26 April, 2024
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Sabato 3 settembre 2022, alle ore 17.00, nella chiesa di San Francesco, a Iglesias, si terrà l’ordinazione episcopale di mons. Walter Erbì, nominato lo scorso 16 luglio da Papa Francesco arcivescovo titolare di Nepi e Nunzio Apostolico in Liberia ed in Sierra Leone.

La celebrazione con il rito di ordinazione sarà presieduta dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità Papa Francesco, e sarà concelebrata dal card. Arrigo Miglio e dal vescovo di Iglesias Giovanni Paolo Zedda, insieme a numerosi altri vescovi.

Per ragioni di sicurezza ed ordine pubblico, la zona circostante alla chiesa di San Francesco sarà interdetta al traffico veicolare ed alla sosta, ragion per cui il tempio potrà essere raggiunto solo a piedi.
L’accesso alla chiesa sarà libero fino a esaurimento dei posti disponibili, tuttavia l’accesso negli spazi riservati alla stampa nelle prime file avverrà solo per le persone autorizzate, che dovranno prendere posto entro le ore 16.30.

Questo pomeriggio, sabato 27 agosto 2022, presso la basilica di San Pietro in Vaticano, durante il Concistoro presieduto da Papa Francesco, l’arcivescovo emerito di Cagliari monsignor Arrigo Miglio è stato creato cardinale con il titolo di San Clemente, menzionato per la prima volta da san Girolamo nella sua “Vita di San Clemente”, contenuta nel De Viris illustribus.

La sede assegnata è dedicata a papa Clemente I, sorge nella valle tra l’Esquilino e il Celio, sulla direttrice che unisce il Colosseo al Laterano nel rione Monti, ed ha la dignità di basilica minore. La presa di possesso da parte del nuovo porporato avverrà nei prossimi mesi.

Durante l’allocutio, pronunciata subito dopo la lettura del vangelo, papa Francesco ha citato l’immagine del fuoco, quello dello spirito e quello di brace: «Fiamma potente dell’immagine di Dio, amore appassionato che tutto rigenera e purifica con cui il Signore vuole comunicare e avvicinarci con mitezza. Nella luce e nella forza cammina il popolo fedele al quale siamo stati inviati come ministri del Signore. Un cardinale – conclude ama la Chiesa sempre con il medesimo fuoco spirituale, sia incontrando i “grandi” di questo mondo, che i piccoli, sempre grandi davanti a Dio».

I nomi dei nuovi cardinali, venti in tutti, erano stati annunciati dal Papa dalla finestra del palazzo apostolico durante l’Angelus del 29 maggio, insieme alla richiesta di pregare per loro «affinché, confermando la loro adesione a Cristo, possano aiutarmi nel mio ministero di Vescovo di Roma per il bene di tutto il santo popolo fedele di Dio». La lista di nomi ha confermato il duplice criterio che ha animato i precedenti sette Concistori del pontificato di Jorge Mario Bergoglio. Quello della internazionalità, con una speciale attenzione al Sud del mondo, e il superamento delle sedi un tempo considerate tradizionalmente “cardinalizie” con una predilezione per le periferie, ovvero i territori di confine che storicamente non hanno mai visto un cardinale.

Tutti insieme, lunedì e martedì (29 e 30 agosto) si riuniranno per la due giorni di approfondimento della Praedicate Evangelium, suggellata, martedì alle 17.30, con la Messa del Pontefice sempre nella Basilica di San Pietro.

Nella mattina di domani, domenica 28 agosto, alle 12.00, presso la basilica papale di San Paolo fuori le mura, Arrigo Miglio celebrerà la Santa messa con i fedeli e gli amici presenti a Roma.

Domenica 2 ottobre 2022, alle 19.00, presso la cattedrale di Cagliari, il Cardinale presiederà la celebrazione eucaristica di ringraziamento con il clero e la comunità ecclesiale diocesana.

Sabato 27 agosto 2022, a partire dalle ore 16.00, presso la basilica di San Pietro in Vaticano, papa Francesco presiederà il Concistoro per la creazione dei nuovi cardinali. Tra loro anche l’arcivescovo emerito di Cagliari monsignor Arrigo Miglio. Il rito prevede l’imposizione della berretta cardinalizia e l’assegnazione del “titolo”, che in origine corrispondeva alle più antiche chiese di Roma. La presa di possesso della sede assegnata, da parte del nuovo porporato, avverrà nei mesi successivi.

Terminato il rito del Concistoro, alle 18.00, iniziano le visite di cortesia durante le quali è possibile intrattenersi con i neo cardinali per un momento augurale.

La mattina di domenica 28 agosto, alle 12.00, presso la basilica papale di San Paolo fuori le mura, Arrigo Miglio celebrerà la santa messa alla presenza dei fedeli e degli amici presenti a Roma.

Domenica 2 ottobre 2022 alle ore 19.00, presso la cattedrale di Cagliari, il cardinale presiederà la celebrazione eucaristica di ringraziamento con il clero e la comunità ecclesiale diocesana.

L’emittente radiofonica diocesana Radio Kalaritana seguirà in diretta tutti gli eventi.

La chiamata alla dignità cardinalizia dell’arcivescovo emerito di Cagliari è segno della sua fedeltà alla Chiesa e al Pontefice, manifestata nei numerosi servizi sia nel ministero sacerdotale sia in quello episcopale. Tra gli incarichi più significativi quello di vicario generale di Ivrea, assistente nazionale dell’Agesci, vescovo di Iglesias, della sua stessa diocesi di origine e infine arcivescovo di Cagliari.

Ha sempre manifestato una particolare sensibilità per i problemi sociali e del lavoro trasformandola in un concreto servizio come presidente del Comitato scientifico delle Settimane sociali dei cattolici italiani di Pistoia-Pisa (2007), Reggio Calabria (2010), Torino (2013). Nel 2017 ha ospitato questo periodico evento ecclesiale a Cagliari.

Il legame con il Papa si è consolidato fin dai primi mesi del mandato pontificio e in particolare con la visita di Francesco in Sardegna nel settembre del 2013.

Il Vescovo di Iglesias S.E. Mons. Giovanni Paolo Zedda ha annunciato alcuni minuti fa che sabato 3 settembre 2022, alle ore 17.00 nella chiesa di San Francesco in Iglesias, si terrà l’ordinazione episcopale di Mons. Walter Erbì, nominato lo scorso 16 luglio da Papa Francesco Arcivescovo titolare di Nepi e Nunzio Apostolico in Liberia e (in data 20 luglio 2022) in Sierra Leone.

La celebrazione con il rito di ordinazione sarà presieduta dal Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità Papa Francesco.

In allegato una fotografia di mons. Walter Erbì, lo stemma episcopale ed un breve profilo biografico.

Nato a Torino (Italia) l’8 gennaio 1968, mons. Walter Erbì è stato alunno del Seminario Minore “Maria Immacolata” della Diocesi di Iglesias (Italia). Conseguita la maturità classica, è divenuto alunno del Pontificio Seminario Regionale Sardo ed ha espletato il quinquennio filosofico-teologico presso la Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna (1986-1991).
È stato ordinato sacerdote per la Diocesi di Iglesias il 10 maggio 1992.
Ha conseguito la Licenza in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Gregoriana in Roma (1993).
Ha svolto il ministero sacerdotale nella Diocesi di Iglesias dal 1993 al 1999 con i seguenti incarichi:
– Promotore di Giustizia e Difensore del Vincolo presso il Tribunale Ecclesiastico Diocesano e docente
di Diritto Canonico presso l’Istituto Diocesano di Scienze Religiose (1993-1999);
– Vicario Parrocchiale nella Parrocchia San Ponziano in Carbonia (1993-1997);
– Insegnante di Religione nella Scuola Media Statale N. 2 di Carbonia (1993-1994);
– Assistente Diocesano dell’Azione Cattolica dei Ragazzi (1993-1996);
– Assistente di Zona dell’A.G.E.S.C.I. (1996-1999);
– Segretario del Vescovo per la Visita Pastorale alla Diocesi (1997-1999);
– Direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale Giovanile (1997-1999);
– Direttore dell’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali (1997-1999);
– Delegato Diocesano per il Grande Giubileo del 2000 (1997-1999);
– Segretario del Consiglio Presbiterale (1998-1999).
Dal 1999 al 2001 è stato alunno della Pontificia Accademia Ecclesiastica – in preparazione al servizio diplomatico della Santa Sede – e, al contempo, della Pontificia Università Gregoriana, in ordine al conseguimento del Dottorato in Diritto Canonico. Completati i relativi corsi accademici, si è laureato in Diritto Canonico ed è stato nominato Addetto della Nunziatura Apostolica nelle Filippine (2001), dove poi ha ricevuto la nomina a Segretario di Nunziatura di 2ª classe, il 1° luglio 2002.
Trasferito alla Sezione per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, il 28 giugno 2004, in qualità di Segretario Particolare del Sostituto per gli Affari Generali, è stato successivamente nominato Cappellano di Sua Santità (3 luglio 2004). Il 24 giugno 2005, di iniziativa del Presidente della Repubblica, è stato insignito dell’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
In seguito, è stato nominato Segretario di Nunziatura di 1 a classe (1° luglio 2006) e Consigliere di Nunziatura di 2ª classe (1° luglio 2010).
Trasferito alla Nunziatura Apostolica in Italia e nella Repubblica di San Marino, il 1° luglio 2012, è stato successivamente nominato Prelato d’Onore di Sua Santità (22 novembre 2012) e Consigliere di Nunziatura di 1ª classe (1° luglio 2014).
È stato poi trasferito alla Nunziatura Apostolica negli Stati Uniti d’America, il 1° luglio 2015, e, dopo cinque anni, alla Nunziatura Apostolica in Turchia, Turkmenistan e Azerbaigian, il 1° luglio 2020.
Nel 2021 (23-25 novembre) è stato Capo Delegazione dello Stato della Città del Vaticano all’89 all’Assemblea Generale dell’INTERPOL.
Il 16 luglio 2022 il Santo Padre Francesco lo ha nominato Nunzio Apostolico in Liberia, elevandolo in pari tempo alla Sede Titolare di Nepi, con dignità di Arcivescovo. Il 20 luglio seguente è stato nominato Nunzio Apostolico in Sierra Leone.
Oltre all’italiano, sua lingua madre, conosce l’inglese, il francese e lo spagnolo.

E’ morta stamane, all’età di 102 anni, Isabella Fois, una dei tre ultracentenari di Villarios, frazione del comune di Giba. Isabella Fois aveva festeggiato il suo 102° compleanno lo scorso 16 dicembre, con al suo fianco il fratello Casimiro, 104 anni, e la cognata Maddalena, 95 anni.

«La Comunità di Villarios e Giba perde una delle sue pietre miliari ha detto il sindaco Andrea Pisanu -. Dopo una lunga vita interamente dedicata alla famiglia, infatti, è venuta a mancare la Signora Isabella Fois. Circondata dall’affetto di tutto il paese, aveva recentemente festeggiato il suo 102esimo compleanno.»

«L’amore è più forte della morte. Per questo la strada è far crescere l’amore, renderlo più solido, e l’amore di custodirà fino al giorno in cui ogni lacrima sarà asciugata, quando “non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno”. Se ci lasciamo sostenere da questa fede, l’esperienza del lutto può generare una più forte solidarietà dei legami famigliari, una nuova apertura al dolore delle altre famiglie, una nuova fraternità con le famiglie che nascono e rinascono nella speranza» (Papa Francesco)

«Col medesimo affetto e con estremo cordoglioha concluso Andrea Pisanu -, a nome dell’Amministrazione comunale nonché di tutta la Comunità di Villarios e Giba, porgo alla famiglia della Signora Isabella le più sentite condoglianze.»

 

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Nel corso della riunione ordinaria della Conferenza Episcopale Sarda tenutasi martedì 9 giugno a Donigala Fenughedu, il presidente monsignor Antonello Mura ha introdotto i lavori soffermandosi sull’evento del 2 giugno, che ha visto tutti i vescovi della Sardegna radunati per una solenne concelebrazione nella Basilica di Bonaria a Cagliari. Ai piedi della Patrona Massima della Sardegna i presuli hanno voluto raccogliersi in preghiera in questo passaggio tra la fase più acuta dell’emergenza da Covid-19 e la lenta e graduale ripresa delle attività produttive, sociali e liturgico-pastorali della Chiesa.

Alla presenza del presidente della Regione Christian Solinas, del presidente del Consiglio regionale Michele Pais, del prefetto e del sindaco di Cagliari i vescovi hanno lanciato un messaggio di speranza e di incoraggiamento a tutto il popolo sardo, ponendosi al fianco di tutte le Istituzioni pubbliche e dell’intero corpo sociale nell’individuare e promuovere tutti i percorsi necessari ad un rapido superamento della grave emergenza economica e produttiva provocata da quella sanitaria. Nel loro messaggio i vescovi hanno affermato: «Mentre ci difendiamo giustamente dal “virus” che lavora per la morte, siamo però chiamati a sviluppare idee e progetti per un altro “virus”, quello per la vita. Appare necessario che la politica, l’economia, la sanità, la giustizia e la cultura si mettano in gioco, preparando una terapia adatta, che consenta al nostro popolo un respiro ampio e rigenerante». «L’evento di Bonariaha detto fra l’altro monsignor Antonello Muraha avuto ampio risalto e una positiva valutazione sul piano regionale. Ha raggiunto lo scopo di suscitare riflessione e, nello stesso tempo, offrire incoraggiamento alla nostra gente, con particolare apprezzamento per l’accenno alle scuole paritarie, all’ambito del turismo e a quello non meno importante della dimensione educativa del mondo dei ragazzi.»

Nella riunione dei Vescovi ampio spazio è stato dato a due temi. Quello del seminario regionale, anche in seguito alla visita nel marzo scorso del Visitatore Apostolico programmata dalla Congregazione per il Clero ogni cinque anni. La riflessione ha affrontato in particolare la costituzione dell’équipe educativa a partire dal 2021, vista la scadenza di quella attuale alla fine del prossimo anno seminaristico, insieme alla necessaria predisposizione di idonei percorsi di preparazione dei suoi componenti. I Vescovi non hanno mancato di sottolineare il proprio apprezzamento per il lodevole servizio sempre svolto dal Rettore e dai suoi collaboratori.

L’altro tema ha riguardato alcune considerazioni su una prima bozza della preannunciata Nota pastorale regionale sull’Esortazione di Papa Francesco “Amoris laetitia”, nata in seguito al confronto con la Commissione presbiterale regionale e con i Consigli presbiterali diocesani, nell’ambito del sostegno alla pastorale alla famiglia e alle coppie di sposi, con particolare attenzione a quelle che vivono situazioni di fragilità. Nei prossimi mesi la riflessione proseguirà, prevedendo di pubblicarla il prossimo anno, in occasione del 5° anniversario dell’Esortazione Apostolica.

Nel corso della riunione, l’attuale segretario della CES, mons. Sebastiano Sanguinetti ha confermato la sua volontà di rimettere il mandato dopo 8 anni di servizio. La Conferenza, nel prenderne atto, ha espresso per mons. Sebastiano Sanguinetti parole di apprezzamento e di gratitudine per il lavoro svolto con dedizione e accuratezza e ha quindi provveduto ad eleggere, a norma di regolamento, il nuovo segretario. È risultato eletto monsignor Corrado Melis, vescovo di Ozieri.

Da ultimo, la Conferenza ha redatto il calendario delle proprie attività per il prossimo anno pastorale. Questi gli appuntamenti:

2-4 settembre 2020: “Tre giorni” di fraternità episcopale in Ogliastra;

5 ottobre 2020: inaugurazione anno accademico della Facoltà Teologica della Sardegna a Cagliari;

6 ottobre 2020: riunione ordinaria della CES a Cagliari;

16-19 novembre 2020: Assemblea generale della CEI a Roma;

1-2 dicembre 2020: riunione ordinaria della CES a Donigala Fenughedu;

22-25 febbraio 2021: Esercizi spirituali della CES;

26 febbraio 2021: riunione ordinaria della CES;

12-13 aprile 2021: riunione ordinaria della CES;

22 giugno 2021: incontro straordinario con gli incaricati regionali dei vari ambiti pastorali.

Al termine della riunione la Conferenza ha incontrato Padre Giovanni Petrelli, direttore del Centro “Il Gabbiano” di Oristano, al quale, dopo averne ascoltato una breve relazione sulle attività del centro diurno per persone diversamente abili, ha consegnato la somma di € 30.000,00, quale gesto di solidarietà delle 10 diocesi sarde, come preannunciato durante la celebrazione del 2 giugno a Bonaria: servirà per predisporre la riapertura del Centro, chiuso nei mesi dell’emergenza da Coronavirus, e dotarlo di tutti i presidi e dispositivi sanitari imposti dalle attuali norme anti-Covid-19.

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La situazione che si è venuta a creare a causa della diffusione del Coronavirus ha cambiato il nostro modo di vivere e di riflettere con più profondità sul senso della vita. Tutti noi siamo stati testimoni di quante vittime il Coronavirus ha mietuto, ma certamente non va dimenticato il sacrificio di medici, infermieri volontari e protezione civile ed anche le forze dell’ordine. Anche tra loro ci sono state vittime. Va fatta una profonda riflessione, rivolgendo lo sguardo al resto del mondo, impegnato nella lotta contro questo temibile virus.

In questo frangente non va dimenticata la presenza e la voce potente di Papa Francesco. Mai come oggi la Sua Santa presenza è stata così forte e noi tutti, smarriti, tremanti, abbiamo ascoltato le sue parole nel chiedere a Nostro Signore la fine di questa Pandemia. La Preghiera si è levata altissima e tutti noi siamo grati a Sua Santità.

In una fase storica così difficile, abbiamo chiesto all’arcivescovo di Cagliari, mons. Giuseppe Baturi qual è il suo pensiero e cosa la Chiesa sta facendo per far sentire la sua presenza e vicinanza a tutta la comunità cristiana.

«La Pandemia in atto ha trasformato le nostre vite, modificando non solo le abitudini quotidiane ma soprattutto la percezione del vivere personale e socialedice l’arcivescovo di Cagliari -. Siamo stati messi davanti agli enigmi che interrogano nel profondo l’animo dell’uomo e che riguardano la fragilità dell’uomo, la malattia, la sofferenza e la morte, ma anche la convivenza, la responsabilità per gli altri e il dovere della solidarietà vicendevole.

Nel nuovo inizio che ci attende non possiamo lasciar cadere alcuna di queste domande. Il Papa ha chiesto fin dall’inizio di dare “un senso evangelico anche a questo momento di prova e di dolore”. Avere uno sguardo di fede significa percepire dentro questa circostanza la presenza consolante del Risorto ed il compito di ciascuno.

È, anzitutto, il compito di suscitare ed accompagnare la domanda sul senso ultimo del vivere e sulle ragioni della convivenza tra gli uomini.

È poi l’appello a sfidare ogni forma di indifferenza individualistica e a lasciarsi muovere a compassione per la sofferenza ed il disagio degli altri.»

«Guardiamo con ammirazione a gratitudine agli esempi di generosa dedizione degli operatori della sanità e dei custodi del bene pubblico, dei sacerdoti, dei volontari della carità che si preoccupano dei più poveri, dei senza tetto, dei disoccupati e delle persone soleaggiunge mons. Giuseppe Baturi -. Ciascuno è custode del bene dell’altro e insieme siamo chiamati a “portate i pesi gli uni degli altri” (Gal 6, 2). Questa emergenza, inoltre, è stata una grande lezione di convivenza: abbiamo imparato che le scelte individuali e il destino degli altri e della società sono fortemente correlati.»

«È possibile un nuovo inizio solo nella semplicità con cui accetteremo di spartire con gli altri un destino comune e di far posto nei nostri cuori alle necessità degli altri. Ho rivolto più volte un “Atto di affidamento” a Sant’Efisio a favore della comunità e dell’intero nostro Paese, così come mi sono rivolto a Nostra Signora di Bonaria. I tanti morti di questi mesi siano accolti nelle braccia misericordiose del Padre conclude l’arcivescovo di Cagliari, mons. Giuseppe Baturi -. Abbiamo bisogno dell’aiuto di Dio e dell’intercessione di sua Madre e dei suoi Santi, perché il flagello dell’epidemia si plachi, perché siano guariti gli infermi, preservati i sani, illuminati chi opera per la salute di tutti, e perché il nostro amore ci spinga a cooperare al bene dei fratelli e alla dilazione del regno di Dio.»

Armando Cusa

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I presidenti delle Categorie Identitarie Sarde, Confederazione Sindacale Sarda (Giacomo Meloni), Liberi Agricoltori Sardegna (Riccardo Piras), Liberi Pastori (Roberto Congia), CASCOM Impresas de Sardigna (Antonello Pranteddu), Assotziu Consumadoris Sardigna (Marco Mameli), riunitisi in video conferenza, hanno deciso di inviare un appello con la richiesta per annullare immediatamente le imminenti esercitazioni militari Nato in terra sarda, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella; al presidente della Regione Sardegna Christian Solinas; al ministro della Difesa Lorenzo Guerini; al sottosegretario della Difesa Giulio Calvisi; ai prefetti di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano; ai sindaci di Arbus, Decimomannu, Perdasdefogu, Teulada, Villasor, Villaputzu, Terralba ed Oristano; al presidente di Anci Sardegna, Emiliano Deiana.

«Mentre ovunque nel mondo, in Italia e qui in Sardegna si osservano norme severe di contenimento per difendere le popolazioni dal contagio del Covid-19, ci giungono notizie non smentite di preparativi di una grande esercitazione militare in Sardegna con ampio spiegamento di mezzi aerei, navali, terrestri con una movimentazione di truppe in numero di 30 mila uomini mai visto in terra sardasi legge nella lettera appello -. La contraddizione è palese e assurda, né occorre certo essere pacifisti come noi che sottoscriviamo questo Appello per capire che, proprio in presenza di questa drammatica emergenza sanitaria ed economica, questa esercitazione offende la comune intelligenza e sensibilità e grida vendetta al cospetto di Dio e delle nostre popolazioni. Queste ultime già così colpite da tanta sofferenza in termini di morti, malati per contagio, costrette nelle proprie case per lunghi periodi con conseguente blocco di ogni attività di lavoro e produzione, stremate da una crescente, diffusa e disastrosa disoccupazione che crea uno stato di indigenza, malessere e povertà con pericolosi risvolti sociali.»

«Vi chiediamo come sia possibile che, a fronte di centinaia di migliaia di persone di fatto private delle più elementari libertà di movimento per evitare il propagarsi del contagio di Covid-19, si possa assistere senza un’ inevitabile dura reazione ad una vera e propria “invasione” di eserciti nel nostro territorio – aggiungono i presidenti delle cinque associazioni -. Assurde ci appaiono talune giustificazioni di un addestramento militare indispensabile e non rinviabile – in quanto assimilabile tra i servizi essenziali del rango di difesa della patria – e comunque addestramento mirato a prepararsi per un ipotetico conflitto verso Potenze straniere.Facciamo appello alle vostre coscienze e alle vostre autorevoli persone perché, ognuno per la sua competenza, possiate intervenire urgentemente per annullare questa esercitazione, facendo pressioni presso le Autorità dei Governi, parte della  Nato, perché si blocchi nel nascere l’azione di comando e si eviti questa “sciagura” che, tra l’altro, aggraverebbe l’attuale situazione di conclamata epidemia.»

«Non servono altre motivazioni, benché le scriventi Associazioni e Movimenti abbiano da anni fatto scelte etiche a favore della Pace, quale potente leva di sviluppo e di progresso, ”aborrendo la guerra”, fedeli all’art.11 della Costituzione Italiana alle numerose autorevoli dichiarazioni dell’ONU si pensi in ordine di tempo all’Appello urgente del suo Segretario generale Antonio Guterres per l’immediato cessate il fuoco in ogni parte del Mondo, a cui fanno eco le Dichiarazioni della Comunità europea e gli accorati appelli dei Capi di tutte le Religioni del mondo, primo fra tutti Papa Francescosottolineano ancora i presidenti delle cinque associazioni -. Basta Guerre, Basta Armi. Tutti questi immensi capitali e finanziamenti si utilizzino per la sanità, per la ricerca e l’istruzione, per debellare la fame, per la difesa dell’ambiente e della Terra. Facciamo appello ai Sindaci, nei cui territori è in programma nei mesi di aprile e maggio lo svolgersi di questa esercitazione, perché loro stessi e le popolazioni attuino la resistenza passiva ad ogni tipo di attività di “guerra simulata”, che mira ad aggredire altri popoli e a diffondere divisioni e odio nel mondo.»

«Il nostro esercito si tenga lontano da queste attività e continui, come ora, ad operare a favore delle popolazioni colpite dal Covid-19 e da altre disgrazie, perché questo modo di agire attira ad esso rispetto e gratitudine. La Sardegna è un’isola di Pace e come tale vuole affermarsi nel Mondo per cui respinge non solo queste esercitazioni “stagionali”, ma chiede che venga definitivamente riconvertita la Fabbrica di Bombe della RWM di Domusnovas/Iglesias e chiusi tutti i poligoni e le basi militari site nel suo territorio, perché sono vere e proprie occupazioni che bloccano la capacità di sviluppo socio economico della Sardegnaconcludono i presidenti delle cinque associazioni -. Questa volta i sardi non sono disposti a subire e sono pronti a mobilitarsi con azioni pacifiche, ferme e determinate.»

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Conclusa la Via Crucis officiata da Papa Francesco, siamo tutti qui con i nostri pensieri, le nostre inquietudini e le nostre speranze, ma Papa Francesco ci ha corroborato lo spirito riversando su di noi Fede, Speranza, Fiducia e Preghiera nell’affidarci totalmente a Gesù.
La Corona di Spine sta a significare il nostro stato d’animo, ma noi stessi siamo chiamati a dare una svolta alla nostra vita.
Lo spunto di tutto ciò viene esplicitato da un servizio televisivo condotto da Bruno Vespa.
Le tematiche che vengono affrontate sulle cause prodotte dal Coronavirus, vengono sviscerate e messe in luce con estrema chiarezza.
Esiziale è stata l’affermazione fatta da un medico virologo: «Il Coronavirus è stato l’11 settembre della Sanità Italiana».
L’accostamento con l’11 settembre statunitense con l’attacco alle Torri Gemelle è veramente terrificante.
Ad oggi la contabilità delle vittime ci lascia sgomenti, ci fa e deve fare riflettere sull’estrema precarietà della nostra vita, ha posto in evidenza la fragilità di una società volta esclusivamente ad un benessere personale senza che noi stessi non abbiamo avuto la consapevolezza di guardare oltre la siepe che separa il nostro giardino dal vicino di casa nostra.
La Pandemia scoppiata in tutta la sua violenza ha causato tantissime vittime, i medici, infermieri, volontari, che hanno cercato di combattere il Coronavirus, inizialmente hanno spesso operato privi di dispositivi di protezione individuale e questo ha prodotto un’ulteriore diffusione del contagio.
Le morti sotto i nostri occhi ci conferiscono l’esatta realtà della Via Crucis, uno stillicidio continuo, con un Virus subdolo, sinuoso, invisibile, che si è concretizzato con la strage di tante morti.
Il Virus è stato definito dall’OMS una Pandemia e questa affermazione si è, purtroppo, concretizzata con decine di migliaia di decessi a livello planetario.
Questa Via Crucis che ci prepara alla Pasqua vorremmo veramente che fosse l’inizio di una rinascita per tutti e, a tal proposito, non posso fare a meno di fare un riferimento all’Enciclica di Papa Giovanni XXIII “PACEM IN TERRIS” che chiede a gran voce la Pace nel mondo, così tanto martoriato e sofferente.
Armando Cusa

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Oggi 2 aprile 2020 ricorre il 15° anniversario della morte di Papa Wojtyla.
Tutti hanno ricordato la sua figura, a Lui tantissimi hanno rivolto una preghiera.
In questa ricorrenza non possiamo esimerci dal ricordare quanto Papa Wojtyla ha fatto durante il suo pontificato.
Il percorso di evangelizzazione da lui portato avanti fatto capire l’importanza della presenza di Dio.
«Non siete mai soli» «Bisogna varcare la soglia della speranza», così ripeteva rivolgendosi alle folle che lo acclamavano.
Era amato da tutti, già in vita era Santo e la sua beatificazione è diventata realtà grazie a Papa Francesco che lo ha proclamato Santo fra i Santi.
Durante il suo pontificato è rimasto scolpito nella mente di tutti il suo intervento nella Valle dei Templi, ad Agrigento, nel 1980.
Furono durissimi il suo intervento e l’anatema lanciato ai mafiosi che in quegli anni causarono morti e tanti lutti.
In quell’occasione, fu nitido quando, rivolgendosi alla mafia, disse: «Anche per voi arriverà il giorno del giudizio, pentitevi!»
Ancora un ricordo che è importante non venga mai dimenticato: la caduta del muro di Berlino, nel 1989.
Quell’avvenimento ha cambiato le sorti del mondo e tutti i potenti si sono chinati dinanzi a Lui.
Noi tutti, non potremo mai dimenticare Papa Wojtyla e come si è speso per il bene dell’umanità, cercando sempre di infondere speranza ed affidarsi totalmente a Dio e alla Chiesa che, sin da allora, aveva subito un forte cambiamento in un’evengelizzazione sul campo, fianco a fianco con tutti, infondendo fiducia nel cammino della vita.
Questo percorso evangelico è stato ancora di più rafforzato dopo l’attentato in Piazza San Pietro e, soprattutto, lo sgomento a livello planetario e le preghiere che si levarono per la sua salvezza.
Questa è la figura di Papa Wojtyla, un Papa innovativo, moderno, che con il contatto continuo con le folle ha cambiato il volto della Madre Chiesa e, soprattutto, con un innovativo ecumenismo, con un coinvolgimento di tutte le religioni.
Armando Cusa