ettore Scola, cui rimarrà legato tutta la vita e del quale ha musicato quasi l’intera filmografia. Nel documentario si parla anche dell’incontro con Garinei e Giovannini che lo portarono verso la commedia musicale, i grandi successi di “Rugantino” con la straordinaria “Roma nun fa’ la stupida stasera“, “Aggiungi un posto a tavola”, “Ciao Rudy” e le canzoni cantate da Marcello Mastroianni, che Trovajoli esegue al pianoforte.  

Altri temi e immagini nel prosieguo del pomeriggio al Cinema Odissea: alle 17.30 si proietta infatti il cortometraggio “L’incontro”, storia di Amin, un sedicenne marocchino cresciuto in Italia con un grande talento per il pugilato, nella cui vita di adolescente si inserisce la lotta per ottenere la cittadinanza. Presentato quest’anno alla Mostra del Cinema di Venezia all’interno della sezione Migrarti, il film sarà seguito da un incontro con i registi Michele Mellara e Alessandro Rossi, e con l’autore delle musiche Beppe Tranquillino, proposto in collaborazione con il festival Pazza Idea.

Il tema dell’integrazione dei cittadini stranieri in Italia torna anche nell’appuntamento successivo: alle 18 si proietta “Che fine faranno – Lettera aperta al Presidente della Repubblica”, un cortometraggio diretto da Giovanna Taviani e Davide Gambino, con musiche di Giuliano Taviani, in cui si narra l’incontro degli studenti di Enna con alcuni ragazzi giunti in Italia come minori non accompagnati e ospitati nei Centri di Accoglienza di Pergusa e di Aidone. Realizzato dal Comune di Enna e dalle scuole medie e superiori del territorio, il film chiede una risposta al grande quesito relativo alle storie personali delle migliaia di minori non accompagnati che tutti gli anni arrivano nel nostro Paese con la speranza di poter cambiare il loro destino. Presentato in anteprima all’undicesima edizione del Salina Doc Fest il 30 giugno scorso, il corto – ancora inedito – sarà presentato dall’autrice Giovanna Taviani.  

Ultimo film in visione per il pomeriggio di giovedì, alle 18.30, “Babylon Sisters”, per la regia di Gigi Roccati con musiche di Peppe Voltarelli. Liberamente ispirato al romanzo “Amiche per la pelle” della scrittrice indiana Laila Wadia, il lungometraggio (di 85 minuti) prende il titolo dalla sorellanza di un gruppo di donne di diverse etnie, che si uniscono nella lotta per la casa e finiscono per aprire una scuola di danza. Un film che «parla di nuove cittadinanze, e di persone che si uniscono per difendere i propri diritti e riscoprono la solidarietà e l’amicizia, proprio nella condivisione della sorte, con l’ironia e la gioia del vivere», come scrive nelle sue note di regia Gigi Roccati che al termine della proiezione sarà intervistato insieme a una delle protagoniste, Nav Gothra, dal musicologo e compositore Riccardo Giagni, conduttore “storico” degli incontri con gli ospiti di Creuza de Mà.

In serata, microfoni e riflettori si trasferiscono all’Auditorium del Conservatorio per un nuovo capitolo di Silent Movie, l’ideale sezione del festival dedicata alla sonorizzazione dal vivo di vecchie pellicole del cinema muto: sul palco, a partire dalle 21.15, il pianista e compositore Daniele Furlati, specializzato in musica per il cinema e collaboratore della Cineteca di Bologna, che accompagnerà col suo pianoforte la proiezione di “Nosferatu”, il film di Wilhelm Murnau, recentemente restaurato. Liberamente ispirata al noto romanzo dell’irlandese Bram Stoker, la pellicola, data 1922, si colloca nell’ambito dell’espressionismo ed è considerata il capolavoro del regista tedesco.

La seconda giornata cagliaritana di Creuza de Mà, venerdì 3 novembre, prende il via alle 10.00 nell’Aula Porrino del Conservatorio, dove Filippo Porcari prosegue la sua masterclass di tecnica del suono applicata al cinema, seguito, nella seconda parte della mattinata, da Gaetano Musso, fonico di missaggio per cinema e televisione con all’attivo circa ottanta collaborazioni, che guiderà gli allievi alla scoperta delle tecniche di mix e rumori.

Tutta all’insegna di “Napoli e i suoi mille colori” le serate di venerdì 3 e di sabato 4: un capitolo speciale che questa edizione del festival dedica alla città partenopea e al suo rapporto privilegiato con la musica per il cinema, esplorando colori, suoni e sfumature di una produzione autonoma e riconoscibile nella sua vena espressiva.

Si comincia dunque venerdì pomeriggio, alle 16, al Cinema Odissea, con la proiezione di “MaLaMènti”, per la regia di Francesco Di Leva con le musiche di Francesco Forni: un cortometraggio nato dall’esigenza di raccontare la sete di potere e la smania di prevaricazione insite nella società, in particolare nella criminalità organizzata, immaginando la pièce teatrale del “Calapranzi” di Pinter come un’ispirazione di umanità grottesca e disgregata. Presenta l’opera lo stesso Francesco Di Leva.

Alle 16.30 lo schermo è tutto per “Pino Daniele – Il tempo resterà”: canzoni e parole del cantautore scomparso nel gennaio del 2015 fanno da filo conduttore a un percorso emozionale tra i luoghi della sua Napoli, per raccontare la sua idea di musica in movimento perenne, come la società di quegli anni che Pino Daniele ha interpretato con una cifra innovativa e inimitabile. Al termine, Riccardo Giagni conversa con il regista del documentario, Giorgio Verdelli. 

Alle 18.00 si prosegue con il film d’animazione “La Gatta Cenerentola”, una fiaba che, partendo dal racconto seicentesco di Giambattista Basile e dall’opera di De Simone, racconta le due anime di Napoli, tra passato e presente, speranza e rassegnazione. Diretto da Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone, il film ha ricevuto una pioggia di premi alla settantaquattresima mostra del cinema di Venezia dello scorso settembre (Sezione Orizzonti).

A seguire, sarà ancora Riccardo Giagni a moderare l’incontro con Alessandro Rak, Marino Guarnieri e Dario Sansone, e, alle 21.00, quello con i compositori Pivio e Aldo De Scalzi, autori della colonna sonora dell’ultimo film in programma per la serata di venerdì 3, “Ammore e malavita”. Partendo dalla citazione di due “classici” di James Bond – “Si vive solo due volte” e “Una cascata di diamanti” -, il film diretto da Marco ed Antonio Manetti snoda la sua trama nella città partenopea e vede protagonista un boss della camorra che su idea della moglie decide di fingersi morto per liberarsi dai tanti oneri e pochi onori che la sua posizione gli impone.

Sarà l’ultima masterclass sul Suono nel Cinema ad aprire alle 10, sempre nell’Aula Porrino del Conservatorio, la mattina di sabato 4: si parla di montaggio e suono con Marco Spoletini, montatore per il cinema e la televisione, in sostituzione del previsto Alessio Doglione.

La mattinata propone poi, a mezzogiorno, “La parola a chi scrive musica per il cinema”: un incontro con l’Associazione Compositori Musiche da Film che vedrà la partecipazione di Riccardo Giagni (una lunga carriera nel settore della discografia in qualità di autore, arrangiatore e produttore per Matia Bazar, Miguel Bosé, Cristiano De André, e nel settore del cinema con colonne sonore per Marco Bellocchio, Mimmo Calopresti, Sabina Guzzanti) e dei genovesi Pivio e Aldo De Scalzi (autori di musiche per numerosi film e serie televisive, vincitori del David di Donatello per “Song’e Napule”, il Nastro d’argento e il Globo d’oro per “Il Bagno Turco” di Ferzan Ozpetek).

Nel pomeriggio, al Cinema Odissea, prosegue invece la sezione dedicata alla musica e al cinema napoletano con un focus Enzo Avitabile. Si comincia alle 16.00 con la proiezione di “Indivisibili” di Edoardo De Angelis, sei statuine agli ultimi David di Donatello, comprese quelle all’eclettico musicista partenopeo per la migliore canzone e la migliore colonna sonora: un film “sulla separazione e sul dolore che comporta”, protagoniste due gemelle siamesi che cantano ai matrimoni e alle feste e danno da vivere a tutta la famiglia, fino a quando non scoprono di potersi dividere.

Enzo Avitabile è anche il protagonista del successivo film in programma (alle 18.00), “Music Life”: un documentario che racconta la vita e il talento del musicista napoletano, classe 1955, firmato nel 2012 da Jonathan Demme, il grande regista statunitense scomparso lo scorso aprile. Poi, alle 21.00, gran finale per “Napoli e i suoi mille colori”: preceduto da un incontro con il pubblico presentato da Riccardo Giagni, Enzo Avitabile si esibisce in concerto all’Auditorium del Conservatorio accompagnato da Gianluigi Di Fenza alla chitarra classica e Emidio Ausiello alle percussioni. 

Creuza de Mà chiude la sua seconda parte l’indomani mattina – domenica 5 – a mezzogiorno, con un evento speciale proposto al centro d’arte e cultura ExMà (in via San Lucifero) in collaborazione con lo European Jazz Expo, il festival in programma a Cagliari da martedì 31 ottobre: tiene banco il trombonista Mauro Ottolini alla testa dei suoi Sousaphonix; a seguire il CinematiCA DJ set, una selezione di musica per film a cura di Gianmarco Diana, ideatore e conduttore dell’omonima trasmissione in onda sull’emittente cagliaritana Radio X, che concluderà la mattinata.