Intervista ad uno dei quattro lavoratori in presidio da una settimana sul silo dell’Eurallumina a Portovesme


Questa mattina, in occasione dell’incontro organizzato sulla “vertenza entrate”, la presidente della Regione Alessandra Todde e il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti hanno parlato anche dell’Eurallumina, dove da tre giorni quattro lavoratori sono in presidio sul silo a 40 metri di altezza.
Il Mef, dopo il provvedimento giudiziario che ha bloccato i beni in Italia dell’azienda proprietaria della fabbrica, la russa Rusal, ha competenza in quanto affidatario, tramite l’Agenzia del Demanio, della custodia e gestione dello stabilimento.
«Ci siamo confrontati con il ministro Giancarlo Giorgetti sulla situazione di Eurallumina – ha detto Alessandra Todde – è emerso che la volontà del MEF è di collaborare e di rimettersi al tavolo anche con l’azienda per capire come poter definire una direttrice che possa chiudere il contenzioso. Quello che porto a casa è un messaggio per l’azienda di riaprire immediatamente un tavolo condiviso con il MEF: c’è disponibilità e apertura per poter affrontare insieme il problema. L’invito all’azienda è quindi quello di non irrigidirsi perché c’è una volontà espressa dal governo, insieme ovviamente alla Regione, per poter trovare dei punti di caduta in tempi rapidi.»
I lavoratori dell’Eurallumina hanno trascorso la seconda notte sul silo tra freddo e pioggia, in una condizione che sta mettendo a dura prova la loro condizione. «Ieri, purtroppo, non è giunta alcuna comunicazione in merito alla riunione del Csf proprio relativa alla vertenza che riguarda l’Eurallumina – scrivono in una nota Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e RSA Eurallumina -. Un silenzio che non fa altro che far salire la tensione e la preoccupazione tra i lavoratori. Apprendiamo che domani ci sarà un incontro tra il ministro del Mef Giancarlo Giorgetti e la presidente della Regione Alessandra Todde sul tema entrate. Chiediamo alla presidente Alessandra Todde di farsi promotrice delle rivendicazioni messe in atto dalle lavoratrici lavoratori e OO.SS. Ricordiamo che deve essere risolta la questione transitoria, ossia l’utilizzo delle risorse e l’erogazione dei fondi per garantire l’ordinaria amministrazione, sia quello di prospettiva, ovvero lo sblocco delle risorse in modo che il progetto di rilancio da 300 milioni di euro possa essere rilanciato.»
«La mobilitazione resta alta e si andrà avanti a oltranza. Per questo motivo chiediamo a tutti i rappresentanti istituzionali un’assunzione di responsabilità – concludono Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e RSA Eurallumina –. Questa volta non si chiede assistenza ma il rispetto di una norma e la possibilità di rilanciare un sito produttivo di grande valore in cui operano professionalità di alto livello.»

«Nella situazione attuale la Regione ha fatto la sua parte e ora siamo in attesa degli interventi necessari da parte del Governo. Domani, a margine dell’incontro sulla vertenza entrate parlerò della vertenza Eurallumina con il ministro Giorgetti, considerato che un passaggio dirimente deve essere fatto nel suo Ministero.»
La presidente della Regione Alessandra Todde si schiera a fianco degli operai della Eurallumina di Portovesme che per la seconda notte di seguito hanno protestato su un silo a quaranta metri di altezza, chiedendo al Ministero dell’Economia e delle Finanze l’immediato sblocco dei fondi necessari al pagamento degli stipendi e alla manutenzione degli impianti. Il blocco, infatti, è determinato dalle sanzioni patrimoniali disposte dal Comitato di sicurezza finanziaria (Csf) nei confronti della Rusal, la multinazionale russa che gestisce lo stabilimento.
La presidente Alessandra Todde segue da anni la vertenza dei lavoratori sulcitani e qualche anno fa, nel 2020, ha ricevuto il casco di Eurallumina da quello che è stato per anni il volto più noto della protesta, Antonello Pirotto.
«All’epoca ero sottosegretaria al Mise con delega alle crisi industriali – ricorda la presidente Alessandra Todde -, dal 2020 ad oggi, in vesti diverse, ho sempre lavorato perché una storia complessa come quella di Eurallumina avesse finalmente una prospettiva concreta di soluzione. La mia vicinanza resta la stessa di allora, va a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori che vivono una situazione difficile e che questi operai, loro malgrado, rappresentano.»
«Accogliamo con favore le parole della Presidente del Consiglio sull’impegno del Governo verso le isole minori, ma chiediamo che a queste dichiarazioni seguano azioni concrete anche per le comunità insulari della Sardegna – da La Maddalena a Carloforte, fino a Sant’Antioco e San Pietro – che vivono condizioni di disagio strutturale in sanità, trasporti e lavoro.»
La segretaria generale della Uil Sardegna, Fulvia Murru, commentando le parole della premier Giorgia Meloni in un videomessaggio agli Stati generali delle isole minori che sono iniziati oggi a Lipari.
Le isole minori sarde contano oltre 20mila residenti, concentrati soprattutto a La Maddalena (10.500 abitanti) e Carloforte (6.000), con realtà minori ma vitali a Sant’Antioco, Caprera e Tavolara.
In questi territori, la stagionalità del turismo, la mancanza di servizi sanitari e scolastici continuativi, e collegamenti marittimi irregolari rendono difficile vivere tutto l’anno.
«Durante l’estate la popolazione si moltiplica e i servizi vanno in crisi; d’inverno restano l’isolamento e l’incertezza – spiega Fulvia Murru -. È necessario garantire presidi sanitari stabili, trasporti sicuri, e politiche del lavoro che sostengano le attività tradizionali come la pesca, l’artigianato e il turismo sostenibile.»
La UIL Sardegna ricorda che la Costituzione italiana, con la modifica dell’articolo 119, ha introdotto il principio di insularità, impegnando lo Stato a rimuovere gli svantaggi derivanti da questa condizione.
«Quel principio – sottolinea Fulvia Murru – deve tradursi in politiche permanenti di compensazione e in fondi dedicati alle comunità insulari, per garantire pari diritti ai cittadini che vivono lontani dai grandi centri.»
In Sardegna, questo percorso può e deve integrarsi con gli impegni del Protocollo regionale sulle politiche sociali e sanitarie, firmato lo scorso agosto con la presidente Alessandra Todde e le organizzazioni sindacali, che prevede interventi per rafforzare la sanità territoriale, sostenere la domiciliarità e potenziare i servizi nelle aree più fragili.
«La sfida – conclude Fulvia Murru – è dare piena attuazione a questi principi, a livello nazionale e regionale. L’insularità non deve più essere un limite, ma un diritto riconosciuto e tutelato con risorse stabili e progetti concreti. Solo così si può garantire a chi vive nelle nostre isole – maggiori e minori – piena cittadinanza, pari diritti e reale uguaglianza delle opportunità.»
È stato firmato nella sala riunioni della Presidenza della Regione, il protocollo d’intesa per l’istituzione del Tavolo Tecnico Permanente – coordinato dal prefetto di Cagliari – dedicato alle attività di bonifica e messa in sicurezza del sito di interesse nazionale (SIN) “Sulcis Iglesiente Guspinese”. Alla firma hanno preso parte il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, la Prefettura – Ufficio Territoriale del Governo di Cagliari, la Regione Autonoma della Sardegna, la Città Metropolitana di Cagliari, le Province del Sulcis Iglesiente e del Medio Campidano, l’ANCI, l’ARPAS e l’ISPRA. Per la Regione Autonoma della Sardegna era presente l’assessora della Difesa dell’Ambiente, Rosanna Laconi, delegata dalla presidente della Regione Alessandra Todde a sottoscrivere il protocollo, per la prefettura di Cagliari il prefetto Giuseppe Castaldo.
Il documento, approvato dalla Giunta regionale su proposta della presidente Todde, nasce su proposta del MASE dall’esigenza di superare le frammentazioni che negli anni hanno rallentato le procedure di bonifica, costruendo un quadro stabile di collaborazione e di confronto tra istituzioni, al fine di individuare soluzioni condivise adeguate alle specificità del contesto territoriale. L’obiettivo comune che si vuole raggiungere con il protocollo è quello di accelerare le procedure di bonifica del SIN “Sulcis Iglesiente Guspinese” , attraverso una serie di attività tra cui figurano il monitoraggio delle procedure di bonifica del SIN “Sulcis Iglesiente Guspinese, l’aggiornamento dei dati ambientali e l’individuazione di obiettivi di scopo al fine di favorire l’adozione di ogni azione o iniziativa utile ad accelerare le procedure di messa in sicurezza e di bonifica del SIN “Sulcis Iglesiente Guspinese”.
«Il SIN è un sito di competenza statale ma la Regione, con tutte le sue strutture, sta fornendo un supporto significativo, anche attraverso l’approvazione di questo Protocollo. È uno strumento che mette ordine e metodo in un processo che troppo a lungo ha sofferto lentezze e sovrapposizioni, definendo ruoli, tempi e responsabilità chiare.»
Il Tavolo Tecnico Permanente sarà coordinato dalla Prefettura di Cagliari, con riunioni periodiche finalizzate a verificare l’avanzamento dei lavori, promuovere il confronto con i Comuni e assicurare trasparenza verso le comunità locali.
Il prefetto di Cagliari Giuseppe Castaldo assicura il massimo impegno personale e degli Uffici della Prefettura, al fine di agevolare la sinergia tra le Amministrazioni per accelerare le procedure e superare le difficoltà.
Il Protocollo, della durata triennale, rappresenta un impegno concreto e condiviso per garantire al territorio del Sulcis Iglesiente Guspinese interventi ambientali coordinati, restituendo al tempo stesso nuove prospettive economiche e sociali.
«La sindrome FOXG1 è una gravissima patologia del neurosviluppo che colpisce soprattutto i bambini. Una malattia rara che, in Sardegna, registra un unico caso, nel Sulcis Iglesiente. Ho presentato un’interrogazione alla presidente della Regione e all’assessore della Sanità per chiedere interventi urgenti a favore delle persone affette da malattie rare, con particolare riferimento alla sindrome FOXG1, una gravissima patologia del neurosviluppo che colpisce soprattutto i bambini.»
Lo scrive, in una nota, Gianluigi Rubiu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia.
«Questa vicenda mette in evidenza tutte le difficoltà legate all’assenza di centri specializzati e di percorsi dedicati nell’isola – aggiunge Gianluigi Rubiu -. La famiglia coinvolta è costretta a trasferte continue nel nord Italia per garantire cure e programmi riabilitativi alla propria bambina, affrontando costi ingenti e disagi burocratici. Ritengo inaccettabile che nella nostra Regione non siano garantiti sostegno e continuità assistenziale a chi vive una prova così difficile. È dovere delle istituzioni colmare questa lacuna e assicurare pari diritti e dignità a tutte le famiglie.»
«Con la mia interrogazione ho chiesto alla presidente Alessandra Todde e all’assessore Armando Bartolazzi di riconoscere e sostenere le spese di trasferimento fuori Sardegna per le famiglie coinvolte, di attivare percorsi di presa in carico personalizzata, con un referente regionale dedicato, di rafforzare il sostegno economico, psicologico e sociale in collaborazione con associazioni e centri di riferimento nazionali e di inserire la sindrome FOXG1 tra le priorità di intervento del Centro di Coordinamento Regionale Malattie Rare – conclude Gianluigi Rubiu -. Il mio impegno non è rivolto solo a dare una risposta immediata alla famiglia che oggi vive questa condizione, ma anche a costruire un sistema di supporto stabile e inclusivo, capace di affrontare con serietà e sensibilità le sfide poste dalle malattie rare. Nessuno deve sentirsi solo davanti a un problema così grande.»
I responsabili di *17 tra associazioni e organizzazioni hanno inviato una lettera aperta alla Presidente della Giunta regionale, Alessandra Todde, sulla RWM Italia Spa.
«Da circa 4 anni la società che produce ordigni bellici nei comuni di Domusnovas ed Iglesias (RWM Italia spa) ha realizzato l’ampliamento del suo stabilimento che, essendosi rivelato non conforme alle leggi, non è mai entrato in produzione per via di alcune sentenze del Consiglio di Stato – si legge in una nota stampa -. A seguito delle sentenze della giustizia amministrativa la società ha presentato alla Regione una richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale ex post finalizzata a sanare gli abusi edilizi ed ambientali riscontrati. Si è trattato di un iter lungo e difficile dovuto in particolar modo alle gravi carenze istruttorie, dovute alla documentazione incompleta e fuorviante presentata dall’azienda, al suo atteggiamento omissivo e alle enormi problematiche di natura ambientale e di sicurezza idrogeologica emerse nel corso del procedimento.»
«Oggi, a 3 anni di distanza, abbiamo appreso che il Servizio Valutazione Impatti Ambientali della Regione ha terminato l’istruttoria relativa alla procedura di VIA ex-post e, nonostante le gravi carenze istruttorie e le enormi criticità ambientali emerse, sembrerebbe che i tecnici siano orientati ad esprimere comunque un parere finale positivo, pur condizionato da qualche prescrizione – prosegue la nota -. Di fronte a tale evenienza, e alle pressanti e indebite interferenze che arrivano dal governo italiano, numerose associazioni e organizzazioni portatrici di interessi diffusi e collettivi hanno scritto una lettera aperta alla presidente Todde (che si allega al presente comunicato) chiedendole un incontro urgente da tenersi preferibilmente ai margini del sit-in organizzato per martedì 16 settembre alle ore 10 presso gli uffici regionali di viale Trento. Un’occasione per illustrare alla Presidente – conclude la nota – le motivazioni per cui si chiede alla Giunta Regionale di non esprimere parere positivo alla Procedura di Impatto Ambientale, che significherebbe garantire sanatoria per gli abusi e impunità a chi non ha rispettato le leggi e le normative regionali, statali ed europee.»
* Italia Nostra Sardegna • Unione Sindacale di Base Sardegna • Assotziu Consumadoris Sardigna • Comitato Riconversione RWM • WarFree – Lìberu dae sa gherra • Cagliari Social Forum • Confederazione Sindacale Sarda • Cobas Cagliari • Associazione Centro Sperimentazione Autosviluppo • Comitato sardo di solidarietà con la Palestina • Partito Comunista Italiano Sardegna • Scuola Civica di Politica • Rete Iside • Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università • Movimento Nonviolento Sardegna • ANPI provinciale di Cagliari • ANPI sezione di Cagliari
Sono 5.870 le denunce di infortunio sul lavoro ricevute dall’Inail da gennaio a giugno 2025 in Sardegna, 70 in più rispetto allo stesso periodo del 2024, sette le vittime. Solo a giugno sono state registrate 961 denunce di infortunio sia a lavoro che in itinere. Il settore più colpito è quello dell’industria e dei servizi (di cui fanno parte manifattura, edilizia, ma anche ristorazione, sanità), con 4.227 infortuni. Sono i dati riportati dalla statistica Inail aggiornata al 30 giugno scorso.
«E’ un numero troppo elevato – denuncia la UIL Sardegna -. Si deve investire molto di più su prevenzione e formazione.»
L’allarme arriva alla vigilia dell’anniversario dell’eccidio di Buggerru e del patto siglato lo scorso anno tra sindacati e Regione proprio sugli infortuni sul lavoro. Un patto che al momento è rimasto solo sulla carta, come dimostrato dalla mancata previsione nell’assestamento di bilancio regionale delle risorse. L’accordo prevedeva, tra le altre cose, azioni per promuovere la sicurezza sul lavoro in Sardegna puntando su prevenzione, formazione e controllo.
«L’articolo 5 del patto – ricorda la segretaria generale della UIL Sardegna, Fulvia Murru – prevedeva il finanziamento triennale delle varie attività, ma non è stato fatto nulla salvo che ‘dimenticare’ le risorse per attuarlo. Scriverò alla presidente Alessandra Todde. Chiederemo un incontro urgente e l’apertura di un tavolo permanente sul tema infortuni sul lavoro.»
Secondo Fulvia Murru bisogna assolutamente investire sulla sicurezza: «Non può essere sottovalutata – evidenzia la segretaria della UIL – servono controlli ma non solo. L’azione pubblica e imprenditoriale deve puntare di più sulla prevenzione e la formazione dei lavoratori. Servono interventi mirati».
Per la segretaria generale della UIL è necessario penalizzare le aziende che non rispettano le norme sulla sicurezza: «Devono essere escluse dal mondo del lavoro – conclude Fulvia Murru -. Solo puntando di più su controlli, sicurezza, formazione e prevenzione si ridurrà il numero di morti e infortuni sul lavoro e non saremo costretti a leggere costantemente un bollettino di guerra».