11 October, 2024
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Volge al termine l’edizione 2020 del Carbonia Film Festival, che in un anno così complicato non ha rinunciato ad offrire una selezione di livello affiancando la programmazione in streaming a quella cittadina, con la possibilità di mostrare gratuitamente i film in tutta Italia tramite la piattaforma streaming.

Spazio anche al teatro, domenica alle ore 16.00, quando al Cine-Teatro Centrale andrà in scena Oltre il velo di e con Preziosa Salatino, cofondatrice del Teatro Atlante di Palermo che tuttora dirige. Il suo spettacolo, basato su storie vere, nasce per dare continuità ai laboratori teatrali condotti nell’ambito del progetto “OLTRE L’ORIZZONTE – Contro narrazioni dai margini al centro”, con giovani musulmani di seconda generazione. Attraverso le loro testimonianze, Preziosa Salatino prova a mettere ordine fra i tanti pregiudizi legati a questo tema, come religione, velo e patriarcato.

Nell’attesa di scoprire i film vincitori, per la giornata odierna, domenica 11 ottobre, il focus è dedicato al territorio con il consolidato appuntamento “Spazio Sardegna” (ore 18.30, Cine-Teatro Centrale), durante il quale verranno proiettati Padenti di Marco Antonio Pani, documentario girato nella foresta di sughero di Is Pranus che osserva il duro lavoro di estrazione del sughero e il rispetto del territorio da parte degli uomini che ci lavorano; Progresso Renaissance di Marta Anatra, film ambientato in un tempo non definito a Portovesme che osserva, alternando immagini d’archivio, il racconto di una generazione che ha attraversato l’era industriale dalla nascita al suo declino; Inferru di Daniele Atzeni, che racconta il mondo delle miniere attraverso il monologo di un minatore tra passato, presente e futuro. I registi dei tre film saranno in sala per dialogare con il pubblico del festival.

La serata si concluderà con la premiazione dei film vincitori, intorno alle 19.30.

 

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E’ stato presentato stamane, a Cagliari, il Carbonia Film Festival 2020, in programma dal 6 all’11 ottobre, organizzato dal Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria – Fabbrica del Cinema e Cineteca Sarda, insieme alla Regione Autonoma della Sardegna e al comune di Carbonia, con il sostegno di Fondazione Sardegna Film Commission e Mibact – Direzione Generale Cinema.

Da Carbonia a tutta Italia con un semplice click. Sarà un’edizione ibrida quella del Carbonia Film Festival 2020, che in un anno di restrizioni e distanziamento sociale abbatte i confini regionali presentando la sua programmazione sia in presenza, come sempre al Teatro Centrale di piazza Roma, sia sul web: gratuitamente online in tutto il territorio nazionale all’indirizzo online.carboniafilmfest.org. 

Da martedì 6 a domenica 11 ottobre il meglio della produzione cinematografica internazionale sulle tematiche di lavoro e migrazioni. Organizzato dal Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria e dalla Cineteca Sarda, il Festival presenta 16 film in concorso da tutto il mondo nelle due sezioni competitive, dedicate rispettivamente ai lungometraggi e cortometraggi che meglio hanno saputo raccontare i temi cardine della manifestazione.

«In questo 2020 fatto di incertezze e di scenari ineditispiega il direttore artistico Francesco Giai Via le sezioni competitive del Carbonia Film Festival porteranno in Italia in prima nazionale quanto di meglio il nuovo cinema d’autore internazionale ha prodotto nell’ultimo anno. Sedici film a nostro avviso assolutamente imperdibili per una selezione compatta e di alto profilo che, con una ricerca attenta sui nuovi talenti del cinema mondiale. Grazie poi alla nostra piattaforma streaming finalmente potremo mostrare la nostra selezione anche al di fuori dei confini isolani, permettendo così al pubblico di tutta Italia di apprezzare un lavoro di programmazione fatto con attenzione e da sempre improntato alla qualità non solo cinematografica, ma anche politica e umana.»

«Il Carbonia Film Festival sarà un viaggio, una volta ancora, tra quanto di più interessante è proposto dalla produzione cinematografica internazionale dedicata alle tematiche del lavoro e delle migrazioni, toccando le due americhe ma anche il continente asiatico, quello africano e molti paesi europeiaggiunge Paolo Serra, direttore del Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria –. La formula di questa edizione è figlia dell’incertezza che caratterizza il nostro presente, ma che ci ha consentito di non disperdere il lavoro fatto prima del lockdown e, al tempo stesso, di proporci a un pubblico diverso, extra regionale, al quale offrire l’opportunità di godere, senza complicati spostamenti, della programmazione pensata per questa edizione 2020.»

Il Festival in streaming – Tutti i film in concorso saranno disponibili per 48 ore dal momento di messa online. Per accedere alla piattaforma sarà sufficiente una semplice registrazione con indirizzo mail e password. Per restituire in maniera esaustiva l’esperienza del Festival, saranno online nella stessa piattaforma anche le conversazioni con i registi dei lungometraggi in concorso.

Il Festival in città – Il Teatro Centrale di piazza Roma, nel rispetto delle misure anticontagio, ospiterà la proiezione di tutti i titoli del Concorso Internazionale Cortometraggi e di quattro lungometraggiUna serie di eventi speciali contribuiranno poi ad arricchire il cartellone. A partire dai due film in arrivo a Carbonia direttamente dalla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia: mercoledì 7 ottobre Spaccapietre dei fratelli De Serio, alla presenza del regista Gianluca De Serio; e venerdì 9 ottobre Assandira, l’ultimo di film di Salvatore Mereu tratto dall’omonimo romanzo di Giulio Angioni – saranno presenti il regista Salvatore Mereu e gli attori Marco Zucca e Corrado Giannetti.

Mentre sabato 10 è la volta di Rosa Pietra Stella di Marcello Sannino, che sarà presente in sala anche in veste di componente della Giuria Ufficiale del Festival. Domenica 11, infine, nell’ambito di “Spazio Sardegna” si proiettano Padenti di Marco Antonio Pani, Inferru di Daniele AtzeniProgresso Renaissance di Marta Anatra. Tutti i registi incontreranno il pubblico in sala al termine delle proiezioni.

Fanno parte degli eventi in presenza del CFF anche le performance dal vivo. Sabato 10 ottobre, alle 23.00, al Nuovo Caffè del Portico di piazza Roma, sarà protagonista Riccardo Massidda con Tender – Spartito dissonante per una drag queen, una riflessione sulla difficoltà di dare forma concreta alle idee e ai sogni che si sviluppa tra narrazione, quiz televisivo e dj set.

Domenica 11 spazio invece al teatro con Oltre il Velo: in scena Preziosa Salatino, attrice, regista e cofondatrice del Teatro Atlante di Palermo, che tuttora dirige. Uno spettacolo, il suo, che affronta i pregiudizi sui giovani musulmani di seconda generazione, i cosiddetti “nuovi italiani”. Sipario alle 16.00, al Teatro Centrale.

Le mostre – Il manifesto dell’edizione 2020 del Carbonia Film Festival è firmato da Sarah Mazzetti, illustratrice e fumettista bolognese conosciuta in tutto il mondo per le sue collaborazioni con il New York Times, il New Yorker e il Guardian. Una sua personale sarà ospitata a Carbonia alla Mediateca Comunale. Negli stessi spazi verrà allestita anche l’esposizione di Banditi a Orgosolo – Immagini dal film, curata dal docente di Cinema Fotografia e Televisione all’Università di Cagliari Antioco Floris. In mostra una selezione di immagini del film, fotogrammi e foto di scena, rappresentative dello stile di Vittorio De Seta e capaci di esprimere uno spaccato visivo del mondo barbaricino dei primi anni ’60. Entrambi gli allestimenti saranno visitabili sino al 23 ottobre (con orario 16.00-19.00 dal lunedì al venerdì, e 10.00-12.00/17.00-20.00 il sabato e la domenica).

Carbonia Cinema Giovani – Anche per l’edizione 2020 il Carbonia Film Festival conferma la sua vocazione formativa, invitando gli spettatori di età compresa tra i 20 e i 30 anni a far parte della Giuria Carbonia Cinema Giovani che assegnerà online il premio al miglior cortometraggio del Concorso Internazionale. Un momento di approfondimento, che non solo permetterà ai giurati di vivere il festival “dall’interno”, ma che si avvarrà di un programma di formazione dedicato, con webinar e masterclass tra cui un incontro virtuale in forma di assemblea realizzato in collaborazione con il collettivo LaComune.

Partnership con LaComune – Grazie all’accordo di partnership con LaComune – Osservatorio cinematografico sulla contemporaneità, il CFF ospiterà un’assemblea digitale pubblica sulla pagina  facebook.com/CarboniaFilmFestival nel corso della quale si dibatterà dei film della selezione. Il fil rouge che accomuna gli otto lungometraggi in concorso – il tema del corpo e ai cambiamenti socio-politici a cui è sottoposto – sarà il punto di partenza di questa conversazione assembleare ideata dal team de LaComune e mediata dal filosofo e curatore Leonardo Caffo con l’intervento di Giulia Blasi, docente e scrittrice. Il gruppo di discussione seguirà una serie di regole comunitarie che verranno enunciate all’inizio dell’assemblea al fine di rideclinare il tema in una nuova “ridefinizione”. Interverranno durante l’assemblea Irene Dionisio, tra i fondatori de LaComune, e il direttore artistico del festival Francesco Giai Via attraverso dei brevi estratti di Q&A con i registi degli otto lungometraggi in concorso. Al termine degli interventi programmati sarà aperto il dibattito assembleare per i partecipanti al webinar, oltre che al pubblico che potrà intervenire con domande scritte nei commenti o brevi interventi che saranno rilanciati all’assemblea.

Concorso Internazionale Lungometraggi – Otto i titoli per un vero e proprio viaggio attraverso le culture e le contraddizioni della nostra contemporaneità. C’è l’America di BLOODY NOSE, EMPTY POCKETS di Bill e Turner Ross, i gemelli “prodigio” del documentario targato Usa, che costruiscono un mosaico di vite nel corso dell’ultima notte alcolica in un bar di Las Vegas prima della chiusura definita. Presentato all’ultimo Festival di Berlino e acclamatissimo anche al Sundance, il film è stato girato durante le ultime fasi della campagna elettorale che ha portato all’elezione di Trump e racconta perfettamente uno spaccato di vita americana. E poi la Colombia di LOS CONDUCTOS di Camilo Restrepo, vincitore del premio per la Miglior Opera Prima all’ultimo Festival di Berlino, storia di un uomo in fuga da una setta che, nel tentativo di ritornare a una vita normale, è costretto a confrontarsi con i fantasmi del passato per un racconto fantastico sulla strumentalizzazione della religione e della violenza. Il confronto tra cultura ancestrale e modernità è centrale, seppur con linguaggi e storie completamente differenti, in due pellicole del concorso: MOGUL MOWGLI di Bassam Tariq che vede Riz Ahmed (Venom, The Night of) nei panni di Zed, un giovane rapper britannico trasferito a New York che alla vigilia del suo tour mondiale scopre di essere affetto da una malattia autoimmune che lo costringe a tornare a casa dalla sua famiglia in un costante dissidio tra desiderio di carriera e rispetto delle tradizioni; e DAYS OF CANNIBALISM di Teboho Edkins, documentario che è una sorta di western contemporaneo sulla globalizzazione capitalista e la presenza economica cinese nel mercato del bestiame in Africa, in uno scontro tra tradizioni locali e supremazia economica. Pellicola al femminile è WORKING GIRLS di Anne Paulicévich e Frédéric Fonteyne, storia di tre donne francesi unite da un crimine, tre eroine del quotidiano che conducono una doppia vita per sbarcare il lunario e che ogni mattina si ritrovano in un parcheggio per attraversare insieme il confine e raggiungere il bordello in cui prende vita la loro seconda identità. Anche OVERSEAS di Sung-a Yoon offre uno sguardo sulla condizione femminile, con un documentario girato all’interno di un centro di formazione ai lavori domestici nelle Filippine, che racconta la vita di queste donne disposte ad abbandonare talvolta per sempre il loro paese. Trova spazio anche la commedia, con l’esordio dell’indiano Prateek Vats, EEB ALLAY OOO!, una riuscita satira sulla condizione dei migranti attraverso le vicissitudini del protagonista, ingaggiato per scacciare le scimmie fastidiose di Nuova Delhi fuori dagli edifici governativi, riuscendo con umorismo a raccontare le dinamiche di potere nella capitale indiana. Chiude la selezione EUROPA “BASED ON A TRUE STORY” di Kivu Ruhorahoza, una storia d’amore che rispecchia le tensioni sociali e razziali in Gran Bretagna e in Europa, in cui la finzione narrativa si alterna ad immagini di scontri sociali e manifestazioni per le strade di Londra. Girato prima del voto alla Brexit, il film offre una visione dello stato socio-politico della città documentando tensioni legate all’immigrazione e violenze che negli ultimi mesi hanno portato alla nascita del movimento Black Lives Matter.

Concorso Internazionale Cortometraggi – Un percorso che va dai Paesi Arabi attraverso l’Europa, passando per l’Africa fino a Buenos Aires. Mahdi Fleifel con 3 LOGICAL EXITS torna in Libano, dopo il suo lavoro precedente, per far visita ad un amico in un campo profughi, compiendo una riflessione sociologica sulle scelte dei giovani palestinesi che ci vivono. Anche THE BLUE STAR di Valentin Noujaïm è la storia di un uomo libanese, stanco di sentirsi straniero, che implora il cielo affinché lo aiuti a trovare il proprio posto nel mondo. Vincitore del Gran Premio della Giuria al Sundance 2020, SO WHAT IF THE GOATS DIE di Sofia Alaoui segue il giovane pastore Abdellah che vive in alta montagna con il padre. Per far fronte ad un’epidemia di capre, Abdellah deve raggiungere il villaggio più vicino, dove scopre che si sono verificati strani fenomeni soprannaturali. Riflette sul potere della voce individuale e collettiva SOUTH di Morgan Quaintance, prendendo come spunto di partenza due movimenti di protesta antirazzisti e antiautoritari nel sud di Londra e nel South Side di Chicago. GENIUS LOCI, animazione diretta da Adrien Mérigeau, segue la giovane Reine attraverso il caos urbano di una città notturna. Realizzato intrecciando estetiche differenti, questo lavoro prodotto su carta con inchiostro e acquerello ha richiesto oltre tre anni di lavorazione. Il risultato è un lavoro delicato fatto di animazioni fluide. Mark Metcalf, noto per i celebri villain e i caratteri autoritari che ha interpretato nella sua carriera sia al cinema che in tv, da Animal House a Buffy l’Ammazzavampiri, è il protagonista di CHARACTER. In questo corto la regista Vera Brunner-Sung offre uno sguardo critico dell’attore che riflette sulla sua carriera e sul concetto di potere. La cultura musicale come collante tra le persone è al centro di SALSA di Igor Dimitri, il racconto di un normale pomeriggio nel salone di un parrucchiere dominicano a Buenos Aires, dove clienti, artisti, attori e cantanti si incontrano a ritmo di musica. Ultimo dei corti in concorso è THE NAMES HAVE CHANGED, INCLUDING MY OWN AND TRUTHS HAVE BEEN ALTERED in cui Onyeka Igwe cerca di ricostruire la storia di suo nonno a partire dal materiale trovato negli archivi personali, coloniali e televisivi della Nigeria, alla ricerca di una verità che, come suggerisce il titolo del film, può essere modificata.

Giurie e premi – Diverse giurie assegneranno i premi alle opere in competizione del Carbonia Film Festival 2020. Per il Concorso Internazionale Lungometraggi un premio di 4.000 euro all’opera vincitrice da parte della “Giuria Ufficiale” composta Paolo Bertolin, produttore, critico e collaboratore di importanti festival tra cui Venezia e Locarno; Marcello Sannino, regista, documentarista e operatore culturale; e Manuela Buono, produttrice e fondatrice della Slingshot Film. 

Due ulteriori premi, entrambi del valore di 1.000 euro, saranno assegnati dalle spettatrici e spettatori del Festival e dalla “Giuria Ucca” composta da Marino Canzoneri, presidente di ARCI Sardegna; Chiara Malerba, esercente cinematografica, programmatrice e selezionatrice per il Festival Corto Dorico; e Antonio Borrelli, vicepresidente nazionale Ucca e dirigente dell’associazione cinematografica Arci Movie Napoli.

Per il Concorso Internazionale Cortometraggi, il premio ufficiale di 1.000 euro per il miglior film sarà attribuito dalla “Giuria Sardegna Film Network”, composta dalla rete dei festival di cinema sardi – riuniti sotto l’egida della “Fondazione Sardegna Film Commission” – di cui faranno parte Joe Bastardi, regista e direttore artistico dell’Andaras Film Festival; Dolores Calabrò, operatrice culturale e direttrice artistica del Festival Passaggi d’Autore; e Massimiliano Mazzotta, regista e ideatore del Festival Life After Oil.

Anche per i corti due premi aggiuntivi: quello assegnato dalle partecipanti e dai partecipanti alla “Giuria Cinema Giovani” e quello della “Giuria Scuole” composta da studenti e studentesse degli istituti di istruzione superiore, Entrambi avranno un valore di 500 euro.

 

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“Destino” di Bonifacio Angius esce per la prima volta in Sardegna. Sabato 28 dicembre, alle 19.00, al MEA di Asuni, sarà lo stesso regista sassarese a presentarlo in occasione dell’anteprima della XIII edizione del “terre di confine filmfestival”.

Una prima regionale assoluta per un cortometraggio girato tutto a Sassari, e già celebre per essere stato accolto alla Mostra del cinema di Venezia all’interno della Settimana internazionale della critica, scelto come evento speciale di chiusura nella sezione Sic@Sic dedicata ai corti.

Con questo lavoro Bonifacio Angius ha mostrato ancora una volta le sue grandi doti di regista, ma a sorprendere è stata soprattutto la capacità espressiva nel ruolo di attore, protagonista di una storia fuori dagli schemi in cui il vuoto, la superstizione, l’angoscia e la paura trovano le conferme che un uomo senza qualità stava cercando da tempo. Un ruolo inaspettato che Bonifacio Angius è sembrato calzare alla perfezione, per una trama all’apparenza banale ma capace di sorprendere e suscitare forti emozioni.

Il film è realizzato in collaborazione con le maestranze provenienti dal corso di cinematografia tenuto all’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” di Sassari dallo stesso regista, che ne è anche produttore (con Il Monello Film), sceneggiatore, direttore della fotografia e montatore. Tra gli altri interpreti spiccano i nomi di Marta Pintus, Teresa Soro, Andrea Carboni ed Orlando Angius.

La serata di Asuni prenderà il via alle 19.00 con la presentazione della XIII edizione del “terre di confine filmfestival”, che dopo la proficua esperienza biennale con il regista Marco Antonio Pani, quest’anno godrà di una doppia direzione artistica tutta al femminile, quella dell’attrice Antonella Puddu e della regista di animazione stop-motion, Michela Anedda.

Oltre alle due direttrici interverranno anche Sandro Sarai, presidente dell’associazione “Su Disterru” che organizza l’evento, i sindaci Gionata Petza di Asuni e Gian Mario Tendas di Solarussa, sedi ormai storiche della kermesse, e Alberto Loche, manager della programmazione.

Tra le anticipazioni, il tema di quest’anno sarà declinato proprio al femminile per occuparsi di “Cineaste, pastore ed emigrate”, in un connubio dal forte richiamo simbolico tra la Sardegna e le remote isole Shetland. Antonella Puddu e Michela Anedda saranno affiancate da due curatrici, le registe e documentariste Shona Main e Anna Kauber. La prima si occuperà della tradizionale sezione monografica (isole Shetland e altre isole remote), la seconda della sezione tematica (donne pastore).

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Sarà la Sardegna la grande protagonista venerdì 18 ottobre della seconda giornata della Mostra del Libro di Macomer. Con il cantautore Piero Marras e le sue “Storie liberate”, con la narrativa visionaria di Gesuino Némus e il suo “Il catechismo della pecora” e il romanzo storico di Vindice Lecis “Il visitatore”, ma anche con la storia di coraggio e rinascita dell’atleta Roberto Zanda, l’autrice per bambini Margherita Pellegrini e l’illustratore Dario Mura, il settecento sardo raccontato attraverso le storie dei suoi santi da Sergio Onnis, e il film “Isura da filmà”, un montaggio dei filmati girati da Fiorenzo Serra alla fine degli anni ’40, realizzato dal regista Marco Antonio Pani e musicato da Paolo Fresu.

Un programma che ruota intorno al tema “Il colore delle emozioni e il valore dei sentimenti” e che sarà arricchito dalla straordinaria esperienza di Giorgia Benusiglio, che presenterà ai più giovani il suo libro contro la droga “Io non smetto: la vita è uno sballo”, e dai libri di autori del calibro di Alessandro Ferrari, Daniele Aristarco ed Andrea Pau Melis che si confronteranno per tutta la mattinata con gli studenti delle scuole superiori.

A completare la proposta della Mostra ci saranno poi i laboratori didattici per i più piccoli e le sette mostre, tra cui il progetto fotografico sui centenari “Quanta strada nei miei sandali” di Daniela Zedda, i ritratti del fotografo Simone Sechi nel suo “365 Portrait Project”, e “L’arte di raccontare con le immagini” di Maurizio Quarello.

Una giornata intensa tra il Centro Polifunzionale di via dello Sport (zona industriale Bonu Trau) e i padiglioni delle Ex Caserme Mura, per una manifestazione giunta alla sua diciottesima edizione, voluta dall’Assessorato regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, ed organizzata dal comune di Macomer insieme al Centro Servizi Culturali Unla, a Verbavoglio Libreria Emmepi ed alla Biblioteca Comunale.

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Quattro giorni di presentazioni e dibattiti per raccontare attraverso i libri e i grandi nomi della narrativa sarda e nazionale “Il colore delle emozioni e il valore dei sentimenti”. Appuntamento a Macomer, da giovedì 17 a domenica 20 ottobre, per la diciottesima edizione della Mostra regionale del Libro in Sardegna. Una manifestazione che, ospitata al Centro Polifunzionale e alle Ex Caserme Mura, proporrà oltre cinquanta eventi con nomi di assoluto rilievo della narrativa come il Premio Campiello Mariolina Venezia che parlerà del suo personaggio Imma Tataranni, lo scrittore da dodici milioni di copie vendute in tutto il mondo Massimo Valerio Manfredi, gli autori sardi rivelazione Cristina Caboni e Gesuino Némus, l’attrice Francesca Reggiani, insieme ai giornalisti Marino Bartoletti e Alessandro Cecchi Paone. Grande spazio sarà dato anche alla letteratura per ragazzi e ai più piccoli, con numerosi laboratori creativi e la presenza di autori del calibro di Daniele Aristarco, Alessandro Ferrari, Anna Dalton, Giorgia Benusiglio, Margherita Pellegrini, Dario Mura, Gianfranco Liori, Roberta Balestrucci ed Andrea Pau Melis. E poi ancora libri e autori, come lo scienziato gavoese Marco Buttu, l’atleta di sport estremi Roberto Zanda, il giornalista e scrittore Vindice Lecis, lo speaker radiofonico Rosario Pellecchia, l’autrice di thriller Barbara Baraldi, il poeta Claudio Moica, e gli scrittori Sergio Onnis e Pier Luigi Cherchi con le loro storie di Sardegna.

Il tema della mostra sarà approfondito in una conferenza dalla psichiatra Noemi Sanna, mentre un incontro con lo studioso Carmelo Piras celebrerà i settant’anni dalla scoperta della celebre “Veneretta di Macomer”, la statuetta più antica mai rinvenuta in Sardegna.

Non mancheranno poi musica e teatro, con un inedito Piero Marras che proporrà ai più giovani le sue “Storie liberate”, l’ex cantante dei Tazenda Beppe Dettori in scena con un progetto sui centenari di Sardegna, e l’attrice e autrice Marta Proietti Orzella.

Spazio poi al cinema, con la rassegna sulla Sardegna proposta dal Centro Servizi Culturali Unla e dall’Umanitaria con quattro pellicole d’autore sulla storia della nostra isola, e la prima assoluta del cartone animato “Un fenicottero chiamato Tango”.

Infine le mostre: ben sette, tra cui il progetto fotografico sui centenari di Daniela Zedda, i ritratti del fotografo Simone Sechi nel suo “365 Portrait Project”, e “Lughené” di Maurizio Quarello.

La manifestazione, voluta dall’Assessorato regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, è organizzata dal comune di Macomer insieme al Centro Servizi Culturali Unla, a Verbavoglio Libreria Emmepi e alla Biblioteca Comunale.

La manifestazione è stata presentata stamattina a Cagliari nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso l’assessorato regionale alla Pubblica istruzione e a cui hanno reso parte il segretario particolare dell’assessore Andrea Biancareddu, Alberto Zonchello, il direttore generale dell’assessorato Renato Serra, il presidente della commissione consiliare Cultura Alfonso Marras, l’assessore della Cultura del comune di Macomer Tiziana Atzori e Claudio Moica della Pettirosso editore.

La diciottesima edizione della Mostra del Libro di Macomer si aprirà giovedì 17 ottobre con l’inaugurazione alle 10.00 presso il Centro Polifunzionale, in via dello Sport (zona industriale Bonu Trau). Alle 11.00 i primi due appuntamenti: il reading del poeta Claudio Moica, autore del libro “Prima che sia tardi” (Pettirosso editore) e, presso il Gazebo, il laboratorio creativo “Il diario delle emozioni” tenuto da Pinuccia Sanna per i bambini delle scuole dell’infanzia e primaria.

Attività per i ragazzi delle medie invece alle Ex Caserme Mura dove, alle 11.00, al Padiglione Tamuli, Daniele Aristarco presenterà i suoi libri “Lettere a una dodicenne sul fascismo di ieri e di oggi”, “Io vengo da. Corale di voci straniere” e “Fake. Non è vero ma ci credo”, tutti editi da Einaudi. A seguire sarà la volta di Alessandro Ferrari, con il suo “Le ragazze non hanno paura” (De Agostini).

Sempre dalle 11.00, ma al Padiglione Filgosa, l’attore Stefano Ledda proporrà ai più piccoli letture di Gianni Rodari tratte dai libri “Filastrocche per tutto l’anno”, “Il libro degli errori”, “Filastrocche in cielo e in terra” e “Favole al telefono”.

Nel pomeriggio, il Centro Polifunzionale ospiterà ben cinque presentazioni. Il via alle 16.00, con l’attrice comica Francesca Reggiani che, intervistata dal giornalista Vito Biolchini, presenterà il suo “Sono italiana ma voglio smettere”. Scritto con Valter Lupo e Gianluca Giugliarelli, il libro (edito da Feltrinelli) ripropone le migliori performance dell’attrice, i monologhi raffinati e allo stesso tempo dissacranti che l’hanno resa una voce unica nel nostro panorama teatrale. Un libro che diverte e coinvolge, come tutti i lavori di una delle più popolari comiche italiane degli ultimi decenni.

Alle 17.00, Anna Dalton, in dialogo con gli speaker di Radio Libera, presenterà il suo nuovo romanzo “La ragazza con le parole in tasca”, edito da Garzanti. Dopo avere sorpreso tutti con l’esordio bestseller “L’apprendista geniale”, Anna Dalton torna con un seguito tanto atteso. In una Venezia magica si dipana una storia che celebra la forza dei desideri, l’importanza dell’amicizia, la magia dell’amore e il valore delle proprie radici. La protagonista ha un obiettivo chiaro, la capacità di raccontare la realtà con la scrittura, e un’arma infallibile per raggiungerlo: le parole.

Già vincitrice del Premio Campiello nel 2007 con il romanzo “Mille anni che sto qui”, Mariolina Venezia è la creatrice di uno dei personaggi emergenti delle serie tv: il sostituto procuratore Imma Tataranni. Il romanzo “Via del Riscatto: Imma Tataranni e le incognite del futuro”, edito da Einaudi, sarà al centro dell’incontro in programma alle 18.00, durante il quale l’autrice dialogherà con lo scrittore Ciro Auriemma. Nei suoi romanzi Venezia tratteggia magistralmente i percorsi umani e psicologici di un mondo, quello del sud e della sua Basilicata, ricco di umanità.

Sempre alle 18.00, al Centro Servizi Culturali Unla ospitato nel Padiglione Filigosa delle Ex Caserme Mura, prende il via la rassegna di proiezioni dedicate alla Sardegna e curata dei Centri Servizi Culturali Unla di Macomer e Oristano, e dall’Umanitaria di Alghero, Carbonia e Cagliari. “Autonomia Trentanni” è il titolo del primo film che sarà proposto, realizzato nel 1978 e firmato da Silvano Reina insieme a Manlio Brigaglia, Sergio Atzeni e Guido Costa. La pellicola sarà presentata dal direttore del Centro Servizi Culturali Unla di Macomer Claudio Zoccheddu, insieme al direttore dell’Umanitaria-Cineteca Sarda di Cagliari Antonello Zanda.

Il programma della prima giornata al Polifunzionale si concluderà alle 19 con un volto notissimo della tv: Alessandro Cecchi Paone. Intervistato dal giornalista Vito Biolchini, Cecchi Paone ripercorrerà la sua lunga vicenda professionale e umana sul filo delle emozioni e delle passioni, in un incontro dal tema “Il colore delle emozioni e il valore dei sentimenti” in cui dimensione pubblica e privata si intrecceranno. Autore di numerosissimi volumi di divulgazione storica e scientifica, volto di numerose trasmissioni di successo, Alessandro Cecchi Paone ha scritto nel 2013, insieme a Paolo Gambi, “Le ragioni dell’altro. Dialogo tra un ateo e un cattolico su amore, soldi, libertà”.

La prima giornata della Mostra si chiuderà alle 21 al Padiglione Tamuli con lo spettacolo “Bianco e nero”, un’originale opera foto-musicale di Lorenzo Fasolo e con la regia di Andrea Lucattelli, e che racchiude immagini, parole e suoni della Sardegna, una terra antica, centenaria, così come i protagonisti del racconto. Le musiche di Beppe Dettori e le fotografie di Luigi Corda si uniscono nella celebrazione dei più longevi testimoni sardi del XX secolo, che nei loro volti e nelle loro anime segnate dal tempo custodiscono il segreto della longevità.

La giornata di venerdì 18 ottobre si aprirà nel segno di Piero Marras. L’artista nuorese, che ha scritto pagine importanti della musica sarda, sarà protagonista, alle 9.00, presso il Centro Polifunzionale di “Storie liberate”, un progetto che trae origine da un importante recupero di lettere dei detenuti nelle carceri isolane rinvenuti recentemente negli archivi delle amministrazioni penitenziarie. Con le sue canzoni Piero Marras propone così un cammino introspettivo dentro un’anima di confine.

Alla stessa ora, presso il Gazebo del Centro polifunzionale, Antonio Dettori terrà un laboratorio di animazione alla lettura per le scuole dell’infanzia e primaria. Si tratta di uno spettacolo interattivo in cui verranno citati racconti e libri per bambini che hanno come tema il mondo degli insetti, al fine di favorire l’espressione delle emozioni, promuovendo il confronto, il rispetto e il dialogo, e stimolando la creatività dei piccoli.

Sempre alle 9.00 inizieranno gli incontri anche ai Padiglioni Filigosa e Tamuli delle Ex Caserme Mura.  Nel primo Francesco Moroni proporrà il laboratorio per i bimbi delle scuole di infanzia e primarie “La bottega delle emozioni”, mentre nel secondo Alessandro Ferrari, Daniele Aristarco ed Andrea Pau Melis si confronteranno per tutta la mattinata con gli studenti delle scuole superiori presentando i libri “Le ragazze non hanno paura”, “Lettere a una dodicenne sul fascismo di ieri e di oggi”, “Io vengo da. Corale di voci straniere”, “Fake. Non è vero ma ci credo” e “Fiume Europa”.

Dopo l’incontro con Piero Marras, il programma al Centro Polifunzionale proseguirà alle 10.30 con l’autrice Margherita Pellegrini e l’illustratore Dario Mura, presenteranno “Chi ha bannato l’orco cattivo?” (Pettirosso editore). Il libro racconta attraverso una fiaba i pericoli a cui i bambini incorrono se lasciati soli davanti a un computer collegato alla rete. Un approccio delicato verso una realtà sempre più pericolosa.

Alle 11.3, i ragazzi delle scuole medie incontreranno Roberto Zanda, autore del libro “La vita oltre. Una storia vera di coraggio e rinascita”, edito da Baldini+Castoldi. L’atleta cagliaritano racconterà ai giovani la sua vita prima e dopo la drammatica Yukon Arctic Ultra. Smarritosi tra le nevi canadesi e rimasto 14 ore senza soccorsi, Roberto Zanda ha dovuto subire l’amputazione delle gambe, la mano destra e metà della sinistra. Ma oggi, con le sue protesi ipertecnologiche, il nuovo Roberto Zanda è già intenzionato a ritornare sui sentieri dell’avventura.

Ricco anche il programma del pomeriggio, che al Centro Polifunzionale avrà inizio alle 16.00, con la presentazione del libro di Sergio Onnis “Il colle dei santi” (Pettirosso editore). È la storia di Frate Silenzio, l’uomo più amato e venerato del Settecento sardo, e del convento cagliaritano sul colle di Buoncammino ribattezzato per questo dal popolo “il colle dei Santi”.

Settant’anni fa veniva ritrovata una statuina alta appena quattordici centimetri, definita poi la “Veneretta di Macomer”. Alle 17 una conferenza di Carmelo Piras, in collaborazione con l’associazione Solene ed il Coro Melchiorre Murenu, ne ripercorrerà la storia, lunga oltre diecimila anni. Rinvenuta nella grotta Marras, che si apre nelle rocce basaltiche sponde del rio S’Adde (praticamente dentro l’abitato di Macomer), la Veneretta è la statuina più antica della Sardegna e fa parte della mostra nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.

Alle 18.00, la Mostra del Libro ospita una delle voci più interessanti della narrativa sarda: Gesuino Némus. Lo scrittore, in dialogo con Roberto Putzulu, presenterà il suo ultimo romanzo “Il catechismo della pecora”, edito da elliot. Nato a Jerzu, con il suo romanzo d’esordio “La teologia del cinghiale” ha vinto nel 2015 numerosi premi, tra cui il Campiello Opera Prima. Nel “Il catechismo della pecora” una oscura vicenda del paese di Telévras, torna attuale dopo cinquant’anni e diventa lo spunto per raccontare mezzo secolo di storia narrata attraverso i miti culturali e politici degli anni 60 e 70. Miti che ritornano prepotenti in questa nuova avventura, raccontata da Némus con scrittura pirotecnica e avvincente.

Al Padiglione Filigosa prosegue invece la rassegna di pellicole sarde curata dai Centri Servizi Culturali Unla e dall’Umanitaria. Alle 18.00 verrà proiettato il film “Isura da filmà”, un montaggio dei filmati realizzati da Fiorenzo Serra alla fine degli anni 40, realizzato dal regista Marco Antonio Pani e musicato da Paolo Fresu. Presenta il film il direttore del Centro Servizi Culturali Unla di Macomer Claudio Zoccheddu, partecipa Alessandra Sento, direttrice dell’Umanitaria di Alghero.

Alle 19.00 ci si sposta nuovamente al Centro Polifunzionale dove Giorgia Benusiglio presenterà il romanzo “Io non smetto: la vita è uno sballo” (Piemme). Quella raccontata nel suo libro è in realtà una storia vera. A diciassette anni, dopo aver assunto una piccola quantità di ecstasy, l’autrice è stata miracolosamente salvata grazie ad un trapianto di fegato. Da allora Giorgia Benusiglio ha trasformato la sua esperienza in una lezione di vita, informando e parlando ai ragazzi dei rischi legati all’assunzione di droghe. Il libro è così un romanzo che parla ai giovani, mettendoli davanti alle loro paure e ai loro sogni.

Gennaio 1606. Un grande mercantile fa naufragio nella baia di Porto Conte ad Alghero. Intorno al relitto si scatena una guerra di potere nella Sardegna governata dagli spagnoli e che induce il re ad inviare nell’isola un canonico con pieni poteri. “Il visitatore” è il libro di Vindice Lecis (edito da Nutrimenti), in cui l’accurata ricostruzione della società della Sardegna e del Mediterraneo del XVII secolo fa da sfondo a un appassionante vicenda, in cui le figure storiche reali si mescolano a personaggi d’invenzione. Appuntamento alle 20 presso il Centro Polifunzionale, con l’autore in dialogo con Giovanni Cocco e Patrizia Marongiu.

Ricchissima di incontri, spunti e suggestioni anche la terza giornata della Mostra. Il programma di sabato 19 ottobre, si aprirà di mattina con una intensa attività rivolta ai più giovani. Quattro gli appuntamenti al via alle 9.30. Al Centro Polifunzionale Roberta Balestrucci presenterà lo spettacolo-laboratorio tratto dal libro “Annie. Il vento in tasca”, mentre al Gazebo Pinuccia Sanna terrà il laboratorio creativo “Il barattolo delle emozioni”, rivolto ai bimbi delle scuole dell’infanzia e primaria. Contemporaneamente, al Padiglione Tamuli delle Ex Caserme Mura Andrea Pau Melis presenterà “Fiume Europa”, mentre presso la Scuola Media n° 1 il disegnatore Sandro Dessì terrà un laboratorio di fumetto su Grazia Deledda.

Alle 10,00, l’appuntamento è invece al Padiglione Filigosa dove Gianfranco Liori, insieme a Renzo Cugis, terrà una lezione/concerto “Filastrocche ‘n’ roll” per avvicinare i piccoli a un approccio adulto alla musica e facendoli partecipare a una vera e propria versione unplugged di un concerto dal vivo.

Alle 11.00, ci si sposta nuovamente al Centro Polifunzionale dove la scrittrice Giorgia Benusiglio, autrice del libro “Io non smetto. La vita è uno sballo”, incontrerà gli studenti delle scuole medie e superiori.

Sarà sempre dedicata ai piccoli visitatori della Mostra la prima parte del programma del pomeriggio che partirà alle 15 al Centro Polifunzionale con uno dei personaggi più amati dai bambini: Geronimo Stilton. Sarà un momento di animazione, con foto e giochi con uno dei protagonisti assoluti dell’editoria dell’infanzia.

Alle 16.00, sarà invece la volta del cartone animato “Un fenicottero chiamato Tango. Storie di viaggio nel cuore della Sardegna”. Prodotto da BS 1879 nell’ambito di un progetto di sviluppo locale, il cartone racconta la storia di un fenicottero che decide di stabilirsi in Sardegna e sarà proiettato per la prima volta in assoluto alla Mostra del Libro.

A seguire la Mostra affronterà con la psichiatra e psicoterapeuta Noemi Sanna il tema centrale della manifestazione, “Il colore delle emozioni e il valore dei sentimenti”. Appuntamento alle 17.00, al Centro Polifunzionale, con la conferenza dal tema “Ambivalenza nelle emozioni e nelle passioni”.

Dopo avere raccontato la sua esperienza il giorno prima ai più giovani, alle 18.00, al Centro Polifunzionale Roberto Zanda presenterà il suo libro “La vita oltre. Una storia vera di coraggio e rinascita”. L’autore dialogherà con Andrea Contini.

Sempre alle 18.00, ma al Padiglione Filigosa, nuovo appuntamento con la rassegna cinematografica curata dal Centri Servizi Culturali Unla. Ad essere proiettato sarà il film di Antonello Carboni sul pittore di origini atzaresi Antonio Corriga e dal titolo “La vita in un intreccio di colori”. Insieme al regista, alla presentazione della pellicola interverranno il direttore del Centro Servizi Culturali Unla di Oristano Marcello Marras e la figlia dell’artista, Sabina Corriga.

Alle 19.00, si torna al Polifunzionale e al centro ci saranno sempre le emozioni. Come quelle raccontate da Rosario Pellecchia nel suo romanzo d’esordio “Solo per vederti felice”, appena pubblicato da Mondadori. Speaker radiofonico di successo (conduce infatti ogni mattina la trasmissione “105 Friends”), Pellecchia racconta la vicenda di un suo alter ego chiamato a tornare al sud per assistere la madre affetta da demenza senile. Una storia toccante che lo scrittore racconterà in dialogo con gli speaker di Radio Libera.

La giornata di sabato della Mostra si chiuderà alle 21.00, al Padiglione Tamuli con “Ridi che ti passa!”. Scritto e interpretato da Marta Proietti Orzella, lo spettacolo propone una carrellata di sketches di autori famosi, come Anna Marchesini, Giorgio Gaber, Carlo Verdone, Monica Vitti e Gigi Proietti. “Ridi che ti passa!” è anche un colorato collage di canzoni eseguiti dai NoiseOff, con Luca Pauselli alla chitarra, Michele Secchi al basso, Alessandro Atzori alla batteria e Sara Proietti alla voce.

L’ultima giornata della diciottesima edizione della Mostra del Libro di Macomer si aprirà domenica 20 ottobre alle 9 al Centro Polifunzionale con il Bibliobus che proporrà letture e laboratori per i più piccoli.

A seguire il programma proporrà al Centro Polifunzionale due presentazioni a femminile, con altrettante autrici tra le più interessanti della scena italiana. Alle 10.00, intervistata da Andrea Pau, Barbara Baraldi presenterà il suo libro “L’ultima notte di Aurora”, un thriller edito da Giunti che vede protagonista Aurora Scalviati, investigatrice in un commissariato della provincia emiliana alle prese con i delitti di un serial killer.

Dopo il suo primo romanzo, pubblicato nel 2014, il successo di Cristina Carboni non conosce più confini. Tradotta in oltre venti paesi, l’autrice sarda presenterà a Macomer il suo ultimo romanzo “La casa degli specchi” (Garzanti), una storia ambientata in una villa a Positano, dove la giovane Milena scopre una stanza segreta e in essa il misterioso passato della nonna, attrice negli anni della Dolce Vita. Appuntamento alle 11.00, per un incontro in cui Cristina Caboni dialogherà con Roberto Putzulu.

Il programma del pomeriggio al Centro Polifunzionale si aprirà alle 16 con la premiazione dell’estemporanea di pittura “Finestre di storia su Macomer”.

Il programma delle presentazioni della serata si aprirà alle 17.00, con l’incontro con Pier Luigi Cherchi (presentato da Mariolina Cossedu) sul libro “Quando Nietzsche e Marx si davano la mano” (Edes). È il diario di un amore impossibile tra un giovane neofascista e una ragazzina dell’estrema sinistra, sullo sfondo delle lotte politiche nella Sassari primi anni 70. Professore ordinario di ginecologia e ostetricia all’Università di Sassari, Cherchi da tempo scandaglia l’universo sociale degli anni 60 e 70, attento soprattutto ai costumi e alle rivoluzioni musicali che hanno segnato quell’epoca.

L’altopiano antartico è il luogo più estremo al mondo: una distesa ghiacciata e sconfinata dove le temperature scendono anche sotto gli ottanta gradi. Qui ha vissuto per un anno nella base italo-francese di Concordia il ricercatore di Gavoi Marco Buttu, che ha affidato al libro “Marte bianco. Nel cuore dell’Antartide” le emozioni di quell’esperienza definita “ai confini della vita”. Un racconto affascinante che, edito da Lswr, fonde avventura, scienza e crescita interiore, restituendoci un messaggio di speranza e di fiducia nell’uomo. Appuntamento alle 18.00, al Centro Polifunzionale, per un incontro in cui Marco Buttu dialogherà con Salvatore Bellai.

Sempre alle 18.00, ma al Centro Servizi Culturali al Padiglione Filigosa delle Ex Caserme Mura, ultimo appuntamento con la rassegna cinematografica curata dal Centro Servizi Culturali Unla. “Juke box al carbone” è il titolo del film di Daniele Arca e Andrea Murgia che racconta i mutamenti sociali nel Sulcis degli anni 60. Insieme agli autori interverrà il direttore dell’Umanitaria di Carbonia Paolo Serra.

La conclusione della Mostra sarà affidata a due grandi nomi della narrativa e del giornalismo italiano. Alle 19.00, appuntamento al Centro Polifunzionale con Valerio Massimo Manfredi che, intervistato da Vito Biolchini, presenterà il suo romanzo “Quinto comandamento”, edito da Mondadori. Sono dodici milioni le copie vendute nel mondo da questo straordinario autore che alla Mostra racconterà la storia vera che ha ispirato il suo romanzo e ambientata in un’Africa dilaniata dalle guerre scatenate dalle multinazionali. Ma Manfredi è l’autore che ha raccontato l’epica del mondo antico, con romanzi di straordinario successo internazionale che, come nel caso del libro “L’ultima legione”, sono stati trasposti per il grande schermo in importanti produzioni cinematografiche.

Alle 21.00, a chiudere al Centro Polifunzionale la diciottesima edizione della Mostra del Libro di Macomer sarà Marino Bartoletti che presenterà il suo libro “Le squadre dei sogni. Il cuore sul prato” (Gallucci editore), un racconto per ragazzi che parla di sport e dei suoi valori, di amicizia e integrazione. Ma, in dialogo con Andrea Contini, Marino Bartoletti racconterà anche la sua straordinaria carriera che lo ha portato ad essere uno dei più celebri e amati giornalisti italiani. Ha infatti condotto e spesso ideato trasmissioni televisive storiche come “Il processo del lunedì”, “La Domenica Sportiva”, “Pressing” e “Quelli che il calcio”. È stato direttore del Guerin Sportivo e commentatore di tante edizioni del Giro d’Italia, della Champions League, dei Campionati europei e mondiali di calcio e dei Giochi olimpici.

Fotografie, archeologia, pittura e arti popolari: è ricchissimo quest’anno il programma delle mostre, con ben sette esposizioni, articolate tra il Centro Polifunzionale e le ex Caserme Mura (sedi della Mostra), ma anche Casa Attene, Casa Murenu, la sede della Pro loco e il Museo etnografico “Le arti antiche”.

Dal prossimo 14 ottobre a Casa Attene, nel centro storico di Macomer, sarà visitabile l’installazione fotografica di Daniela Zedda sulla longevità dei centenari della Sardegna. È un omaggio a undici tra uomini e donne nati alla fine della prima guerra mondiale che hanno vissuto un’epoca tragica di fame e conflitti, ma sono stati anche protagonisti di un cambiamento epocale della nostra isola. La modernità in Sardegna è arrivata con loro, che ne sono stati testimoni ma anche autori.

“365 Portrait Project” è invece il titolo della mostra fotografica a cura di Simone Sechi che sarà allestita nella sala del Centro Servizi Culturali Unla del Padiglione Filigosa delle Ex Caserme Mura. Trecentosessantacinque scatti che ritraggono volti di persone comuni, con le loro emozioni che arrivano dritte al cuore di chi guarda.

Nella Sala Grande del Centro Polifunzionale sarà invece visitabile una esposizione realizzata da Carmelo Piras sulla “Veneretta di Macomer”, la statuina risalente a oltre diecimila anni fa e di cui ricorre il settantesimo anniversario del ritrovamento.

Nella Saletta dello stesso Centro dal 17 al 19 ottobre, sarà invece allestita “Lughenè. L’arte di raccontare con le immagini” di Maurizio Quarello. Nel corso dei tre giorni sono previste visite guidate e laboratori artistici e manuali, con i grandi giochi di legno a disposizione di tutti.

Foto d’epoca di Macomer e ottanta documenti di epigrafia nuragica saranno invece esposti a Casa Murenu in piazza Murenu, curate dall’associazione Solene e dal Coro Murenu. In esposizione anche un abito tradizionale macomerese del ‘700 in miniatura e l’albero genealogico di alcune famiglie della cittadina.

“150 anni e più: l’arte del costume in Sardegna” è invece il titolo della mostra che sarà allestita al Museo Etnografico “Le arti antiche”, in Corso Umberto I 225, e che proporrà un viaggio alla scoperta degli antichi modi di vestire nel tempo con l’intento di recuperare antiche tradizioni ormai quasi completamente scomparse.

Nella sede della Pro Loco, in Corso Umberto I 198, sarà infine visitabile la mostra della pittrice Stefania Pretti. Le opere, dai colori tenui, raccontano temi di un’attualità, a volte dolorosa e drammatica, e inventano un mondo sognato, popolato di creature fantastiche. Un universo di immagini che va dalle migrazioni sul Mediterraneo alla condizione femminile, fino a visioni oniriche che vedono protagonisti gli animali che descrivono la realtà e la fantasia con sguardo leggero e ironico.

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Settantadue ore per scrivere, dirigere e montare un film. Certo si parla di cortometraggi, ma non è semplice in così poco tempo. Anche perché il regolamento non prevede una libertà totale, bisogna fare i conti con precisi paletti che rendono ancora più difficile e stimolante la sfida. Dall’estrazione del genere (la sorte ha scelto per tutti la commedia) all’inserimento forzato di una scena ambientata  in alcuni luoghi simbolo del paese e del suo territorio: la chiesa di San Pantaleo, la cascata di Triulintas, la foresta pietrificata, la stazione. È iniziato ieri (8 agosto) con un location scouting, organizzato in collaborazione con la Sardegna Film Commission, il contest che caratterizza CineMartist. Il festival andrà avanti sino a domenica quando verranno presentati i corti elaborati in questi giorni da gruppi di studenti di cinema arrivati a Martis dalle principali realtà che si occupano di formazione cinematografica in Sardegna: Accademia di Belle Arti “Mario Sironi”, del Celcam dell’Università di Cagliari, del Laboratorio produzioni audiovisive offi_Cine del Dumas dell’Università di Sassari, del Csc Carbonia della Società Umanitaria. A giudicare i lavori una giuria formata da cinque professionisti dell’audiovisivo: i registi Matteo Incollu, Gianni Cesaraccio, Marco Antonio Pani e le direttrici della fotografia Sara Arango Ochoa e Federica Ortu. Un secondo premio sarà dato dal pubblico di Martis.

A completare il festival le proiezioni serali in piazza San Giovanni, dalle 21.15. Vetrina per giovani filmmaker, ma non solo con dei corti girati da registi affermati con il contributo di studenti di cinema. Come “Viaggio a Stoccolma” di Gabriella Rosaleva prodotto dall’Università di Sassari, in programma oggi (9 agosto).  La nota regista sarà presente a Martis per introdurre questo breve film dedicato a Grazia Deledda. Nella stessa serata i corti dei giovani filmmaker dell’Accademia Cristiano Mattei, “La favola del dente avvelenato”, Roberta Masala, “Se”, Manuel Soro, “Assassinosesso”, ma anche “L’ultimo miracolo” di Enrico Pau e “L’unica lezione” di Peter Marcias nati all’interno di laboratori del Celcam dell’università di Cagliari e già presentati alla Mostra del cinema di Venezia.

Domani (10 agosto) ancora uno sguardo a quanto si realizza all’interno di corsi cinematografici in Sardegna con “Futuro prossimo” di Salvatore Mereu, un estratto del documentario “A scuola di cinema” del direttore del Celcam Antioco Floris, due lavori prodotti dalla società Mommotty, “Ausonia” di Giulia Camba ed Elisa Meloni e “Le tessere perdute” di Simone Paderi, e altrettanti dalla Società Umanitaria di Carbonia, “Spot” e “Tre uomini e una troupe” diretto da Luca Pinna.

CineMartist è organizzato dal comune di Martis e dall’associazione Nuovo Circolo del Cinema in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” e la Fondazione Sardegna Film Commission.

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Quarto appuntamento, venerdì 2 agosto, a partire dalle 11.30, con l’edizione 2019 di Cinema delle terre del mare, il festival realizzato dalla Società Umanitaria di Alghero in collaborazione con l’assessorato regionale della Cultura, il comune di Alghero e la Fondazione Alghero, e con il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission. Cornice di proiezioni e dibattiti, come sempre il centro storico e le spiagge più belle di Alghero.

Protagonisti di questa quarta giornata sono lo stato dell’arte del cinema indipendente sardo per il ciclo Lavori in corso; la Cagliari dei millennials ritratta per la sezione Indie; una pellicola fantasy Sardinia B-movie; il cinema spagnolo per Night on earth.

I lavori in corso iniziano la mattina, alle 11.30 a Lo Quarter, dove insieme ai registi Stefania Muresu, Daniele Atzeni, Stefano Deffenu, Antonio Maciocco e Marco Antonio Pani si discuterà del cinema sardo fuori dai circuiti commerciali nel forum Intorno al nuovo cinema indipendente sardo. L’incontro, moderato dal giornalista de La Nuova Sardegna Fabio Canessa, costituirà anche un’importante occasione per vedere in anteprima alcune immagini dei loro film prossimi all’uscita: L’autre côté du paradis, di Stefania Muresu; Ananda, di Stefano Deffenu; Inferru, di Daniele Atzeni; L’ultimo barbiere di carrera longa, di Antonio Maciocco; Nèmos andando per mare (odissea di un marinaio pastore di capre inabile al nuoto), di Marco Antonio Pani.

Il festival prosegue nel pomeriggio, alle 18.00 al Teatro Civico, dove è in programma Piove deserto ambientato a Cagliari: il film indipendente scritto e diretto da Maria Grazia Perrìa e Daniele Maggioni fotografa la generazione dei nati dopo gli anni ’80 in condizione di continua precarietà nel lavoro, negli affetti e nell’amore e, per questo, spesso costretta a emigrare.

Sempre alle 18.00, ma a Lo Quarter, verrà proiettato Conquest, di Lucio Fulci, per la sezione Sardinia B-movie. Dopo tanti horror, il regista punta sul fantasy immaginando il viaggio di un giovane, agli albori dell’umanità, verso l’esplorazione di terre selvagge e sconosciute che corrispondono, nella realtà, ai bei paesaggi di Capo Testa, Santa Teresa di Gallura.

Per il ciclo Night on earth, appuntamento alla spiaggia Maria Pia, stabilimento Rosanna, alle 22.00, con la proiezione di Formentera Lady, il film catalano che fotografa l’ideologia hippie e l’isolamento «in un’isola all’interno di un’isola», come afferma il regista e sceneggiatore Pau Durà, attraverso la storia di Samuel, costretto a fare i conti con gli affetti non appena sua figlia si presenta con il figlio.

In questo quarto appuntamento, Cinema delle terre del mare ospita la regista e sociologa visuale sassarese Stefania Muresu, autrice di film documentari tra cui “Sulla stessa barca”, presentato al festival Visioni dal Mondo nel 2017; Daniele Atzeni, film-maker classe 1973 attento osservatore della sua Iglesias, operatore di ripresa, montatore, insegnante di cinema e titolare della casa di produzione Araj Film; Stefano Deffenu, di Sassari, montatore, sceneggiatore e attore, al suo esordio alla regia con “Ananda”; l’algherese Antonio Maciocco, autore di numerosi cortometraggi e documentari tra cui Pregàries – Viatge entre la memoria e Permesso, pluripremiato col suo corto Achentannos; Marco Antonio Pani, sassarese del ’66, regista di corti e documentari (suo il film di protesta Capo e Croce, le ragioni dei pastori, in collaborazione con Paolo Carboni) sceneggiatore, montatore e docente di regia; il produttore cinematografico David Ciurana, scrittore, regista e produttore catalano di opere come Son of cain, The Headset e Normal.

Cinema delle terre del mare, il grande cinema nei luoghi più suggestivi della Riviera del Corallo, è in programma tutti i giorni sino a venerdì 9 agosto, con pellicole indipendenti, grandi classici, b-movies e proiezioni per ragazzi per un totale di 26 film da tutto il mondo, con anteprime regionali e nazionali, circa 40 ospiti italiani e internazionali in 12 giorni di festival su spiagge mozzafiato e altri luoghi incantevoli.

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Proiezioni, incontri con autori e un innovativo contest per studenti di cinema (unico nell’isola) che oltre a valorizzare il territorio di Martis vuole dare una possibilità di confronto attivo ai giovani filmmaker, il futuro del settore audiovisivo in Sardegna che negli ultimi anni è diventato sempre più importante. Dopo il successo della prima edizione, torna dall’8 all’11 agosto il festival CineMartist organizzato dal comune di Martis e dall’associazione Nuovo Circolo del Cinema in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” e la Fondazione Sardegna Film Commission.
La direzione artistica ha deciso quest’anno di puntare ancora di più sulle scuole di cinema, per dare una precisa identità alla manifestazione che si presenta ben diversa da una semplice rassegna estiva. Saranno così protagoniste le principali istituzioni sarde che fanno formazione e in parte anche produzione: la Fondazione Sardegna Film Commission, l’Accademia di Belle Arti, l’Università di Sassari, l’Università di Cagliari, la Società Umanitaria di Carbonia e la società Mommotty. «Abbiamo alzato l’asticella del nostro ambizioso progetto – sottolinea Renato Quinzio, presidente del Nuovo Circolo del Cinema – aprendo all’espansione territoriale, dedicando il focus alla didattica del cinema e avendo sempre un occhio di riguardo per le maestranze sarde».
Verranno proiettati diversi cortometraggi nati in ambito formativo, ma di ottima qualità, che raramente hanno la possibilità di vedersi in pubblico. Una vetrina per i professionisti di domani, giovani di talento che rappresentano il futuro del cinema in Sardegna. Tra i lavori proposti anche alcuni corti realizzati all’interno di laboratori guidati da registi affermati come Salvatore Mereu, Enrico Pau, Peter Marcias. Le presentazioni di queste opere saranno anche occasione per parlare con docenti e rappresentanti delle istituzioni più importanti di come si sta evolvendo l’offerta formativa per il cinema nell’isola.
«Le realtà qualificate di formazione cinematografica – evidenzia il direttore dell’Accademia Antonio Bisaccia – stanno vivendo in Sardegna un periodo di forte crescita. Se lo stile è il rapporto tra l’artista e il suo strumento, la didattica del cinema è tanto più incisiva se in grado di offrire forma al talento. E mi pare che queste dinamiche siano evidenti in tutte le istituzioni che offrono questi percorsi che, oggettivamente, qui in Sardegna hanno avviato una sorta di età dell’oro della formazione cinematografica di cui si vedranno gli sviluppi nei prossimi dieci anni.» 
Cuore della manifestazione è, però, soprattutto il contest cinematografico con il quale il festival vive anche durante il giorno e non solo di notte per le proiezioni. Parteciperanno gruppi di allieve e allievi dell’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi”, del Celcam dell’Università di Cagliari, del Laboratorio produzioni audiovisive offi_Cine del Dumas dell’Università di Sassari, del Csc Carbonia della Società Umanitaria.
In seguito a un location scouting alla scoperta di luoghi, storie e comunità organizzato dalla Sardegna Film Commission, i partecipanti dovranno scrivere, girare e montare un corto in paese e nel territorio circostante che comprende bellezze naturali come la cascata di Triulintas e un sito geo-paleontologico unico qual è la foresta pietrificata. I lavori ultimati saranno proiettati come clou della serata finale e valutati da una giuria qualificata che proclamerà il vincitore. Un altro premio sarà dato dal pubblico. Per consigli e confronto, gli studenti-filmmaker potranno contare sulla presenza di docenti di cinema, autori di esperienza e giovani professionisti dell’audiovisivo. Tra gli ospiti (impegnati anche come giurati) Marco Antonio Pani, Sara Arango Ochoa, Gianni Cesaraccio, Matteo Incollu, Federica Ortu.
Oltre al cinema, il festival si apre quest’anno anche ad altre arti. Ci saranno interventi di street art per la realizzazione di alcuni murales nella via principale con impegnati gruppi di giovani artisti dell’Accademia coordinati dal docente di pittura Giovanni Sanna. Inoltre durante la manifestazione saranno piazzate installazioni a tema cinematografico, in un percorso simbolico dal Comune alla piazza designata per le proiezioni. Opere ideate dall’insegnante di scultura Federico Soro e realizzate dagli allievi dell’Accademia. Iniziative che si legano al festival cinematografico e dimostrano come Martis punti con sempre maggiore decisione sulla cultura.
«L’amministrazione comunale – sottolinea il sindaco Tiziano Lasia – crede fortemente in questa iniziativa che avvicina sempre di più gli abitanti alla cultura, alla voglia di essere parte integrante di questo progetto. Proiezioni di film di qualità, ma allo stesso tempo momento di svago e divertimento. Un modo per combattere anche lo spopolamento.»

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Che sia stata una grande XII edizione non ci sono dubbi. Ma il “terre di confine”, oltre a essere un intrigante festival cinematografico, è stato anche un’importante occasione di confronto e riflessione sul cinema e la società, uno spunto di riflessione collettiva nella quale sono entrati in contatto il pubblico e gli autori.

Al di là delle visioni di opere difficilmente reperibili altrove, e degli incontri con registi come Orlando Lübbert, José Maria Gonzales, Pancho Hervé e tanti altri, la manifestazione è stata capace di creare emozioni e di traghettare il pubblico all’interno di una vicenda politica e storica tanto drammatica, quella della dittatura in Cile. Tracciando al contempo un ponte immateriale verso questo Paese sudamericano, incuriosendo ed aprendo alla voglia di conoscerne il territorio e i suoi abitanti, e visitare le sterminate lande che vanno dalla Patagonia alla città di Santiago.

Ed è proprio questo l’intento della manifestazione organizzata dall’associazione Su Disterru: incontrarsi, dialogare e discutere attraverso il cinema, ma soprattutto, abbattere i confini e avvicinare le culture. Culture che spesso si rivelano di una insospettabile ricchezza.

In questa seconda volta di Marco Antonio Pani alla direzione artistica, affiancato nella conduzione da Enrico Pitzianti, molto apprezzati sono stati anche i corti e i lungometraggi degli autori sardi, tra i quali quelli di Francesca Lixi, Bonifacio Angius, Paolo Carboni e Sergio Naitza. Una carta vincente è stata senz’altro l’apertura alla declinazione del tema di quest’anno, La libertà, nelle sue infinite sfaccettature tra poesia, pittura, videoart, musica e incontri con gli studenti.

Di forte impatto è stata la performance di Claudia Crabuzza e Francesca Ventriglia dedicata a Violetta Parra, il concerto di musica andina del “Grupo Nazca”, la presenza del poeta Antonio Arévalo con il suo libro “Le terre di nessuno” ed Aldo Brigaglia in “Intillimanìa”. Quindi le installazioni artistiche a cura di Bianca Laura Petretto e le esposizioni di Alejandro Robles e Lea Gramsdorff e le letture di Isabella Orchis.

Significativo è stato inoltre il gemellaggio del “terre di confine” con il Festival de cine de Santa Fe de Antioquia, in Colombia, suggellato dalla presenza del direttore artistico Alejandro Alzate Giraldo.

Altro importante tassello è stato l’incontro e la collaborazione con l’associazione Cilenos de Sardigna, che ha permesso di conoscere un’importante pagina poco conosciuta della nostra storia, quella di ben cinquecento sardi che, cileni di nascita, furono adottati da famiglie sarde in tenera età, soprattutto durante i vent’anni della dittatura di Pinochet, e oggi fanno parte integrante del tessuto sociale dell’isola.

Notevole supporto è stato dato dalla Regione Autonoma della Sardegna, dalla Cineteca Sarda, dalla Filmcommission, dalle diverse amministrazioni comunali e dal consorzio “Sa perda ‘e Iddocca”, in collaborazione con Lo Teatrì di Alghero, l’Accademia delle Belle arti Mario Sironi, il Cityplex Moderno di Sassari e il MEA di Asuni. E un’altra carta vincente forse è stata proprio la scelta itinerante della manifestazione, in un tour che ha abbracciato le comunità di Cagliari, Alghero, Sassari, Solarussa ed Asuni.

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«Da profugo sono diventato scrittore, sono diventato un operatore culturale e questo è un esempio di come un profugo, se gli dai la possibilità, può diventare qualcuno e può contribuire a dare un valore aggiunto al luogo dove sta.»
Sono le parole commosse pronunciate dal poeta cileno Antonio Arèvalo al “terre di confine” filmfestival, dopo la proiezione nel weekend del documentario “Santiago, Italia” di Nanni Moretti. Un film in cui numerosi testimoni raccontano attimi drammatici, quelli della presa di potere da parte di Pinochet e la morte di Salvador Allende, la dittatura e la fuga nell’ambasciata italiana.

Tra questi testimoni c’è proprio Arèvalo che – come egli stesso ha raccontato al giornalista Roberto Cossu di fronte al pubblico del festival – nel ’73 a soli quattordici anni era divenuto la mascotte della Brigata di pittura muraria, con la quale usciva di notte per pitturare le strade. Militante della gioventù comunista, andava a lanciare volantini di protesta. Venne scoperto e si rifugiò all’ambasciata italiana per poi vedere la sua vita catapultata dall’altra parte dell’oceano.

«Vivere all’interno dell’ambasciata è stata un’esperienza fortissima – ha affermato lo scrittore -. Arrivato in Italia però non volevo far sapere che ero profugo. Mi vergognavo di dirlo. Oggi ne vado fiero. Sono cresciuto in Italia leggendo tutto quello che potevo, parlando per citazioni perché dovevo impormi.»

La commozione per la fuga dal Cile ha lasciato spazio a un pensiero per l’attuale dramma nel Mediterraneo: «A volte mi vedo nei panni della gente che oggi arriva nei gommoni. Io ho vissuto un’Italia accogliente, era un’epoca meravigliosa. In confronto a ciò che succede ora la mia storia è nulla. Mi sento un privilegiato. Ma ho preso il meglio che ho avuto dall’Italia e ho cercato di restituirlo, perché mi sento responsabile del luogo che mi accoglie, sia che mi trovi a Roma, Milano o Venezia».

Dopo la visione del film di Moretti, che ha portato in sala una forte carica emotiva, Arèvalo ha presentato il suo libro “Le Terre di nessuno”, il cui titolo è già indicativo di una forte correlazione con il tema del festival cinematografico di Asuni, anche quest’anno diretto artisticamente da Marco Antonio Pani. Un libro che sintetizza, attraverso una serie di poesie scritte tra il 1980 e il 2016, l’esperienza umana e artistica di questo straordinario autore, ormai riconosciuto come uno tra i più attivi sostenitori e promotori della creatività latinoamericana in Europa.

«Per me è molto bello tornare in Sardegna, è un onore, perché il mio primo produttore è stato Ignazio Delogu, un sardo eccellente che è stato anche traduttore di Pablo Neruda – ha concluso Arèvalo -. È un doppio momento letterario e cinematografico di grande emozione, in cui un’ultima volta ancora mi si fa sentire a casa,»