25 April, 2024
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I problemi del settore pesca in Sardegna sono stati sviscerati questa mattina, nel corso del convegno “Mare, pesca e lavoro: la Sardegna è una grande risorsa”, organizzato dalla UILA Pesca, nel salone del Centro di aggregazione sociale di Sant’Anna Arresi. Molto qualificata la partecipazione: dal sottosegretario di Stato del ministero delle Politiche agricole settore Pesca Giuseppe Castiglione, al capogruppo del Partito democratico in commissione Agricoltura Nicodemo Oliverio e al deputato del Partito democratico Gessica Rostellato (eletta con il Movimento 5 Stelle), componente della commissione Lavoro; dai consiglieri regionali Piero Comandini (Pd), Gianluigi Rubiu (Udc) e Paolo Dessì (Misto), i primi due componenti della commissione Agricoltura, al dottor Antonio Salis della direzione generale dell’Agricoltura della Regione Sardegna, all’ammiraglio Pietro Verna, caporeparto Pesca del ministero delle Politiche agricole; dal segretario nazionale Uila Pietro Pellegrini, a quello regionale Gaia Garau e a quello regionale UILA Pesca Luciano Marica, ed ancora alla segretaria generale Uilapesca Enrica Mammucari. Presenti in sala il comandante della Guardia Costiera di Sant’Antioco tenente di vascello Maria Teresa Ostuni, il dirigente del commissariato di Polizia di Carbonia dott.ssa Gabriella Comi e al nuovo comandante della Compagnia dei carabinieri di Carbonia capitano Lucia Dilio.

I lavori sono stati aperti dai saluti del sindaco di Sant’Anna Arresi Teresa Pintus e dalla relazione della segretaria regionale UILA Gaia Garau. Nel corso del dibattito, sono stati toccati tutti i problemi del settore, dalla mancata tutela degli operatori penalizzati dalla presenza di delfini e cormorani che devastano le reti e si cibano del pesce pregiato (per la quale, finalmente, la Regione Sardegna ha deciso di adottare un provvedimento che prevede adeguati indennizzi), al mancato riconoscimento della pesca come lavoro usurante, alle quote tonno che penalizzano la Sardegna dove operano le uniche tonnare fisse e che non prevedono adeguati spazi per la pesca accidentale.

Nel corso dei lavori abbiamo intervistato il sottosegretario Giuseppe Castiglione, il consigliere regionale Piero Comandini ed abbiamo registrato una parte dell’intervento dell’on. Nicodemo Oliverio. Allegati i tre filmati e un ampio album fotografico.

                            

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Il presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis, Gianfranco Trullu (sindaco di Perdaxius) e i sindaci di altri 14 Comuni (Calasetta – Antonio Vigo, Carbonia – Paola Massidda, Giba – Andrea Pisanu, Masainas – Ivo Melis, Narcao – Danilo Serra, Nuxis – Pier Andrea Deias, Perdaxius – Gianfranco Trullu, Piscinas – Mariano Cogotti, Portoscuso – Giorgio Alimonda, San Giovanni Suergiu – Elvira Usai, Santadi – Elio Sundas, Sant’Anna Arresi – Teresa Pintus, Sant’Antioco – Ignazio Locci, Tratalias – Marco Antonio Piras, Villaperuccio – Antonello Pirosu), hanno inviato una lettera al prefetto di Cagliari, Tiziana Giovanna Costantino, sul «grave stato di dissesto e di pericolo delle strade provinciali e statali del Sulcis».

«Illustrissimo sig. Prefetto – esordisce la nota – siamo ad illustrarLe il gravissimo stato di dissesto in cui versano le strade provinciali 77, 78 e 80, nonché la Strada Statale 293, che comporta la loro quasi impercorribilità. Vista la riunione svoltasi ieri 5/10/2017, presso l’assessorato dei Lavori pubblici della Regione Autonoma della Sardegna, dove la provincia del Sud Sardegna, nonostante l’invito, non ha partecipato alla riunione; l’ANAS, attraverso i suoi funzionari non ha assolutamente dato alcuna risposta sugli assi viari indicati; si chiede, pertanto, il Vostro immediato ed urgente intervento affinché, tramite un incontro presso la prefettura con la provincia del Sud Sardegna, l’ANAS ed anche con il coordinatore del Piano Sulcis, si possa addivenire ad un’immediata e non più procrastinabile messa i sicurezza dei tratti di strada che oggi, si ripete, sono impraticabili.»

«In difetto, tutte le Amministrazioni comunali – concludono i Sindaci – saranno costrette ad adottare atti che incidono sull’utilizzo delle dette strade, onde evitare la messa in pericolo di tutti i cittadini che le percorrono.»

  

 

          

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Si è svolto questa mattina, presso la Caserma “S. Pisano” di Teulada, il passaggio di consegne al comando del XVIII Battaglione “Poggio Scanno” dei Bersaglieri, tra il tenente colonnello Marco Pelliccioni ed il tenente colonnello Alessandro Latino. Hanno presenziato alla cerimonia, tra gli altri, il consigliere regionale Paolo Luigi Dessì, i sindaci dei comuni di Teulada Daniele Serra, di Sant’Anna Arresi Teresa Pintus, di San Giovanni Suergiu Elvira Usai, il comandante della Compagnia dei carabinieri di Carbonia maggiore Pino Licari.

La breve cerimonia ha avuto il suo clou con l’intervento di saluto del comandante uscente Marco Pelliccioni, che ha ringraziato tutti gli uomini del Battaglione, schierati sul piazzale, l’ingresso del nuovo comandante Alessandro Latino e, infine, il discorso del colonnello Gabriele Cosimo Garau, 83° comandante del III Reggimento Bersaglieri, arrivato a Teulada due mesi fa ma già inserito perfettamente nel nuovo incarico professionale e nel nuovo ambiente.

Alleghiamo un ampio album fotografico della cerimonia.

                                    

            

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Una nuova richiesta di conclusione dell’iter di trasferimento delle risorse spettanti ai Comuni gravati da servitù militari in Sardegna previsti dalla legge 104 del 1990 e dalle successive modifiche ed integrazioni, è stata avanzata dai sindaci Antonello Ecca di Arbus, Anna Paola Marongiu di Decimomannu, Luca Montella di La Maddalena, Mariano Carta di Perdasdefogu, Teresa Pintus di Sant’Anna Arresi, Daniele Serra di Teulada, Gian Luigi Serra di Ulassai, Giuseppe Loi di Villanova Strisaili e Sandro Porcu di Villaputzu, al ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, al ministro della Difesa Roberta Pinotti, al presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru e, per conoscenza, al presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana.

«Nel mese di marzo i sindaci dei comuni sardi interessati da servitù militari hanno scritto una lettera al ministro della Difesa, al presidente della giunta regionale e al presidente dell’ANCI Sardegna per significare gli interminabili ritardi nell’erogazione dei fondi a ristoro dei disagi e dei vincoli per la presenza dei poligoni e delle esercitazioni. Risorse destinate ai Comuni e da questi utilizzate per la realizzazione di opere pubbliche e politiche sociali a beneficio dell’intera comunità – scrivono i sindaci -. In data 9 maggio un comunicato a firma della Presidenza della Giunta regionale riportava la notizia dell’avvenuta sottoscrizione da parte del ministro Padoan del decreto che quantifica i parametri per l’erogazione del contributo ai Comuni e si stimava un tempo di conclusione dell’iter pari a circa un mese. Ad oggi però non si hanno notizie dell’effettiva conclusione dell’iter e questo è oggetto di forte preoccupazione dei sindaci scriventi visto il termine ultimo del 15 luglio quale obbligo per tutti i comuni di trasmissione della richiesta di acquisizione o di cessione degli spazi finanziari annuali (di cui all’art. 4 del D.P.C.M. 21/02/2017, n. 21). Un ulteriore ritardo nell’erogazione dei fondi in oggetto non solo rischia di compromettere la corretta programmazione delle risorse entro tale data, ma in caso di trasferimento tardivo essi rischiano di finire in avanzo di amministrazione rendendoli di fatto inutilizzabili.»

«Per questi motivi, considerati anche i tempi tecnici necessari per il trasferimento dei fondi dallo Stato alla Regione e da questa ai Comuni è assolutamente necessario concludere l’iter nei prossimi giorni, in caso contrario tali risorse saranno di fatto del tutto vane. Oltre al danno, la beffa. Chiediamo quindi notizie sull’avanzamento dell’iter procedurale necessario e, nel caso in cui questo non sia di immediata conclusione, chiediamo una pronta e decisa presa di posizione – concludono i sindaci – per scongiurare il sopraccitati rischi e dare finalmente seguito agli impegni presi, nell’esclusivo interesse delle nostre comunità.»

 

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Un 17 e 18 giugno all’insegna dell’evasione dal caldo delle grandi città e dell’invasione, rigorosamente pacifica, del litorale di Porto Pino. Questa la sintesi estrema del terzo weekend di giugno tra enogastronomia, artigianato e tintarelle, imbastito da Primavera Sulcitana, nell’area davanti alla spiaggia sulcitana del sud-ovest dell’Isola. Il “villaggio” del gusto conquista migliaia di persone, tanto cittadini quanto turisti, in un fine settimana con il sole rovente e con l’acqua del mare di una delle perle più “blu” dell’Isola decisamente limpida. Dagli assaggi delle specialità sarde ma anche spagnole alla musica proposta da dj Roberto Gessa, passando per i tanti eventi – sportivi e non – a contorno dell’iniziativa. Il sindaco, Teresa Pintus, e l’assessore comunale del Turismo, Gabriella Caschili, hanno portato il loro saluto a tutti gli standisti nel corso della due giorni, intrattenendosi a lungo nell’area del “villaggio”.

«In tantissimi hanno potuto conoscere la bellezza unica di Porto Pino, presa d’assalto nel weekend. In un fine settimana così torrido, siamo molto soddisfatti di essere stati scelti dai cittadini e dai vacanzieri – spiega Ivan Scarpa, responsabile comunicazione e marketing di Primavera Sulcitana -. Grazie al supporto dell’amministrazione comunale e dei balneari». I numeri della pacifica invasione li fornisce Luciano La Mantia, proprietario del Luna Beach. «Un Ferragosto anticipato, abbiamo avuto visitatori da tutta l’Isola e anche molti turisti. Tra gli oltre quattro chilometri di spiaggia e il villaggio di Primavera Sulcitana ci sono state circa 20mila persone, il boom più consistente è stato registrato domenica – sottolinea Luciano La Mantia -. Eventi simili danno visibilità a un luogo magico come questo, è una semina che porta frutti che tutti possono raccogliere, unendo le forze e impegnandosi per creare quel ‘bene comune’ indispensabile per un territorio come il nostro.»

La carovana di Primavera Sulcitana, intanto, si prepara per un’altra tappa importante: nell’altrettanto splendida cornice di Carloforte, sono già caldi i motori per dare vita ad un altro appuntamento all’insegna del buon cibo e della tradizione sarda.

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E’ stato presentato ieri, nella sala conferenze della Biblioteca regionale, a Cagliari, il XXXII festival internazionale “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, organizzato dall’associazione culturale Punta Giara, sotto l’alto Patrocinio della Presidenza del Consiglio e della Giunta della Regione Autonoma della Sardegna, con l’apporto fondamentale dell’assessorato della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo, dell’assessorato del Turismo, Commercio e Artigianato della Regione Autonoma della Sardegna e della Fondazione di Sardegna.

Erano presenti alla conferenza stampa e sono intervenuti i rappresentanti delle istituzioni pubbliche, il sindaco di Sant’Anna Arresi Teresa Pintus, il sindaco di San Giovanni Suergiu Elvira Usai, Andrea Dettori che ha portato i saluti dell’assessore della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo della Regione Sardegna Giuseppe Dessena, il presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis Gianfranco Trullu, e gli sponsor della manifestazione.

Nel corso della conferenza stampa, coordinata dal giornalista Giampaolo Cirronis, sono stati presentati due video sui due comuni che ospiteranno gli spettacoli, San Giovanni Suergiu per l’anteprima del 31 agosto sul sagrato della chiesa di Santa Maria di Palmas (l’assessore del Turismo Camilla Melis si è soffermata sulle iniziative portate avanti da alcuni anni dall’associazione culturale Palmas Vecchio ed ha descritto dettagliatamente tutti gli aspetti del borgo e del sagrato della chiesa) e Sant’Anna Arresi per i dieci giorni del Festival. I due sindaci si sono augurati che le sinergie messe in campo tra soggetti pubblici ed associazioni del territorio possano dare ancora più forza ad un progetto di carattere culturale multidisciplinare e che possano maggiormente valorizzare il territorio. 

Il presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis Gianfranco Trullu ha evidenziato come queste manifestazioni possano vivacizzare tutto il territorio e valorizzarlo in tutti i suoi aspetti.

Ponziana Ledda, in rappresentanza dell’associazione Destinazione Sulcis ha presentato il progetto “I-Dee Madri”, destinato ad arricchire il già sostanzioso cartellone artistico con attività parallele quali escursioni e laboratori.

Superate le premesse, si è entrati nel dettaglio degli aspetti artistici della XXXII edizione, dopo la presentazione video del calendario dei concerti che si susseguiranno dal 31 agosto da San Giovanni Suergiu con l’Anteprima del festival e poi dal 1 al 10 settembre nella storica sede di Piazza del Nuraghe, a Sant’Anna Arresi, il direttore artistico Basilio Sulis ha illustrato le linee guide del prossimo festival passando attraverso la figura di Max Roach, dei diritti civili e delle percussioni moderne evidenziando il numero delle presenze femminili che si esibiranno ai piedi del Nuraghe Arresi. L’Associazione, ha detto il direttore artistico, è riuscita a ritagliarsi uno spazio non solo nazionale ma anche internazionale, sia per quanto riguarda la produzione musicale sia sotto l’aspetto dell’immagine, a seguire Andrea Murgia ha esposto in dettaglio il cartellone artistico della rassegna, illustrando le caratteristiche di tutti i concerti che si susseguiranno dal 31 agosto al 10 settembre, tra esclusive italiane, prime assolute e progetti originali e tutti gli aspetti logistici organizzativi della manifestazione. 

A seguire è intervenuta Adriana Lobina in rappresentanza del circolo Anspi Oratorio di Sant’Anna Arresi che ha illustrato il progetto del laboratorio musicale destinato ai bambini tra i 4 e i 10 anni che farà parte integrante degli eventi del XXXII Festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, i cui elementi fondamentali saranno il rispetto dell’ambiente e l’arte del riciclo.

Al termine, Giampaolo Cirronis ha ringraziato la Cantina Mesa, Automobili Cocco, l’Agenzia Fo.Re.STAS della Regione Sardegna, la Provincia del Sud Sardegna, la RAI e Nieddittas per la loro proficua collaborazione per la realizzazione della XXXII edizione del festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz“, ed ha invitato tutti i presenti a partecipare alla rassegna.

Relazione Artistica

Il festival Ai Confini tra Sardegna e Jazz compie con la XXXII edizione, l’ennesimo atto di amore nei confronti del linguaggio musicale contemporaneo e del jazz in particolare, lo fa con intatto vigore e con l’atteggiamento che da sempre ha caratterizzato questa manifestazione: «La curiosità». Parte dal passato ancora presente per leggere la contemporaneità della vita di uomini e donne, con l’ambizione di scrivere nuove pagine a valore universale, che partendo dalla nostra isola possa delineare il futuro attraverso la lente di questa straordinaria forma d’arte.

L’associazione culturale Punta Giara è da sempre connessa al mondo circostante perché dalla musica trae spunti per parlare della società e la società contribuisce all’utilità della musica stessa.

Nell’ideare, progettare e realizzare la XXXII edizione, dopo lunghe e proficue analisi, la direzione artistica ed i soci dell’Associazione Culturale Punta Giara sono partiti dal rapporto annuale sui diritti civili che Amnesty International ha pubblicato recentemente facendoci rendere conto di come ci troviamo davanti ad un’emergenza umanitaria di proporzioni mondiali.

Dopo le rivoluzioni sociali degli anni ’60 il mondo sembra aver compiuto un passo indietro nei confronti di ciò che parevano diritti acquisiti dell’uomo.

Infatti, come si evidenzia, mai come in quest’ultimo periodo i diritti umani stanno attraversando grandi pericoli. Le violazioni in circa 160 cosiddetti stati democratici intaccano sistematicamente molti dei diritti inalienabili: l’infanzia tradita, le violenze di genere, crimini di guerra, sparizioni forzate, torture e deportazioni di massa ne rappresentano il quadro catastrofico. Nulla avrebbe fatto pensare ad un’involuzione tale rispetto ai diritti acquisiti grazie alle rivoluzioni sociali degli anni 60, e tutto ciò non ha lasciato insensibili i soci dell’Associazione.

Il pensiero è corso automaticamente a quei paesi che non rientrano nel cosiddetto “Occidente Civilizzato” invece è sotto gli occhi del mondo di come le ultime elezioni negli Stati Uniti siano state condotte in maniera “discriminatoria, misogina e xenofoba”. In realtà proprio gli Stati Uniti d’America hanno segnato una delle evoluzioni sociali più importanti del millennio da poco passato.

Sembra quasi che un colpo di spugna abbia cancellato il sudore ed il sangue versato da Malcom X, Martin Luther King e da tutti gli afro-americani sacrificati sull’altare della supremazia bianca.

E’ in questo momento che ritorna con prepotenza la necessità di analizzare un caposaldo sia delle lotte per i diritti civili che dell’evoluzione della stessa musica jazz. Il nostro pensiero si è soffermato inevitabilmente sulla suite “We Insist! Freedom Now” composta dal geniale batterista Max Roach e completata dalle parole del poeta, cantante e scrittore afro-americano Oscar Brown Jr.

Il contributo che ha dato questo lavoro ai diritti civili è sintetizzato nel punto esclamativo all’interno del titolo stesso, non più una richiesta ma una volontà che durante gli anni 60 è diventata sempre più pressante e doverosa. Una presa di posizione non più contrattabile né procrastinabile come testimonia la storica copertina della meravigliosa, fondamentale e rivoluzionaria suite.

E sarà proprio lo spirito di Max Roach che caratterizzerà questa edizione. Max Roach è considerato, a pieno titolo, uno degli innovatori più importanti del suo strumento e di conseguenza della musica jazz, una pietra miliare nei confronti della quale ogni musicista ha l’obbligo di confrontarsi.

Max Roach è riuscito a trasformare la batteria da semplice strumento d’accompagnamento in una macchina creativa in grado di suggerire la via da percorrere agli strumenti che fino ad allora avevano caratterizzato la composizione jazzistica. La sua capacità di trasferire lo stile bebop alla batteria ne ha fatto il padre delle moderne percussioni facendole diventare uno strumento di espressione personale.

La sua capacità tecnica, apprezzata da musicisti del calibro di Charlie Parker, Miles Davis, Eric Dolphy e Sonny Rollins fra i tanti, è andata ad unirsi alla consapevolezza politica legata sempre più alla pressante disuguaglianza sociale che purtroppo allora come oggi caratterizza l’organizzazione umana.

Questa edizione sarà connotata oltre che dalle percussioni e la loro evoluzione, anche da una fortissima presenza femminile.

La disuguaglianza passa anche attraverso la discriminazione sessuale e gli abusi fisici e mentali che le donne subiscono a causa di una inesistente superiorità maschile. E’ intenzione degli organizzatori indagare l’estrema potenza creativa delle donne unita anche alla dimensione creatrice. Guarderemo attraverso gli occhi di una figura che unisce dentro di sé infinite esistenze capaci di avvolgere e proteggere l’universo. Non solo creazione di vita ma anche creatrici di visioni artistiche, culturali e sociali. Lo sguardo delle Muse ci aiuterà e ci guiderà attraverso una profondità che riuscirà forse a destabilizzare preconcetti millenari privi di ogni fondamento.

Il festival aprirà il sipario il 31 agosto per un’anteprima nella suggestiva cornice della chiesa di Palmas a San Giovanni Suergiu. Sul palco suonerà il progetto Percussion Evolutions. L’omaggio alle percussioni inizierà con un grande amico della nostra associazione, Hamid Drake, che suonerà con il balafonista Aly Keita ed il cantante e percussionista Boni Gnahorè.

Il giorno successivo, 1 settembre, segna l’inizio ufficiale del festival con una formazione tutta africana. La cantante della Costa d’Avorio Dobet Gnahorè presenta un concerto di melodie e suoni tipicamente africani con una formazione che prevede ancora Hamid Drake, Boni Gnahorè, Aly Keita e Mike Dibo (batteria), Valery Assouan (basso). Si partirà con un caos percussivo che segna quasi la nascita di una Venere Nera fino alla chiusura con due brani dedicati a Nelson Mandela.

Il 2 settembre sul palco della Piazza del Nuraghe avremo due concerti, il primo vede la partecipazione del duo Courvasier-Wollesen ed il secondo è il progetto Lean Left. Sylvie Courvasier è una pianista svizzera di grande rispetto in ambito jazzistico e si presenta con l’eclettico batterista Kenny Wollesen. Insieme svilupperanno un dialogo percussivo fra la melodia ritmica del piano e la potenza musicale della batteria.

Il secondo set sarà tutto di un’ ottima formazione sospesa tra improvvisazione, ritmo, melodia e rumore. Il sax di Ken Vandermark guiderà i due chitarristi Andy Moore e Terry Ex ed il batterista Paal Nilssen-Love.

Il giorno successivo saliranno nuovamente sul palco Hamid Drake ed il balafonista ivoriano Aly Keita per farci immergere in un incontro tra due culture africane ed americane mentre il secondo set sarà affidato a David Virelles (piano), che con Vicente Archer (basso), Romàn Dìaz (percussioni), Eric McPherson (batteria) ci regaleranno la prima esclusiva del festival. Il pianista cubano porta sulla scena La Voce (Mbokò) che rappresenta la parola della divinità tesa fra Africa e Cuba.

Il maestro Joe Chambers sarà protagonista di un solo di piano il giorno 4 settembre primo set che poi lascerà il campo alla formazione che l’anno scorso ci ha regalato uno dei concerti più entusiasmanti della passata edizione. Il Summit Quartet di Gustafson, Vandermark, Luc Ex e Drake si esibiranno in una produzione originale che sarà anche l’occasione per presentare il meraviglioso disco registrato nel 2016 proprio sul palco del nostro festival e prodotto dall’Associazione Culturale Punta Giara.

Il giro di boa è un’altra esclusiva del festival, M’Boom Repercussion. Lo spirito di Max Roach prenderà forma sul palco con una riproposizione di uno dei suoi capolavori. A questo straordinario concerto oltre a Marc Abrams (basso), Pietro Tonolo (sax), Eli Fountain (batteria), Diego Lopez (percussioni) parteciperanno anche Joe Chambers (vibrafono), Ray Mantilla (percussioni) e Warren I. Smith (batteria). Chambers, Mantilla e Smith sono i musicisti originali che accompagnarono Roach nella registrazione del disco. A questa formazione si aggiungerà anche un quartetto d’archi proveniente dal Conservatorio di Cagliari, ad inizio serata in prima assoluta Tiziano Tononi con Susie Ibarra con il progetto Drums, Gongs & Bamboo, un esaltante dialogo tra percussioni.

David Vireless salirà nuovamente sul palco di piazza del nuraghe in un solo di piano ed aprirà la settima giornata della manifestazione introducendoci ad uno spettacolo che si presenta come eccezionale. Shamania di Marilyn Mazur. La Mazur è un’artista poliedrica che ha suonato con Miles Davis e Gil Evans. Per questa occasione ha allestito uno spettacolo di sole donne che ci regaleranno uno dei concerti più attesi di questa edizione.

Il 7 settembre il primo concerto della serata sarà affidato ad un solo di Tyshawn Sorey, un giovane batterista americano che ha collaborato con Zorn, Wadada Leo Smith, Anthony Braxton. Sorey è musicista e compositore con una carriera superlativa.

Il secondo set ci introdurrà in una nuova forma di approccio jazzistico. Infatti il progetto Odd Time di Kassa Overall (batteria), Kool A.D. (voci & dj), Dada Powell (voci) ci porterà attraverso una lettura elettronica della musica. Una lettura che vuole attualizzare un discorso musicale che non è mai finito ovvero la libertà espressiva del jazz contemporaneo.

Kassa Overall ed il suo Trio apriranno il primo set del giorno successivo per poi lasciare spazio al batterista Tyshawn Sorey con una formazione (Corey Smithe al piano e Chris Tordini al basso) che alterna composizione ed improvvisazione.

Ci si avvia alla conclusione del festival e la penultima serata sarà qualcosa di difficile da dimenticare. La Burnt Sugar con i suoi 17 portentosi musicisti ci offrirà una rilettura dell’album Freedom Now! di Max Roach. Il concerto è una produzione originale creata appositamente per questa edizione del festival.

La chiusura della manifestazione, il 10 settembre, vedrà sul palco una giovane formazione italiana, il Liquid Stone Trio. Michele Uccheddu (percussioni), Caterina Genta (cantante, performer), Emanuele Balia (elettronica) ci porteranno in un universo di suoni creati per spingere più in là i confini delle strutture musicali.

Il saluto all’anno prossimo sarà affidato al secondo pirotecnico concerto della Burnt Sugar. Questo gigantesco ensemble si esibirà in una personale rilettura dei grandi successi della musica nera da Hendrix a Prince passando per la Motown ed il jazz. Sarà un omaggio ai 30 anni di carriera dell’orchestra che festeggerà con una produzione originale l’arrivederci al prossimo anno.

Attraverso lo svolgimento del tema riteniamo che ancora una volta il jazz possa e debba affermare la sua valenza sociale divincolandosi dalla superficialità che vorrebbe la musica l’arte solamente come puro intrattenimento per favorire la creazione di un pensiero unico, controllabile ed incapace di scegliere tra ciò che è sopraffazione e ciò che diritto.

Ecco perché anche noi, prendendo spunto dal capolavoro di uno dei musicisti più importanti della storia della musica contemporanea, ci uniamo a quel grido che dice “Noi Insistiamo! Libertà Adesso”.

   

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I lavoratori del Centro AIAS di Cortoghiana che questa mattina hanno iniziato lo sciopero della fame come nuova clamorosa forma di protesta tesa a rivendicare il pagamento di nove mensilità arretrate ed il rispetto dei loro diritti, hanno ricevuto vari attestati di solidarietà e visite di amministratori locali, consiglieri regionali e parlamentari. Come si vede nelle due fotografie allegate, sono giunti al Centro AIAS di Cortoghiana, dove hanno incontrato i lavoratori, il deputato del Partito democratico Francesco Sanna, il consigliere regionale dell’Udc Gianluigi Rubiu ed alcuni sindaci: Paola Massidda di Carbonia, Teresa Pintus di Sant’Anna Arresi, Giorgio Alimonda di Portoscuso ed Elvira Usai di San Giovanni Suergiu. Le visite, comunque, si susseguono quasi senza interruzione, a conferma della vasta eco che la vertenza dei lavoratori AIAS sta avendo sia a livello territoriale sia regionale.

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I sindaci dei Comuni oberati dalle servitù militari, Antonello Ecca di Arbus, Anna Paola Marongiu di Decimomannu, Luca Montella di La Maddalena, Mariano Carta di Perdasdefogu, Teresa Pintus di Sant’Anna Arresi, Daniele Serra di Teulada, Gian Luigi Serra di Ulassai, Giuseppe Loi di Villagrande Strisaili, Sandro Porcu di Villaputzu e Walter Marongiu di Villasor, hanno inviato una lettera al ministro della Difesa Roberta Pinotti e al presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru e, per conoscenza al presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana, contenente la richiesta di un incontro urgente sul tema degli indennizzi ai Comuni gravati da servitù militari, legge 104/90 e successive modifiche e integrazioni.

«I sindaci dei comuni di Arbus, Decimomannu, La Maddalena, Perdasdefogu, Sant’Anna Arresi, Teulada, Ulassai, Villagrande Strisaili, Villaputzu e Villasor rimarcano il forte e non più sostenibile ritardo nei trasferimenti dallo Stato delle risorse previste dalla legge 104/90 e successive modifiche e integrazioni (Dlgs 66/2010) – si legge nella lettera -. Tali disposizioni di legge prevedono per i Comuni oberati da servitù militari dei fondi a ristoro dei disagi e dei vincoli per la presenza dei poligoni e delle esercitazioni. Risorse destinate ai Comuni e da questi utilizzate per la realizzazione di opere pubbliche e politiche sociali a beneficio dell’intera comunità.

Gli ultimi versamenti risalgono ormai al lontano 2012 e riguardavano le annualità 2005-2009, il ritardo accumulato e quindi di 8 annualità per una cifra che, a solo titolo di esempio, ammonta a circa 1,3 milioni di euro Arbus, 600mila euro Decimomannu, 2,4 milioni di euro La Maddalena, 450mila euro Sant’Anna Arresi, 3 milioni di euro Teulada, 2,2 milioni di euro Villaputzu, 1,3 milioni di euro Villasor, etc. Risorse fresche, importanti e quanto mai utili in un periodo di forte crisi e difficoltà come quello che stiamo attraversando, che consentirebbero l’immediato avvio di opere e cantieri con indubbi benefici anche per l’occupazione.»

«La problematica non è nuova e negli anni è più volte stata sollevata dai Sindaci e dalla Regione Sardegna sia attraverso l’invio di documenti ufficiali e delibere di consiglio votate all’unanimità, sia durante incontri a vari livelli, in tutte le sedi possibili – aggiungono i sindaci -. Tutte le richieste indirizzate sono rimaste inascoltate. Oltre al versamento del pregresso e alla puntualità nei pagamenti abbiamo sempre chiesto la corresponsione delle cifre per annualità e non più per quinquennio e il fatto che siano stralciate dai vincoli di bilancio affinché tali risorse siano effettivamente e facilmente programmabili e spendibili per il territorio e per le comunità con tempistiche certe. Ci preme ricordare che la tematica non può essere ritenuta oggetto di negoziazione tra le varie vertenze sulle servitù militari. Essa, infatti, è già disciplinata da una legge dello Stato e in quanto tale va applicata senza indugio.»

Ritenendo non più rinviabile la conclusione della vicenda, i sindaci chiedono al ministro della Difesa la convocazione di un incontro urgente per affrontare e risolvere la problematica e l’autorevole intervento della Regione Sardegna, nella persona del presidente della Giunta, affinché si faccia portavoce e promotore di quanto possa occorrere per la tematica in oggetto.

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I sindaci dei comuni di Teulada Daniele Serra e Sant’Anna Arresi Teresa Pintus denunciano il forte e non più sostenibile ritardo nei trasferimenti dallo Stato delle risorse previste dalla legge 104/90 e successive modifiche. Tali disposizioni di legge prevedono per i Comuni oberati da servitù militari dei fondi a ristoro dei disagi e dei vincoli per la presenza dei poligoni e delle esercitazioni. Risorse versate direttamente ai Comuni e da questi utilizzate per la realizzazione di opere pubbliche e politiche sociali a beneficio dell’intera comunità.

In una nota Daniele Serra e Teresa Pintus sottolineano che «gli ultimi versamenti effettuati risalgono ormai al lontano 2012 e riguardavano le annualità 2005-2009, il ritardo accumulato e quindi di 8 annualità per una cifra che ammonta a circa 3 milioni di euro per Teulada e circa 450mila euro per Sant’Anna Arresi. Risorse fresche, importanti e quanto mai utili in un periodo di forte crisi e difficoltà come quello che stiamo attraversando, che consentirebbero l’immediato avvio di opere e cantieri con indubbi benefici anche per l’occupazione».

«La problematica non è nuova e negli anni più volte è stata sollevata dai Sindaci e dalla Regione Sardegna – sottolineano Daniele Serra e Teresa Pintus –, sia attraverso l’invio di documenti ufficiali e delibere di consiglio votate all’unanimità, sia durante incontri a vari livelli, in tutte le sedi possibili. Tutte le richieste indirizzate sono rimaste inascoltate. Oltre al versamento del pregresso e alla puntualità nei pagamenti abbiamo sempre chiesto la corresponsione delle cifre per annualità e non più per quinquennio e il fatto che siano stralciate dai vincoli di bilancio affinché tali risorse siano effettivamente e facilmente programmabili e spendibili per il territorio e per le comunità con tempistiche certe. Ci preme ricordare che la tematica non può essere ritenuta oggetto di negoziazione tra le varie vertenze sulle servitù militari. Essa infatti è già disciplinata da una legge dello Stato e in quanto tale va applicata senza indugio.»

A tale proposito, ritenendo non più rinviabile la conclusione della vicenda, i sindaci di Teulada e di Sant’Anna Arresi chiederanno l’autorevole e pressante intervento della Regione Sardegna e la collaborazione delle altre comunità aventi la medesima problematica, affinché si convochi quanto prima un incontro con il ministro della Difesa per la soluzione della vertenza.

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Dal 30 settembre al 6 ottobre scorso, col contributo della facoltà di Biologia e farmacia dell’ateneo, si è svolto a Porto Pino il campo scuola naturalistico del corso di laurea in Scienze naturali (classe Scienze e tecnologie ambiente e natura). Il campo, ha potuto usufruire delle strutture delle ex batterie di difesa costiera di Candiani (Sant’Anna Arresi).

L’Università e in particolare il gruppo guidato da Valeria Marina Nurchi (coordinatore corso laurea Scienze e tecnologie per l’ambiente e la natura), proseguono nel tessere una tela proficua con le istituzioni e il territorio. Infatti, il campo si tiene grazie al Progetto Life Natura Soss Dunes (Safeguard and management Of South-western Sardinian Dunes A project for the pilot area of Porto Pino), con un accordo di partenariato tra il comune di Sant’Anna Arresi, rappresentato dal sindaco Teresa Pintus e dal project manager Emanuele Figus e il Coastal and marine geology group dell’Università di Cagliari, coordinato scientifico Sandro De Muro.

Le attività del Campo scuola naturalistico 2016 tenutosi al comprensorio di Educazione ambientale delle ex batterie di difesa costiera di Candiani hanno comportato esercitazioni di terreno su geografia fisica e cartografia, morfodinamica, geologia, botanica sistematica e ambientale, ecologia animale, ornitologia e monitoraggio ambientale. Un processo virtuoso che permetterà di implementare la conoscenza multidisciplinare del “SIC ITB040025, promontorio, dune e zona umida, di Porto Pino”. In particolare, gli studenti sono stati impegnati in attività che prevedono esercitazioni di terreno sulle tematiche: Geografia fisica e Cartografia: cartografia tematica, processi, forme, depositi litorali ed eolici e depositi transizionali (curata da docenti e ricercatori, Sandro De Muro e Carla Buosi); Zoologia: ornitologia (Susanna Salvadori e Sergio Nissardi, Carla Zucca); Geologia: stratigrafia del Mesozoico e sedimentologia delle piattaforme carbonatiche; sedimenti eolici di età quaternaria; deformazioni tettoniche di età terziaria del promontorio (Luca Costamagna); Botanica ambientale: analisi della vegetazione rupicola costiera in relazione agli assetti geomorfologici con particolare attenzione alla vegetazione caratterizzata da Pinus halepensis e Quercus calliprinos (Maria Caterina Fogu, Gianluca Iiriti); Ecologia animale con attività di monitoraggio ambientale in una laguna costiera (Pierantonio Addis, Marco Secci, Francesco Palmas, Daniela Loddo); Botanica Sistematica con studi di biologia della conservazione in situ ed ex situ, raccolta del germoplasma e rilevamento fenologico e rilevamento demografico (Donatella Cogoni, Giuseppe Fenu, Maria Silvia Pinna, Marco Porceddu). Le attività preparatorie per le esperienze in campo si sono svolte presso il comprensorio di educazione ambientale. Il comprensorio è dotato di sala didattica, foresteria per studenti e docenti ed è costituito delle ex batterie di difesa costiera di Candiani, opportunamente ristrutturate dal comune di Sant’Anna Arresi e destinate a educazione e formazione su tematiche ambientali a tutti i livelli. La struttura è in rete con l’Osservatorio coste e ambiente naturale sottomarino Oceans di Punta Sardegna (Palau).

In base all’accordo quadro, il comprensorio di Candiani è base stabile per il campo naturalistico del corso di laurea triennale e magistrale della classe di Scienze e tecnologie per l’ambiente e la natura. «Gli studenti possono svolgere gratuitamente attività sul campo in uno dei contesti naturali del Mediterraneo caratterizzati dalla presenza di estese e straordinarie aree sic (siti di interesse comunitario), che – spiega la professoressa Nurchi – spaziano tra ambienti marini, sistemi di spiagge e dune, promontori aree pedemontane e montane. Un’attività che rappresenta una palestra formidabile per la formazione della futura classe dirigente nel campo delle tematiche ambientali».