29 March, 2024
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La sesta conferenza mondiale su Media e Comunicazione (Medcom) si terrà nel maggio del 2020 in Sardegna, a Cagliari. L’annuncio è stato dato oggi a Kuala Lumpur, in Malesia, dove è in corso la quinta edizione del congresso (5th World Conference on Media and Mass Communication).

L’evento sarà organizzato dall’Istituto internazionale per la gestione della conoscenza (TIIKM), insieme all’Università di Cagliari, all’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, all’Università Tor Vergata di Roma. Gli organizzatori hanno scelto l’Italia e in particolare la Sardegna come scenario per un dibattito che avrà come tema centrale la comunicazione e i cambiamenti culturali e diversi ambiti tra cui la comunicazione sociale e della salute, la comunicazione pubblica e la comunicazione non discriminatoria. Con un occhio di riguardo anche ai cambiamenti in corso nel modo di fare informazione e nell’editoria.

La conferenza si terrà dal 28 al 30 maggio e «rappresenta un importante momento di confronto per accademici, ricercatori strutturati e indipendenti, artisti e professionisti che ruotano attorno al mondo della comunicazione e dei media», dice Isanka Gamage, uno degli organizzatori dell’associazione TIIKM. «Ci teniamo in particolar modo – aggiunge Isanka Gamage – che vengano coinvolti anche i professionisti della comunicazione e non solo gli accademici». Medcom è appuntamento «ormai fondamentale nel mondo della comunicazione – spiega Duminda Koralamagage, presidente di TIIKM – perché fa dialogare e confrontare ogni anno centinaia di ricercatori ed esperti da tutto il mondo non solo occidentale ma anche del Sud Est asiatico e Africa. Per il 2020 vogliamo portare il dibattito in Europa».

Per Medcom 2020 gli organizzatori saranno tre: Andrea Volterrani, docente di Comunicazione sociale dell’Università di Tor Vergata, Elisabetta Gola, filosofa del linguaggio e docente nel corso di laurea di Scienze della Comunicazione dell’Università di Cagliari, e Fabrizio Meloni, responsabile Comunicazione e Relazioni esterne dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari.

«Ho proposto la sede di Cagliari – dice Andrea Volterrani – non solo per la bellezza della città e le straordinarietà di questa terra, ma anche per l’efficienza riscontrata in occasione di altre conferenze importanti ospitate dall’Università di Cagliari e per la portata simbolica della Sardegna, al crocevia di tante rotte e al centro del Mediterraneo». La conferenza, spiega Elisabetta Gola, «sarà ospitata nella Facoltà di Studi umanistici e organizzata dal Dipartimento di Pedagogia, psicologia, filosofia dell’Ateneo cagliaritano, dove stiamo sviluppando progetti sulle tematiche del convegno, tra cui la comunicazione sociale sui temi del multiculturalismo».  Un evento importantissimo, dice Fabrizio Meloni, «perché metterà a confronto accademici, ricercatori e professionisti della comunicazione di tutti i settori: dalla pubblica amministrazione all’editoria, alla comunicazione aziendale e a quella sociale. Il mondo della comunicazione corre veloce e bisogna essere sempre pronti a raccogliere le sfide che l’innovazione e i gusti dei cittadini ci pongono davanti».

La decisione di scegliere Cagliari come sede della conferenza è stata annunciate ai partecipanti di MEDCOM 2019, con la visione dei video di invito del Rettore dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo, del Direttore generale dell’Aou Giorgio Sorrentino, e degli organizzatori Volterrani, Gola e Meloni. «MEDCOM2020 – dicono i promotori dell’evento – sarà un’occasione importante per avvicinare l’Est e l’Ovest del mondo attorno a un tema trasversale e a molte questioni culturali e sociali».

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La comunicazione funziona e viene potenziata solo se i mezzi attraverso cui viaggia e circola (giornali, social, tv, radio, etc.) vengono utilizzati insieme, unendo i media e non tenendoli separati. A comandare oggi è il messaggio e non il mezzo, come invece sosteneva Marshall McLuhan nel 1964 nel suo Understanding Media: The Extensions of Man«Il medium è il messaggio» oggi non è più attuale e c’è bisogno di un nuovo paradigma che ribalti il concetto e lo renda aderente alla realtà della moderna comunicazione. Una comunicazione dove è il messaggio a comandare e dove il messaggio è, anzi diventa, medium. È questo quanto teorizzano Elisabetta Gola, Fabrizio Meloni e Riccardo Porcu, nel loro nuovo lavoro A Post McLuhanian Paradigm for Public Administration Communication: Case Studies in Old and New Media (Un paradigma post Mcluhniano per la comunicazione della pubblica amministrazione: casi di studio nei vecchi e nuovi media) presentato alla quinta Conferenza su Media e Comunicazione (Medcom 2019) in corso a Kuala Lumpur in Malesia.

Nella loro ricerca, Elisabetta Gola, filosofa del linguaggio e docente dell’Università di Cagliari, Fabrizio Meloni, responsabile Comunicazione e Relazioni esterne dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, e Riccardo Porcu, dirigente della Regione e docente di Comunicazione Pubblica all’Università di Sassari, si accostano con rispetto alle teorie e al pensiero del sociologo canadese che sosteneva la necessità di studiare i media non soltanto per quanto riguarda i contenuti che trasmettono, ma anche e soprattutto dal punto di vista delle modalità con le quali lo fanno. E “il medium è il messaggio”, sintetizza questa teoria. I mass media, secondo McLuhan, non sono neutrali: la loro stessa struttura produce un’influenza sui destinatari del messaggio, che va al di là del contenuto specifico che veicolano. La televisione, ad esempio, è classificata da McLuhan come un medium che ha la funzione di rassicurare: è un mezzo che, secondo il sociologo, si caratterizza strutturalmente per confortare il telespettatore.

Ma questo, dicono Elisabetta Gola, Fabrizio Meloni e Riccardo Porcu, «era vero sino a qualche anno fa quando la tv aveva iniziato a farla da padrona sulla comunicazione soppiantando quelli che allora erano considerati i mezzi tradizionali. Oggi la comunicazione è cambiata totalmente: non è più unidirezionale (qualcuno parla o scrive e molti altri ascoltano o leggono) ma è interattiva. La gente ha voglia di partecipare, di dire la propria, di giudicare. E lo fa oggi soprattutto con social, che hanno preso il sopravvento: si legge sui social, ci si informa sui social, si commenta e si dibatte sui social». In particolare Facebook e Instagram, ma anche Twitter.

Insomma, dicono ancora i tre autori, «la comunicazione social potenzia il messaggio che ha una sua forza intrinseca. È proprio il contenuto e non il mezzo che, oggi più che mai, fa davvero la differenza. Perché in un’era in cui la comunicazione viaggia su più canali tra loro interconnessi (su un’unica piattaforma abbiamo tutto, dai video alle immagini, allo scritto) è il messaggio che diventa efficace se viene declinato e veicolato attraverso i diversi media e relativi linguaggi».

«Se è vero questo, allora – concludono Elisabetta Gola, Fabrizio Meloni e Riccardo Porcu – è altrettanto vero che è il messaggio che diventa medium e, dunque, è il medium stesso.»

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Si è conclusa l’8 marzo l’edizione 2018-del Premio “Gianni Massa” organizzato dal Corecom presieduto da Mario Cabasino, in collaborazione con Giulia giornaliste Sardegna, guidata da Susi Ronchi, sul rapporto tra media e parità di genere. La cerimonia ufficiale di premiazione si è tenuta all’Auditorium del Conservatorio di Cagliari, una grande macchina messa in moto lo scorso anno con un tributo al grande maestro di giornalismo Gianni Massa e a Piera Mossa, prima programmista e regista RAI in Sardegna (e seconda in Italia) per riflettere sul tema di forte attualità come quello della parità di genere nel mondo dell’informazione e della comunicazione.

Centosedici le proposte pervenute all’organizzazione per le tre sezioni del concorso Giornalismo, Università e Scuola. «Ci siamo trovati a lavorare in perfetta sintonia con il Corecom su un terreno comune, spinti e motivati dall’impegno di cercare di contrastare qualsiasi forma di discriminazione, purtroppo ancora presenti nei media – ha spiegato Susi Ronchi -. Questa serata non è la conclusione di un percorso ma è la prima tappa fondamentale di un progetto che ha visto il coinvolgimento di 50 Giulie giornaliste e la realizzazione del bellissimo spettacolo “La conosci Giulia?” che ha riscontrato un grande successo con sold out in tutte e due le date di Cagliari e in quella di Sassari, oggi richiesto in diversi territori della Sardegna e in alcune regioni d’Italia. La pièce teatrale è diventata anche un laboratorio didattico per le scuole, con le Giulie abbiamo lavorato in tutti questi mesi anche con diverse classi degli Istituti superiori e dell’Università di Cagliari, tenendo seminari sul tema e coinvolgendo gli studenti in questa operazione di sensibilizzazione.»

Un premio per ricordare quanto la parità di genere ancora oggi «sia fortemente condizionata negli stereotipi e nella cultura sessista spesso promossa anche dagli organi d’informazione, tra i cardini della società democratica che hanno il dovere di garantire la libertà di stampa, la diversità di opinione e il pluralismo, di promuovere il rispetto della dignità umana e di lottare contro tutte le forme  di disuguaglianza», hanno ricordato le conduttrici della serata Incoronata Boccia, giornalista RAI e Valeria Aresti, avvocato. «Gianni Massa è stato un maestro di giornalismo, ha formato tanti di noi. Un professionista di grande sensibilità, fondatore dell’Agi in Sardegna che ha posto le basi anche per l‘istituzione del Corecom, sempre attento a tutte le difficoltà dei giovani giornalisti che muovevano i primi passi in quegli anni, ai più deboli», ha commentato Mario Cabasino, ricordando la figura di uno dei grandi maestri del giornalismo in Sardegna scomparso a 79 anni nel 2015. 

Una serata speciale ricca di interventi, momenti musicali e spassose gags, in cui hanno partecipato esponenti del mondo dell’università, della scuola, del giornalismo, della magistratura e della politica, oltre alle irriverenti Tanya e Mara (Lucido Sottile di Tiziana Troja e Michela Sale Musio). Ai vincitori la consegna delle targhe e diversi premi in denaro. In particolare gli elaborati premiati delle scuole sono il risultato della partecipazione allo spettacolo “La conosci Giulia?”, promosso da Corecom e dall’associazione Giulia Giornaliste Sardegna, e ai diversi seminari tenuti in alcuni Istituti superiori dalle “Giulie” che hanno posto l’attenzione sul difficile rapporto tra media, linguaggio e discriminazioni di genere.

Premio Giornalismo” per la categoria Carta stampata e Web a Federica Ginesu per l’articolo “I loro insulti peri nostri tacchi” pubblicato sul settimanale Grazia: «un esempio di giornalismo moderno per il riconoscimento dei diritti delle donne». A consegnare il premio il capo della politica de L’Unione Sarda Giulio Zasso. Per la categoria “Giornalismo radio televisivo” sul podio del vincitore la trasmissione di Videolina “Monitor”, “una delle poche trasmissioni, se non l’unica, a livello regionale, che propone all’opinione pubblica spunti di riflessione su temi di grande attualità. Premio a Simona De Francisci, Egidiangela Sechi e Nicola Scano. A consegnare loro la targa la giornalista e vice presidente dell’Assostampa Simonetta Selloni. Infine premio per la categoria dedicata al Giornalismo per immagini a Elisabetta Messina, consegnato dal giornalista Franco Siddi. Un’immagine, simbolo di integrazione in una giornata speciale di festa che celebra il rito del matrimonio selargino. In uno scatto la profondità dei valori irrinunciabili che fondano una società democratica.

Per la sezione “Università”, in collaborazione con i Corsi di Laurea in Scienze della Comunicazione, premiate due tesi di Sassari e due di Cagliari. Per l’Ateneo di Sassari premio alla neolaureata Laura Dettori per la sua tesi dal titolo “Walter Benjamin: narrazione e società”, relatrice la professoressa Romina Deriu, consegna del premio da parte del prorettore Pietro Ciarlo dell’Università di Cagliari. La tesi affronta alcuni dei principali temi della comunicazione nella società contemporanea, analizzando il ruolo e le nuove responsabilità che le professioni dell’informazione assumono nei nuovi scenari comunicativi.

Secondo vincitore per Sassari Carlo Mandras con la tesi dal titolo” Linguaggio di genere: (non) usi e prospettive nella Pubblica Amministrazione”, con la relatrice prof.ssa Patrizia Patrizi, premiante Roberta Celot, Responsabile Ansa Sardegna. La tesi affronta la questione del linguaggio di genere nella dimensione della comunicazione politica e istituzionale.

Premio per le due migliore tesi dell’Università di Cagliari a: Clara Zucca per il lavoro dal titolo “La percezione della donna vittima di violenza di genere: uno studio su un campione di giovani e adulti”, del Corso di Laurea Magistrale in Psicologia dello Sviluppo e dei Processi Socio-Lavorativi, relatrice la Professoressa Cristina Cabras, premiante il prof. Camillo Tidore dell’Università di Sassari; Roberta Spiga, con la tesi  su “Il linguaggio di genere all’interno della Pubblica Amministrazione: evoluzione, prospettive e linee guida per l’utilizzo di un linguaggio inclusivo”, Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione con la relatrice professoressa Elisabetta Gola, premiante Lia Serreli, Direttrice generale del gruppo “L’Unione Sarda”. La tesi ha affrontato un tema di grande attualità, che viene trattato con consapevolezza e da una prospettiva multisfaccettata.

Per la sezione Scuola un ex aequo per due classi vincitrici: classe Quarta A, guidata dalla professoressa Sandra Pani, Indirizzo Finanza E Marketing Istituto Tecnico Primo Levi di Quartu Sant’Elena accompagnati dal prof. Francesco Podda e classe Quarta I del Liceo Scientifico A. Pacinotti di Cagliari, accompagnati dalla prof.ssa Maria Annunziata Lenigno. L’Istituto Primo Levi ha partecipato con un video dal titolo “Il valore delle parole, frutto di un percorso formativo che ha stimolato la creatività dei ragazzi attraverso la partecipazione a seminari, conferenze e a iniziative come lo spettacolo “La conosci Giulia?” sul contrasto alle discriminazioni, agli stereotipi ai pregiudizi, premiato perché: «Ben pensato il progetto e ben costruito il video proposto, per sottolineare l’importanza della scelta delle parole, il valore del linguaggio». Premiante la giornalista Maria Paola Masala.

Da una rappresentazione stereotipata della violenza e del femminicidio a una rappresentazione corretta e rispettosa dell’identità e della dignità della vittima il Liceo Scientifico Pacinotti, Classe Quarta I, ha partecipato con il video “Una donna come te”. Studentesse e studenti hanno realizzato un breve filmato capace di destrutturare gli stereotipi e creare, una duplice condizione nel rapporto sentimentale e di coppia. Ha consegnato il premio Micaela Morelli, prorettrice dell’Università di Cagliari.

Tre infine le menzioni speciali: la prima alla redazione “La Nuov@Scuola”, «un progetto straordinario di approfondimento del linguaggio, realizzato da studentesse e studenti nelle pagine del quotidiano La Nuova Sardegna che ha promosso una collaborazione continuativa con le scuole del territorio», guidato da Daniela Scano, Caporedattrice Sassari de “La Nuova Sardegna” e coordinatrice del progetto. Ha consegnato la targa Maria Grazia De Matteis, Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza; Menzione speciale alle agenzie di stampa Agi e Ansa, sul palco Roberta Celot, responsabile ANSA, e Roberta Secci (giornalista AGI), per il loro delicatissimo ruolo di fonte primaria di notizie. Consegna della targa da Francesco Birocchi, Presidente Ordine dei Giornalisti della Sardegna. Menzione speciale a Eugenia Tognotti, Professoressa presso l’Università di Sassari Editorialista Nuova Sardegna e La Stampa e Federico Palomba, Alto Magistrato, ex parlamentare ed ex presidente della Regione, per il contributo culturale dato al premio con la loro partecipazione. Per la professoressa Eugenia Tognotti ha ritirato la targa Valentina Guido, Ufficio stampa Università di Sassari. A consegnare il premio il giornalista Gianni Filippini.

La cerimonia di premiazione si è arricchita di tanti contributi da parte degli ospiti, attraverso una serie di interventi, momenti di riflessione e di spettacolo. Tra questi la cantante Ambra Pintore (nel cast di “La conosci Giulia?”) che ha portato con i suoi musicisti (Roberto Scala al basso; Federico Valenti alla chitarra; Diego Milia, violino) il brano “Sa Este”, profonde e eleganti atmosfere che restituiscono il fascino di una Sardegna arcaica e sensuale, con un dolcissimo omaggio recitato a tutte le donne; il trio femminile della classe di musica d’insieme fiati sotto la guida del prof. Luigi Muscio del Conservatorio Pierluigi da Palestrina, costituito dalle giovanissime Selene Gaviano al flauto, Giulia Marongiu al clarinetto e Consuelo Anedda al fagotto, in repertorio Minuetto e Trio e Rondò finale dal Divertimento n. 3 di W.A. Mozart; e ancora il duo cult delle Lucido Sottile (Tiziana Troja e Michela Sale Musio), anche loro protagoniste dello spettacolo “La conosci Giulia?” di cui hanno curato anche la regia (Tiziana Troja) e la produzione. Un doveroso salto nella periferia che “ogni tanto non guasta” con i loro esilaranti personaggi, Tanya e Mara, tra colorito slang e irresistibile ironia, sempre sul pezzo in un pieno di risate e paradossi esplosivi sui temi attuali della politica, delle recenti elezioni regionali, e naturalmente su discriminazioni e parità di genere.

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I parenti dei pazienti del Pronto Soccorso del Policlinico Duilio Casula di Monserrato, da oggi potranno usufruire di un nuovo servizio, “Pronto Soccorso Comunica”, un punto di accoglienza dedicato. Si tratta di un progetto sperimentale, il primo del genere in Italia e viene fatto in collaborazione con il corso di laurea in Scienze della Comunicazione dell’Università di Cagliari.

«Il pool di comunicatori – spiega il direttore generale dell’Aou di Cagliari, Giorgio Sorrentino -, sarà una sorta di ponte tra la sala d’attesa e gli ambulatori e le sale di emergenze del Pronto Soccorso. Mentre i nostri operatori sanitari, medici e infermieri, si dedicheranno ai pazienti, nella sala d’attesa un team si occuperà dei parenti e degli accompagnatori, informandoli passo passo sul percorso che stanno seguendo. Per chi è nella sala d’attesa e aspetta di sapere cosa succede al proprio caro  è importantissimo avere un punto di accoglienza che fa questo servizio.  Ovviamente le notizie strettamente sanitarie saranno date solo dal personale autorizzato a fare questo.»

Secondo la dottoressa Rosanna Laconi, direttore del Pronto Soccorso del Policlinico, si tratta di un «servizio molto importante. Comunicare è fondamentale e bisogna sempre farlo nei dovuti modi: avere un punto di accoglienza di questo tipo di certo  migliorerà il rapporto con i pazienti e i parenti dei pazienti». Per Elisabetta Gola, docente del corso di laurea in Scienze della Comunicazione, sarà un progetto importante anche per gli studenti: «Si tratta – spiega – di un servizio che farà crescere i nostri ragazzi nel rapporto con i pazienti e gli utenti. Per chi si occupa di comunicazione e la studia, questi progetti sono sempre importanti». In via sperimentale il servizio sarà garantito nelle ore centrali della giornata, quando è maggiore il flusso di pazienti e quindi di parenti in attesa.

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La comunicazione pubblica e quella sanitaria in particolare per essere efficace deve essere social. Il che significa non solo essere presenti sui principali social network, ovviamente, ma anche utilizzarli per dialogare con i cittadini che chiedono di essere coinvolti sempre di più, informati in tempo reale, ma anche dire la loro sui servizi offerti. Di questo si parla nel libro “Comunicare la salute” scritto da Fabrizio Meloni, Elisabetta Gola e Riccardo Porcu per Carocci editore, da oggi in tutte le librerie italiane e gli store online.

La teoria e la pratica della comunicazione pubblica, il presente ed il futuro della comunicazione sociale (e social) in sanità sono i punti cardine del volume, che nasce dall’incontro di esperienze maturate grazie ai diversi ruoli ricoperti in tre diverse pubbliche amministrazioni dagli autori: un giornalista, Fabrizio Meloni, responsabile della Comunicazione dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari; una docente universitaria, Elisabetta Gola, coordinatrice del corso di laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Cagliari: un manager pubblico, Riccardo Porcu, dirigente del Servizio comunicazione istituzionale della Regione Sardegna.

Una ricerca importante quella fatta dagli autori che danno un contributo e strumenti utili a chi fa comunicazione, ma anche a chi la studia e la teorizza. I social network sono strumenti davvero utili di comunicazione se si riesce a far passare un messaggio adatto al mezzo con l’obiettivo di creare comunità e coinvolgere i cittadini. La sanità, ovviamente, non fa eccezione. Anzi, è un terreno fertile per introdurre innovazione e facilitare la vita dell’utente: erogando sempre più servizi online, incentivando il dialogo continuo con i pazienti, informando, ma soprattutto comunicando.

«La ricerca – spiegano gli autori – studia la social comunicazione applicata ai settori pubblici, analizza le sue criticità e individua stili e soluzioni innovative». La comunicazione social è trasparenza, partecipazione e informazione: tre punti cardine anche per la comunicazione pubblica più in generale, che può muoversi su un orizzonte potenzialmente infinito. La Pubblica amministrazione social, perciò, presenta opportunità inesauribili. «Dall’analisi dei dati statistici ed esperienziali – dicono ancora Meloni, Gola e Porcu – si può concludere che la Social PA e in particolare la Social Sanità non sono solo utili e richiesti dai cittadini, ma sono un vero servizio pubblico. Da un lato l’utente vuole dialogare, contribuire (anche con le critiche) a dare servizi migliori alla collettività; dall’altro pretende sempre di più l’erogazione dei servizi in mobilità, evitando inutili spostamenti e perdite di tempo. Tutti punti fondamentali che contribuiscono a rendere la sanità e la PA vicina e amica dei cittadini».

Il ruolo delle Regioni e delle strutture pubbliche è di fondamentale importanza nella costruzione di un nuovo rapporto con i cittadini fondato sull’ascolto e sulla partecipazione.  La pubblica amministrazione e la sanità sono terreno fertile per introdurre innovazione e facilitare la vita dell’utente: erogando sempre più servizi online, incentivando il dialogo continuo con i pazienti, informando, ma soprattutto comunicando, in base ai principi di trasparenza, partecipazione e informazione.

Elisabetta Gola presiede il corso di laurea in Scienze della comunicazione dell’Università di Cagliari, dove svolge anche attività didattica sulle teorie e i linguaggi della comunicazione. Per Carocci editore ha pubblicato “Che cos’è una metafora” (con Francesca Ervas, 2016). 

Fabrizio Meloni, giornalista professionista, esperto di comunicazione pubblica, è stato notista politico nel quotidiano “L’Unione Sarda” e capo servizio dei quotidiani del gruppo “EPolis”. Attualmente è responsabile della comunicazione dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari.

Riccardo Porcu è direttore del servizio comunicazione istituzionale della Regione Sardegna ed insegna Comunicazione pubblica dell’Università di Sassari (corso in Scienze della comunicazione).

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Da giovedì 25 a sabato 27 maggio, l’aula Motzo e l’aula degli Specchi – facoltà Studi umanistici, via Is Mirrionis n.1, Sa Duchessa-Cagliari – ospitano la conferenza internazionale “Metaphor and Argumentation”. Al centro dei lavori – aperti al pubblico – gli effetti persuasivi della metafora nell’argomentazione.

Il convegno si propone di illustrare, grazie all’intervento di relatori esperti in vari settori disciplinari (filosofia, linguistica, logica e teoria dell’argomentazione, scienze cognitive) il ruolo delle metafore nell’argomentazione, il loro impatto nella società e nella conoscenza. L’evento rientra nel progetto “Argomentazione e Metafora. Effetti della comunicazione persuasiva nel territorio sardo” finanziato dalla Regione Sardegna (L.R. n. 7/2007).

Oltre ai docenti dell’ateneo di Cagliari, Roberto Crnjar, Elisabetta Gola, Nicola Angius, Giuseppe Primiero, Amitash Ojha, Alessandra Melas, Francesco Blanchini, prendono parte alla conferenza, tra gli altri, John Barnden (Birmingham University), Gerard Steen (University of Amsterdam), Bipin Indurkhya (Jagellonian University), Pablo Cobreros (University of Navarra) e Alberto Mura (Università di Sassari). Interventi anche di Gianni Massa (vice presidente Consiglio nazionale ingegneri), Marina Del Zompo (assessore Salute, Quartu Sant’Elena), Riccardo Porcu (direttore Comunicazione, Regione Sardegna) e I lavori hanno il supporto e il patrocinio di rettore dell’Università di Cagliari, assessorato regionale Affari generali, Fondazione di Sardegna, Centro linguistico d’ateneo, corso di laurea Scienze della comunicazione, libreria Cuec, Confindustria, Ordine ingegneri Cagliari, Metaphor club e Visiting professor.

Le conferenze di giovedì e venerdì si svolgono in lingua inglese. Al workshop di sabato – in italiano e dal titolo “Competenze trasversali nella società della conoscenza. Espressività e argomentazione nelle attività progettuali” – partecipano Silvano Tagliagambe e Carlo Crespellani Porcella. Per ulteriori dettagli è consultabile il sito metaphorargumentconf17.wordpress.com .

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Sabato 11 marzo, dalle ore 10.00 alle ore 13.00, si svolgerà nell’Aula Magna Capitini della Facoltà di Magistero la Conferenza dal titolo “Tecnologia e disuguaglianze di genere”, organizzata dal movimento Rosadigitale e dai suoi referenti per la Sardegna Patrizia Lampis e Marco Frau.

Rosadigitale è un movimento nazionale, fondato proprio a Cagliari nel novembre 2015, che si occupa di Pari opportunità in ambito tecnologico e si prefigge l’obiettivo di abbattere la disuguaglianza di genere. “The conquest is information”, ovvero “la conquista è informazione”, è il motto del movimento che ne interpreta completamente lo spirito e il compito di avvicinare il mondo femminile a quegli ambiti, quali scienza, tecnologia e informatica, che per stereotipo sono ritenuti da sempre maschili.

La conferenza, con il patrocinio del comune di Cagliari, è inserita nel ciclo di eventi della settimana del RosaDigitale (4-12 Marzo 2017) e vedrà coinvolti diversi esperti del settore che racconteranno la loro esperienza in  materia e stimoleranno un dibattito costruttivo con gli studenti dell’Ateneo.

Interverranno la presidente e fondatrice di Rosadigitale Sara Broi, la referente internazionale di Rosadigitale Liliana de los Rios, la vicepresidente della Commissione Pari opportunità della Regione Sardegna Barbara Congiu, il presidente del corso di laurea in Scienze della comunicazione Elisabetta Gola, la docente di Informatica nel Dipartimento di Matematica dell’Università di Cagliari Nicoletta Dessì, il docente di grafica all’Accademia d’Arte Santa Caterina Stefano Obino, l’ingegnere elettronico Romina Lobina, la giornalista e attivista digitale Manuela Vacca, la docente di Psicologia sociale, del lavoro e delle organizzazioni Cristina Cabras. Saranno presenti anche gli altri collaboratori dello staff di RosaDigitale Manuela Ennas, Matteo Sesselego e Matteo Enna.

I petali rosa che identificano gli eventi organizzati dal movimento non vogliono significare un’affermazione di diversità fra uomo e donna, ma semmai rimarcare la necessità delle donne di inserirsi in contesti nei quali ancora faticano ad essere presenti e ad avere un giusto riconoscimento, con azioni concrete che mirino al superamento del gender gap e conducano i giovani e la società futura ad una parità sotto ogni aspetto.

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Sa Duchessa copia

Domani, venerdì 27 maggio, alle 21.30 al Cus Cagliari – via Is Mirrionis, n. 3 – si apre con la cerimonia inaugurale, la sfilata delle rappresentative e l’accensione della fiaccola, la quarta edizione di Ateneika. L’Università – con in prima fila il rettore Maria Del Zompo, il pro rettore vicario, Francesco Mola, i pro rettori, i presidenti di facoltà, i coordinatori dei corsi di studio, il direttore generale e i dirigenti – segue e supporta i giochi. La manifestazione – curata e organizzata dall’associazione “Il paese delle meraviglie” presieduta da Alessio Correnti – è  riservata agli studenti dell’ateneo di Cagliari, si disputa nel campus del Cus Cagliari e si chiude con le premiazioni, domenica 5 giugno. Alla cerimonia inaugurale sono state invitate anche le autorità locali e regionali.

Discipline sportive, aggregazione e socializzazione, cultura, musica e spettacoli per dieci giorni con il coinvolgimento degli studenti dell’ateneo: è questo uno dei grandi traguardi di Ateneika. Dalle 7.500 presenze del 2013 alle 32mila dello scorso anno, con 20 artisti, sette sport e un budget di 92mila euro (29mila nel 2013) AteneiKa cresce e si rafforza. Oltre milleseicento gli atleti iscritti per oltre cento ore di gare e partite. La rassegna coinvolge un centinaio di volontari.

Rivolto agli studenti e alle studentesse iscritti all’Università di Cagliari per l’anno accademico 2015/16, l’evento prevede gare maschili e femminili di atletica (100, 400 e 1500 m, salto in lungo, lancio del peso), badminton (singolo, doppio), basket (3vs3, 5vs5 ), calcio balilla (1vs1, 2vs2), calcio a 5, crossFit (in collaborazione con CrossFit Kasteddu), nuoto (25, 50 e 100 stile libero, 25 dorso, 25 rana, 25 delfino, 100 misti), pallavolo (torneo misto, max 3 giocatori maschi in campo contemporaneamente), tennis (singolo, doppio e doppio misto), tennis tavolo (singolo, doppio e doppio misto) e scacchi.

Il calendario prevede vari concerti. Domani apre la manifestazione il gruppo “Marta sui tubi”. In scaletta, anche la visione su maxi schermo della finale di Champions, performance al femminile con Giorgieness, Sara Loreni, Chiara Effe, serata “sarda” con Claudia Aru, l’AteneiKa Music Contest e Closing party. L’iniziativa viene seguita mediaticamente anche da un gruppo di studenti del corso di laurea in Scienze della comunicazione, coordinato dalla professoressa Elisabetta Gola.

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Sa Duchessa copia

Cento ore di gare, 1.600 atleti, venti artisti per la dieci giorni nel campus del Cus Cagliari. Musica, cultura e aggregazione dal 27 maggio al 5 giugno: undici discipline con quattro new entry: calcio balilla, badmington, crossfit e scacchi. L’evento curato dall’associazione Il paese delle meraviglie, prevede cerimonia inaugurale, sfilata, serate a tema, concerti e music contest.

Venerdì 27 maggio si apre con la cerimonia inaugurale e la sfilata delle rappresentative la quarta edizione di Ateneika. L’Ateneo – con in prima fila il pro rettore vicario, Francesco Mola – segue e supporta i giochi con attenzione. La manifestazione riservata agli studenti dell’Università di Cagliari, si disputa nel campus Cus Cagliari di Sa Duchessa. L’evento si chiude con le premiazioni, domenica 5 giugno.

Discipline sportive, aggregazione e socializzazione, cultura, musica e spettacoli per dieci giorni con il coinvolgimento degli studenti dell’ateneo: è questo uno dei grandi traguardi di Ateneika. Dalle 7.500 presenze del 2013 alle 32mila dello scorso anno, con 20 artisti, sette sport e un budget di 92mila euro (29mila nel 2013) AteneiKa cresce e si rafforza. Oltre milleseicento gli atleti iscritti per oltre cento ore di gare e partite. La rassegna coinvolge anche oltre un centinaio di volontari.

Una sfida infinita. Rivolto agli studenti e alle studentesse iscritti all’Università di Cagliari per l’anno accademico 2015/16, l’evento prevede gare maschili e femminili di atletica (100, 400 e 1.500 m, salto in lungo, lancio del peso), badminton (singolo, doppio), basket (3vs3, 5vs5), calcio balilla (1vs1, 2vs2), calcio a 5, crossFit (in collaborazione con CrossFit Kasteddu), nuoto (25, 50 e 100 stile libero, 25 dorso, 25 rana, 25 delfino, 100 misti), pallavolo (torneo misto, max 3 giocatori maschi in campo contemporaneamente), tennis (singolo, doppio e doppio misto), tennis tavolo (singolo, doppio e doppio misto) e scacchi.

Spettacoli e cultura. Il calendario – tuttora in fase di completamento, sono attese varie sorprese – prevede, tra l’altro, i concerti di “Marta sui tubi”, una performance al femminile con Giorgieness, Sara Loreni, Chiara Effe, la serata “sarda” con Claudia Aru, l’AteneiKa Music Contest e Closing party. L’iniziativa viene seguita anche da un gruppo di studenti del corso di laurea in Scienze della comunicazione, coordinato da Elisabetta Gola. E’ prevista la copertura mediatica della manifestazione su social e web.

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Sorrentino_e_Frongiaconferenza_stampa_1

L’ospedale San Giovanni di Dio riapre le sue porte il 14 e il 15 maggio per Monumenti aperti. Un’edizione speciale, questa, dopo lo strepitoso successo dell’anno scorso con le oltre 15mila persone che hanno visitato i sotterranei, dove i cagliaritani trovarono rifugio e salvezza quando i bombardamenti del 1943 devastarono Cagliari. Ed è in quei sotterranei  che è stato girato il documentario Quello che c’era, una delle novità più importanti di questa edizione ricchissima di storia, cultura, spettacolo e di novità: per la prima volta il San Giovanni di Dio viene “adottato” dagli studenti che diventano per due giorni i veri protagonisti del monumento e l’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari fa il suo ingresso nel Comitato scientifico di Monumenti aperti.

Il programma della manifestazione è stato presentata questa mattina nell’Aula Motzo della Facoltà di Studi Umanistici dell’Università dal commissario straordinario dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, Giorgio Sorrentino, dal Rettore dell’Ateneo cagliaritano, Maria Del Zompo e dal presidente di Imago Mundi, Fabrizio Frongia.

Il documentario è frutto di un grande lavoro di Azienda Ospedaliero Universitaria di Cagliari, del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Cagliari e degli studenti del Gruppo C-nema del laboratorio audiovisivo (coordinato dal regista Marco Antonio Pani) all’interno dell’insegnamento dei linguaggi del Cinema, della Televisione e dei New Media, del prof. Antioco Floris. Protagonisti assoluti i due testimoni, Mario Seguro (88 anni) e Mariano Frongia (78), che si sono salvati proprio grazie al San Giovanni e ai suoi sotterranei. Un racconto emozionante quello di Seguro e Frongia, che fanno rivivere le terribili giornate del 1943, quando Cagliari fu completamente rasa al suolo dagli aerei alleati. Un cortometraggio che parla di un pezzo di storia della città ma che è anche memoria per le future generazioni.

Un progetto che si è realizzato grazie alla partnership con il corso di laurea in Scienze della Comunicazione, come è stato sottolineato dal presidente della Facoltà di Studi Umanistici Rossana Martorelli, dalla coordinatrice del corso di laurea, Elisabetta Gola, e dal manager didattico, Valentina Favrin.

Il Gruppo C-nema è formato dagli studenti Francesco Campus, Jaime Cocco Ciboddo, Giuseppe Lai, Cristina Marci, Silvia Marci, Francesca Murgia, Luca Palmieri, Francesca Pili, Francesca Salis, Dafne Satta, Alessio Simbula, Bruna Francesca Sini.

Per la prima volta quest’anno, come ha spiegato il commissario straordinario dell’Aou, Giorgio Sorrentino, sono gli studenti che diventano “padroni” dell’ospedale. I ragazzi di due scuole medie (via Piceno-istituto comprensivo Santa Caterina di Cagliari e Rosas-Istituto comprensivo n. 2 di Quartu) faranno da “ciceroni” e illustreranno ai visitatori le bellezze del San Giovanni e dei suoi sotterranei. Una grande novità che assieme al progetto di alternanza scuola-lavoro elaborato con Imago Mundi, ha proprio l’obiettivo di valorizzare il Civile. «Non è un caso – spiega Sorrentino – che il nostro slogan di quest’anno sia: “San Giovanni di Dio, il Monumento della Salute”. Perché è qui, nell’ospedale più antico della città, che i cagliaritani hanno trovato e continuano a trovare un punto di riferimento». Ovviamente i ragazzi cureranno le visite guidate sotto la supervisione dell’Associazione dei dipendenti dell’Aou, Mariposa, vero motore delle iniziative culturali al San Giovanni.

Nella due giorni di Monumenti aperti sono tre gli appuntamenti musicali. Sabato14, alle 17.00, si esibirà nella hall del San Giovanni di Dio, il coro polifonico di Sinnai S’Addura. Domenica 15 due appuntamenti: alle 10.00 esibizione del gruppo Cuncordia a Launeddas; alle 11.30 nella Cappella del San Giovanni di Dio l’orchestra della scuola media a indirizzo musicale Rosas di Quartu, pluripremiata a livello nazionale. Infine, la mostra di piante officinali disegnate ad acquarello dell’artista sarda di fama internazionale Elisabetta Mura.