15 December, 2025
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A Sant’Antioco, è terminata venerdì 3 ottobre la parte antiochense della manifestazione “Noi Camminiamo in Sardegna 2025”. La kermesse, giunta ormai al quarto anno di vita, promossa dalla Regione Autonoma della Sardegna con il coordinamento dell’associazione Terre di Mezzo, ha interessato 16 cammini sacri o di altra tipologia in tutta la regione che hanno coinvolto tantissimi giornalisti e specialisti del settore del turismo lento, in bicicletta o a piedi o esperti di marketing turistico, ogni percorso locale poi è convenuto a Pula dove, tra il pomeriggio di venerdì 3 e la mattina di sabato 4 ottobre, si è chiusa l’esperienza di questo anno.

A Sant’Antioco gli itinerari, su mandato della Fondazione Destinazioni Pellegrinaggio Sardegna, della Regione autonoma della Sardegna, sono stati predisposti dall’associazione Welcome to Sant’Antioco, e la guida per l’itinerario delle Saline è stata fornita da Gea Ambiente e Turismo, erano presenti, per la documentazione dell’esperienza antiochense, la referente di Terre di Mezzo, Corinne Barbieri, la fotografa e videomaker Francesca Corriga, che per conto della Regione ha seguito l’esperienza locale, gli ospiti erano Marida Grassi, di Bikes Plus Travel, l’operatrice locale Rosamaria Maggio, la giornalista del Corriere della Sera Lorenza Cerbini, e Veronica Spanu, del blog Yallers Italia che si occupa di turismo e viene dalla Moldavia, per l’Amministrazione comunale era presente l’assessora del Turismo Roberta Serrenti.

Alle 12,30, dopo l’accoglienza degli ospiti presso l’Hotel Muma, la comitiva ha avuto l’occasione di salire su una barca di quelle che effettuano Pescaturismo, condotta dal comandante pescatore Mario Sanna, con l’ausilio del suo equipaggio per un pranzo lungo la costa tra Maladroxia e Coacuaddus, viste anche le condizioni meteomarine, e poi una breve escursione sino a Turri. Al rientro è stato possibile visitare, accompagnati dalle consigliere comunali Rosalba Cossu e Salvatorina Iesu il centro storico con le sue peculiarità, da Sa Presonedda, monumento funebre di epoca romana, fino al castello, al Forte Sabaudo e alla zona archeologica vista dall’esterno e poi il rientro per le vie del villaggio ipogeo e il ritorno alla piazza De Gasperi con la vista della Basilica. L’indomani mattina, visita al Museo Archeologico Barreca con la guida, presidente della Coop Archeotur, Rita Lepori, che ha illustrato la nuova dotazione informatica per le visite e il ricco patrimonio di reperti dall’epoca prenuragica, passando per la cultura fenicia, cartaginese e romana. Quindi il gruppo si è trasferito presso le Saline dove il ciclo della raccolta del sale è stato illustrato dalla guida Gloria Gelmi, e si sono seguite le diverse fasi di produzione, dall’immissione delle acque dagli stagni di Porto Pino fino al riempimento delle vasche salanti che consentono una raccolta notevole con l’impiego di sole 15 persone, rispetto alle circa 180 impiegate al tempo della gestione dei Monopoli di Stato, poi pranzo a Maladroxia, presso il bar della spiaggia e lunga passeggiata, attraverso il sentiero di Serra IS Tres Portus, passando per Coacuaddus e fino a Turri, dove, insieme al segretario regionale di Italia Nostra, Graziano Bullegas, che ha narrato la storia dell’edificio, e potendo contare anche sulla presenza del sindaco Ignazio Locci, che ha portato il saluto della comunità, si è assistito ad una breve presentazione dei prodotti della Cantina Sociale Sardus Pater, per poi rientrare in paese, dove la cena si è svolta presso un ristorante, nei pressi del bivio della località Cannai.

Il giorno successivo visita guidata alla Basilica con ingresso alle catacombe, poi passaggio dalla tessitrice, maestro del bisso Chiara Vigo, quindi camminata fino a raggiungere la Pro Loco dove si sono stati presentati i costumi locali con il rito della vestizione dei diversi abiti femminili che in genere sfilano durante le processioni per il Santo e Gabriella Floris ha illustrato, coadiuvata da altri membri dell’associazione che tutela la cultura locale, le diverse parti che compongono gli abiti e la complessità della vestizione delle differenti parti degli abiti. E le sorelle Pes hanno raccontato la storia del bisso. In seguito ci si è trasferiti al Muma per il pranzo, al termine del quale gli ospiti poi hanno preso il mezzo per trasferirsi a Pula per la conclusione dell’esperienza sarda.

Questi i commenti degli ospiti intervenuti a Sant’Antioco: «E’ stata una bella esperienzaha dichiarato Corinne Barbierii luoghi che abbiamo visitato sono tutti molto belli, il paese è affascinante, mi è sembrato di cogleire una certa vivacità tra i diversi operatori che abbiamo incontrato nel corso di questa esperienza, credo sia possibile valorizzare appieno un territorio ricchissimo di storia e di risorse naturali».

Entusiasta anche il commento di Marida Grassi: «Noi organizziamoha detto l’esperta bikervacanze per gruppi di cicloturisti e credo che questo sia un territorio molto idoneo alle visite di questo tipo, tra le saline e il resto del paesaggio, anche l’interno dell’isola per cui ho visto che sono stati tracciati dei percorsi proprio per il cicloturismo, mi pare molto interessante, senza dubbio un’esperienza da consigliare ai nostri clienti. L’accoglienza è stata molto buona e ho visto un paese ricco, gli operatori ci hanno trasmesso una sorta di lavoro corale per valorizzare le loro risorse, e questo è importante.»
Tra luci e ombre il commento di Veronica Spano: «Sono entusiasta di tuttoha confermato l’esperta del settore turistico se potessi suggerire un miglioramento, sarebbe quello di eliminare le auto dal centro storico, esistono altri luoghi in Italia e nel mondo dove la parte più integra del centro storico viene vietata alle auto, direi che anche in questo paese si potrebbe fare, ci sono scorci fantastici che le auto intaccano nella loro fruizione e bellezza. Per il resto bellissima natura, grande ricchezza culturale e si mangia molto bene.»

Articolato il discorso di Lorenza Cerbini: «L’accoglienza presso la struttura ricettiva è stata buona ha concluso la giornalista il livello della ristorazione è buono, chiaro non abbiamo le stelle Michelin ma il livello generale è comunque di qualità, direi che si cucina meglio il pesce della carne, mi ha molto colpito la vegetazione, la macchia mediterranea, con le sue specie e i suoi profumi, il paese quasi non sembra un paese di mare, molto belle le camminate, quella delle Saline, davvero affascinante tutto il ciclo del sale e quella da Maladroxia a Turri e la visita all’interno del paese, gli ipogei. Mi sarebbe piaciuto magari una visita all’interno dell’isola e all’intero territorio.ho trovato estremamente interessante la visita al museo archeologico, avete un patrimonio notevole e mi pare ben valorizzato, forse avremmo dovuto dedicarci più tempo, criticità, forse dovete scegliere su quale tipo di turismo puntare, chiaramente non è un paese da 5 stelle e mancano gli ormeggi per gli Yacht ma la ricchezza e la varietà del paesaggio e un clima che sicuramente vi aiuta per gran parte dell’anno suggeriscono di puntare proprio sul turismo lento, quello di persone che si fermano per conoscere meglio il territorio e le persone che ci vivono con i loro mestieri e le loro tradizioni.»

Carlo Floris

     

La sala del Comando di Polizia locale, in via Iglesias 3, a Sant’Antioco, ha ospitato ieri sera il convegno su ambiente, bonifiche e sviluppo locale “Rilancio Sulcis Iglesiente – Obiettivo 2030”, organizzato dal Circolo del Partito Democratico e dal Partito Progressista di Sant’Antioco, primo appuntamento di un ciclo di incontri pensati per avviare un confronto costruttivo sul futuro del territorio.
Il dibattito, coordinato dal giornalista Stefano Garau, con il supporto di Mariano Gala, segretario del Circolo del Partito Democratico di Sant’Antioco, ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, esperti del settore ambientale e protagonisti del mondo economico e sociale locale ed è stato incentrato sui ritardi delle bonifiche del territorio che si trascinando da oltre tre decenni, sulle azioni da compiere per riprendere e completare la loro realizzazione, base imprescindibile per la programmazione di investimenti produttivi nelle aree interessate, con i conseguenti riflessi occupazionali.
Sono intervenuti Francesca Ghirra, deputata, componente della X Commissione Attività Produttive; Emanuele Cani, assessore regionale dell’Industria; Rosanna Laconi, assessora regionale all’Ambiente; Salvatore Mattana, amministratore unico di IGEA; Rolando Marroccu, rappresentante del Comitato Tecnico per la Transizione Sostenibile; Graziano Bullegas, presidente regionale di Italia Nostra; Emanuele Madeddu, segretario generale della FILCTEM CGIL Sardegna Sud Occidentale; Fausto Durante, segretario generale della CGIL Sardegna. Hanno partecipato gli onorevoli Antonello Cabras (in videoconferenza) e Luciano Uras.

Nel corso dei lavori, abbiamo intervistato Rosanna Laconi, assessora regionale della Difesa dell’Ambiente.

 

Il Circolo del Partito Democratico e il Partito Progressista di Sant’Antioco hanno organizzato il convegno pubblico “Rilancio Sulcis Iglesiente – Obiettivo 2030”, dedicato ai temi dell’ambiente, delle bonifiche e dello sviluppo locale.
L’incontro si terrà venerdì 17 ottobre 2025, alle ore 17.30, presso la sala del Comando di Polizia locale, in via Iglesias 3 a Sant’Antioco.
L’iniziativa rappresenta il primo appuntamento di un ciclo di incontri pensati per avviare un confronto costruttivo sul futuro del territorio.
Obiettivo del convegno è promuovere il dialogo e la condivisione di idee per delineare strategie concrete di rilancio del Sulcis Iglesiente, grazie a proposte sostenibili e innovative di sviluppo territoriale.
Il dibattito sarà aperto al pubblico e vedrà la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, esperti del settore ambientale e protagonisti del mondo economico e sociale locale.
Interverranno:
• Francesca Ghirra – Deputata, X Commissione Attività Produttive
• Emanuele Cani – Assessore Regionale all’Industria
• Rosanna Laconi – Assessora Regionale all’Ambiente
• Salvatore Mattana – Amministratore Unico IGEA
• Fausto Durante – Segretario Generale CGIL Sardegna
• Rolando Marroccu – Comitato Tecnico per la Transizione Sostenibile
• Graziano Bullegas – Presidente Regionale Italia Nostra
• Emanuele Madeddu – Segretario Generale FILCTEM CGIL Sardegna Sud Occidentale

Parteciperanno:
• Mauro Esu – Segretario PD Sulcis Iglesiente
• gli onorevoli Antonello Cabras e Luciano Uras
• Amministratori e consiglieri regionali del territorio.

 

Stamane un centinaio di persone hanno manifestato in viale Trento, a Cagliari, di fronte al palazzo della Regione, la loro opposizione all’ampliamento della fabbrica delle bombe Rheinmetall-RWM.

«La Giunta regionale e la sua Presidente sono chiamati infatti a deliberare in merito alla Valutazione di Impatto Ambientale effettuata a posteriori sugli ampliamenti realizzati irregolarmente dalla fabbrica RWM nel suo stabilimento di Domusnovas Iglesiasscrive in una nota Graziano Bullegas, segretario di Italia Nostra Sardegna -. Le numerose criticità e gli enormi impatti ambientali emersi nel corso del procedimento di VIA ex-post non consentono di esprimere alcuna valutazione positiva, come esposto nella lettera aperta inviata alla Presidente Todde la scorsa settimana. I manifestanti, sotto lo stretto controllo della polizia che presidiava il palazzo regionale, hanno esposto striscioni e, con interventi e volantini, hanno esortato la Giunta a difendere le ragioni della tutela dell’ambiente e della salute e della sicurezza della popolazione, contro quelle della guerra, del riarmo, e dei profitti dei fabbricanti d’armi. Come nella lettera aperta inviata la scorsa settimana, i manifestanti hanno esortato la Presidente Todde a resistere alle pressioni governative ed aziendali e a non concedere nessuna autorizzazione per l’apertura dei nuovi impianti realizzati irregolarmente da RWM. Una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta dal capo di gabinetto della Presidente, impegnata a Roma in un incontro col ministro della giustizia Nordio. All’ing. Caschili è stata consegnata una scheda di sintesi dove si trovano raccolte molteplici ragioni per le quali l’esito della VIA ex-post sull’ampliamento RWM dovrà essere necessariamente negativo – conclude Graziano Bullegas -. Il capo di gabinetto ci ha comunicato che la Presidente non ha un orientamento pregiudizialmente favorevole alla concessione di una valutazione positiva per l’ampliamento irregolare dello stabilimento RWM e si impegna a sottoporre le nostre osservazioni all’attenzione degli assessorati competenti e della stessa avvocatura regionale. Si impegna inoltre a fissare a breve un ulteriore incontro.»

Appare una vera e propria operazione di greenwashing quella che vorrebbe realizzare la società a responsabilità limitata Ekosarda a poca distanza dai centri abitati di Is Urigus e Is Gannaus, frazioni rispettivamente di San Giovanni Suergiu e di Carbonia. Anziché ripristinare un’area devastata da una cava si chiede di trasformarla in una discarica di rifiuti speciali non pericolosi, ma anche di rifiuti pericolosi, riuscendo persino a realizzare profitti. Questo non è un ripristino ambientale, ma un cambio di destinazione d’uso da un’attività estrattiva a un’attività di smaltimento rifiuti speciali, entrambe impattanti. Il doppio affare e la conseguente ingiustizia ambientale consistono nel realizzare profitti lucrando doppiamente a spese di un territorio che viene due volte devastato, scaricando sulla comunità locale i costi ambientali e costringendo chi ci vive a cambiare residenza perché quel sito diventerà invivibile e probabilmente insalubre.

La sezione di Sant’Antioco di Italia Nostra si schiera a fianco dei cittadini mobilitati a difesa della propria salute e del proprio territorio e nelle undici pagine di osservazioni che ha inviato al Servizio Valutazione Impatti Ambientali della Regione e al comune di San Giovanni Suergiu, ha riportato le numerose motivazioni per cui quella discarica non può essere autorizzata in quel sito, in particolare ha rilevato che:

1. Non sono stati adeguatamente coinvolti i cittadini e i portatori di interesse nonostante la discarica coinvolga i tanti cittadini che risiedono poco distante e la presenza attività agricole e di strutture sportive in prossimità del sito. È stata del tutto trascurata la componente sulla salute umana.

2. Esistono numerose criticità di natura ambientale, sanitaria, sociale e culturale. L’impatto sulla salute delle persone e dell’ecosistema, sul paesaggio e sul patrimonio culturale è indubbiamente notevole e non mitigabile.

3. La discarica è incompatibile con la destinazione agricola del territorio. L’autorizzazione della discarica comporterebbe una variante allo Strumento Urbanistico comunale, condizionando le scelte del Comune in materia urbanistica, proprio nel momento in cui il Consiglio comunale si appresta ad adeguare la pianificazione urbanistica al Piano Paesaggistico Regionale. Allo stato attuale, la discarica risulterebbe incompatibile con le norme di attuazione del PPR.

4. Non sono stati presi in considerazione gli impatti cumulativi derivanti dalla presenza di numerose discariche nei dintorni. Oltre naturalmente agli impatti derivanti dal traffico e dalla viabilità, dalla emissione di polveri sottili, e da tutti i rischi derivanti dalla presenza di una discarica di rifiuti speciali pericolosi a poca distanza dai centri abitati.

Per tutti questi motivi la sezione di Sant’Antioco di Italia Nostra ha chiesto il rigetto del progetto e, nel contempo, si è chiesto agli uffici regionali di prescrivere alla società richiedente il ripristino morfologico e la bonifica dell’area interessata dalla pregressa attività di cava. In subordine si è chiesto la sospensione della procedura autorizzativa affinché venga avviata la pubblica inchiesta nella quale sarà consentito alla comunità di esprimere le proprie ragioni in merito a tale impianto.

Graziano Bullegas

Italia Nostra Sant’Antioco

Il Consiglio comunale di Sant’Antioco ha approvato all’unanimità un ordine del giorno contro la speculazione energetica e a favore della transizione ecologica giusta. Nella serata di ieri (lunedì 22 luglio), su proposta del sindaco Ignazio Locci che aveva chiesto la convocazione di un Consiglio comunale straordinario con un unico punto in discussione al fine di concentrare il dibattito e accogliere le proposte di maggioranza e opposizione, l’assemblea civica antiochense ha votato compatta un ODG che individua alcuni punti imprescindibili legati al tema delle energie rinnovabili e, soprattutto, dei parchi eolici offshore che potrebbero essere installati nelle acque prossime alle isole di Sant’Antioco e San Pietro e per i quali sono in corso di svolgimento le conferenze di servizi.

«Ho ritenuto doveroso portare il tema al centro del dibattito del Consiglio comunale che è espressione della nostra comunità commenta il sindaco Ignazio Locci perché non possiamo essere tagliati fuori dai processi decisionali, relegati al ruolo di mero organo consultivo, quando in ballo c’è letteralmente il futuro del nostro territorio, i nostri progetti di sviluppo che ci vedono sempre più destinazione turistica. E non intendiamo accettare passivamente le scelte calate dall’alto, tantomeno farne una ragione campanilistica: l’argomento è troppo importante e merita di essere affrontato con la compattezza territoriale di cui ha bisogno. I comuni hanno tutto il diritto di sedersi al tavolo negoziale in rappresentanza delle rispettive comunità. Ed è proprio questo il primo punto che sancisce l’ordine del giorno approvato e dal quale discendono le ulteriori valutazioni.»

In considerazione delle notevoli perplessità diffuse in seno alle comunità locali sui parchi eolici proposti che ricadono nel territorio del Sud Ovest della Sardegna, a forte valenza ambientale e turistica, nello specifico si chiede l’individuazione e la regolamentazione delle aree offshore in cui sia possibile posizionare gli impianti, svincolandosi dunque dall’attuale corsa incontrollata all’accaparramento degli specchi acquei e dalla deregolamentazione; la valutazione approfondita di potenziali effetti negativi degli impianti sulla migrazione dei tonni, sulla pesca in generale e sugli impatti paesaggistici.

«Il Consiglio regionale della Sardegna  prosegue il sindaco Ignazio Locci ha approvato una legge che stoppa per il momento le autorizzazioni ai parchi per i quali ancora non sono stati concessi titoli autorizzativi. Come abbiamo tristemente visto in questi giorni, infatti, la legge non blocca (e non poteva essere altrimenti) le procedure già approvate, tanto che assistiamo quotidianamente a manifestazioni di protesta in altre zone della Sardegna, là dove sono in corso i lavori concreti per il posizionamento di parchi eolici o mega impianti fotovoltaici. E al riguardo, così come sancito nell’ordine del giorno, proponiamo di istituire una Agenzia regionale dell’Energia che governi il settore, lasciando meno spazio alla privatizzazione, impedendo la lottizzazione dei nostri mari, facendo valere i diritti della Sardegna e delle sue comunità, combattendo ogni nuova forma possibile di servitù.»

L’opposizione consiliare ha naturalmente partecipato alla seduta. Presenti i consiglieri Mariano Gala, Daniela Dessena, Ester Fadda, Mattia Uccheddu e Alberto Fois, che hanno offerto un importante contributo al dibattito: «Dobbiamo certamente garantire la transizione energetica, ma senza finire come al solito nelle mani della speculazione economica  commenta il consigliere Alberto Foisnessuno può pretendere dai sardi che come sempre diano tutto se stessi per coltivare interessi degli altri. La discesa delle grandi multinazionali dell’energia assomiglia molto alla discesa dei grandi concessionari delle miniere dei primi del Novecento, quando i minatori sardi morivano all’età di 33 anni e invece qualcun altro dall’altra parte del mondo si arricchiva. Dobbiamo imparare a pensare che un sacrificio sulla nostra casa, in Sardegna, debba essere fatto per noi e non per gli altri perché non può essere accettabile che ancora una volta qualcuno venga a lucrare sulla nostra terra. E questo partendo dal presupposto che saremo comunque costretti a sacrificare parte del nostro territorio, perché è la storia che ce lo chiede. Il nostro gruppo saluta positivamente questo ordine del giorno, che è solo una goccia del nostro mare: la speranza è fare fronte comune, facendo sentire la nostra voce».

Intanto, giovedì 25 luglio, alle 19.00, presso il giardino della Torre Canai, il comune di Sant’Antioco organizza un incontro aperto a tutti per parlare di transizione ecologica giusta e contro la speculazione energetica, con la partecipazione dell’attrice Caterina Murino, nata a Sant’Antioco, tra le animatrici del movimento sardo e trasversale che si oppone alla speculazione.

Interverranno: Ignazio Locci, Stefano Rombi e Antonello Puggioni, rispettivamente sindaci di Sant’Antioco, Carloforte e Calasetta; Graziano Bullegas – Presidente di Italia Nostra, e Salvatore Obino – Comitato no speculazione energetica Carloforte.

Modera Maria Grazia Demontis, del Coordinamento Gallura contro la speculazione eolica e fotovoltaica.

 

I giorni scorsi i portatori di interessi diffusi e collettivi Italia Nostra Sardegna, Cagliari Social Forum, Comitato Riconversione RWM, Unione Sindacale di Base Sardegna, Assotziu Consumadoris Sardigna, Confederazione Sindacale Sarda e Cobas Cagliari hanno inoltrato un corposo documento con relativi allegati grafici e relazioni tecniche col quale chiedono alla Direzione Generale dell’Agenzia Regionale del Distretto Idrografico della Sardegna di respingere la richiesta di cancellazione dal reticolo idrografico dei corpi idrici interni alla proprietà di RWM Italia S.pa., così come formulata nella Relazione Tecnica presentata dalla società RWM Italia spa ai comuni di Iglesias e Domusnovas e fatta propria dai rispettivi Consigli Comunali.
Il documento inoltrato fa presente che la richiesta di cancellazione è stata redatta sulla base di una descrizione irrealistica e incompleta, che non corrisponde all’assetto attuale delle aree interne allo stabilimento RWM e ignora i rischi idrogeologici presenti nell’area in esame. Infatti, l’assetto plano-altimetrico reale, così come l’andamento effettivo dei corsi d’acqua interni allo stabilimento RWM, risultano notevolmente differenti rispetto a quelli descritti nelle Relazioni Tecniche che ne giustificano la cancellazione in quanto non tengono conto delle rilevantissime modificazioni intercorse dal 1998 ad oggi per effetto del notevole ampliamento dello stabilimento (in particolare tra il 2016 e il 2021).
Così come non viene considerata la presenza simultanea nell’area di studio di una zona a rischio idrogeologico molto elevato (Hi4) e di uno stabilimento a elevato rischio di incidente, coesistenza che comporta un Rischio Idraulico molto elevato (livello Ri4) in un’ampia fascia nella quale lo stabilimento è attraversato dal Rio Figu, e nella quale confluiscono buona parte dei corsi d’acqua dei quali si sostiene l’irrilevanza e si richiede la cancellazione dal reticolo idrografico.
Il documento presentato dai portatori di interesse all’Agenzia Regionale del Distretto Idrografico evidenzia la superficialità della documentazione tecnica a supporto della cancellazione dei fiumi in quanto è del tutto assente una rilevazione aggiornata dell’area, un supporto fotografico del sito, sono del tutto ignorate le grandi trasformazioni prodotte dai lavori di ampliamento dello stabilimento dal 1998 ad oggi, in particolare quelli recentissimi, realizzati dal 2016 al 2021 e risultati poi irregolari alla luce delle sentenze del Consiglio di Stato che hanno annullato le relative autorizzazioni edilizie.
Non si è tenuto conto della criticità dell’area interessata da elevati rischi idrogeologici, non solo per la presenza del Rio Figu, che attraversa lo stabilimento in una zona ad elevato rischio di esondazione, ma anche per le zone franose, ad elevata acclività, con la presenza di depositi minerari abbandonati e instabili, così come è del tutto assente la descrizione del modello geologico, del modello geotecnico e dello schema geomorfologico, come raccomandato anche dall’ordine dei Geologi.
Viste le imponenti edificazioni, gli scavi e gli sbancamenti realizzati nell’area in seguito agli ampliamenti dello stabilimento RWM, anche nelle fasce di prima salvaguardia dei corsi d’acqua in esame, e persino nella zona a pericolosità idraulica molto elevata (Hi4), la cancellazione dal reticolo idrografico dei corsi d’acqua interni al perimetro dello stabilimento potrebbe oltretutto avere l’effetto di “sanare” in modo irregolare eventuali abusi commessi nell’area.
Per tutti questi motivi le sottoscritte Associazioni portatrici di interessi diffusi e collettivi hanno richiesto che venga rigettata la richiesta di variazione del reticolo idrografico interno delle aree della società RWM Italia S.p.a. e il mantenimento dell’attuale reticolo idrografico, aggiornandolo alla situazione reale che si è venuta a creare con l’ampliamento dello stabilimento, accertando anche l’eventuale realizzazione di opere abusive in una zona a rischio idrogeologico molto elevato (Hi4), dove vige l’inedificabilità assoluta per quanto riguarda gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante, come quello della RWM di Domusnovas-Iglesias.

Graziano Bullegas

Le associazioni ambientaliste Italia Nostra, Lipu, Wwf e Legambiente della Sardegna condividono la proposta avanzata dal Comitato Porto Solki per il finanziamento tramite il Just Transition Fund dell’intervento per l’Interramento dell’elettrodotto a 150Kv che attraversa il SIC ITB042223 “stagno di Santa Caterina” e la laguna di Sant’Antioco, significativa IBA (Important Bird Area).
Le scriventi Associazioni già a dicembre del 2017 hanno presentato alla Regione Sardegna, alla società Terna spa e ad altri enti una segnalazione per evidenziare i danni causati dalle linee di alta tensione agli uccelli che popolano e percorrono gli stagni e le lagune del sud-ovest sardo. Nella stessa nota le Associazioni ambientaliste della Sardegna hanno avanzato una analoga proposta chiedendo che l’opera venisse finanziata attraverso i fondi Fsc del Patto per la Sardegna di 20 milioni di euro previsti per le zone umide.
Graziano Bullegas, Francesco Guillot, Carmelo Spada ed Annalisa Colombu, in rappresentanza delle proprie Associazioni, auspicano che l’iniziativa del Comitato Porto Solki serva da stimolo alle amministrazioni pubbliche affinché predispongano progetti di interesse ambientale e naturalistico. Chiedono che la proposta venga accolta e che i tralicci e l’elettrodotto, veri e propri corpi estranei in un’area di rilevante interesse naturalistico, vengano al più presto rimossi, per lasciare spazio ad attività compatibili con la sensibilità dell’area e rispettose dell’avifauna che la popola.
Tale opera servirebbe ad adeguare l’elettrodotto alle «linee guida ISPRA per la mitigazione dell’impatto delle Linee Elettriche sull’avifauna (maggio 2008)” che indicano tra le soluzioni possibili e risolutive»… l’interramento delle linee AT che attraversano o sono limitrofe a siti inclusi in rete Natura 2000 dove è segnalata la presenza di specie ornitiche minacciate.

Graziano Bullegas – Italia Nostra Sardegna

Francesco Guillot – Sardegna LIPU

Carmelo Spada – WWF Sardegna

Annalisa Colombu – Legambiente Sardegna

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Italia Nostra Sardegna e WWF contestano la proposta di legge della maggioranza tese a modificare le norme del PPR. «La proposta di legge Mula, Giagoni, Mura, Sechi e altri – presentata i giorni scorsi in Consiglio regionale e intitolata “Modifiche alla Legge Regionale 20 dicembre 2019 n. 22 … e norme di interpretazione autentica del Piano Paesaggistico Regionale” – mira a scardinare il Piano Paesaggistico Regionale pretendendo di darne una interpretazione autentica dopo 14 anni di corretta applicazione, dopo numerose sentenze di legittimità da parte dei giudici amministrativi e dopo aver superato quasi indenne i tentativi di revisione/stravolgimento da parte di tutte le Giunte Regionali che si sono susseguite dopo la giunta Soru che lo ha approvato», scrivono in una nota Graziano Bullegas di Italia Nostra Sardegna e Carmelo Spada del Wwf Sardegna.

«Non si capisce come una legge regionale possa modificare una norma che è frutto di un’intesa tra Regione e Ministero dei BBCCaggiungono Graziano Bullegas e Carmelo Spada -. Infatti, così come previsto dal Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modifiche ed integrazioni, il Piano Paesaggistico Regionale è stato sottoposto all’attenzione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per la prevista intesa. Pertanto qualsiasi modifica allo strumento di Pianificazione Paesaggistica deve seguire il rigido protocollo previsto dall’art. 143 del Codice dei Beni Culturali ed essendo quindi basato su un accordo tra pubbliche amministrazioni non può in nessun caso essere “interpretato autenticamente” da una delle amministrazioni contraenti, tanto meno se l’obbiettivo è quello di eliminare le tutele paesaggistiche della fascia costiera, dei beni identitari e dalle zone agricole della Sardegna. Insomma, se la proposta fosse approvata, sarebbe l’ennesima legge da impugnare davanti alla Corte Costituzionale, cosa che ci proponiamo di fare il giorno dopo la sua emanazione.»

«L’ennesima proroga al Piano Casa si commenta da sé sottolineano Graziano Bullegas e Carmelo Spada -. Una disposizione straordinaria inventata nel 2009 e finalizzata al “sostegno dell’economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo” si è trasformata in un provvedimento ordinario, rinnovato di anno in anno, utile per giustificare deroghe permanenti ai PUC e all’intera pianificazione urbanistica.»

«Uno strumento che non ha neppure sortito l’effetto di rilanciare l’edilizia, visto che in Sardegna il settore ha perso oltre il 50% degli addetti negli ultimi 10 anni. Ma, grazie a questo provvedimento “distruggi città”, sono stati stravolti interi centri urbani, con la creazione di mostruosi edifici slegati dai contesti urbanistici. Italia Nostra e WWF Sardegna ritengono che sia arrivato il momento di fermare questa permanente aggressione al territorio e di ripensare l’urbanistica e la pianificazione paesaggistica della Sardegna strettamente legata al futuro che si intende dare alla nostra isola concludono Graziano Bullegas e Carmelo Spada -, capace di dare concrete risposte ai reali bisogni della comunità sarda, allo spopolamento dei territori, ad un turismo responsabile, sostenibile e rispettoso dei beni ambientali e paesaggistici.»

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Nei giorni scorsi Italia Nostra Sardegna ha indirizzato al presidente dell’ANCI una lettera, nella quale oltre a chiarire la posizione dell’associazione nei confronti della tecnologia 5G, vengono avanzate alcune specifiche proposte e richieste.

Come è noto la tecnologia 5G rappresenta l’implementazione di una rete (sostitutiva dell’attuale 4GLTE) che, sfruttando alte frequenze, consente di elevare la velocità dei segnali, ma che nello stesso tempo costringe ad aumentare il numero dei ripetitori. Tutto ciò comporterà un incremento esponenziale del livello di inquinamento da elettrosmog, i cui effetti sulla salute della popolazione e degli ecosistemi sono ignoti.

Autorevoli fonti scientifiche non escludono la possibilità di un rapporto causa/effetto tra radiofrequenze/cancro ed in ogni caso sono stati evidenziati casi di elettrosensibilità da elettrosmog in molti soggetti. Peraltro, la stessa Unione europea e numerose sentenze hanno riconosciuto l’oggettiva esistenza di tali legami.

Poiché l’installazione delle reti 5G sta procedendo senza la preventiva informazione d’obbligo e senza alcuna valutazione del rischio sanitario, mentre intere comunità si trovano esposte ad una sperimentazione senza esserne a conoscenza, Italia Nostra Sardegna ha esortato la presidenza regionale dell’ANCI affinché i Sindaci, responsabili della salute pubblica delle comunità che rappresentano, assumano iniziative di prevenzione sanitaria attraverso l’adozione di delibere o ordinanze che vietino l’installazione di ripetitori 5G in forza dell’applicazione del principio di precauzione. Alcuni sindaci della Sardegna e del Continente, tra l’altro, hanno già adottato questi provvedimenti. Nello stesso tempo, in applicazione del principio di trasparenza, viene richiesto che le comunità e gli stakeholders siano preventivamente consultati in riferimento alle iniziative e decisioni future.

Italia Nostra Sardegna ritiene che l’applicazione del principio di precauzione, oggi più che mai, debba essere il motivo conduttore delle azioni di governo. È, infatti, sotto gli occhi di tutti come la sottovalutazione degli impatti sulla salute collettiva di alcuni fattori di non difficile prevedibilità sia costata alla collettività la perdita di molte vite, delle libertà individuali, dei normali rapporti sociali ed alla Nazione un danno economico ed occupazionale incalcolabile.

Graziano Bullegas