5 December, 2025
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«La preoccupazione per Eurallumina è sempre più forte: questa mattina alcuni operai, esasperati dalla mancanza di risposte per il loro futuro, sono saliti sul silo numero 3, a 40 metri di altezza. Voglio ribadire ancora una volta la mia vicinanza e quella di tutto il Partito Progressista ai lavoratori di Portovesme, che hanno deciso di assumere questa forma estrema di protesta per rivendicare il loro sacrosanto diritto al lavoro.»

Lo scrive, in una nota, la deputata Francesca Ghirra.

“A settembre, dopo la riunione del tavolo che si era tenuto al Mimit – definito dalle sigle sindacali niente più che una riunione interlocutoria – avevo chiesto al Ministro delle imprese e del made in Italy come intendesse garantire la continuità operativa dello stabilimento e concretizzare il progetto di rilancio – aggiunge la deputata -. Le risposte di Urso erano state del tutto insoddisfacenti: non solo non era chiaro cosa intendesse fare per tutelare i posti di lavoro – ridotti da 100 a 38 unità e con 160 lavoratori in cassa integrazione a zero ore – né tantomeno come pensasse di agire per sbloccare il patrimonio della Rusal, che aveva già dichiarato di non essere intenzionata ad autorizzare l’anticipazione delle risorse finanziarie propedeutiche alla gestione ordinaria della fabbrica

«Si sapeva già da allora che le risorse disponibili avrebbero assicurato la continuità operativa della fabbrica per un periodo massimo di due mesi, ma neanche dopo che il 6 novembre l’azienda ha confermato che la disponibilità finanziaria residua consentiva la gestione ordinaria dello stabilimento solo fino al 31 dicembre 2025 il Governo ha mosso un dito – denuncia Francesca Ghirra -. Cosa aspetta il ministro Urso a intervenire perchè i fondi vengano sbloccati?»

«Sappiamo bene che le controllate della Rusal in altri Paesi europei, come Irlanda, Svezia e Germania, vista la strategicità delle produzioni anche dal punto di vista occupazionale, non hanno subito provvedimenti sanzionatori da parte dei rispettivi Governi – conclude Francesca Ghirra – Pretendiamo che il Governo italiano si attivi per sbloccare i fondi e per garantire la continuità gestionale e occupazionale dell’azienda: parliamo di un investimento da 300 milioni di euro e di 1000 posti di lavoro a cui non abbiamo alcuna intenzione di rinunciare.»

Il 6 novembre 2025, nella sede aziendale di Eurallumina, si è svolto un incontro tra i rappresentanti della società, di Confindustria Sardegna Meridionale, delle segreterie territoriali Filctem-CGIL, Femca-CISL, Uiltec-UIL e delle R.S.A. di fabbrica da cui è emerso un quadro estremamente preoccupante.

La deputata Francesca Ghirra ha presentato una nuova interrogazione ai Ministri delle imprese e del Made in Italy, dell’Economia e del Lavoro, per sollecitare il Governo a individuare soluzioni concrete per la fabbrica del Sulcis.

«La preoccupazione per Euroallumina è sempre più forte. A settembre, dopo la riunione del tavolo che si era tenuto al Mimit – definito dalle sigle sindacali niente più che una riunione interlocutoria – avevo presentato un’interrogazione per sapere quali iniziative di competenza il Ministero delle imprese e del made in Italy intendesse adottare per garantire la continuità operativa dello stabilimento e concretizzare il progetto di rilancio – dichiara la deputata -. Le risposte del Governo erano state del tutto insoddisfacenti: non solo non era chiaro cosa intendessero fare per tutelare i posti di lavoro – ridotti da 100 a 38 unità e con 160 lavoratori in cassa integrazione a zero ore – né tantomeno come pensassero di agire per sbloccare il patrimonio della Rusal, che aveva già dichiarato di non essere intenzionata ad autorizzare l’anticipazione delle risorse finanziarie propedeutiche alla gestione ordinaria della fabbrica

«Si sapeva già da allora che le risorse disponibili avrebbero assicurato la continuità operativa della fabbrica per un periodo massimo di due mesi, ora l’azienda ha confermato che la disponibilità finanziaria residua consente la gestione ordinaria dello stabilimento solo fino al 31 dicembre 2025 – continua la deputata -. Al netto di annunci e promesse il Governo non ha fatto nulla per risolvere questa drammatica situazione: eppure le controllate della Rusal in altri Paesi europei, come Irlanda, Svezia e Germania, vista la strategicità delle produzioni anche dal punto di vista occupazionale, non hanno subito provvedimenti sanzionatori da parte dei rispettivi Governi. Cosa aspetta il Governo italiano per sbloccare i fondi e garantire la continuità gestionale e occupazionale dell’azienda?»

«Chiediamo la convocazione immediata di un nuovo tavolo e che il Governo si attivi per sbloccare subito il progetto di rilancio di Eurallumina, che prevede un investimento da 300 milioni di euro e 1.000 posti di lavoro», conclude Francesca Ghirra.

La sala del Comando di Polizia locale, in via Iglesias 3, a Sant’Antioco, ha ospitato ieri sera il convegno su ambiente, bonifiche e sviluppo locale “Rilancio Sulcis Iglesiente – Obiettivo 2030”, organizzato dal Circolo del Partito Democratico e dal Partito Progressista di Sant’Antioco, primo appuntamento di un ciclo di incontri pensati per avviare un confronto costruttivo sul futuro del territorio.
Il dibattito, coordinato dal giornalista Stefano Garau, con il supporto di Mariano Gala, segretario del Circolo del Partito Democratico di Sant’Antioco, ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, esperti del settore ambientale e protagonisti del mondo economico e sociale locale ed è stato incentrato sui ritardi delle bonifiche del territorio che si trascinando da oltre tre decenni, sulle azioni da compiere per riprendere e completare la loro realizzazione, base imprescindibile per la programmazione di investimenti produttivi nelle aree interessate, con i conseguenti riflessi occupazionali.
Sono intervenuti Francesca Ghirra, deputata, componente della X Commissione Attività Produttive; Emanuele Cani, assessore regionale dell’Industria; Rosanna Laconi, assessora regionale all’Ambiente; Salvatore Mattana, amministratore unico di IGEA; Rolando Marroccu, rappresentante del Comitato Tecnico per la Transizione Sostenibile; Graziano Bullegas, presidente regionale di Italia Nostra; Emanuele Madeddu, segretario generale della FILCTEM CGIL Sardegna Sud Occidentale; Fausto Durante, segretario generale della CGIL Sardegna. Hanno partecipato gli onorevoli Antonello Cabras (in videoconferenza) e Luciano Uras.

Nel corso dei lavori, abbiamo intervistato Rosanna Laconi, assessora regionale della Difesa dell’Ambiente.

 

La multinazionale tedesca Rheinmetal ha avviato in Sardegna la produzione di droni da combattimento, i cosiddetti “kamikazedrohnen”, prodotti in joint venture con il gruppo israeliano UVision Air. Si tratta di strumenti bellici destinati a colpire obiettivi con cariche esplosive, caratterizzati dall’autodistruzione al momento dell’impatto.

La deputata Francesca Ghirra ha presentato un’interrogazione ai ministri Guido Crosetto e Adolfo Urso per sapere se siano state concesse autorizzazioni, licenze o finanziamenti pubblici connessi a tali produzioni e se ritengano queste scelte compatibili con le norme in materia di esportazione e produzione di armamenti, oltre con i principi pacifisti sanciti dalla Carta Costituzionale.

«La svolta bellicista dell’economia del nostro Paese è estremamente preoccupante e riguarda direttamente la Sardegna – dichiara la deputata -. Il Ministro Adolfo Urso ha recentemente rafforzato le preoccupazioni in questo senso, non escludendo la possibilità di una riconversione bellica delle industrie sarde per rilanciare l’economia dell’isola e ha definito le possibilità offerte dalla RWM una significativa opportunità di sviluppo

«Non possiamo rassegnarci all’idea che la produzione di armi si sostituisca all’attuale tessuto industriale, caratterizzato da una lunga e preoccupante crisi, ma che deve essere riconvertito e rilanciato  nell’ottica della diversificazione economica, della tutela ambientale e della qualità del lavoro», continua Francesca Ghirra.

«La conversione di aree e stabilimenti del Sulcis esclusivamente o prevalentemente a vantaggio di produzioni belliche alimenta una dipendenza dalla “economia di guerra” che noi avversiamo, con rischi concreti per l’ambiente, la salute pubblica, la tenuta occupazionale di qualità e l’autonomia strategica delle comunità locali – prosegue la deputata -. Questa prospettiva è ancor più esecrabile nel momento in cui è noto che la produzione della RWM è realizzata in una joint-venture con imprese israeliane, aspetto che solleva non pochi interrogativi di responsabilità etica e di destino finale dei materiali prodotti

«Ho presentato una nuova interrogazione a Urso e Crosetto per sapere se siano state concesse autorizzazioni, licenze o finanziamenti pubblici connessi a tali produzioni e se ritengano queste scelte compatibili con le norme in materia di esportazione e produzione di armamenti – conclude Francesca Ghirra -. Non voglio pensare che la Sardegna possa contribuire a sviluppare droni suicidi in joint venture con uno stato responsabile del genocidio del popolo palestinese e sono fermamente convinta che la strada da intraprendere debba essere la riconversione produttiva del Sulcis verso attività civili, innovative e sostenibili, nel rispetto del diritto al lavoro e della vocazione pacifista della nostra Costituzione

Il Circolo del Partito Democratico e il Partito Progressista di Sant’Antioco hanno organizzato il convegno pubblico “Rilancio Sulcis Iglesiente – Obiettivo 2030”, dedicato ai temi dell’ambiente, delle bonifiche e dello sviluppo locale.
L’incontro si terrà venerdì 17 ottobre 2025, alle ore 17.30, presso la sala del Comando di Polizia locale, in via Iglesias 3 a Sant’Antioco.
L’iniziativa rappresenta il primo appuntamento di un ciclo di incontri pensati per avviare un confronto costruttivo sul futuro del territorio.
Obiettivo del convegno è promuovere il dialogo e la condivisione di idee per delineare strategie concrete di rilancio del Sulcis Iglesiente, grazie a proposte sostenibili e innovative di sviluppo territoriale.
Il dibattito sarà aperto al pubblico e vedrà la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, esperti del settore ambientale e protagonisti del mondo economico e sociale locale.
Interverranno:
• Francesca Ghirra – Deputata, X Commissione Attività Produttive
• Emanuele Cani – Assessore Regionale all’Industria
• Rosanna Laconi – Assessora Regionale all’Ambiente
• Salvatore Mattana – Amministratore Unico IGEA
• Fausto Durante – Segretario Generale CGIL Sardegna
• Rolando Marroccu – Comitato Tecnico per la Transizione Sostenibile
• Graziano Bullegas – Presidente Regionale Italia Nostra
• Emanuele Madeddu – Segretario Generale FILCTEM CGIL Sardegna Sud Occidentale

Parteciperanno:
• Mauro Esu – Segretario PD Sulcis Iglesiente
• gli onorevoli Antonello Cabras e Luciano Uras
• Amministratori e consiglieri regionali del territorio.

 

Il Sulcis Iglesiente è una delle regioni più povere d’Italia, caratterizzata da anni di desertificazione industriale e di conseguente perdita dei posti di lavoro. La deputata Francesca Ghirra ha interrogato il ministro Urso per sapere se sia vero che abbia ipotizzato il transito di coloro che hanno perso il proprio posto di lavoro nella RWM, la fabbrica di armamenti sospettata di vendere bombe e munizioni a Israele, e la riconversione bellica di interi comparti produttivi, a partire dall’automotive.
«La risposta del Ministro è stata molto preoccupante, perchè non ha mai negato la possibilità di una riconversione bellica delle nostre fabbriche, anzi – dichiara la deputata -. In un contesto di fortissima crisi come quello del Sulcis, dove tante persone hanno perso il lavoro o sono in cassa integrazione, Adolfo Urso ritiene che le possibilità offerte da RWM siano una significativa opportunità di sviluppo
«Sappiamo che un aumento della spesa militare dell’1% riduce la crescita economica del 9%, non è quindi vero che si tratta di un’opportunità – aggiunge Francesca Ghirra -. Così come sappiamo che la Rheinmetall, la multinazionale tedesca che controlla la RWM, ha visto crescere il proprio valore in borsa delle 300% dal 2022 al 2024, aumentando i propri dipendenti solo del 15%
«I capitali bellici premiano solo gli azionisti, non certo i lavoratori. Non ci vogliamo rassegnare ad accogliere l’economia di guerra come una prospettiva di salvezza – conclude Francesca Ghirra -, pretendiamo diversificazione industriale e riconversione per le nostre industrie, siamo fermamente convinti che piuttosto che investire in armamenti dovremmo costruire infrastrutture sociali e mezzi di sussistenza per le persone e i territori più fragili.»

Il 12 settembre scorso, dopo mesi di stallo, è stato approvato il DPCM Sardegna, che dovrebbe garantire alle imprese dell’isola l’approvvigionamento energetico a costi in linea con quelli di mercato. Il 16 settembre si è tenuto al Mimit il Tavolo su Eurallumina, definito dalle sigle sindacali niente più che una riunione interlocutoria.

A una settimana dalla riunione del Tavolo, la deputata Francesca Ghirra ha presentato un’interrogazione a risposta immediata in Commissione Attività Produttive per sapere quali iniziative di competenza il Ministero delle imprese e del made in Italy intenda adottare per garantire la continuità operativa dello stabilimento e per concretizzare il progetto di rilancio.

«Ancora una volta le risposte del Governo sono insoddisfacenti – dichiara la deputata -. Non è chiaro cosa intenda fare per tutelare i posti di lavoro – ridotti da 100 a 38 unità e con 160 lavoratori in cassa integrazione a zero ore – né per sbloccare il patrimonio della Rusal, che non intende autorizzare l’anticipazione delle risorse finanziarie propedeutiche alla gestione ordinaria della fabbrica

«Sappiamo che le risorse attualmente disponibili assicureranno la continuità operativa della fabbrica per un periodo massimo di due mesi, ma nonostante la drammaticità della situazione il Governo continua a dire di essere pronto a mettere a disposizione tutti gli strumenti necessari, senza però fare nulla di concreto – aggiunge Francesca Ghirra -. Che ne sarà del progetto di rilancio da 300 milioni di euro e dei 1.000 posti di lavoro previsti non è dato sapersi, né come intendano attivare il percorso di sviluppo industriale dell’azienda di cui parlano

«Pretendiamo azioni concrete, non è più tempo di auspici – conclude Francesca Ghirra -. Le controllate della Rusal in altri Paesi europei, come Irlanda, Svezia e Germania, vista la strategicità delle produzioni anche dal punto di vista occupazionale, non hanno subito provvedimenti sanzionatori da parte dei rispettivi Governi. Chiediamo che il Governo italiano si attivi per sbloccare subito il progetto di rilancio di Eurallumina, non c’è più tempo da perdere.”

 

La deputata progressista Francesca Ghirra ha presentato una nuova interrogazione al ministro delle Imprese e del Made in Italy per sapere come intenda agire il Governo rispetto alle importanti crisi delle industrie di Portovesme.

«Ho provato a sollecitare già due volte il Governo sulle tempistiche di approvazione del cosiddetto “DPCM Sardegna”, che consentirebbe l’arrivo del gas sull’isola e il rilancio della raffineria di Bauxite, con un investimento di 400 milioni di euro e una prospettiva occupazionale di un migliaio di posti di lavoro, ma non ho ancora ottenuto risposte adeguate – dichiara Francesca Ghirra -. Siamo anche in attesa di aggiornamenti da parte del Governo sul programma di ristrutturazione propedeutico al riavvio dello stabilimento Eurallumina, bloccato dal “congelamento” del patrimonio dell’azienda controllata dalla russa Rusal, ma anche su questo tutto tace

«Per quanto riguarda la Portovesme Srl siamo finalmente riusciti ad audire in Commissione Attività Produttive l’AD Garofalo per conoscere più a fondo il progetto litio, ma ancora non sappiamo quale sia la posizione del Governo sulla sua fattibilità, su cui pare che le interlocuzioni si siano interrotte dopo l’ultima visita in fabbrica il 23 giugno – continua Francesca Ghirra -. Sappiamo che il progetto desta forti preoccupazioni in un territorio da sempre caratterizzato da industrie pesanti, inquinamento e abbandono e che – nello stesso stabilimento di Portovesme – ha visto progressivamente chiudere due importanti linee produttive, prima quella del piombo e poi quella dello zinco, con la conseguente cassa integrazione per tanti lavoratori ed enormi difficoltà per tutto l’indotto.»

La deputata progressista annuncia una nuova interrogazione al ministro Adolfo Urso: «Ho presentato una nuova interrogazione al Mimit per sapere quali siano le tempistiche e le prospettive occupazionali della ristrutturazione e del riavvio di Eurallumina, ma anche se si stiano attivando per individuare misure giuridicamente sostenibili per superare il blocco dei beni aziendali patrimonio della Rusal. Ho poi chiesto di conoscere la posizione del Governo sul progetto litio, se si consideri ancora la produzione dello zinco strategica e come stiano lavorando per trovare nuovi investitori. Speriamo che finalmente rispondano alle nostre sollecitazioni, ma soprattutto al grido disperato di un territorio che ha urgente bisogno di un rilancio immediato».

Questo pomeriggio la Commissione Attività Produttive della Camera ha audito l’Amministratore delegato della Glencore Garofalo sul progetto litio previsto per il sito sardo di Portoscuso – uno dei 4 progetti italiani sulle materie prime critiche ritenuto strategico dalla Commissione europea (su un totale di 47), che si prevede di avviare a partire dal 2028.
Il progetto ha destato forti preoccupazioni in un territorio segnato negli anni da industrie pesanti, inquinamento e abbandono, che ha visto progressivamente chiudere nello stesso stabilimento di Portoscuso due importanti linee produttive, prima quella del piombo e poi quella dello zinco, e la cassa integrazione per tanti lavoratori. Glencore prevede un nuovo ciclo industriale per la Portovesme srl, con la realizzazione di un hub di trasformazione di 50 mila tonnellate di materiale (corrispondente a circa 600 mila batterie), di cui sarà reciclato circa il 95% con il recupero di litio, nichel, cobalto e manganese. La grafite sarà utilizzata per alimentare i forni Waelz, per i quali al momento viene importato carbone dall’estero, con una ottimizzazione dei processi e la possibilità di sviluppare sottoprodotti chimici che potrebbero generare nuove opportunità imprenditoriali e occupazionali. Un progetto di economia circolare per un investimento di 400 milioni di euro in attesa delle autorizzazioni del Mase.
L’AD Garofalo ha ribadito che il nuovo progetto rispetterà a pieno i vincoli ambientali e della sicurezza, consentirà di accedere a nuovi finanziamenti europei, consumerà quote di energia nettamente inferiori alle linee piombo e zinco, produrrà emissioni di anidride carbonica molto più contenute, prevedendo di rifunzionalizzare gli impianti già esistenti grazie alle competenze della forza lavoro della Portovesme srl e, sino all’attivazione del progetto, l’azienda si è impegnata a garantire continuità occupazionale. Vigileremo sull’evoluzione di questo importante progetto e sulla continuità operativa della Portovesme srl.
Il link del video dell’audizione: https://webtv.camera.it/evento/28714
Francesca Ghirra
Deputata Progressisti

La Commissione Europea ha adottato un elenco di 47 progetti strategici per potenziare le capacità nazionali di materie prime strategiche, in modo da rafforzare la filiera europea delle materie prime e diversificare le fonti di approvvigionamento. Di questi progetti, 4 sono di società con sede in Italia, tutti nel riciclo. Tra questi è presente il progetto sul litio di qualità per le batterie che la Glencore avrebbe intenzione di realizzare nel sito di Portovesme, in Sardegna.
La deputata Francesca Ghirra ha chiesto che il ministro Adolfo Urso e i rappresentanti della Glencore siano auditi quanto prima in X Commissione.
«Nelle ultime occasioni in cui è stato possibile chiedere notizie sul destino della Portovesme srl al ministro Adolfo Urso ci è stato risposto che un nuovo player era interessato a rilevare la produzione della linea zinco, ma che nulla si sapeva del progetto litio all’esame della Commissione europea – ha dichiarato la deputata Francesca Ghirra -. Non abbiamo pertanto avuto modo di conoscere quale sia la natura del progetto, le sue ricadute occupazionali e come sarà garantita la salvaguardia dell’ambiente e della salute
«Anche alla luce delle preoccupazioni manifestate dal sindaco di Portoscuso, ho chiesto al presidente della X Commissione della Camera di audire quanto prima il Ministro e i rappresentanti della Glenclore perché ci sia illustrato il progetto, le sue ricadute occupazionali e le tutele previste per la salute e l’ambiente, ottenendo una risposta positiva da parte di Gusmeroli – conclude Francesca Ghirra -. Continueremo a incalzare il Governo perché gli accordi presi siano rispettati e perché tutti i livelli istituzionali, oltre le parti sociali, siano messi nelle condizioni di conoscere le prospettive della fabbrica e adottare le azioni conseguenti.»