18 December, 2025
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Da troppo tempo il comune di Sant’Antioco attende il risanamento ambientale, definitivo, delle aree ex Sardamag, su cui un tempo sorgeva la fabbrica di ossido di magnesio, attiva fino a cavallo degli anni Ottanta e Novanta. Da allora generazioni di antiochensi hanno imparato a convivere con l’attesa, dopo la demolizione dei manufatti della fabbrica che ha lasciato una landa desolata all’ingresso del centro abitato. Un biglietto da visita oltremodo ingeneroso per la destinazione turistica di Sant’Antioco, che merita ben altre attenzioni.

La vicenda di bonifica di quelle aree è nota a tutti: annosa e simbolo dell’incancrenirsi della burocrazia, ha ora davanti a sé un’occasione irripetibile. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, infatti, ha destinato 280 milioni di euro del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2021-2027 alla bonifica dei siti contaminati, a cui si aggiungono 168 milioni di cofinanziamenti pubblici e privati. L’investimento complessivo, pari a quasi 450 milioni di euro, punta alla rigenerazione ambientale e alla valorizzazione dei territori più colpiti dall’inquinamento. Di questi fondi ben 74 milioni sono destinati al SIN del Sulcis-Iglesiente-Guspinese, all’interno del quale ricadono anche le aree ex Sardamag.

Crediamo che, dopo oltre trent’anni di attese, tra progetti, ricerche, affidamenti, consulenze, sia arrivato il momento di finanziare le opere di bonifica, la cui progettazione è completa da anni. Operazioni per le quali occorrono 25 milioni di euro, così come quantificato dagli esperti. Ci auguriamo che la Regione Sardegna conceda le risorse richieste a Igea spa, soggetto proprietario delle zone ex Sardamag, dando così corso a un risanamento atteso da troppo tempo. Ci consentirebbe di dare gambe ai progetti realizzabili in quegli ettari di terreno, così come previsti dalla pianificazione urbanistica già ampiamente delineata. Confidiamo nelle parole del viceministro Vannia Gava, per il quale “Bonificare significa restituire valore ai territori, migliorare la qualità della vita e trasformare le criticità ambientali in opportunità di sviluppo e rigenerazione”.

Ignazio Locci

Sindaco Comune di Sant’Antioco

Nella foto di copertina il vecchio stabilimento Sardamag

Sant’Antioco, sono 210000 euro i finanziamenti, parte erogati dal comune, parte dalla regione che ha finanziato un progetto presentato dalla Pro Loco insieme a Welcome to Sant’Antioco e ad altri operatori, che serviranno a sostenere una serie di iniziative pensate per animare il Natale Antiochense. Ieri sera in un’aula comunale dove erano rappresentati diversi esponenti degli operatori economici della città il sindaco, insieme a diversi rappresentanti della maggioranza tra i quali l’assessore al turismo Roberta Serrenti e il presidente della Pro Loco, Federico Baghino, ha illustrato il programma delle attività per le prossime feste di Natale, in particolare saranno interessati tre fine settimana di dicembre, dal 6 al 8, dal 13 al 14 e dal 20 al 21. Nell’occasione il corso, dalla sera del sabato sarà chiuso al traffico fino alla domenica e nel primo degli eventi anche il lunedì 8. IL sindaco ha specificato che del finanziamento comunale parte andrà a coprire la spesa per le luminarie, che si annunciano particolarmente brillanti, parte ad integrare il progetto della Pro Loco che ha ricevuto dalla Regione Autonoma della Sardegna 50 mila euro, e parte per altre attività, come i cori Gospel e altre animazioni. Il focus dell’azione di Pro Loco e sindaco è proprio il centro, la parte che da Piazza Italia arriva fino a Piazza Umberto.

«Credo sia importante rimarcareha detto il sindaco Ignazio Locciche il nostro è un progetto mirato alla coesione sociale, dove famiglie e bambini in particolare possono trovare momenti di condivisione delle festività natalizie, in allegria e gustando prodotti del territorio. È una scommessa partita 8 anni fa che ha superato le diffidenze iniziali e coinvolge, con mio grande piacere, molte delle associazioni del territorio e soprattutto gli operatori economici. Si mira al turismo esperienziale ma non solo sperando di essere polo di attrazione soprattutto per il mercato sardo, per gli eventi collaterali sono stati coinvolti anche la Scuola Civica di Musica per un’animazione canora e musicale per tutto il periodo festivo.»

Dopo il sindaco la parola è passata a Roberta Serrenti. «E’ una storia cominciata 1l 15 agosto di 8 anni faha sottolineato – che quest’anno prevede Piazza Italia come centro dell’animazione, casa di Babbo Natale ed Elfi, per i bimbi la possibilità di scrivere la letterina a Babbo Natale, nei pressi del Municipio, il presepe di Gianni Salidu, prestato dall’associazione Sant’Antioco Abbraccia il Mare, e, fra le luminarie ci saranno elementi verdi che poi verranno messi a dimora nei terreni comunali, grazie alla Pro Loco, all’associazione dei Cuochi del Sud Sardegna, a Welcome To Sant’Antioco, ci sarà la possibilità di vedere artigiani e prelibatezze enogastronomiche, di mangiare, per i piccini di provare a cucinare, è importante che coinvolgiamo tutti gli operatori locali per il buon successo della manifestazione.»
«Il nostro Villaggio di Natale prevede la presenza di diversi operatori economici ed è stato possibile grazie alla collaborazione di tantiha aggiunto il presidente della Pro Loco Federico Baghinoabbiamo pensato a tre casette oltre a quelle riservate agli operatori economici e ai cuochi per un percorso esperienziale che consenta a tutti di provare e a noi di valorizzare le produzioni del territorio e della Sardegna. Sono inoltre previsti una serie di spettacoli che successivamente verranno annunciati, con noi collabora anche l’associazione Su Forti.»

Il responsabile della veicolazione pubblicitaria del progetto è Emanuele Zucca che ha specificato come la promozione degli eventi passerà, sui nuovi canali di comunicazione, attraverso influencer Instagram, Facebook e il sito di Welcome to Sant’Antioco, oltre a cartellonistica che arriverà fino a Cagliari, si vuole attrarre innanzitutto il Sud Sardegna e poi tutta la regione.

«Questa attivitàha dichiarato Gianni Esu, per Welcome To Sant’Antiocoha dato grandi soddisfazioni in passato, voglio ricordare che nessun programma è forte se gli operatori economici non partecipano e non si sentono coinvolti, il movimento che si creerà gioverà a tutti ne sono convinto.»

sono intervenuti anche Samuel Rainey per l’associazione Cuochi del Sud Sardegna che ha illustrato le diverse attività che i suoi aderenti metteranno in campo per esaltare profumi e sapori della nostra terra e Filippo Piras, dell’associazione culturale Su Forti che fornirà Babbi Natale e gli Elfi che animeranno le serate.

Carlo Floris

Successo, a Sant’Antioco, per la rassegna “Aperitivo con l’Autore 2025”. Simone Tempia, Piergiorgio Pulixi, Bibbiana Cau, Franco Arminio e Cristina Caboni hanno portato storie molto diverse tra loro. Eppure tutte hanno fatto la stessa cosa: hanno aperto spazi dove riconoscersi. Dove scoprire che le domande che ti tieni dentro le hanno anche altri. Dove capire che non sei solo.

«Volevamo provare qualcosa di diversoracconta Giuditta Sireus, direttrice artistica del Jane Austen Sardegna Club -. Non presentazioni di libri, ma conversazioni vere. Usare le storie per parlare di noi, di quello che ci attraversa, di quello che non sappiamo dire. E la risposta è stata sorprendente: le persone hanno una fame incredibile di questo. Di poter pensare insieme, di sentirsi meno sole nelle proprie domande.»

Le serate si sono riempite non solo di presenze, ma di attenzione. Domande che cercavano risposte vere. Silenzi pieni mentre qualcuno parlava. Discussioni che continuavano tra i tavolini. Libri comprati e prestati subito a qualcun altro. Quella generosità che nasce solo quando una cosa ti ha toccato davvero.

«Una cosa importantecontinua Giuditta Sireusè la sinergia che si è creata tra tutti noi: club, uffici, polizia municipale, biblioteca comunale, pro loco, associazioni e Libreria Giornaland. La comunità che ha partecipato, questo è il segreto di fare le cose bene.»

«Quando abbiamo scelto Piazza De Gasperi sapevamo cosa stavamo facendodice il sindaco Ignazio Locci -. Questo luogo è il cuore simbolico di Sant’Antioco: la basilica, la storia della città si incontrano qui. Ospitare un festival che ha puntato sulla profondità in questo spazio significa dire chi siamo. E la risposta del pubblico ci dice che avevamo ragione: le persone vogliono sostanza, non intrattenimento vuoto. Vogliono bellezza che significhi qualcosa.»

«Ho visto qualcosa che non mi aspettavoaggiunge l’assessore della Cultura Luca Mereu -. Ho visto generazioni diverse parlare tra loro. Ho visto persone che non si conoscevano mettersi a discutere. Ho visto la cultura fare quello che dovrebbe sempre fare: creare comunità. Sant’Antioco ha dimostrato di avere un’identità culturale forte, e questo festival lo conferma. Vogliamo una città dove la bellezza e il pensiero siano davvero per tutti.»

 

Questa mattina (e non è la prima volta) ho incontrato un gruppo di cittadini che mi ha manifestato il proprio stato d’animo di insicurezza dovuto ai ripetuti e intollerabili reati predatori che avvengono ormai quotidianamente. Come riferiscono le forze dell’ordine, infatti, non passa giorno senza che si registrino furti, ovvero denunce. Un clima di incertezza e insicurezza ben noto alimentato dal concetto di “impunità”, che coinvolge l’intera comunità di Sant’Antioco, nessuno escluso: dal Sindaco a ogni singolo cittadino. Questa impunità fa sentire forti e autorizzati a proseguire coloro che delinquono. Del resto, le stesse persone vengono spesso identificate, collezionando denunce che non si traducono in misure concrete, perché questo prevede la legge.

Nell’essere vicini alle forze dell’ordine che svolgono il loro dovere pur senza strumenti giuridici adeguati al caso, mi sento di fare un appello a tutte le forze politiche del territorio, ai parlamentari, al Governo centrale, affinché comprendano che occorrono pene certe e misure di sicurezza, quali la detenzione. Misure che deve garantire lo Stato, la legge. Diversamente, continuerà a passare il concetto di “impunità” che rende “invincibili” gli autori di questi piccoli reati che, per quanto ascritti alla categoria di reati minori, sono capaci di generare panico e pericolo in una comunità pacifica come la nostra.

L’interesse prevalente è la sicurezza dei cittadini e delle persone per bene. Se lo Stato non trova soluzioni, non ci si può lamentare se i cittadini scendono in strada la notte, si organizzano con ronde o quant’altro per garantirsi, da sé, la sicurezza.

Ignazio Locci

Sindaco Comune di Sant’Antioco

A Sant’Antioco, è terminata venerdì 3 ottobre la parte antiochense della manifestazione “Noi Camminiamo in Sardegna 2025”. La kermesse, giunta ormai al quarto anno di vita, promossa dalla Regione Autonoma della Sardegna con il coordinamento dell’associazione Terre di Mezzo, ha interessato 16 cammini sacri o di altra tipologia in tutta la regione che hanno coinvolto tantissimi giornalisti e specialisti del settore del turismo lento, in bicicletta o a piedi o esperti di marketing turistico, ogni percorso locale poi è convenuto a Pula dove, tra il pomeriggio di venerdì 3 e la mattina di sabato 4 ottobre, si è chiusa l’esperienza di questo anno.

A Sant’Antioco gli itinerari, su mandato della Fondazione Destinazioni Pellegrinaggio Sardegna, della Regione autonoma della Sardegna, sono stati predisposti dall’associazione Welcome to Sant’Antioco, e la guida per l’itinerario delle Saline è stata fornita da Gea Ambiente e Turismo, erano presenti, per la documentazione dell’esperienza antiochense, la referente di Terre di Mezzo, Corinne Barbieri, la fotografa e videomaker Francesca Corriga, che per conto della Regione ha seguito l’esperienza locale, gli ospiti erano Marida Grassi, di Bikes Plus Travel, l’operatrice locale Rosamaria Maggio, la giornalista del Corriere della Sera Lorenza Cerbini, e Veronica Spanu, del blog Yallers Italia che si occupa di turismo e viene dalla Moldavia, per l’Amministrazione comunale era presente l’assessora del Turismo Roberta Serrenti.

Alle 12,30, dopo l’accoglienza degli ospiti presso l’Hotel Muma, la comitiva ha avuto l’occasione di salire su una barca di quelle che effettuano Pescaturismo, condotta dal comandante pescatore Mario Sanna, con l’ausilio del suo equipaggio per un pranzo lungo la costa tra Maladroxia e Coacuaddus, viste anche le condizioni meteomarine, e poi una breve escursione sino a Turri. Al rientro è stato possibile visitare, accompagnati dalle consigliere comunali Rosalba Cossu e Salvatorina Iesu il centro storico con le sue peculiarità, da Sa Presonedda, monumento funebre di epoca romana, fino al castello, al Forte Sabaudo e alla zona archeologica vista dall’esterno e poi il rientro per le vie del villaggio ipogeo e il ritorno alla piazza De Gasperi con la vista della Basilica. L’indomani mattina, visita al Museo Archeologico Barreca con la guida, presidente della Coop Archeotur, Rita Lepori, che ha illustrato la nuova dotazione informatica per le visite e il ricco patrimonio di reperti dall’epoca prenuragica, passando per la cultura fenicia, cartaginese e romana. Quindi il gruppo si è trasferito presso le Saline dove il ciclo della raccolta del sale è stato illustrato dalla guida Gloria Gelmi, e si sono seguite le diverse fasi di produzione, dall’immissione delle acque dagli stagni di Porto Pino fino al riempimento delle vasche salanti che consentono una raccolta notevole con l’impiego di sole 15 persone, rispetto alle circa 180 impiegate al tempo della gestione dei Monopoli di Stato, poi pranzo a Maladroxia, presso il bar della spiaggia e lunga passeggiata, attraverso il sentiero di Serra IS Tres Portus, passando per Coacuaddus e fino a Turri, dove, insieme al segretario regionale di Italia Nostra, Graziano Bullegas, che ha narrato la storia dell’edificio, e potendo contare anche sulla presenza del sindaco Ignazio Locci, che ha portato il saluto della comunità, si è assistito ad una breve presentazione dei prodotti della Cantina Sociale Sardus Pater, per poi rientrare in paese, dove la cena si è svolta presso un ristorante, nei pressi del bivio della località Cannai.

Il giorno successivo visita guidata alla Basilica con ingresso alle catacombe, poi passaggio dalla tessitrice, maestro del bisso Chiara Vigo, quindi camminata fino a raggiungere la Pro Loco dove si sono stati presentati i costumi locali con il rito della vestizione dei diversi abiti femminili che in genere sfilano durante le processioni per il Santo e Gabriella Floris ha illustrato, coadiuvata da altri membri dell’associazione che tutela la cultura locale, le diverse parti che compongono gli abiti e la complessità della vestizione delle differenti parti degli abiti. E le sorelle Pes hanno raccontato la storia del bisso. In seguito ci si è trasferiti al Muma per il pranzo, al termine del quale gli ospiti poi hanno preso il mezzo per trasferirsi a Pula per la conclusione dell’esperienza sarda.

Questi i commenti degli ospiti intervenuti a Sant’Antioco: «E’ stata una bella esperienzaha dichiarato Corinne Barbierii luoghi che abbiamo visitato sono tutti molto belli, il paese è affascinante, mi è sembrato di cogleire una certa vivacità tra i diversi operatori che abbiamo incontrato nel corso di questa esperienza, credo sia possibile valorizzare appieno un territorio ricchissimo di storia e di risorse naturali».

Entusiasta anche il commento di Marida Grassi: «Noi organizziamoha detto l’esperta bikervacanze per gruppi di cicloturisti e credo che questo sia un territorio molto idoneo alle visite di questo tipo, tra le saline e il resto del paesaggio, anche l’interno dell’isola per cui ho visto che sono stati tracciati dei percorsi proprio per il cicloturismo, mi pare molto interessante, senza dubbio un’esperienza da consigliare ai nostri clienti. L’accoglienza è stata molto buona e ho visto un paese ricco, gli operatori ci hanno trasmesso una sorta di lavoro corale per valorizzare le loro risorse, e questo è importante.»
Tra luci e ombre il commento di Veronica Spano: «Sono entusiasta di tuttoha confermato l’esperta del settore turistico se potessi suggerire un miglioramento, sarebbe quello di eliminare le auto dal centro storico, esistono altri luoghi in Italia e nel mondo dove la parte più integra del centro storico viene vietata alle auto, direi che anche in questo paese si potrebbe fare, ci sono scorci fantastici che le auto intaccano nella loro fruizione e bellezza. Per il resto bellissima natura, grande ricchezza culturale e si mangia molto bene.»

Articolato il discorso di Lorenza Cerbini: «L’accoglienza presso la struttura ricettiva è stata buona ha concluso la giornalista il livello della ristorazione è buono, chiaro non abbiamo le stelle Michelin ma il livello generale è comunque di qualità, direi che si cucina meglio il pesce della carne, mi ha molto colpito la vegetazione, la macchia mediterranea, con le sue specie e i suoi profumi, il paese quasi non sembra un paese di mare, molto belle le camminate, quella delle Saline, davvero affascinante tutto il ciclo del sale e quella da Maladroxia a Turri e la visita all’interno del paese, gli ipogei. Mi sarebbe piaciuto magari una visita all’interno dell’isola e all’intero territorio.ho trovato estremamente interessante la visita al museo archeologico, avete un patrimonio notevole e mi pare ben valorizzato, forse avremmo dovuto dedicarci più tempo, criticità, forse dovete scegliere su quale tipo di turismo puntare, chiaramente non è un paese da 5 stelle e mancano gli ormeggi per gli Yacht ma la ricchezza e la varietà del paesaggio e un clima che sicuramente vi aiuta per gran parte dell’anno suggeriscono di puntare proprio sul turismo lento, quello di persone che si fermano per conoscere meglio il territorio e le persone che ci vivono con i loro mestieri e le loro tradizioni.»

Carlo Floris

     

L’assessora regionale della Difesa dell’Ambiente, Rosanna Laconi, replica alle dichiarazioni rilasciate dal sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, su quella che definisce «l’asserita inerzia della Regione e dell’Assessorato all’Ambiente in materia di bonifiche nel territorio del Sulcis Iglesiente», precisando che le affermazioni diffuse non corrispondono al reale stato dei procedimenti.

«Con particolare riferimento al comune di Sant’Antioco, la Regione Sardegnadichiara l’assessora regionale dell’Ambiente, Rosanna Laconiha garantito negli ultimi anni un impegno costante e verificabile. Gli atti e i finanziamenti parlano chiaro: i procedimenti non sono fermi, ma si sono evoluti secondo le complesse regole dettate dallo Stato e dall’Unione europea. Se alcuni interventi non hanno ancora trovato piena attuazione, ciò dipende da criticità progettuali e amministrative riconducibili a livello locale, non da inerzie regionali.»

L’assessora Rosanna Laconi aggiunge.

  1. Le evidenze amministrative

Per l’area “Sa Barra”, il comune di Sant’Antioco è stato individuato quale soggetto attuatore.

  • L’intervento iniziale, del valore di 350.000 euro, è stato finanziato con risorse del Piano di disinquinamento del 1993. Il finanziamento è stato integralmente erogato e risultano agli atti spese rendicontate pari a 337.541,61 euro, nonostante il Comune dichiari di aver utilizzato tutte le risorse e di non avere economie. La richiesta di ulteriore documentazione, avanzata in data 3.08.2025 dal Servizio TAT è ancora in attesa di riscontro.
  • A seguire, il Comune ha beneficiato di 271.000 euro di fondi ministeriali per l’analisi di rischio e la progettazione della messa in sicurezza permanente.
  • Infine, l’area è stata destinataria di 7,29 milioni di euro di fondi PNRR, nell’ambito della misura M2C4, investimento 3.4 “Bonifica dei siti orfani”.

Tuttavia, la mancata certificazione dell’intervento nei termini di legge, dovuta a rilievi tecnici espressi anche dalla Provincia del Sulcis, ha reso necessario escludere temporaneamente il progetto dal Piano d’Azione nazionale, per evitare la perdita dei fondi e consentire la ricerca di nuove coperture finanziarie da parte del Comune, oggi candidate sul Just Transition Fund 2021-2027.

Per le aree circostanti l’ex stabilimento Sardamag, il Comune dispone di 7,7 milioni di euro, ma ha rendicontato soltanto 257mila euro su 922mila erogati, con ultimo pagamento risalente al 2018.

Le ripetute richieste regionali di aggiornamento (da ultimo nel febbraio 2025) non hanno ancora ricevuto riscontro.

Anche in questo caso, l’inerzia progettuale e contabile ha bloccato la possibilità di completare le opere.

Infine, per l’area portuale ex Baroid, l’intervento da 1,5 milioni di euro risulta ancora sospeso in attesa che il Comune integri la documentazione richiesta nel 2023.

  1. Un metodo fondato su responsabilità e collaborazione

Siamo i primi a volere la bonifica e la riqualificazione dei siti inquinati – aggiunge ancora Rosanna Laconi – ma il lavoro serio richiede responsabilità condivisa e rispetto delle procedure. Parlare di ‘protocolli d’intesa fuffa’ significa disconoscere strumenti che servono proprio a garantire trasparenza e coordinamento fra Stato, Regione e Comuni. Ogni euro speso deve essere tracciato, ogni progetto validato e ogni intervento eseguito secondo regole europee e nazionali.

La Regione conferma il proprio impegno a proseguire nel percorso avviato con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per il rilancio delle bonifiche e l’uso dei nuovi fondi del Just Transition Fund e del PNRR, con l’obiettivo di trasformare il risanamento ambientale in un volano di rigenerazione economica e occupazionale. Il Sulcis non ha bisogno di polemiche, ma di lavoro concreto, trasparente e condiviso. E su questo la Regione c’è, con serietà e responsabilità istituzionale, conclude l’assessora Laconi.

 

«Le tanto auspicate bonifiche nel Sulcis Iglesiente sono ferme dal 2019, anno in cui era stato reso noto l’ultimo report dello stato di attuazione del piano Sulcis, contenitore all’interno del quale erano indicati gli interventi di risanamento necessari per il rilancio di questo territorio. Ma da allora non è stato compiuto alcun passo in avanti, mentre il principale soggetto attuatore, Igea spa, resta privo delle minime condizioni per operare, la Regione Sardegna e l’assessorato competente brancolano nel buio, tra protocolli di intesa colmi di “aria fritta” e totale assenza di una visione adeguata ai tempi che corrono, quella all’insegna della sostenibilità.»

Lo scrive, in una nota, Ignazio Locci, sindaco di Sant’Antioco.

«Perché se da una parte viene sottoscritto e celebrato come salvifico l’ennesimo protocollo d’intesa con al centro il tema delle bonifiche, e mi riferisco a quello tra Regione e Stato teso all’istituzione di un tavolo tecnico permanente dedicato alle attività di bonifica e messa in sicurezza del sito di interesse nazionale (SIN) “Sulcis Iglesiente Guspinese”, che ricorda tanto quelli siglati nell’ambito del Piano Sulcis e rimasti tutti inattuati, dall’altra marca visita una visione dell’assessorato in termini di sostenibilità, la vera chiave di volta per ridare speranza alla riqualificazione del territorioaggiunge Ignazio Locci -. Il tema delle bonifiche e della sostenibilità, dunque, si concretizzano con “fuffa” chiamata protocollo di intesa o non si concretizzano affatto.»

«Il tema, insomma, è sempre lo stesso, quello con cui ormai crescono generazioni di sulcitani: bonifiche trattate solo a parole, con convegni, protocolli, ma non con risorse adeguate, progetti concreti o interventi volti a snellire quella burocrazia che da anni tiene fermi i progetti di risanamento ambientale. Basti pensare al caso Sant’Antioco, dove le aree ex Seamag, sia quelle all’ingresso dell’abitato, sia quelle di scavo di “Su monti de su sennori”, utilizzate ai fini industriali fino ai primissimi anni Novanta, sono ancora lì, ferme, da risanare perché Igea non è minimamente in grado di proseguire, priva degli elementari strumenti conclude Ignazio Locci -. Non ha più alcun senso continuare a chiacchierare, finanche nei più alti tavoli tecnici, se chi dovrebbe eseguire le azioni concrete non viene messo nelle condizioni di lavorare. Sarebbe auspicabile, infine, che l’Assessora regionale all’Ambiente, Rosanna Laconi, si occupasse realmente di bonifiche e di sostenibilità, perché di tavoli tecnici che producono solo carta questo territorio ne ha visto abbastanza.»

Efficientamento energetico degli immobili comunali, a Sant’Antioco è il turno delle strutture in cui hanno sede la Polizia locale, in via Iglesias, e i Servizi Sociali, via Risorgimento. I due interventi, per i quali il Comune ha incassato 1,8 milioni di euro grazie alla partecipazione ai bandi dedicati della Regione Sardegna, rientrano nell’ambito dell’ampio programma di riqualificazione degli immobili comunali promosso dall’Amministrazione, che in questi otto anni ha già interessato l’intero patrimonio comunale.

«La nostra capacità di attrarre risorse con l’obiettivo di proseguire nel poderoso programma di efficientamento e riqualificazione del patrimonio antiochensecommenta il sindaco Ignazio Locciè il frutto dell’impegno congiunto dell’Amministrazione e dell’Ufficio Lavori pubblici e Appalti, che da anni ci consente di reperire fondi e avviare cantieri, ammodernando e rendendo più sicura ed efficiente la nostra città. Questi ultimi due interventi, sede della Polizia Locale e quella dei Servizi delle Politiche sociali, non solo ci consentono di rifare il look alle due strutture, ma ci permetteranno di raggiungere risparmi energetici considerevoli, dato che su entrambe verranno installati gli impianti fotovoltaici per l’approvvigionamento. Mentre portiamo a casa queste risorse, attendiamo fiduciosi l’istruttoria della Regione Sardegna sugli ulteriori undici bandi a cui abbiamo partecipato nelle scorse settimane.»

L’assessore ai Lavori pubblici Francesco Garau, spiega le lavorazioni previste: «Intanto, disponiamo per entrambi della progettazione esecutiva, pertanto gli uffici possono avviare le procedure di gara per l’affidamento dei lavori. Questo significa che i cantieri verranno avviati nel breve periodo. Quanto alle opere, semplificando prevediamo di raggiungere livelli elevati di efficientamento energetico, partendo dall’installazione degli impianti fotovoltaici per l’autoproduzione di energia, fino alla realizzazione del cappotto termico e la sostituzione degli infissi. E ancora, nuovi impianti di climatizzazione, ventilazione e di produzione di acqua calda. Tutto all’insegna del risparmio, della salvaguardia ambientale e dell’efficientamento».

«Il Cal esprime soddisfazione per l’approvazione all’unanimità della legge sul Comparto unico di contrattazione collettiva della Regione e degli enti locali e vigilerà affinché si arrivi in tempi brevi al risultato concreto. Gli enti locali aspettavano da troppo tempo un quadro normativo chiaro, ma siamo consapevoli che per l’effettiva attuazione delle legittime aspettative di riduzione della differenza stipendiale tra i dipendenti regionali e quelli degli enti locali saranno necessari altri passaggi, soprattutto per reperire le risorse adeguate. Un’opportunità importante per rispondere alle necessità degli enti locali, soprattutto i più piccoli, che aspirano a reclutare personale adeguato per amministrare al meglio i cittadini sardi.»

Lo ha detto Ignazio Locci, presidente del Cal, commentando l’approvazione in Consiglio regionale della legge sul Comparto unico.

«Il provvedimento, all’esame del Consiglio regionale, che istituirà l’Agenzia regionale di contrattazione è l’atteso compimento delle considerazioni che facciamo da tempo sul Comparto unico. Tuttavia, siamo consapevoli che bisognerà costruire un percorso per dare non solo un quadro normativo chiaro, ma piena attuazione alle legittime aspettative di riduzione della differenza stipendiale tra i dipendenti regionali e quelli degli enti locali.»

Ignazio Locci, presidente del Cal, ha commentato così la discussione in Aula sulla legge che riguarda il Comparto unico.

«Peraltro, se non si interviene normativamente, in prospettiva sarà sempre peggio e sempre a detrimento degli enti locali e dei salari dei suoi dipendenti. In particolare, si verificheranno gravissimi problemi per i grandi Comuni, infatti le città diventeranno invivibili senza stipendi adeguati. Inoltre, per gli enti locali diventerà sempre più difficile reclutare personale a causa della grave disparità di trattamento stipendiale tra privato, Regione e altri comparti. Tanto che diventa sempre meno appetibile assumersi importanti responsabilità nel servire lo Stato all’interno dei Comuni», ha concluso Ignazio Locci.