29 March, 2024
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Nella XVI legislatura, nonostante l’introduzione della doppia preferenza di genere, solo il 13,33% dei consiglieri è donna. Fanno parte dell’Assemblea: Alessandra Zedda (Forza Italia), Desirè Alma Manca (Movimento 5 Stelle), Maria Laura Orrù (Sardegna in Comune con Massimo Zedda), Elena Fancello (Movimento 5 Stelle), Annalisa Mele (Lega Salvini Sardegna), Carla Cuccu (Movimento 5 Stelle), Sara Canu (Lega Salvini Sardegna), Laura Caddeo (Noi, la Sardegna con Massimo Zedda).  Il numero delle consigliere della legislatura che sta per cominciare è lo stesso della  XIV, della XI (le elette furono 8 su 80) e della XIII 8 donne consigliere su  85). Nelle 16 legislature su un totale di 1174 consiglieri, le elette sono state 69 con una percentuale del 5,87%.

Il nuovo Consiglio regionale sarà profondamente rinnovato, con ben 40 seggi su 60 assegnati a nuovi consiglieri.

Tornano, infatti, nell’Aula di via Roma soltanto 6 consiglieri con 2 o più legislature alle spalle. Oltre al consigliere “anziano” Giorgio Oppi dell’Udc (7) faranno parte della nuova Assemblea anche Michele Cossa dei Riformatori sardi con oltre 2 legislature (alla sua prima esperienza subentrò a Massimo Fantola), Alessandra Zedda ed Antonello Peru di Forza Italia (2 ciascuno), Cesare Moriconi del Pd e Daniele Secondo Cocco di Leu, anch’essi con 2 legislature già maturate.

Le riconferme rispetto alla legislatura appena conclusa sono invece 20: Piero Comandini, Gianfranco Ganau, Giuseppe Meloni, Valter Piscedda, Cesare Moriconi e Roberto Deriu del Pd, Antonello Peru ed Alessandra Zedda di Forza Italia, Stefano Tunis (ora con Sardegna20venti), Nanni Lancioni del PSd’Az, Giovanni Satta (ora nel Psd’Az), Eugenio Lai e Daniele Secondo Cocco di Leu, Francesco Agus di Campo Progressista, Paolo Truzzu di Fratelli d’Italia, Giorgio Oppi e Gian Filippo Sechi dell’Udc, Alfonso Marras e Michele Cossa dei Riformatori e Domenico Gallus (ora con Sardegna 20venti).

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Il Consiglio regionale si riunisce martedì 16 ottobre alle 10,30. Primo punto all’ordine del giorno la proposta di legge 550 (Daniele Secondo Cocco e più) “Norme integrative al regio decreto 29 luglio 1927, n. 1443, sulla disciplina dell’attività mineraria, della L.R. 7 giugno 1989 n. 30 (Disciplina dell’attività di cava), e della legge regionale 9 ottobre 1959, n. 17 (Obbligo, da parte degli appaltatori di opere pubbliche, dei beneficiari di contributi o mutui erogati dall’Amministrazione regionale, di applicare, nei confronti dei lavoratori dipendenti, condizioni non inferiori a quelle risultanti dai contratti collettivi di lavoro della categoria vigenti nella provincia), e successive modifiche ed integrazioni”. Seguirà l’esame dell’interpellanza 375 (Dedoni) sui licenziamenti delle maestranze della società Fluorite di Silius. Terzo punto all’ordine del giorno le comunicazioni della Giunta regionale sul Dossier Sardegna Metano. Il Consiglio poi discuterà due mozioni: la 449 (Truzzu e più) sulla bocciatura della rete ospedaliera sarda, con la richiesta di immediata rimozione dell’assessore regionale dell’Igiene e sanità e dell’assistenza sociale e la 446 (Manca e più) sulla mancata istituzione dell’organismo pagatore regionale che sarà discussa insieme alla 447 (Tocco e più) sulla crisi del Consorzio agrario di Sardegna, con l’avvio della procedura del licenziamento collettivo per 45 dipendenti. Chiude l’ordine del giorno il disegno di legge 549/A “Disposizioni finanziarie e seconda variazione al bilancio 2018 -2020″.

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«La notizia della bocciatura della riforma della sanità in Sardegna mette in chiaro le intenzioni del governo nazionale rispetto alla sanità dell’Isola. La riforma fatta dal Consiglio Regionale salvaguardava l’esistenza di tutti gli ospedali e la sopravvivenza dei servizi sanitari dei territori.»

A sostenerlo sono i quattro consiglieri regionali del gruppo Art. 1 – Sdp, Luca Pizzuto, Daniele Secondo Cocco, Eugenio Lai, Paolo Zedda e l’assessore della Pubblica istruzione Giuseppe Marco Dessena.

«La richiesta del governo di applicare il Decreto Ministeriale 70 attua la condizione di un pesante ridimensionamento dei servizi sanitari offerti nei territori, e la chiusura, nel giro di poche settimane, degli ospedali di: Iglesias, Guspini, Isili, Muravera, Bosa, La Maddalena, Tempio, Ozieri, Ghilarza e Lanusei. Questo è un atto gravissimo contro la sovranità del Parlamento Sardo, che ha cercato invece di salvaguardare il possibile e l’esistente al massimo. Aspettiamo la discussione in Aula – concludono Luca Pizzuto, Daniele Secondo Cocco, Eugenio Lai, Paolo Zedda e Giuseppe Marco Dessena – per prendere adeguati provvedimenti e azioni contro questo governo, che si sta dimostrando il peggio del peggio possibile.» 

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«Abbiamo appreso con molta rabbia l’ennesima iniziativa dei dirigenti della Polar a scapito dei propri lavoratori. La decisione di mettere in cassa integrazione quindici degli operai dell’azienda madre è un ulteriore deterioramento di una situazione già tremendamente complessa. Ancora più grave è che questo avviso sia stato recapitato tramite una lettera, che pone l’inizio del provvedimento a martedì prossimo, e senza il confronto coi sindacati. I dirigenti Polar dovrebbero, a questo punto, spiegare se e come ci sia un reale vantaggio da questo atto e se con l’uscita di questi lavoratori siano davvero in grado di portare avanti la produzione dell’azienda.»

Lo scrivono, in una nota, Luca Pizzuto, Daniele Secondo Cocco ed Eugenio Lai, consiglieri regionali del gruppo Art. 1 – Sdp.

«Ridiscuteremo di questa vertenza in commissione, chiederemo quindi all’Assessorato all’Industria di verificare se la trasformazione del materiale sia effettuata in loco, come previsto dalla concessione, o se il materiale sia venduto ancora grezzo. Inoltre, i nostri rappresentanti nazionali porteranno la discussione sul caso Polar nell’aula del Parlamento – aggiunge Luca Pizzuto -. Esprimiamo, quindi ancora una volta, forte solidarietà per un’azione che giunge come un ulteriore atto di prepotenza sulla vita e la dignità dei lavoratori dipendenti Polar e delle loro famiglie.»

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«Esprimo, a nome mio e del gruppo regionale di Articolo UNO – SDP, la massima solidarietà e vicinanza alle pazienti della ginecologia oncologica dell’ospedale Businco di Cagliari.»

Lo scrive, in una nota, il consigliere regionale di Art. 1 – Sdp Luca Pizzuto.

«Siamo impegnati dall’inizio del mandato su questo problema ed abbiamo segnalato più volte le mancanze di quei reparti che, nonostante le grandissime professionalità, continuano a non rispondere alle esigenze dei pazienti – aggiungono lo stesso Luca Pizzuto e i colleghi del gruppo Daniele Secondo Cocco, Eugenio Lai e Paolo Zedda -. Pur riconoscendo i tentativi di miglioramento fatti dall’attuale gestione, crediamo che sul tema dell’oncologia si debba fare molto di più. Per questo chiediamo che siano nuovamente auditi in commissione i vertici dell’ospedale Brotzu, per fare il punto sullo stato dell’arte e per cercare di capire dove sia necessario intervenire.»

«Riteniamo che la salute dei Sardi sia un tema centrale e abbiamo premuto ripetutamente perché le modifiche previste dalla riforma sanitaria siano applicate – sottolineano ancora Luca Pizzuto, Daniele Secondo Cocco, Eugenio Lai e Paolo Zedda -. È importante che prima della fine del mandato il governo della Regione dia risposte chiare, certe e sicure sulla sanità sarda.»

«Continueremo a stare al fianco delle pazienti – concludono Luca Pizzuto, Daniele Secondo Cocco, Eugenio Lai e Paolo Zedda – e a lottare per una sanità pubblica di qualità fino alla fine di questa legislatura.»

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I quattro consiglieri regionali del gruppo consiliare Art. 1 – Sdp Daniele Secondo Cocco, Eugenio Lai, Luca Pizzuto e Paolo Zedda, prendono posizione sul nuovo licenziamento di un lavoratore-sindacalista da parte dell’Aias.

«Vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà e vicinanza a Michele Serra, ultimo sindacalista licenziato da Aias. Michele, come dice lui stesso, non aveva mai ricevuto richiami e aveva sempre svolto serenamente il suo lavoro – scrivono in una nota i quattro consiglieri regionali di Art. 1 – Sdp -. Sarebbe necessario che l’azienda facesse chiarezza su questi ultimi quattro licenziamenti, in quanto avvenuti nei confronti di lavoratori impegnati anche come sindacalisti, in prima linea nella richiesta degli stipendi arretrati e quindi dei propri diritti. Il nostro gruppo chiederà, all’assessore Luigi Arru e al direttore generale Ats Fulvio Moirano, la risoluzione definitiva di questa vicenda – concludono Daniele Secondo Cocco, Eugenio Lai, Luca Pizzuto e Paolo Zedda – per poter restituire stipendi e dignità ai lavoratori coinvolti e mettere la parola fine a questa triste e vergognosa situazione.»

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L’on. Daniele Secondo Cocco (Art. 1 – Sdp) ha presentato un’interrogazione sulla paventata esclusione dei docenti titolari del diploma di maturità magistrale dalle graduatorie ad esaurimento ed il conseguente licenziamento di migliaia di diplomati magistrali abilitati.

«In data 20 dicembre 2017 il Consiglio di Stato a sezioni riunite ha deciso, in via definitiva, che gli insegnanti in possesso di un diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002 dovranno essere esclusi dalle graduatorie a esaurimento, cioè dalle graduatorie a cui sono iscritti i docenti in possesso di abilitazione all’insegnamento e che sono utilizzate per l’assunzione in ruolo – scrive Daniele Secondo Cocco – e, considerato che, prima dell’attivazione dei corsi di laurea in Scienze della Formazione Primaria, l’unico titolo abilitante alla professione d’insegnante era quello rilasciato dalle Scuole e dagli Istituti Magistrali e che la decisione del Consiglio di Stato colpisce decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori della scuola italiana (decine di migliaia) con anni di precariato alle spalle e apre la strada a quello che si prospetta essere un gigantesco licenziamento di massa dei diplomati magistrali abilitati; preso atto che, nella sentenza i giudici hanno anche stabilito che le decisioni prese dovranno essere eseguite “dall’autorità amministrativa”, cioè dal ministero dell’Istruzione; che la sentenza non solo ribalta in maniera inspiegabile tutti i giudizi precedenti, ma crea una disparità di trattamento tra i diplomati magistrali che hanno ottenuto il ruolo definitivo e coloro che se lo vedono strappare via, costretti a ritornare precari e che numerosi cittadini sardi in possesso del suddetto titolo di studio si trovano in questa drammatica situazione lavorativa e che tale problematica non può trovare soluzione in ambito regionale – conclude Daniele Secondo Cocco – chiedo al presidente della Regione e all’assessore regionale della Pubblica istruzione, di sapere se siano a conoscenza di tale situazione discriminante e se intendano interloquire con il MIUR, al fine di conoscere gli intendimenti in merito alla posizione dei titolari di maturità magistrale e scongiurare il licenziamento di centinaia insegnanti sardi.»

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«Il presidente Francesco Pigliaru, con la firma a Palazzo Chigi di quest’oggi, ha sancito la fine di uno scempio durato quasi dieci anni e causato dal governo guidato all’epoca da Silvio Berlusconi, riconsegnando l’uso dell’arcipelago de La Maddalena alla Regione Sardegna, ai suoi abitanti e ai turisti. Il nuovo accordo sblocca una situazione ferma da tempo restituendo le giuste prospettive di sviluppo a questo territorio. I punti fondamentali dell’intesa firmata con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni riguardano le bonifiche ambientali, il recupero dei beni e delle aree dell’ex Arsenale e 50 milioni di euro da utilizzare per il rilancio turistico ed economico.»

I quattro consiglieri regionali del gruppo Art. 1 – Sdp, Daniele Secondo Cocco, Eugenio Lai, Luca Pizzuto e Paolo Zedda, commentano così l’intesa siglata oggi tra Governo e Regione sulla riqualificazione di La Maddalena.

«Quello di oggi è un ottimo risultato per il governo di centrosinistra dell’Isola, e arriva all’indomani degli accordi riguardanti lo stabilimento ex Alcoa di Portovesme. In un periodo complesso e di crisi, si concretizzano quattro anni di lavoro instancabile per una ripresa economica della Sardegna – concludono Daniele Secondo Cocco, Eugenio Lai, Luca Pizzuto e Paolo Zedda –, nel rispetto della sua predilezione al turismo e nella prospettiva di una riqualificazione industriale in equilibrio con l’innovazione tecnologica e con il patrimonio ambientale dei nostri territori.»

 

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I consiglieri regionali Articolo 1 – Sdp Luca Pizzuto, Daniele Secondo Cocco, Eugenio Lai e Paolo Zedda esprimo un giudizio positivo sugli sviluppi della trattativa per la cessione dello stabilimento ex Alcoa ma sottolineano che «la lotta va avanti sino all’ottenimento di certezze per il futuro dei lavoratori e del territorio».

«In questi casi l’euforia non deve mai prendere il sopravvento, ma dopo tanti anni di lotte e presidi possiamo guardare con positività i primi risultati tangibili ottenuti – aggiungono Luca Pizzuto, Daniele Secondo Cocco, Eugenio Lai e Paolo Zedda -. Sembra, dunque, ci siano le premesse per arrivare alla giusta conclusione di quella che sembrava una vertenza già segnata in negativo. Noi continueremo a seguire la vicenda fino alla sua reale conclusione e solo quando vedremo tutti gli operai rientrare al lavoro festeggeremo.»

«Aspettiamo il risultato finale – afferma Luca Pizzuto – ma non possiamo negare che ad oggi sono stati fatti importanti passi avanti, alla faccia di chi quasi sperava che le aziende del territorio chiudessero. Il ringraziamento principale va ai lavoratori, primi e indiscussi protagonisti di questa lotta, insieme alle organizzazioni sindacali che li hanno sostenuti. È doveroso riconoscere i meriti del Ministero e della Regione Sardegna, e ringraziare in particolare il presidente Francesco Pigliaru, per l’umanità dimostrata nello stare al fianco dei lavoratori nella lotta, per l’impegno e la perseveranza nel seguire questa vertenza che tutti consideravano morta e che invece ci fa intravedere un esito positivo. Continueremo a stare al fianco dei lavoratori – conclude Luca Pizzuto – fino al completo riavvio dello stabilimento.»

 

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«Il blocco comunicato da Agea per il pagamento dei premi comunitari agli agricoltori e allevatori rappresenta un vero danno per l’economia sarda. Dal 19 novembre entra in vigore la nuova legge approvata dal Governo nazionale che richiede, a tutti gli appartenenti al comparto, la presentazione del certificato antimafia. Sino ad oggi il certificato era richiesto solo a chi riceveva contributi superiori ai 150mila euro.»

Lo scrivono, in una nota, i quattro consiglieri regionali del gruppo Art. 1 – Sdp, Eugenio Lai, Daniele Secondo Cocco, Luca Pizzuto e Paolo Zedda.

«Questo nuovo provvedimento incancrenisce ulteriormente un settore già in serie difficoltà, che sarà sempre più schiavo di un inutile eccesso di burocratizzazione. Le prefetture verranno, infatti, invase dai certificati antimafia e questo rallenterà ancora di più i pagamenti. L’unica fortuna è che gli aiuti rivolti agli operatori del settore ovicaprino rientrano tra i fondi regionali e saranno pagati in maniera regolare; questo però non ci esime dal compito di chiedere un’immediata revisione della legge – concludono Eugenio Lai, Daniele Secondo Cocco, Luca Pizzuto e Paolo Zedda – al fine di consentire il proseguo delle attività alla stragrande maggioranza degli allevatori che lavorano nel rispetto della legge.»