14 December, 2025
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Collaborazione tra istituzioni e operatori, condivisione di buone pratiche, analisi delle criticità e dialogo continuo tra coloro che, a vario titolo, operano nella tutela e nella valorizzazione dell’archeologia del territorio, creando le basi per una rete tra Comuni del Sulcis Iglesiente capace di attrarre risorse e visitatori, favorendo lo sviluppo del patrimonio archeologico di questa porzione di Sardegna. Nasce così il “Festival di Archeologia Sulcitana”, promosso dal Museo Archeologico “Ferruccio Barreca” di Sant’Antioco con un finanziamento della Regione Sardegna: «Un programma di appuntamenti che, dal mese di dicembre 2025 alla primavera del 2026, coinvolgerà enti di ricerca, amministrazioni e professionisti del patrimonio, con l’obiettivo di costruire un confronto tra tutti gli attori che operano nella salvaguardia e nella più ampia fruizione dell’archeologia del territorio commenta la direttrice del Parco Storico Archeologico del Comune di Sant’Antioco, Sara Muscuso -. Il Festival prevede incontri dedicati alla ricerca archeologica nel Sulcis-Iglesiente, al ruolo dei musei, alle strategie di comunicazione e partecipazione e culminerà con una giornata consacrata ad un fam trip internazionale».

La prima fase del Festival, rivolta agli enti e alle cooperative che gestiscono siti e musei archeologici del Sulcis Iglesiente, intende essere un punto di partenza per un confronto diretto sul presente e sul futuro dell’archeologia, affrontando insieme criticità, buone pratiche e prospettive di collaborazione tra istituzioni e operatori. «Con l’obiettivo di fare rete spiega il sindaco del comune di Sant’Antioco, Ignazio Locci- il primo appuntamento consiste in due tavoli di confronto dal tema “Archeologia e sviluppo locale. Strategie di gestione e promozione nel Sulcis Iglesiente”: uno politico e uno gestionale, che si terranno rispettivamente nelle giornate del 12 e del 13 dicembre 2025 nella sede del Museo archeologico di Sant’Antioco e vedranno la partecipazione dei Sindaci nei cui Comuni insistono siti di interesse archeologico aperti alla fruizione, la Provincia, la Soprintendenza, l’assessorato regionale della Cultura, nonché enti e soggetti che operano nell’ambito dei beni archeologici.»

Venerdì 12 dicembre alle 10.00 si aprirà con “Il ruolo dell’archeologia nei processi di valorizzazione del Sulcis Iglesiente” – Incontro con i Sindaci dei Comuni interessati dalla presenza di beni archeologici aperti al pubblico e rappresentanti della Provincia del Sulcis Iglesiente.

Sabato 13 dicembre, alle 10.00, si proseguirà con il tavolo “Strategie di gestione e promozione nel Sulcis-Iglesiente” – Incontro con direttori dei Musei e soggetti gestori dei beni archeologici nel territorio del Sulcis-Iglesiente.

Il cartellone degli eventi si snoderà fino alla primavera del 2026 con una serie di appuntamenti di varia natura. Nel mese di febbraio il focus sarà incentrato su “Ricerche archeologiche nel Sulcis-iglesiente: territori, contesti e prospettive”, un convegno con direttori scientifici degli scavi archeologici nel territorio del Sulcis Iglesiente. Nel mese di marzo i momenti di condivisione saranno due: “Musei archeologici 4.0: Sfide e Innovazioni per il Futuro dell’Archeologia”, incontro con direttori dei musei archeologici della Sardegna; e “Radici della storia: Esperienze di Archeologia Sperimentale e Digitale”: presentazioni, dibattiti e dimostrazioni pratiche di archeologia sperimentale e di archeologia digitale. Infine, chiuderà questa prima edizione del Festival un Fam Trip internazionale: “Familiarization Trip” dedicato al turismo archeologico e culturale nel territorio del Sulcis Iglesiente.

 «Il Festival di archeologia commenta l’assessore della Cultura, Luca Mereurappresenta un’importante occasione di valorizzazione del patrimonio storico e culturale dell’isola. Un appuntamento di rilievo, pensato per promuovere la conoscenza, favorire il dialogo tra istituzioni, studiosi, appassionati e visitatori e celebrare il ruolo centrale di Sant’Antioco nella storia del Mediterraneo.»

Cinema, archeologia, memoria e attualità in dialogo a Sant’Antioco nella rassegna CineMAB: visioni archeologiche: due giorni di proiezioni e incontri con registi e critici, venerdì 12 e sabato 13 settembre, al Museo archeologico “Ferruccio Barreca”.

Ideata dal Museo e Parco Archeologico comunale la manifestazione si avvale della direzione artistica del Circolo del cinema Immagini e della collaborazione con il Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia Eubea e con la cooperativa sociale Archeotur.

«CineMAB nasce con l’intento di offrire una programmazione culturale del Parco Storico e Archeologico di Sant’Antioco che sappia coniugare la dimensione storica con l’attualità, attraverso i linguaggi dell’arte, della letteratura, del cinema, della musica e dell’intrattenimento – spiega Sara Muscuso, archeologa e direttrice scientifica e amministrativa del Parco Storico Archeologico sulcitano -. Il Museo si configura come scenario privilegiato per la realizzazione di iniziative che pongano il passato in costante dialogo con il presente. In tale prospettiva, il cinema, grazie alla forza espressiva del linguaggio visivo, si propone quale strumento privilegiato di narrazione, capace di valorizzare e di promuovere una più profonda conoscenza e consapevolezza del patrimonio culturale».

CineMAB prende il via venerdì 12 settembre con la visione, alle 21 nel giardino del museo, di “L’etrusco uccide ancora” (1972 – Italia, 105′), il film di Armando Crispino considerato il capostipite del filone archeologico del giallo all’italiana degli anni ’70; uno dei primi film a tentare la contaminazione tra il giallo classico e l’horror, e il primo all’interno del genere a utilizzare la musica classica in funzione espressiva (il Dies irae del Requiem di Giuseppe Verdi). Girato nel 1971 tra Spoleto, Cerveteri, Tarquinia, Frascati (villa Aldobrandini), Montefiascone (Basilica di San Flaviano), il film racconta di un misterioso assassino che a Spoleto sacrifica le sue vittime secondo il rito di Tuchulcha, il dio etrusco della morte. Il commissario al quale è affidato il caso indaga tra i partecipanti al Festival dei Due Mondi che si svolge in quei giorni; ogni volta, però, la traccia che sembrava giusta si rivela priva di fondamento. Interverrà alla proiezione Francesco Crispino, critico cinematografico e figlio del regista del film.

L’indomani, sabato 13 settembre, il giardino del Museo Archeologico “Ferruccio Barreca” ospita, a partire dalle 21.00, le proiezioni di quattro cortometraggi. Il primo è “Approdi”, del giornalista e documentarista pugliese Lorenzo Scaraggi (2024 – documentario, 45′), vincitore, lo scorso anno, del premio del pubblico alla quattordicesima edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico di Licodia Eubea (Catania). “Approdi” indaga sull’identità più profonda dei porti pugliesi; è il racconto di una lunga navigazione a vela tra Ionio e Adriatico che prende spunto dalla visione geopoetica del “Breviario Mediterraneo” di Predrag Matvejevic. Ciascuna tappa segna un incontro che approfondisce un tema: protagonisti lo scrittore Alessandro Vanoli a Monopoli, l’archeologa Rita Auriemma ad Egnazia, la scrittrice Enrica Simonetti a Giovinazzo, il direttore d’orchestra Roberto Soldatini a Trani, il direttore di Limes Lucio Caracciolo a Bari, mentre lo scrittore Bjorn Larsson narra Brindisi e le coste del Salento. Il documentario restituisce una narrazione intensa e poetica della costa pugliese, attraversando luoghi emblematici come Torre Guaceto e le scogliere di Leuca, veri e propri “approdi” di memoria, cultura e bellezza.

A seguire, la serata proporrà tre cortometraggi presentati in passato al festival Passaggi d’Autore – Intrecci Mediterranei, appuntamento di casa a Sant’Antioco, organizzato dal Circolo del Cinema Immagini con la direzione artistica di Dolores Calabrò e del regista bosniaco Ado Hasanović, alla sua ventunesima edizione la prima settimana del prossimo dicembre.

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Il Museo Archeologico Ferruccio Barreca e il Parco Storico Archeologico di Sant’Antioco completano un percorso di rinnovamento e innovazione dell’offerta culturale attraverso l’arricchimento dei reperti esposti all’interno delle sale e all’installazione di postazioni multimediali che permettono al grande pubblico di approcciarsi con maggiore agilità ai contenuti archeologici, ottenendo una lettera completa dell’insediamento antico. Un traguardo il cui nastro è stato tagliato nella serata di mercoledì 6 agosto con la presentazione pubblica del progetto “Smart Sulky Mediterranean ART”, il quale era stato preceduto da un primo importante intervento realizzato con un finanziamento PNRR che aveva consentito il posizionamento di una “bussola immersiva” che consente al visitatore di affrontare un viaggio nello spazio e nel tempo, contestualizzando le evidenze archeologiche nel territorio e, attraverso la realtà virtuale, di raggiungere una comprensione completa della strutturazione dell’insediamento antico e della sua evoluzione nel corso dei secoli. Il risultato è un museo per tutti, con particolare attenzione alle categorie fragili, come le persone con disabilità, e ai più piccoli, ai quali vengono garantiti percorsi tattilo-plantari, guide LIS, la fruizione di una interessante animazione dei “Due Leoni”, una visita da remoto e la parziale digitalizzazione del patrimonio.

Con il progetto “Smart Sulky Mediterranean ART” si è completato, dunque, questo percorso di innovazione. Un imponente lavoro finanziato dal Ministero dell’interno che ha previsto: un filone di ricerca sull’arte antica grazie a un accordo stipulato col CNR di Firenze che si occupa dell’analisi e della caratterizzazione fisica e chimica dei pigmenti utilizzati nell’arte dell’antichità; uno studio diacronico che dalla preistoria arriva all’età tardo-antica; la creazione di installazioni virtuali fruibili all’interno sia del Museo archeologico, sia della Necropoli e, in occasione di particolari eventi, con l’ausilio del trenino elettrico, in alcune postazioni dell’urbano. Al riguardo, il visitatore, presso il lungomare, potrà “immergersi” nel porto punico e nel porto romano e, ancora, nella necropoli punica e in particolare nelle fasi romane con la costruzione dell’anfiteatro e del tempio dell’acropoli. Un’altra importante novità è la visita al mausoleo tardo punico conosciuto con il nome di “Sa Presonedda”: sarà possibile visualizzare una realtà virtuale che si sovrappone alla vista di ciò che oggi resta del mausoleo e, grazie a degli speciali visori di ultima generazione, sarà garantita una visita al suo interno. Inoltre, il progetto SmART ha riguardato anche il riallestimento della terza sala del MAB, consacrata al tofet e nello specifico alla produzione litica delle stele con più di duecento esemplari conservati nel nostro museo e in quello di Cagliari. Una suggestiva scenografia valorizza questa riproduzione artistica cui si aggiungono due giochi: «Crea la tua stele», che permette al visitatore di giocare con le stele scomposte e, attraverso questi aspetti ludici, di raggiungere finalità didattiche apprezzando queste “edicole templari” con al centro personaggi di varia natura. Il secondo gioco, in realtà aumentata, è un quiz con tre step fino al punto in cui i personaggi si umanizzano, prendendo vita e interagendo con il visitatore.

«Questi due progetti, dal PNRR fino allo SmArtracconta la direttrice del Parco, Sara Muscusosono stati anche un’occasione per incrementare i reperti esposti, grazie alla collaborazione e alla stretta sinergia con la Soprintendenza. In particolare, sarà possibile ammirare le dee madre di età preistorica rinvenute in località Canai: ritrovamenti eccezionali per il numero e per la concentrazione in un unico sito. Ma non solo: presenti anche nuovi corredi della necropoli punica di is Pirixeddus, tombe indagate da Paolo Bernardini negli anni Duemila. Un sito particolarmente ricco di sepolture che rivela la presenza dell’aristocrazia sulcitana del V secolo a.c. Corredi di eccezionale fattura, composti da statuine e gioielli. Nelle teche, inoltre, una selezione di reperti provenienti dalle ultime campagne di scavo nell’area dell’abitato fenicio condotte dall’Università degli studi di Sassari. Infine, si è voluto incrementare un aspetto poco valorizzato all’interno del MAB, ovvero i complessi catacombali presenti a Sant’Antioco e unici in Sardegna di religione cristiana, pagana ma anche ebraici. Nello specifico, abbiamo esposto due arcosoli rinvenuti alla fine dell’Ottocento a Sant’Antioco e relativi alla presenza di una comunità ebraica.»

«Sant’Antioco e il suo comparto culturale crescono di anno in anno commenta il sindaco Ignazio Locciil Museo archeologico Ferruccio Barreca ha compiuto passi da gigante ritagliandosi uno spazio tra i più importanti musei del Mediterraneo. Di sicuro è abbondantemente al passo coi tempi e con le nuove tecnologie, perché ieri non abbiamo tagliato il nastro di un mero allestimento, bensì del frutto di un progetto altamente innovativo, lo SmART – Sulky Mediterranean Art, nato dalla visione della nostra Amministrazione e dalla guida presente e puntuale della Direttrice del Parco Storico e Archeologico, l’Archeologa Sara Muscuso. Il MAB si è trasformato da esposizione statica a fenomeno dinamico e in continua evoluzione.»

«Con il progetto SmART aggiunge l’assessore della Cultura Luca Mereu il Museo Ferruccio Barreca diventa un luogo sempre più vivo, aperto, accessibile e inclusivo, capace di dialogare con il presente, senza mai perdere però il legame con le proprie radici: è una visione progettuale che unisce tecnologia, cultura e innovazione, portando nel cuore di Sant’Antioco nuove esperienze interattive attraverso postazioni multimediali, giochi, realtà virtuale e aumentata ma anche l’esposizione e allestimento di nuovi e importanti reperti archeologici, che arricchiscono ulteriormente il nostro patrimonio e ci permettono di raccontare con ancora più profondità la straordinaria storia della nostra isola e della civiltà fenicio-punica.»

 

Il Parco Storico Archeologico di Sant’Antioco e il comune di Sant’Antioco hanno organizzato l’inaugurazione del progetto SmART – Sulky Mediterranean Art, finanziato dal Ministero dell’Interno. Appuntamento mercoledì 6 agosto, a partire dalle 20.00, presso il Museo archeologico Ferruccio Barreca.

Postazioni multimediali, giochi, realtà virtuale e aumentata sono solo alcune delle importanti novità in presentazione, accompagnate dall’esposizione di nuovi e importanti reperti che arricchiranno il Museo.

Il programma prevede gli interventi istituzionali di Ignazio Locci , sindaco di Sant’Antioco, cui seguirà Ilaria Portas, assessora della Cultura della Regione Autonoma della Sardegna. E ancora: il soprintendente archeologico, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna; Luca Mereu, assessore della Cultura del comune di Sant’Antioco; Piero Bartoloni, direttore onorario del Museo Archeologico Barreca; Giovanna Pietra, funzionario archeologo della Soprintendenza; Sara Muscuso, direttrice del Parco Storico Archeologico di Sant’Antioco; Rosana Pla Orquin, archeologa e coordinatrice del progetto.

Dopo gli interventi si procederà con la visita guidata al Museo: un tour esclusivo tra le sale del Museo Archeologico Ferruccio Barreca e le novità introdotte dal progetto SmART, per scoprire come arte e tecnologia raccontano la storia di Sulky. A fare da contorno, musica dal vivo con le note di Carol Mello, Cristian Ferlito e Matteo Gallus, che accompagneranno i visitatori in un’atmosfera unica, tra archeologia e suggestioni mediterranee, e un’interessante degustazione guidata per un viaggio nei sapori con i vini della Cantina Andaras, presentati da Marco Pinna e Paolo Balia.

 

Il comune di Sant’Antioco accoglie una delegazione libanese della Municipalità di Tiro, in occasione del gemellaggio tra le due città, domenica 2 marzo 2025, alle 12.00, presso il Museo archeologico “Ferruccio Barreca”. Il gemellaggio, avviato nel 2017 con la firma di un protocollo tra Sant’Antioco e Tiro, mira a promuovere la cultura mediterranea e a valorizzare le radici comuni che legano le due comunità fin dai tempi dei Fenici. La collaborazione è stata sostenuta dal contingente militare italiano impegnato nella missione UNIFIL in Libano e si terrá proprio in occasione del 110° annuale della fondazione della Brigata Sassari, recentemente rientrata dall’operazione Leonte XXVI.

Alla cerimonia interverranno i sindaci del comune di Sant’Antioco e della Municipalità di Tiro, mentre la delegazione culturale del gemellaggio sarà composta dalla direttrice del Parco archeologico di Sant’Antioco, dott.ssa Sara Muscuso, dall’assessore della Cultura del comune di Sant’Antioco, Luca Mereu, e dalla Consigliera comunale Rosalba Cossu, che nel 2017 rivestiva l’incarico di assessora della Cultura e aveva partecipato alla missione in terra libanese. Presenti, inoltre, il professore di Storia dell’Arte e dell’Architettura presso la Lebanese University, prof. Hassan Badawi, il direttore scientifico delle indagini a Sulky e prof. Michele Guirguis, dell’Università degli Studi di Sassari.

Il Museo archeologico “Ferruccio Barreca” offre un percorso espositivo che illustra la storia millenaria di Sant’Antioco, dall’epoca neolitica al tardo impero romano, con particolare attenzione alle origini fenicie della città. Questo evento rappresenta un’ulteriore tappa nel rafforzamento dei legami culturali e storici tra Sant’Antioco e Tiro, favorendo lo scambio di conoscenze e la valorizzazione del patrimonio comune.

L’Università di Cagliari partecipa alla VII edizione della Giornata delle Catacombe – Edizione d’Autunno, che si terrà sabato 12 ottobre nella catacomba di Sant’Antioco, l’unica esistente nell’Isola.

Per l’occasione sono previste visite guidate gratuite dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 17, condotte anche da archeologi specialisti del periodo paleocristiano dell’Ateneo cagliaritano.

A corredo delle visite del monumento è stata organizzata una mostra di fotografie e testi, che racconta gli scavi e le ricerche nella Catacomba di Sant’Antioco Martire, dalle prime scoperte del Seicento ai restauri attuali.

La mostra è promossa dalla Pontificia Commissione di Archeologia e organizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Cagliari (cattedra di Archeologia cristiana e medievale), il comune di Sant’Antioco e la Basilica di Sant’Antioco.

Curatori della mostra sono i docenti Rossana Martorelli e Marco Muresu, con la collaborazione di un’équipe di specialisti e giovani studiosi: Silvia Arba, Erika Meloni, Valentina Notari, Maria Francesca Piu, Marcella Serchisu, Laura Soro, Sara Tacconi, Antonio Francesco Vacca.

La mostra sarà presentata ufficialmente sabato  alle 17.30, presso la sala mostre del Palazzo del Capitolo, con la partecipazione, oltre ai curatori, del sindaco Ignazio Locci e dell’assessore della Cultura Luca Mereu, della direttrice del Parco storico archeologico di Sant’Antioco Sara Muscuso e, in rappresentanza della Basilica di Sant’Antioco Martire, del suo rettore don Mario Riu.

L’esposizione sarà visitabile dal 12 al 26 ottobre e dal 15 dicembre al 6 gennaio 2025 con gli stessi orari delle visite in catacomba.

 

Ritorna a Sant’Antioco l’appuntamento con la “Giornata delle Catacombe”, edizione d’autunno: “dal ricordo alla preghiera”. Un evento che prevede le consuete visite gratuite ma che quest’anno si arricchisce di un’importante novità: una mostra del tutto eccezionale che propone una fitta carrellata di fotografie storiche che, anche con l’ausilio di testi, racconta gli scavi e le scoperte nella Catacomba di Sant’Antioco Martire, patrono di Sardegna. La giornata all’insegna della cultura, organizzata dalla Pontificia Commissione di Archeologia sacra, è in programma giovedì 12 ottobre e prevede l’apertura della Catacomba al pubblico dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 17.00. L’ingresso è gratuito e per le prenotazioni occorre inviare una e-mail all’indirizzo basilicasantantioco@tiscali.it .

Ma l’evento clou sarà l’inaugurazione della mostra, curata dai professori dell’Università degli studi di Cagliari Rossana Martorelli e Marco Muresu, che verrà allestita presso la sala mostre del Palazzo del Capitolo, in piazza De Gasperi (ingresso biblioteca) con apertura al pubblico alle 9.30, in contemporanea con le visite alla Catacomba, e la presentazione ufficiale a partire dalle 17.30. L’esposizione sarà visitabile dal 12 al 26 ottobre e dal 15 dicembre 2024 al 6 gennaio 2025.

La mostra, come detto, è promossa dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra (presieduta da mons. Pasquale lacobone; segretario dott.ssa Raffaella Giuliani; Membro e Ispettore locale per la Sardegna prof.ssa Rossana Martorelli) ed è organizzata in collaborazione con il comune di Sant’Antioco, la Basilica di Sant’Antioco e l’Università degli Studi di Cagliari – Cattedra di Archeologia Cristiana e Medievale. Alla presentazione parteciperanno, oltre ai curatori Rossana Martorelli e Marco Muresu, il sindaco Ignazio Locci e l’assessore della Cultura Luca Mereu; la direttrice del Parco storico archeologico di Sant’Antioco Sara Muscuso, e, in rappresentanza della Basilica di Sant’Antioco Martire, il suo rettore don Mario Riu. I testi della mostra sono a cura di: Silvia Arba, Rossana Martorelli, Erika Meloni, Marco Muresu, Valentina Notari, Maria Francesca Piu, Marcella Serchisu, Laura Soro, Sara Tacconi, Antonio Francesco Vacca.

A Sant’Antioco verrà presentata lunedì 5 agosto la statua del Druso Minore, la cui copia andrà ad ornare la nuova e riqualificata Piazza Umberto. Prima con una conferenza in aula consiliare, alle 19.30, e a seguire con lo scoprimento e l’inaugurazione della scultura marmorea.

Piazza Umberto avrà finalmente la sua statua, fedele riproduzione del Druso Minore, uno dei ritrovamenti più importanti registrato nell’anno 1908 a Sant’Antioco. E non in un luogo qualsiasi, bensì in via Eleonora D’Arborea n. 8, ovvero a nemmeno 100 metri dal punto in cui verrà collocata la statua di epoca romana, attualmente conservata nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.

L’appuntamento in aula consiliare sarà animato dalla professoressa Francesca Cenerini, ordinaria di Storia romana, Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, che terrà una conferenza dal titolo “La statua di Druso nella Sulci romana”. Durante la conferenza verranno ripercorsi i momenti cruciali della storia della città romana di Sulci, le sue caratteristiche, i suoi contatti, la sua importanza strategica per il territorio circostante e per le più ampie dinamiche mediterranee. In questo vasto scenario storico e culturale si inserisce la collocazione della statua del Druso Minore nella città di età imperiale, ad oggi il più importante esemplare di statuaria romana in Sardegna. Interverranno inoltre il Sindaco Ignazio Locci e la direzione scientifica del Parco Storico e Archeologico Ferruccio Barreca di Sant’Antioco, Piero Bartoloni e Sara Muscuso.

“Donne nella storia: dall’VIII sec. a.C. all’età medievale”. Il Museo archeologico Ferruccio Barreca di Sant’Antioco, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, l’8 marzo, a partire dalle 18.00. ospiterà un evento che si propone di rappresentare un’opportunità per dare voce e visibilità alle donne del passato, proiettando una nuova luce su storie spesso trascurate, permeate da interpretazioni stereotipate e subordinate a gesta e fatti compiuti esclusivamente da interpreti maschili. Tre gli interventi in programma, tutti tenuti da relatrici, archeologhe e studiose del nostro passato, che accompagneranno gli ospiti in questo percorso di conoscenza delle donne durante le diverse epoche e della loro partecipazione attiva nelle società antiche.

Rosana Pla Orquín, archeologa impegnata da anni negli studi di genere, affronterà il tema “Storie di Donne Fenicie e Puniche: Una Ricerca in Corso”: attraverso le ultime tendenze delle ricerche in corso in Sardegna e nel Mediterraneo, offrirà uno sguardo approfondito sulla vita quotidiana e su alcuni aspetti inconsueti della dimensione pubblica delle donne in epoca fenicia e punica.

Romina Carboni, ricercatrice di Archeologia classica presso l’Università degli studi di Cagliari, con un contributo dal titolo “Non solo fuso e conocchia. Il ruolo della donna nel mondo romano”, esplorerà il ruolo delle donne romane nella vita pubblica, superando gli stereotipi diffusi che le relegano esclusivamente alla sfera domestica.

La professoressa Rossana Martorelli, docente di Archeologia cristiana e medievale presso l’Università degli studi di Cagliari, infine, introduce al Medioevo sardo e alla comprensione del ruolo della donna nella società dell’epoca, al loro rapporto con il potere e ai miti identitari che spesso accompagnano la lettura storica, con un intervento intitolato “Le donne nella storia e nella società sarda del Medioevo” .

Il sindaco Ignazio Locci sottolinea l’importanza dell’appuntamento «non solo perché configura la donna come protagonista assoluta, a partire dalle relatrici che animeranno la serata, ma anche perché si concentrerà sul ruolo delle donne del passato offrendo un punto di vista inedito e inusuale, a maggior ragione in una giornata come quella dell’8 marzo».

«Una serata dedicata alle nuove prospettive della ricerca che superano il silenzio sul tema delle donne e offrono un’occasione per comprendere appieno il nostro passatocommenta Sara Muscuso, direttrice del Parco storico e archeologico di Sant’Antiocoanalizzando situazioni storiche, sociali e culturali complesse a cui, uomini e donne reciprocamente, hanno preso parte».

Per Luca Mereu, assessore della Cultura, si tratta di «un’iniziativa degna di nota nell’ambito della programmazione del Parco, un appuntamento tutto al femminile a cui l’intera cittadinanza è invitata a partecipare per conoscere aspetti meno noti della nostra storia».

Mentre il Parco storico e archeologico di Sant’Antioco registra e incassa il successo di numeri da record con oltre 97mila presenze a fine ottobre 2023 a fronte delle circa 60mila dell’anno precedente, la programmazione al Museo Archeologico Ferruccio Barreca, fiore all’occhiello del Parco, prosegue incessante con un evento di straordinaria importanza: “Fenici, la rotta del Sud”, la mostra della fotografa Marina Federica Patteri dedicata alle località costiere  della Sardegna sudoccidentale che in passato videro la presenza dei Fenici, in esposizione dal 17 novembre al  17 dicembre. E l’inaugurazione dell’esposizione sarà proprio venerdì 17 novembre, alle 18.00, con aperitivo e intrattenimento musicale a cura del “Bohemian duo”, ovvero Roberto Bernardini (Oud) e Pierpaolo Sedda (Percussioni).

«Siamo entusiasti dell’evidente crescita del Parco archeologico commenta la direttrice Sara Muscusoevidenziata da numeri che a fine ottobre registrano già 97mila presenze, ovvero un incremento di oltre il 60% rispetto all’anno precedente. Dati che premiano il lavoro di squadra realizzato con la Cooperativa Archeotur, ente del terzo settore e partner del comune di Sant’Antioco nell’ambito di una gestione condivisa e partecipata del Parco. Ed è proprio nel solco dell’attività e dell’impegno sempre costanti e in continua7  crescita che si inserisce questo nuovo evento, una mostra fotografica che accende un faro sulle tracce della civiltà fenicia in Sardegna, offrendone una prospettiva “per immagini” attraverso lo sguardo artistico di una professionista che fa del paesaggio il proprio interesse fotografico principale.»

«I numeri sono i frutti raccolti, la testimonianza dell’ottimo lavoro svolto fin qui sia in termini di promozione, sia di valorizzazione del nostro patrimonio. Nell’ottica della copianificazione insieme all’Archeotur, proseguiamo su questa strada per garantire una gestione del Parco e un’offerta di servizi sempre più attenta ai bisogni della comunità e di ogni potenziale fruitore», afferma con soddisfazione l’assessore della Cultura e del Parco Archeologico, Luca Mereu.