5 December, 2025
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Il Distretto di Iglesias avrà un suo Servizio territoriale di affido e accoglienza: con uno sguardo verso il futuro si è aperta la Giornata della promozione dell’accoglienza familiare del 30 maggio, primo e significativo passo di un percorso lungimirante e condiviso. «Il servizio affidi territoriale ha spiegato in apertura dei lavori Paolo Carta, dirigente e coordinatore del PLUS Iglesias risponderà all’esigenza sentita dalle realtà sociali con cui ci interfacciamo ogni giorno, di uniformare la gestione degli affidi adattandola alle peculiarità del territorio e delle persone e dei servizi che lo abitano.»

Alla Sala Blu del Centro culturale di Iglesias, davanti a una platea composta da operatori del sociale e famiglie, gli esperti chiamati ad animare la giornata, Giancarlo Labate (giudice onorario del Tribunale dei minorenni) Carla Manca (assistente sociale dell’Ufficio minori e famiglie del Comune di Cagliari) e Silvia Caredda (psicologa del Centro della Famiglia di Cagliari) hanno portato le loro competenze e suggestioni.

Oltre ad affrontare i lati più tecnici dell’argomento e del mestiere, hanno fornito preziose indicazioni sulle quali anche il Servizio territoriale di affido e accoglienza baserà la sua attività, in linea con un approccio rinnovato e professionalità altamente specializzate e dal volto umano.

Gli esperti hanno infatti sottolineato l’urgenza di un cambio di paradigma, incentrato sul “recupero dell’idea di reciprocità”, come spiegato dal giudice onorario Giancarlo Labate. La dottoressa Carla Manca ha rimarcato l’importanza dell’empatia nel lavoro dell’assistente sociale: «E’ fondamentale portare la nostra persona nel nostro lavoro, essere capaci di guardarci dentro, e ricordare che le famiglie con cui ci interfacciamo non sono utenti, ma esseri umani». 

La giornata è stata anche l’occasione per sottolineare che le famiglie d’origine o “affidanti” un ruolo passivo; queste, al contrario, sono protagoniste a tutti gli effetti del percorso affidatario, in un rapporto alla pari e di scambio con la famiglia affidataria. «L’affido è come un puzzle ha affermato la psicologa Silvia Caredda -. Si tratta di un incontro che non prevede sostituzioni ma legami, l’andare incontro a qualcuno che in un determinato momento della vita sta incontrando delle difficoltà». «Proprio per questo motivo – ha continuato la psicologa – per diventare genitori affidatari non occorre essere dei supereroi: l’affido è un abito confezionato su misura, è pensato per ogni bambino e ogni famiglia, ciascuno con le sue peculiarità, bisogni e potenzialità».

Ogni affido è una storia a parte, e si può essere famiglia in tanti modi, tanti quanti lo sono le persone che la compongono. A patto che esista una rete di supporto, rappresentata da risorse condivise e relazioni di fiducia, in cui il concreto supporto da parte dei servizi sociali, istituzioni e comunità intera è fermo e duraturo. Come ha affermato a più riprese Angela Scarpa, assessora alle politiche sociali del comune di Iglesias: «L’affido rappresenta la realizzazione di quel proverbiale villaggio che sta alla base della crescita di un bambino, perché si senta protetto, ascoltato e felice».

Il ruolo fondamentale della comunità è stato dimostrato anche dalle testimonianze delle famiglie e delle giovani protagoniste della giornata, che hanno condiviso con i presenti dei veri e propri frammenti di vita.

Storie di sfide relazionali, momenti di solitudine e difficoltà, ma anche di crescita, introspezione e rinascita: «Non sarei la persona che sono oggi se non avessi fatto questa esperienza», ha raccontato una delle ragazze in sala. L’affido è l’arte di abbracciare il cambiamento e l’imprevisto: «Essere famiglia affidataria è un modo di essere, anche quando non lo si è più. Lo si è soprattutto quando si impara a lasciar andare i figli che abbiamo accolto, pronti e attrezzati per intraprendere una nuova strada». 

Venerdì 30 maggio, presso la Sala Blu del Centro Culturale di Iglesias, avrà luogo una giornata dedicata all’Accoglienza e all’Affido familiare organizzata dal PLUS – Ufficio di Piano e dal Centro per la Famiglia di Iglesias.

L’evento ha l’obiettivo di promuovere una cultura dell’affido basata su solidarietà e inclusione, e rendere visibili le attività di sostegno, informazione e sensibilizzazione sviluppate nell’ambito del Servizio Territoriale di Affido e Accoglienza. Tale servizio favorisce l’accompagnamento globale dei soggetti affidatari, incoraggiando l’affido familiare e le forme di accoglienza temporanea attraverso il coinvolgimento di famiglie, comunità locali, istituzioni e associazioni.

La giornata sarà articolata in due momenti, distribuiti tra il mattino e il pomeriggio.

La mattinata, di natura tecnica, è riservata agli addetti ai lavori. Dalle 9.00 alle 11.00 psicologi, educatori, assistenti sociali, pedagogisti e altri operatori dei servizi territoriali avranno modo di approfondire il tema dell’affido grazie agli interventi di alcuni specialisti del settore in Sardegna.

Giancarlo Labate, giudice onorario del Tribunale dei Minorenni, si occuperà degli aspetti procedurali del Tribunale nei casi di affido giudiziale; Carla Manca, assistente sociale dell’Ufficio minori e famiglie del comune di Cagliari approfondirà il lavoro dell’assistente sociale nell’organizzazione e nella gestione del Servizio Affido. Silvia Caredda, psicologa del Centro della Famiglia del comune di Cagliari, illustrerà invece le dinamiche relative all’accompagnamento delle famiglie impegnate in un percorso di affido.

Seguirà, dalle 11.30 alle 13.30, uno spazio dedicato al confronto tra operatori e relatori.

Dopo un pranzo a cura dell’organizzazione, alle 15 cominceranno le attività del pomeriggio, aperte non solo agli operatori dei servizi, ma anche e, soprattutto, ai cittadini.

Il giudice Giancarlo Labate, l’assistente sociale Carla Manca e la psicologa Silvia Caredda, già presenti al mattino, accompagneranno le famiglie e chiunque altro voglia approcciarsi al mondo dell’affido con interventi divulgativi toccando anche gli aspetti meno tecnici, più privati ed emotivi, dell’iter affidatario.

Un momento altrettanto importante sarà quello che vedrà protagoniste cinque famiglie affidatarie e due giovani. Le loro testimonianze personali, capaci di stimolare il dialogo tra i presenti, renderanno tangibile l’esperienza dell’affido nelle sue diverse forme e nei possibili esiti.

 

Venerdì 30 maggio presso la Sala Blu del Centro Culturale di Iglesias avrà luogo una giornata dedicata all’Accoglienza e all’Affido familiare organizzata dal PLUS – Ufficio di Piano e dal Centro per la Famiglia di Iglesias. L’evento ha l’obiettivo di incoraggiare una cultura dell’affido basata su solidarietà e inclusione, e di rendere visibili le attività di sostegno, informazione e sensibilizzazione sviluppate nell’ambito del Servizio Territoriale di Affido e Accoglienza. Tale servizio favorisce l’accompagnamento globale dei soggetti affidatari, incoraggiando l’affido familiare e le forme di accoglienza temporanea attraverso il coinvolgimento di famiglie, comunità locali, istituzioni e associazioni.

Le parole dell’assessora delle Politiche sociali del comune di Iglesias Angela Scarpa rispecchiano appieno le idee e le riflessioni che accompagneranno la giornata: “Ogni bambino ha diritto a crescere in un ambiente sicuro, affettuoso e stabile. «Diffondere la cultura dell’affidoha sottolineatovuol dire aprire spazi di possibilità, restituire fiducia, costruire futuro, credere in una comunità che si prende cura, che accoglie e che si fa famiglia anche oltre i legami di sangue.»

La giornata sarà articolata in due momenti, distribuiti tra il mattino e il pomeriggio.

La mattinata, di natura tecnica, sarà riservata agli addetti ai lavori. Dalle 9.00 alle 11.00, psicologi, educatori, assistenti sociali, pedagogisti e altri operatori dei servizi territoriali avranno modo di approfondire il tema dell’affido grazie agli interventi di alcuni specialisti del settore in Sardegna, moderati dalla giornalista Marinella Arcidiacono.

Giancarlo Labate, giudice onorario del Tribunale dei Minorenni, si occuperà degli aspetti procedurali del Tribunale nei casi di affido giudiziale; Carla Manca, assistente sociale dell’Ufficio minori e famiglie del comune di Cagliari approfondirà il lavoro dell’assistente sociale nell’organizzazione e nella gestione del Servizio Affido. Silvia Caredda, psicologa del Centro della Famiglia del comune di Cagliari, illustrerà invece le dinamiche relative all’accompagnamento delle famiglie impegnate in un percorso di affido. Seguirà, dalle 11.30 alle 13.30, uno spazio dedicato al confronto tra operatori e relatori.

Alle 15.00, in presenza delle moderatrici Carla Lebiu, assistente sociale del comune di Iglesias, e Gabriella Azzena, responsabile PLUS – Ufficio di Piano di Iglesias, cominceranno le attività del pomeriggio, aperte non solo agli operatori dei servizi, ma anche e soprattutto ai cittadini.

Il giudice Giancarlo Labate, l’assistente sociale Carla Manca e la psicologa Silvia Caredda, già presenti al mattino, accompagneranno le famiglie e chiunque altro voglia approcciarsi al mondo dell’affido con interventi divulgativi toccando anche gli aspetti meno tecnici, più privati ed emotivi, dell’iter affidatario.

Un momento altrettanto importante sarà quello che vedrà protagoniste cinque famiglie affidatarie e due giovani. Le loro testimonianze personali, capaci di stimolare il dialogo tra i presenti, renderanno tangibile l’esperienza dell’affido nelle sue diverse forme e nei possibili esiti.

 

Domani, venerdì 10 gennaio, alle ore 17.00, presso la scuola San Domenico, in via Mazzini, a Carbonia, avrà inizio il ciclo di incontri denominato “Educando 0-6”, organizzato dalla San Domenico ETS con il patrocinio dell’Amministrazione comunale.  L’iniziativa si colloca nell’ambito dell’educazione ed istruzione per la fascia d’età 0-6 ed è rivolta ai genitori, agli educatori e operatori del settore.

Il primo incontro avrà come tema l’Alimentazione in età pediatrica con Angelica Dessì, professoressa di Pediatria.

Il secondo incontro, in programma il 31 gennaio, sarà incentrato sugli stili educativi genitoriali, con il pedagogista Roberto Orrù;

Il terzo incontro si terrà il 14 febbraio ed avrà quale tema “Genitori ed emozioni” con lo psicoterapeuta Giancarlo Labate.

Il quarto ed ultimo incontro si svolgerà il 28 febbraio, con percorsi di maternage con le educatrici ed insegnanti della scuola San Domenico.

Domenica sera, alle 21.30, in Piazza Satta, a Nuxis, andrà in scena “Sa donna e su schisòrgiu”, progetto volto alla divulgazione della conoscenza di leggende e storie del territorio di Nuxis. Il suo titolo iniziale era “S’omu de sa Donna”, tra storia e leggenda. Tra gli obiettivi che si prefiggeva c’erano l’intento di portare a conoscenza le nuove generazioni di storie e leggende del paese e soprattutto la leggenda del fantasma di una nobildonna del medioevo vissuta in località Sa Turri, avvicinare i bambini alla lingua sarda; insegnare ai bambini l’importanza della collaborazione e dell’impegno per il raggiungimento di un obiettivo comune; stimolare e sviluppare espressività corporea attraverso forme comunicative alternative quali il teatro; stimolare la creatività dei bambini attraverso la realizzazione di lavori collegati al tema del progetto, cartelloni, video divulgativi ecc.

Gli utenti, bambini di età compresa fra i 6 e gli 11 anni residenti nel comune di Nuxis.

Tra le attività del progetto sono state inserite, escursioni nei luoghi dove si narra vivesse la nobildonna. In quelle occasioni è stata raccontata la storia/leggenda della marchesa Benedetta di Massa. Sono state scattate foto del sito e i bambini più grandi hanno riportato ciò che è stato loro raccontato. In seguito sono stati realizzati dei disegni che hanno prodotto un piccolo calendario con la leggenda rielaborata dai bambini poi venduto durante un mercatino di Natale, il ricavato è stato investito per l’acquisto di materiale in uso nella ludoteca.

Molte le persone che hanno collaborato gratuitamente alla realizzazione di ogni parte del progetto, tra questi professor Roberto Curreli, per il racconto della storia della marchesa Benedetta di Massa. Roberto Pinna per la realizzazione del calendario in sardo e per il video di pubblicità che è stato divulgato tramite Fb. Guido Cadoni, scrittore e regista della commedia in sardo che verrà rappresentata domenica 19. Non solo i bambini hanno potuto sperimentare l’importanza della collaborazione, anche tutti gli operatori, le educatrici, i genitori hanno constatato che volendo attraverso “s’agiudu torrau” o “aiuto reciproco”, ri-attualizzato dallo psicologo della coop Adest Giancarlo Labate e messo in pratica dagli operatori in ludoteca, si può fare davvero tanto e con maggior soddisfazione. La commedia verrà rappresentata anche negli altri centri del sulcis dove opera la cooperativa sociale Adest e presto si arricchirà di una nuova iniziativa, un fotoromanzo in lingua sarda. Nel tempo il progetto ha compreso nuove idee e nuovi collaboratori. Ormai è considerato un progetto in divenire. L’attesa ora è rivolta alla serata del 19, in quella sede, dopo la rappresentazione e a cura degli esperti di lingua sarda Guido Cadoni, Roberto Pinna  e Luca Sarriu, nella piazza Satta si parlerà in sardo con il pubblico. Lo stesso potrà raccontare contus e leggende che verranno raccolte e, si spera, in un secondo momento pubblicate. La Portovesme srl ha contribuito alla realizzazione del progetto e sono tante le persone che in varie forme hanno collaborato nelle varie fasi de Sa Donna e su Schisòrgiu.

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Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, con la consegna della bandiera della Sardegna nelle mani di Furio Tripicchio, ha dato il via questa mattina alla missione “#Ammentos”. L’impresa lanciata dal comandante della stazione dei Carabinieri di Monastir che porterà il vessillo dei Quattro Mori fino a Strasburgo, a bordo degli skiroll (gli scii a rotelle utilizzati dagli atleti dello sci nordico per gli allenamenti in assenza di neve). Un viaggio simbolico per riaffermare in Europa i valori delle identità, della cultura, della solidarietà, della pace e del confronto tra i popoli. L’arrivo nella città sede del Parlamento europeo è previsto per il prossimo 16 settembre e la missione (circa 1.200 chilometri da percorrere sui due assi a rotelle, armati dei caratteristici bastoncini da fondo) si articolerà in tre momenti principali: quattro giorni nell’Isola (da Monastir a Olbia, passando per Sedilo, Orotelli e Nuoro), poi in Liguria e quindi il percorso finale per Strasburgo. A Monterosso al Mare, nel cuore delle Cinque Terre, Furio Tripicchio, consegnerà ai familiari di Alessandro Usai, la targa ricordo del Consiglio regionale in onore dell’emigrato di Arbus, scomparso tre anni fa mentre prestava soccorso alle popolazioni colpite dall’alluvione che devastò il territorio spezzino.

«Raccoglieremo strada facendo “ammentos”, ricordi, aneddoti, fiabe, poesie, canzoni, storie e personaggi del popolo sardo per poi portarli nella capitale della politica europeaۚ», ha spiegato Tripicchio nel ringraziare il presidente, Gianfranco Ganau «per aver sposato l’iniziativa») e il consigliere regionale Modesto Fenu («per averla proposta e sostenuta»).

«È un piacere ed un onore patrocinare l’originale impresa del maresciallo Tripicchio – ha dichiarato il presidente del Consiglio – e a lui va il merito di  promuovere con il suo viaggio nel cuore dell’Europa  la nostra cultura, le nostre tradizioni e un’idea forte di solidarietà e pace tra tutti i popoli.»

Gianfranco Ganau ha inoltre rivolto un particolare ringraziamento a Tripicchio per la tappa nella città ligure di Monterosso, dove Alessandro Usai donò generosamente la propria vita nel corso dei drammatici soccorsi alla popolazione nell’alluvione del 25 ottobre 2011.

Nell’avventura ci sarà anche uno staff composto dallo psicologo Giancarlo Labate, Ottavio Caredda (responsabile logistica) ed il cameraman Alessandro Corgiolu che riprenderà tutte le tappe del viaggio per proiettarle in streaming.

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Ci saranno anche Giancarlo Labate, Ottavio Caredda ed Alessandro Corgiolu nella missione “Ammentos. Dalla Sardegna all’Europa, dal passato al futuro” di Furio Tripicchio.

Furio Tripicchio partirà dalla Sardegna per arrivare a Strasburgo, la metropoli che ospita il Parlamento europeo, con le spalle avvolte dalla bandiera dei quattro mori che sarà donata dal presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, il prossimo 1° settembre.

Furio Tripicchio – ischitano trapiantato nell’Isola da ormai cinque anni affronta una vera e propria impresa, portando gli skiroll, diventando così precursore del nordic skate che si pone tra lo sci di fondo ed il pattinaggio. Un giro dell’Isola che si estenderà per quattro giorni, dal palazzo dell’assemblea regionale di via Roma a Monastir, passando per Sedilo e Orotelli, poi Nuoro e Olbia.

La partenza è fissata per lunedì: appuntamento alle 10.00 sotto il palazzo dell’assemblea regionale di via Roma, con una conferenza stampa per la presentazione dell’evento presieduta da Gianfranco Ganau. Quindi il viaggio verso la terraferma, con una tappa speciale a Monterosso al Mare, cuore della Cinque Terre nell’hinterland di La Spezia, in Liguria, dove a seguito dell’alluvione del 2011 perse la vita Alessandro Usai – medaglia d’oro al valor civile – emigrato di Arbus impegnato nei soccorsi alla popolazione dell’entroterra ligure.

Una cerimonia con le autorità locali segnerà il messaggio da tramandare mediante questo progetto: «Un viaggio che intraprenderò – racconta Tripicchio, residente a Monastir – con il tentativo di riannodare un filo che si è spezzato proprio quando Usai è diventato un eroe, dando la sua vita per salvare i suoi concittadini, per poi rientrare ad Arbus avvolto da una mescolanza di culture proprie dell’Italia, la Sardegna e le Cinque Terre». Il percorso continuerà sino a Strasburgo. Arrivo previsto per il 16 settembre. «Qui donerò la nostra bandiera con i quattro mori ai parlamentari europei della Sardegna, con un grido all’Europa». Eccolo. «La verità è che dobbiamo considerarci un unione di popoli, non certo di Stati – aggiunge Tripicchio, presidente dell’Associazione free time -. Le divisioni territoriali sono delle convenzioni che tendono a dividere mentre le differenze culturali sono delle peculiarità che ci possono unire». Per questo durante l’itinerario – patrocinato dalla Presidenza del Consiglio regionale, dall’Anci isolana e dal comune di Monastir, con il supporto del consigliere Modesto Fenu – raccoglierà aneddoti, fiabe, poesie, canzoni, storie e personaggi del popolo sardo per poi portarli nella capitale della politica europea. E nel corso del tour si incroceranno le esperienze dei circoli sardi sparsi per il mondo, un pezzo dell’Isola che porta la cultura sarda per tutti gli angoli dei continenti. «Nessuna battaglia politica – prosegue Tripicchio -. Solo la volontà di mettere insieme le singolarità storico-culturali delle diverse aree della Sardegna, esaltare le unicità dei popoli che da sempre coabitano in questa terra, trasferire e trasmettere le tradizioni di queste genti». Una vera riscoperta delle identità che poi si traducono in una mescolanza di culture, interagendo tra di loro. Uno degli esempi è lo stesso Tripicchio, ischitano ormai affezionato all’Isola. «Per essendo legato alla mia terra d’origine, mi sono appropriato della cultura sarda».

Altra parola chiave del progetto – sponsorizzato da aziende private come Eva Arredamenti, Skirollo, Grafiche Ghiani, Edilwood e Pinna Trasporti – è il turismo.

«Non è una frase fatta. La Sardegna è davvero uno scrigno a cielo aperto. Un tesoro tutto da scoprire, con luoghi incontaminati e bellezze mozzafiato dal punto di vista ambientale e naturalistico. Senza tralasciare l’identità e le tradizioni popolari, che possono portare ad un turismo attivo che riparta dal mondo agropastorale, dall’eno-gastronomia per poi arrivare alle differenti culture contaminate tra loro. Solo col turismo potremo far crescere l’economia.»

Da non tralasciare l’aspetto sportivo. «Anche qui – conclude Tripicchio – c’è una giungla inesplorata anche per catturare i vacanzieri in Sardegna. Si pensi che nel mondo ci sono 5 milioni di persone che si muovono per lo sport, sull’isola confluisce appena l’1% di questa galassia. C’è da fare un salto di qualità, dalla costruzione di piste ciclabili che poi possano servire anche per il trekking attorno alla nostre bellezze paesaggistiche sino alla scoperta di discipline di nicchia come il kayak, la canoa e la vela.»

Nell’avventura ci sarà anche uno staff composto dallo psicologo Giancarlo Labate, Ottavio Caredda (responsabile logistica) ed il cameraman Alessandro Corgiolu che riprenderà tutte le tappe del viaggio per proiettarle in streaming.

Il rientro? «Una grande festa. Poi un po’ di riposo. Adesso c’è però da raggiungere il traguardo di Strasburgo e da compiere la missione, per una Sardegna che valorizzi di più le sue identità per agganciare il treno del turismo».

Il giorno 26 ottobre 2013 si terrà presso l’aula consiliare di Calasetta, dalle ore 11.00 alle ore 13.00, un incontro dibattito con la cittadinanza e le associazioni presenti nel territorio, per l’illustrazione, anche con la proiezione ad un video, dell’esperienza “Agiuru Torrau ” che ha portato Giancarlo Labate in giro per la Sardegna con i pattini a rotelle a partire dal 25 settembre fino al 6 ottobre, sia da un punto di vista sportivo sia da un punto di vista sociale e culturale.

Giancarlo Labate è rappresentante legale dell’Associazione Culturale “AINA”, costituita recentemente con l’obiettivo di agire per conto e in merito al concetto di benessere sociale, così come è stato definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ed organizzatrice dell’incontro di Calasetta. L’obiettivo dell’associazione è quello di usare pre-testi per parlare di temi come sviluppo di competenze, sviluppo del territorio, collaborazione, capacità di progettazione che girano intorno al tema della crisi, non solo economica, ma anche di valori e di risorse, individuali e sociali.

«Vogliamo fare questo parlando di opportunità e non di fallimenti – spiega Giancarlo Labate – cercando di rivedere il concetto di benessere personale e sociale che non può e non deve essere disgiunto dal concetto di capitale sociale. Noi dell’associazione abbiamo sviluppato un progetto dal nome “Agiuru Torrau” che ci ha portati  in giro per la Sardegna con i pattini a partire dal 25 settembre fino al 6 ottobre, data in cui siamo arrivati a  Carbonia.»

 

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Dopo aver percorso 900 km, Giancarlo Labate ha concluso la sua impresa, “Agiuru torrau – aiuto ripagato”, il giro della Sardegna sui pattini a rotelle ideato per riscoprire il contatto umano con le persone ed il confronto diretto che molti di noi, per varie ragioni, hanno ormai perduto. Dodici giorni sui pattini, dalla Piazza Belly di Calasetta, dove è partito mercoledì 25 settembre, a Carbonia, la sua città, dove è arrivato poco dopo le 16.00, atteso da alcune decine di amici e concittadini che hanno voluto così rendergli il giusto riconoscimento per la grande impresa portata a termine.

Il 43enne psicologo di Carbonia è partito per l’ultima tappa da Guspini, per percorrere gli ultimi 71,4 chilometri. La tappa è stata caratterizzata da molti tratti pianeggianti e qualche piccola elevazione nell’ordine del 2% max, quindi con basse difficoltà generali.

Le fotografie con il logo de La Provincia del Sulcis Iglesiente sono di Fabio Murru.

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Giancarlo Labate si avvia a concludere la sua impresa, “Agiuru torrau – aiuto ripagato”, il giro della Sardegna sui pattini a rotelle ideato per riscoprire il contatto umano con le persone ed il confronto diretto che molti di noi, per varie ragioni, hanno ormai perduto. Dodici giorni sui pattini, dalla Piazza Belly di Calasetta, dove è partito mercoledì 25 settembre, a Carbonia, la sua città, dove arriverà domenica 6 ottobre.

Il 43enne psicologo di Carbonia oggi è impegnato nella XI tappa che da Cuglieri lo porterà a Guspini, dopo 87 chilometri. La tappa prevede una discesa iniziale con punte del 6% con qualche tornante, soprattutto nel tratto iniziale, fino ad arrivare a Santa Caterina, dopodiché è previsto qualche saliscendi, fino a Riola Sardo. Dopo la strada è per lo più pianeggiante fino a pochi chilometri da Guspini, dove è prevista una leggera ascesa. Nell’ultima tappa notturna insieme ai “quattro compagni di viaggio“, verrà ospitato dal B&B Il Ginepro Dormiente.

Domani, domenica 6 ottobre, ultima tappa, da Guspini a Carbonia, sulla distanza di 71,4 chilometri. La tappa è caratterizzata da molti tratti pianeggianti o qualche piccola elevazione nell’ordine del 2% max quindi con basse difficoltà generali. È la tappa conclusiva che porterà a Carbonia, passando da Via Gramsci, con arrivo in Piazza Roma, presumibilmente per le ore 12.00 / 13.00, dove si auspica una grande partecipazione popolare per festeggiare l’impresa.

In dodici giorni consecutivi, Giancarlo Labate avrà percorso ben 910,7 chilometri.

Le fotografie allegate sono state scattate da Fabio Murru nel corso della prima tappa.