18 April, 2024
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Nel paese di Giovanni Pascoli, San Mauro Pascoli, in Romagna, l’8 agosto sarà protagonista la canzone d’autore italiana con il “Premio Pascoli in musica”.

L’ospite centrale sarà Eugenio Finardi che riceverà il 1° Premio Pascoli, ma durante la serata si terrà anche la finale del concorso per emergenti intitolato al poeta. A sfidarsi saranno: Gianluca Di Santo di Como, Forse Giorgio di Roma, Elisa Genghini di Rimini, Salamone di Palermo, Giacomo Scudellari di Ravenna, Rita Zingariello di Gravina di Puglia.

Nella Villa Torlonia Parco Poesia Pascoli, Finardi riceverà il premio per i suoi 40 anni di carriera indipendente, costellata da tantissimi testi entrati a far parte delle “antologie poetiche di vita quotidiana” di almeno tre generazioni. La consegna avverrà durante un incontro con il giornalista Enrico Deregibus, che condurrà anche l’intera serata. Il cantautore e rocker si esibirà poi in un live acustico esclusivo per la serata, portando in scena uno stralcio dello spettacolo “Finardimente in due” con il chitarrista Giuvazza, con il quale ha già realizzato due album.

Per quanto riguarda il contest, che inizierà alle 20.45, i finalisti presenteranno un proprio brano su poesie o su tematiche pascoliane che eseguiranno per la prima volta dal vivo l’8 agosto insieme al brano inedito con cui si sono iscritti.

Gianluca Di Santo proporrà il brano inedito “Colline solitarie” e metterà Pascoli in musica con “La mia sera”, mentre Forse Giorgio ci farà’ ascoltare il brano rap “Non aver paura di avere paura”e un inedito ispirato a una poesia di Pascoli. Elisa Genghini si presenterà con il brano “Sebastian” e la poesia in musica “L’aratro”. Salamone proporrà “Sandali” e, di Pascoli, “La Civetta”, mentre Giacomo Scudellari parteciperà con il brano “Come un igloo” mentre per Pascoli presenterà un inedito che immagina il poeta scrivere una lettera a una misteriosa dirimpettaia conosciuta a Messina centrata sui temi dell’amore, del ritorno al nido, della natura e della morte del padre. Rita Zingariello canterà invece “Il bacio della terra” e metterà in musica la poesia “Patria”.

Il concorso intende valorizzare la nuova e significativa scena di cantautori e cantautrici presenti in Italia e tenere viva la memoria di Giovanni Pascoli tra i giovani autori di testi e musiche della nuova canzone italiana. Chi vincerà il contest sarà poi ospite al MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza (che si terrà dal 28 al 30 settembre a Faenza).

La giuria sarà formata, fra gli altri, da Miro Gori (operatore culturale, presidente Sammaurondustria), Giordano Sangiorgi (operatore culturale, organizzatore MEI), Denis Ponti (responsabile Sammaurock), Fabio Bertozzi (direttore Banda Amici della Musica di San Mauro Pascoli), Daniela Esposito (ufficio stampa Strategie di Comunicazione).

Come ospite speciale della serata ci sarà Filippo Nigro. Il cantautore romano, che ha all’attivo tre dischi, ha musicato due poesie del poeta romagnolo, “Fides” e “Le monache di Sogliano”, con grande cura e attenzione così da meritare una targa da parte dell’organizzazione.

Sarà una serata veramente unica, sospesa tra la canzone d’autore e la grande poesia che ha fatto la storia della letteratura. L’iniziativa nasce da una idea del Mei – Meeting degli Indipendenti, coordinato da Giordano Sangiorgi, in collaborazione con il Comune di San Mauro Pascoli guidato dalla sindaca Luciana Garbuglia e con l’associazione culturale Sammauroindustria presieduta da Miro Gori, noto storico romagnolo.

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Penultimo appuntamento con JazzAlguer, la rassegna organizzata dall’associazione culturale Bayou Club-Events con la direzione artistica di Paolo Fresu, in corso dallo scorso dicembre ad Alghero. Ed è uno degli eventi più attesi in cartellone quello ospitato domani (venerdì 29 giugno) dalle Tenute Sella&Mosca, tra i principali partner della manifestazione, a una decina di chilometri dalla città di origine catalana in provincia di Sassari: in programma “L’art de l’encontre”, per una serata – con inizio alle 21,30 – che si annuncia ricca di emozioni con due artisti davvero capaci di parlare all’anima dell’ascoltatore con la forza delle parole e della musica: Eugenio Finardi, un cammino lungo oltre quarant’anni nel mondo della canzone d’autore, e Franca Masu, una delle voci più internazionali del panorama musicale mediterraneo.

I due artisti saranno al centro dei riflettori in momenti distinti, ognuno con il proprio gruppo e repertorio; ma il cantautore milanese (accompagnato da Giovanni “Giuvazza” Maggiore alle chitarre, Marco Lamagna al basso, Federica Finardi Goldberg al violoncello e Claudio Arfinengo alle percussioni) e la cantante algherese (con Oscar Del Barba al pianoforte, Fausto Beccalossi alla fisarmonica, Salvatore Maltana al contrabbasso e Massimo Russino alla batteria) avranno anche modo di incontrarsi sulle note di alcuni brani scelti per l’occasione. Un incontro ideato da Paolo Fresu, direttore artistico di JazzAlguer, sulla scorta di quello avvenuto quattro anni fa a Cagliari quando cantarono insieme “Amore diverso” sul palco di Sardegna chi_ama, il “concertone” dell’iniziativa di raccolta fondi per la ricostruzione delle scuole isolane colpite dall’alluvione del novembre 2013.

Eugenio Finardi fa tappa ad Alghero con il suo tour “Finardimente” che, dopo la stagione invernale nei teatri, si sposta all’aperto, abbracciando il clima più gioioso delle serate estive per accompagnare il pubblico in un percorso di racconti e considerazioni che toccheranno temi universali ma anche aneddoti intimi, generando un’ampia tavolozza di emozioni, dalle risate alla commozione. Uno show tra musica e parole in cui il cantautore, oltre a proporre brani fondamentali della sua lunga carriera, si sentirà anche libero di improvvisare lasciandosi influenzare dall’atmosfera e dalle suggestioni del pubblico.

Gioca invece “in casa” Franca Masu, che proporrà brani tratti in particolare dal suo sesto album, “Almablava”, e due inediti, oltre a una medley di canzoni algheresi. Voce passionale dalla versatile personalità, di formazione proveniente dal jazz, la cantante si è specializzata nel tempo in uno stile personalissimo scegliendo di cantare nella lingua catalana di Alghero una fusione di stili molto suggestiva, tra fado, musica napoletana, tango e sonorità arabeggianti, in un sapiente intreccio artistico tra memoria, poesia ed emozioni. Il suo è un repertorio raffinato che lascia ampio spazio all’interplay con i musicisti e che riesce a coinvolgere l’ascoltatore incrociando terre, storie di vita e mari del mondo.

Eugenio Finardi

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Sarà Filippo Nigro l’ospite speciale del neonato Premio Pascoli in Musica. Il cantautore emergente romano, che ha all’attivo tre dischi, ha musicato due poesie del poeta romagnolo, “Fides” e “Le monache di Sogliano”, con grande cura e attenzione così da meritare il palco della prima edizione del festival.

Ospite centrale sarà Eugenio Finardi che riceverà un premio alla carriera per i suoi 40 anni di carriera indipendente, costellata da tantissimi testi entrati a far parte delle “antologie poetiche di vita quotidiana” di almeno due generazioni. La consegna avverrà l’8 agosto in Romagna a San Mauro Pascoli nella Villa Torlonia Parco Poesia Pascoli, quando il cantautore e rocker terrà un incontro con il giornalista Enrico Deregibus e si esibirà in un live acustico esclusivo per la serata. Porterà in scena, infatti, uno stralcio dello spettacolo “Finardimente in due” con il chitarrista Giuvazza, con il quale ha già realizzato due album.

Durante la serata si terrà anche la finale del concorso per emergenti intitolato al poeta romagnolo. A sfidarsi saranno sette giovani artisti emergenti provenienti da tutta Italia: Gianluca Di Santo di Como, Forse Giorgio di Roma, Elisa Genghini di Rimini, Federico Pizzicannella di Marino di Roma, Salamone di Palermo, Giacomo Scudellari di Ravenna, Rita Zingariello di Gravina di Puglia.

I finalisti, oltre a proporre un loro brano inedito, presenteranno anche un brano su poesie o su tematiche pascoliane che eseguiranno per la prima volta dal vivo in quella occasione.

Gianluca Di Santo presenterà l’inedito “Colline solitarie” e metterà Pascoli in musica con “La mia sera”, mentre Forse Giorgio ci farà ascoltare il brano rap “Non aver paura di avere paura” e un inedito ispirato a una poesia di Pascoli sul tema della gioventù. Elisa Genghini si presenterà con il brano “Sebastian” e la poesia in musica “L’aratro”, mentre Federico Pizzicannella porterà sul palco il brano “Relle” e un brano inedito sulle tematiche pascoliane del fanciullino e del ritorno a casa intitolato “Andare lontano”. Salamone proporrà “Sandali” e “La Civetta” di Pascoli, mentre Giacomo Scudellari parteciperà con “Come un igloo” mentre per Pascoli presenterà un inedito che immagina il poeta scrivere una lettera a una misteriosa dirimpettaia conosciuta a Messina, lettera sui temi dell’amore, del ritorno al nido, della natura e della morte del padre. Rita Zingariello canterà invece “Il bacio della terra” e metterà in musica la poesia “Patria”.

Una serata sospesa tra la canzone d’autore giovanile e la grande poesia che ha fatto la storia della letteratura. Un incontro magico, unico nel panorama italiano, che non mancherà di suscitare grandi sorprese. Chi vincerà il contest sarà ospite al MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza (che si terra’ dal 28 al 30 settembre a Faenza), nella serata del Premio dei Premi di sabato 29 settembre.

Il bando del Premio Pascoli ha visto circa 100 iscritti da tutta Italia, ridotti nella fase di selezione dalla giuria coordinata da Giordano Sangiorgi a 14 artisti segnalati, da cui sono stati scelti i 7 finalisti. Gli altri segnalati sono: Anna Luppi, Luca Masperone, Igor Pitturi, Cristina Russo, Solmeriggio, Giulia Ventisette e Andrea Zoli.

Il concorso intende valorizzare la nuova e significativa scena di cantautori e cantautrici presenti in Italia e tenere viva la memoria di Giovanni Pascoli tra i giovani autori di testi e musiche della nuova canzone italiana.

L’iniziativa nasce da una idea del Mei – Meeting delle Etichette Indipendenti (che tornerà a Faenza per la sua nuova edizione dal 28 al 30 settembre prossimo), coordinato da Giordano Sangiorgi, in collaborazione con il Comune di San Mauro Pascoli guidato dalla sindaca Luciana Garbuglia e con l’associazione culturale Sammauroindustria presieduta da Miro Gori, noto storico romagnolo.

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È uno degli appuntamenti di spicco nel ricco cartellone di JazzAlguer, la rassegna organizzata dall’associazione culturale Bayou Club-Events con la direzione artistica di Paolo Fresu, che dallo scorso dicembre (e fino al prossimo 21 luglio) celebra ad Alghero (Ss) la sua prima edizione. Venerdì 29 giugno, le Tenute Sella&Mosca, tra i principali partner della manifestazione, ospitano “L’art de l’encontre”: protagonisti della serata (con inizio alle 21.30) Eugenio Finardi, un cammino lungo oltre quarant’anni nel mondo della canzone d’autore, e Franca Masu, una delle voci più internazionali del panorama musicale mediterraneo.

I due artisti saranno al centro dei riflettori in momenti distinti, ognuno con il proprio gruppo e repertorio; ma il cantautore milanese (che fa tappa con il suo tour “Finardimente” accompagnato da Giovanni “Giuvazza” Maggiore alle chitarre, Marco Lamagna al basso, Federica Finardi Goldberg al violoncello e Claudio Arfinengo alle percussioni) e la cantante algherese (con Oscar Del Barba al pianoforte, Fausto Beccalossi alla fisarmonica, Salvatore Maltana al contrabbasso e Massimo Russino alla batteria) avranno anche modo di incontrarsi sulle note di qualche brano scelto per l’occasione.

De “L’art de l’encontre” si parlerà questo venerdì mattina (15 giugno) ad Alghero nel corso di una conferenza stampa in programma alle 10.30 a Lo Quarter. Con Franca Masu e con il direttore artistico di JazzAlguer Paolo Fresu, parteciperanno all’incontro il sindaco di Alghero Mario Bruno, l’assessora alle Politiche culturali, turistiche e dell’istruzione Gabriella Esposito, e Antonio Posadinu, direttore delle relazioni esterne di Sella&Mosca.

Eugenio Finardi

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Sarà Eugenio Finardi a ricevere il premio alla carriera del neonato “Premio Pascoli per la musica” dedicato a Giovanni Pascoli. La consegna avverrà l’8 agosto in Romagna a San Mauro Pascoli nella Villa Torlonia Parco Poesia Pascoli, quando il cantautore e rocker terrà un incontro con intervista e si esibirà in un live acustico esclusivo per la serata.

Sono stati intanto selezionati i finalisti del concorso per emergenti che si confronteranno nella stessa serata. Sono: Gianluca Di Santo di Como, Forse Giorgio di Roma, Elisa Genghini di Rimini, Federico Pizzicannella di Marino di Roma, Salamone di Palermo, Giacomo Scudellari di Ravenna, Rita Zingariello di Gravina di Puglia.

I finalisti dovranno realizzare un brano su poesie o su tematiche pascoliane che eseguiranno per la prima volta dal vivo l’8 agosto insieme al brano inedito con cui si sono iscritti.

Il bando ha visto circa 100 iscritti da tutta Italia, ridotti nella fase di selezione dalla giuria coordinata da Giordano Sangiorgi a 14 artisti segnalati, da cui sono stati scelti i 7 finalisti. Gli altri segnalati sono: Anna Luppi, Luca Masperone, Igor Pitturi, Cristina Russo, Solmeriggio, Giulia Ventisette e Andrea Zoli.

Il concorso intende valorizzare la nuova e significativa scena di cantautori e cantautrici presenti in Italia e tenere viva la memoria di Giovanni Pascoli tra i giovani autori di testi e musiche della nuova canzone italiana.

L’iniziativa nasce da una idea del Mei – Meeting delle Etichette Indipendenti (che tornerà a Faenza per la sua nuova edizione dal 28 al 30 settembre prossimo), coordinato da Giordano Sangiorgi, in collaborazione con il comune di San Mauro Pascoli guidato dalla sindaca Luciana Garbuglia e con l’associazione culturale Sammauroindustria presieduta da Miro Gori, noto storico romagnolo.

Eugenio Finardi, intervistato da Enrico Deregibus, porterà in scena uno stralcio dello spettacolo “Finardimente in due” con il chitarrista Giuvazza, con il quale ha già realizzato due album.

Ogni serata è uno spettacolo a sé e l’unica costante è il senso di libertà con cui Finardi affronta il suo vasto repertorio assecondando i propri umori e quelli del pubblico, col quale stabilisce un rapporto profondo e spontaneo. Lo stesso rapporto che lo lega da un decennio al chitarrista Giovanni Maggiore (alias Giuvazza), promettente cantautore e affermato musicista della scena torinese.

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«Ha un senso un’altra rassegna di jazz in Sardegna? Crediamo di sì. Soprattutto se questa si consuma nella città più bella dell’isola. Città catalana che offre non solo spiagge incontaminate e natura selvaggia ma anche un centro storico vivo e una lingua arcaica. E ha un senso se ciò avviene coinvolgendo le migliori menti creative della città. Costruendo così una serie di eventi di respiro internazionale, collocandoli in un momento diverso rispetto alla ricca proposta estiva e incentivando la destagionalizzazione turistica e culturale.»

Così Paolo Fresu nelle righe introduttive della sua presentazione della prima edizione di JazzAlguer, rassegna in programma ad Alghero a partire dal prossimo 23 dicembre, di cui il trombettista firma la direzione artistica: un gustoso cartellone di concerti e altri appuntamenti che si succederanno con cadenza mensile (e quasi sempre di sabato) fino a luglio, trovando una cornice di volta in volta diversa in alcuni dei luoghi notevoli della cittadina catalana: il Teatro Civico, la Cattedrale , le chiese di San Francesco e di San Michele, lo slargo de Lo Quarter, i bastioni cinquecenteschi della Muralla e, fuoriporta, le tenute della storica cantina Sella&Mosca e l’ex colonia penale di Tramariglio, sede del Parco di Porto Conte.

In arrivo nomi di primo piano della scena jazzistica nazionale e internazionale: lo stesso Paolo Fresu con il Laudario di Cortona arrangiato insieme al bandoneonista Daniele di Bonaventura ed eseguito in quartetto insieme all’Orchestra da Camera di Perugia e al Gruppo vocale Armonioso incanto: Filomena Campus, la cantante sarda trapiantata da tempo a Londra, con il suo quartetto inglese; il pianista Enrico Pieranunzi in solo tra jazz e classica; una formazione storica come i Cadmo, attesi per una reunion, dopo tanti anni, in un concerto unico proprio nella cittadina dove videro la luce nel lontano 1973; il progetto “Trigono” che riunisce il contrabbassista Marco Bardoscia, il quartetto d’archi Alborada e la pianista Rita Marcotulli. Serata all’insegna delle voci con Eugenio Finardi e con la cantante Franca Masu, prima del gran finale, il 21 luglio, con il grande sassofonista norvegese Jan Garbarek e il suo gruppo.

Fra tanti nomi noti, ci sarà spazio anche per i talenti emergenti con un apposito contest dedicato alle giovani formazioni europee e in particolare dell’area mediterranea. JazzAlguer parteciperà inoltre alla giornata internazionale del jazz, l’appuntamento annuale del 30 aprile, istituito dall’UNESCO. 

Tanta musica da ascoltare, dunque, ma anche momenti di incontro per il pubblico con i protagonisti dei concerti. Perché JazzAlguer vuole essere una rassegna rivolta a tutti, come suggerisce il sottotitolo della manifestazione, “Música per tots”, e come si addice a una città che si affaccia sul mare, ponte di giunzione tra Africa e Europa, tra Spagna e Italia, aperta agli incontri e allo scambio: prerogative che stanno alla base della storia e della filosofia anche del jazz.

Eugenio Finardi

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Inizia oggi, a Giba, il Festival “Boxis de Perda” , una tre giorni di concerti live in un piccolo paese del Sulcis.

Questa sera si alterneranno diversi gruppi con musica rap e rock. Spicca il nome del gruppo Golaseca ed il gruppo Menhir.

Organizzato dalla Pro Loco di Giba assieme all’Associazione Folkloristica Luciano Loi e al comune di Giba e sponsorizzato da aziende sarde come Cantina Mesa, E.JA SpA, Birra Ichnusa, Cantina Giba, il festival della durata di tre giorni è ricco di appuntamenti dalla mattina sino alla sera. 

«Si potrà assistere alla preparazione e degustazione del pane, partecipare a seminari sulle tradizioni alimentari, si terranno incontri letterari, e ci si potrà immergere nel passato grazie alla riscoperta di giochi antichi sardi; si potrà assistere a diversi spettacoli e concerti e si potrà dormire sotto un cielo stellato, in quanto vi è la possibilità di fare campeggio – spiega Roberto Cossu, voce e autore dei testi del gruppo Golaseca –Giba è un piccolo paese del Sulcis, un paese che si sta spopolando, ma ricco delle sue tante tradizioni. Credere in un festival organizzato a Giba, un evento meraviglioso in una piccolissima realtà, sarà un modo per far nascere una scintilla negli abitanti di questo piccolo centro. Le vere eccellenze, le vere tradizioni e autenticità delle piccole realtà non possono essere dimenticate.»

I Golaseca nascono a Carbonia dall’incontro tra Roberto Cossu ed alcuni musicisti locali, subito dopo la loro popolarità sale a livello nazionale a seguito delle proteste e dell’occupazione dell’Alcoa di Portovesme, dove alcuni membri della band lavorano, diventando veri e propri esportatori musicali della protesta. Amano definire il loro genere come “Rock Fiabesco”, molto vicini alla musica mediterranea, per suoni e identità, tuttavia nei loro brani è presente una forte influenza sarda. Cantano alla propria terra sedotta, usata e depredata da uno Stato distratto, che per anni ha conquistato l’isola come una splendida donna, per poi abbandonarla. Tutti questi eventi segnati dalle lotte in corso all’Alcoa e su tutta l’isola portano la band a comporre “La rogna dei Re” un brano che troverà un forte impatto mediatico anche sul sito dell’Ansa.

Tra il 2011 e il 2014, nonostante qualche modifica nell’Ensemble che porterà a una rodata stabilità, riescono a comporre un Demo e a vincere diverse Rassegne, tra le più importanti il contest dell’Unione Sarda (storico giornale dell’isola), il FestivalPub Italia (con la presenza di Radio e Video Italia) e l’Accademy di Sanremo. Inoltre apriranno i concerti di Eugenio Finardi, Pino Scotto e suoneranno con Omar Pedrini, leader dei Timoria, e Franco Caforio, batterista storico dei Litfiba.

I Golaseca sono orgogliosi di aver partecipato e di esser stati presentati da Fiorella Mannoia al live in piazza San Giovanni a Roma davanti a 100mila persone (diretta nazionale Rai News 24 & Sky Tg 24). Tra il 2013 e il 2014, grazie alla collaborazione con 2 registi isolani, pubblicano ben 3 video musicali con migliaia di visualizzazioni su Youtube.

I Golaseca sono stati tra gli otto finalisti nella sezione giovani alla quarta edizione del Premio Pierangelo Bertoli, che si è tenuta a Modena il 26 novembre scorso, al Teatro Storchi, con il singolo “Sud dei Sud”, brano dedicato all’integrazione, un chiaro rifiuto in chiave rock del razzismo fomentato da una certa parte politica. Il video del brano è interpretato da attori non professionisti di varie nazionalità.

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I Golaseca nascono a Carbonia dall’incontro tra Roberto Cossu ed alcuni musicisti locali, subito dopo la loro popolarità sale a livello nazionale a seguito delle proteste e dell’occupazione dell’Alcoa di Portovesme, dove alcuni membri della band lavorano, diventando veri e propri esportatori musicali della protesta. Amano definire il loro genere come “Rock Fiabesco”, molto vicini alla musica mediterranea, per suoni e identità, tuttavia nei loro brani è presente una forte influenza Sarda. Cantano alla propria terra sedotta, usata e depredata da uno Stato distratto, che per anni ha conquistato l’isola come una splendida donna, per poi abbandonarla. Tutti questi eventi segnati dalle lotte in corso all’Alcoa e su tutta l’isola portano la band a comporre “La rogna dei Re” un brano che troverà un forte impatto mediatico anche sul sito dell’Ansa.

Tra il 2011 e il 2014, nonostante qualche modifica nell’Ensemble che porterà a una rodata stabilità, riescono a comporre un Demo e a vincere diverse Rassegne, tra le più importanti il contest dell’Unione Sarda (storico giornale dell’isola), il FestivalPub Italia (con la presenza di Radio e Video Italia) e l’Accademy di Sanremo. Inoltre apriranno i concerti di Eugenio Finardi, Pino Scotto e suoneranno con Omar Pedrini, leader dei Timoria, e Franco Caforio, batterista storico dei Litfiba.

I Golaseca sono orgogliosi di aver partecipato e di esser stati presentati da Fiorella Mannoia al live in piazza San Giovanni a Roma davanti a 100mila persone (Diretta nazionale Rai News 24 & Sky Tg 24). Tra il 2013 e il 2014, grazie alla collaborazione con 2 registi isolani, pubblicano ben 3 video musicali con migliaia di visualizzazioni su Youtube.

I Golaseca sono stati tra gli otto finalisti nella sezione giovani alla quarta edizione del Premio Pierangelo Bertoli, che si è tenuta a Modena il 26 novembre scorso, al Teatro Storchi, con il singolo “Sud dei Sud”, brano dedicato all’integrazione, un chiaro rifiuto in chiave rock del razzismo fomentato da una certa parte politica. Il video del brano è interpretato da attori non professionisti di varie nazionalità.

Roberto Cossu, originario di Cortoghiana, è la voce e l’autore dei testi del gruppo Golaseca.

Ascoltando i tuoi testi troviamo espressioni legate ad un impegno civile, sociale e politico contro il sistema attuale e come ex operaio cassaintegrato Alcoa di Portovesme, cosa ne pensi dello sviluppo industriale in Sardegna?

«Vivo un conflitto di interesse di cuore. Sono cresciuto in una terra di minatori e operai che hanno lavorato duramente con tantissime difficoltà, anche io ho lavorato dentro un sistema alienante pertanto conosco bene le dinamiche e le logiche politiche. Una parte di me riconosce l’utilità delle industrie e delle fabbriche le quali hanno dato per tanto tempo un lavoro stabile a diversi sardi, ma con il passare del tempo tutto ciò si è rivelato un sistema fallimentare che vede la nostra terra usata, sfruttata ed ecologicamente distrutta.»

Avete raggiunto tante vette, vinto diverse rassegne quali il Festival Pub Italia e l’Accademia di Sanremo. Siete oramai riconosciuti a livello nazionale, avendo aperto diversi concerti da Eugenio Finardi a Pino Scotto, avete lavorato fianco a fianco ad artisti illustri come Fiorella Mannoia e Piero Pelù e tutto ciò vi ha sicuramente confermato la validità del vostro progetto. Ma qual è esattamente la vostra missione? Il vostro credo?

«La nostra missione principale è quella di stimolare le persone affinché si armino e l’unica arma da utilizzare (parlo da pacifista) è la “cultura”. E’ necessaria, la consapevolezza che solo attraverso la cultura, il popolo sardo potrà essere autonomo, sicuro di sé, cosciente della propria identità, evitando la pericolosità di seguire senza riflessione qualsiasi proposta. A tal proposito, vi racconto un breve aneddoto: mi trovavo come ospite in un Teatro, nel giorno de Sa die de sa Sardegna e dopo vari interventi celebrativi chiesi la parola per un breve intervento. Ordinai, a tutti i presenti, con tono poco ortodosso, dialzarsi in piedi e di stare zitti. Senza esitazione, tutti obbedirono. A quel punto feci notare  che tutti, senza porsi domande, senza nemmeno conoscermi, fecero ciò che chiesi.

Questo è ciò che succede al popolo sardo da ormai 100 anni: obbediscono a uno sconosciuto senza porsi domande, questo è il nostro più grande difetto.»

Nei tuoi testi evidenzi il forte legame con la cultura sarda, la tua musica si trasforma in impegno educativo?

«Una persona che ha cultura si pone delle domande, e ovviamente la cultura non si ottiene solamente con un titolo di studio, inizia dal nostro vissuto e dal nostro passato, dalla conoscenza della storia della Sardegna, quella stessa storia che si dovrebbe insegnare ai bambini sin dalle elementari, occorrerebbe conoscere le tradizione del nostropopolo, la lingua o meglio la Limba perché senza tutto ciò la nostra identità scomparirà inevitabilmente.»

I Golaseca cantano anche in sardo?

«Ovviamente, il sardo è ben radicato in noi e abbiamo scelto di non cantare solamente in italiano ma anche nella nostra lingua.»

I vostri testi spesso sono provocatori, un canto sociale, politico, di protesta dove esprimete il malessere attuale diffuso nei confronti della Politica. Quali sono i limiti dei sardi? E quali le soluzioni?

«I sardi in troppe situazioni hanno rinunciato alla libertà di poter decidere a casa loro. Non amo sentirmi una colonia, non sopporto i sussidi, non sopporto che il nostro pecorino venga copiato, i problemi sono tanti e i colpevoli di tutto ciò siamo proprio noi sardi.

Manca l’ unione tra noi, manca l’imprenditoria in Sardegna.

La politica è il rispecchio della società, d’altronde siamo noi che scegliamo chi votare.

Ogni giorno ci sarebbero delle battaglie da fare, incendi, inquinamento, bonifiche non effettuate e nessuno dice nulla. Perché?

Forse perché siamo un popolo povero, e la povertà genera ignoranza e ricatto.

La politica tende a speculare il prossimo, e attualmente è rappresentata da chi gestisce le stanze dei bottoni, oltretutto come ben sapete il politico è colluso con la finanza. La cultura identitaria è la nostra salvezza. Ho tanta speranza, altrimenti sarei andato via dalla mia terra, invece resto qui, vivo in Sardegna, e combatto dando il mio piccolo contributo in termini di comunicazione.»

Nei vostri testi c’è tanta rabbia ma anche tanto amore. Dove trovate l’ispirazione?

«In passato ho cantato con rabbia e sofferenza, ma con il tempo ho compreso che non era la giusta via da seguire. Il nostro messaggio deve arrivare a più persone possibili pertanto abbiamo deciso di raccontare la rabbia sociale, le disuguaglianze sociali con un sorriso musicale. Un modo di cantare molto dolce, raccontando delle storie, aride realtà, ma in maniera dolce, per questo amiamo definire il nostro genere Rock Fiabesco. Una fiaba amara che deve arrivare a tutti in maniera dolce. Ovviamente la mia Musa ispiratrice per i testi che scrivo è la nostra Madre Terra, la Sardegna.

Vivo in Sardegna e mi sento a casa in ogni angolo della mia terra, non mi sento a casa quando visito luoghi sardi tipo Costa Smeralda, dove i prezzi sono alle stelle, dove la gestione non è nostra, con spiagge private e ciò non mi piace affatto.»

Esistono aziende, istituzioni che vi supportano in questa battaglia e impegno civile?

«Fortunatamente c’è stato l incontro con E.JA. E.JA è la prima azienda sarda, i primi imprenditori che hanno creduto e che continuano a credere nel progetto di Golaseca. All’inizio è stato destabilizzante emotivamente, mi trovavo boicottato nella mia stessa terra, non volevo entrare nel classico giro musicale e il vedere un azienda seria come E.JA scegliere di appoggiarci è stato bellissimo, una sensazione particolare che non avevo mai provato. Per un attimo mi son sentito come Don Chisciotte che (invece di combattere) parlava ai mulini a vento.»

Qual è l’etica che unisce Golaseca e E.JA? Due realtà molto diverse: un gruppo musicale unito ad un azienda sarda che commercia energia elettrica.

«E.JA mi ha colpito profondamente per il suo respiro sardo, mi ha fatto dimenticare la rincorsa al denaro e ha stimolato in noi la qualità dei messaggi da dover diffondere. E’ un azienda che comunica in sardo, un azienda che utilizza abbigliamento sardo, consuma sardo e assume tanti ragazzi sardi.

E’ un’azienda che sponsorizza gli antichi mestieri, il pastore e la sua pecora, come Desolina e il suo pastore, sponsorizza le feste, come il Palio degli asinelli, la Sartiglia, aiuta lo sport, la musica e diffonde la cultura come l’ultimo progetto da loro finanziato che vede Anthony Muroni realizzare una serie di documentari per dar voce alla Sardegna più  autentica, quella che potrebbe scomparire per sempre. E.JA a mio avviso dà voce alla Sardegna ma non a fueddus, nei fatti. Questa è l’etica che ci unisce a loro, ed è la giusta sinergia che vede lavorare assieme artisti e aziende»

Il nome Golaseca cosa significa?

«Golaseca è un nome che deriva dal paese di mio padre “Ulatirso”, Ula significa gola, quindi la gola del Tirso, situato nel territorio del Lago Omodeo. Ero piccolo e nel periodo di grave siccità mio nonno disse: “Ocannu puru sa ula est sica”, e io gli chiesi come potessero crescere degli alberi altissimi senz’acqua.

Mio nonno mi disse che quando gli alberi hanno sete, spingono le proprie radici in profondità alla ricerca dell’acqua e più le radici sono profonde più il tronco dell’albero sarà solido e resisterà alle intemperie della vita.

“Golaseca” è quindi una metafora della vita: una terra difficile e arida di idee che cerca instancabilmente di resistere, con radici sarde profonde. Il mio obiettivo è vedere tutti i sardi uniti, dalla punta più alta del nord sino alla punta più bassa del sud, lontani dalle gelosie e da vecchi attriti che hanno sempre diviso il popolo e come ben sappiamo un popolo diviso è facilmente governabile. Di contro invece un popolo unito può far paura a chiunque.»

Dove potremo ascoltarvi?

«Potete seguirci su Facebook, dove saranno pubblicati tanti prossimi appuntamenti in Sardegna e in Italia. Vi invito al Festival denominato “Boxis de Perda” che si terrà a Giba organizzato assieme alla Pro Loco di Giba, all’Associazione Folkloristica Luciano Loi e al comune di Giba e sponsorizzato da E.JA e da altre aziende come Cantina Mesa, Cantina Giba e Ichnusa, previsto per tre giornate 18-19-20 agosto, ricche di appuntamenti, dalla mattina alla sera. Una tre giorni, dove si potrà assistere alla preparazione del pane, partecipare a seminari sulle tradizioni alimentari, si terranno incontri letterari, e ci si potrà immergere nel passato grazie alla riscoperta di giochi antichi sardi; si potrà assistere a diversi spettacoli compreso il nostro concerto che si terrà la sera del 18 agosto e si potrà dormire sotto un cielo stellato, in quanto vi è la possibilità di fare campeggio.

Giba è un piccolo paese del Sulcis, un paese che si sta spopolando, ricco di tante tradizioni.

Credere in un festival organizzato a Giba, un evento meraviglioso in una piccolissima realtà, sarà un modo per far nascere una scintilla negli abitanti di questo piccolo centro, una scintilla che racchiude la speranza e la voglia di rinascita, una voglia di fare e di investire su se stessi. E’ proprio dai piccoli paesi che bisogna iniziare, perché le vere eccellenze, le vere tradizioni e autenticità, si trovano nelle piccole realtà.»

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L’armonica a bocca sarà la protagonista assoluta questa sera, al festival blues “Narcao Blues”, che nell’edizione di quest’anno (la numero ventisette) onora la memoria di un grande interprete proprio di quello strumento a fiato: l’americano James Cotton, nome di spicco  a Narcao cinque estati fa, venuto a mancare lo scorso marzo, quasi ottantaduenne; un musicista che è stato capace di trasformare l’armonica in una “nave a vapore, un treno, un sassofono, un uragano, un usignolo”, come scrisse in un suo numero la celebre rivista statunitense Down Beat

A salire per primo, alle 21.30, sul palcoscenico di piazza Europa sarà una vecchia conoscenza del festival nel paese dell’alto Sulcis: Fabio Treves, tra i musicisti più importanti della scena blues nazionale, che ha festeggiato di recente i suoi prolifici quarant’anni di carriera (nel 2014 ha ricevuto l’Ambrogino d’oro dal Comune di Milano per i suoi meriti artistici), quattro decenni percorsi con coerenza e passione sulla lunga e tortuosa strada della “musica del diavolo”: un cammino cominciato nel 1974 quando l’allora ventiquattrenne armonicista lombardo fonda la Treves Blues Band con l’intento di divulgare i valori del blues, le sue storie e i suoi impareggiabili interpreti. Unico italiano ad aver condiviso il palcoscenico con Frank Zappa, “il puma di Lambrate” ha suonato nel corso della sua carriera con pilastri del genere come Sunnyland Slim, Johnny Shines, Homesick James, Billy Branch, Dave Kelly, Paul Jones, Alexis Korner, Bob Margolin, Sam Lay, David Bromberg, Eddie Boyd e Mike Bloomfield, ha ospitato nei suoi dischi e dal vivo Roy Rogers, Chuck Leavell, Willy DeVille, John Popper, Linda Gail Lewis, Warren Haynes e ha prestato la sua armonica anche a molti artisti italiani, come Angelo Branduardi, Pierangelo Bertoli, Elio e le Storie tese, Eugenio Finardi, Ivan Graziani, Shel Shapiro, Francesco Baccini, Giorgio Conte, Marco Ferradini, Riccardo Cocciante. Domani sera (giovedì 20) si presenterà al pubblico di Narcao alla testa della Treves Blues Band, affiancato da Ale “Kid” Gariazzo (chitarre, mandolino, ukulele, lap steel, voce), Gabriele “Gab D” Dellepiane (basso) e Massimo Serra (batteria, percussioni). 

Alle 22.30 un altro gradito ritorno sotto le stelle del Sulcis: il secondo set vedrà infatti al centro dei riflettori Charlie Musselwhite, autentico genio dell’armonica a bocca, artista rivoluzionario sin dai primi anni Sessanta, capace sempre di innovare e rinnovarsi ma rimanendo allo stesso tempo fermamente legato alle radici del blues. Accanto a lui, sul palco di piazza Europa, Matt Stubbs alla chitarra, Randy Bermudes al basso e June Core alla batteria. Nato nel 1944 da una famiglia di manovali a Kosciusko, nel Mississippi, cresciuto a Memphis dove, ancora ragazzino, lavora come scavatore, è a Chicago che Charlie Musselwhite inizia a costruire la sua carriera di bluesman: di giorno fa il manovale, la sera si intrattiene nei club coltivando amicizie con musicisti come Little Walter, Big Walter, Sonny Boy Williamson, Big Joe Williams, Muddy Waters e Howlin’ Wolf  e  iniziando a venire pagato per suonare nel quartiere dove vive nel South Side. La sua singolare vocalità, la sua melodica armonica e il sound profondamente country blues della sua chitarra, accompagnano perfettamente le sue spesso autobiografiche e memorabili canzoni originali nate nel corso di una carriera costellata di premi e riconoscimenti e che conta oltre trenta album all’attivo, dal primo “Stand Back! Here Comes Charlie Musselwhite’s South Side Band” del 1967, ai più recenti “Get Up!” con Ben Harper, del 2013, e “I Ain’t Lyin’…”, un live del 2015.

Spenti i riflettori sul palco di piazza Europa, la notte a Narcao proseguirà all’insegna dell’armonica anche con l’appuntamento dopo concerto, in località Santa Croce. A tenere banco, stavolta, il giovane talento isolano Moses Concas, musicista che lo scorso anno ha riscosso ampi consensi di pubblico e critica conquistando la corona dell’Italia’s Got Talent (programma televisivo basato sul format anglo-statunitense Got Talent, ideato da Simon Cowell) con il suo trascinante mix di armonica e beatbox: una scelta stilistica maturata attraverso un percorso artistico che dalla Sardegna l’ha portato a viaggiare per l’Europa per approdare successivamente nella ricca e multietnica scena londinese. 

Venerdì 21 luglio il festival vivrà la sua terza serata interamente a stelle e strisce con i concerti del chitarrista Eric Sardinas e del poliedrico Otis Taylor, mentre nel dopo concerto saranno ancora i Superdownhome, già in azione nella serata inaugurale, ad accompagnare ai confini dell’alba la penultima notte della rassegna. 

Il biglietto intero per l’ingresso a ciascuna serata del festival in programma in piazza Europa costa 12 euro, il ridotto 10. 30 euro il prezzo dell’abbonamento per le quattro serate. Prevendita nei punti vendita del circuito Box Office Sardegna.

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Verrà inaugurato sabato 15 aprile, alle 10.00, al Palazzo del Marchese, il museo multimediale dedicato ad Andrea Parodi, originario della città turritana.

È l’approdo di una mostra inaugurata nel 2011 all’Antico Palazzo di Città di Cagliari, dove è rimasta per 10 mesi, per poi essere ospitata nel Museo Etnografico di “Sa Domo Manna” a Villanova Monteleone nel 2014 e a “Casa Fenudi” a Ottana nel 2015-2016.

Nelle diverse stanze del Palazzo del Marchese saranno installati degli schermi che raccontano la quotidianità vissuta da Andrea Parodi a Porto Torres sin dall’età giovanile, gli esordi musicali con i Sole Nero, il Coro degli Angeli, le collaborazioni con Gianni Morandi, la nascita dei Tazenda e le esibizioni da solista.

Nelle varie sale troveranno spazio i video in cui Parodi si raccontava frequentemente, ma ci saranno anche dispositivi per ascoltare i brani più celebri e si potrà assistere a proiezioni di filmati inediti, apparizioni televisive e concerti.

La mostra è stata realizzata nel 2010 grazie ad un contributo della Regione Autonoma della Sardegna e viene allestita a Porto Torres grazie al sostegno dell’Amministrazione Comunale, che ha anche organizzato per l’occasione una serie di concerti. Il 15 aprile in piazza Umberto I si aprirà con i Tazenda, gruppo di cui Andrea Parodi è stato leader negli anni ’90. Sarà la “Data Zero” del loro tour 2017.

Il 17, giorno di Pasquetta, il Parco di Balai ospiterà, alle 19.00, i vincitori del Premio Parodi 2016, i siciliani Pupi di Surfaro, nell’ambito del progetto “I concerti del Premio Parodi”. Nel pomeriggio si esibiranno inoltre il Gruppo folk Santu Bainzu, i Golaseca e e Dj Voka con il vocalist Pier Mario Lai.

Gran finale ancora nel Parco di Balai il 25 aprile, alle 17.00, con il concerto di Eugenio Finardi “40 anni di musica ribelle”. In apertura il concerto dei Mildred.

Prosegue nel frattempo il bando del concorso dedicato all’artista sardo, l’unico concorso italiano di world music. Le finali della decima edizione si terranno a Cagliari dal 12 al 14 ottobre con la direzione artistica di Elena Ledda.

Il concorso è gratuito ed aperto ad artisti di tutto il mondo. Le domande di iscrizione dovranno essere inviate entro e non oltre il 31 maggio 2017, tramite il format presente su www.fondazioneandreaparodi.it (per informazioni: fondazione.andreaparodi@gmail.com).

Il Premio Andrea Parodi è realizzato grazie al contributo della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione di Sardegna, del Comune di Cagliari e alla collaborazione di partner e media partner.