27 April, 2024
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Valentina Pistis 1230 copia

Nessuno ne parla ancora ufficialmente, ma i toni dello scontro tra i consiglieri del gruppo Cas@ Iglesias e il Partito Democratico, prima forza consiliare che esprime anche il sindaco, Emilio Gariazzo, hanno aperto di fatto la crisi nella maggioranza di centrosinistra al comune di Iglesias, a poco più di un anno e mezzo dall’elezione del sindaco (26 maggio 2013) e dall’insediamento del Consiglio comunale (28 giugno 2013).

Per capire meglio quanto oggi siano distanti le due posizioni politiche, pubblichiamo l’intervento integrale fatto da Valentina Pistis, capogruppo di Cas@ Iglesias, durante l’ultima riunione del Consiglio comunale, dedicata al dibattito sullo stato di attuazione del Piano Sulcis, in presenza del coordinatore dello stesso, Tore Cherchi, ex presidente della provincia di Carbonia Iglesias.

«Grazie.
Grazie di cuore a tutte le donne e gli uomini che questa sera hanno deciso, con consapevolezza, di partecipare a questo Consiglio comunale.
Queste persone sono la dimostrazione che il ragionamento e l’approfondimento dei temi, anche scomodi, paga sempre.
Non lasciatevi intorpidire, non aspettate che gli altri prendano decisioni al posto vostro.
Il dialogo e il confronto sono necessari in politica come nella vita quotidiana.
Vedendovi, qui, questa sera non posso che farmi contagiare dalla vostra determinazione.
E’ arrivato il momento di dire la verità, tutta la verità in merito al Piano Sulcis e a tutto ciò che vi ruota intorno.
Non possiamo più tacere. Non vogliamo più tacere.
Occorre fare chiarezza.
Occorre dire che i fondi del Piano Sulcis, sono praticamente inesistenti, così come le opere da realizzare.
L’Alcoa è chiusa, per l’Eurallumina e per l’Ila, sinceramente, non si intravede alcuna ripartenza, arriverà il turno della Carbosulcis e della Centrale Enel. Insomma un’ecatombe di industrie.
A cui, la politica regionale e nazionale, risponde con un Piano, vuoto e inconsistente.
Il Piano Sulcis finora non ha prodotto nemmeno un posto di lavoro.
Le procedure appaiono inesistenti, all’orizzonte solo ed esclusivamente ghiotte speculazioni ministeriali e non solo.
Speculazioni approvate e certificate da una parte della politica isolana.
Il progetto speculativo del biofuel dei signori Mossi & Ghisolfi è la prova di ciò che sto affermando.
Quel progetto è inaccettabile. Più tardi spiegherò perché.
Non credo che favorendo l’insediamento dei produttori di canne si possa rilanciare il nostro territorio.
Finora niente è stato fatto per risolvere il problema del costo dell’energia, della ripresa produttiva, ancor meno, ahimé, si è fatto per le bonifiche ambientali.
Il gruppo che rappresento, Cas@ Iglesias, lo grida ad alta voce quotidianamente.
La questione ambientale non è più rinviabile.
Non possiamo continuare a traccheggiare sulla salute della popolazione. E mi dispiace contraddirla, ing. Cherchi. Lei ha appena affermato che prima di tutto viene il lavoro, io dico con assoluta determinazione che prima di tutto viene la salute. Senza la salute non può esserci lavoro.
Il report del ministero dell’Economia sul Piano Sulcis, redatto dall’Uver Unità di verifica degli investimenti pubblici, per usare un eufemismo, fa paura.
Certifica sostanzialmente che il Piano Sulcis è un imbroglio di stato.
Procedure inesistenti, progetti irrealizzabili, in molti casi non è stata indicata nessuna tempistica; opere iniziate anni fa e addirittura opere dichiarate concluse, tutte inserite nel piano fantastico del Sulcis.
Fondi stanziati da delibere di Giunta regionale del 2009, 2010, 2011, delibere Cipe del 2011, fondi Fesr 2007-2013. Insomma, fondi vecchi, già stanziati in passato, che non hanno nulla a che fare con il fantomatico Piano Sulcis.
A certificare ciò che sto affermando sono i funzionari del ministero che hanno effettuato i sopralluoghi.
Nel report si evince con chiarezza che in numerosissimi casi, non esiste alcuna procedura in essere.
Alcuni esempi.
Sulla portualità i fondi sono ridicoli, la progettazione è pressoché tutta preliminare o studi di fattibilità da eseguire.
Al progetto dell’impianto fognario di Sant’Antioco manca persino la localizzazione, la variante urbanistica e la stima dei costi. Per non parlare del collegamento all’isola di Sant’Antioco, pare non abbiamo ancora scelto se costruire un ponte o un tunnel… una cosetta da poco conto…
Il progetto che riguarda il tratto di strada Carbonia-Giba è stato definito con un laconico “bassa affidabilità”.
Per non parlare della scelta di abbandonare il progetto GALSI, ossia il progetto relativo al Gasdotto che avrebbe dovuto collegare l’Algeria alla Sardegna e all’Italia. Cancellato.
Insomma, più che un piano di rilancio, mi pare un libro dei sogni. Anzi, oserei dire, un libro che procura i incubi.
Altro esempio su tutti, miniera di Orbai, inizio lavori 2006, oggi siamo all’analisi del rischio, manca il dimensionamento economico. In sostanza, la procedura è indefinita, siamo in alto mare.
Risultano iscritti progetti iniziati del 2006, alcuni addirittura conclusi; progetti del 2007 conclusi nel 2012 inseriti nel piano.
Per quale motivo mi chiedo?
Come fanno a far parte di questo piano?
Per la maggior parte dei progetti la fine lavori indicata nel report è il 2014. Ossia, l’anno appena concluso. Nessuna traccia di inizio e fine cantiere. Senza contare tutti quelli che si sarebbero dovuti concludere nel 2013 e non sono nemmeno iniziati.
Insomma, una vergogna inaudita, l’ennesimo inganno in danno ai sulcitani.
Ma veniamo alla chimica verde e alla coltivazione della canna per la produzione di bioetanolo a Portovesme.
L’impatto ambientale è fortissimo, devastante.
Numeri da capogiro.
300 milioni di euro di investimento.
80mila tonnellate di carburante prodotto all’anno.
Il progetto, del gruppo Mossi & Ghisolfi, (colosso da 3 miliardi di dollari di fatturato all’anno), ha bisogno di un’area industriale attrezzata, di un porto (già esistenti a Portovesme) e di 5.000 ettari di terreno da coltivare a canne, nel raggio di 70 chilometri.
Ha inoltre bisogno di un sostegno finanziario dello Stato, della Regione elevatissimo, non ultimi i 900 milioni chiesti all’Unione europea per finanziarie le bioraffinerie, a tal proposito, vi invito a prendere visione del Piano Juncher.
Insomma Mossi & Ghisolfi oltre ad essere sponsor delle campagne elettorali del premier Renzi e quindi suoi “grandi elettori” evidentemente sono pure simpatici ai governatori regionali che non battono ciglio in merito allo scellerato progetto.
Ricordo che le canne sono una specie infestante che muta il regime ecologico del territorio, rendendolo più arido e soggetto agli incendi.
E’ una specie altamente infiammabile e questo le consente, essendo una specie pirofila, di imporsi a discapito delle altre piante.
Modifica l’ecologia della zona, sottrae acqua in grandi quantità e elementi nutritivi al terreno.
Insomma, all’inquinamento devastante prodotto dall’attività mineraria e dalle industrie, viene associato il rischio di una probabile desertificazione.
E’ chiaro che in Sardegna abbiamo bisogno di tutto fuorchè di piante che favoriscano incendi e aridità dei suoli.
Non possiamo rischiare di lasciare spazio al fenomeno c.d. di “land grabbing”, tipico dei paesi poveri del terzo mondo.
Le multinazionali, come quelle di Mossi & Ghisolfi, acquistano i terreni dai coltivatori, ormai stremati dalle innumerevoli tasse statali, non ultima, l’IMU sui terreni agricoli, per trasformare i nostri terreni nell’ennesima monocoltura di canne o cardi, come sta accadendo dall’altra parte dell’isola.
Non ultimi altri due punti oscuri, ossia l’impianto a biomasse nella zona industriale di Iglesias, a pochi passi dal centro abitato e la centrale termoelettrica per realizzare carbone Sulcis “pulito” dotata di una sezione di cattura e stoccaggio nel sottosuolo di CO2.
Sulla questione energia, dobbiamo necessariamente cambiare marcia, registro. L’andazzo è chiaro, vogliono rendere la Sardegna sempre più dipendente dal resto d’Italia. Visto anche la scelta relativa al piano di dismissione della centrale Enel. Ad oggi non esiste un solo contratto bilaterale per salvare le industrie e la responsabilità è politica, non certamente dell’Enel.
Siamo qui, non per valutare le chiacchiere, siamo qui per leggere la realtà.
E la realtà è sotto gli occhi di tutti, le fabbriche sono chiuse e le bonifiche completamente assentiper chiare incapacità politiche di ieri e di oggi.
Sembra quasi che la nostra isola, la nostra agricoltura sia impossibilitata a puntare ad un futuro basato su uno sviluppo sostenibile, moderno, sui prodotti dell’agroalimentare di qualità.
Alla faccia di Milano e del tema dell’Expo 2015…
Alle condizioni ambientali e sanitarie nelle aree industriali e minerarie, già così precarie, occorre opporre un sistema produttivo innovativo sostenibile; occorre puntare sull’immediata bonifica dei siti contaminati.
Occorre opporre una politica virtuosa, di qualità, tesa alla sovranità alimentare, funzionale alle esigenze di coloro i quali abitano i territori. Una politica che favorisca la riappropriazione da parte delle comunità locali della gestione dei luoghi.
Anche per questo motivo, in questa sede, il gruppo che rappresento, vuole proporre una bozza di piano alternativo al Piano Sulcis, basato su quattro direttive.
Bonifiche ambientali e piano straordinario di recupero produttivo delle discariche.
Come già anticipato le bonifiche ambientali non possono più aspettare, ne va della salute di queste e delle future generazioni.
Le discariche minerarie abbandonate del Sulcis Iglesiente sono innumerevoli, contengono ancora quantità elevate di Piombo e Zinco. Quantitativi che consentirebbero di progettare un piano economico per rilanciare l’intero territorio. Tutto ciò coinvolgendo l’università di Cagliari e facendo ripartire i corsi di Scienze dei materiali di Monteponi. Rilanciando l’IGEA e il Parco Geo Minerario, prima che sia troppo tardi.
Pianificazione territoriale, paesaggistica e urbanistica.
Predisposizione di un Piano strategico, vero, di sviluppo territoriale che possa essere recepito immediatamente, offrendo riequilibrio territoriale e nuove opportunità per il turismo e la ricettività, tenendo sempre ben presente la tutela ambientale e paesaggistica.
Interventi infrastrutturali e collegamenti – Questione energetica/definizione di accordi bilaterali:
– strada ss. 126 a quattro corsie;
– interventi sui porti;
– intervento di connessione dei bacini idrografici del Sulcis con i sistemi del Tirso e del Flumendosa al fine di garantire l’approvvigionamento idrico e irriguo costante dell’intero territorio.

Poli produttivi di eccellenza agricola.
Individuazione di filiere produttive di eccellenze agricole che possano valorizzare al meglio le caratteristiche dei terreni del Sulcis Iglesiente. Ricordo che, solo nel Sulcis si possono trovare quei vitigni europei originari, derivanti da una antichissima e storica tradizione vitivinicola.
Pensiamoci,
pensiamoci bene, prima di trasformare la nostra isola in un campo sterminato di canne.
Le canne utilizziamole solo ed esclusivamente per costruire launeddas. Che è meglio.
Pensiamo al patrimonio di archeologia mineraria che ci resta. Pensiamo all’ambiente sconfinato e paradisiaco tipico della nostra isola. Proviamo seriamente a valorizzarlo, prima che cada definitivamente in rovina.»

 

Il gruppo Cas@ Iglesias conta su due consiglieri, Valentina Pistis e Giorgio Carta, in una maggioranza composta da 15 consiglieri.

PD 8 consiglieri: Mauro Usai, presidente; Franca Maria Fara, vicepresidente; Francesco Melis, capogruppo; Carla Cicilloni; Daniele Reginali, segretario provinciale; Ubaldo Scanu, segretario cittadino; Claudia Caschili; Marco Loddo.

Cas@ Iglesias 2 consiglieri: Valentina Pistis, capogruppo; Giorgio Carta.

Il Tuo segno per Gariazzo 2 consiglieri: Pietro Serio, capogruppo; Pierina Chessa.

Sinistra Ecologia Libertà 2 consiglieri: Simone Pinna, capogruppo; Franco Tocco.

Uniti per Iglesias 1 consigliere: Alberto Cacciarru, capogruppo.

La minoranza di centrodestra conta su 9 consiglieri.

Piazza Sella 7 consiglieri: Gian Marco Eltrudis, capogruppo; Gianluigi Rubiu; Pietro Carta; Vito Didaci; Angela Scarpa; Andrea Pilurzu; Giuseppe Pes.

P.D.L. dal 5/02/2014 ForzaItalia 2 consiglieri: Luigi Biggio, capogruppo; Gianfranca Mannu.

Il fondo sociale A.D.A. (Associazione Dipendenti Alcoa) è stato al centro di un incontro tra il presidente, Alberto Cacciarru, e Stefano Lai, delegato sindacale UGL.

In discussione gli sviluppi futuri del fondo Associazione Dipendenti Alcoa (A.D.A.), comunemente chiamato Fondo Sociale.

«Nello specifico – si legge in una nota della segreteria provinciale UGL – si è discusso del cambiamento dello statuto avvenuto nell’ultima riunione dei soci che di fatto ha modificato la gestione delle quote in caso di dismissione del fondo, secondo la seguente ripartizione: il 95% ai soci e il 5% ad una O.N.L.U.S.; e della ripartizione del fondo tra i vari soci (ad oggi circa 140), che avverrà secondo criteri di anzianità di iscrizione al fondo, dopo aver stornato i costi di gestione del fondo (notaio e spese di chiusura conto).»

Entro il mese di dicembre l’Assemblea sarà chiamata ad approvare il bilancio, entro gennaio 2015 verranno effettuati i conteggi degli importi da erogare ai soci e a febbraio 2015 verrà erogato a mezzo assegno l’importo spettante ad ogni socio.

Il Municipio di Iglesias copia

Il Consiglio comunale di Iglesias questa sera affronta le problematiche della gestione del carcere di Iglesias. L’assemblea civica è stata convocata per le 0re 17.00 in seduta straordinaria su richiesta dei consiglieri Valentina Pistis (Cas@ Iglesias), Alberto Cacciarru (Uniti per Iglesias), Giorgio Carta (Cas@ Iglesias) e Francesco Melis (Partito Democratico), ai sensi dell’articolo 6 del regolamento del Consiglio comunale.

Successivamente, l’ordine del giorno è stato integrato con altri due punti: l’interrogazione urgente presentata dalla consigliere Valentina Pistis (Cas@ Iglesias), contenente una richiesta di verifiche sull’operato della società Abbanoa; e la mozione presentata dal consigliere Alberto Cacciaru (Uniti per Iglesias), sui servizi socio assistenziali e sul polo sanitario (integrazione dei servizi).

 

Layout 1

I dati sulle preferenze ai singoli consiglieri a Iglesias. Il più votato in assoluto risulta Gianluigi Rubiu, del’UDC, con 2.095 voti; Simone Pinna, di Sinistra Ecologia Libertà, con 736 voti; Pietro Cocco, del Partito Democratico, con 648 voti; Simone Saiu, di Fratelli d’Italia, con 404 voti; Giuseppe Ottaviani, dei Riformatori Sardi, con 337 voti; Paolo Dessì, di Forza Italia, con 312 voti; Pietro Morittu, del Partito Democratico, con 302 voti; Francesco Fele, dell’UDC, con 297 voti; Paolo Collu, di Unidos, con 293 voti; Mario Porcu, di Forza Italia, con 273 voti; Alberto Cacciarru, di Sinistra Sarda, con 249 voti; Letizia Cossu, di Forza Italia, con 216 voti; Peppino La Rosa, dei Riformatori Sardi, con 176 voti; Federico Palmas, dei Riformatori Sardi, con 112 voti.

Ieri pomeriggio, presso la Sala Remo Branca, il comune di Iglesias e la Asl n. 7, hanno presentato il progetto ed il relativo protocollo dal titolo “Una firma per la vitaLa Donazione degli Organi”.

Hanno presentato il progetto: il dott. Leonardo Tola, Coordinatore locale dei Trapianti della Asl 7 Carbonia; il dott. Francesco Tolis, dirigente medico della Rianimazione Asl 7 Iglesias; e il dott. Mariano Cabras, dirigente medico della Rianimazione di Carbonia.

Sono intervenuti: il sindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo; l’assessore alle Politiche sociali, giovanili e dell’integrazione, Alessandra Ferrara; il dirigente Politiche sociali, Paolo Carta; il presidente della Commissione politiche sociali, Alberto Cacciarru; e, infine, la consigliera comunale Valentina Pistis.

Al dibattito hanno partecipato le associazioni cittadine impegnate nella attività di proselitismo e sensibilizzazione sulla donazione degli organi ed alcune rappresentanze scolastiche.

Il progetto prevede l’accordo e la sinergia tra i due enti: Comune ed Asl.

Al momento del rinnovo o di nuova emissione della carta di identità, il cittadino potrà inoltre compilare il modulo, fornito dalla Asl ed esprimere la sua volontà in merito alla donazione degli organi. L’ufficio anagrafe avrà il compito di raccogliere i dati, ed i vari consensi verranno trasmessi ai referenti della Asl per custodirli nella banca dati del SIT (Sistema Informativo Trapianti).

Nel brevissimo periodo, inoltre, i funzionari dell’anagrafe verranno formati da un’equipe di medici e specialisti, in modo tale da poter offrire un servizio completo alla cittadinanza.

La proposta di deliberazione del protocollo, infine, è stata adottata dalla Giunta del comune di Iglesias in data 4.12.2013 e entro pochi giorni verrà firmato il protocollo.

Una firma per la vita

Giovedì 5 dicembre, alle 17.30, nella Sala Remo Branca di Iglesias verrà presentato il progetto condiviso tra Comune di Iglesias e Asl 7 “Una firma per la vita” – La donazione degli organi.

Presenteranno il progetto il dottor Leonardo Tola, Coordinatore locale dei Trapianti della Asl 7; il dott. Francesco Tolis, dirigente medico della Rianimazione Asl 7; il dott. Mariano Cabras dirigente medico della Rianimazione di Carbonia.

Interverranno il sindaco di Iglesias, Emilio Agostino Gariazzo; l’assessore delle Politiche sociali, Giovanili e dell’Integrazione, Alessandra Ferrara; il dirigente Politiche sociali, Paolo Carta; il presidente della Commissione Politiche sociali, Alberto Cacciarru; la consigliera comunale Valentina Pistis.

Saranno presenti ed interverranno con le loro testimonianze le associazioni impegnate in città sul tema della donazione degli organi.

Il Municipio di Iglesias copia

 

 

CTO Iglesias.

Il CTO di Iglesias.

Si prevede una riunione “animata” per il Consiglio comunale di Iglesias, convocato per lunedì 9 settembre 2013. Il punto più atteso all’ordine del giorno riguarda la situazione della sanità cittadina e territoriale, dopo le ultime decisioni assunte dalla Direzione generale della Asl 7, in particolare per il completamento dei progetti riguardanti il CTO di via Cattaneo.

Alcune settimane fa il Direttore generale, Maurizio Calamida, ha illustrato le tappe per la realizzazione del nuovo CTO, i cui lavori dovrebbe essere ultimati entro la fine del 2015 , quando Iglesias – secondo i programmi – avrà un ospedale moderno e all’avanguardia». Lo ha fatto nel corso dell’audizione che si è svolta nell’aula consiliare di Iglesias, convocato dalla Commissione alle Politiche sociali presieduta da Alberto Cacciarru. In quell’occasione Maurizio Calamida ha illustrato l’organizzazione dei servizi ospedalieri e territoriali della ASL 7 alla presenza del Sindaco Emilio Gariazzo e del Consiglio Comunale. L’incontro, aperto al pubblico, era propedeutico proprio alla riunione del Consiglio comunale convocata per il 9 settembre.

«È un momento importante, di confronto, che si potrà replicare ogni volta che ci sarà la necessità di un chiarimento», ha esordito nel corso di quella riunione Maurizio Calamida. Anche il sindaco, Emilio Gariazzo, ha assicurato da parte sua e della Giunta la massima disponibilità a discutere con spirito di collaborazione le prossime decisioni in campo sanitario. Il Direttore Generale ha riassunto le tappe che porteranno alla realizzazione del nuovo CTO: «Il 28 febbraio 2014 ci sarà la consegna dei reparti di Chirurgia Generale, Pediatria, Chirurgia Pediatrica, Ostetricia e Ginecologia, Endoscopia Digestiva, e il 30 maggio dello stesso anno si concluderà la realizzazione del nuovo blocco operatorio composto da quattro sale. Contestualmente verranno bandite le gare d’appalto per il Pronto Soccorso, la Rianimazione, gli arredi e le attrezzature. Prevediamo che i lavori termineranno nel dicembre 2015, con il completo trasferimento dei reparti e servizi che attualmente si trovano al SantaBarbara».

Il costo totale sarà di circa 16 milioni e mezzo di euro, dei quali 15 milioni giungono dai fondi CIPE assegnati lo scorso anno. A quel punto si dovrà decidere la destinazione del Santa Barbara, che potrebbe ospitare alcuni servizi territoriali e distrettuali, e del F.lli Crobu, che sarà chiuso e dismesso. «Nell’attesa – ha proposto Calamida – occorre risolvere i problemi logistici del Pronto Soccorso del Santa Barbara: una soluzione potrebbe essere quella di utilizzare altri spazi concessi dal Comune di Iglesias.»

«Per quanto riguarda la riduzione dei posti letto – ha proseguito il Direttore Generale – ci stiamo adeguando alle leggi nazionali sulla spending review e a quelle regionali sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, che impongono una riduzione dei posti letto per acuti e del personale. Siamo chiamati ad adempiere a questi provvedimenti obbligatori, pertanto nelle scelte della Direzione non c’è spazio per la discrezionalità. Tutti i reparti devono superare la quota del 75% di posti letto occupati: l’Azienda ha proceduto alla disattivazione di 38 posti letto complessivi e ora, in media, supera questa percentuale. Questo ci permetterà di evitare sia la chiusura che la riduzione di alcuni reparti che non arrivano a questa soglia, ma che rivestono comunque un’importanza strategica per il territorio». «Una condizione confortante – ha concluso Calamida – poiché è stato scongiurato ciò che si è verificato in altre ASL, in Sardegna e nel resto d’Italia, costrette a chiudere interi reparti e servizi. Grazie all’ottimizzazione del personale, inoltre, l’Azienda è riuscita a evitare la perdita di forza lavoro: non subirà la riduzione di alcun posto in pianta organica.»

Nei giorni successivi alla riunione della Commissione, non sono mancate le critiche al Direttore generale, in particolare da parte di alcuni consiglieri comunali della minoranza, ragion per cui non è difficile prevedere una riunione consiliare quantomeno “animata” se non addirittura “calda”.

CTO Iglesias.

L’ospedale CTO di Iglesias.

Maurizio Calamida.

Maurizio Calamida, Direttore generale della Asl 7.

Alberto Cacciarru.

Alberto Cacciarru, presidente della commissione comunale alle Politiche sociali.

Emilio Gariazzo.

Emilio Gariazzo, sindaco di Iglesias.

«Le tappe per la realizzazione del nuovo CTO sono segnate: entro la fine del 2015 Iglesias avrà un ospedale moderno e all’avanguardia». L’ha dichiarato il Direttore Generale Maurizio Calamida nel corso dell’audizione che si è svolta ieri nell’aula consiliare di Iglesias. Convocato dalla Commissione alle Politiche sociali presieduta da Alberto Cacciarru, Calamida ha illustrato l’organizzazione dei servizi ospedalieri e territoriali della ASL 7 alla presenza del Sindaco Emilio Gariazzo e del Consiglio Comunale.

L’incontro, aperto al pubblico, era propedeutico alla riunione del Consiglio comunale che si terrà il 9 settembre.

«È un momento importante, di confronto, che si potrà replicare ogni volta che ci sarà la necessità di un chiarimento», ha esordito Calamida. Anche il Sindaco Gariazzo ha assicurato da parte sua e della Giunta la massima disponibilità a discutere con spirito di collaborazione le prossime decisioni in campo sanitario.

Il Direttore Generale ha riassunto le tappe che porteranno alla realizzazione del nuovo CTO: «Il 28 febbraio 2014 ci sarà la consegna dei reparti di Chirurgia Generale, Pediatria, Chirurgia Pediatrica, Ostetricia e Ginecologia, Endoscopia Digestiva, e il 30 maggio dello stesso anno si concluderà la realizzazione del nuovo blocco operatorio composto da quattro sale. Contestualmente verranno bandite le gare d’appalto per il Pronto Soccorso, la Rianimazione, gli arredi e le attrezzature. Prevediamo che i lavori termineranno nel dicembre 2015, con il completo trasferimento dei reparti e servizi che attualmente si trovano al SantaBarbara».

Il costo totale sarà di circa 16 milioni e mezzo di euro, dei quali 15 milioni giungono dai fondi CIPE assegnati lo scorso anno. A quel punto si dovrà decidere la destinazione del Santa Barbara, che potrebbe ospitare alcuni servizi territoriali e distrettuali, e del F.lli Crobu, che sarà chiuso e dismesso.

«Nell’attesa – ha proposto Calamida – occorre risolvere i problemi logistici del Pronto Soccorso del Santa Barbara: una soluzione potrebbe essere quella di utilizzare altri spazi concessi dal Comune di Iglesias.»

«Per quanto riguarda la riduzione dei posti letto – ha proseguito il Direttore Generale – ci stiamo adeguando alle leggi nazionali sulla spending review e a quelle regionali sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, che impongono una riduzione dei posti letto per acuti e del personale. Siamo chiamati ad adempiere a questi provvedimenti obbligatori, pertanto nelle scelte della Direzione non c’è spazio per la discrezionalità. Tutti i reparti devono superare la quota del 75% di posti letto occupati: l’Azienda ha proceduto alla disattivazione di 38 posti letto complessivi e ora, in media, supera questa percentuale. Questo ci permetterà di evitare sia la chiusura che la riduzione di alcuni reparti che non arrivano a questa soglia, ma che rivestono comunque un’importanza strategica per il territorio».

«Una condizione confortante – ha concluso Calamida – poiché è stato scongiurato ciò che si è verificato in altre ASL, in Sardegna e nel resto d’Italia, costrette a chiudere interi reparti e servizi. Grazie all’ottimizzazione del personale, inoltre, l’Azienda è riuscita a evitare la perdita di forza lavoro: non subirà la riduzione di alcun posto in pianta organica.»