Grande partecipazione questa mattina a Portoscuso, all’assemblea dei lavoratori metalmeccanici del polo industriale
Grande partecipazione questa mattina a Portoscuso, all’assemblea dei lavoratori metalmeccanici del polo industriale, organizzata dalle segreterie territoriali FIOM-FSM-UILM nella sala convegni del Consorzio industriale di Carbonia Iglesias, dopo le visite dei ministri del Lavoro Marina Calderone e del Mimit Adolfo Urso, in concomitanza con l’incontro odierno al Mimit con la Regione Sardegna, in vista delle prossime convocazioni che segneranno i destini di Eurallumina (20 gennaio), SiderAlloys (30 gennaio) e Portovesme srl (5 febbraio).
«Abbiamo assistito ad anni di sfruttamento del territorio, per poi arrivare a delocalizzazioni a favore di un maggior guadagno senza che ci sia alcuna crisi nella richiesta del primario prodotto – sostengono le segreterie territoriali FIOM, FSM e UILM -. Vale per l’alluminio, come per il piombo e lo zinco, ma è valso nel passato per la lana di roccia. Insomma una pratica adottata nel tempo che indebolisce e impoverisce il territorio. La mancanza di politica industriale ha portato alla crisi attuale e adesso occorre porre rimedio. La politica trovi gli strumenti affinché le cause che hanno determinato le chiusure si superino. Se l’arrivo del gas metano può rilanciare l’Eurallumina, se è vero come è vero che il costo energetico manda in crisi l’industria italiana, ed in particolare il comparto legato alle produzioni della Glencore, si trovino le giuste contromisure, altrimenti si faccia capire quale altra alternativa a Glencore, possa essere ritenuta credibile, se non si modificano le condizioni di svantaggio concorrenziale esistente per le realtà sarde. Si trovino soluzioni al phase-aut senza prevedere la chiusura dell’attuale centrale a carbone; come avvenuto in altre realtà, si impegni l’Enel a contribuire al rilancio e restituire parte dei reiterati lauti guadagni ottenuti in passato. Infine, su SiderAllos: si faccia un sunto di questi lunghissimi sette anni di conduzione della fabbrica, in cui gli occupati sono costantemente in diminuzione. La fiducia nell’impresa ha raggiunto i minimi storici. Le cause attribuibili in primis ad una incapacità industriale ormai accertata, dall’assenza di un piano industriale credibile, dagli smantellamenti effettuati, che mettono in dubbio il futuro produttivo dello stabilimento, dei debiti accumulati e delle mancate retribuzioni alla forza lavoro. Ma anche Invitalia socio al 20% non è indenne da responsabilità, per non essere stato un buon partner finanziario, ma soprattutto ma non aver controllato con attenzione lo scempio che ci ha portato alla disastrosa situazione odierna. Constatazioni, che fanno ritenere del tutto fuori luogo l’ulteriore finanziamento richiesto.»
In conclusione, l’assemblea, ha chiesto soluzione rapide, che tengano conto dell’emergenza in cui gran parte dei metalmeccanici del territorio si trovano. Urge garantire un reddito che non impoverisca le tante lavoratrici e Lavoratori attraverso un ammortizzatore sociale abbinato alla formazione, come discusso con i vari assessorati, per un periodo molto ristretto in cui si deve arrivare al nuovo rilancio industriale.
FIOM, FSM e UILM hanno chiuso l’assemblea, cui hanno partecipato il segretario generale della Camera del Lavoro CGIL della Sardegna Sud Occidentale Franco Bardi e il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Gianluigi Rubiu, annunciando la volontà di mantenere alta l’attenzione, non escludendo ulteriori iniziative che si terranno nei prossimi giorni, sino agli incontri programmati, che devono essere propedeutici a soluzioni definitive.
Allegate le interviste con i segretari Roberto Forresu (FIOM-CGIL), Giuseppe Masala (FSM-CISL) e Renato Tocco (UILM-UIL).