26 April, 2024
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È dedicato alla comunicazione corretta della disabilità l’incontro “Informazione e disabilità” che si terrà l’8 aprile a Olbia, dalle 15.00 alle 18.00,  nella Sala De Roberto della Biblioteca Comunale Simpliciana, valido come corso di formazione per i giornalisti (con 5 crediti deontologici), organizzato dall’Ordine dei giornalisti e da Giulia giornaliste Sardegna in collaborazione con Sensibilmente Odv che l’ha inserito nell’ambito delle manifestazioni della Settimana per l’autismo, e con il patrocinio del comune di Olbia.

L’appuntamento, quarta tappa di un cammino iniziato ad Olbia nel dicembre del 2019, si propone di individuare un ambito di riflessione e di approfondimento collegato a modalità operative di espressione attraverso un linguaggio inclusivo che rispetti l’identità e i diritti delle persone con disabilità senza recluderle nel recinto dei “meno fortunati” o dei “ragazzi speciali” in armonia con quanto previsto dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e con una speciale attenzione ai temi della discriminazione multipla alla quale sono soggette le donne con disabilità e – per associazione – le caregiver.

Nel corso dell’incontro verrà illustrato il recente documento “Comunicare la disabilità: prima la persona” pubblicato dall’Ordine nazionale dei giornalisti a cura del Coordinamento Pari Opportunità del Consiglio nazionale e di Antonio Giuseppe Malafarina, Claudio Arrigoni e Lorenzo Sani. La guida, disponibile in formato digitale sul sito dell’Ordine, contiene un capitolo (dedicato alla discriminazione multipla) curato dal gruppo di lavoro Carta di Olbia composto da giornaliste e attiviste delle associazioni (Caterina De Roberto, Vannalisa Manca e Susi Ronchi per Giulia giornaliste, Francesca Arcadu e Veronica Asara per le associazioni e l’avvocata e giurista Sara Carnovali). Sarà l’occasione per illustrare un’importante tappa per la deontologia professionale dei giornalisti raggiunta anche col contributo di un gruppo che ha radici nella città di Olbia. Per questo motivo l’incontro, rivolto in maniera prioritaria alle giornaliste e ai giornalisti, è aperto anche alle associazioni e a tutte le persone interessate alla tematica.

 

Interverranno:

· Sabrina Serra, vice sindaca di Olbia – saluti istituzionali

· Antonella Brianda – Giulia giornaliste Sardegna – moderatrice

· Francesco Birocchi – Presidente Odg Sardegna “Norme deontologiche nella rappresentazione mediatica delle persone con disabilità”

· Susi Ronchi – coordinatrice Giulia giornaliste Sardegna “L’impegno e le proposte del Gruppo Carta di Olbia 2019/2024”

· Francesca Arcadu – vicepresidente UILDM Sassari, Giulia giornaliste Sardegna “Le parole per dirlo: essere persone con disabilità attraverso lo sguardo degli altri”

· Caterina De Roberto – vice coordinatrice Giulia giornaliste Sardegna “La rappresentazione delle persone con disabilità nei titoli dei giornali”

· Veronica Asara – presidente Sensibilmente odv “La narrazione della figura del caregiver nei media”.

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«La pandemia da Coronavirus ha sconvolto le nostre vite e stravolto anche l’ordine di priorità nel vasto  mondo dell’informazione, modificando i normali ritmi delle redazioni e imponendo nuove e stringenti misure di sicurezza. Nel difficilissimo quadro determinato dagli eventi degli ultimi mesi, i giornalisti e gli altri  operatori – affrontando pesanti sacrifici personali – hanno dimostrato che l’informazione è davvero un bene essenziale della società sarda: dal web ai telegiornali, dai quotidiani alle radio ed alle agenzie.»

Lo scrive, in una nota, Susi Ronchi, presidente del Corecom Sardegna.

«In tanti casi abbiamo assistito alla polarizzazione della comunicazione intorno alle poche istituzioni che si  sono assunte il compito di aggiornare e comunicare i tristi bollettini quotidianiaggiunge Susi Ronchi -. Nel racconto della vita politica dell’Isola, questo fenomeno ha di fatto determinato, spesso, una diminuzione delle voci che  compongono il quadro politico che sono risultate schiacciate dalla comunicazione di pochi. Questo fatto  non è stato determinato da cattiva volontà dei giornalisti, ma dalla necessità di comunicare l’emergenza. In questi giorni in cui si apre la cosiddetta Fase 2, il Corecom Sardegna rivolge un appello a tutti gli  operatori dell’informazione affinché rappresentino – con la consueta professionalità – l’intero quadro delle forze politiche sarde, nessuna esclusa, attraverso la narrazione del confronto politico, anche aspro, che è continuato in queste settimane tra i vari partiti e che è stato meno rappresentato in virtù di quanto finora esposto.»
«Siamo certi che il rispetto del pluralismo passi da una rappresentazione a più voci, in cui ciascun partito possa avanzare le sue proposte per il bene della nostra terra e del nostro popoloconclude la presidente del Corecom Sardegna -. L’informazione sarda ha dato in passato grandi prove di rispetto del pluralismo: chiediamo che questo continui ad accadere.»

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Quasi 800mila euro è il valore rimborsato ai consumatori sardi nel 2019 grazie all’attività di conciliazione svolta dal Corecom Sardegna, su delega dell’Agcom, nell’ambito delle controversie tra utenti e gestori di telefonia o pay TV. Il trend di crescita, rispetto al 2018, è del 25%.
Risultato raggiunto da quando è in funzione la piattaforma telematica ConciliaWeb messa a punto dagli esperti dell’autority delle comunicazioni. Il nuovo sistema ha velocizzato notevolmente le procedure e non richiede la presenza fisica degli utenti nelle sedi di conciliazione. Sono 2645 le istanze di conciliazione pervenute nello scorso anno al Corecom Sardegna, 331 quelle per provvedimenti a carattere d’urgenza e 202 le istanze di definizione. Complessivamente il Corecom ha trattato oltre 3.000 controversie tra utenti e operatori.
Tra le motivazioni principali per cui gli utenti si sono rivolti al Corecom figurano le contestazione delle fatture, l’interruzione del servizio per motivi tecnici o amministrativi, ritardo nella portabilità del numero e modifica delle condizioni contrattuali.
La percentuale degli accordi raggiunti nel corso del 2019 è dell’86,30 in procedura ordinaria e dell’88,1 in procedura semplificata. Il valore medio delle conciliazioni è stato di circa 400 €, mentre quello relativo ai provvedimenti decisori ammonta a 756 €, che sale 1.507 € per i provvedimenti decisi con deliberazione.
«I numeri in costante crescita dimostrano la grande affidabilità del servizio offerto e l’elevato grado di fiducia da parte dei cittadini che si rivolgono al Corecom per trattare le controversie con i gestori telefonici». afferma la presidente Susi Ronchi, che ricorda come «l’87 per cento delle risoluzioni vadano a favore degli utenti che si vedono riconoscere le proprie ragioni». Tim, essendo la compagnia con il maggior numero di clienti, risulta essere anche la prima per cui gli utenti si rivolgono al Comitato regionale per le comunicazioni: nel 2019 le istanze sono state 1228. Seguono Vodafone con 548 istanze, Wind3 con 416 e Tiscali con 325.
E’ importante sottolineare che si tratta di un servizio completamente gratuito offerto ai cittadini. Coloro che hanno difficoltà a collegarsi via Internet o sono sprovvisti di un computer possono ricevere assistenza per inoltrare le istanze. Il Corecom Sardegna ricorda che, a causa dell’emergenza COVID-19, le due sedi, quella principale a Cagliari, presso il Consiglio regionale ,e l’altra a Sassari, in via G.M. Angioy, non sono momentaneamente accessibili al pubblico ma è possibile rivolgersi al numero verde 800318084 recentemente potenziato ed attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00.

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Con riferimento al dibattito che, nelle ultime settimane, ha preceduto la settantesima edizione del Festival di Sanremo, il Comitato regionale per le comunicazioni della Regione autonoma della Sardegna (CORECOM) ritiene inaccettabili parole e stereotipi utilizzati dal conduttore e direttore artistico del Festival, Amadeus, per presentare le undici donne che lo accompagneranno sul palco dell’Ariston e, ancor più, la scelta di includere tra i concorrenti del Festival il cantante Junior Cally, autore e interprete di testi e canzoni estremamente violente e sessiste.

In Italia, il contrasto alla violenza contro le donne e il conseguimento di una effettiva parità tra i generi restano ancora fortemente condizionati dagli stereotipi e dalla cultura sessista, troppo spesso presenti nel discorso mediatico nazionale, nel quale le donne continuano a essere marginalizzate e, come nell’esempio recente, rappresentate in modo palesemente stereotipato o, peggio ancora, apertamente sessista e violento.

“Stereotipi e sessismo incidono nell’immaginario e nell’agire collettivo e creano  condizioni per una giustificazione e una perpetuazione della violenza maschile sulle sproporzionata”, come affermato in premessa al Piano Nazionale Antiviolenza. I media, con la loro capacità di influenzare l’opinione pubblica, sono uno dei cardini delle società democratiche e, in quanto tali, hanno il dovere di garantire la libertà d’informazione, la diversità di opinione e rispetto dei diritti fondamentali della persona umana e della dignità personale e di lottare contro tutte le forme di discriminazione e di disuguaglianza.

Il Comitato regionale per le comunicazioni della Regione autonoma della Sardegna (CORECOM), in qualità di organo di consulenza per l’elaborazione e l’attuazione delle sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei media in merito al rischio legato alle rappresentazioni e discriminazioni sessiste e sostiene l’importanza di favorire una rappresentazione positiva delle donne, anche attraverso un corretto linguaggio di genere, nelle notizie, nella cronaca e nella produzione mediatica in generale.

Il Corecom Sardegna ricorda infine che l’utenza televisiva è costituita anche da minori e che il Codice di autoregolamentazione Tv e minori, sottoscritto dalle Imprese televisive pubbliche e private, ne riconosce il diritto a essere tutelati da messaggi che possano nuocere alla loro integrità psichica e morale.

La Presidente
Susi Ronchi

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Luoghi comuni, scorciatoie: nel linguaggio quotidiano e nelle cronache gli stereotipi offrono una rappresentazione della realtà deformata, incompleta e distorta. Nell’esempio di David Foster Wallace, lo scrittore scomparso nel 2008, sono come l’acqua per i pesci: proprio perché ci circondano e sono ovunque, non li vediamo più. “Il fatto è che nella trincea quotidiana in cui si svolge l’esistenza degli adulti, i banali luoghi comuni possono essere questioni di vita o di morte”, raccontava nel suo discorso ai neolaureati del Kenyon College in Ohio, nel 2015.

Gli stereotipi agiscono, infatti, sottotraccia e sono radicati in tutti gli ambiti: politica, sport, cinema, spettacolo, maternità, violenza. Questi vengono veicolati attraverso diverse modalità espressive: linguaggio, foto, immagini, pubblicità, proponendo il più delle volte un’immagine alterata e sessista dei modelli di genere di riferimento e contribuendo a creare un corto circuito nel sistema educativo e sociale e nei media.

Come i vampiri però, gli stereotipi che tanta energia rubano quando si affrontano questioni di genere, se si illuminano, si disintegrano. E se la pubblicità sfrutta gli stereotipi di genere e ne crea essa stessa, proprio perché funzionale a persuadere i consumatori e a vendere un prodotto, la situazione italiana nei media, da questo punto di vista, non ha eguali in Europa. Per tutti questi motivi Giulia giornaliste Sardegna, l’Ordine dei Giornalisti della Sardegna e Assostampa Sarda, in collaborazione con la Facoltà di Studi Umanistici, Dipartimento di Pedagogia, psicologia, filosofia dell’Università di Cagliari, organizzano il 30 gennaio 2020, in Aula Motzo (Università di Cagliari, Sa Duchessa), il corso di formazione Stereotipi nei media”. Un momento di aggiornamento e formazione professionale che intende affrontare con un approccio pluridisciplinare la diffusione dei cliché, dei luoghi comuni, delle frasi fatte nei media che propongono un’immagine della realtà rigida e stereotipata che favorisce atteggiamenti e pratiche comunicative pericolose, perché spesso non consapevoli, anziché coltivare un immaginario inclusivo, paritario, differente e democratico. Il corso vale 5 crediti deontologici per i giornalisti iscritti all’Ordine.

Dalle 14.00 alle 17.00 si succederanno gli interventi delle relatrici, subito dopo i saluti dei promotori dell’iniziativa: Elisabetta Gola, docente di Filosofia e Teoria dei linguaggi (Università di Cagliari); Francesco Birocchi, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti Sardegna; Susi Ronchi, Fondatrice Giulia giornaliste Sardegna e presidente Co.re.com; Celestino Tabasso, Presidente Assostampa Sardegna.

Intervengono: Cristina Cabras, docente di Psicologia sociale (Università di Cagliari); Simonetta Selloni, La Nuova Sardegna, Vicepresidente Assostampa Sardegna, Giulia giornaliste; Veronica Neri, docente di etica della comunicazione pubblicitaria (Università di Pisa); Daniela Zedda, fotografa e giornalista, Giulia giornaliste; Valeria Melis, grecista e filologa classica (Università di Cagliari, Università Ca’ Foscari Venezia); Claudia Onnis, esperta in legislazione di genere, Formez, Giulia giornaliste. Modera l’incontro Antonella Loi, Assostampa, Giulia giornaliste.

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Le atlete italiane continuano a vincere, a portare il nostro Paese sul podio, conquistando contemporaneamente premi e medaglie e un pubblico sempre più numeroso che segue le loro imprese. Nonostante vittorie e traguardi restano però una realtà poco raccontata, non hanno la visibilità mediatica che meritano, rimangono pressoché invisibili in tv e sui giornali. La narrazione nei media televisivi e nella carta stampata è ancora distorta e poco equilibrata, concentrata spesso sulla fisicità delle sportive e non sulla loro bravura, a discapito dei risultati. Ecco perché le parole giuste per dirlo e le occasioni per riflettere sui temi della discriminazione di genere non bastano mai, e le iniziative di Giulia giornaliste che mirano ad abbattere gli stereotipi che sulle donne in particolare producono una deformazione dell’informazione in diversi campi e un fiorire di luoghi comuni e doppi sensi nei testi e nelle immagini, sono numerose e in continuo aggiornamento. Dalle parole giuste per fare bene i titoli nei media, per rappresentare le persone con disabilità nella comunicazione, per tutelare la dignità delle persone qualunque sia il loro orientamento sessuale e la loro identità di genere, alle parole giuste per una corretta informazione priva di pregiudizi su donne e sport. Sarà proprio quest’ultimo il tema centrale del terzo corso di formazione della stagione autunno-inverno 2019-20 organizzato da Giulia giornaliste Sardegna e dall’Ordine dei Giornalisti Sardegna, in collaborazione con il Dipartimento di Pedagogia, Psicologia, Filosofia dell’Università degli Studi di Cagliari, dal titolo “Donne e Sport – Riflessioni urgenti per una corretta rappresentazione mediatica” che si terrà mercoledì 11 dicembre 2019, nell’Aula Motzo della Facoltà di Studi Umanistici, Università di Cagliari (Sa Duchessa), dalle ore 14.00 alle 17.00.
Il corso intende promuovere le linee del Manifesto “Media, Donne e Sport: idee guida per una diversa informazione” redatto da Giulia giornaliste e Uisp (Unione Italiana Sport per Tutti) per contribuire a realizzare cronache e interviste attente, consapevoli, corrette e libere da pregiudizi.
Intervengono per i saluti istituzionali: Francesco Birocchi, presidente Odg Sardegna; Celestino Tabasso, presidente Assostampa Sardegna; Susi Ronchi, fondatrice di Giulia giornaliste Sardegna; Mario Frongia, presidente Ussi Sardegna (Unione Stampa Sportiva Italiana). Seguiranno i contributi di Elisabetta Gola, docente di Semiotica dei media (Unica), Mara Cinquepalmi, giornalista professionista (Agenzia di stampa Italpress e Atlante di Treccani), è autrice dell’ebook “Dispari, storie di sport, media e discriminazioni di genere”; Mimma Caligaris, presidente della CPO FNSI, caposervizio sport “Il Piccolo” e sportiva; Silvia Garambois, presidente Giulia giornaliste; l’avvocata Margherita Falqui, componente del gruppo di lavoro FIS (Federazione Italiana Scherma) per la stesura del codice anti-molestie; Federica Ginesu, giornalista, esperta di questioni di genere e sport; Veronica Baldaccini, cronista sportiva Sky; Chiara Obino, fra le prime dieci donne al mondo per le immersioni in apnea. Modera: Simona De Francisci, vicedirettrice Videolina. Ai giornalisti verranno riconosciuti 5 crediti deontologici.

Lo sport al femminile sta suscitando maggiore interesse, come dimostrato dai Mondiali di calcio 2019, quando “le ragazze mondiali”, le calciatrici azzurre, sono scese in campo la scorsa estate: audience da record su Rai1 e un’intera nazione a fare il tifo. Ma oltre al problema di una corretta rappresentazione nei media, le atlete italiane in Italia si scontrano con un forzato dilettantismo sportivo condannate da una legge datata 1981 che proibisce loro l’accesso al professionismo e tutto quello che ne consegue.
Diritti negati, ma non solo. Una disparità di trattamento che si ripercuote anche nei compensi, le sportive agoniste percepiscono in media il 51,4 per cento in meno rispetto ai colleghi maschi. La poca attenzione alle gesta vittoriose delle sportive è uno degli elementi che alimenta la mancata parità tra uomini e donne nello sport.

Mercoledì 11 dicembre 2019
Corso di formazione
“Donne e Sport”
Riflessioni urgenti per una corretta rappresentazione mediatica
Facoltà di Studi Umanistici |Sa Duchessa
Università di Cagliari
Aula Motzo
ore 14.00-17.00

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Come vengono rappresentate oggi le persone con disabilità? Quali sono le “parole giuste” per raccontarle fuori da stereotipi, pietismi e luoghi comuni? Se ne parlerà il 6 dicembre dalle ore 14.00 alle 17.00 ad Olbia, in occasione del corso di formazione per giornalisti dal titoloLa disabilità nella comunicazione, nella Sala museale Art Port Gallery dell’Aeroporto Costa Smeralda.

Lincontro, organizzato da Giulia giornaliste Sardegna e Ordine dei Giornalisti della Sardegna, vedrà la partecipazione e gli interventi di alcuni ospiti attraverso i quali si propone di individuare un percorso per un linguaggio giornalistico inclusivo e rispettoso dell’identità  e dei diritti delle persone con disabilità senza chiuderle nel recinto dei “meno fortunati” o dei “ragazzi speciali”, in armonia con quanto previsto dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Si affronterà il tema delle carte deontologiche e della legge sulla privacy che disegnano i confini entro il quale i giornalisti e le giornaliste, nell’esercizio del diritto di cronaca, si devono muovere nel rispetto dei diritti delle persone, anche e soprattutto in relazione ai dati sensibili che riguardano la salute. Ai giornalisti verranno riconosciuti 5 crediti deontologici.

Intervengono: Francesco Birocchi, presidente ODG Sardegna per i saluti; Susi Ronchi, Coordinatrice Giulia giornaliste Sardegna, per l’introduzione ai lavori e i saluti istituzionali; Carlo Selis, Presidente Ordine degli Avvocati di Tempio, introduzione ai lavori e saluti istituzionali; Vannalisa Manca, consigliera OdG Sardegna – Giulia giornaliste Sardegna parlerà di “La Carta che non c’è”; Carlo Giacobini e “Le parole della disabilità”: giornalista e operatore sociale, direttore responsabile di handylex.org , responsabile Relazione esterne della FISH, Federazione italiana per il superamento dell’handicap; Sara Carnovali, dottoressa di ricerca in Diritto costituzionale, autrice del libro “Il corpo delle donne con disabilità – Analisi giuridica intersezionale su violenza, sessualità e diritti riproduttivi”: “Parole, Corpi, Giustizia. I diritti umani delle persone con disabilità in prospettive di genere”; Francesca Arcadu: consigliera di UILDM (Unione italiana lotta alla distrofia muscolare), formatrice sui temi socio-sanitari e della disabilità, interverrà su “Le parole per dirlo: essere persone con disabilità attraverso lo sguardo degli altri”. Modera gli interventi Caterina De Roberto, L’Unione Sarda, Giulia giornaliste Sardegna. Il corso è accreditato anche dall’Ordine degli avvocati per 3 crediti, ed è aperto a tutti. Parcheggi gratuiti per i partecipanti.

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Sabato 30 novembre, alle ore 20.45, Michela Sale Musio e Tiziana Troja, meglio note come “Le Lucide” della compagnia “LucidoSottile”, saranno protagoniste dell’irriverente commedia “La Conosci Giulia?”, al Teatro Centrale di Carbonia.

L’evento, organizzato dal CEDAC (Centro Diffusione Attività Culturali) con il patrocinio del Comune di Carbonia, si inserisce nell’ambito del programma di attività 2018-2019 del Corecom (Organismo della Regione Sardegna per le comunicazioni), volto a promuovere, in collaborazione con GIULIA Sardegna – associazione avente come coordinatrice la giornalista Susi Ronchi – la parità di genere e a contrastare la cultura delle divisioni, delle disuguaglianze, che si traduce sempre più spesso in forme di violenza. Tematiche più che mai attuali soprattutto alla luce della partecipata celebrazione del 25 novembre quale “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”.

«Siamo sicuri che lo spettacolo di sabato sarà gradito dai nostri concittadini sia per la qualità degli attori e delle attrici impegnate che per la capacità di affrontare un tema annoso come la discriminazione delle donne sul lavoro e la loro difficoltà ad essere sufficientemente rappresentate ai vertici delle principali testate di informazione regionali e nazionali. Posti ancora molto spesso appannaggio degli uomini», ha detto il sindaco Paola Massidda.

La pièce, attraverso i ritmi vivaci e incalzanti della commedia, vedrà sulla scena quindici artisti che alterneranno simpatiche gag a momenti drammatici, per offrire spunti di riflessione e contribuire a formare quella consapevolezza collettiva indispensabile per conquistare il diritto democratico della parità fra i generi. Nello spazio scenico si potrà apprezzare la simulazione di una redazione giornalistica diretta eccezionalmente da una donna, che si prepara a realizzare uno scoop contro le discriminazioni di genere.

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L’informazione può e deve avere un ruolo fondamentale per contrastare la violenza contro le donne. E le parole che vengono utilizzate per la narrazione dei fatti spesso feriscono una seconda volta, a partire dai titoli nei giornali e nei media. Un’informazione consapevole, corretta e rispettosa delle persone inizia quindi dal Titolo, che a volte appare costruito esclusivamente per catturare, conquistare e attrarre i lettori, mettendo in secondo piano le norme basilari dell’etica e della deontologia professionale. Per questo la composizione del Titolo richiede una riflessione attenta e un’analisi ragionata sulla scelta delle parole giuste per sintetizzare in poche battute e in maniera corretta, la cronaca dei fatti. Fare i Titoli non è un lavoro semplice: nell’elaborazione del Titolo concorrono componenti legate ai limiti di spazi e di tempi, all’obbligo di rispettare griglie grafiche predeterminate, a vincoli immodificabili. Inoltre entrano in gioco dinamiche come lo stress, le scadenze (la messa in onda di tg e radiogiornali), l’accelerazione dei ritmi di lavoro, che richiedono scelte immediate e non favoriscono una più approfondita valutazione delle selezioni lessicali più adeguate.

Giulia giornaliste, l’Ordine dei Giornalisti della Sardegna, in collaborazione con la Facoltà di Studi Umanistici, Dipartimento di Pedagogia, psicologia, filosofia dell’Università di Cagliari, in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, organizzano il 25 novembre il corso di formazione (e informazione) “Fare i titoli: le parole giuste per dirlo”. Perché elaborare correttamente i titoli dei giornali e dei media tra diritto e dovere di cronaca ed etica e informazione fa parte dell’impegno dei giornalisti e delle giornaliste. Il Corso si terrà nell’Aula Motzo della Facoltà di Studi Umanistici dell’Università di Cagliari (Sa Duchessa), e per la sua complessità si sviluppa per tutta la giornata (mattina e pomeriggio) e riconosce ai giornalisti che partecipano n. 10 crediti formativi deontologici. È prevista inoltre la partecipazione straordinaria delle due artiste Lucido Sottile (Michela Sale Musio e Tiziana Troja). Un’attività seminariale che si propone di aprire una riflessione sulle modalità di composizione di titoli e occhielli in particolare collegati ad una narrazione su temi sensibili come minori, migranti, LGBT, violenza di genere, femminicidi, discriminazioni, abusi. Temi che necessitano di un’attenzione speciale non solo per garantire una cronaca reale ma anche per assicurare che l’informazione eserciti il ruolo che le è riconosciuto di responsabilità sociale, culturale e pedagogica.

La mattina dalle ore 10.00 alle 13.00 si succederanno gli interventi dei diversi relatori, mentre nel pomeriggio dalle ore 15.00 alle ore 17.00 si svolgeranno i gruppi di lavoro per mettere in pratica concetti, suggerimenti, informazioni e conoscenze acquisite nella sessione teorica.

Attraverso un confronto pluridisciplinare, si valuteranno le modalità d’incontro tra la composizione di un Titolo accattivante, interessante ma sempre realistico, e l’esigenza di evitare le trappole del sensazionalismo, dei pregiudizi, degli stereotipi, della superficialità e del sessismo. Durante la giornata si farà un bilancio sull’attuazione, a due anni dalla sua nascita, del Manifesto di Venezia che impegna giornaliste e giornalisti ad una informazione corretta, rispettosa e consapevole della violenza di genere. Tanto è stato fatto anche attraverso i Corsi di formazione ma non è ancora sufficiente. Basta tornare indietro di pochi mesi alle cronache sul femminicidio di Elisa Pomarelli accaduto a Piacenza: un racconto pieno zeppo di stereotipi e pregiudizi, in palese violazione del Manifesto di Venezia.

La mattina, a partire dalle ore 10.00, interverranno:

Maria Del Zompo, rettrice Università di Cagliari;

Francesco Birocchi, presidente OdG della Sardegna;

Celestino Tabasso, presidente Assostampa Sardegna;

Susi Ronchi, coordinatrice Giulia giornaliste Sardegna;

Partecipazione straordinaria delle Lucido Sottile

Elisabetta Gola Docente di Semiotica dei media, Unica;

Marina Cosi, vicepresidente Giulia giornaliste;

Agnese Pini, direttrice “La Nazione”;

Roberta Celot, responsabile Ansa Sardegna, vicecoordinatrice Giulia giornaliste Sardegna;

Massimo Arcangeli, docente di Linguistica, Unica;

Cristina Cabras, docente di Psicologia Sociale, Unica;

Coordina Daniela Pinna de L’Unione Sarda, Giulia giornaliste

Il pomeriggio con inizio alle 15.00 saranno costituiti gruppi di lavoro che, con la guida di un tutor, si impegneranno nella composizione di titoli relativi a testi preconfezionati. Un’attività utile perchè svolta con modalità operative e concrete.

Coordina Alessandra Sallemi, La Nuova Sardegna, Giulia giornaliste.

Il Corso, aperto a tutti, è inserito nel Programma dell’Università di Cagliari “25 novembre tutto l’anno”. Agli studenti universitari saranno rilasciati gli attestati validi per la richiesta di CFU.

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“La Costituzione ed il contributo delle donne” è il tema del convegno in programma sabato 15 giugno a partire dalle 10.00 nella Sala San Domenico in via La Marmora a Oristano. L’iniziativa, promossa dal Centro Italiano Femminile in partenariato con il Centro di servizio per il volontariato Sardegna Solidale, vuole sottolineare l’importanza della Costituzione a distanza di oltre settant’anni dalla sua entrata in vigore e il ruolo fondamentale, allora come oggi, delle donne nella nostra vita politica.

«L’inizio del cammino democratico lo si deve anche a ad un piccolo gruppo di ventuno donne elette all’Assemblea Costituente – e tra queste Maria Federici, prima presidente del Cif nazionale -, che ha posto le basi per una cittadinanza femminile attiva, partendo dall’acquisizione del diritto di voto», spiega la presidente regionale del Cif Mattia Pericu.

«La Costituzione è la pietra miliare irrinunciabile perché ci ha fatto da scudo in tanti momenti complessi della nostra vita civile e la invochiamo tutte le volte in cui ci sentiamo minacciati o vediamo a rischio le nostre certezze e i nostri valori. Anche il Cif, associazione femminile di ispirazione cristiana, impegnata nel sociale fin dal 1944, ha molto a cuore questo tema, perché rappresenta il suo certificato di nascita, la sua carta d’identità, il passaporto col quale ha compiuto un percorso che dura da oltre settant’anni, un percorso reso attivo, dinamico, pregnante di valori, di contenuti e di azioni, da parte delle donne in tutte le sue tappe.»

Dopo l’accoglienza dei partecipanti ed i saluti istituzionali, i lavori del convegno saranno aperti alle 10.30 dalla presidente del Cif regionale Sardegna Mattia Pericu, cui seguiranno le relazioni della presidente nazionale Cif Renata Natili Micheli su “La coscienza civile come impegno storico delle donne”, Luisa Sassu del Comitato regionale dell’Anpi su “Il percorso democratico delle donne: dal diritto di voto alla doppia preferenza di genere” e dell’assessore regionale all’Industria, Anita Pili sul tema “Amministrare oggi: quale sfida per una donna?”. I lavori saranno moderati da Susi Ronchi, coordinatrice di Giulia Giornaliste Sardegna.