3 May, 2024
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I minatori della miniera di bauxite di Olmedo hanno raggiunto in cima al duomo di Sassari gli operai del Geoparco che occupano il tetto di San Nicola da cinque giorni.

L’incontro fra i due presìdi di protesta unisce due vertenze fondamentali per il territorio: le tute arancioni di Olmedo da oltre un mese stanno occupando la miniera per chiedere che la Regione Sardegna trovi una soluzione alla lunga agonia del giacimento di bauxite.

Mentre i lavoratori ex Ati-Ifras, fino al 31 dicembre scorso impiegati come manutentori nei vari siti del parco geominerario, aspettano che il piano di ricollocamento proposto dalla Regione tre giorni fa diventi operativo, e chiedono che non lasci fuori nemmeno una persona delle 520 parcheggiate in disoccupazione da nove mesi.

La delegazione di minatori guidata dai segretari generali della Filtcem Cgil Femca Cisl e Ugl Chimici, Gianfranco Murtinu, Luca Velluto e Simone Testoni, ha portato la solidarietà e pieno sostegno agli uomini dell’ex Ati-Ifras sul Duomo di Sassari. 

La promessa degli ex lavoratori Ati-Ifras è stata: «Presto verremo in miniera, ed assieme, se non ci saranno risoluzioni positive uniremo le forze per farci sentire in maniera univoca».

Successivamente, insieme ai loro rappresentanti sindacali i minatori, hanno incontrato il prefetto di Sassari, Giuseppe Marani, a cui hanno riferito sulla situazione nel sito minerario e della loro condizione attuale. Il dottor Marani, ha ascoltato con attenzione quanto riportato dai rappresentanti sindacali, dimostrando di conoscere la situazione e acquisendo dettagli utili per monitorare il proseguo della vertenza, dichiarando la propria disponibilità a dialogare con le istituzioni preposte con il fine di individuare, al più presto, una soluzione positiva per i minatori ed il giacimento di Olmedo.

    

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Prefetture, Regione e Vigili del Fuoco si sono confrontati questa mattina a Cagliari, nella sede della Prefettura del capoluogo, sulla gestione dell’antincendio in Sardegna. All’incontro, concordato con il prefetto Tiziana Giovanna Costantino, hanno partecipato i prefetti Carolina Bellantoni (Nuoro), Giuseppe Guetta (Oristano) e Giuseppe Marani (Sassari), l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano, accompagnata dal comandante del Corpo Forestale di Vigilanza Ambientale, Gavino Diana, dal direttore generale della Protezione civile, Graziano Nudda, e dal capo di Gabinetto, Franco Corosu, nonché i rappresentanti del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco. Tutti hanno sottolineato l’importanza di affrontare la campagna antincendi in modo coordinato e sinergico, con spirito di collaborazione.

L’assessore Spano ha confermato la disponibilità a firmare al più presto la convenzione – da 600mila euro, a fronte dei 430mila stanziati in bilancio – e spiegato che nella prossima seduta di Giunta sarà approvato il disegno di legge di variazione di bilancio che consentirà di garantire la copertura anche dei restanti 170mila euro. Tutte le parti presenti hanno convenuto sulla necessità di arrivare prima possibile alla firma della convenzione.

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La commissione regionale per le Pari opportunità mette a segno una delle prime proposizioni avanzate fin dal giorno dell’insediamento a febbraio: un giro di consultazioni nei territori per incontrare tutte le protagoniste che a vario titolo lavorano per l’affermazione dei diritti delle donne.

Prima tappa ieri a Sassari, nella sala Angioy della Provincia, con una grande partecipazione da parte delle autorità e istituzioni pubbliche, tra cui il prefetto Giuseppe Marani, le assessore ai servizi sociali dei comuni di Sassari ed Alghero Monica Spanedda e Marisa Castellini, le commissioni Pari opportunità del territorio ed il presidente di Anci Sardegna Emiliano Deiana, insieme ai rappresentanti di centri antiviolenza, associazioni culturali, associazioni per il diritto alla salute, centri di ascolto per uomini maltrattanti.
La Commissione ha ascoltato i vari rappresentanti e guidato il dibattito che ne è scaturito, fornendo al tempo stesso informazioni sul proprio lavoro e sugli interventi già messi in campo dalla Giunta e dal Consiglio. Fra i temi in cima all’agenda della commissione regionale per le Pari opportunità, quello della variazione della legge statutaria con l’introduzione della doppia preferenza di genere.
Al tavolo, oltre la presidente Gabriella Murgia, erano presenti Rosalba Crillissi che insieme a Silvia Acunzo e Chiara Furlanetto ha organizzato l’incontro sassarese, Rina Pileri, Loredana Sanna, Elena Secci, Irene Casalloni, Rosa Maria Millelire, Lidia Fancello, Annalisa Lai.

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La lotta alla mafia è un problema che riguarda tutti, nessuno può sottrarsi. È questo il grido che oggi si è alzato forte ad Olbia in occasione della celebrazione della ventiduesima Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, organizzata da Libera Sardegna in collaborazione con Sardegna Solidale, in contemporanea con la manifestazione nazionale svoltasi a Locri. Cinquemila tra studenti, volontari, cittadini, rappresentanti delle istituzioni, delle forze dell’ordine e amministratori hanno gremito piazza Mercato e qui, così come in altre quattromila piazze italiane, sono stati letti gli oltre 950 nomi delle vittime innocenti della mafia.

Sul palco di Olbia c’erano anche tre familiari delle vittime delle mafie: Claudia Loi (sorella di Emanuela, l’agente di scorta del giudice Borsellino uccisa nella strage di via D’Amelio), Pino Tilocca (figlio di Bonifacio, il sindaco di Burgos ucciso da un attentato dinamitardo nel 2004) e Cesare Castelbuono, da anni residente in Sardegna, figlio del vigile urbano Salvatore Castelbuono ucciso il 26 settembre del 1978 a Villafrati nel Palermitano.

«Tutti i nomi dei caduti nella lotta alla mafia vanno ricordati con la stessa forza e la stessa dignità -ha detto Claudia Loi -. Da quel 19 luglio la mia vita è profondamente cambiata ma nonostante tutto io non conservo sentimenti di odio verso gli assassini di mia sorella, ma un profondo sentimento di memoria, legalità e di giustizia. Ora con mio fratello Marcello e mia nipote Manuela portiamo avanti l’eredità che ci deriva dal sacrificio di Emanuela. Siamo sentinelle della memoria, la lampada che illumina la strada della giustizia. E questo oggi è il filo conduttore della nostra vita.»

«La mafia non può essere battuta solo grazie all’impegno delle forze dell’ordine, ma serve la mobilitazione di tutti noi – ha aggiunto Cesare Castelbuono -. E il tempo non cancellerà il ricordo di chi ha creduto nella giustizia e nella legalità».

Si è invece rivolto direttamente ai ragazzi Pino Tilocca. «Noi familiari possiamo vivere una giornata come questa da soli con rabbia oppure in piazza insieme a tante persone, e per questo vi ringrazio per la vostra presenza – ha affermato –. La morte di mio padre è un elemento incancellabile, però oggi io posso essere qua in mezzo a migliaia di persone a parlarne, mentre chi ha ucciso mio padre deve stare zitto e nascosto. Noi possiamo sventolare le nostre bandiere, loro no». Per Tilocca «la qualità reale della lotta alla mafia è data dalla presenza e della partecipazione dei cittadini a giornate come questa. Oggi in Italia la Giornata della Memoria e dell’Impegno è stata celebrata in quattromila piazze, piene di gente viva che non solo ricorda ma dichiara il suo impegno per il futuro. Perché noi vogliamo essere l’esempio di una Italia migliore».

Aprendo la manifestazione, il referente regionale di Libera Giampiero Farru ha ricordato la recente approvazione della legge che istituzionalizza la Giornata del 21 marzo. «Siamo ad Olbia per rilanciare il messaggio che chi non ha memoria non ha storia, perché la memoria è la forza di cambiamento attiva sul fronte dell’impegno e responsabilità. E questa piazza gremita di giovani ci fa dire che anche in Sardegna ci sono testimoni di bellezza».

«La vostra presenza ad Olbia ci riempie il cuore – ha sottolineato nel suo intervento il sindaco di Olbia Settimo Nizzi -. Giornate come questa devono servire per ricordarci che le istituzioni devono lavorare affinché tutti noi possiamo vivere in una società civile dove il diritto prevale sull’abuso.»

«La lotta alla mafia è un problema che riguarda tutti, nessuno può sottrarsi – ha dichiarato il prefetto di Sassari Giuseppe Marani -, perché la lotta alla mafia non è una lotta degli altri. La scuola ha un compito fondamentale per educare alla legalità e la lotta alla dispersione è lotta alla legalità. E ai familiari delle vittime dico: abbiate la certezza che noi non dimenticheremo.»

«La chiesa non poteva non esserci ma ci siete soprattutto voi e questa è la cosa più importante – ha detto il vescovo della diocesi di Tempio Ampurias monsignor Sebastiano Sanguineti -. Abbiamo visto quello che è successo a Locri, quindi è evidente che la mafia non gradisce il messaggio che arriva da queste piazze. E allora anche da Olbia si deve levare alto il grido: basta con le mafie, basta con il malaffare, gli appalti truccati, le ruberie nelle mille forme in cui si manifestano!»

«Non facciamo cadere il coraggio – ha proseguito il vescovo di Ozieri monsignor Corrado Melis – e anzi facciamo sì che il coraggio che ha animato le vittime che oggi ricordiamo sia ogni giorno anche il nostro.»

A nome di tutti gli studenti presenti è intervenuto il giovane Emanuele Corongiu dell’Istituto Marconi di Cagliari: «Nelle nostre scuole in questi mesi abbiamo ricordato figure importanti per la lotta alla mafia come Pio La Torre, e noi oggi siamo qui per ricordare le vittime della mafia, perché non si può sconfiggere la mafia non se ne parla».

Significativi anche gli interventi del presidente del Co.Ge. Bruno Loviselli («Ciò che la mafia teme di più è la confisca dei beni») e di padre Salvatore Morittu che ha affermato: «Certe volte noi sardi ci illudiamo che la mafia nella nostra isola non ci sia, ma io ai ragazzi dico questo: ogni volta che comprate una dose di droga, quei soldi vanno tutti alla mafia. È da lì che deve cominciare la nostra lotta».

Dopo gli interventi e la lettura dei nomi, dai maxischermi allestiti in piazza Mercato è stato rilanciato l’intervento che il fondatore di Libera don Luigi Ciotti ha tenuto dal palco di Locri. La manifestazione olbiese si è conclusa con la musica degli Almamediterranea.

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La Regione, insieme alle Prefetture della Sardegna e all’Anci, ha sottoscritto l’Atto Aggiuntivo, dedicato ai sistemi tecnologici di videosorveglianza, del Protocollo “Sicurezza integrata” per la promozione e la diffusione della cultura e della legalità siglato il 4 marzo del 2015.
In rappresentanza del presidente Francesco Pigliaru ha firmato il documento l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu. Erano presenti, per la sottoscrizione, i prefetti Giuliana Perrotta (provincia di Cagliari), Giuseppe Marani (provincia di Sassari), Daniela Parisi (provincia di Nuoro) e Giuseppe Guetta (provincia di Oristano), e il presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana.
In 80 comuni e in 5 tra Unioni e aggregazioni di Comuni vengono realizzate, grazie ai fondi stanziati dalla Regione e con il coordinamento dell’assessorato degli Affari generali, le reti che daranno vita a un articolato sistema di videosorveglianza.
Con l’Atto Aggiuntivo si vuole rafforzare la rete attraverso un reale coordinamento tra i diversi livelli: statale, regionale e locale.
Gli enti locali destinatari dei finanziari regionali, in base al documento sottoscritto in data odierna, si impegnano a sottoporre al competente Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica i progetti preliminari delle reti di videosorveglianza allo scopo di creare un sistema davvero integrato in linea con la direttiva del ministro dell’Interno del 2 marzo 2012. Il Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica è l’organismo a cui è affidata la valutazione strategica anche per quanto attiene all’organizzazione e all’attuazione dei servizi di prevenzione e controllo del territorio.
Molti comuni sono in una fase avanzata di progettazione e stimano di poter completare le opere entro il 2017. La fine dei lavori è prevista entro la metà del 2018. La Regione, nello scorso mese di dicembre, ha trasferito i fondi a 36 amministrazioni. In questi centri, a breve, verranno avviate le gare per gli interventi e nel giro di pochi mesi le opere saranno completate.
Le cifre per realizzare le opere ammonta a 7 milioni e 150mila euro. L’esecutivo guidato da Francesco Pigliaru ha previsto maggiori risorse e ampliato il quadro dei Comuni beneficiari. Verrà garantito un costante monitoraggio video nei luoghi nevralgici allo scopo di prevenire atti illeciti e di ridurre fenomeni di illegalità. Le telecamere, installate nei comuni, saranno collegate alla rete telematica regionale. Presso il data center della Regione verrà realizzato il nodo di gestione di tutto il sistema.
I Comuni ammessi al finanziamento sono 80 (32 con popolazione fino a 2mila abitanti, 25 con popolazione fino a 5mila abitanti e 23 quelli con più di 5mila abitanti). Sono poi coinvolte nel progetto l’Unione dei Comuni dell’Anglona e della Bassa Valle del Coghinas, l’Unione dei Comuni “Alta Gallura”, la Comunità Montana n. 5 del Nuorese, l’Aggregazione Comuni Orgosolo e Urzulei e l’Unione dei comuni del Terralbese. Per questi interventi sono disponibili 6 milioni e 900mila euro.