20 April, 2024
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La II commissione, presieduta da Alfonso Marras (Riformatori sardi), ha svolto una serie di audizioni in ordine agli effetti della crisi da Covid sul sistema dell’istruzione ed alle indicazioni utili in vista della ripresa delle lezioni scolastiche, nonché per disegnare la scuola sarda del post pandemia.

I primi ad essere ascoltati nel parlamentino della Pubblica Istruzione sono stati i vertici dell’Anci Sardegna, il presidente Emiliano Deiana e Paola Casula (componente comitato esecutivo) che, in apertura del loro intervento, hanno salutato con favore l’ormai imminente approvazione in Giunta delle linee guida per la riapertura dei centri estivi anche per i bambini da 0 a 3 anni. Uno dei temi centrali trattati da Emiliano Deiana ha riguardato però la didattica a distanza che, a giudizio del presidente dell’associazione dei Comuni, ha posto in luce il sorgere di diseguaglianze e divario sociale, soprattutto, con riferimento alle dotazioni tecnologiche e alle condizioni familiari dei singoli alunni. Il presidente Anci, dunque, ha auspicato una puntuale riapertura delle scuole ma soprattutto ha invitato il sistema politico ed istituzionale sardo a cogliere l’occasione per trovare il coraggio di dar forma, dopo decenni di attese, ad una legge sarda dell’istruzione, nel rispetto dei poteri e delle prerogative assegnate dallo Statuto speciale (articolo 5). L’Anci ha fatto inoltre appello alla commissione perché si valuti la riapertura di tutti gli istituti scolastici chiusi nel corso degli ultimi anni («riportiamo almeno una scuola in ogni paese della Sardegna»).

La riapertura della scuola “in sicurezza e nei tempi” è stata sollecitata anche dai sindacati che con Maria Luisa Serra (Cisl), Giuseppe Corrias (Uil) ed Emanuele Usai (Cgil) hanno svolto una serie di puntuali considerazioni sulle misure e le azioni necessarie per la ripresa delle attività.

«La chiusura delle scuole – ha dichiarato la delegata Cisl – è stata una ferita per tutti e non basterà riaprire gli edifici e le aule ma restituire alla scuola le funzioni che la Costituzione le assegna: istruire, educare, formare cittadini liberi e responsabili, in un ambiente democratico.» La Cisl si è detta pronta alla collaborazione con le amministrazioni e le istituzioni interessate, per censire e mappare le strutture da utilizzare per la didattica ed ha auspicato l’adozione di azioni utili per garantire spazi sicuri e più docenti per gestire gruppi classe meno affollati.

Giuseppe Corrias ha illustrato i tre scenari organizzativi ipotizzati dalla Uil: riduzione del numero degli alunni per classe e ricorso a nuove aule; frequenza col doppio turno e riduzione del numero degli alunni per classe; frequenza in aula a giorni alterni e lezioni in forma mista online e in classe. «Ci auguriamo di lavorare alla prima ipotesiha spiegato il responsabile Uilcon la mappatura degli spazi didattici, la rilevazione del bisogno di nuove aule, la stima delle aule che Comuni e Province possono reperire, la stima del personale Ata necessario e del personale docente suppletivo.»

«Meno studenti per classe e più ore a scuola», è questa in sintesi la proposta della Cgil che con Emanuele Usai ha insistito sull’importanza della riapertura delle scuole in Sardegna ed ha rimarcato i poco positivi riflessi dell’insegnamento a distanza e online. «L’emergenza Covidha affermato il segretario Cgilha fatto emergere con chiarezza i problemi della scuola in Sardegna, penalizzata da anni in cui si sono registrate chiusure di plessi e continue riduzioni delle autonomie scolastiche». Emanuele Usai, insieme ai suoi omologhi di Uil e Cisl, ha anche invitato la commissione a rivedere il numero minimo di studenti per classe, stabilito dalle norme nazionali che regolano il cosiddetto dimensionamento scolastico, e non ha risparmiato critiche al progetto Iscol@ («ha fallito nel raggiungimento dei suoi obiettivi»).

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Con l’inizio della campagna antincendio 2020, ritorna in primo piano nell’agenda politica sarda, la vertenza legata ai lavoratori di Forestas.
E sono proprio loro al centro della nuova lettera inviata da Anci Sardegna, da tempo ormai a sostegno della causa dei dipendenti, all’Assessore regionale all’Ambiente, Gianni Lampis, e al presidente della quarta commissione del Consiglio regionale, Giuseppe Talanas.
«Arrivano dai territori, dai comuni e dalle comunità – ha dichiarato il presidente Emiliano Deiana – costanti segnalazioni e grida di allarme circa la drastica riduzione del personale dell’Agenzia da impiegare per la campagna Antincendi 2020 con gravissimi rischi per la pubblica incolumità e per l’ambiente naturale.»
A detta dell’Associazione dei sindaci sardi, «la mancanza di figure di operai qualificati; l’impossibilità di assegnare mansioni superiori; il mancato passaggio dei dipendenti al comparto regionale con la definizione del percorso tracciato dalle leggi regionali 43/2018 e 6/2019 e lo stallo in seno al Coran stanno determinando una situazione complicata per chi, a livello locale, dovrà gestire la campagna antincendio 2020 sui territori: comuni, sindaci, servizi territoriali di Forestas, Corpo Forestale e Protezione Civile».
Anci Sardegna chiede il superamento di questa situazione di stallo ed una soluzione definitiva a questa delicata situazione.

Antonio Caria

 

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Il presidente di Anci Sardegna, Emiliano Deiana, ha diffuso stamane un comunicato stampa contenente alcune osservazioni dell’ordinanza approvata nella tarda serata di ieri dal presidente della Regione Autonoma della Sardegna, Christian Solinas, sull’avvio della “Fase 2”. Di seguito il testo integrale.

«Anci Sardegna ringrazia il presidente della Regione Solinas per la fiducia – nonostante il mancato confronto preliminare sul testo e consideriamo la questione un grave sgrammaticatura istituzionale poiché si di agisce su competenze dirette dei comuni – che ripone nei sindaci sardi: la vera infrastruttura democratica di questa Regione.

Noi tutti, a partire dall’11 maggio, siamo pronti a far ripartire, in sicurezza, parrucchieri, barbieri, tatuatori ed estetisti e certamente (se consultati) avremmo proposto anche un piano sostenibile, nei modi e nei tempi, per la riapertura dei bar, dei ristoranti o delle attività del settore turistico con codici di comportamento e di sicurezza davvero innovativi.

Tuttavia da un’attenta lettura delle norme il potere ordinatorio sull’epidemia da Covid-19 non è in capo ai sindaci almeno secondo quanto prevista dall’articolo 3 comma 2 del decreto legge 19 del 25 marzo 2020 che qui riportiamo: “I Sindaci non possono adottare, a pena di inefficacia, ordinanze contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l’emergenza in contrasto con le misure statali, ne’ eccedendo i limiti di oggetto
cui al comma 1”.

Tale previsione normativa rischia di scontrarsi, tuttavia, con l’articolo 5 comma 2 dello stesso DL 19 che escluderebbe le Regioni a Statuto Speciale dall’applicazione di parte del decreto legge.

Anci Sardegna chiede se il potere di ordinanza limitato dalla norma si applichi anche ai comuni sardi, secondo l’orientamento interpretativo prevalente, in quanto di diretta derivazione dal D.lgs 267/2000 ex art. 50.

Si chiede pertanto un chiarimento netto sul punto da parte della Regione Sardegna e del ministero degli Interni per il tramite dei Prefetti.

Da qui all’11 maggio c’è ancora tempo e la Regione Sardegna deve sciogliere, in maniera incontrovertibile, il nodo interpretativo.

Anci Sardegna è sempre disponibile alla leale collaborazione, ma anche rispettosamente ossequiosa delle norme e pertanto chiede al presidente Solinas di sciogliere il nodo interpretativo fra la coesistenza fra l’articolo 3 comma 2 e l’articolo 5 comma 2 del decreto legge 19/2020 ovvero di valutare la modifica degli articoli 13 e 22 dell’Ordinanza n. 20 del 2 maggio 2020 assumendo su di sé l’onere della riapertura delle attività economiche anche per non generare decisioni a macchia di leopardo che ingegnerebbero problematiche non facilmente gestibili fa comune e comune.

Si specifica, a favore dei cittadini e degli operatori economici coinvolti, che i comuni sardi vogliono una rapida definizione della procedura che li vedrebbe ritornare al lavoro in sicurezza per produrre reddito e dare il giusto sostentamento alle loro famiglie e non hanno timore, rispettando le leggi, di assumersi le proprie responsabilità così come chiedono agli altri attori istituzionali di fare altrettanto.

Purtroppo, e non per responsabilità dei sindaci sardi, siamo costretti a fare le nostre annotazioni a posteriori non essendo stati consultati preliminarmente all’adozione dell’ordinanza da parte della Regione.

Altre considerazioni più compiute saranno svolte già domani dopo un’ulteriore, attenta e meditata valutazione del testo.»

Emiliano Deiana

Presidente di Anci Sardegna

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I presidenti delle Categorie Identitarie Sarde, Confederazione Sindacale Sarda (Giacomo Meloni), Liberi Agricoltori Sardegna (Riccardo Piras), Liberi Pastori (Roberto Congia), CASCOM Impresas de Sardigna (Antonello Pranteddu), Assotziu Consumadoris Sardigna (Marco Mameli), riunitisi in video conferenza, hanno deciso di inviare un appello con la richiesta per annullare immediatamente le imminenti esercitazioni militari Nato in terra sarda, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella; al presidente della Regione Sardegna Christian Solinas; al ministro della Difesa Lorenzo Guerini; al sottosegretario della Difesa Giulio Calvisi; ai prefetti di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano; ai sindaci di Arbus, Decimomannu, Perdasdefogu, Teulada, Villasor, Villaputzu, Terralba ed Oristano; al presidente di Anci Sardegna, Emiliano Deiana.

«Mentre ovunque nel mondo, in Italia e qui in Sardegna si osservano norme severe di contenimento per difendere le popolazioni dal contagio del Covid-19, ci giungono notizie non smentite di preparativi di una grande esercitazione militare in Sardegna con ampio spiegamento di mezzi aerei, navali, terrestri con una movimentazione di truppe in numero di 30 mila uomini mai visto in terra sardasi legge nella lettera appello -. La contraddizione è palese e assurda, né occorre certo essere pacifisti come noi che sottoscriviamo questo Appello per capire che, proprio in presenza di questa drammatica emergenza sanitaria ed economica, questa esercitazione offende la comune intelligenza e sensibilità e grida vendetta al cospetto di Dio e delle nostre popolazioni. Queste ultime già così colpite da tanta sofferenza in termini di morti, malati per contagio, costrette nelle proprie case per lunghi periodi con conseguente blocco di ogni attività di lavoro e produzione, stremate da una crescente, diffusa e disastrosa disoccupazione che crea uno stato di indigenza, malessere e povertà con pericolosi risvolti sociali.»

«Vi chiediamo come sia possibile che, a fronte di centinaia di migliaia di persone di fatto private delle più elementari libertà di movimento per evitare il propagarsi del contagio di Covid-19, si possa assistere senza un’ inevitabile dura reazione ad una vera e propria “invasione” di eserciti nel nostro territorio – aggiungono i presidenti delle cinque associazioni -. Assurde ci appaiono talune giustificazioni di un addestramento militare indispensabile e non rinviabile – in quanto assimilabile tra i servizi essenziali del rango di difesa della patria – e comunque addestramento mirato a prepararsi per un ipotetico conflitto verso Potenze straniere.Facciamo appello alle vostre coscienze e alle vostre autorevoli persone perché, ognuno per la sua competenza, possiate intervenire urgentemente per annullare questa esercitazione, facendo pressioni presso le Autorità dei Governi, parte della  Nato, perché si blocchi nel nascere l’azione di comando e si eviti questa “sciagura” che, tra l’altro, aggraverebbe l’attuale situazione di conclamata epidemia.»

«Non servono altre motivazioni, benché le scriventi Associazioni e Movimenti abbiano da anni fatto scelte etiche a favore della Pace, quale potente leva di sviluppo e di progresso, ”aborrendo la guerra”, fedeli all’art.11 della Costituzione Italiana alle numerose autorevoli dichiarazioni dell’ONU si pensi in ordine di tempo all’Appello urgente del suo Segretario generale Antonio Guterres per l’immediato cessate il fuoco in ogni parte del Mondo, a cui fanno eco le Dichiarazioni della Comunità europea e gli accorati appelli dei Capi di tutte le Religioni del mondo, primo fra tutti Papa Francescosottolineano ancora i presidenti delle cinque associazioni -. Basta Guerre, Basta Armi. Tutti questi immensi capitali e finanziamenti si utilizzino per la sanità, per la ricerca e l’istruzione, per debellare la fame, per la difesa dell’ambiente e della Terra. Facciamo appello ai Sindaci, nei cui territori è in programma nei mesi di aprile e maggio lo svolgersi di questa esercitazione, perché loro stessi e le popolazioni attuino la resistenza passiva ad ogni tipo di attività di “guerra simulata”, che mira ad aggredire altri popoli e a diffondere divisioni e odio nel mondo.»

«Il nostro esercito si tenga lontano da queste attività e continui, come ora, ad operare a favore delle popolazioni colpite dal Covid-19 e da altre disgrazie, perché questo modo di agire attira ad esso rispetto e gratitudine. La Sardegna è un’isola di Pace e come tale vuole affermarsi nel Mondo per cui respinge non solo queste esercitazioni “stagionali”, ma chiede che venga definitivamente riconvertita la Fabbrica di Bombe della RWM di Domusnovas/Iglesias e chiusi tutti i poligoni e le basi militari site nel suo territorio, perché sono vere e proprie occupazioni che bloccano la capacità di sviluppo socio economico della Sardegnaconcludono i presidenti delle cinque associazioni -. Questa volta i sardi non sono disposti a subire e sono pronti a mobilitarsi con azioni pacifiche, ferme e determinate.»

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Approderà in Consiglio regionale, domani mattina alle 11.00, il disegno di legge della Giunta che stanzia 120 milioni di euro a sostegno delle famiglie sarde messe in ginocchio dall’emergenza Covid-19. Maggioranza ed opposizione hanno trovato un accordo di massima su procedure e criteri di ripartizione delle risorse che ora dovrà essere ratificato dalla Conferenza dei Capigruppo e approvato dalla Commissione Bilancio. Il provvedimento, illustrato in mattinata dall’assessore del Bilancio Giuseppe Fasolino alla commissione Sanità, ha incassato il via libera dell’Anci. Il presidente dell’Associazione dei comuni Emiliano Deiana, collegato in videoconferenza, ha mostrato apprezzamento per la decisione della Giunta di affidare agli enti locali la gestione delle risorse e suggerito alcune modifiche al testo: «I Comuni hanno già nei propri bilanci i residui dei fondi Reis delle scorse annualitàha detto il presidente dell’Anciquesti denari possono essere messi da subito a disposizione delle famiglie in difficoltà e integrati con le risorse regionali».

Per Emiliano Deiana sarà importante rendere immediatamente disponibili le risorse: «Chi meglio dei sindaci conosce la realtà dei propri territori? Ora è importante individuare il fabbisogno reale e stabilire le priorità di intervento. Per velocizzare al massimo le pratiche occorrerà prevedere un modello agile di autocertificazione che consenta ai cittadini di attestare i propri bisogni. In un momento successivo si faranno i dovuti controlli».

Sulla ripartizione delle risorse si va verso il modello del Reis (30% in parti uguali a tutti i comuni, 35% in base al numero dei disoccupati, 35% in base alla popolazione). «C’è bisogno di uno sforzo straordinario per impedire che questa terribile emergenza sanitaria si trasformi in un’emergenza sociale – ha detto ancora Emiliano Deianail provvedimento, se ben calibrato, andrà in questa direzione. I sindaci in questa circostanza non chiedono più soldi per i propri comuni, ciò che serve è un criterio di equità».

Obiettivo indicato anche dall’assessore del Bilancio Giuseppe Fasolino che ha chiarito con quali risorse si andrà a coprire l’intervento: «Si tratta in gran parte di risorse reperite dal bilancio regionale attraverso aggiustamenti tecnici: 89 milioni arriveranno da riduzioni di spesa e rimodulazione di interessi di mutui, altri 31 dalle economie del programma Reis – ha spiegato Giuseppe Fasolinonon ci saranno invece tagli alla programmazione territoriale: da quel capitolo sono stati individuati 13 milioni sui 30 disponibili che saranno nuovamente finanziati nel 2021. Somme che non sarebbero state spese entro il 2020 e che invece torneranno utili per contrastare l’emergenza».

Lo stanziamento sarà interamente destinato alle famiglie che sono rimaste fuori dal decreto “Cura Italia” e che hanno visto ridursi drasticamente il loro reddito: «Mettiamo a disposizione circa 800 euro per nucleo familiare, stanziamento che potrà essere eventualmente aumentato per i nuclei più numerosiha aggiunto l’assessorechi ha ricevuto i 600 euro del bonus governativo potrà averne altri 200 dalla Regione. L’importante è fare presto, senza attardarsi sui dettagli. Diamo subito un ristoro alle famiglie e nei prossimi giorni potremmo procedere agli aggiustamenti che si rendessero necessari».

Tre le categorie di beneficiari individuate: lavoratori autonomi o partite iva, dipendenti che non beneficiano, o li ricevono in forma ridotta, di ammortizzatori sociali, disoccupati che non percepiscono il reddito di inclusione sociale. Sulla necessità di fare presto si sono pronunciati, pur con qualche distinguo, anche i consiglieri di maggioranza e opposizione che hanno chiesto di eliminare dal testo il limite dei 35mila euro riferito ai redditi del 2018. Per ottenere la misura di sostegno basterà, con tutta probabilità, una semplice autocertificazione.

Il testo è ora all’attenzione della Conferenza dei capigruppo. In tarda serata sarà esaminato dalla Commissione Bilancio per il parere finanziario.

La situazione sanitaria

Sulla situazione negli ospedali e nelle case di cura hanno invece riferito l’assessore alla Sanità Mario Nieddu ed il commissario straordinario dell’Ats Giorgio Steri. «Finora, anche se a fatica, siamo riusciti a contenere la diffusione del virusha detto Mario Nieddusperiamo di mantenere questo trend e di rallentare i contagi. La fornitura del materiale sanitario sta andando finalmente a regime. Ci sono state consegnate 1,7 milioni di mascherine. Altre ne arriveranno nelle prossime ore. Per questo abbiamo deciso di aprire un nuovo centro di smistamento alla Fiera di Cagliari».

Mario Nieddu ha poi annunciato l’arrivo di altri ventilatori dopo i 20 acquistati dalla Cina: «Anche questi saranno messi subito a disposizione delle strutture sanitarieha sottolineato Mario Nieddu – la Sardegna non è indietro. Siamo stati tra i primi ad adottare il criterio della separazione delle strutture “Covid” dagli altri ospedali. Oggi abbiamo diversi centri a disposizione a Sassari, Oristano e Olbia che consentiranno di affrontare meglio la situazione»  

Giudizio negativo da parte dell’opposizione sul metodo utilizzato nelle gestione dell’emergenza. Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha rimarcato l’assenza di qualsiasi interlocuzione tra Giunta e minoranza nonostante l’ampia disponibilità mostrata dai consiglieri di opposizione. «Abbiamo chiesto chiarimenti sulla misure di sicurezza negli ospedali, sui percorsi avviati per tutelare la salute di pazienti e operatori sanitari e sui controlli nei luoghi di lavoro ha detto Francesco Agusnon abbiamo avuto risposte. Stesso discorso per le cliniche private dove, secondo numerose segnalazioni, manca il personale qualificato per la gestione delle terapie intensive».

A Francesco Agus ha replicato l’assessore della Sanità: «Non abbiamo tempo di rispondere alle interrogazioni, in questo momento ci sono altre priorità. La sicurezza negli ospedali non dipende da errori di sistema ma da situazioni particolari. Quanto al coinvolgimento delle cliniche private lo abbiamo deciso per liberare gli ospedali e consentire loro di erogare le prestazioni ordinarie».

L’assessore ha poi risposto ad alcune domande sull’impiego di personale sanitario in strutture diverse da quelle assegnate e sui contratti in scadenza di organizzazioni sindacali e medici liberi professionisti. «Gli anestesisti destinati al Policlinico di Sassari torneranno a Oristano una volta passata l’emergenza – ha detto Mario Nieddusui contratti in scadenza, invece, stiamo rispettando la legge attingendo dalle graduatorie e applicando le nuove norme sui contratti degli autonomi».

Mario Nieddu ha parlato anche della situazione delle Case di Cura e delle carceri: «La repentina diffusione del virus nelle strutture per anziani di Sassari, Porto Torres e Bitti imponeva un intervento straordinarioha rimarcato Mario Nieddu ora grazie ai medici  militari la situazione sembra essere sotto controllo. Nelle carceri non risultano invece grosse criticità, in questo caso l’argine alla diffusione del virus è più semplice: basta sospendere le visite e controllare il personale penitenziario».

L’assessore della Sanità, rispondendo a una precisa domanda del capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, si è detto ottimista sull’avvio delle Unità speciali per la continuità assistenziale a cui affidare i controlli domiciliari dei malati e l’effettuazione di tamponi per la ricerca del virus: «Ci sono stati diversi incontri con i sindacatiha concluso Mario Niedducontiamo di firmare al più presto il protocollo d’intesa».

Allegate alcune foto della riunione e le interviste al presidente della commissione Sanità Domenico Gallus e al commissario straordinario dell’ATS Sardegna Giorgio Steri.

 

 

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I consiglieri regionali del M5S Desirè Manca, Michele Ciusa, Roberto Li Gioi, Alessandro Solinas si uniscono al coro dei sindaci di tutta la Sardegna che oggi, attraverso una nota firmata dal presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana, hanno chiesto al presidente della Regione Christian Solinas di integrare l’ordinanza emessa ieri sulle azioni di contrasto alla diffusione del Covid-19.

«In accordo con quanto richiesto dal presidente dell’Anci Emiliano Deiana – comunicano i consiglieri del M5S  – data la fragilità del sistema sanitario sardo e l’elevata età media della popolazione, chiediamo che il provvedimento emesso ieri dal governatore Solinas venga rafforzato e integrato con le richieste presentate da tutti i sindaci sardi.»

Queste le richieste dell’Anci:

– La quarantena obbligatoria per tutti coloro che entrano in Sardegna qualunque sia la loro provenienza: “Zona rossa”, resto d’Italia, Europa o Extra Ue.

– Mappatura e quarantena obbligatoria per tutte le persone che a qualunque titolo siano entrate in Sardegna nei precedenti 14 giorni.

– Prescrizioni sanitarie precise di comportamento per le persone che si spostano dalla Sardegna e vi fanno ritorno per motivi inderogabili di lavoro.

– Rafforzamento dei controlli, utilizzando tutte le tecnologie e creando idonee piattaforme digitali e incrociando i dati dei vettori marittimi e aerei, nei porti e negli aeroporti.

– Il controllo assiduo per il rispetto della quarantena obbligatoria di tutte le forze di polizia coordinate dalle Prefettura, della polizia locale dei comuni e del Corpo Forestale della Regione.

– Obbligo di comunicazione ai sindaci in qualità di autorità sanitaria locale di tutti gli arrivi nel comune e delle quarantene.

– Coinvolgimento delle rappresentanze degli enti locali all’atto dell’emanazione di nuovi provvedimenti.

– Poter conoscere gli spostamenti di tutte le persone sarde malate e curate fuori dall’isola.

«Facciamo inoltre appello al senso di responsabilità di tutti i cittadini – concludono i consiglieri del Movimento Cinque Stelle – affinché queste misure debbano essere adottate per il minor tempo possibile, quello strettamente necessario a bloccare la diffusione dell’infezione.»

 

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Una risposta forte allo spopolamento: è la questione centrale che oggi ha caratterizzato il confronto sulla Finanziaria tra l’assessore regionale della Programmazione, Giuseppe Fasolino, ed i rappresentanti dell’Anci e del Cal, rispettivamente guidati dai sindaci Andrea Soddu ed Emiliano Deiana.

«Mentre studiamo le soluzioni per rimpinguare il fondo unico – ha evidenziato l’assessore Giuseppe Fasolino – abbiamo trovato un punto di incontro sulle azioni necessarie per vincere il progressivo svuotamento dei Comuni isolani e riaccendere la speranza di poter lavorare, fare impresa, mettere su casa e famiglia nella nostra terra. C’è una condivisione di massima anche sugli strumenti sui quali puntare: dal sostegno alla famiglia alla fiscalità di vantaggio, dal riavvio delle infrastrutture alle azioni per la scuola e la formazione. Abbiamo registrato con particolare favore anche la disponibilità a un confronto che unisca le rappresentanze istituzionali, di categoria e territoriali per elaborare quel piano straordinario per la Sardegna che rappresenta uno dei principali obiettivi di legislatura per la Giunta.»

«Vogliamo inoltre condividere la pianificazione di opere strategiche per le grandi città e al tempo stesso progetti di ampio respiro che coinvolgano i Comuni piccoli e medi – ha aggiunto l’assessore Giuseppe Fasolino -. La Giunta non solo vuole dotare i Comuni delle risorse necessarie a intervenire nei territori ma anche proporre soluzioni straordinarie per accelerare i procedimenti, liberarli dagli intoppi burocratici per garantire una ragionevole certezza sui tempi di realizzazione. Quello di oggi – ha concluso l’assessore regionale della Programmazione – è il secondo di una serie di incontri operativi, abbiamo già fissato un nuovo appuntamento per la settimana prossima al fine di arrivare al più presto, con il contributo di tutti e in particolare con quello fondamentale del Consiglio, ad armare le vele che permettano alla Sardegna di essere protagonista sullo scenario nazionale, sul Mediterraneo e sullo scenario internazionale.»

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La V commissione del Consiglio regionale ha avviato ieri il primo ciclo di audizioni sulla proposta di legge di istituzione dell’imposta regionale di sbarco presentata da alcuni consiglieri del centrodestra, primo firmatario Antonello Peru (Cambiamo).

La commissione presieduta da Piero Maieli (Psd’Az) ha sentito l’assessore al turismo Gianni Chessa, il presidente di Anci Sardegna Emiliano Deiana e il presidente di Unioncamere Gavino Sini.

La proposta di legge prevede l’istituzione di un’imposta minima (dai due ai 5 euro) da richiedere a tutti i turisti in arrivo nell’Isola con un gettito stimato di circa 50 milioni all’anno.

«Si tratta di risorse che potrebbero essere investite per migliorare i servizi turistici e finanziare le politiche di settore – ha spiegato il primo firmatario della proposta Antonello Peru – non è una tassa, ma un contributo che si chiede ai turisti per rendere più accoglienti ed efficienti le località di vacanza. E’ una misura completamente diversa dalla tassa di soggiorno applicata oggi da pochi comuni della Sardegna. In questo caso, i turisti pagheranno una sola volta con la certezza di vedere i loro denari destinati al miglioramento dei servizi. L’imposta di sbarco mira inoltre a disinnescare la tassa di soggiorno che oggi fa incassare soltanto 3,6 milioni di euro a pochi comuni costieri.»

Favorevole all’istituzione dell’imposta di soggiorno l’assessore al Turismo Gianni Chessa: «E’ arrivato il momento di prevedere un contributo d’ingresso come avviene in tutto il mondo – ha detto Gianni Chessa – non bisogna aver paura. I turisti sono contenti di pagare se hanno servizi efficienti. Ciò che deve preoccuparci è invece la precarietà del sistema dei trasporti». Secondo l’assessore, l’imposta garantirebbe risorse importanti per la programmazione turistica: «Occorre però evitare equivoci – ha aggiunto Gianni Chessa – l’imposta di sbarco non si deve sovrapporre alla tassa di soggiorno. I comuni che attualmente la applicano dovranno avere delle compensazioni».

Positivo anche il giudizio di Anci Sardegna. «Siamo favorevoli all’operazione che ribadisce un principio sacrosanto: la capacità impositiva della Regione – ha detto Emiliano Deiana – un principio che consente alla Sardegna di decidere autonomamente come reperire le risorse per garantire i servizi ai cittadini». Per il presidente di Anci non ci sono controindicazioni all’adozione della nuova imposta: «L’importante è accordarsi con i comuni costieri che attualmente applicano la tassa di soggiorno e garantire loro gli stessi introiti. La nuova legge dovrà essere concordata con tutti gli operatori del sistema turistico in modo da evitare errori di comunicazione come avvenuto in passato con l’istituzione della tassa sul lusso. La Regione ha il dovere di trovare nuove risorse che potrebbero essere investite anche a favore dei piccoli comuni».

Un plauso all’iniziativa anche dal presidente di Unioncamere Gavino Sini: «Siamo favorevoli a una tassa di scopo che lasci le risorse sul territorio – ha detto Gavino Sini – un’operazione che solleverebbe le imprese dal ruolo di esattore ricoperto con l’attuale tassa di soggiorno. L’importante è che non ci siano sovrapposizioni. L’imposta di sbarco deve spazzare via la tassa di soggiorno. Altra questione riguarda la destinazione delle risorse: i soldi incassati devono essere reinvestiti per il miglioramento dei servizi ai cittadini e alle imprese». Ampia disponibilità a discutere è arrivata anche dai consiglieri di minoranza che si sono espressi a favore della imposta di sbarco chiedendo però di approfondire tutte le questioni in campo per evitare di commettere errori.

Disponibilità accolta con favore dal presidente della commissione Piero Maieli: «In questa Commissione si lavora con grande spirito di collaborazione. Il clima è favorevole, le audizioni serviranno a chiarire alcune perplessità e, se necessario, ad apportare qualche modifica migliorativa al testo di legge».

La seduta della Commissione proseguirà nel pomeriggio alle 16,00 con le audizioni dell’assessore della Programmazione Giuseppe Fasolino e dei rappresentanti di Federalberghi e Asshotel.

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È stata una giornata intensa e ricca di contenuti quella di giovedì 5 dicembre nella Camera di Commercio a Sassari.

Per il Convegno regionale Disabilità e Inclusione – Passo dopo passo, verso nuove sfide”, organizzato dal PLUS Anglona-Coros-Figulinas, del quale il comune di Osilo è Ente capofila, ai microfoni si sono alternati numerosi relatori.

Nella sala gremita di pubblico tra i presenti c’erano anche gli studenti delle classi 4ª del Liceo Statale “Margherita di Castelvì”. E neppure per loro sono mancati gli spunti di riflessione, considerato in particolare, come è emerso più volte durante gli interventi, che i dati della dispersione scolastica nell’isola sono drammatici.

A portare i saluti istituzionali è stato il Sindaco di Osilo Giovanni Ligios con il presidente dell’ANCI Sardegna Emiliano Deiana e con la vicepresidente della Fondazione di Sardegna Angela Mameli.

Mario Bonu, che ha lavorato per tanti anni proprio per il PLUS Anglona-Coros-Figulinas, ha moderato il dibattito.

Per la Direzione Generale delle Politiche sociali della Regione Autonoma della Sardegna c’era Marika Batzella, che ha illustrato le tante linee di attività mirate all’inclusione.

Tra queste rientrano Vita Indipendente e Includis, di cui hanno parlato Mirko Marongiu, Responsabile del PLUS Anglona-Coros-Figulinas, e Barbara Calabrese, coordinatrice dei due progetti nell’Ambito. Progetti che qui, rispettivamente con 14 e con 19 persone coinvolte, vantano numeri significativi e risultati molto soddisfacenti. E lo hanno dimostrato persino le testimonianze dirette, quando un ragazzo e una ragazza hanno raccontato con commozione e con gratitudine la loro esperienza.

A rappresentare il PLUS Nuoro è stata l’assessore dei Servizi sociali Valeria Romagna, che si è soffermata sul ruolo dello sport ai fini dell’inclusione. Dall’Ufficio di Piano per il PLUS Iglesias c’erano la responsabile Gabriella Atzena, che ha introdotto il concetto di welfare generativo, e Federica Carta, che ha segnalato le criticità e i punti di forza rilevati per Includis, e per il PLUS Sanluri c’era Barbara Iaci, che ha descritto i percorsi mandati avanti con Vita Indipendente.

Il Convegno ha visto poi l’intervento di Francesco Cocco, Coordinatore per l’ASPAL del Centro per l’Impiego di Sassari, che ha evidenziato l’importanza dell’orientamento per un mercato del lavoro realmente inclusivo.

Ad affrontare il tema attualissimo dell’innovazione sociale è stato Ivan Foina della Featuring S.R.L. Società Benefit, che ha spiegato che cos’è il Bollino Etico e perché le imprese dovrebbero puntare a ottenere questo riconoscimento.

Gavino Soggia, presidente della ConfCooperative Sassari-Olbia, ha posto l’accento sulla funzione delle cooperative di tipo B, che svolgono attività finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate.

Andrea Piana del Forum Terzo Settore Sardegna e Pierangelo Cappai dell’Associazione Diversamente Onlus hanno indicato quali sono le criticità generali che ancora restano da superare, dagli arredi urbani sino alla complessità burocratica.

Per l’ATS Sardegna Lorena Auzzas, del Servizio Riabilitazione Residenze e Semiresidenze del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze di Sassari, ha illustrato gli sforzi messi in campo per favorire l’integrazione tra le aree del sistema sanitario e gli altri attori presenti sul territorio e le difficoltà croniche legate alla carenza o all’assenza totale di fondi; Miriam Picciau, del Servizio Riabilitazione Psichiatrica del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze Zona Sud, ha rimarcato l’obiettivo da non perdere di vista: fare prevenzione e produrre salute.

A trarre le conclusioni sul convegno regionale Disabilità e Inclusione – Passo dopo passo, verso nuove sfide è adesso il sindaco di Osilo, Giovanni Ligios: «Era necessario tirare le somme su quanto è stato fatto sino a ora per garantire un miglioramento continuo dei servizi alla persona. La consapevolezza della maturità raggiunta dai nostri operatori, con un doveroso ringraziamento per la costante collaborazione a tutti i comuni dell’Ambito Anglona-Coros-Figulinas, ed il confronto con le altre realtà regionali rappresentano come sempre la base di partenza per il raggiungimento dei prossimi traguardi. Il PLUS oggi costituisce uno strumento fondamentale per accrescere il benessere nel territorio e la volontà politica non può che essere quella di rafforzarlo».

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Si è riunita oggi, nella sede dell’assessorato regionale degli Enti locali, la Conferenza Permanente Regione – Enti locali, convocata su richiesta di alcuni assessorati per un confronto con le Autonomie locali. Alla presenza degli assessori della Sanità, Mario Nieddu, degli Enti locali, Quirico Sanna e dell’Industria, Anita Pili, con il presidente dell’Anci Emiliano Deiana ed il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, la Conferenza Permanente ha discusso sulle nuove direttive in materia di sportello unico per le attività produttive e per l’edilizia (SUAPE 2019).  L’assessore dell’Industria ha sottolineato che le nuove direttive del SUAPE saranno operative entro i primi due mesi del 2020 e che sul sito telematico Sardegna Autonomie www.sardegnaautonomie.it , nella sezione Conferenza Regione Enti locali, sono disponibili gli atti relativi alle precedenti sedute. L’assessore della Sanità ha portato all’attenzione della Conferenza altre quattro proposte di confronto che sono state oggetto di discussione e intesa. Si tratta della implementazione delle Linee di indirizzo sull’intervento con bambini e famiglie in situazione di vulnerabilità – Programma P.I.P.P.I (programma di interventi per la prevenzione dell’istituzionalizzazione) 2020-2021, in attuazione del Decreto Interministeriale del 4 settembre 2019. L’istituzione del reddito di libertà per le donne vittime di violenza – Linee guida e misure attuative per il 2019, i criteri di ripartizione delle somme destinate al finanziamento dell’attività di sport terapia. Inoltre è stato portato all’attenzione della Conferenza il decreto del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, sul riparto delle annualità 2019 delle risorse del Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Nello specifico come ha sottolineato l’assessore Quirico Sanna, gli sportelli SUAPE possono adesso essere gestiti direttamente dai Comuni. Esiste un ritardo oggettivo al quale porre rimedio.

«Questa Conferenza – ha detto l’assessore Quirico Sanna – è stata convocata in modo celere, anche grazie alla collaborazione con l’ANCI con il CAl e con l’Area Metropolitana di Cagliari. Con la disponibilità di tutti sono state esaminate tutte le pratiche inserite nell’ordine del giorno per semplificare i tempi di attuazione.»

Per quanto riguarda l’istituzione del reddito di libertà per le donne vittime di violenza le nuove linee guida volute dalla Regione danno un segnale importantissimo sulla volontà della Giunta Solinas di far sentire in modo concreto la presenza e il sostegno alle donne che subiscono questa barbarie.

«La Regione – ha concluso ancora l’assessore degli Enti locali – sopperisce spesso alle poche risorse dello Stato, e per questo è stato portato all’attenzione della Conferenza il riparto delle annualità 2019 delle risorse del Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, con risorse importanti per cercare di contrastare la povertà con interventi soprattutto nelle situazioni più difficili.»