14 December, 2025
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L’assemblea pubblica organizzata dal Movimento spontaneo “No alla discarica” nel salone circoscrizionale di Is Urigus, ieri sera ha ribadito un “NO ” unanime alla realizzazione di una discarica per “rifiuti speciali” nel sito della cava di materiali di natura vulcanica ubicata in località “Su Giri de sa Murta”, alla periferia di Is Urigus, frazione del comune di San Giovanni Suergiu, proposta dall’Ekosarda Srl. Hanno partecipato all’incontro, tra gli altri, la sindaca di San Giovanni Suergiu, Elvira Usai, il presidente ed il vice presidente della provincia del Sulcis Iglesiente Mauro Usai e Gianluigi Loru, il consigliere regionale Alessandro Pilurzu, il sindaco di Masainas Gian Luca Pittoni, il vice sindaco di Carbonia Michele Stivaletta, assessori e consiglieri del comune di San Giovanni Suergiu e di altri comuni della provincia del Sulcis Iglesiente.

L’assemblea si è svolta esattamente un mese dopo l’inchiesta pubblica svoltasi nella sala consiliare del comune di San Giovanni Suergiu, alla quale parteciparono i tecnici della Regione Sardegna e i massimi responsabili dell’Ekosarda Srl, e 11 giorni dopo il termine per la presentazione delle osservazioni di soggetti pubblici e privati, prevista dalla procedura regionale. Il dibattito è stato lungo e animato e al di là di alcune differenziazioni, tutti gli interventi hanno ribadito il “NO” alla realizzazione di una discarica a ridosso dei centri abitati di Is Urigus, San Giovanni Suergiu e Carbonia. Il presidente della provincia del Sulcis Iglesiente, Mauro Usai, ha assicurato l’impegno dell’ente per contrastare la realizzazione della discarica, nei termini previsti dalle leggi vigenti, ribadendo che non ci sono le condizioni per il rilascio delle autorizzazioni richieste dalla società proponente. Lo stesso impegno è stato ribadito dal consigliere regionale Alessandro Pilurzu che ha sottolineato l’adesione unanime dei partiti di maggioranza del Consiglio regionale alla mozione presentata dal consigliere regionale di Sinistra Futura Luca Pizzuto in rappresentanza della coalizione provinciale Noi per il Sulcis – che riunisce Sinistra Futura, Movimento 5 Stelle, PSI e Orizzonte Comune, sottoscritta dai consiglieri regionali di Sinistra Futura (Paola Casula, Peppino Canu), Movimento 5 Stelle (Michele Ciusa, Gianluca Mandas, Lara Serra, Emanuele Matta, Roberto Li Gioi, Alessandro Solinas), Partito Democratico (Roberto Deriu, Gianluigi Piano, Carla Fundoni, Salvatore Corrias, Alessandro Pilurzu, Valter Piscedda, Antonio Sau, Antonio Solinas, Camilla Soru) e Orizzonte Comune (Sandro Porcu, Salvatore Cau).

Il Movimento spontaneo “No alla discarica”, guidato da Sergio Porceddu, ha ribadito la richiesta alla politica di accelerare i tempi per bloccare definitivamente il progetto, per “liberare” la comunità dal peso insopportabile di un progetto che minaccia la loro salute e il loro futuro. E di richiedere, al tempo stesso, la fermata dell’attività di cava e la rinaturalizzazione dei luoghi, come previsto dalle autorizzazioni regionali, l’ultima delle quali, sulla richiesta di ampliamento all’esercizio dell’attività per  la coltivazione di una cava, di materiali di natura vulcanica costituiti in prevalenza da argille destinate “quasi esclusivamente per la realizzazione di sottofondi e capping in discariche e bonifiche di siti contaminati”, risale al mese di giugno 2023 (delibera di Giunta n° 21/93 del 22 giugno 2023).

Tra gli interventi, quello della consigliera provinciale di Fratelli d’Italia Daniela Garau, che ha proposto al presidente Mauro Usai l’inserimento dell’argomento all’ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio provinciale – proposta accolta -, e quello del vicesindaco di Carbonia, Michele Stivaletta, che ha messo in evidenza che proprio nei giorni scorsi il comune di Carbonia ha ottenuto un finanziamento di 9.997.698,40 euro nell’ambito del Programma Nazionale Just Transition Fund – Piano Territoriale Sulcis, dedicato alla bonifica e rifunzionalizzazione di siti da destinare a nuove attività economiche, che ricadono a ridosso del sito in cui si trova la cava, in località “Su Giri de sa Murta”, sottolineando – come peraltro rimarcato dalle osservazioni presentate dal comune di Carbonia – che lo stesso è assolutamente incompatibile con la presenza della discarica proposta dall’Ekosarda Srl.

Al termine dell’assemblea pubblica, abbiamo intervistato il presidente della provincia del Sulcis Iglesiente, Mauro Usai.

 

 

«Il governo Meloni rifila l’ennesima sberla ai sardi. C’è da rimanere basiti per la nuova dimostrazione di disinteresse della destra nei confronti della Sardegna e delle sue problematiche. Il taglio del 50% dei fondi destinati alle province sarde (da 51 a 27 milioni di euro) per la manutenzione delle strade è qualcosa di indecente.»
La denuncia arriva da Sinistra Futura.
«La Sardegna sconta anni di disinteresse del centrodestra sia nazionale che regionale sul tema della manutenzione pubblica. Il ministro Salvini è venuto in Sardegna in periodo elettorale a promettere risorse. Oggi invece taglia 24 milioni di euro che ci spettano per i prossimi 3 anni, condannandoci ancora una volta a dare fondo a tutte le nostre risorse per compensare le loro mancanze», commenta la consigliera regionale di Sinistra Futura e sindaca di Guasila, Paola Casula.

La transizione energetica verso le fonti rinnovabili è certamente oggi il principale argomento, anche di scontro acceso, della politica in Sardegna. Non è certamente un caso se sui principali quotidiani sardi, da un mese a questa parte, campeggiano titoli di fuoco e interviste di ogni genere, con oggetto mirato all’assalto eolico e fotovoltaico alla Sardegna e alla presunta inefficienza della Giunta regionale. Infine, la “marcia su Saccargia come una nuova Pratobello” ha infuocato le discussioni e acceso molti animi.
Noi in tempi non sospetti abbiamo definito gravissima la speculazione di cui è oggetto la nostra isola, al centro di una nuova occupazione di servizio, una vera e propria servitù energetica, tutta tesa a garantire enormi profitti alle lobby affaristiche a tutto danno del patrimonio di tutti i sardi.
La compromissione del territorio, del suo habitat, delle sue prerogative antropologiche e storiche, non sono che un danno collaterale nel percorso di nuova occupazione che si profila in questi ultimi anni, del tutto indisturbato se non proprio connivente fino ad ieri. Proviamo a fare un po’ di chiarezza sullo stato delle cose.
1. Non è certamente discutibile da parte di nessuno la necessità di abbandonare quanto prima le fonti energetiche fossili e inquinanti che hanno finora prodotto un effetto di riscaldamento globale superiore a 1,5 °C e che, tramite anche la CO2, contribuiscono all’effetto serra in misura prevalente, compreso il metano.
2. Questo comporta necessariamente un nuovo orientamento produttivo verso le fonti rinnovabili (sole, vento, acqua, geotermico), orientamento che l’Europa ha sposato e che pone obiettivi concreti di decarbonizzazione entro il 2030 ed entro il 2050.
3. A seguito delle direttive europee e delle norme nazionali alla Sardegna viene assegnato un contingente produttivo di 6,2 GW da realizzarsi entro il 2030. Questo contingente viene da tutti considerato eccessivo rispetto alla capacità di autoconsumo e rispetto alla capacità di trasporto esterno; altre regioni stanno certamente messe peggio della Sardegna (Sicilia in primis), ma non essendo allo stato attuale negoziabile, questo limite viene accettato obtorto collo.

4. Sulla scorta di una legislazione carente e permissiva voluta da Mario Draghi nel 2021, si è scatenato l’assalto (lautamente remunerato in prospettiva dalla previsione di incentivi pubblici a sei zeri) da parte delle multinazionali energetiche al territorio sardo, con l’intento di realizzare una moltitudine di impianti eolici e fotovoltaici in spregio ad ogni logica di rispetto dei territori “occupati”, di dimensioni dieci volte superiore il contingente energetico assegnato alla Sardegna (oltre 800 progetti per quasi 58 GW), la gran parte dei quali in corso di autorizzazione. E’ del tutto intuitivo che oltre il 90% di quegli impianti non dovrebbero vedere mai la luce, ma l’effetto politico indotto è comunque disastroso.
5. A fronte di questa situazione, la Giunta Solinas non solo non ha esercitato alcuna opposizione, ma ha giocato a nascondino non esercitando alcun potere di disciplina normativa della situazione esistente, in tutti questi anni, consegnando alla Giunta Todde una condizione di totale disastro normativo, autorizzativo (la situazione di Saccargia e di Barumini su tutte), ambientale e urbanistico.
In questo stato di fatto si è trovata la nuova giunta all’atto del suo insediamento, con la urgenza di assumere decisioni di salvaguardia del patrimonio ambientale, storico, culturale e produttivo per evitare lo scempio in atto e in divenire.
Il primo atto è stato l’emanazione di un disegno di legge “di moratoria sui nuovi impianti eolici e fotovoltaici” che impedisse nuove autorizzazioni produttive. Oggi quel disegno di legge si arricchisce di emendamenti, anche della stessa Giunta regionale, che consentono esercitare la potestà legislativa primaria della regione in materia urbanistica e ambientale e che consentono alla Sardegna di decidere dove non si possano attivare impianti eolici e fotovoltaici al fine di salvaguardare tutto il patrimonio naturalistico, paesaggistico, floro-faunistico, storico-culturale, idrogeologico, in una parola per salvare “l’Eco-Sistema Sardegna”. Questo atto normativo vedrà la luce in Consiglio regionale entro il 30 giugno prossimo e conterrà anche l’impegno a completare entro 18 mesi il Piano Paesaggistico Regionale, armonizzandolo con quello costiero.
In parallelo al primo atto è stata condotta, tramite la Conferenza delle Regioni a guida sarda, la battaglia-confronto con lo Stato sulla definizione dei criteri per le linee guida necessarie ad indicare le aree su cui poter insediare nuove produzioni eolico-fotovoltaiche. Questa battaglia è stata vinta, anche per via di una forte spinta regionale unitaria, ottenendo significativi risultati: solo per fare alcuni esempi significativi, lo spostamento al largo e non lungo le coste degli impianti off shore (ben oltre le 12 miglia e che sono di pertinenza nazionale, si badi bene) e il calcolo della loro produzione al 100% nel contingente produttivo (contro il 40% iniziale), una franchigia dei nuovi impianti nel raggio di 7 chilometri da beni ambientali e culturali di pregio (contro i 3 iniziali).
Le riflessioni che infine possiamo fare, partono dalla constatazione che si è fatto un grande sforzo unitario, le associazioni di cittadini, la giunta regionale, i partiti del Campo Largo, tutti insieme per difendere il diritto della Sardegna alla autodeterminazione, pur in un armonico contesto nazionale ed europeo di contrasto all’inquinamento energetico e alla salvaguardia della salute e del benessere delle persone.
Questo risultato non era scontato ed ancora non lo è del tutto, se i portatori di interesse economico in campo energetico continuano a pensare di poter occupare il territorio con mega impianti distruttivi. A questo abbiamo messo un argine, politico e giuridico insieme, di civiltà e di popolo.
Ma la battaglia non è finita. Essa è solo iniziata. Assisteremo ancora ad una sleale speculazione politica che vuole sottilmente mistificare i risultati ottenuti, che attacca sulle energie rinnovabili per fare da sponda ai faccendieri del metano e magari ai petrolieri di casa nostra. Non ci stiamo. Reagiremo con la calma di chi ha ragione. Saremo da subito costruttivi e concreti.
Da subito dovremmo pensare ad esercitare il potere di indirizzo della Regione Sardegna, dovremo decidere cosa si fa e dove, quanto fotovoltaico e quanto eolico, come sviluppare la grande ed inesplorata risorsa dell’energia idroelettrica, andare decisi verso lo sviluppo dei sistemi geotermici che in altre parti del mondo sono all’avanguardia.
Vinta la prima battaglia contro gli speculatori ora la politica dovrà fare sul serio per realizzare quella che noi di Sinistra Futura chiamiamo la “rivoluzione energetica”.
Noi crediamo che dovranno essere ascoltate le comunità locali, che ad esse dovranno essere offerti aiuti seri per la propria autosufficienza energetica, anche attraverso la promozione libera e non asservita delle comunità energetiche, che i cittadini dovranno essere educati ad un nuovo e più importante utilizzo della energia pulita e rinnovabile, consapevole ed incentivato, facilitato in tutte le potenzialità di autoproduzione, che ogni micro-attività autoproduttiva di energia pulita possa essere un esempio, che la realizzazione di ogni innovativa capacità di ridurre l’impatto produttivo ambientale debba essere perseguita.
Noi pensiamo che sia maturo il tempo per un nuovo e puntuale Piano Energetico Regionale, che partendo dalla specialità della Sardegna ne sappia esaltare il ruolo, la complessità morfologica, paesaggistica, geologica, rendendola un vero laboratorio di innovazione rispettosa dell’habitat e dell’ambiente a tutto tondo.
Infine, ma certamente non ultimo, dovrà con urgenza essere affrontato il nodo del governo energetico regionale. La costituzione di una vera e propria Agenzia Regionale per l’Energia non è argomento più eludibile.
E’ tempo, è urgente, è necessario, è giusto che l’autodeterminazione dei sardi possa esprimersi anche su questo terreno, con la capacità di programmare, di negoziare, di governare la rivoluzione energetica.
Non sarà facile, ma anche questa è una sfida politica intrigante e, siamo sicuri, entusiasmante.
Come potrà essere fatta, lo vedremo tutti insieme.

Paola Casula
Consigliera regionale Sinistra Futura

La consigliera regionale di Sinistra futura Paola Casula è stata confermata sindaca del comune di Guasila. Candidata con la lista “Guasila per tutte”, ha ottenuto 819 voti (53,78%) e sarà sostenuta da una maggioranza di 8 consiglieri. Il candidato concorrente Giantonio Orrù, candidato della lista “Uniti per Guasila”, ha ottenuto 704 voti (46,22%). Saranno 4 i consiglieri di minoranza.

Sinistra Futura, la formazione politica nata in Sardegna, allarga i propri orizzonti e punta a diventare un soggetto politico nazionale. Giovedì 14 dicembre si è tenuto a Bacu Abis un incontro alla presenza di Gianni Battaglia, Antonio Gandolfo e Pippo Zappulla dell’Area Costituente per il partito del lavoro in Sicilia.
Sinistra Futura, associazione nata in Sardegna dopo la fine di Articolo Uno, raccoglie anche molti esponenti di Sinistra Italiana, e si presenterà con una lista alle elezioni regionali 2024 a sostegno della candidata Alessandra Todde. Il movimento potrebbe così diventare riferimento per la costruzione di un soggetto federato a livello nazionale. I promotori hanno registrato l’interesse da parte degli ospiti giunti a Bacu Abis per l’occasione dalla Sicilia per valutare l’esperienza costruita in Sardegna.

«Per la prima volta in Italia, nella storia repubblicanaha detto il presidente Luca Pizzutopotrebbe nascere un soggetto nazionale dalle esperienze delle comunità locali, lontano dalle logiche romane di costruzione dei soggetti politici che abbiamo osservato negli ultimi anni: liste che nascono per le elezioni e muoiono il giorno dopo. Abbiamo l’ambizione di esistere e crescere anche dopo le elezioni regionali sarde, e di essere una comunità politica in grado di realizzare cambiamento.»

Al termine del dibattito, coordinato dal giornalista Marco Corrias, al quale hanno partecipato il segretario regionale della Fiom Cgil Roberto Forresu e i sindaci di Guasila e Ossi, Paola Casula e Pasquale Lubinu, è stato ricordato Basilio Sulis, padre del Festival Ai confini tra Sardegna e Jazz di Sant’anna Anna Arresi ed è intervenuto il musicista Matteo Leone.

                

 

Monta la protesta, in Sardegna, contro l’inserimento di 8 siti dell’Isola tra i 51 identificati come idonei ad ospitare il deposito unico delle scorie nucleari, nell’elenco delle aree presenti nella proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI) pubblicato ieri dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.

Gli 8 siti dell’Isola identificati come idonei si trovano due nella provincia di Oristano (Albagiara, Assolo, Usellus; Albagiata Usellus) e sei nella provincia del Sud Sardegna, concentrati nella Marmilla (Mandas, Siurgus Donigala; Segariu, Villamar; Setzu, Tuili, Turri, Ussaramanna; Nurri; Ortacesus; Guasila).

Ieri abbiamo intervistato la sindaca del comune di Guasila, Paola Casula.

Giampaolo Cirronis

Giovedì 14 dicembre, a Bacu Abis, nei locali dell’ex scuola elementare di via Gavorrano, dalle 16.30, si terrà un grande evento organizzato da Sinistra Futura. L’iniziativa si colloca all’interno del
calendario delle manifestazioni della festa diffusa Futura!, che ha visto decine di appuntamenti negli scorsi due mesi.
L’associazione nata meno di un anno fa dal basso, con il contributo esclusivo dei territori, si affaccia per la prima volta sul panorama nazionale. Il programma prevede un dibattito dal tema ‘confederalismo dei territori, delle comunità locali e dei popoli’, nel quale si discuterà della possibilità di costruire una sinistra dal basso, che possa essere federale e federata, una sinistra slegata da logiche romane che riparta dai territori e dalle periferie, nella possibilità di un processo nuovo che vada dal basso verso l’alto e non al contrario, processo inedito nella storia
della sinistra. Interverranno, tra gli altri:
– Roberto Forresu, segretario regionale della Fiom Cgil
– Andrea Contu, presidenza Arci Sardegna
– Luca Pizzuto, presidente Sinistra Futura
– Paola Casula, Sindaca di Guasila, vicepresidente Sinistra Futura
– Pippo Zappulla, coordinatore regionale della Sicilia di Area Costituente Verso il Partito del Lavoro
– Gianni Battaglia, coordinatore regionale di Area Costituente della Sicilia e Resp. della provincia di Ragusa.
Coordina Marco Corrias, corrispondente dell’Unione Sarda.
Parteciperanno dunque due esponenti della politica regionale siciliana, appartenenti all’area politica “Area Costituente Verso il Partito del Lavoro”, nato dopo lo scioglimento di Articolo
Uno.
L’evento sarà introdotto dall’attore Gianluca Medas e si concluderà con un buffet di sostegno alla popolazione palestinese. È previsto un momento di ricordo di Basilio Sulis, scomparso recentemente, che verrà omaggiato da Matteo Leone, vincitore del premio Parodi 2021.
Infine, è stata organizzata anche un’attività di animazione per bambini e bambine, a cura di Tata Elena.

La sala della circoscrizione di Bacu Abis venerdì 29 settembre ha ospitato un dibattito sui temi legati alla povertà e alla pace e un concerto de “Gli operai della Fiat 1100” alla festa di Sinistra Futura.

La serata è stata aperta da un ricordo di Marco Baldino, ex consigliere provinciale, con l’intervento della figlia Norma.

Il dibattito, introdotto dal segretario di Sinistra Futura Luca Pizzuto e coordinato dal giornalista Giampaolo Cirronis, ha visto la partecipazione di Michele Carrus, presidente nazionale della Federconsumatori; Andrea Pianu, portavoce del Forum del terzo Settore della Sardegna; Aldo Dessì, presidente di Arci Sardegna; Paola Casula, sindaca di Guasila, componente del direttivo di Anci Sardegna e dirigente di Sinistra Futura; Elisabetta Manella, rappresentante dell’associazione Sardegna 2050; Pietro Pani, presidente dell’associazione Orizzonte Sinistra ed Alessandra Todde, parlamentare, ex viceministro e sottosegretario, vicepresidente nazionale del Movimento 5 Stelle. Tra il numeroso pubblico presente in sala, la senatrice del Movimento 5 Stelle Sabrina Licheri, l’ex sindaca di Carbonia Paola Massidda, il portavoce del Movimento 5 Stelle Gian Luca Lai e il segretario del Partito socialista Daniele Pani.

Al termine del dibattito, si è esibito il gruppo “Gli operai della Fiat 1100”, cantando e suonando le canzoni del repertorio di Rino Gaetano. Il pubblico in sala ha gradito la loro performance e cantando con loro ha potuto “assaporare” i più graditi successi di un grande artista scomparso prematuramente, autore di molti pezzi che lo hanno reso famoso nello scenario musicale italiano. Una band coinvolgente capace di far divertire un pubblico senza età: alla voce Maurizio Piras, alle percussioni Nicola Corrias e al basso Edoardo Biggio. E di coinvolgere anche il pubblico, alla voce con Andrea Contu, operatore culturale della Società Umanitaria, e alla chitarra il consigliere comunale di Sinistra Futura Matteo Sestu.

Allegate alcune foto della serata

Nadia Pische

         

Si è concluso domenica il Congresso nazionale di Articolo Uno a Roma che ha visto la rielezione di Roberto Speranza a Segretario nazionale del partito. La delegazione sarda era composta da Ambra Joyce Calledda, Paola Casula, Eugenio Lai, Luca Pizzuto, Ilaria Portas, Pasquale Lubinu, Sabrina Schirru, Silvia Corongiu, Andrea Zuddas, Silvia Lardu, Erica Floris, Matteo Sestu. La Direzione Nazionale, composta da 60 membri, comprenderà anche 6 sardi, tra i quali il segretario regionale Luca Pizzuto, il segretario della città metropolitana Pasquale Lubinu, Ambra Calledda per il Movimento della sinistra giovanile i consiglieri regionali Eugenio Lai e Daniele Cocco.

Al Congresso, la delegazione sarda ha contribuito alla discussione, presentando alcuni ordini del giorno e una modifica allo Statuto del partito che prevede la possibilità di forme di autonomia per le federazioni regionali di Regioni a statuto speciale. La fase congressuale si è svolta successivamente al tesseramento, concluso nel mese di marzo 2022, che ha fatto registrare 529 adesioni sulle oltre 13.000 tessere nazionali, portando la Sardegna al decimo posto tra le regioni italiane per numero di iscritti e tra i primi in rapporto alla popolazione. Dal Congresso, che ha visto la partecipazione di tutti i leader di centrosinistra, è emerso chiara la rotta verso la costruzione di una forte coalizione progressista ed ecosocialista in grado di fronteggiare le forze di centrodestra in vista delle elezioni politiche del 2023.

Si è svolta stamane, a Cagliari, nell’aula magna del Seminario regionale, la conferenza stampa di presentazione del pellegrinaggio regionale ad Assisi in occasione della festa di San Francesco (3-4 ottobre). 

Hanno partecipato all’incontro con la stampa: monsignor Antonello Mura, Presidente della Conferenza Episcopale Sarda; monsignor Roberto Carboni, Arcivescovo di Oristano e Vescovo di Ales-Terralba; padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi; Alessandra Zedda, vicepresidente della Regione; Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari; Paola Casula, vicepresidente dell’Anci Sardegna; Roberta Loi, consulente dell’Assessorato regionale al Turismo e don Ignazio Serra, responsabile dell’ufficio per la Pastorale del Turismo della Conferenza Episcopale Sarda. 

Sono 929 i pellegrini iscritti presso le rispettive diocesi della Sardegna. Di questi, 8 sono vescovi (compresi i due emeriti di Cagliari e Oristano), 54 sacerdoti, 2 diaconi e 865 laici.

Sarà presente, inoltre, il Pontificio Seminario Regionale con 5 membri dell’équipe e 46 seminaristi. Una ristretta rappresentanza di laici (16 per la celebrazione dei Primi Vespri presso la Basilica Santa Maria degli Angeli e 10 per la Messa presso la Basilica superiore di San Francesco), a motivo dei numeri contingentati per il Covid-19, parteciperanno agli eventi più salienti delle due giornate ad Assisi.

Ai 929 pellegrini si aggiunge una delegazione di circa 100 autorità in rappresentanza delle istituzioni locali (in particolare sindaci) e regionali. Numerosi altri pellegrini isolani arriveranno autonomamente ad Assisi in occasione dell’evento.

Foto di Roberto Comparetti (settimanale Il Portico, Arcidiocesi di Cagliari).