5 May, 2024
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Se accelera il Sud, riparte l’Italia”. È il titolo dell’iniziativa promossa e organizzata dal Collegio Nazionale degli Agrotecnici e Agrotecnici laureati, nell’ambito della propria attività di Ente accreditato da Invitalia e che si terrà a Lecce, in via Cosimo de Giorgi, 62 – Hilton Garden Inn – Sala Barocco, a partire dalle 9,30 di venerdì 21 settembre.

Dopo il saluto del sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, e del presidente del Collegio interprovinciale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati di Lecce-Brindisi, Elisabetta Dolce, verrà presentato “Resto al Sud”, l’incentivo gestito da Invitalia rivolto ai giovani under 36 che vogliono avviare un’impresa nelle otto regioni del Mezzogiorno.

Tra gli interventi previsti: Roberto Orlandi, presidente Collegio Nazionale Agrotecnici e Agrotecnici Laureati che parlerà dell’importanza della “rete” tra attori economici ed i fattori produttivi del Paese per far ripartire l’economia; Andrea Luvisi docente di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali dell’Università del Salento; Giuseppe Mauro Ferro, Accademico Ordinario dei Georgofili; Giovanni Razeto, responsabile direzione sviluppo imprenditoria giovanile di Ismea.

Le conclusioni saranno affidate a Domenico Arcuri, amministratore delegato Invitalia che farà anche il punto sull’andamento di “Resto al Sud” nella Regione Puglia.

Infine, l’intervento del ministro per il Sud, Barbara Lezzi, chiuderà la mattinata dedicata allo sviluppo e alla crescita del Mezzogiorno.

Nel corso del convegno saranno presenti esperti di Invitalia per fornire agli interessati tutte le informazioni sulla misura “Resto al Sud”.

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“Sul fronte dei fondi strutturali europei il Governo non ha nessuna intenzione di penalizzare la Sardegna, anzi. Sta alla Regione dunque impegnarsi perché le risorse vengano utilizzate nel migliore dei modi e questo non sempre è avvenuto negli anni di governo del centrosinistra. La retrocessione dell’Isola tra le regioni Obiettivo 1 – le più arretrate d’Europa – sta lì a ricordarcelo ogni giorno.»

Il candidato alla presidenza della Regione del MoVimento 5 Stelle Mario Puddu, ha commentato così l’esito dell’incontro tra i rappresentanti della Regione e il ministro della Coesione territoriale, Barbara Lezzi.

«Un conto – aggiunge Mario Puddu – è il puro rispetto dei parametri ragioneristici imposti dall’Unione europea, cioè il controllo sulla rendicontazione dei fondi, motivo della visita del ministro Lezzi, altro è come sono stati utilizzati quei soldi, e di questo è responsabile la giunta regionale. Sul fronte dell’efficacia siamo molto lontani dal raggiungere gli obiettivi, come è sotto gli occhi di tutti.»

«Rimanendo sul fronte dell’efficacia dell’azione di governo del centrosinistra, ci sono molte zone d’ombra inequivocabili, come i fondi dedicati alla competitività delle imprese: Francesco Pigliaru e Raffaele Paci hanno speso solo il 5 per cento, appena 11 milioni di euro rispetto ai 213 disponibili – conclude Mario Puddu -, mentre le nostre imprese rimangono in balia di bandi complessi, istruttorie infinite, procedure farraginose e avvisi spesso poco tarati sulle loro reali necessità:»

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Riunione questa mattina, a Villa Devoto, tra il presidente della Regione Francesco Pigliaru e il ministro per il Sud Barbara Lezzi. All’incontro hanno preso parte gli assessori Raffaele Paci, Maria Grazia Piras, Carlo Careddu ed Edoardo Balzarini, il direttore generale Alessandro De Martini ed i tecnici del dipartimento, della Regione e dell’Agenzia per la Coesione territoriale.

Dopo l’incontro dello scorso 14 giugno a Roma, in cui il presidente Francesco Pigliaru ed il ministro Barbara Lezzi avevano fatto un primo punto sul Patto per la Sardegna, sullo stato di attuazione e l’importanza di avanzare in tempi rapidi sugli interventi in corso, oggi il tavolo tecnico è entrato nel dettaglio, approfondendo anche la situazione relativa ai fondi europei e le questioni legate agli svantaggi causati dalla condizione di insularità.

«È stata una riunione utile – ha detto il presidente Francesco Pigliaru al termine dell’incontro – in cui sono emersi molti punti positivi. È stato certificato che la Sardegna sta spendendo nei tempi giusti le risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione e quelle dei Fondi europei, e questo significa innanzitutto che non siamo a rischio di disimpegno e poi che stiamo utilizzando risorse importanti per interventi di cui la Sardegna ha concreto bisogno, dalle scuole al rischio idrogeologico sino alla ricerca. Naturalmente ci sono delle criticità e la ministra Lezzi è stata molto disponibile a ragionare insieme a noi su come si possono sbloccare le cose che stanno procedendo meno bene indipendentemente dalla nostra volontà. Il primo esempio è l’ANAS – ha spiegato il presidente della Regione -, con cui abbiamo problemi importanti e da cui ci aspettiamo tempi ben più rapidi su progettazione e aperture dei cantieri. Altro tema fondamentale è la ferrovia, su cui è necessario e urgente accelerare la spendita dei quasi 400 milioni programmati nel Patto, necessari per tagliare finalmente i tempi di percorrenza tra Cagliari, Sassari e Olbia, oggi del tutto inaccettabili. Infine, il problema energia. Nel Patto c’è l’impegno chiaro che lo Stato italiano ha preso con la Sardegna: portare finalmente il metano all’unica regione italiana che non ce l’ha. E abbiamo sottolineato il fatto che vogliamo complete rassicurazioni che il progetto per cui abbiamo lavorato così tanto arrivi nei tempi previsti – ha concluso Francesco Pigliaru – per far risparmiare alle imprese e alle famiglie della Sardegna 400 milioni l’anno. Non possiamo più aspettare.»

Nella riunione, essenzialmente tecnica, è stato esaminato lo stato di avanzamento del Patto a cominciare dalla gestione dei Fondi di Sviluppo e Coesione (FSC), esperienza che per la Regione Sardegna si è dimostrata un’innovazione positiva in quanto ha consentito di programmare, con piena responsabilizzazione, gli interventi utili a diminuire alcuni aspetti che contribuiscono a generare il gap determinato dall’insularità. L’Autorità di gestione del Patto, guidata dal Direttore generale della Presidenza della Regione Alessandro De Martini, ha confermato che i tempi concreti rispettano quelli previsti nei cronoprogrammi concordati con il Governo.

Il Patto per la Sardegna, che dispone di oltre 2,9 miliardi di euro per colmare il ritardo infrastrutturale, ambientale ed economico della regione, contiene interventi finanziati e cofinanziati da risorse proprie del Patto, da risorse derivanti dal Piano operativo FSC Infrastrutture e dal Piano operativo FSC Ambiente. È articolato in sei Aree tematiche: Infrastrutture, Ambiente, Sviluppo economico e Agricoltura, Turismo, cultura e valorizzazione risorse naturali, Occupazione inclusione sociale e lotta alle povertà, Rafforzamento PA. Complessivamente si tratta di 632 interventi, di cui 445 (oltre il 70%) sono già avviati e gli altri 187 (circa il 29%) sono in programmazione. In alcuni casi sono già conclusi (Ammortizzatori sociali per 40 milioni di euro).

Per quel che riguarda l’attuazione dei Piani Operativi Nazionali (PON), gestiti direttamente dai Ministeri per lo più attraverso ANAS e RFI, sono state invece sottolineate le difficoltà che stanno, di fatto, rallentando gli interventi. Di conseguenza, è stato fatto un appello alla Ministra perché intervenga presso i Ministri competenti, presso ANAS e RFI, affinché anche i fondi di sviluppo e coesione previsti nei Piani Operativi Nazionali possano avere tempistiche analoghe a quelli gestiti attraverso la Regione.

Il Fesr, Fondo europeo di sviluppo regionale, con i 930 milioni di euro disponibili per il ciclo 2014-2020, è uno dei principali strumenti per il rilancio del sistema economico della Sardegna, attraverso interventi destinati alla ricerca e innovazione per la competitività delle imprese, all’agenda digitale, all’efficienza energetica, all’inclusione sociale, all’ambiente e alla prevenzione del rischio idrogeologico. Fra le regioni del sud, la Sardegna risulta essere la più virtuosa nella capacità di spesa: entro il prossimo 31 dicembre dovranno essere spesi dalla nostra regione 147 milioni per l’N+3, cioè l’obiettivo obbligatorio (pena la perdita della parte dei fondi non spesi), che diventano 185 se invece si punta a un obiettivo che fa scattare un meccanismo di premialità. Ed è proprio a questo che punta la Sardegna.

«Ci stiamo impegnando molto per centrare gli obiettivi fissati dall’Europa, che per la prima volta ha istituito una verifica ufficiale di metà percorso con penalizzazioni e premialità per monitorare meglio l’andamento della spesa. Questa novità dei controlli in itinere – spiega l’assessore Raffaele Paci – è un ulteriore stimolo a lavorare rapidamente, e siamo ottimisti rispetto al raggiungimento degli obiettivi di dicembre. Certo la celerità nella spesa dei fondi europei non riguarda solo la Regione, ma coinvolge molte altre istituzioni a cui è stata delegata l’attuazione, dunque Comuni, Unioni di Comuni, Agenzie, Arst, Abbanoa, ed è indispensabile la collaborazione fra tutti per raggiungere risultati validi. E’ poi importante dire chiaramente che ci muoviamo all’interno di un sistema nazionale farraginoso e complesso, gravato da procedure molto stringenti. Quindi – sottolinea l’assessore della Programmazione – per riuscire a spendere tutto è necessario che prima di tutto il sistema Italia venga radicalmente semplificato.»

Una prima verifica della spesa del Fesr è stata fatta a luglio scorso durante il Comitato di Sorveglianza con il rapporteur della Commissione europea che ha espresso apprezzamento per il lavoro fatto dalla Sardegna e per le sue ottime performance per esempio sulla programmazione territoriale, sui programmi di internazionalizzazione, su energia sostenibile e strategia di specializzazione intelligente.

 

 

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«È stato un incontro molto utile per gettare le basi di un rapporto costruttivo. Da parte della Ministra Lezzi ci sono stati ascolto e attenzione: abbiamo partite importanti da affrontare insieme e abbiamo condiviso l’importanza di farlo lavorando all’insegna della collaborazione istituzionale.»
Lo ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru dopo l’incontro, svoltosi oggi a a Roma, con il ministro per il Sud Barbara Lezzi.
«Abbiamo fatto il punto sul Patto per la Sardegna, sullo stato di attuazione e sull’importanza di avanzare in tempi rapidi sugli interventi in corso – ha aggiunto il presidente Pigliaru -, ma non solo. Nel corso dell’incontro abbiamo sottolineato l’importanza di collaborare strettamente su politiche essenziali per la Sardegna e per l’intero Mezzogiorno, dalla dispersione scolastica alla disoccupazione soprattutto giovanile. Tra gli altri temi toccati da citare anche mobilità e turismo. In particolare – ha concluso Francesco Pigliaru – ci siamo soffermati sulla questione della continuità territoriale e i rapporti su questo fronte con l’Unione europea.»
Il presidente Pigliaru si è recato poi in Senato, per un primo incontro di saluto con i senatori eletti in Sardegna, incontro che vorrà replicare, a breve, con gli eletti alla Camera dei deputati.