24 April, 2024
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Il 2021 inizia con un’importante azione ordinistica ad alto impatto sociale e comunicativo: la traduzione del Codice Deontologico attraverso il vissuto, il linguaggio, i pensieri e i punti di vista delle persone con disabilità intellettiva.
In collaborazione con Anffas Pavia ed il supporto di Fnopi e Anffas Nazionale, l’Opi Carbonia Iglesias e i ragazzi e gli educatori di Casa Satellite stanno lavorando ad una stesura degli articoli che compongono la carta codicistica infermieristica, affinché un’altra ampia fetta di cittadini possa condividere, comprendere e fare propri gli intendimenti e i precetti approvati dalla comunità professionale nel 2019.
«La rappresentanza professionale migliora gli uomini e le donne se si impegna ad elevare la stessa idea della vita di tutti: oggi ci assumiamo con Casa Satellite l’impegno di far fruire il Codice Deontologico Infermieristico ai disabili intellettivi, con un linguaggio facile da leggere (EASY READ) che discende dal progetto PATHWAY 2 di EUROPEAN INCLUSION, e che realizzeremo in una apposita pubblicazione cartacea e webdice il presidente Graziano Lebiu -. Saranno gli infermieri e gli educatori ad aiutare ragazzi disabili intellettivi a comprendere i contenuti del Codice, per mezzo di parole e immagini semplici.»
«Non è solo una questione tecnica di traduzione del documento, ma culturale e di pari opportunitàconclude Graziano Lebiu -, per far vivere pienamente alle persone con disabilità intellettiva il Codice Deontologico e condividere con loro chi siamo e cosa facciamo e quali siano i loro diritti.»

Graziano Lebiu è stato confermato presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche del Sulcis Iglesiente. E’ stato eletto a seguito delle elezioni svoltesi il 28, 29 a 30 novembre scorsi, nella sala conferenze dell’ospedale Sirai di Carbonia.

Sono stati eletti anche tutti gli altri componenti del quadro direttivo:
vice presidente: Claudia Puddu; tesoriere: Sergio Lai; segretaria: Stefania Accotzu; consiglieri: Brunella Porcu, Paolo Boi, Andrea Matzutzi, Stefano Stori e Renato Loddo.
Per il Collegio dei Revisori dei Conti:, componenti Francesco Loi ed Ilenia Servetti, supplente Stefania Massa.
«Il quadriennio porta definitivamente a compimento la legge 3/2018 con il passaggio da Collegio ad Ordine, con gli impatti per la rappresentanza professionale e per la programmazione delle azioni ordinistiche nelle prospettive politiche e sociali per la comunità infermieristica, per la sanità del Sulcis Iglesiente e per i diritti dei cittadini che si possono intuire.
Chi ambisce a rappresentare una comunità professionale deve indurla a non sentirsi periferia nella sanità pubblica o privata nella quale è impiegata e nell’Ordine Professionale Infermieristico di appartenenza, deve proporre ed elaborare progetti e prospettive contenenti un approdo e non scatole vuote, deve onorare e rispettare il pensiero diverso dal proprio riflettendo sul perché di un altro punto di vista, deve ascoltare senza che nessuno parli, deve dare continuità alle voci altrui senza sovrapporre il proprio timbro, deve cogliere il meglio di una alternativa e non trattarla come un intralcio, deve provare ad essere inclusivo e non divisivo, deve dialogare con tutti siano istituzioni nazionali/regionali/territoriali, associazioni, sindacati, dirigenti della sanità pubblica e privata, cittadini, giornalisti, iscritti all’Albo.
Nel solco delle importanti iniziative portate avanti dall’Ordine Professionale nei trienni scorsi, oltre l’ordinaria amministrazione i prossimi impegni di rilevanza nazionale ed internazionale sono la stesura del Codice Deontologico Infermieristico dedicato alle persone con disabilità intellettiva e l’istituzione del Museo permanente ed Internazionale di Filatelia infermieristica con sede in un comune del Sulcis Iglesiente.»

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Il giorno 29 ottobre 2020 sarà emesso un francobollo dedicato alla professione infermieristica e all’infermiera Florence Nightingale, nel bicentenario della sua nascita. A Firenze, presso lo storico Spazio Filatelia in via Pellicceria, l’avvenimento sarà impreziosito dalla condivisione, nei giorni 28 e 29 ottobre, per la prima volta in assoluto e a livello internazionale, della collezione di filatelia infermieristica allestita dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI) di Carbonia Iglesias e curata dal presidente Graziano Lebiu, autorizzato, nel pieno e rigoroso rispetto delle norme di cui ai DPCM sul controllo dell’infezione CoViD19, ad esporre oltre 900 opere dedicate al Nursing nella sua accezione più alta, completa e complessiva possibile e che consiste in un elaborato culturale e materiale, realizzato e reso disponibile solo con originali nel numero più importante possibile tra francobolli, buste, cartoline, annulli.
Partendo dall’evidenza che la filatelia è sia esperienza storica, sociale, culturale ed estetica, che intrattenimento e gusto della ricerca, e che le emissioni rappresentano la considerazione, l’attenzione, il riconoscimento, l’interesse e l’approfondimento di uno stato, di una società, di una comunità politica per un concetto e su avvenimenti speciali, soprattutto in questi tempi di lotta alla pandemia non si può non evidenziare che assistere e curare è sempre un avvenimento speciale.
Ecco quindi la preziosissima esposizione filatelica infermieristica, curata dall’OPI Carbonia Iglesias in collaborazione con la FNOPI: un insieme di obiettivi di uno stesso ingranaggio culturale che vanno dal documentare l’evoluzione e lo status quo, dalla narrazione e alla suggestione, dalla modernità alla dimensione della professione infermieristica attraverso l’autorevolezza di immagini ed istantanee di piccole-grandi opere d’arte che vanno a comporre il mosaico più ampio che e’ il prendersi cura degli altri in tutti i continenti ed in una infinità di situazioni.
Miniature di pochi centimetri quadrati che ricomprendono il gesto assistenziale, la funzione professionale, le risposte alle domande di salute e sanità pubblica, la cooperazione e l’interdisciplina, il lavoro autonomo ed in equipe, l’emergenza e la routine, l’ospedale ed il territorio, la teoria e la pratica, il 900 e il terzo millennio: un viaggio di scoperta internazionale.
La collezione internazionale andrà prossimamente ad essere ospitata in maniera permanente in un Museo Filatelico Infermieristico appositamente dedicato ed individuato nel Sulcis Iglesiente.

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Il presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche Carbonia Iglesias, Graziano Lebiu, ha inviato una nota al Direttore della ASSL di Carbonia, Ferdinando Angelantoni, sul caso di positività al Covid-19 di un infermiere del Sirai di Carbonia.

«Gentile Direttore, apprendiamo che tra gli iscritti all’Ordine si sia verificato un caso di positività presso una Struttura Complessa del Presidio Ospedaliero Sirai afferente al Dipartimento Chirurgicoscrive Graziano Lebiu nella nota pubblicata nel sito internet dell’OPI Carbonia Iglesias -. In particolare, parrebbe che il suddetto infermiere sia entrato in contatto con due dirigenti medici della stessa Struttura Complessa cui in precedenza venivano riscontrate positività al CoViD-19.

Considerato che, secondo quanto riferito, il periodo finestra tra la precedente positività dei due sanitari medici della stessa Struttura Complessa e l’effettuazione dei tamponi al personale infermieristico sia quantificabile in almeno quattro giorni e che i test sono stati eseguiti solo dopo le responsabili insistenze dei diretti interessati e non per automatismo procedurale, si ritiene che la situazione abbia esposto gli assistiti ed il personale a rischi non accettabili aggiunge Graziano Lebiu -. Risulta in particolare che l’infermiere accertato come positivo (ed inizialmente asintomatico), come del resto altri colleghi che avrebbero potuto esserlo, abbia continuato a prestare servizio con grave rischio di estensione del contagio.

Situazione di pericolo, beninteso, certamente non addebitabile all’infermiere, ma riconducibile al ritardo con il quale sono state adottate le necessarie procedure di controllo/sorveglianza.

L’Ordine delle Professioni Infermieristicheconclude Graziano Lebiu nell’esprimere la propria preoccupazione per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro dei propri iscritti all’Albo e per le ovvie ricadute assistenziali, confida che nell’immediato futuro siano adottate più efficaci e puntuali misure di prevenzione.

Resta inteso, che si vigilerà con la massima attenzione, perché siffatte situazioni non abbiano più a ripetersi, con riserva di eventuali ulteriori determinazioni.»

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Sarà visitabile fino al 15 novembre la mostra “Minatori e Miniere tra lampade e sottosuolo. B’at zente asut’e terra cada die traballande”. Frammenti di storia mineraria attraverso il linguaggio filatelico, mostra filatelica internazionale dedicata ai minatori.
La mostra, inaugurata il 26 settembre scorso in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, è stata allestita, curata da Graziano Lebiu ed è visitabile dal martedì alla domenica, dalle ore 10.00 alle ore 17.00.
L’esposizione consiste in duecento pezzi tra francobolli, buste e cartoline legate alla tematica del lavoro in miniera. La gravosità del lavoro nelle miniere diventa in filatelia un’opportunità culturale capace di rappresentare intere generazioni industriali e operaie all’interno della comunità e i loro territori. Imparare per la vita era una necessità: tramandare le conoscenze di padre in figlio, da minatore anziano a nuovo assunto, faceva la differenza tra la vita e la morte. Il filo conduttore tra i francobolli dedicati ai minatori e alle miniere, alle loro realtà e all’immaginario collettivo rispetto alle condizioni del lavoro nel sottosuolo, risiede nell’identità della miniera quale luogo di aggregazione talmente unico da marchiare profondamente lo sviluppo non solo del minatore e della sua famiglia, non solo dell’industria e dei suoi piani aziendali, ma delle società e delle nazioni che ospitavano l’intera filiera produttiva. La collezione stessa è una testimonianza della vita vissuta attraverso la luce di una lampada, quale compagna inseparabile: un raggio di sole artificiale che ha scandito turni e ore di lavoro. Una testimonianza che diventa veicolo di conoscenza e coscienza del passato per le nuove generazioni, così lontane da questi modelli di vita.
La mostra filatelica è ad ingresso gratuito.

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Il Museo del Carbone aderisce alle Giornate Europee del Patrimonio 2020, programmate per il 26 e 27 settembre, che quest’anno hanno come tema principale “Learning for life – Imparare per la vita”. Entrambe le giornate prevedono l’ingresso con biglietto ridotto (€ 6.00) per la visita guidata del sottosuolo e della Sala Argani.
Sabato 26 settembre, alle ore 18.00, sarà inoltre inaugurata la mostra “Minatori e Miniere tra lampade e sottosuolo. B’at zente asut’e terra cada die traballande”. Frammenti di storia mineraria attraverso il linguaggio filatelico, mostra filatelica internazionale dedicata ai minatori.
In esposizione duecento pezzi tra francobolli, buste e cartoline legate alla tematica del lavoro in miniera. La gravosità del lavoro nelle miniere diventa in filatelia un’opportunità culturale capace di rappresentare intere generazioni industriali e operaie all’interno della comunità e i loro territori. Imparare per la vita era una necessità: tramandare le conoscenze di padre in figlio, da minatore anziano a nuovo assunto, faceva la differenza tra la vita e la morte. Il filo conduttore tra i francobolli dedicati ai minatori e alle miniere, alle loro realtà e all’immaginario collettivo rispetto alle condizioni del lavoro nel sottosuolo, risiede nell’identità della miniera quale luogo di aggregazione talmente unico da marchiare profondamente lo sviluppo non solo del minatore e della sua famiglia, non solo dell’industria e dei suoi piani aziendali, ma delle società e delle nazioni che ospitavano l’intera filiera produttiva. La collezione stessa è una testimonianza della vita vissuta attraverso la luce di una lampada, quale compagna inseparabile: un raggio di sole artificiale che ha scandito turni e ore di lavoro. Una testimonianza che diventa veicolo di conoscenza e coscienza del passato per le nuove generazioni, così lontane da questi modelli di vita.
La collezione e l’allestimento sono a cura di Graziano Lebiu. All’inaugurazione sarà presente Piero Marras, autore della canzone il cui titolo “B’at zente asut’e terra cada die traballande” caratterizza
l’allestimento.
La mostra filatelica sarà ad ingresso gratuito.
Visita guidata della galleria sotterranea: biglietto ridotto €6,00 (nelle due giornate), prenotazione obbligatoria al numero 0781 62727
È obbligatorio l’uso della mascherina.
Domenica 27 settembre, dalle ore 10.00 alle ore 18.00, visite guidate gratuite alle Domus de Janas presenti nel Parco archeologico urbano di Cannas di Sotto.
L’evento è organizzato dal Simuc in collaborazione con il comune di Carbonia.
Le visite saranno un vero e proprio viaggio alla scoperta delle suggestive Domus de Janas, da tombe preistoriche a “Case delle Fate”.
Le visite guidate si svolgeranno ad orari prefissati:
– 10.15
– 11.15
– 12.15
– 15.15
– 16.15
– 17.15
È necessaria la prenotazione ai numeri 0781.1867304/345.8886058 (dal martedì alla domenica, 10.00-13.00/14.00-19.00) o tramite email all’indirizzo carbonia@sistemamuseo.it
L’ingresso è gratuito. I posti sono limitati.
Nel rispetto delle norme per contrastare la diffusione del Covid, sarà obbligatorio:
– igienizzare le mani all’ingresso
– indossare la mascherina per tutta la durata della visita
– tenere la distanza di almeno 1 metro tra i visitatori
L’ingresso all’area archeologica avverrà dalla via Fertilia.

Il Museo del Carbone aderisce alle Giornate Europee del Patrimonio 2020, programmate per il 26 e 27 settembre, che quest’anno hanno come tema principale Learning for life – Imparare per la vita. Entrambe le giornate prevedono l’ingresso con biglietto ridotto (€ 6.00) per la visita guidata del sottosuolo e della Sala Argani.

Sabato 26 settembre, alle ore 18.00 sarà inoltre inaugurata la mostra Minatori e Miniere tra lampade e sottosuolo. B’at zente asut’e terra cada die traballande. “Frammenti di storia mineraria attraverso il linguaggio filatelico”, mostra filatelica internazionale dedicata ai minatori.

In esposizione duecento pezzi tra francobolli, buste e cartoline legate alla tematica del lavoro in miniera. La gravosità del lavoro nelle miniere diventa in filatelia un’opportunità culturale capace di rappresentare intere generazioni industriali e operaie all’interno della comunità e i loro territori. Imparare per la vita era una necessità: tramandare le conoscenze di padre in figlio, da minatore anziano a nuovo assunto, faceva la differenza tra la vita e la morte. Il filo conduttore tra i francobolli dedicati ai minatori e alle miniere, alle loro realtà e all’immaginario collettivo rispetto alle condizioni del lavoro nel sottosuolo, risiede nell’identità della miniera quale luogo di aggregazione talmente unico da marchiare profondamente lo sviluppo non solo del minatore e della sua famiglia, non solo dell’industria e dei suoi piani aziendali, ma delle società e delle nazioni che ospitavano l’intera filiera produttiva. La collezione stessa è una testimonianza della vita vissuta attraverso la luce di una lampada, quale compagna inseparabile: un raggio di sole artificiale che ha scandito turni e ore di lavoro. Una testimonianza che diventa veicolo di conoscenza e coscienza del passato per le nuove generazioni, così lontane da questi modelli di vita.

Collezione ed allestimento di Graziano Lebiu

Ingressi:

Mostra filatelica: ingresso gratuito

Visita guidata della galleria sotterranea: biglietto ridotto  €6,00 (nelle due giornate), prenotazione obbligatoria al numero 0781 62727

E’ obbligatorio l’uso della mascherina.

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Con l’approvazione definitiva della Riforma sanitaria, il territorio e i cittadini del Sulcis Iglesiente riconquistano la ASL autonoma e cessano di essere segmento marginale in ATS.

La riforma arriva però a compimento con un ruolino di marcia a rilento rispetto ai tempi previsti, pur condizionati dalla fase pandemica.

Nel frattempo, e avendo comunque tutti contezza dell’innovativo assetto politico, gestionale e organizzativo in divenire nella sanità regionale, abbiamo assistito a determine aziendali ATS legittime ma non di meno inopportune, e che stanno replicando ricadute importanti anche in ASSL Carbonia.

Dal 16 di luglio us e dopo una dozzina di anni vincitore di concorso, ha infatti cessato di essere Direttore dell’SPS ATS/ASSL Carbonia il dirigente dr. Antonello Cuccuru, assegnato dal 1 di settembre alla ATS/ASSL di Nuoro.

Esattamente lo stesso 1 settembre, ATS/ASSL Nuoro e ATS/ASSL Carbonia hanno cessato la loro ragione giuridica e diventano ASL Nuoro 3 e ASL Sulcis 7, con tutto ciò che ne consegue e che se ne può intuire.

Riferito alla tempistica e non alla sostanza e alla forma, non possiamo non domandarci a che pro una delibera aziendale ad un passo dall’ufficiale Riforma sanitaria 2020, che stravolge assetti gestionali e di responsabilità apicale che non avranno senso di esistere.

Per anticipare possibili deduzioni strumentali, la questione alla sua attenzione non verte intorno alla doglianza per il Direttore assegnato ad altra sede, ma per essere venute meno tutta una serie di considerazioni gestionali che con l’approvazione della reintroduzione delle otto ASL non si potevano non compiere.

E’ svilita la considerazione della centralità del Servizio Professioni Sanitarie in ASSL Carbonia, e con essa l’ago della bilancia organizzativa e assistenziale rappresentata da coordinatori, infermieri, infermiere pediatriche, che dal 16 luglio us sono privi di punti di riferimento effettivi e non virtuali, ostaggio del rimbalzo e degli esiti delle responsabilità e delle annose e persistenti criticità del sistema salute ad iniziare dalla carenza delle dotazioni organiche per arrivare alle qualità delle prestazioni attese rispetto a quelle rese, senza disconoscere l’enorme questione aperta in ordine al volume e alla tipologia delle “competenze” pretese e alla correlazione di un esercizio professionale border line quando la pianificazione di “che servizio garantire all’utenza dove e con quali professionisti sanitari”, latita perché il cerino acceso è sempre nelle mani del prossimo.

Un vulnus che ultime determine in ATS Sardegna non contribuiranno certo a risolvere e che per certi versi è perfino ipotizzabile che possa elevarsi.

Rendere di fatto assorbita una Direzione SPS nell’area metropolitana cagliaritana è in controtendenza rispetto alla legge di Riforma sanitaria appena approvata, ma questa era e/o doveva essere notorio.

Nei pochissimi giorni tra il momento del passaggio di un sistema sanitario ad un altro, come si sarebbe potuto realizzare il forte legame con i professionisti sanitari infermieri, con il territorio, nei servizi e nelle unità operative, nei tre Presidi Ospedalieri e nei Distretti e come poter contribuire al miglioramento delle dotazioni organiche e alla garanzia di risposte dirigenziali importanti e adeguate, probabilmente resterà un quesito senza risposta.

Attendere da parte di ATS Sardegna le scelte del decisore politico di cui al 1 settembre 2020, sarebbe stata un’assunzione di responsabilità commisurata al contesto e apprezzata.

Si è scelto legittimamente di avviare un effetto domino che, superate le ultimissime schermaglie, era prevedibile venisse interrotto alla prima votazione utile in aula consiliare regionale sarda.

Graziano Lebiu

Presidente OPI Carbonia Iglesias

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Questa mattina il sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci e la consigliera comunale con delega alla Cultura Rosalba Cossu hanno ricevuto il presidente dell’OPI (Ordine delle professioni infermieristiche Carbonia Iglesias), Graziano Lebiu, e una delegazione delle 34 sarte “Mani D’oro” che, in occasione dell’emergenza Covid, hanno confezionato 18mila mascherine. Presidi che hanno poi raggiunto cittadini, istituzioni, farmacie, parafarmacie, medici di famiglia, pediatri di libera scelta, comuni, associazioni, enti diversi, reparti ospedalieri e servizi territoriali, biblioteche, musei, scuole elementari, giornalisti, sindacati, assessorati ai servizi sociali, volontari del soccorso, forze dell’ordine, fragili, disabili, cronici, anziani. Nell’occasione, l’OPI e le sarte hanno donato al comune di Sant’Antioco un quadro celebrativo dell’impresa, raffigurante i volti delle donne antiochensi accanto ad alcuni esemplari delle mascherine.

Un lavoro instancabile, quello di confezionamento svoltosi particolarmente nei mesi del lockdown, coordinato direttamente dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche Carbonia Iglesias, che si è occupato della fase progettuale ed ha coinvolto anche sarte dei comuni di Calasetta, Carbonia e Vullamassargia, e della consegna gratuita in tutto il territorio del Sulcis Iglesiente, e non solo.

«Siamo felici di ricevere questo quadro celebrativocommenta il sindaco Ignazio Locci un gesto che simboleggia il valore di comunità di Sant’Antioco e rende onore all’OPI e alle donne che nei mesi scorsi, chine sulla macchina da cucire, hanno confezionato decine di migliaia di mascherine. Un esempio per tutti. A loro diciamo grazie anche a nome di tutti coloro che, in un momento di forte difficoltà, hanno potuto disporre di una mascherina. Se è possibile trovare un lato positivo nell’emergenza Coronavirus, lo rappresenta appieno il lavoro straordinario delle sarte Mani D’Oro.»

 

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Domani, venerdì 24 luglio, alle 11.00, presso il Municipio di Sant’Antioco, verrà consegnato alla comunità antiochense, nelle mani del sindaco Ignazio Locci, un quadro di importanti dimensioni che ricomprenderà una considerevole selezione delle mascherine protettive per adulti e pediatriche che le 34 sarte “Mani d’Oro”, chine per ore e settimane sulle loro macchine da cucire, hanno confezionato per complessive 18.000 unità che hanno raggiunto cittadini, istituzioni, farmacie, parafarmacie, medici di famiglia, pediatri di libera scelta, Comuni, associazioni, enti diversi, reparti ospedalieri e servizi territoriali, biblioteche, musei, scuole elementari, giornalisti, sindacati, assessorati ai servizi sociali, volontari del soccorso, forze dell’ordine, fragili, disabili, cronici, anziani.

E’ stato un lavoro instancabile coordinato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche Carbonia Iglesias, che ha curato la fase progettuale e di consegna gratuita ovunque pervenuta una richiesta da parte di chiunque avesse manifestato bisogno in tutto il Sulcis Iglesiente ma non solo. Un’attività operosa e solidale dall’alto valore umano, sociale e sanitario che meritava di essere per sempre ricordata e per le future generazioni con l’esposizione di una mascherina per ognuna della 34 sarte che si sono avvicendate nel progetto, e che hanno contribuito ad onorare il comune di Sant’Antioco e tracciare una linea politica: si può fare qualcosa per il prossimo, quando serve, senza averne niente in cambio nell’immediato ma tantissimo in termini di soddisfazione personale e di gratificazione sociale.

Le sarte e gli infermieri hanno scelto di uscire dall’ambito della lamentazione ed entrare nel contesto della fattibilità delle cose e quando municipi come quello di Sant’Antioco rispondono, il risultato non poteva che essere quello ottenuto: entrare in tutte le case di cittadini e istituzioni che hanno colto il valore dello stare insieme e fare rete solidale, perché da soli nessuno potrà mai andare da nessuna parte. Insieme, invece, è dimostrato che è possibile fare e arrivare all’obiettivo.

Graziano Lebiu

Presidente OPI Carbonia Iglesias