5 December, 2025
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Le imprese e la dirigenza di Confartigianato Sud Sardegna esprimono forte preoccupazione per le conseguenze socio-economiche che il costo dell’energia, privo di un serio controllo da parte del Governo, avrà su un territorio già provato come quello del Sulcis, che conta 9.745 imprese, di cui 343 solo a Portoscuso, ed offre lavoro a circa 50mila persone, tra diretti e indotto.

«Se i 400 dipendenti diretti della Portovesme srl rischiano di rimanere a casa, alcune decine di imprese di fornitura indiretta potrebbero dover chiudere per sempre la loro attività, con un gravissimo rimbalzo negativo sull’occupazione e sull’economia del territorio – affermano Fabio Mereu e Pietro Paolo Spada, presidente e segretario di Confartigianato Sud Sardegnae questo non è che il primo esempio di una situazione che rischia di sfuggirci di mano e di vanificare una parte rilevante della ripresa economica, che peraltro in Sardegna abbiamo fino a questo momento visto solo in parte.»

Secondo le analisi effettuate dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, nel 2021, con una media fatta al 20 settembre, il Prezzo Unico Nazionale dell’energia elettrica è salito del 138% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, risultando così superiore del 58% rispetto al 2019. Il prezzo del gas è salito del 228% rispetto ad un anno prima e del 78% rispetto al 2019. In salita anche i prezzi dei carburanti: dei primi nove mesi del 2021 il gasolio per autotrazione ha una quotazione, tasse escluse, del 25,5% superiore allo stesso periodo del 2020, mentre è in linea (+2,1%) con le quotazioni del 2019. Da settembre, in ogni caso, il costo dell’energia e dei carburanti è continuato a crescere.

«Gli aumenti vanno bloccati sia per le imprese sia per le famiglie e va ridotto il peso della componente fiscale sulla bolletta elettrica delle piccole impreseconcludono Fabio Mereu e Pierpaolo Spada è una situazione molto delicata che sta costringendo i piccoli imprenditori a caricarsi i costi degli altri utenti.»

Emergenza per sedici abitazioni di due vie del quartiere Carbonia 2, a Carbonia, prive di energia elettrica dalle 11.30 di questa mattina. Un guasto verificatosi in una cabina primaria ha provocato alcune brevi interruzioni in varie zone della città, anche nel quartiere Carbonia 2, ma dopo alcuni minuti i problemi sono stati superati ovunque, tranne che nella via delle Camelie e nella via dei Narcisi. Sono sedici le abitazioni rimaste senza energia elettrica per altrettante famiglie. Pesanti, come si può ben capire, i disagi, soprattutto per le tante persone anziane che abitano nel quartiere. E’ stato chiesto l’intervento dell’Enel ma fino alle 18.30 tutti i solleciti non hanno trovato risposta.

Sono stati tutti rinviati a giudizio i tre indagati, ora formalmente imputati, per l’ennesimo dramma sul lavoro costato la vita, un anno fa, a Claudio Milia, operaio 45enne di Iglesias, come richiesto dal Pubblico Ministero della Procura di Cagliari, dott. Enrico Lussu, a conclusione dell’udienza preliminare tenutasi lo scorso 19 novembre 2021, avanti il Gup del Tribunale cagliaritano dott. Giuseppe Pintori.

Il committente dell’intervento finito in tragedia, il datore di lavoro della vittima ed un addetto dell’altra ditta che operava nel cantiere dove si è verificato l’incidente dovranno comparire in aula il 6 maggio 2022, in cui è stata fissata la prima udienza di un processo dal quale i familiari del lavoratore, che sono assistiti da Studio3A, si aspettano risposte, anche alla luce delle gravi e fatali violazioni delle più elementari norme di sicurezza, e a tutti i livelli, emerse durante l’inchiesta e alla base di una morte del tutto evitabile.
L’incidente è accaduto alle 8.15 del mattino del 13 novembre 2020, nella zona industriale Sa Stoia di Iglesias.
Claudio Milia, carpentiere, che lavorava per la CQ NOL Srl, impresa del posto che effettua pulizie industriali, noleggio di mezzi industriali e di cantiere, produzione, installazione e manutenzione di lavori di carpenteria metallica e manutenzione di impianti in genere, era salito sul capannone della ditta LO.CI Traporti Srl per verificarne la copertura in vista di alcuni lavori di ristrutturazione della campata sinistra dell’edificio che erano stati appunto affidati all’impresa di cui era dipendente. All’improvviso, il tetto ha ceduto sotto il suo peso ed il lavoratore è precipitato giù da un’altezza di 4,20 metri; una caduta che, purtroppo, gli ha causato politraumi troppo gravi e gli è stata fatale, inutili i soccorsi dei sanitari del 118: sul posto sono intervenuti per i rilievi anche i carabinieri di Iglesias e i tecnici dello Spresal, il Servizio di Prevenzione e Sicurezza del Lavoro dell’Asl di Cagliari.

Secondo appuntamento domenica 28 novembre, a Iglesias, per il XXIII Festival internazionale di musica da camera organizzato dall’associazione Anton Stadler.

Alle 19.00 sul palco del Teatro Electra si esibirà il prestigioso duo composto dal violoncellista Claude Hauri e dal pianista Daniel Moos che proporrà un concerto dal titolo Viaggio in Europa.

La serata sarà una piacevolissima passeggiata musicale attraverso il Vecchio continente, dall’Italia alla Germania, dalla Francia alla Russia, a sottolineare come la musica non conosce confini.

Un florilegio di pagine del romanticismo, alcune celebri come la Czardas di Monti, Salut d’amour di Elgar, Vocalise di Rachmaninov o le variazioni sul tema “Là ci darem la mano” dal Don Giovanni di Mozart. Altre forse meno note ma non meno entusiasmanti, quali le funamboliche pagine del più grande virtuoso al violoncello dell’800, David Popper, o la delicata romanza di Clara Wieck Schumann, abilissima pianista e compositrice, consorte del più noto Robert Schumann.

«La delibera di Giunta regionale relativa al provvedimento unico regionale in materia ambientale per Sider Alloys rappresenta un passo avanti decisivo che pone le basi per il riavvio produttivo dello stabilimento di alluminio di Portovesme. La Regione Sardegna ha dimostrato di mantenere gli impegni ed una chiara e precisa volontà politica di riaffermare l’importanza del polo industriale di Portovesme. Grazie alla Giunta regionale, alla maggioranza in Consiglio regionale, alle parti sociali, a tutti coloro che hanno collaborato.»
Lo scrive, in una nota, Michele Ennas, consigliere regionale Lega Sardegna Sulcis iglesiente.
«Un grande lavoro di squadra a cui ora devono seguire da parte della multinazionale tutte le attività per il riavvio graduale della produzione conclude Michele Ennas -. Personalmente continuerò a seguire la vertenza, sempre al fianco dei lavoratori.»

Il Centro Funzionale Decentrato di Protezione Civile ha emesso un nuovo avviso di allerta per: codice giallo (criticità ordinaria) per rischio idrogeologico sull’area di allerta Iglesiente; codice giallo (criticità ordinaria) per rischio idraulico ed idrogeologico sulle aree di allerta Campidano, Montevecchio Pischinappiu, Tirso e Logudoro, valido a partire dalle ore 14.00 di oggi e sino alle 11.59 di domani, sabato 27.11.2021.

Scendono i nuovi positivi al Covid-19 in Sardegna, 102 nelle ultime 24 ore, su 7.710 test eseguiti (2.382 molecolari, 5.328 antigenici), l’1,32%.

E’ invariato il numero dei pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva, 13; cresce ancora il numero dei pazienti ricoverati in area medica, 61, 14 più di ieri. Sono 2.467 se persone in isolamento domiciliare (8 in più rispetto a ieri).

Si registra il decesso di una donna di 70 anni, residente nella provincia di Sassari.

Via libera della Regione al riavvio dello stabilimento Sider Alloys di Portovesme. Il conto alla rovescia è terminato con la seduta di ieri della Giunta, che ha approvato la delibera con la quale si è concluso il complesso iter autorizzativo, che sblocca un investimento di 185 milioni di euro.
«Rinasce una grande speranza per il territorio dice il presidente della Regione Christian Solinas, che ha seguito personalmente ogni fase delle procedure -. Un lavoro straordinario compiuto con estrema efficienza e in tempi molto rapidi, reso possibile dall’impegno profuso dagli assessori coinvolti e dalle loro strutture. Il polo di Portovesme, prosegue il Presidente, rappresenta ancora oggi, e deve rappresentare in futuro, una ricchezza in termini di economia e di competenze, alla quale non possiamo assolutamente rinunciare. Per questo, la Regione si è mobilitata per predisporre tutte le strategie per garantire che l’abbandono del carbone e la riconversione energetica avvengano salvaguardando tutti i presidi industriali, fondamentali per lo sviluppo armonico, insieme agli altri settori produttivi, del nostro sistema economico.»
Con la delibera approvata ieri, la Giunta ha espresso il giudizio positivo sulla compatibilità Ambientale, subordinatamente al rispetto delle condizioni ambientali previste. 
«Si tratta della prima delibera di un provvedimento ambientale unico regionale, voluto da questa giunta nello scorso mese di gennaio e divenuto operativo a maggio scorsodice l’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis –. In soli 7 mesi, abbiamo evaso una pratica che in altri tempi avrebbe richiesto almeno tre anni.»
«La Regioneassicura l’assessore della Sanità Mario Nieddu -, avvierà immediatamente un intenso lavoro di monitoraggio sull’impatto delle attività nel territorio, garantendo i massimi livelli di sicurezza. Analogo lavoro sarà effettuato riguardo agli aspetti sanitari, con il coinvolgimento dell’Azienda sanitaria competente per territorio e dell’A.R.P.A.S.»
«Saranno realizzati precisano gli esponenti della Giunta -, tutte le azioni e i mezzi per realizzare un piano di mitigazione della qualità dell’aria, una sorveglianza epidemiologica, un approfondimento delle problematiche legate alle esposizioni per via alimentare della popolazione residente nei comuni di Portoscuso, Carloforte, Calasetta, Carbonia, Gonnesa e San Giovanni Suergiu.»
Soddisfazione viene espressa anche dagli assessori dell’Industria Anita Pili e del Lavoro Alessandra Zedda, che hanno seguito l’iter per le parti di loro competenza. 
Tutti i dipendenti sono supportati dagli ammortizzatori sociali; la Regione è impegnata per il loro reinserimento nel mercato del lavoro.

“La SS 126 tempestata di buche, a rischio la sicurezza di chi la percorre: l’Anas intervenga immediatamente. Le piogge del mese di novembre, infatti, hanno “scoperchiato” letteralmente i problemi che la SS 126 si porta dietro da anni: bitume datato e rappezzato in più punti. L’acqua ha eroso gli stati inferiori dell’asfalto e, in particolar modo nelle vecchie riparazioni di fortuna, sono spuntate buche, talvolta voragini.”

La denuncia arriva oggi da Ignazio Locci, sindaco di Sant’Antioco.

Partendo dal comune di Sant’Antioco, il percorso, specie nel tratto che prende avvio nei pressi dell’ingresso della pista ciclabile, fino alla frazione di Santa Caterina, mostra svariate buche, in alcuni casi piene di acqua piovana, che traggono in inganno gli automobilisti. Il rischio incidenti è dietro l’angolo. C’è chi le schiva all’ultimo momento e chi invece le investe in pieno: in entrambi i casi si creano situazioni di evidente pericolo.

«Abbiamo già informato l’Anas, che ha la competenza sulla stradasottolinea il sindaco Ignazio Loccidello stato in cui versa la statale: quotidianamente riceviamo segnalazioni da cittadini preoccupati. Quella strada, unica porta di accesso all’isola di Sant’Antioco, ogni giorno è battuta da tantissime automobili o altri mezzi di trasporto. Sappiamo benissimo che il maltempo non è certamente il migliore amico dei lavori sull’asfalto, tuttavia ci aspettiamo che l’Anas intervenga con celerità e, per il momento, ponga quantomeno delle “pezze” alle situazioni di maggiore pericolo.»

Nel ‘900 è iniziata la quarta rivoluzione industriale nata dalla rivoluzione digitale e dallo sviluppo impressionante della “Comunicazione”. In un secolo, dallo scambio di informazioni attraverso i corrieri a cavallo, si è passati al telegrafo, al telefono e, oggi, al computer. L’intelligenza artificiale, attraverso i computer e i social, è il mezzo di comunicazione di massa più veloce e più esteso di sempre. Per il suo basso costo, la “comunicazione digitale” ha dato il via ad un mercato che si sviluppa su una piazza virtuale. In questa piazza tutto è incorporeo: le persone, gli oggetti di scambio, il danaro e presto, col Metaverso di Zuckemberg, che è un universo astratto, parallelo a quello reale, avverranno gli spostamenti virtuali delle persone fisiche. Ciò avverrà attraverso la rete di Internet con un traffico di intensità superiore a quello attuale in Facebook e negli altri social. Non avremo più bisogno di spostarci da casa. Ognuno di noi vivrà le sue giornate seduto, in pantofole, davanti allo specchio del computer ma col suo corpo virtuale, che chiameremo “Avatar”, viaggerà e incontrerà altri milioni di persone in tutti i luoghi del mondo: nelle foreste africane, o nel Tibet, o nel centro di Manhattan per fare acquisti nei suoi favolosi negozi, oppure nei mari di Sardegna a pesca subacquea. Le massaie faranno la spesa girovagando fra le vetrine virtuali a scegliere merce virtuale, e pagheranno con denaro virtuale. I nostri strumenti per le necessità quotidiane saranno il computer e la carta di credito. Le strade verranno percorse prevalentemente da camion per trasporto di merci e molto meno da auto per trasporto umano.

Oggi tutto questo è fantascienza ma, in realtà, con il Lockdown della Pandemia degli anni 2020/2021, abbiamo iniziato a sperimentare una vita sociale incorporea, quindi virtuale, perché da allora le comunicazioni interpersonali avvengono con  riunioni virtuali attraverso ZOOM;

– Acquistiamo le nostre merci con moneta virtuale;

– i nostri soldi virtuali sono conservati in banche virtuali. Gli sportelli bancari con persone fisiche, già fortemente diminuiti, sono destinati a scomparire;

– presto non sapremo più neppure dove si trovano fisicamente le banche e i lori direttori, e non potremo neppure accedervi. I contatti verranno gestiti da voci meccaniche di robot che risponderanno alle nostre domande in base ad algoritmi preimpostati;

– la Giustizia digitale sta avanzando;

– gli uffici sono sempre più vuoti perché ha preso piede il lavoro da casa per via digitale (smart working);

– la scuola ha sperimentato, per ora con dolore, la didattica a distanza; in futuro verrà trovato il modo per renderla più interessante proprio col Metaverso ed allora gli alunni e i docenti si incontreranno, con i loro Avatar, in un’aula virtuale, chiassosa, divertente e interessante senza uscire dal letto alle 6.00 del mattino. Anche le gite di classe all’estero avverranno col Metaverso, stando a casa;

– le riunioni politiche e culturali saranno come oggi: a distanza con Zoom;

– i Consigli comunali avverranno in un’Aula consiliare virtuale, con un pubblico virtuale, e con votazioni virtuali;

– gli amici diverranno esattamente quello che sono già diventati oggi col Lockdown: immagini nelle videochiamate degli smartphone;

– i figli e i genitori saranno esattamente come oggi: voci telefoniche;

– le funzioni religiose, a causa della scarsità di preti, troveranno una loro soluzione nel Metaverso digitale. Un unico officiante virtuale soddisferà le esigenze di una folla di fedeli virtuali.

– i funerali saranno come quelli che vedemmo a Bergamo nei mesi di marzo ed aprile del 2020: bare solitarie seguite da cortei funebri virtuali fino alla cremazione;

– le palestre, che oggi sono le piazze d’incontro dei giovani, si ridurranno a “personal trainer” Avatar che addestreranno gli allievi nei loro domicili;

– anche gli incontri amorosi e la formazione delle coppie, tristemente, avverranno tra Avatar. Già oggi le coppie sono spesso virtuali; spesso non progettano un matrimonio né civile né religioso; spessissimo non progettano figli; di fatto non viene progettata la continuazione delle famiglie.

L’elenco può continuare; si può dimostrare che la società umana, fatta di corporeità, diventerà incorporea e involverà in una entità virtuale che non si riproduce. O meglio, ognuno si potrà riprodurre in uno o più Avatar e potrà vivere con personalità diverse a suo piacimento, fino a confondere la personalità originale con quelle virtuali, in una schizofrenia digitale di massa. Nascerà, per necessità, un nuovo genere di specialista: lo Psichiatra digitale.

Vi sono due settori del mondo reale in cui mi pare impossibile che prevalga il mondo virtuale:

– la Sanità e

– l’ Ambiente.

Per quanto riguarda la Sanità, la “Clinica” dell’Uomo malato è basata fondamentalmente su due pilastri che necessitano del contatto fisico tra medico e paziente, cioè: la Diagnosi e la Cura.

La Diagnosi si basa su cinque momenti:

1 – l’ascoltazione del racconto del paziente;

2 – l’esame fisico;

3 – l’osservazione dell’evoluzione del male;

4 – l’esame chimico, batteriologico e genetico;

5 – gli esami strumentali.

Tutti questi atti vanno compiuti, per ogni singolo paziente, da professionisti sanitari e deve esistere il “Clinico” che, col parere di tutti e con la propria conclusione formulerà convintamente la diagnosi.

L’ASCOLTO del racconto del malato può avvenire via computer, tuttavia soltanto la  presenza fisica del medico ai piedi del letto consente di percepire informazioni che non sono trasmissibili per via computer come: la valutazione della salubrità dell’ambiente che ospita il paziente, l’atteggiamento corporeo, l’igiene della persona, l’assistenza dei familiari l’autosufficienza nella cura di se stessi, l’aspetto fisico, gli odori, la percezione dell’equilibrio dello stato mentale, la fiducia nel medico e l’accettazione delle cure, eccetera.

La VISITA (o esame obiettivo) è basato sulla ispezione della cute, dei capelli, delle mucose, della muscolatura, del decubito obbligato, del trofismo dei tessuti, delle cavità naturali, dei genitali, eccetera. Poi segue la palpazione. Col tatto si valuta l’umidità della cute, la temperatura, l’elasticità, l’edema o la disidratazione, lo spessore del sottocute, il tono dei muscoli, la consistenza degli occhi, il colore delle congiuntive e delle sclere, le tumefazioni della  stazioni linfonodali, le masse superficiali e profonde, la loro dolorabilità, la mobilità, la loro consistenza, la presenza di fremiti trasmessi, la mobilità delle articolazioni e le resistenze muscolari, la dolorabilità nei punti di emergenza dei nervi cranici e spinali. Si cercano le tumefazioni del collo ed i fremiti vascolari delle carotidi. Sul torace si apprezza con le mani l’espansione della cassa toracica, la rettilineità delle spine vertebrali, le anomalie delle curvature in scoliosi o gibbo. Si cerca il fremito vocale tattile trasmesso dalla voce per capire le anomalie del tessuto polmonare e si cerca l’itto cardiaco ed i soffi valvolari. La palpazione dell’addome è poi un’arte complessa, raffinata, e molto, molto, molto difficile. E’ lì che il medico indaga gli stati di emergenza sanitaria più frequenti: palpa le tumefazioni del fegato e della colecistiti, la pancreatite, la splenomegalia, gli aneurismi dell’aorta, il globo vescicale, i tumori del colon e, ascoltando e palpando, diagnostica le peritoniti, l’appendicite acuta, l’ernia strozzata, le occlusioni intestinali, i versamenti ascitici ed emorragici, le gravidanze fisiologiche e quelle extrauterine, il volvolo nei bambini e tanto altro ancora. Nella donna l’esplorazione pelvica bimanuale è imprescindibile per apprezzare le patologie dolorose, infiammatorie o tumorali. E’ inimmaginabile che una macchina digitale supercomputerizzata possa sostituirsi ad una ostetrica che assiste, con le sue mani sapienti, con la sua sensibilità, con la sua esperienza, e la sua tenera dedizione al prossimo, alla nascita di un altro essere umano. 

Questo è solo un breve cenno dei reperti preziosi che il medico ricava dalla visita sul corpo fisico del paziente, e che non sono ottenibili col semplice esame ecografico o TAC o Risonanza, seppure associati agli esami di laboratorio.

I reperti obiettivi appena descritti sono percepibili solo con gli organi di senso umani come il tatto, la vista, l’olfatto, l’udito.

I reperti sensitivi vengono immediatamente elaborati dalla corteccia cerebrale del medico, confrontati col suo capitale di conoscenza, memorizzati, e poi conservati per ulteriori osservazioni fino a produrre un risultato che sarà la “diagnosi”.

Orbene, nessuno strumento digitale può sostituirsi al medico che visita, all’ostetrica  che pilota un parto, all’infermiere che assiste un essere umano sofferente e morente.

Ne consegue che le macchine (computers che registrano referti di TAC, RMN, ECG, EEG, esami di laboratorio) non possono mai visitare ed assistere il paziente.

La diagnosi tutt’oggi si fa con un’accurata visita corporea, e col supporto di esami tecnologici. Gli esami tecnologici da soli non consentono la formulazione della diagnosi.

La visita medica a distanza non esiste e non è possibile, neppure con gli Avatar e con la fantascienza più acrobatica di Mark Zuckemberg.

Ne consegue che la corretta diagnosi a distanza di una malattia interna non è fattibile. E’ possibile solo un “orientamento” diagnostico strumentale, ma questo non può essere considerato una “diagnosi definitiva”.

E’ stato necessario precisare quanto detto per affermare che l’esame obiettivo e il contatto fisico col medico non può essere sostituito con la tecnologia digitale perché la elaborazione di informazioni della corteccia cerebrale umana, la sua capacità critica, e la sua versatilità nell’elaborare giudizi diagnostici e di prendere decisioni, è immensamente più grande di qualunque cervellone digitale di oggi e di domani. 

E’ necessario prendere atto che la necessità  prioritaria della nostra Sanità è: acquisire personale medico e delle professioni sanitarie, e che questi mettano a disposizione i lori cervelli preparati per dare assistenza ai nostri corpi malati. La seconda priorità sarà la dotazione di macchine da mettere in mano a medici e infermieri. Naturalmente le macchine dovrebbero essere acquistate dopo l’assunzione del personale specializzato che le dovrà manovrare. Quest’ultima sembrerebbe un’affermazione ridondante ma, visti i programmi proposti, non lo è.

L’acquisizione di nuovo personale per il Sistema Sanitario è l’atto imprescindibile che deve precedere tutto.

Ne consegue che le professioni che si occupano di “cura della persona” non saranno mai sostituibili con i robot e saranno sempre più preziose se si pensa al cambio antropologico in corso nella popolazione, e cioè:

– fine della famiglia intesa come consorzio umano organizzato per riprodursi e prendersi cura della prole e degli anziani;

– aumento vertiginosi dei “single”; termine traducibile con l’espressione “persone sole”;

– invecchiamento;

– carenza di figli;

– spesa sociale in vertiginoso aumento;

– riduzione della popolazione attiva.

E’ ineludibile la necessità di orientare il programma Sanitario secondo la bussola della nuova composizione antropologica della società umana. Ecco perché bisogna stare attenti nella fase di realizzazione del nuovo Sistema Sanitario Territoriale e Ospedaliero.

A causa del forte invecchiamento della popolazione, e a causa del Coronavirus che non sparirà, è necessario impedire la concentrazione degli ospedali sardi nei due poli ospedalieri  immaginati da fantasiosi programmatori (Cagliari e Sassari). L’affollamento dei malati in quegli Ospedali, e le distanze da percorrere per raggiungerli, scoraggerebbero i più ad intraprendere i viaggi della speranza e rinuncerebbero ad essere curati in luoghi lontani ed alieni. E’ un programma ottimo per il contabile che cerca l’equilibrio di bilancio dell’Azienda  Sanitaria futura, ma odioso e ingiusto per il malato delle cittadine di provincia che si troverà privato dei suoi storici e efficienti Ospedali. Si dovrà fare esattamente il contrario. La Sanità sarda dovrà essere riorganizzata in Ospedali distribuiti equamente nel territorio. Dovranno tornare gli Ospedali territoriali, ben dotati di Personale, fortemente attrezzati e professionalmente competitivi. Dovrà funzionare una rete sanitaria territoriale adeguata alle esigenze della nuova sarda, e dovrà essere vicina alla gente. 

E’ tempo di invertire la rotta e ricostituire gli Organici dei nostri Ospedali, ed è necessario non cadere nella suggestione che una Sanità digitale possa sostituirsi alla Sanità reale. Può servire solo ad integrarla.

Mario Marroccu