27 April, 2024
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«La Sider Alloys deve rivedere completamente il piano dei costi e dei profitti perché la richiesta di pagare l’energia 24 euro a megawatt/ora era stata presentata poco più di un anno fa all’allora ministro Carlo Calenda quando il prezzo di mercato era di 44 €/Mgwh. Oggi però il prezzo è salito a 59 euro e utilizzando tutti gli strumenti a disposizione della politica il prezzo può abbassarsi soltanto fino a 39 €/Mgwh. Con i piani presentati da Sider Alloys, significa che così comunque per l’azienda i conti non tornano e che occorre presto riconsiderare drasticamente e nell’insieme tutti i costi.»

Lo afferma in una lunga nota pubblicata su Facebook il deputato del Movimento 5 Stelle Pino Cabras, che ieri ha partecipato a Roma all’incontro convocato dal ministero dello Sviluppo economico sulla vertenza della ex Alcoa di Portovesme e a cui erano presenti il vicecapo di Gabinetto del Mise Giorgio Sorial, il sottosegretario Davide Crippa, i rappresentanti del ministero del lavoro, il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas, nonché esponenti di Invitalia, dell’azienda e dei sindacati.

«Rispetto al tavolo convocato a marzo, l’azienda ha colmato i molti ritardi per i quali l’attuale governo a muso duro aveva chiesto a Sider Alloys che si desse una smossa – spiega Pino Cabras -. In particolare, l’azienda ha concluso i contratti con la grande impresa cinese Chalieco-Sami e con altre imprese per il rimodernamento (revamping) degli impianti. E a differenza delle diapositive scarne della volta scorsa, stavolta il piano industriale è stato illustrato con indicazioni più precise sui ricavi e sui costi.»

Sul costo dell’energia però «il leader della Fim-Cisl Marco Bentivogli e l’ex titolare del Mise Carlo Calenda, giocano allo scaricabarile e invertono il principio di causa ed effetto – puntualizza il deputato 5 Stelle -. Nel corso dell’incontro è emerso infatti chiaramente che l’operazione tanto propagandata nel febbraio 2018 dal governo Gentiloni in fregola elettorale, era assolutamente incompleta. Il piano di abbattimento dei costi energetici non era pronto, come non lo era il piano industriale, e si sapeva solo che voleva portare il prezzo calmierato dell’energia al livello di 24 euro a megawatt/ora, in un’epoca in cui il prezzo era a quota 44 €/Mgwh. Nel frattempo, siccome il mercato dell’energia si muove senza citofonare a casa Calenda per chiederne il permesso, il prezzo è salito a circa 59 €/Mgwh».

«Per questo motivo – aggiunge Pino Cabras -. Invitalia, l’agenzia del Mise specializzata in sviluppo d’impresa e investimenti, ha proposto alla Sider Alloys un rapido e difficile adeguamento dei piani che riconsideri drasticamente e nell’insieme tutti i costi e soprattutto dei profitti attesi.»

«Gli uffici del ministero e di Invitalia lavorano a tempo pieno per una soluzione – assicura Pino Cabras – ma se le condizioni del mercato energetico, così sensibile anche agli eventi politici globali, dovessero peggiorare ancora? Gli elementi di vulnerabilità di tutta questa costruzione sono molto ingombranti. Chi faceva trionfalismo barava.»

«Al fondo rimane una questione, che pongo all’attenzione del governo e della giunta regionale – conclude Pino Cabras -. Occorre ripensare il modello di sviluppo del Sulcis, dove da decenni l’inerzia dell’interminabile declino industriale spinge a inseguire un’emergenza che diventa metodo di ‘sgoverno’. Bisogna riprogrammare tutte le risorse a suo tempo previste dal Piano Sulcis, uscire dalle monoculture e fare un vero revamping sociale.”

 

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«Il progetto di rilancio Sider Alloys (ex Alcoa) non parte.» Il responsabile nazionale UILM del settore metalmeccanico lancia l’allarme.

«La nuova società è inconsistente, serve una profonda riflessione sui motivi del ritardo e sulla capacità di gestire il riavvio dello smelter di Portovesme – spiega Guglielmo Gambardella -. Nell’incontro odierno presso il ministero dello Sviluppo economico, a cui ha partecipato il vice capo di gabinetto Giorgio Sorial, abbiamo constatato che, a un anno dall’ingresso della multinazionale svizzera nella proprietà del sito del Sulcis, non è stato presentato un definitivo Piano industriale e non è stato firmato il contratto per l’affidamento della progettazione del revamping dello smelter.»

«Ad oggi – aggiunge Guglielmo Gambardella – secondo quanto fu annunciato lo scorso febbraio, Sider Alloys avrebbe dovuto avviare gli impianti, raggiungere una produzione di alluminio pari almeno al 30% della capacità produttiva dello smelter ed assumere almeno l’85% dei lavoratori ex Alcoa. Invece, Sider Alloys continua con gli annunci e prosegue con una gestione poco ‘trasparente’ delle prime assunzioni con un’associazione dei lavoratori, per la quota del 5% delle azioni societarie, il cui ruolo non è ancora chiaro. La situazione, nonostante la presenza di Invitalia nella società, è fuori controllo da parte dei sindacati.»

Guglielmo Gambardella, infine, ricorda che è stato chiesto al Governo «di intervenire e fare chiarezza, ma soprattutto di assicurare la continuità degli ammortizzatori sociali per i lavoratori ex Alcoa».

Da parte sua – conclude la UILM nazionale -, Giorgio Sorial ha chiesto a Sider Alloys tempi certi per la realizzazione del progetto, c’è bisogno di monitorare il piano di rilancio e per questo  occorre aggiornarsi a metà aprile.

Domani mattina, alle ore 9.30, si terrà l’assemblea degli iscritti UILM, dei Lavoratori ex Alcoa ed appalti. L’assemblea si terrà nella sede di Carbonia, in piazza Iglesias.