28 March, 2024
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Ferruccio Spinetti è il nuovo direttore artistico del Premio Bianca d’Aponte, il contest italiano riservato alla canzone d’autrice. Una successione – dopo la prematura scomparsa di Fausto Mesolella un anno fa – che appare quasi naturale vista la stretta collaborazione artistica fra i due artisti negli Avion Travel e non solo, oltre che per la fraterna amicizia.

L’annuncio è stato dato ieri sera a Napoli al teatro Piccolo Bellini nella serata finale del “Premio Bianca d’Aponte in tour”, un trittico di serate (le prime due a Milano e Roma) curato da Enrico Deregibus e Daniela Esposito allo scopo di presentare il nuovo bando e illustrare le finalità artistiche del Premio d’Aponte.

Tutto questo in vista della finale del concorso, che si terrà, come sempre ad Aversa, il 26 e il 27 ottobre 2018 e vedrà come madrina di questa edizione Simona Molinari.

Ferruccio Spinetti, contrabbassista e compositore, è negli Avion Travel dal 1990. Ha fatto parte del quintetto di Stefano Bollani “I Visionari” e del “Nada trio” con Nada e Mesolella. Nel 2003 fonda con Petra Magoni un duo per solo contrabbasso e voce che dà vita a “Musica Nuda”, un progetto che ha grandi riscontri di pubblico in Italia e all’estero.

Nel 2010 come produttore artistico e contrabbassista, da vita al cd “InventaRio” (etichetta My Favorite Records) con la partecipazione di artisti italiani e brasiliani quali Pacifico, Dadi Carvalho, Marisa Monte ed Ivan Lins. Il cd è uscito anche in Giappone ed è stato scelto come uno tra i migliori cd di world music prodotti nel 2010.

Il bando e la scheda di partecipazione del Premio Bianca d’Aponte sono disponibili su: www.premiobiancadaponte.it .

La partecipazione è gratuita, la scadenza per le iscrizioni è fissata al 28 aprile 2018. Le dieci finaliste saranno selezionate dal Comitato di garanzia del Premio, composto come sempre da cantanti, autori e compositori di notevole rilievo nonché da operatori del settore e critici musicali. Alla vincitrice del premio assoluto sarà attribuita una borsa di studio di € 1.000; per la vincitrice del Premio della critica “Fausto Mesolella” la borsa di studio sarà di € 800. Riconoscimenti andranno anche alla migliore interprete, al miglior testo ed alla migliore musica.

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Sarà Simona Molinari la madrina del 14° Premio Bianca d’Aponte, l’unico concorso in Italia dedicato alla canzone d’autore femminile, che si terrà ad Aversa il 26 e il 27 ottobre 2018.

L’annuncio è stato dato nel corso della serata romana del “Premio Bianca d’Aponte in tour”, un trittico di appuntamenti per presentare il nuovo bando di concorso del Premio. Iniziato a Milano il 7 marzo, il piccolo tour si concluderà il 9 aprile a Napoli con un evento speciale al teatro Piccolo Bellini, dove verrà anche annunciato il nome del nuovo direttore artistico dopo la scomparsa, un anno fa, di Fausto Mesolella che ha diretto il Premio sin dalla sua nascita.

Simona Molinari, napoletana di nascita, è una cantante e compositrice di grande rilievo della scena jazz e elettro-swing italiana. Due volte al Festival di Sanremo, vanta numerose collaborazioni con artisti di calibro internazionale come Al Jarreau, Gilberto Gil, Andrea Bocelli, Lelio Luttazzi, Fabrizio Bosso e Danny Diaz. Ha appena pubblicato il nuovo singolo ‘Maldamore’.

Il suo nome si aggiunge a quello delle altre prestigiose madrine del d’Aponte, come Paola Turci, Irene Grandi, Ginevra di Marco, Cristina Donà, Nada, Elena Ledda, Petra Magoni, Rachele Bastreghi, Andrea Mirò, Rossana Casale, Mariella Nava, Fausta Vetere e Brunella Selo.

Saranno proprio queste ultime due le protagoniste, insieme ad alcune delle passate finaliste del Premio, della tappa partenopea del d’Aponte in tour, in programma il 9 aprile. Una serata tutta al femminile che vedrà sul palco anche Momo e Federica Morrone (vincitrici del d’Aponte nel 2009 e nel 2017), Fede ‘N’ Marlen (Premio della critica ‘Fausto Mesolella’ 2017), Lea, Katres e Alfina Scorza (tutte premiate negli anni scorsi). L’evento è realizzato da BeQuiet, un progetto nato nel 2012 da un’idea dell’artista Giovanni Block, che ha intercettato l’esigenza di creare attorno alla canzone d’autore partenopea un vero e proprio circuito, fatto non solo di pubblico, ma anche di addetti ai lavori e appassionati. 

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Amnesty International Italia e Voci per la Libertà annunciano le dieci canzoni candidate quest’anno al Premio Amnesty International Italia, il prestigioso riconoscimento riservato a brani sul tema dei diritti umani pubblicati da big della musica italiana nell’anno precedente.

Una selezione decisamente varia per genere musicale e contenuto, quella di questa edizione. Sono in lizza (qui in ordine alfabetico per artista): “L’uomo nero” di Brunori Sas, “L’uomo che premette” di Caparezza, “Deserto” di Clementino, “Gli anni del silenzio” dei Decibel, “Ora d’aria” di Ghali, “Affermativo” di Jovanotti, “Stelle marine” de Le Luci della centrale elettrica, “Socialismo tropicale” de Lo Stato Sociale, “Vietato morire” di Ermal Meta, “Stiamo tutti bene” di Mirkoeilcane.

Il riconoscimento, nato nel 2003 nell’ambito del festival Voci per la libertà – Una Canzone per Amnesty, viene assegnato da una giuria specializzata (composta da giornalisti, conduttori radiofonici e televisivi, referenti di Amnesty e di Voci per la Libertà). Le dieci canzoni finaliste sono invece scelte da Amnesty e Voci per la libertà da un’ampia rosa di segnalazioni giunte dal pubblico e dagli addetti ai lavori. Il vincitore del Premio Amnesty International Italia 2018 sarà ospite nella nuova edizione di Voci per la libertà – Una Canzone per Amnesty, che quest’anno si svolgerà dal 19 al 22 luglio a Rosolina Mare (Rovigo).

Ecco l’albo d’oro del Premio:

2003 “Il mio nemico” di Daniele Silvestri

2004 “Pane e coraggio” di Ivano Fossati

2005 “Ebano” dei Modena City Ramblers

2006 “Rwanda” di Paola Turci

2007 “Occhiali Rotti” di Samuele Bersani

2008 “Canenero” dei Subsonica

2009 “Lettere di soldati” di Vinicio Capossela

2010 “Mio zio” di Carmen Consoli

2011 “Genova Brucia” di Simone Cristicchi

2012 “Non è un film” di Frankie Hi-Nrg MC e Fiorella Mannoia

2013 “Gerardo nuvola ‘e Povere” di Enzo Avitabile e Francesco Guccini

2014 “Atto di forza” di Francesco e Max Gazzè

2015 “Scendi giù” di Alessandro Mannarino

2016 “Pronti a salpare” di Edoardo Bennato

2017 “Ballata triste” di Nada

Nel frattempo è disponibile on line il bando per la 21ª edizione del “Premio Amnesty International Italia Emergenti”, a cui possono partecipare tutti gli artisti emergenti che abbiano un brano legato al tema dei diritti umani, in qualsiasi lingua o dialetto e con qualsiasi genere musicale. Il bando è disponibile sul sito www.vociperlaliberta.it .

La scadenza del bando è fissata per il 30 aprile, ma gli artisti che si iscriveranno entro il 10 marzo avranno una ulteriore possibilità. Fra tutti loro, infatti, il pubblico potrà votare online il brano migliore, conferendo il Premio Web Social e facendo accedere direttamente l’artista vincitore alle semifinali della fase live.

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Il variegato mondo della canzone d’autore al femminile sarà ancora il protagonista del Premio Bianca d’Aponte – Città di Aversa, l’unico concorso italiano dedicato esclusivamente alle cantautrici. La manifestazione lancia ora il bando per la 14ª edizione, le cui finali sono in programma ad Aversa (CE) il 26 e il 27 ottobre 2018.

La partecipazione è gratuita, la scadenza per le iscrizioni è fissata al 28 aprile 2018. Le dieci finaliste saranno selezionate dal Comitato di garanzia del Premio, composto come sempre da cantanti, autori e compositori di notevole rilievo nonché da operatori del settore e critici musicali. Alla vincitrice del premio assoluto sarà attribuita una borsa di studio di € 1.000,00; per la vincitrice del Premio della critica “Fausto Mesolella” la borsa di studio sarà di € 800,00. Riconoscimenti andranno anche alla migliore interprete, al miglior testo ed alla migliore musica.

Nei due giorni del Premio le esibizioni delle finaliste si alterneranno a quelle di alcuni dei nomi più importanti del panorama musicale italiano. Negli anni scorsi hanno calcato, infatti, il palco del Teatro Cimarosa di Aversa, fra gli altri, Mario Venuti, Fausto Cigliano, Tricarico, Enzo Avitabile, Mauro Giovanardi, Raiz, Avion Travel, Musica Nuda, Erica Mou e, in veste di madrine, Paola Turci, Irene Grandi, Rossana Casale, Ginevra di Marco, Cristina Donà, Nada, Elena Ledda, Petra Magoni, Rachele Bastreghi, Andrea Mirò, Mariella Nava, Brunella Selo, Fausta Vetere.

Nelle passate edizioni il premio assoluto è andato a Veronica Marchi e Germana Grano (ex aequo, 2005), Chiara Morucci (2006), Mama’s Gan (2007), Erica Boschiero (2008), Momo (2009), Laura Campisi (2010), Claudia Angelucci (2011), Charlotte Ferradini (2012), Federica Abbate (2013), Elisa Rossi (2014), Irene Ghiotto (2015), Sighanda (2016), Federica Morrone (2017).

Il premio della critica, dallo scorso anno ribattezzato “Premio Fausto Mesolella” in omaggio allo storico direttore artistico della manifestazione, è stato invece attribuito a Marilena Anzini (2005), Ivana Cecoli (2006), Giorgia Del Mese (2007), Silvia Caracristi (2008), Momo e Giorgia Del Mese (ex aequo, 2009), Paola Rossato (2010), Rebi Rivale (2011), Cassandra Raffaele e Paola Rossato (ex aequo, 2012), Rebi Rivale (2013), Elsa Martin (2014), Helena Hellwig (2015), Agnese Valle (2016), Fede ‘N’ Marlen (2017).

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Giornata fitta di appuntamenti, sabato 30 settembre, a Neoneli, per l’ottava edizione di “Licanìas”, il festival culturale ed enogastronomico in corso da ieri (giovedì 28) e fino a domenica (primo ottobre) nel piccolo paese del Barigadu, in provincia di Oristano.

Si comincia alle 11.00, a Casa Cherchi, con una riflessione sul tema dello spopolamento dei piccoli paesi nell’incontro dal titolo “Culle vuote, scenari possibili futuri”, con Giulia Rivellini, professore associato di Demografia e Statistica Sociale presso la Facoltà di Scienze Politiche e Sociali dell’Università Cattolica di Milano, a colloquio con la giornalista Simonetta Fiori, inviata del quotidiano la Repubblica. Autrice di numerosi articoli pubblicati su volumi e riviste nazionali e internazionali, Giulia Rivellini ha rivolto la sua più recente attività di ricerca principalmente allo studio integrato tra i comportamenti demografici individuali e la dimensione del contesto territoriale e relazionale, con riferimento alle tematiche dell’invecchiamento, del supporto sociale, dell’instabilità coniugale e della life satisfaction. 

Tiene banco nel pomeriggio “sa fregulada”, l’immancabile gara di cucina, uno dei momenti più attesi di “Licanìas”, che vedrà sfidarsi alcuni tra i migliori chef della Sardegna nella preparazione di ricette originali a base di fregula, la caratteristica pasta sarda di semola di grano duro. In lizza a partire dalle 16.00, nella competizione culinaria promossa con il coordinamento del Grande Maestro della ristorazione Guido Murtas e dal presidente regionale dell’Unione Cuochi Elia Saba, sette chef: Roberto Paddeu (delle Botteghe Frades di Porto Cervo), Daniele Sechi (del Blu Restaurant di Golfo Aranci), Leonardo Marongiu (del ristorante HUB di Macomer), Sara Congiu (dell’Antica Dimora “Il Gruccione” di Santu Lussurgiu), Marco Norio (del birrificio-osteria Horo di Sedilo), Francesco Murtas (del ristorante Al Gambero Rosso di Bosa) e Daniele Tanda (del ristorante La Rosa dei Venti di Porto Torres). Presenta la giornalista Alessandra Addari.

I piatti preparati passeranno al vaglio della giuria presieduta dall’enogastronomo Paolo Zaccaria e composta dal delegato ONAV Sardegna Quirico Mura, dallo chef del ristorante “Su Carduleu” di Abbasanta Roberto Serra, dall’enogastronomo Tommaso Sussarello e dai giornalisti Dario Cappelloni, Roberto Ripa e Pasquale Porcu. Dopo la degustazione dei piatti in gara, a partire dalle 17.00, il vincitore viene incoronato alle 20.00 nella cerimonia di proclamazione e premiazione e di consegna degli attestati agli chef partecipanti.

Tre diversi appuntamenti scandiscono la serata in piazza Italia: il primo, alle 19.00, è l’incontro “Culture e sapori dei paesaggi rurali”, con Marco Bolasco, direttore area enogastronomica di Giunti Editore e consigliere di amministrazione di Slow Food, e con il coordinatore della guida I vini d’Italia de L’Espresso Maurizio Valeriani; dialoga con loro la critica enogastronomica Erica Battelani, amministratore delegato e responsabile dei contenuti del sito Via dei Gourmet.

Alle 21.00 riflettori puntati sul poeta e performer Guido Catalano di scena con il reading dei versi racchiusi nel suo ultimo libro “Ogni volta che mi baci muore un nazista” (Rizzoli): sono versi che fanno ridere, surreali e fulminanti, quelli che questo artista della parola (“Per essere un poeta son troppo di buon umore”, si legge nella pagina BIO del suo sito) propone nelle sue divertenti e stralunate performance sui palchi dei centri sociali e dei festival letterari come negli spazi più raccolti di circoli, bar e librerie. Torinese, classe 1971, Guido Catalano è autore di sette libri di poesie (circa trentamila copie vendute per “Ti amo ma posso spiegarti”, del 2012, e “Piuttosto che morire m’ammazzo”, del 2013, pubblicati da Miraggi Edizioni) e di un romanzo, “D’amore si muore ma io no” (Rizzoli), uscito l’anno scorso con l’emblematico sottotitolo “Il primo romanzo dell’ultimo dei poeti”.

Chiusura di serata, alle 22.00, con Ginevra Di Marco accompagnata da Francesco Magnelli alle tastiere e Andrea Salvadori alla chitarra in un live del suo ultimo album, “La Rubia canta la Negra”, dedicato a Mercedes Sosa, la grande voce folk argentina (1935-2009), simbolo della lotta per i diritti civili della sua terra. Un disco che rappresenta la tappa più recente (è uscito lo scorso maggio) del percorso artistico che la cantante fiorentina, già prima voce accanto a Giovanni Lindo Ferretti nei gruppi CSI e PGR, porta avanti dal 1999 con la collaborazione di Francesco Magnelli: una carriera solista sempre più aperta verso le altre culture, a partire dal progetto Stazioni Lunari, un evento che ogni volta si rinnova di artisti diversi. Canti dai margini del mondo e della storia, dai Balcani all’America Latina, dagli italiani del Sud a quelli della sua terra, la Toscana: un mondo in cui la voce di Ginevra Di Marco si conferma interprete a tutto tondo sposando con trasporto e generosità la vitalità delle proteste popolari, le doglianze e le meditazioni sulla difficile arte di stare al mondo, i volti diversi e complementari dell’amore.

A Ginevra Di Marco spetta anche il compito di aprire domenica, 1 ottobre, la giornata conclusiva di Licanìas: accompagnata ancora da Andrea Salvadori alla chitarra, proporrà alle 10.30 una serenata mattutina dal balcone della biblioteca in via san Pietro.

Alle 11.00 a Casa Cherchi è invece in programma un incontro dal titolo “Felicità d’Italia”, paesaggio, arte, musica e cibo, con la giornalista Simonetta Fiori e Piero Bevilacqua, docente di Storia contemporanea presso l’Università di Roma La Sapienza. La conversazione è seguita da un aperitivo con prodotti locali. Dalle 11.30 alle 13.00, a Sa ‘omo ‘e Bona, spazio a un laboratorio sulla preparazione manuale della fregula.  

Nel pomeriggio due appuntamenti in contemporanea alle 16.00: nel centro storico si snoda un concerto con i cori a tenores S’Angelu di Neoneli, Sa Niera di Pattada e Gonare di Sarule; a Casa Cherchi si tiene invece la tavola rotonda “Industria Culturale e Festival Letterari” con la partecipazione del giornalista e scrittore Romano Cannas (direttore della sede Rai della Sardegna dal 2003 al 2013), dell’operatrice culturale Mattea Lissia, ideatrice del festival letterario “Pazza Idea”, dello storico dell’arte Christian Caliandro e dell’archeologa Maria Antonietta Mongiu, assessore regionale all’Istruzione e ai Beni culturali nella giunta Soru, negli anni in cui ha visto la luce la legge regionale sarda sui festival e i progetti di promozione della lettura.  

In piazza Barigadu, alle 17.30 un momento di festa e convivialità con la degustazione (al costo di dieci euro) dei due piatti tipici della tradizione culinaria neonelese: “Sa fregula istuvada” e “sa cassola”. Accompagna gli assaggi la musica di Salvatore Corda all’organetto e alla fisarmonica. Poi, a partire dalle 20.30 in piazza Italia, sipario sull’ottava edizione di Licanìas con Nada in concerto con brani del suo repertorio accompagnata dalla A Toys Orchestra.

Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito, ma attraverso il ricavato dalle vendite del merchandising si punta a colmare la parte scoperta delle spese di viaggio degli studenti pendolari di Neoneli che frequentano le scuole superiori.

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Il festival ‘Voci per la libertà – Una Canzone per Amnesty’ sarà protagonista nel prossimo MEI di Faenza, in programma dal 29 settembre al 1° ottobre, offrendo una parte importante della sua 20a edizione, svoltasi a luglio a Rosolina Mare.

Domenica 1° ottobre sarà cospicua la presenza di artisti portati da Voci per la libertà per il concerto per la pace, la solidarietà e i diritti umani che nel pomeriggio concluderà il Mei: si esibiranno i vincitori dell’ultima edizione Carlo Valente, Elisa Erin Bonono e Amarcord e con loro Diodato, che è stato ospite speciale all’ultimo festival. Durante il concerto interverrà inoltre la vice presidente di Amnesty International Italia Alba Bonetti, che presenterà fra l’altro la campagna #CORAGGIO, dedicata alle persone che difendono i diritti umani e che stanno subendo un livello senza precedenti di persecuzioni, intimidazioni e violenze.

Ma già dal 30 settembre, presso la Galleria Molinella, ci sarà la presentazione dell’opera multimediale “Inalienabile – Musica e Diritti Umani”, un progetto di immagini e riflessioni a cura del collettivo RuheTag e realizzato per “Voci per la Libertà – Una Canzone per Amnesty”. “Inalienabile” è un percorso sul rapporto tra musica e diritti umani. Un’opera multimediale dal forte impatto emotivo, che vede alternarsi fotografie, voci, luci, video, musiche, con la partecipazione di musicisti come Francesco Guccini, Nada, Fiorella Mannoia, Carmen Consoli, Edoardo Bennato, Piotta, Modena City Ramblers, Roy Paci, Simone Cristicchi. Direzione creativa: Silva Rotelli; progetto grafico: Davide Falzone; colonna sonora: Julia Kent.

Durante le giornate di Faenza saranno presenti poi anche altri musicisti legati a Voci per la libertà, come Riky Anelli (finalista a Voci per la Libertà 2015) che venerdì 29 settembre sarà ospite della serata dedicata a Lucio Battisti e Massimo Francescon Band (vincitore del Premio Web 2017) che si esibirà sabato 30 settembre al Palco Corona Cocktail Plaza.

Il legame tra Voci per la Libertà e il Mei è ormai storico: a partire dal 2003, anno in cui il festival è stato premiato dal Meeting come ‘Miglior festival dell’anno’, fino ad oggi il Mei è sempre stato al fianco del festival, supportandolo e collaborandovi.

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Si riaccende il respiro dei versi dei poeti a Seneghe, il piccolo e affascinante borgo storico del Montiferru, pronto per accogliere la 13° edizione del Cabudanne de sos poetas, non solo il festival di poesia più importante dell’isola, ma una grande festa: della poesia, degli scrittori, degli artisti, ma anche una festa dei giovani, della popolazione seneghese, del pubblico. Filo conduttore sarà stavolta il tema delle Rivoluzioni in occasione dell’anniversario quest’anno di grandi momenti di svolta nella storia europea: dalla Riforma luterana del 1517, alla Rivoluzione russa del 1917, passando attraverso la rivoluzione culturale e i movimenti per i diritti civili degli anni ’60 e ’70, fino alla rivoluzione sarda nella produzione letteraria. Tema centrale anche delle anteprime estive che vedono il 30 agosto, alla vigilia del Cabudanne, l’ultimo appuntamento alle ore 21,00 nella Partza de sos Ballos con la proiezione del film “Nel mondo grande e terribile” di Daniele Maggioni, alla presenza del regista e dell’attore protagonista Corrado Giannetti.

Giovedì 31 agosto invece prende il via ufficialmente il festival di poesia, musica, letteratura e teatro che si articolerà nelle quattro giornate dalla mattina alla sera fino al 3 settembre. L’apertura ufficiale è alle 18.30 a Prentza de Murone  con  il consueto appuntamento degli esiti del laboratorio teatrale al Campo della Quercia, curato dai ragazzi della non-scuola di Seneghe, Domenico Cubeddu, Mariano Mastinu, Giuseppina Pintus e Manuela Flore, e subito dopo a Putzu Arru con il laboratorio di musica diretto da Simone Marzocchi.

La sera, alle 22.30, l’evento inaugurale più importante tra i più attesi di questa edizione è nella Partza de sos ballos con una straordinaria protagonista della musica d’autore italiana ai più alti livelli: Nada. Cantante, scrittrice, attrice. Un’artista coraggiosa, libera, fiera, la cui carriera è fatta di cuore  e passione, ben lontana dal ricercare momenti effimeri di successo, è considerata dalla critica tra le più importanti rappresentanti della canzone d’autore in Italia, scrive testi e da anni interpreta quelli di alcuni tra i più importanti cantautori nazionali come Piero Ciampi e Paolo Conte che hanno scritto canzoni apposta per lei. Una carriera ricca di successi e riconoscimenti e un percorso musicale di altissima qualità. Al Cabudanne porterà insieme a Julian Barrett, pianista della Toys Orchestra, il concerto di musica leggera per voce e pianoforte “Parole che si cantano anche”. Uno spettacolo di musica, parole e poesia che comprende brani come la struggente “Sul porto di Livorno” di Piero Ciampi, la popolare “Ma che freddo fa” con cui fece il suo esordio a quindici anni sul palco del Festival di Sanremo nel 1969, i grandi successi come “Il cuore è uno zingaro”, “Ti stringerò“, “Amore disperato”, insieme ai classici della tradizione popolare italiana come “Maremma” e “Malachianta”, fino all’ultima produzione di Nada che comprende “Guardami negli occhi”, “Luna piena” e “Senza un perché”, colonna sonora di The Young Pope di Sorrentino, tratto dall’album “Tutto l’amore che mi manca” del 2004 prodotto da John Parish. Non mancherà, come in ogni concerto della cantautrice livornese, un tributo al grande amico e musicista Fausto Mesolella scomparso di recente, con il brano “La posa”, titolo del brano e del loro ultimo album, uscito ad aprile di quest’anno. Nel 2016 ha vinto il premio Amnesty International” per la difesa dei diritti umani con la canzone “Ballata triste”, un brano sul femminicidio. Il live della cantante e artista poliedrica ligure sarà anticipato alle 21.30 dalla proiezione del documentario “Indiani metropolitani. Ironia e creatività nel movimento del ’77” da un’idea di Pablo Echaurrenscritto da Claudia Salaris, diretto da Antonella Sgambati e prodotto dalla Fondazione Echaurren Salaris. Un’opera che ricorda uno dei momenti più intensi, creativi e drammatici della storia italiana degli ultimi decenni: il movimento rivoluzionario del ’77 ed il clima sociale e culturale di quegli anni.

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Dal 30 agosto al 3 settembre l’appuntamento è con la poesia del mondo a Seneghe, per la tredicesima edizione del Cabudanne de sos poetas. Tema portante di questa edizione: le Rivoluzioni. Tra i tanti ospiti in arrivo: Nada, Vivian Lamarque, Tugrul Tanyol, Nadia Agustoni, Fabio Franzin, Roberto Magnani e Simone Marzocchi, Raimondo Usai Ponti, Francesca Matteoni, Azzurra D’Agostino, John Vignola, Paolo Angeli, il Quartetto Antonelliano dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Alessio Lega, Bob Corn, Alessandro Fiori, e tantissimi altri.

Ritorna il Cabudanne de sos poetas, non solo il festival di poesia più importante dell’isola, ma una grande festa: viva, gioiosa, fatta di parole e silenzi, immagini, suoni, colori, sapori. Una festa della poesia, degli scrittori, degli artisti, ma anche una festa dei giovani e della popolazione di Seneghe. Si riaccende il respiro dei versi dei poeti, dal 30 agosto al 3 settembre nel piccolo ed affascinante borgo storico del Montiferru, con le sue casette di basalto, la Partza de sos Ballos, il vecchio frantoio Prentza de Murone, i bar Su Recreu e Manunza, Piazzetta Su Lare, la Piazza Santa Maria e Putzu Arru. Angoli incantevoli del paese dove ogni anno si ripete il miracolo dello stupore e della scoperta.

Tredicesima edizione, come già anticipato per le anteprime estive, sarà dedicata al tema centrale della Rivoluzioni e all’anniversario che cade quest’anno di grandi momenti di svolta nella storia europea: dalla Riforma luterana del 1517, alla Rivoluzione russa del 1917, passando attraverso la rivoluzione culturale e i movimenti per i diritti civili degli anni ’60 e ’70, fino alla rivoluzione sarda nella produzione letteraria. «Le date ricorrenti provano a connettere e a dare un senso alla vicenda complessa e tormentata della storia europea. Cabudanne de sos poetas ha affrontato negli anni precedenti temi importanti evocati dagli anniversari: da Dante e alla sua opera, agli echi poetici e culturali della Grande Guerra. Oggi il tema sono le Rivoluzioni politiche, sociali, spirituali. Può sembrare strano che la Storia riceva tanta attenzione in luoghi che sembrano esclusi dalle grandi vicende del passato. Ma ogni luogo del mondo sente la ripercussione, l’onda d’urto, più o meno forte, di ciò che accade in luoghi apparentemente lontanissimi. Questa edizione include tutti questi fili nella trama delle Rivoluzioni e cerca di leggere, ispirandosi alle opere del grande politico, filosofo, giornalista e critico letterario Antonio Gramsci, di cui quest’anno ricorre l’ottantesimo anno dalla sua morte, la storia del Novecento a partire dalla rivoluzione russa», spiega Mario Cubeddu, presidente di Perda Sonadora e quest’anno anche direttore artistico del festival.

Un programma molto nutrito che vedrà in arrivo a Seneghe una sessantina di ospiti tra poeti, scrittori, musicisti, cantautori, registi, attori, studiosi, ricercatori, filologi, esperti della lingua e della cultura sarda.

 

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Sulla scia del successo dell’edizione 2016, ed in attesa della nuova edizione prevista per il 2018, Carbonia Film Festival, dal 12 al 15 ottobre, 2017 a Cagliari e Carbonia, proporrà “How to Film the World”, una quattro giorni di eventi, proiezioni, incontri e Masterclass per riflettere sul cinema e sulla sua capacità di raccontare la realtà.

Diretto dal critico cinematografico Francesco Giai Via, Carbonia Film Festival con “How to Film the World” intende sviluppare la progettualità di un festival che si concentra sulla contemporaneità, tanto nella scelta delle tematiche legate al lavoro e alle migrazioni, quanto nell’attenzione alle nuove forme del cinema di finzione e documentaristico. Una quattro giorni che porterà nel Sulcis, presso la Fabbrica del Cinema, alcuni fra i registi internazionali più significativi del cinema contemporaneo per proiezioni e iniziative aperte al pubblico.

Nell’ambito di questa nuova iniziativa, il Carbonia Film Festival lancia il bando Programma Cinema Giovani 2017 per giovani studenti e studiosi di cinema, critici, operatori culturali e filmmakers che saranno invitati a prendere parte alle attività di “How to Film the World”. Le iscrizioni al bando sono aperte fino al 18 giugno 2017 (per info e bando: www.carboniafilmfestival.org).

Nei giorni di “How to Film the World” avranno luogo una serie di incontri di approfondimento appositamente realizzati per il gruppo di giovani provenienti da tutta Italia, selezionati attraverso il bando. Sede delle attività sarà la Fabbrica del Cinema, progetto promosso dalla Società Umanitaria e dal Centro Servizi Culturali di Carbonia, che mette al centro la formazione dei giovani alla memoria storica e alla valorizzazione del patrimonio audiovisivo del territorio e, contemporaneamente, l’educazione alle nuove forme cinematografiche, sia documentarie che di finzione.

«Tra gli aspetti che caratterizzano il progetto “Fabbrica del Cinema”, oltre alla raccolta e valorizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo del territorio – commenta Paolo Serra, direttore dell’Umanitaria di Carbonia – ed alla produzione di nuova memoria storica, quello della formazione rappresenta la compiutezza stessa del progetto. La storia della Società Umanitaria nazionale, regionale e del CSC di Carbonia, ci rivela che la formazione professionale, degli adulti prima, dei giovani delle scuole poi, è da sempre al centro delle attività storicamente realizzate. Ecco perché promuoviamo l’incontro tra gli studenti universitari, giovani filmaker, critici e operatori culturali e alcuni importanti professionisti del mondo del cinema presenti a Carbonia: per avviarci a ripercorrere una strada che punti ad offrire aggiornamento professionale e formazione diretta, ma anche coinvolgimento del territorio e promozione culturale. Un percorso già avviato lo scorso anno, anche grazie alla fondamentale collaborazione con la Cineteca Sarda, e che proseguirà in questo 2017 e che mira a diventare un progetto permanente dedicato all’educazione alla cultura cinematografica.»

A partire dall’episodio “Carbonia, una storia moderna” tratto dal film “L’ultimo pugno di terra” di Fiorenzo Serra, i partecipanti saranno invitati a realizzare un elaborato che potrà avere la forma del saggio scritto, del video saggio e del contributo video originale.

Sulla base degli elaborati ricevuti, venti fra i candidati saranno selezionati dalla direzione del festival e avranno la possibilità di essere ospiti della manifestazione, partecipando gratuitamente con un ruolo da protagonisti a tutte le attività che si svolgeranno nel Sulcis dal 12 al 15 ottobre 2017.

Il programma completo ed i nomi degli ospiti saranno comunicati nel mese di ottobre con alcune anticipazioni previste nel periodo estivo.

Nato nel 1999, come Mediterraneo Film Festival, nel 2016 cambia nome e diventa Carbonia Film Festival. Il Festival si svolge ogni due anni nell’omonima città del sud ovest della Sardegna ed è aperto a tutte le opere di fiction e documentario, presentando il meglio della produzione internazionale legata ai temi del lavoro e della migrazione. Fra i vincitori dell’edizione 2016: “El futuro perfecto” di Nele Wohlatz, “Il respire encore” di Anca Hirte, “Cameraperson” di Kirsten Johnson, “La Fille du patron” di Olivier Loustau.

Dal 1999 ad oggi il Carbonia Film Festival ha ospitato: tra i registi Olivier Loustau, Nele Wohlatz, Michele Vannucci, Ali Hammoud, Valia Santella, Irene Dionisio, Davide Ferrario, Alina Marazzi, Cecilia Mangini, Salvatore Mereu, Leila Kilani, Bonifacio Angius, Felice Farina, Marina Spada; Gli attori Alessandro Borghi, Vinicio Marchioni, Milena Mancini, Valentina Carnelutti, Riccardo Scamarcio, Valerio Mastandrea, Isabella Ragonese, Claudia Gerini, Ivano Marescotti, Francesco Pannofino, Libero De Rienzo; i musicisti Massimo Zamboni, Danno (Colle der formento), Lilies on Mars, Baba Sissoko, Calibro 35, Nada, Pierpaolo Capovilla.

Carbonia Film Festival presenta “How To Film The World” è organizzato dal Centro Servizi Culturali Carbonia – Fabbrica del Cinema e dalla Cineteca Sarda – Centro Servizi Culturali di Cagliari, insieme al Comune di Carbonia e alla Regione Autonoma della Sardegna -Assessorato ai Beni Culturali, con il contributo della Fondazione di Sardegna e della Società Cooperativa Euralcoop, con il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission.

Carbonia Film Festival presenta “How to Film the World”, diretto dal critico cinematografico Francesco Giai Via.