16 December, 2025
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Certo, non si può dire che anche questa estate Teulada non stia riservando piacevoli, e graditissime, sorprese a chi, abitante o turista che sia, di sera si trovi a fare quattro passi per le strade, le piazze ed i giardini del paese: musica, balli, presentazioni di libri, spettacoli teatrali… Già, anche spettacoli teatrali, come quello che ha visto proprio le strade quali principali protagoniste! Uno spettacolo, per meglio dire una rappresentazione teatrale itinerante, che ha voluto proporre, mettendoli in scena, episodi di tanti anni fa, rinverdendo, insieme, la memoria di personaggi che a quelle strade “appartengono” per esserci nati o per esserci vissuti.

Un’idea originale, indubbiamente, nata dalla lettura del libro di Salvatore Loi, “Le strade parlanti”, che l’autore, di certo non nuovo ad iniziative culturali di spessore, ha voluto dedicare alla comunità teuladina, allo scopo di recuperare ricordi e memorie di fatti e personaggi dall’oblio in cui si stavano perdendo, nell’inesorabile fluire del tempo. Fatti e personaggi che rischiavano di trasformarsi, nella maggior parte dei casi, in mito e leggenda, dove la realtà vera rischiava di soccombere alla fantasia interpretativa di chi si fosse accinto a narrarne. Un espediente fuori dal comune, dunque, quello di far parlare le strade che videro accadere i fatti o videro nascere ed agire personaggi che contribuirono a costruire l’identità di una comunità: uno stratagemma geniale in onore alla memoria storica!

Un libro, quello di Salvatore Loi, tanto coinvolgente da suscitare il vivo interesse da parte dell’Amministrazione comunale di Teulada e della Fondazione di Sardegna, che ne hanno permesso, con interventi concreti, la stampa, nonché la riuscita del progetto ad esso legato: sul libro, la regista Anna Pina Buttiglieri ha potuto lavorare con intelligenza e buon gusto, per un adattamento teatrale che merita ogni lode possibile! Altrettanto meritatissima va una lode alla Compagnia Teatrale “Is Sinnus”, tutta di attori ed attrici dilettanti, che di dilettantesco hanno ben poco, vista la qualità delle pièces che hanno messo in atto, in piazza di Chiesa e nelle strade vicine, veramente riuscite, evidenziando una autentica passione per il teatro, espressa con spontaneità recitativa. Soprattutto con tanta voglia di dare il meglio di sé nell’interpretare personaggi che hanno fatto la storia del paese, di cui hanno messo in luce, con sicura efficacia, tutta la portata sociale, umana e simbolica, suscitando evidente interesse nei numerosi spettatori che li seguivano negli spostamenti lungo le strade. Come non pensare ad una versione attuale dei medievali “plays”, dei “pageants” itineranti che segnarono, in tempi lontani, la nascita del teatro moderno?

Sono molte le vicende, alcune anche tragiche, di cui l’autore scrive nel suo libro e sono molti i personaggi che le sue meticolose ricerche hanno consentito di riesumare dai fondali del dimenticatoio, restituendoli alla memoria collettiva. Un modo, la messa in scena del contenuto di questo originalissimo libro, per far sapere di eventi che hanno contribuito a costruire il genius loci di Teulada, per far conoscere personaggi che meritano decisamente di essere ricordati per aver lasciato impronte significative nella storia del paese. Personaggi di cui si è inteso, anche, garantire il perpetuarsi della memoria con mattonelle in ceramica, opera delle artiste Serena Salis e Chiara Loi, apposte sui muri delle case in cui nacquero o abitarono: un grazie deciso, ma anche un memento per chi, incuriosito, si fermi a leggere! Una comunità, dunque, quella teuladina, che si è voluto celebrare con una rappresentazione che ha inteso mettere in luce i valori che hanno contribuito a farla crescere negli anni: grazie ad un gruppo teatrale i cui attori hanno interpretato il proprio ruolo con assoluta credibilità e consapevolezza: meritatissimi i tanti e calorosi applausi!

Lucia M. Tanas

Mercoledì 2 ottobre Teulada ha ospitato una cerimonia e una conferenza per ricordare Sicco Mansholt, primo Commissario Europeo per l’Agricoltura (1958-1972). L’evento è stato dedicato a celebrare l’importante legame tra Sicco Mansholt e la comunità teuladina, nonché il suo impatto storico in Sardegna e in Europa.

Alle 9.00, in piazza Fontana, è stata disvelata una targa commemorativa («In memoria di Sicco Mansholt, primo Eurocommissario all’Agricoltura (1958-1972), che sotto un ulivo di Teulada concepì una rivoluzionaria visione di agricoltura in armonia con l’ecosistema. Dono del Comune di Teulada all’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi», motivazione riportata anche nella lingua dei Paesi Bassi) ed è stato messo a dimora un ulivo in onore di Sicco Mansholt, alla presenza di Fabrizio Marcello, segretario particolare dell’assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente; Piero Comandini, presidente del Consiglio regionale, Angelo Milia, sindaco di Teulada; il generale Stefano Scanu, Comandante presso il Comando Militare dell’Esercito della Sardegna; Willem Van Ee, ambasciatore dei Paesi Bassi in Italia; Hayo Haanstra, consigliere agricolo dell’ambasciata del regno dei Paesi Bassi in Italia; Salvatore Loi, presidente dell’associazione Is Sinnus di Teulada, promotore dell’evento; Paolo Dessì, sindaco di Sant’Anna Arresi, ex consigliere regionale e consigliere comunale di Teulada; Gian Luca Urru, vice sindaco e assessore dell’Urbanistica, Edilizia Privata e Ambiente del comune di Teulada; i rappresentanti delle associazioni agricole Luca Saba e Giorgio Demurtas (Coldiretti), Gian Battista Monne e Serafino Casula (Confagricoltura); don Ignazio Porcu, parroco di Teulada.

   

La seconda fase della giornata per Sicco Mansholt ha avuto come sede la Casa Baronale, con la conferenza: “Teulada e la Cerimonia in onore del primo Eurocommissario per l’Agricoltura, Mansholt: il futuro dell’agricoltura”, coordinata dalla docente universitaria Francesca Pubusa. Nel corso dei lavori, dopo il saluto del sindaco di Teulada Angelo Milia, del presidente del Consiglio regionale Piero Comandini e dell’ambasciatore Willem Van Eee, sono intervenuti Christian Rossi, docente di storia delle Relazioni internazionali dell’Università di Cagliari, che ha ricostruito la figura di Sicco Mansholt; Hayo Haanstra, consigliere agricolo dell’ambasciata del regno dei Paesi Bassi in Italia; Salvatore Loi, presidente dell’associazione Is Sinnus.

          

Sicco Mansholt è cresciuto in un’azienda agricola e si è avvalso delle sue esperienze nel suo ruolo di ministro dell’Agricoltura nel governo dei Paesi Bassi del dopoguerra. Con una drammatica carenza di cibo e una crisi in corso, Sicco Mansholt ha adottato una serie di misure per ripristinare rapidamente l’approvvigionamento alimentare. Ha fissato prezzi minimi per i prodotti agricoli più importanti, uniti a dazi sulle importazioni e aiuti per le esportazioni. Era convinto che tutta l’Europa dovesse diventare autosufficiente e che occorresse garantire a tutti un approvvigionamento stabile di prodotti alimentari a prezzi accessibili.

Da convinto federalista europeo, sognava una politica agricola comune per l’Europa. Nel 1950 ha elaborato un piano per un mercato comune dei prodotti agricoli in Europa, che prevedeva una struttura di gestione sovranazionale.

Pur non essendo andato in porto all’epoca, è stato in seguito rilanciato ed è stato la fonte di ispirazione della politica agricola della Comunità economica europea. Sicco Mansholt ha avuto la possibilità di varare i propri piani per una politica comune quando, nel 1958, è diventato commissario per l’Agricoltura nella primissima Commissione europea.

Sicco Mansholt era molto legato a Teulada, dove ha trascorso le vacanze per moltissimi anni e nei primissimi anni ’60 ha costruito una casa sulla costa, a poche decine di metri dal mare, poco oltre l’innesto sulla strada panoramica.

 

Teulada è entrata ufficialmente nelle Blue Zones, le aree del mondo in cui le persone vivono più a lungo e in modo più sano. A coniare il termine Blue Zones sono stati due studiosi, il demografo belga Michel Poulain, ricercatore dell’università di Tallinn in Estonia, e l’epidemiologo sardo Gianni Pes, docente dell’università di Sassari.

Venerdì sera il Consiglio comunale di Teulada ha preso atto dell’inserimento di Teulada tra i paesi della longevità inseriti nelle Blue Zones, riconoscimento che è stato poi ufficializzato nel corso di un incontro svoltosi nella sala conferenze del Palazzo Sanjust, alla presenza del sindaco Angelo Milia, del professor Gianni Pes e di alcuni esperti, intervenuti nel dibattito che ha ricostruito il percorso che ha portato Teulada ad entrare nelle Blue Zones e ha visto approfonditi i temi legati agli stili di vita e all’alimentazione che consentono alle persone, in alcune specifiche aree del mondo, di vivere a lungo, anche oltre i 100 anni.

Dopo l’introduzione del sindaco Angelo Milia, che ha moderato lil dibattito, sono intervenuti: Marisella Lara, medico nutrizionista; Alessandra Errigo, docente dell’Università di Sassari; Roberto Diana, genetista; Cristina Dore, biologo nutrizionista; Pierre Guy, antropologo; Paolo Francalacci, professore ordinario di genetica dell’Università di Cagliari; Raimondo Mandis, rappresentante di Sardegna Ricerche e Slow Food; Salvatore Loi, studioso della longevità degli abitanti di Teulada e Sant’Anna Arresi, autore di alcune pubblicazioni sulla materia; Claudia Porcu, presidente dell’Osservatorio Blue Zones.

Al termine, i presenti hanno potuto visitare la mostra fotografica sui centenari di Teulada “Genti beccia”, allestita in una sala del Palazzo Sanjust, prima del rinfresco finale.

Vediamo l’intervista realizzata con il professor Gianni Pes.

 

    

Un libro che è un’autentica finestra aperta sulla realtà di un palazzo che della storia di Teulada è stato culla e testimone. Così è da definirsi il bel testo “La casa del Barone di Teulada, dai Catalan, ai Sanjust, ai Bottazzi” in cui, con un ammirevole lavoro di gruppo, l’associazione “Is Sinnus” ha voluto ripercorrere le origini della nobile dimora e, insieme, riandare al fervore di attività che in esso era uso svolgere, facendo di questa cittadina un centro di produzione di beni che avrebbero anche solcato il mare, tanto si rivelarono indispensabili al successo di aziende che nella penisola stavano diventando realtà economiche di spicco.

Beni, dunque, che portarono il nome di Teulada ad essere ben conosciuto oltremare. Un libro che ha voluto restituire la giusta memoria e la dovuta visibilità a coloro che lavorarono alacremente nel palazzo, spendendo al suo interno una esistenza fatta di lavoro e fatica. O a coloro che ad esso legarono il proprio nome a causa di eventi, alcuni anche tragici, che vi ebbero luogo e che, però, rischiavano di perdersi nei meandri del tempo, offuscati dalla nebbia che, inevitabilmente, gli anni fanno scendere sugli uomini e le cose, se non spazzata via da un recupero accorto e paziente di testimonianze e documenti. E da tanta buona volontà! Perché lo scopo de “Is Sinnus” è, sì, il recupero delle tradizioni, ma anche il risveglio della memoria, dando rinnovata visibilità a fatti e persone che a Teulada, e per la storia di Teulada, segnarono passi determinanti. Non meravigli, dunque, che un altro momento importante nella fervida attività de “Is Sinnus” sia stata proprio la presentazione al pubblico di questo bel libro, la sera di sabato 27 agosto, nei giardini del Palazzo Baronale stesso: un evento che ci ha dimostrato come la Storia possa rivelarsi affascinante quando i fatti vengono narrati quasi si stessero svolgendo sotto i nostri occhi, con personaggi vissuti secoli fa resi talmente “vivi” da sembrare di star lì ad imbastirci conversazioni amichevoli. E quando a parlare è una persona che del saper comunicare fa uno stile di vita, dando prova di immediata empatia con gli interlocutori, quale si è rivelato, fin da subito, il prof. Enrico Sanjust di Teulada, uno degli ultimi
discendenti di quei baroni Sanjust che di Teulada furono feudatari, docente di Chimica all’Università di Cagliari, un uomo di scienza e persona squisita, gentile ed “alla mano” come pochi, assolutamente non “barone”.

Con una coinvolgente narrazione, sorprendente per conoscenza di eventi e di nomi, ha ripercorso dieci secoli di storia della Sardegna, di cui i suoi antenati ebbero modo di rendersi protagonisti non secondari, diventando, infine, feudatari di Teulada. Tutto”ammorbidito” da una vena piacevolmente ironica, propria di chi non si abbandona a nostalgie fuori luogo, nonostante il nome ancora oggi altisonante, e di chi rifugge da quella “puzza sotto il naso” che, invece, tanto ci ammorba al cospetto di certi personaggi cui basta un “niente” per sentirsi, loro sì, baroni e redivivi feudatari! Un corollario prezioso, la sua presenza ed il suo parlare, che ha dato ancor più credibilità alla narrazione corale di eventi e di personaggi che nella nobile dimora, oggi sede di una rinomata biblioteca e di sale per convegni e mostre, un vero vanto per “sa bidda”, trovarono ambiente e motivazioni congeniali al proprio verificarsi, al proprio agire. Tutto tornato, ne siamo certi, a vivere nel ricordo dei Teuladini.
Lucia M. Tanas

E’ ripartita ieri dal Golfo di Teulada, alla volta di Trapani, l’Amerigo Vespucci, la Nave Scuola della Marina Militare italiana, considerata dai più la nave più bella del mondo.
Ieri pomeriggio, a poche ore dalla partenza – al termine di una permanenza di una settimana -, il comandante, il capitano di vascello Massimiliano Siragusa, prossimo a concludere il suo mandato che terminerà il 12 settembre 2022 (è al comando dell’Amerigo Vespucci – che ha durata di dodici mesi – dal 18 settembre 2021), ha ricevuto la visita informale di una piccola delegazione locale, organizzata dalla sezione di Teulada della Lega Navale Italiana, presieduta da Mario Sitzia, della quale facevano parte Claudia Pedone, presidente della sezione Avis comunale di Teulada; Francesca Monni, presidente pro loco Teulada; Salvatore Loi, presidente dell’associazione Is Sinnus; Emanuele Didu dell’associazione Zenit; Barbara Lai, direttore del porto turistico Marina di Teulada; Daniele Serra, sindaco di Teulada. I contatti con la Marina militare sono stati curati da Paolo Moser, componente del direttivo della lega navale di Teulada, in accordo con gli organi superiori della Marina militare. È il secondo Ferragosto consecutivo che l’Amerigo Vespucci trascorre la settimana centrale di agosto nel golfo di Teulada.
Impostata il 12 maggio 1930, varata il 22 febbraio 1931 nel cantiere di Castellammare di Stabia, l’Amerigo Vespucci entrò in servizio come Nave Scuola il successivo 6 giugno e ancora oggi, a distanza di oltre 91 anni, resta un autentico gioiello, nel quale si formano gli allievi ufficiali. Il porto di assegnazione è La Spezia.

Vero “motore” dell’Amerigo Vespucci è il suo equipaggio, composto da 264 militari, di cui 15 Ufficiali, 30 Sottufficiali, 34 Sergenti e 185 Sottocapi e Comuni, suddiviso nei Servizi Operazioni, Marinaresco, Dettaglio/Armi, Genio Navale/Elettrico, Amministrativo/Logistico e Sanitario. Durante la Campagna di Istruzione l’equipaggio viene a tutti gli effetti integrato dagli Allievi (circa 100 l’anno) e dal personale di supporto dell’Accademia Navale, raggiungendo quindi circa 400 unità.

Il motto della nave è “Non chi comincia ma quel che persevera“, assegnato nel 1978; originariamente il motto era “Per la Patria e per il Re”, già appartenuto al precedente Amerigo Vespucci, sostituito una prima volta, dopo il secondo conflitto mondiale, con “Saldi nella furia dei venti e degli eventi“, infine con quello attuale.

Dal punto di vista tecnico-costruttivo l’Amerigo Vespucci è una Nave a Vela con motore; dal punto di vista dell’attrezzatura velica è “armata a Nave”, quindi con tre alberi verticali, trinchetto, maestra e mezzana, tutti dotati di pennoni e vele quadre, più il bompresso sporgente a prora, a tutti gli effetti un quarto albero. L’unità è inoltre fornita di vele di taglio: i fiocchi, a prora, fra il bompresso e il trinchetto, gli stralli, fra trinchetto e maestra e fra maestra e mezzana, e la randa, dotata di boma e picco, sulla mezzana.

Lo scafo è del tipo a tre ponti principali, continui da prora a poppa (di coperta, di batteria e di corridoio), più vari ponti parziali (copertini); possiede due sovrastrutture principali, il castello a prora e il cassero a poppa, che si elevano sul ponte di coperta ma che idealmente ne sono la continuazione. Il caratteristico colore bianco e nero sottolinea il richiamo al passato: le fasce bianche in corrispondenza dei ponti di batteria e corridoio ricordano infatti le due linee di cannoni del vascello ottocentesco alla cui tipologia il progettista si era ispirato.

A prora della nave si trova la polena, che rappresenta Amerigo Vespucci, realizzata in bronzo dorato. Caratteristica della nave sono i fregi di prora e l’arabesco di poppa, in legno ricoperti di foglia d’oro zecchino.

Il fasciame è composto da lamiere di acciaio di vario spessore (da 12 a 16 mm), collegate mediante chiodatura alle costole, che costituiscono assieme alla chiglia e ai bagli l’ossatura della nave. Tale sistema garantisce la necessaria flessibilità al trave nave; l’impermeabilità del tutto è assicurata dallo stretto contatto fra metallo e metallo, fortemente compressi dalla fitta chiodatura, che deve essere quindi realizzata a regola d’arte.

Tutti gli alberi, compreso il bompresso, sono costituiti da tre tronchi, di cui i primi due in acciaio (anch’essi realizzati mediante lamiere chiodate), il terzo, denominato alberetto per gli alberi verticali, asta di controfiocco per il bompresso, è in legno (douglas). I pennoni seguono la medesima filosofia costruttiva: i tre inferiori sono in acciaio, i due superiori in legno.

Per quanto attiene la randa, il boma è in acciaio mentre il picco è in legno. Molte altre parti della nave sono in legno, diversificato a seconda delle caratteristiche richieste: teak per il ponte di coperta, la battagliola e la timoneria, mogano, teak e legno santo per le attrezzature marinaresche (pazienze, caviglie e bozzelli), frassino per i carabottini, rovere per gli arredi del Quadrato Ufficiali e per gli alloggi Ufficiali, mogano e noce per la Sala Consiglio.

La lunghezza della Nave al galleggiamento è di 82 metri, ma tra la poppa estrema e l’estremità del bompresso si raggiungono i 101 metri. La larghezza massima dello scafo è di 15,5 metri, che arrivano a 21 metri considerando l’ingombro delle imbarcazioni, che sporgono dalla murata, e a 28 metri considerando le estremità del pennone più lungo, il trevo di maestra. L’immersione massima è pari a 7,3 metri.

L’unità è dotata di ben 11 imbarcazioni: due motoscafi, di cui uno riservato al Comandante, due motobarche, due motolance, quattro palischermi a vela e a remi, utilizzati per l’addestramento degli Allievi, e la baleniera, anch’essa a remi e a vela, tradizionalmente riservata al comandante con un armo di soli Ufficiali. Il dislocamento a pieno carico è pari a 4.100 tonnellate.

Motori:
Sistema di generazione integrato ed automatizzato di tipo Diesel-Elettrico, costituito da 2 Diesel generatori 12 cilindri MTU 12VM33F 2 x 1320 kW (1770 Hp) e 2 Diesel generatori 8 cilindri MTU 8VM23F 2 x 760 kW (1019 Hp).
Propulsione fornita da 1 Motore Elettrico Principale (MEP) ex Ansaldo Sistemi Industriali (NIDEC ASI) CR1000Y8, costituito da due indotti da 750 kW ciascuno per un totale di  2840 kW di potenza continuativa.
I sistemi di generazione e propulsione sono stati oggetto di totale riconfigurazione, durante la sosta lavori di Prolungamento Vita Operativa (PVO) iniziata a ottobre 2013 e terminata a aprile 2016.

Sistema elettrico:
Distribuzione primaria: 380V / 50hz
Distribuzione secondaria: 220V / 50hz e 115V / 60 hz

Luci interne/esterne: a LED, con illuminazione alberatura a led colore bianco e anche tricolore verde, bianco e rosso sui tre alberi principali.

Alberatura e vele

Gli alberi, precedentemente descritti, sono mantenuti in posizione grazie a cavi di acciaio (manovre fisse o dormienti) che li sostengono verso prora (stralli) verso i lati (sartie) e verso poppa (paterazzi). Sugli stralli sono inferiti inoltre i fiocchi e le vele di strallo. L’altezza degli alberi sul livello del mare è di 50 metri per il trinchetto, 54 metri per la maestra e 43 metri per la mezzana; il bompresso sporge per 18 metri.

I tre alberi verticali portano ciascuno cinque pennoni, dal caratteristico nome, comune anche alla vela relativa: sul trinchetto si trovano, dal basso, trevo di trinchetto, parrocchetto fisso, parrocchetto volante, velaccino e controvelaccino; sulla maestra trevo di maestra, gabbia fissa, gabbia volante, velaccio e controvelaccio; sulla mezzana trevo di mezzana, contromezzana fissa, contromezzana volante, belvedere e controbelvedere.

Il trevo di mezzana è normalmente tenuto sguarnito dalla vela (che toglierebbe il vento al trevo di maestra) e prende quindi il nome di “verga secca”. In ciascun albero i due pennoni inferiori sono fissi (possono solo ruotare sul piano orizzontale), mentre i tre superiori possono scorrere sull’albero e vengono alzati al momento di spiegare le vele.

Per quanto attiene le vele di taglio, l’armamento prevede cinque vele a prora (augelletto, controfiocco, fiocco, gran fiocco e trinchettina), quattro vele di strallo (di gabbia, di velaccio, di mezzana, di belvedere) e la randa. A questo “set” di vele, sempre “pronto all’uso” possono essere aggiunti, se del caso, gli scopamare, due vele quadre inferite ai lati del trevo di trinchetto, utilizzando idonee prolunghe del pennone. Con la nave completamente invelata si possono raggiungere velocità ragguardevoli, almeno in relazione al peso della stessa: il “record” è di 14,6 nodi.

La superficie velica totale (24 vele) è pari a circa 2.635 metri quadri. Le vele sono di tela olona (tessuto di canapa) di spessore compreso tra i 2 e i 4 millimetri e sono realizzate unendo mediante cucitura più strisce (ferzi).

La manovra delle vele si attua per mezzo di cavi (manovre correnti o volanti) di diverso diametro, per un totale di circa 36 km. Anch’essi hanno nomi caratteristici, quali drizze (per alzare i pennoni mobili e le vele di taglio), bracci (per orientare i pennoni), scotte e mure (per fissare gli angoli bassi delle vele quadre, rispettivamente sottovento e sopravvento), imbrogli (per raccogliere le vele sui pennoni), ecc.. Le manovre correnti sono per la maggior parte in manilla (fibra vegetale); fanno eccezione le scotte dei trevi, che per sostenere l’elevato sforzo sono realizzate in nylon. Oltre a ciò l’attrezzatura velica comprende circa 400 bozzelli in legno e 120 in ferro.

Fonte: http://www.marina.difesa.it

 

“Salute e longevità – Il grano, le capre, le famiglie”: è il titolo del libro di Salvatore Loi che verrà presentato domani (venerdì 19 agosto) a Teulada. L’appuntamento, alla presenza dell’autore, è organizzato dall’associazione culturale Is Sinnus con il patrocinio dell’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Daniele Serra. Ad aprire la serata, l’appuntamento è a partire dalle 20.00 nel giardino della Casa baronale, saranno il sindaco Daniele Serra e la collega di Sant’Anna Arresi, Anna Maria Teresa Diana. A seguire gli interventi di Emanuele Didu, collaboratore della Sardegna Film Commission, Francesco Fadda, vice presidente del circolo Shardana Usa – New York e, ovviamente, l’autore, Salvatore Loi, dell’associazione Is Sinnus di Teulada. La presentazione del volume sarà, ancora una volta, l’occasione per puntare i riflettori sulla longevità degli abitanti del centro del Basso Sulcis dove, da anni, il numero dei centenari è tra i più alti della Sardegna.

 

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Sarà Fabio Mereu il nuovo presidente di Confartigianato del Sud Sardegna per il prossimo quadriennio. Il 43enne imprenditore cagliaritano, rappresentante della Mereu Autolinee, prende il posto di Luca Murgianu.
«Accanto al bisogno di liquidità, per il quale occorre essere ancora più incisivi con le banche perché in questo momento di grande difficoltà sostengano il mondo economicoha dichiarato Fabio Mereule imprese hanno la necessità che la politica lavori per assicurare che ai provvedimenti contenuti nei decreti emanati seguano fatti concreti che siano in grado di far produrre i loro effetti sul mondo economico con la massima rapidità. E questo è tanto più vero se si parla di tecnologie digitali, vero motore di una rivoluzione alla quale dovremo contribuire tutti accompagnando le imprese verso quelle nuove tecnologie immateriali che possono consentire uno sviluppo imprenditoriale al passo con le nuove sfide regionali, nazionali ed internazionali.»
Il neo presidente sarà coadiuvato 4 vicepresidenti: Salvatore Loi, responsabile per la Città Metropolitana di Cagliari e Sud Sardegna, Norella Orrù, per il Sulcis Iglesiente, Laura Pisano, per il Medio Campidano, e Riccardo Porta.
«Il sud dell’Isola, come il resto della Sardegna e dell’Italia, sta attraversando una fase delicatissima e tante realtà sono a un bivio, ancora di più quelle più piccole ha aggiunto Fabio Mereuper questo è necessario ascoltarle maggiormente e proporre loro soluzioni su misura che, soprattutto, possano essere concretizzate nel minor tempo possibile.»
A suo modo di vedere «la progressiva digitalizzazione dell’economia italiana e sarda, rafforzata da investimenti e incentivi, potrebbe creare numerose opportunità di crescita per tutti i settori, come anche rappresentare un valido argine nel contrasto dello spopolamento delle zone interne. Mai come in questo periodo, anche in Sardegna le nuove tecnologie e la tradizione del saper fare sono riuscite a fondersi per dare vita a imprese digitali capaci di stare al passo delle più importanti realtà mondiali. Se molte aziende, quindi, sono pronte a cavalcare l’onda digitale, il passaggio dal “tradizionale” all’”internet delle cose”, per le imprese tradizionali è spesso traumatico nel cercare di superare le oggettive lacune nella conoscenza delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie digitali: agevolare questi processi pensiamo sia una delle missioni più importanti di una Associazione di categoria moderna e responsabile come la Confartigianato».
«La trasformazione va gestita soprattutto durante il passaggio generazionaleha concluso Fabio Mereu – rimandare questo “salto” può significare restare fuori da opportunità di crescita. In ogni caso nell’impresa la cosa fondamentale è mettere la persona al centro del sistema, perché dietro a una realtà che funziona ci sono persone che valgono, ci sono relazioni, c’è un territorio sano e che offre opportunità.»
Antonio Caria

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Sant’Anna Arresi è in festa per i 100 anni di nonna Speranza Uccheddu. Il centro di aggregazione sociale si è riempito domenica 29 dicembre, per festeggiare il grande traguardo raggiunto. Presenti il sindaco di Sant’Anna Arresi, Maria Teresa Diana ed il sindaco di Teulada, suo paese di origine, Daniele Serra. Dopo i saluti dei due sindaci, Speranza Uccheddu ha ricevuto mazzi di fiori, una targa da Maria Teresa Diana e, da Daniele Serra, la pergamena con l’albero genealogico della sua famiglia, ricostruito fino al XVIII secolo da Salvatore Loi, presidente dell’associazione culturale Is Sinnus di Teulada.

Speranza Uccheddu, sposata con Giuseppe Dessì, mancato nel 2008 all’età di 92 anni, ha avuto 4 figli: Isidoro, Nerina, Chiarina e Mario. 8 nipoti e 1 pronipote. Originaria di Foxi, piccolo medau oggi al confine tra i territori dei due Comuni, ha iniziato a lavorare fin da giovanissima. Il sindaco di Sant’Anna Arresi, Maria Teresa Diana, ha detto che Speranza Uccheddu le ha chiesto se il padre si trova ancora in vita, perché da giovanissimi, lui 7 anni, lei 6 anni, si conoscevano ed aiutavano i genitori nel lavoro nei campi. Una volta sposata, Speranza Uccheddu ha aiutato il marito nel lavoro dei campi ma poi ha fatto prevalentemente la casalinga, per accudire alla casa e ai quattro figli.

I due sindaci hanno portato i saluti delle rispettive comunità, prima Maria Teresa Diana, poi Daniele Serra, che hanno sottolineato, tra l’altro, il forte legame esistente, rinsaldatosi negli ultimi anni (il comune di Sant’Anna Arresi è stato istituito il 2 gennaio 1965 con legge regionale n° 16 del 21/ 10/1964, dopo il referendum del 15 dicembre 1963). La festa è proseguita, in una sala ormai gremita, con l’esibizione di sei giovanissimi componenti del gruppo estemporaneo San Domenico Savio che hanno proposto due balli sardi e poi quella del coro polifonico maschile sulcitano Sant’Isidoro di Teulada – Sant’Anna Arresi. Al termine, è stata la stessa Speranza Uccheddu a tagliare una delle tre torte preparate per l’occasione e a mangiare la prima fetta.

                                                    

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Venerdì 22 novembre, alle ore 17.30, nella Biblioteca comunale di viale Arsia, a Carbonia, nell’ambito della rassegna “Carbonia Scrive”, verrà presentato il libro “Storia di Teulada e dei Teuladini” di Salvatore Loi e Mario Paderas.
Il libro nasce dalla volontà di raccogliere le documentazioni sparse in diversi archivi sul paese di Teulada, dall’acquisto del barone Porta nel 1603 fino all’attualità.
La prima parte tratta dell’afflusso degli immigrati al paese rifondato, quindi delle produzioni agricole e in dettaglio dell’allevamento del bestiame da latte.
Dagli archivi comunali provengono le documentazioni inerenti le opere pubbliche, mentre per le ricostruzioni della vita civile si è attinto da archivi pubblici e privati. La ricerca si conclude con la rievocazione dei 120 giovani di Teulada caduti nella guerra 1915-18 e con 10 brevi biografie di teuladini che onorarono il loro paese.
Per quanto concerne gli autori, Salvatore Loi è nato a Teulada, ha conseguito la laurea in Scienze politiche presso l’Università degli Studi di Cagliari. Attualmente pensionato, ha prestato servizio presso l’Amministrazione comunale di Teulada e l’Amministrazione del Comprensorio del Sulcis, a Sant’Antioco.
Mario Paderas, recentemente scomparso, è stato un grande conoscitore della storia e delle tradizioni di Teulada. Nel corso della sua vita ha raccolto un inestimabile patrimonio documentario, realizzando una preziosa collezione sulle origini e sulla vita amministrativa del paese. È stato amministratore di lungo corso del comune di Teulada ed assessore al Patrimonio nel comprensorio di Sant’Antioco.
Alla presentazione del libro saranno presenti, oltre all’autore Salvatore Loi, il giornalista Sandro Mantega e per l’Amministrazione comunale il vicesindaco Gian Luca Lai e l’assessore della Cultura Sabrina Sabiu.

Sa Perda asub’e pari…Pietra su Pietra. Un viaggio fotografico tra i graniti di Teulada e Domus de Maria. Mostra organizzata, presso il Palazzo baronale di Teulada, dal comune di Teulada, in collaborazione con l’Associazione Culturale “Is Sinnus”di Teulada, l’Associazione “Z mienit APS” di Teulada e la trattoria “Angelo” di Domus de Maria. Parlano un linguaggio arcaico le pietre che l’occhio felice di Salvatore Loi ebbe modo di fotografare anni fa, nel suo apparente girovagare senza meta tra i possenti graniti di Teulada e Domus de Maria, in realtà spinto dalla passione della scoperta e dal desiderio di far conoscere quelli che non è senza ragione definire monumenti in atto di innalzare un inno di lode alla Natura. Tante e sorprendenti sono le forme che il vento e l’acqua, insieme al caldo ed al freddo, hanno saputo creare in millenni di indefesso scalpellare sulla primordiale massa di anonime alture, liberandola dalla presenza delle più fragili componenti, facili a dissolversi come polvere nell’aria sotto la forza dirompente della loro azione combinata. Ha spiegato chiaramente il prof. Giovanni Barrocu, dell’Università di Cagliari, parlando anche, fra l’altro, di dilatazione termica e di sforzo di trazione, il lungo processo attraverso cui i possenti graniti hanno potuto assumere le forme fantasiose che oggi ci sorprendono e ci fanno riflettere sulle tecniche che la Natura adotta per dar vita alle meraviglie che crea e con orgoglio ci mostra. Ma è, soprattutto, l’incanto che ci afferra di fronte a testimonianze visive tanto coinvolgenti che è da sottolineare, non ascrivibile solo alla capacità tecnica nel riprendere fotograficamente quanto dall’occhio percepito, ma anche, e soprattutto, al palese senso panteistico del fotografo nel momento in cui di quelle pietre sa leggere messaggi che oltrepassano il mero contenuto scientifico, pur importantissimo, convincendosi della presenza di Dio nella Natura. Messaggi che sono un invito a riflettere sulla grandiosità di fenomeni al cui cospetto l’Uomo deve solo inchinarsi, consapevole della propria incapacità a dominarli o manipolarli ad insensato piacimento. Così che si dia maggior vigore alla volontà di rispettarla, la Natura, di non offenderla, cadendo nella tentazione di sfidarla in una lotta che si potrebbe rivelare dolorosamente e tragicamente impari. Questa bella mostra, dunque, inaugurata il pomeriggio del 6 agosto, vuole essere, insieme, un omaggio al territorio, bellissimo e suggestivo, di Teulada e Domus de Maria, ricco di superbi graniti che l’opera dei più eccelsi degli scultori, in millenni di lavoro paziente, ha trasformato in stupefacenti sculture ed una prova di quanto l’amore per i propri luoghi possa fare se accompagnato da colta passione e capacità di ricerca e di indagine attenta e scrupolosa. Le foto di Salvatore Loi, ormai nel novero dei più “quotati” studiosi della Storia e del territorio della “sua” Teulada e delle zone limitrofe, ne sono una testimonianza ineccepibile. Non diversamente un caldo plauso va diretto a due giovani dell’Associazione “Zenit APS”, Daniele Mulas e Matteo Delussu, che hanno voluto collaborare con “Is Sinnus”, apportando la propria salda conoscenza delle nuove tecnologie multimediali, ottenuta in anni di studio e di esperienze lavorative, mostrando notevole entusiasmo nell’intraprendere un cammino che molti di noi si sono sempre augurati fosse preso in seria considerazione proprio dai giovani. Per amore ed interesse veri verso la realtà del loro paese! Un caldo ringraziamento ad Angelo, della omonima trattoria di Domus de Maria, che ha generosamente contribuito alla realizzazione della mostra ed alla Amministrazione del Comune di Teulada, sempre sensibile alle iniziative culturali che possano portare lustro al paese. Da rimarcare le parole con cui il sindaco Daniele Serra ha “aperto” la mostra, sottolineando come sia da lodare una collaborazione fattiva e responsabile quale quella che ha promosso tale evento, per gli innegabili esiti positivi all’interno della comunità, favorendone interesse e vivacità culturale, ma anche risvegliando in essa la consapevolezza della propria storia, dei propri valori, delle proprie “doti” territoriali. La mostra rimarrà aperta fino al 26 di agosto, ogni giorno dalle ore 20.00 alle ore 23.00. Lucia Maria Tanas