24 April, 2024
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Le cooperative comunitarie come strumento di innovazione sociale. Ma anche per superare fenomeni legati allo spopolamento o alla mancanza di lavoro. Questo uno degli obiettivi del progetto  Me.Co.,  – Mentoring e Comunità per lo sviluppo eco-sostenibile, a valere sul programma Interreg, Italia-Francia Marittimo presentato al T Hotel a Cagliari.

«Il progetto – ha chiarito Carla Della Volpe, dirigente di Legacoop – annovera un partenariato composto dal Capofila, il Dipartimento di Economia  dell’Università di Genova, e da altri sette partners, italiani e francesi, tra cui Legacoop Sardegna e l’Assessorato regionale del Lavoro.»
Per Claudio Atzori, presidente di Legacoop Sardegna, la Cooperativa di comunità  è uno strumento che va oltre la semplice impresa ma anche un elemento per «provare a dare una soluzione ai problemi  legati allo spopolamento e risposte alla richiesta di sostenibilità che serve sia al piccolo centro ma soprattutto alla Regione». Per Claudio Atzori è « necessario un cambiamento nel modo di pensare» non solo voltando pagina ma «scrivendo un nuovo libro».

Dal presidente di Legacoop, che ha rimarcato l’importanza dell’essere “comunità” anche un appello ai sindaci perché si «siedano assieme alla Regione per riscrivere un nuovo modello di sviluppo, che non deve buttare tutto quello che c’è».

Quanto al progetto, come ha detto Nicoletta Buratti, docente all’università di Genova (struttura capofila del progetto) ha come punto di partenza la territorialità, l’attaccamento ai territori e la voglia di mettersi in gioco. «Si tratta di dare uno  stimolo all’imprenditorialità ed autoimprenditorialita che parte dal basso e in zone interne». Elementi necessari per superare le difficoltà create da situazioni dovute a mancanza di lavoro o «carenze da cui si possono creare poi situazioni di disagio». Quindi la necessità di provare a replicare «esperienze positive che già si sono registrate in  altri centri d’Italia».

Alessandra Zedda, assessore regionale al Lavoro ha parlato di “nuova sfida”. «E’ necessario pensare di investire al meglio le risorse comunitarie.
Ridurre burocrazia nella stesura dei bandi, non andiamo da nessuna parte. Assessorato è impegnato a incidere sulla burocrazia. Il Fondo sociale europeo ci consente di avere formule più snelle e noi dobbiamo usarle tutte. Necessario spendere presto dando gambe ai progetti coerenti e apprezzati dalle comunità e dai territori»”.
Per Emiliano Deiana presidente dell’Anci è necessario concentrarsi sulla programmazione e «considerare i termini dello sviluppo, lotta allo spopolamento, in capo alle istituzioni». «Le cooperative di Comunità – ha detto – devono essere intese come attività di rianimazione delle comunità».

Tommaso Scavone di Scop & Paca partner di Me. Co. ha rimarcato la necessità di “guardare oltre i confini”.

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Lunedì 8 luglio alle ore 11.00, presso la sede di Legacoop, in via E. Loni 4 , Selargius (Su Planu), a Cagliari, verrà presentato il progetto di internazionalizzazione, “SardINia Beyond the sea”, a valere sul secondo Avviso del POR Fesr 2014-20, Azione 3.4.1. “Promozione nei mercati esteri in favore dei partenariati misti”, pubblicato dall’assessorato regionale dell’Industria.
Presenteranno il progetto Anita Pili, assessore regionale dell’Industria; Claudio Atzori, presidente Legacoop Sardegna;
Gianni Locci, responsabile del progetto.

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Proseguono le audizioni della Commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale sulla vertenza latte. Dopo i pastori, sentiti nella serata di ieri, l’organismo consiliare presieduto da Pietro Maieli (Psd’Az) ha sentito in mattinata i vertici delle associazioni di categoria e i rappresentanti del mondo della cooperazione e dell’Oilos.

Coldiretti, Confagricoltura e Copagri hanno espresso soddisfazione per l’approvazione del decreto ministeriale che obbligherà i trasformatori a comunicare mensilmente le quantità di latte lavorato. Con dati certi, hanno sottolineato i rappresentanti delle associazioni, si potrà finalmente fare una programmazione seria che consenta di stabilire un prezzo minimo di vendita del prodotto.

Tutte le associazioni hanno inoltre auspicato una rapida chiusura del tavolo aperto dal Governo e dato un giudizio positivo sulla decisione di procedere alla modifica dello Statuto del Consorzio di tutela del pecorino romano e alla revisione del disciplinare di produzione dello stesso formaggio.

«La crisi è determinata dalla sovraproduzione di pecorino romano – ha detto il presidente di Coldiretti Battista Cualbu – il mercato è senza regole, nessuno rispetta i piani di produzione. Non è vero che c’è un eccesso di latte, il problema è che quasi tutto il latte viene trasformato in pecorino romano e commercializzato, nella quasi totalità, dagli industriali. Per garantire i pastori occorre stabilire un prezzo minimo di vendita.»

Altro tasto dolente è quello delle giacenze: «Su questo fronte non abbiamo dati certi. Non ci fidiamo dei Consorzi di tutela, per questo abbiamo chiesto un garante».

Richiesta condivisa dal presidente di Confagricoltura Luca Sanna: «Il Consorzio di tutela del pecorino romano si trincera dietro la privacy e non fornisce dati – ha affermato – è una situazione antipatica che non ci permette di fare valutazioni compiute e di procedere a una seria programmazione. Noi siamo disposti a fare la nostra parte. Il prezzo del latte non deve basarsi solo sulla produzione di pecorino romano ma tener conto anche delle altre produzioni di formaggio».

Il direttore generale di Copagri, Piero Tandeddu, è andato oltre invocando un diverso equilibrio tra quantità e qualità del latte prodotto: «Non tutto il latte è uguale, la qualità incide sulla trasformazione. Cominciamo a dire che il pecorino romano può essere prodotto solo con latte di pecore di razza sarda». Pietro Tandeddu ha poi auspicato un rafforzamento del mondo della cooperazione attraverso progetti di aggregazione: «Solo così potranno svolgere compiutamente il proprio ruolo sociale».

Patti di filiera, un osservatorio delle produzioni agricole, politiche di sostegno alle imprese per renderle più efficienti e competitive. Queste le principali richieste avanzate dal mondo della cooperazione.

Sergio Cardia (presidente Agci) ha espresso soddisfazione per la richiesta di riportare il tavolo di confronto all’assessorato all’agricoltura presentata dall’assessore Gabriella Murgia anche oggi presente ai lavori della Commissione. «E’ quella la sede naturale di confronto, la decisione di coinvolgere il prefetto era dovuta a un problema di ordine pubblico – ha detto Sergio Cardia – su altre questioni sarebbe invece opportuno procedere con tavoli nazionali. Sul prezzo dl latte c’è un lavoro già avviato, si riparta dal confronto interrotto il 19 gennaio nel tavolo verde regionale quando si arrivò a parlare di patto di filiera. Lo scoglio allora fu la fissazione di un prezzo minimo di vendita, con la collaborazione di tutti si può arrivare ad una soluzione condivisa».

La costituzione di un Osservatorio delle produzioni agricole ha invece suggerito Andrea Pilia di Confcoop Sardegna: «Si discute di questo problema del prezzo del latte da oltre 15 anni. La Commissione deve tener conto di quanto fatto fino ad oggi per non ricadere negli errori del passato. Un osservatorio consentirebbe di avere dati certificati ed oggettivi dello scenario produttivo. Solo così possiamo pensare di affrontare la sfida dei mercati».

Il presidente di Legacoop Claudio Atzori ha smontato le polemiche sulla mancanza di dati relativi alle produzioni di formaggio: «Per le tre dop (pecorino romano, pecorino sardo e fiore sardo) ci sono i dati ufficiali di Ismea e dei consorzi di tutela, i dubbi riguardano le altre produzioni – ha detto – il problema del prezzo è che in Sardegna ci sono realtà produttive differenti. Le grandi cooperative e i grandi industriali riescono a stare sul mercato. Le realtà più piccole incontrano invece grosse difficoltà e non riescono a stare sul mercato. Noi abbiamo stretto da poco un patto con Coop Italia per la commercializzazione del pecorino romano nella sua catena nazionale di supermercati strappando un prezzo nettamente migliore rispetto ai 4,5 euro al chilo. La soluzione per il comparto passa attraverso la programmazione del nuovo Psr: servono progetti di filiera che mettano insieme i soggetti seri e che rafforzino le imprese del settore ».

Un rafforzamento delle imprese è stato invocato anche dal presidente di Oilos Tore Pala: «Un altro grande problema per i trasformatori è rappresentato dalle difficoltà di accesso al credito – ha detto – oggi occorre capire se l’Europa è disponibile ad aiutare industriali e cooperative a strutturarsi finanziariamente. Le cooperative sarde sono sottocapitalizzate, per rafforzare il comparto servono 250 milioni di euro. Soldi che potrebbero arrivare in prestito dalla Banca europea».

Le audizioni proseguiranno nel pomeriggio con i rappresentanti degli industriali ed i vertici dei Consorzi di tutela del pecorino romano, pecorino sardo e fiore sardo.

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Innovazione e sostenibilità, valorizzazione delle risorse locali ed attenzione ai mercati internazionali. Punti principali del dodicesimo congresso regionale di Legacoop Sardegna (in previsione del quarantesimo congresso nazionale) che ha riconfermato alla guida il presidente uscente Claudio Atzori. Organizzazione che vanta 750 coop affiliate, con 20mila dipendenti e 40mila soci e un fatturato aggregato di circa un miliardo e mezzo.

«Per un mondo sostenibile, la cooperazione immagina il futuro – chiarisce Atzori – non vuole essere solo uno slogan ma dovrà essere la bussola della nostra quotidiana attività di questo mandato.»

Per il presidente della Legacoop la sfida è quella di «costruire una società più equa capace di ricomporre le tante fratture che segnano le comunità».  Non solo, ricordando quindi la necessità di trovare soluzioni dalla Legacoop parte anche una proposta, ossia l’istituzione di un «tavolo per scrivere assieme un Patto per lo Sviluppo della Sardegna che metta al centro il lavoro in un’idea di crescita sostenibile che guardi al futuro». Poi, guardando anche alla politica e al Consiglio regionale «cui spetta il compito di tradurre in norme gli obieattivi» la necessità di un cambiamento culturale. Non meno importante l’aspetto legato all’ambiente in cui la cooperazione può «ricomporre la frattura tra economia e ambiente».  E poi l’innovazione, che deve passare per la fibra ottica e le interconnessioni, ma anche le piattaforme e la valorizzazione dell’agroalimentare. E il senso di comunità che le cooperative possono garantire. A rimarcare il valore della cooperazione il presidente nazionale di Legacoop Mauro Lusetti che ha ricordato «l’appuntamento del quarantesimo congresso nazionale».

All’assemblea anche il ministro Gianmarco Centinaio che ha parlato di valorizzazione del turismo andando oltre il periodo estivo. Il presidente di Coop Italia Marco Pedroni ha puntato su sostenibilità e innovazione. Il rettore dell’Università di Cagliari Maria del Zompo sull’importanza della formazione. Interventi poi del presidente del gruppo Unipol Pierluigi Stefanini, Carla della Volpe di Legacoop Generazioni.
E’ stato poi eletto l’ufficio di presidenza composto da Direzione regionale, collegio garanti, delegati al congresso nazionale.

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Martedì 2 aprile, a partire dalle ore 10.00, al Thotel di Cagliari, si svolgerà il congresso regionale della Legacoop Sardegna, organizzazione che conta 750 Coop affiliate, 20mila posti di lavoro, 40mila soci ed un fatturato aggregato di 1,5 miliardi di euro. Tema di quest’anno “Per un mondo sostenibile, la cooperazione immagina il futuro”.
Parteciperà all’evento  Gianmarco Centinaio, ministro dell’Agricoltura.
In attesa di conferma la presenza del presidente della Regione Christian Solinas
Claudio Atzori, presidente Legacoop Sardegna
Mauro Lusetti, presidente Legacoop nazionale
Pierluigi Stefanini, presidente Gruppo Unipol
Maria del Zompo, rettore università di Cagliari
Rita Ghedini, presidente Legacoop Bologna
Carla della Volpe, presidente Legacoop Generazioni Sardegna
Raffaele Paci, Università di Cagliari
Giovanni Luppi, presidente nazionale Legacoop agroalimentare
Marco Pedroni, presidente Coop Italia.
Durante la giornata, è prevista l’elezione dei delegati al 40° congresso Legacoop, l’elezione della Direzione, del Collegio dei revisori e del Comitato dei Garanti. E, infine, l’elezione del presidente di Legacoop Sardegna.

 

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Anche oggi è stato assalito un camion di pastori, di una cooperativa di pastori, che raccoglieva il latte dei suoi pastori, quelli che hanno saputo farsi l’impresa in Cooperativa, nella CAO FORMAGGI, che ha pagato di più il latte negli ultimi 10 anni, quella che è cresciuta aggregando altri pastori di tutta la Sardegna, quella che ha innovato l’azienda e i prodotti, vendendo e non svendendo formaggio in tutto il mondo, quella che oggi è un bell’esempio in Sardegna.

Come la CAO anche altre cooperative hanno saputo organizzarsi.

I loro camion sono ancora oggi senza scorta, altri camion, di industriali viaggiano invece con la scorta, io dico giustamente, ma perché quelli della cooperazione no???

Il proprio lavoro, il reddito dei suoi soci pastori oggi è messo a rischio dall’illegalità, purtroppo, consentita in questo paese che si chiama Italia, in questa Regione che si chiama Sardegna, illegalità fatta da chi non si è saputo organizzare il proprio futuro.

Ma sono i mandanti che vanno ricercati, oggi coperti da una solidarietà diffusa, figlia della non conoscenza del sistema della filiera ovina sarda e delle sue differenze, anche nel pagamento del latte. Chi oggi vuole affossare l’accordo di sabato, sono coloro che hanno interesse a che ci sia la categoria dei pastori contrapposta ai trasformatori, la vogliono mantenere come categoria debole e da assistere, non gli va che i pastori ed il valore del loro latte, cresca al crescere del valore del formaggio.

Sono terrorizzati dal sentire che la soluzione sono le filiere, dove ci si organizza il futuro assieme, dove non devi chiedere aiuto a questo o quello, anche per solo una praticuccia.

Non le vogliono le filiere organizzate, tutti coloro che dalle ultime tre programmazioni del PSR si sono arricchiti a discapito del settore, sia primario che di trasformazione.

Non la vogliono coloro che di mestiere fanno altro ed oggi si mascherano da benefattori dei pastori.

Con l’accordo di sabato 16 febbraio 2019, i pastori sardi, sostenuti nella loro battaglia dalla cooperazione sarda (anch’essa di pastori), hanno vinto una battaglia storica, hanno legato il valore aggiunto della vendita del formaggio, al valore del loro latte. Non ci sarà più chi si arricchisce con il formaggio impoverendo il latte.

Con questo accordo i pastori hanno insomma preso il ruolo che gli compete nella catena del valore.

È nemico dei pastori chi sta facendo passare un altro messaggio, chi dice che non va bene 72 centesimi di anticipo, quando gli stessi hanno portato al tavolo regionale una proposta di 70 centesimi come prezzo finale. 

È nemico dei pastori chi compra il latte a 55/60 centesimi per rivenderlo sul mercato ed oggi vuole che siano gli altri a pagare un euro il latte.

Non lo vogliono insomma, chi ha paura di perdere il proprio reddito, fatto sui pastori, rispetto a quello dei pastori.

Non lo vogliono coloro che hanno interesse a che il pastore non abbia dignità contrattuale.

Attenzione alla solidarietà spicciola, oggi guidata, essa ammazza il pastore e la sua dignità.

Chi chiede 1 euro per i prossimi 3 mesi di campagna, non dice che con i 60 centesimi dei 3 mesi precedenti, si arriva a un prezzo medio di 0,80. Con l’accordo raggiunto, in quanto retroattivo al 1 novembre 2018 e valido fino al 30 ottobre 2019, il valore del latte, qualora si attivino le misure messe in campo, sarà ben più alto degli 80 centesimi, sarà più verso l’euro per l’intera campagna.

Mi scuso per lo sfogo, ma in questo mese ed in questa settimana, in tutti i tavoli, il nostro obiettivo era quello di far ripartire l’ascensore sociale dei pastori (oltre che il valore del prezzo del latte), dei soci di cooperativa e di coloro che versano agli industriali, ci eravamo anche riusciti, si poteva anche perfezionare meglio, ma il sistema che si arricchisce su di loro, sta facendo di tutto perché questo non avvenga. É da avvoltoi raccontare in giro un altro accordo rispetto a quello discusso.

Perderanno anche stavolta i pastori, ma noi combatteremo fino all’ultima ora utile, affinché questo non avvenga.

Claudio Atzori

Presidente di Legacoop Sardegna

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Le coop della Sardegna under 40 puntano su Innovazione e formazione. E la necessità di rivedere e ripensare i processi produttivi con cui si forniscono i servizi. Concetti rimarcati nel corso dell’assemblea regionale di Generazioni, l’insieme delle coop under 40 che aderiscono a Legacoop Sardegna, riunite a Bauladu. Appuntamento per  anche un primo bilancio sull’attività svolta dall’organismo cooperativistico. «Uno degli obiettivi che ci siamo posti era quello di investire sulla formazione, che riteniamo particolarmente importante – ha spiegato Carla della Volpe, coordinatrice di Generazioni -. Per questo abbiamo costruito, insieme con il nostro istituto di formazione, Isforcoop, un primo percorso di formazione che coinvolge i giovani Cooperatori che ricoprono ruoli di responsabilità all’interno delle imprese. In queste settimane stiamo raccogliendo i fabbisogni sulla base delle esigenze delle Cooperative, e nei primi mesi del 2019 partirà il primo corso targato Generazioni, indirizzato ai futuri manager cooperativi e naturalmente finalizzato anche al rinnovamento generazionale nella governance delle Cooperative. Individuiamo nella formazione uno degli elementi distintivi, formazione continua e costante per fornire competenze che procedano di pari passo con i cambiamenti».

L’attenzione dei giovani cooperatori va proprio all’innovazione che non è solo tecnologica ma «anche innovazione di processo produttivo, di prodotto, il legame tra innovazione e settori tradizionali è fondamentale. Il piano Industria 4.0, apre un ventaglio  di opportunità e di vantaggi. Innovazioni come il Cloud, Internet delle cose, Cybersicurezza, IA, la realtà aumentata». E poi la necessità di costruire reti tra piccole, medie e grandi realtà, «passaggio fondamentale per lo sviluppo della cooperativa». A supporto del lavoro che Generazioni Legacoop porta avanti anche il dato di partenza relativo alla presenza di under 40 nei Consigli di amministrazione delle coop. La media regionale per l’intera Sardegna è pari circa al 20%. L’analisi territoriale evidenzia che nell’area vasta di Cagliari, la percentuale sale al 32%; nella provincia di Oristano la percentuale è di circa l’11%. A Nuoro la percentuale è del 10,8% , mentre a Sassari, il 24%. Tra i settori, quelli che registrano percentuali più elevate sono la PL, un 25% nei CdA, e il settore sociale, con un 21%. L’agroalimentare e la pesca, registrano rispettivamente 13% e 8% nei CdA. Le culturali il 14% , l’abitazione, 13% ed il turismo, il 10% circa di presenza di giovani nei CdA. Attenzione poi anche agli strumenti finanziari e alle difficoltà che, molto spesso le giovani aziende devono affrontare. Aspetti affrontati da Riccardo Barbieri, direttore di Fidicoop Sardegna che ha rimarcato la necessità per le aziende di avere  una maggiore “educazione finanziaria”.

L’assessore regionale del Lavoro Virginia Mura ha illustrato le misure messe a disposizione dalla  Regione per sostenere le nuove iniziative e, allo stesso tempo, la necessità «emersa nel corso di numerosi incontri con le diverse realtà produttive» di avere una «maggiore formazione e professionalizzazione» di chi deve affrontare il mercato del lavoro. Katia de Luca, coordinatrice nazionale di Generazioni Legacoop Italia, ha parlato di “capitale umano”. E puntato l’attenzione proprio sulle risorse umane, sulle idee. «Noi abbiamo un grande potenziale che è il Capitale umano, dobbiamo poterlo utilizzare attivamente. Puntare sulla crescita per valorizzare gli strumenti che abbiamo per fare innovazione». 

Marzia Mastino (Confindustria) ha parlato di sinergia, start up e problematiche che incontra un nuovo imprenditore. Gabriele Mulas, delegato al Trasferimento tecnologico dell’università di Sassari h rimarcato l’importanza dell’innovazione e delle opportunità offerte dalla trasformazione digitale. Giuseppe Serra, sportello Start up Sardegna ricerche ha parlato di nuove iniziative imprenditoriali, tra difficoltà e procedure. 

Nell’intervento conclusivo Il presidente di Legacoop Sardegna Claudio Atzori ha rimarcato il fatto che «Legacoop sta investendo sui giovani e sulla tecnologia». «L’innovazione tecnologica è fondamentale – ha detto Atzori – così come è fondamentale investire sulle persone. Questo è ciò che come Legacoop stiamo facendo con i nostri giovani e il mondo cooperativo».

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Lo sviluppo sostenibile per arginare lo spopolamento, partendo dal patrimonio da salvare rappresentato dai piccoli comuni. È un laboratorio di idee quello che parte da Bualadu e promosso dal Cru, il Consiglio regionale Unipol denominato “La Sardegna dei comuni un patrimonio da salvare”. Non un appuntamento per discute di buone pratiche o per effettuare un’analisi sullo spopolamento ma un momento di dibattito in cui si pongono al centro una serie di parole chiave e proporre quindi, soluzioni sia dal punto di visita istituzionale, sia produttivo su alcuni punti dell’economia sarda. «La prima parola è aggregare – ha detto Claudio Atzori, presidente di Legacoop e presidente di Cru -. Bisogna sgomberare il campo dall’idea che ciascuno possa fare la sua parte da solo e con le proprie idee».

Per il presidente del Cru «serve ripensare il tema in maniera collettiva uscendo dall’idea che sia da affrontare solo nel suo specifico» e l’obiettivo, guardando proprio al termine aggregare, vuol dire «pensare a idee omogenee per filiere istituzionali, economiche, turistiche e sociali con vocazioni simili». Una visione che superi il singolo e che quindi possa creare le condizioni per mettere in piedi un sistema articolato ma efficiente. A manifestare l’attenzione sulle potenzialità dell’isola, guardando al patrimonio di terre agricole incolte è stato Michele Carrus, segretario generale della Cgil della Sardegna. Emiliano Deiana, presidente dell’Anci, ha dato voce ai comuni, puntando l’attenzione sui piccoli centri. A porre l’attenzione sulla qualità dei servizi Paolo Prosperini, del comitato tecnico Snai.

Roberto Bolognese, presidente Confesercenti e Cru ha messo in evidenza le difficoltà affrontate dalle imprese. L’importanza del ruolo dell’università e la sua connessione anche con i territori è stata affrontata dal rettore Maria del Zompo, che ha sottolineato l’importanza del “mettersi insieme per portare a casa il risultato”. Antonello Cabras, presidente della Fondazione di Sardegna, ha parlato di sostenibilità delle imprese. Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha posto l’attenzione sulle iniziative svolte per rilanciare la scuola e i paesi del centro. A parlare del ruolo dei piccoli centri, è stato l’assessore regionale Cristiano Erriu. Chicco Gregu ed di Energia 2.0 che ha parlato dell’opportunità di costituire cooperative di comunità per la gestione dei servizi considerati non convenienti economicamente.

Pierluigi Stefanini, presidente del gruppo Unipol, ricordando la presenza del gruppo Unipol in oltre 150 centri della Sardegna ha ricordato l’importanza “dei luoghi” e la necessità di costruire relazioni tra «il centro e la periferia». Poi un passaggio sul futuro «Viviamo in un paese che fa fatica a cimentarsi con il futuro» e sulla strategia: «abbiamo bisogno di politiche e di progetti simultanei». Poi un passaggio sulla necessità di intervenire su lavoro, infrastrutture e imprese. 

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Mercoledì 17 ottobre 2018,al Centro Civico culturale di Piazza Lussu, a Bauladu, a partire dalle 9.30, si svolgerà l’iniziativa “La Sardegna dei Comuni, un patrimonio da salvare” promossa dal Cru, il Consiglio regionale Unipol, organismo composto da Legacoop, Cna, Confesercenti, Cia, Cgil, Cisl, Uil.

Parteciperanno:

Pierluigi Stefanini presidente Gruppo Unipol

Francesco Pigliaru, presidente della Regione Sardegna

Cristiano Erriu, assessore regionale Enti locali

Claudio Atzori presidente Legacoop e Cru

Emiliano Deiana presidente Anci

Paolo Prosperini comitato tecnico Snai

Antonello Cabras presidente Fondazione di Sardegna

Maria del Zompo Rettore Università di Cagliari

Michele Carrus segretario Cgil

Roberto Bolognese presidente Confesercenti

Gavino Carta Cisl Sardegna

Angelo Sini unione comuni Logudoro

Gabriella Caria segretaria Cna

Mario Tendas

Chicco Gregu ad efficienza 4.0

Francesco Erbì presidente Cia

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Internazionalizzione e progetti di sviluppo, ma anche consolidamento delle produzioni regionali. È positivo e tende a crescere, nonostante le contrazioni della crisi, il bilancio della Legacoop Sardegna. Un dato che viaggia in linea con la crescita registrata dalla Legacoop a livello nazionale che quest’anno segna un avanzamento del 3 per cento. Ma con un’attenzione particolare alle difficoltà che potrebbero sorgere dall’applicazione di nuovi dazi. Punti salienti indicati nel corso della direzione regionale della Sardegna che si è svolta a Nuoro e a cui ha partecipato il presidente nazionale Mauro Lusetti.

«Nonostante tutto c’è una significativa crescita per occupazione e affari del 3 per cento – ha detto Mauro Lusetti – e gli indicatori relativi alla trimestrale del 2018 fanno ben sperare. Certo restano ancora delle difficoltà da superare che vanno dal settore dell’edilizia a quello degli appalti pubblici.»

Positivo poi il settore dell’agricoltura che viaggia bene «sulle esportazioni. Per questo motivo siamo contrari all’applicazione di nuovi dazi. Una nuova politica in questo settore andrebbe a penalizzare l’ambito in cui riusciamo a crescere». Il trend nazionale trascina anche le produzioni sarde. Nell’isola sono 780 le coop affiliate a Legacoop (la prima delle organizzazioni regionali) con 60mila soci, 1 miliardo di fatturato e 18mila occupati.

«Numeri importanti – ha detto Daniele Caddeo, direttore generale di Legacoop Sardegna – che certificano un impegno e un lavoro costante in settori che vanno da quello agroalimentare ai servizi, passando per cultura e il sociale andiamo a chiudere il quadriennio di mandato iniziato nel dicembre 2014, ad aprile 2019 si terrà il congresso della nostra associazione e non dobbiamo dimenticare come ,nel quadro nazionale di Legacoop,  in questi 4 anni Legacoop Sardegna ha avuto importanti ruoli e peso specifico negli equilibri nazionali. Questo perché il progetto del presidente Claudio Atzori è riuscito a dare valore aggiunto alla cooperazione sarda oltre che aiutare un nuovo ragionamento ed equilibrio ben metabolizzato dal nazionale. Ci aspetta un autunno intenso e lavorativamente stimolante, prepareremo un congresso importante basato sulla continuità politica dell’organizzazione oltre che  sviluppo e rafforzamento del sistema cooperativo sardo.»

Nel suo intervento il presidente regionale Claudio Atzori ha messo in evidenza i risultati raggiunti dall’organizzazione cooperativistica.

«Lo scorso anno sociale la Legacoop è riuscita a portare a casa risultati importanti – ha detto Claudio Atzori – sia nel settore agroalimentare, con una valorizzazione delle filiere, sia nel campo sociale.»

Positivi anche i risultati e i progetti di internazionalizzazione come Sardinia beyond the sea, e progetto iterreg Italia Francia marittimo Me.co.

«Abbiamo dato il nostro impegno per intervenire e modificare la legge sulla cooperazione, una norma – ha concluso Claudio Atzori – che ha 50 anni e va aggiornata. Inoltre l’Alleanza delle cooperative che vede Legacoop alla guida.»

Senza dimenticare poi il fenomeno delle false cooperative e l’impegno profuso da Legacoop.