26 April, 2024
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vertici di Agrinsieme Sardegna hanno incontrato ieri mattina, in conferenza stampa, i maggiori organi di informazione dell’Isola per denunciare la totale assenza di concertazione o di un semplice confronto politico tra le Associazioni del mondo agricolo e cooperativistico e la Giunta regionale in un momento in cui l’attuale contesto richiederebbe, al contrario, un dialogo molto più serrato. Testimoniano la disattenzione verso l’agricoltura la mancanza di un qualsiasi momento di dialogo tra le Organizzazioni agricole ed il presidente della Regione, il mancato invito all’incontro con le forze sociali sull’utilizzo dei fondi BEI, il mancato coinvolgimento sui provvedimenti di emergenza, un rapporto sporadico e improduttivo con l’assessora dell’Agricoltura e della Riforma Agro-pastorale. Ad aggravare la situazione il fatto che, a più di un anno dall’insediamento della Giunta, non si ravvisano una linea strategica e gli obiettivi che il governo regionale intende perseguire ai fini della tutela e sviluppo dell’agricoltura sarda. Non si è aperto, né in sede istituzionale né con le forze sociali, un serio dibattito sul Programma Regionale di Sviluppo, che rappresenta la summa degli orientamenti politici ed amministrativi della Giunta per l’intera legislatura, sulla legge di stabilità e sulla legge di bilancio, passati rapidamente in Consiglio con la promessa, non mantenuta, di un successivo dibattito.

Il recente DDL 162, annunciato in una delibera coperta del 9 aprile e presentato in Consiglio due mesi dopo, non risponde minimamente alle esigenze del mondo imprenditoriale agricolo sardo. Nulla è dato sapere circa lo stato del processo di riconoscimento dell’OPR (Organismo Pagatore Regionale) su cui regna la massima confusione. Ad ottobre, le imprese agricole non sanno se saranno pagate da Argea regionale o Agea nazionale.

Non esiste, pur essendo previsto dalla legge, un monitoraggio completo sull’attività della task force istituita in emergenza per lo smaltimento delle oltre 98.000 pratiche arretrate come denunciato nell’autunno 2019. In questo contesto occorre una chiara regolamentazione delle attività di smart working per la definizione di obiettivi, carichi di lavoro e dei controlli, pena l’aggravarsi dei ritardi nelle istruttorie e nelle erogazioni.

A oggi la Regione sarda non ha definito i propri orientamenti e delineato i contenuti della nuova Politica Agricola Comune (PAC) 2021-2027 da attuarsi nell’Isola, la cui programmazione per il prossimo settennio ha iniziato l’iter con l’approvazione delle bozze dei nuovi regolamenti comunitari.

Sulla riforma delle Agenzie Agricole (Laore, Argea e Agris), di cui da tempo si sente parlare, non esiste ancora un documento, un atto ufficiale della Regione, sulla base del quale esprimere un giudizio mentre, con semplici atti amministrativi o note di indirizzo, si tenta di sconvolgere l’attuale assetto. Ancora incerto, in questo contesto, il destino dei lavoratori ex ARA (Associazione regionale allevatori) e APA (Associazione provinciale allevatori).

In relazione alla crisi che ha investito lo scorso anno il comparto lattiero-caseario ovicaprino, non si conosce nessuna azione politica ed amministrativa regionale volta alla rimozione dei nodi strutturali del comparto.

Il comparto suinicolo, che finalmente sembra aver superato il virus della Peste suina africana (PSA) presente in Sardegna dal 1978, è purtroppo bloccato dall’inattività della Giunta regionale che deve mettere subito in campo le necessarie azioni politiche, per azzerare i divieti della Commissione europea che impediscono la vendita fuori Sardegna di carne di maiale e derivati. Al contempo è fondamentale che l’Esecutivo regionale riprenda in mano la legge sulla suinicoltura, approvata dal Consiglio nell’agosto 2018, così da predisporre gli atti attuativi con relative disponibilità finanziarie. Queste sono alcune delle questioni irrisolte che il governo regionale non affronta. 

Il coordinatore. «Il lassismo della Giunta regionale, con conseguente assenza di una programmazione agricola e della indispensabile dialettica sindacale, ha spinto Agrinsieme Sardegna a chiedere un incontro con tutti i capigruppo eletti in Consiglio regionale. L’augurio è che almeno le forze politiche, di maggioranza o di opposizione, abbiano la sensibilità di raccogliere le istanze del nostro comparto e di farsene portavoce.»

Lo ha detto il coordinatore di Agrinsieme e già presidente di Confagricoltura Sardegna, Luca Sanna, che ha aggiunto: «Il mondo delle campagne, dai produttori primari alla trasformazione cooperativistica, non può più navigare in questo mare in tempesta senza alcun confronto istituzionale che porti a superare le criticità vecchie e nuove di un comparto produttivo fondamentale per la piccola e fragile economia della Sardegna. Noi abbiamo il diritto di rappresentare la nostra situazione e loro hanno il dovere di ascoltarci».

Composizione. Agrinsieme Sardegna è composta da Confagricoltura, Cia, Copagri, Legacoop, AGCI, Confcooperative.

Alcuni dati. Agrinsieme nazionale rappresenta oltre il 35% del valore dell’agroalimentare di tutta Italia; in Sardegna sale al 40% del mondo agricolo con una forte diffusione di strumenti di collaborazione tra imprese agricole e tra queste e i diversi soggetti della filiera agroalimentare (agroindustria e distribuzione). Sempre in Sardegna rappresenta circa 22.600 aziende agricole, quasi 180 cooperative agroalimentari, 20mila soci produttori e oltre 50mila persone occupate nelle imprese rappresentate, con un fatturato annuo che si attesta intorno ai 465 milioni di euro.

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Si terrà venerdì 24 luglio alle ore 10,30 nella sede di AGCI Sardegna, in viale Monastir 102 a Cagliari, una conferenza stampa organizzata da Agrinsieme Sardegna. Durante l’incontro con gli organi di informazione, sarà fatto il punto sullo stato di salute del comparto agricolo isolano e sulla mancanza di dialogo tra la Regione e le organizzazioni di categoria del settore primario e della trasformazione. Coordinerà la conferenza stampa il presidente di Agrinsieme e di Confagricoltura Sardegna, Luca Sanna.

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Le Commissioni “Lavoro”  ed “Attività produttive”, riunite in seduta congiunta, hanno concluso nel pomeriggio il ciclo di audizioni sul disegno di legge “Salva Sardegna” predisposto dalla Giunta regionale. I due parlamentini, presieduti da Alfonso Marras e Piero Maieli hanno sentito i rappresentanti delle associazioni agricole e delle cooperative.

Da tutti è arrivato l’invito ad una verifica puntuale degli obiettivi a cui destinare le risorse (circa 160 milioni di euro) e a una semplificazione delle pratiche burocratiche per consentire alle imprese di beneficiare immediatamente degli stanziamenti.

«Mi auguro che i tempi per l’erogazione dei fondi siano celeriha detto il presidente di Coldiretti Battista Cualbu – altrimenti si rischia di vanificarne gli effetti. Chiediamo alla Giunta e al Consiglio di predisporre un cronoprogramma con l’indicazione delle risorse e dei settori a cui saranno destinate». Il rappresentante di Coldiretti è poi entrato nel dettaglio del provvedimento segnalando alcune criticità e avanzando proposte operative: «Su alcune partite, come il ristoro dei danni da calamità naturali,  gli agricoltori attendono lo sblocco di fondi già impegnati. Questo provvedimento, che prevede tra l’altro di anticipare le somme dovute, mette una pezza ma non risolve il problema. Servono tempi certi».

Positivo il giudizio sulle misure per facilitare l’accesso al credito (6 milioni di euro) e sul Fondo “Resisto” (sovvenzioni dirette alle imprese e ai lavoratori autonomi  per 65 milioni di euro). Su quest’ultimo punto, Cualbu ha auspicato che le risorse arrivino ai settori più colpiti dall’emergenza Covid: agrituristico, vitivinicolo, suinicolo e florovivaistico. Bene, infine, le disposizioni sull’acquisto di formaggi per gli indigenti (5 milioni di euro): «La misura ha un duplice scopo: favorire il consumo di prodotti nostrani e aiutare i nuclei familiari in difficoltà».

Molto critici gli interventi degli altri rappresentanti delle associazioni di categoria Luca Sanna (Confagricoltura), Pietro Tandeddu (Copagri) e Francesco Erbì (Cia).

Il primo ha definito “vergognoso” l’operato delle agenzie agricole regionali nella istruttoria delle pratiche per gli aiuti in agricoltura. «Il provvedimento della Giunta contiene misure positive ma la vera partita si gioca su un altro fronteha sottolineato Luca Sannaci sono fondi già stanziati per 100 milioni di euro. Se si sbloccassero queste pratiche si rimetterebbe in moto un intero settore». Saba ha quindi chiesto al Consiglio un atto di coraggio: «La Regione spende 300 milioni di euro per tenere in piedi la macchina burocratica delle agenzie e  dei vari enti per l’agricoltura, ai lavoratori dei campi ne vengono trasferiti solo 30 ha affermato Luca Sabaper 50mila addetti del settore, la spesa media annuale è di 500 euro. Ogni dipendente pubblico assegnato al disbrigo delle pratiche costa alla Regione 100mila euro all’anno. C’è qualcosa che non quadra. La nostra delusione sul funzionamento della macchina amministrativa è fortissima».

Pietro Tandeddu (Copagri) ha invece puntato l’indice sull’azione della Giunta: «Questo provvedimento è stato annunciato due mesi fa e noi lo abbiamo avuto a disposizione solo da pochi giorni. Lamentiamo l’assoluta mancanza di concertazione con le parti socialiha detto il direttore di Copagri – è un atteggiamento poco trasparente». Pietro Tandeddu ha poi espresso un giudizio totalmente negativo sull’operato dell’assessore all’Agricoltura Gabriella Murgia: «E’ inadeguata al ruolo che ricopre, assume impegni che non mantieneha detto senza mezzi termini Pietro Tandeddusi continua a ragionare sull’emergenza. Manca una visione strategica su come programmare il futuro dell’agricoltura». Dopo essere entrato nel merito del “Salva Sardegna”, Pietro Tandeddu ha invitato le Commissioni a prestare più attenzione a ciò che succede in Europa: «Arriveranno nuove risorse dall’Ueha conclusola Sardegna cosa propone? Qual è la discussione in atto sul Fondo agricolo europeo?».

L’assoluta mancanza di concertazione è stata stigmatizzata anche dal presidente regionale della Cia Francesco Erbì: «Non siamo stati coinvolti, il presidente Solinas aveva promesso l’istituzione di una cabina di regia per l’agricoltura ma l’impegno è stato disatteso». Il presidente della Cia ha poi evidenziato alcune criticità del “Salva Sardegna”: «C’è molta confusione, si pensa di utilizzare risorse senza una logica, in alcuni casi con decisioni giuridicamente discutibiliha detto Francesco Erbì – il rischio è che alcuni capitoli vengano cassati dall’Unione Europea. Nel Disegno di legge manca una visione strategica per lo sviluppo del settore».

Critiche sul metodo scelto dalla Giunta nell’elaborazione del Disegno di legge sono state avanzate anche dai rappresentanti di Legacoop, Unicoop, Agci e Confocooperative.

«Sembra una legge fatta all’ultimo momento per accontentare tutti – ha detto il presidente di Agci Sergio Cardiamanca qualsiasi riferimento alle priorità di intervento e ai criteri per l’erogazione». Cardia ha poi segnalato il rischio che alcune misure vadano a sovrapporsi a quelle emanate dal Governo nazionale: «Apprezziamo lo sforzo della Regione ma occorre prestare più attenzione ai dettagli».

Stessa richiesta da parte del presidente di Confcooperative Fabio Onnis: «L’emergenza Covid non è finita. Ci aspettiamo un duro contraccolpo in autunno – ha affermato Fabio Onnisper questo occorre varare misure efficaci. Un esempio per tutti: i 65 milioni di euro per il fondo “Resisto” rappresentano una cifra importante. Va però definito un perimetro di fatturato e numero di dipendenti per l’erogazione delle risorse alle imprese». Fabio Onnis ha poi rivolto un appello alle Commissioni: «C’è bisogno di certezze sui tempi, occorre evitare gli errori del bando “Lavoras” con istruttorie del 2018 ancora ferme».

Secondo Claudio Atzori, presidente di Legacoop, l’emergenza Covid può rappresentare un’occasione per migliorare la competitività delle imprese e la qualità del lavoro: «Siamo in guerra, per superare le difficoltà serve il contributo di tutti, per questo ci saremmo aspettati un maggior coinvolgimento da parte dell’esecutivo regionaleha detto Claudio Atzorici sono risorse importanti come i 65 milioni per le sovvenzioni dirette. Attenti però: per soddisfare tutti servirebbe un miliardo e 700 milioni di euro. Meglio destinare quei soldi al Fondo Bei e irrobustire la dotazione per i mutui a lungo termine e a tasso zero per le imprese».

Atzori ha poi invitato i consiglieri a una riflessione più approfondita sui settori da sostenere: «E’ vero che il turismo rappresenta il 7% del Pil isolano ma non tutti gli alberghi sono uguali. C’è chi apre solo d’estate e chi tiene le strutture aperte tutto l’anno nelle zone interne. meritano tutti lo stesso trattamento?».

Dal presidente di Legacoop, infine, la richiesta di un incontro con tutte le forze politiche per approfondire, settore per settore, le questioni più importanti, affrontare la ripresa ed allinearsi alla programmazione nazionale ed europea.

 

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È in programma venerdì 21 febbraio, alle ore 10.00, nella sede provinciale di Confagricoltura in via Logudoro 35 a Cagliari, la conferenza stampa in cui Agrinsieme Sardegna presenterà il nuovo coordinamento regionale: Luca Sanna (coordinatore), attuale presidente regionale di Confagricoltura Sardegna, e Daniele Caddeo (vice coordinatore), direttore regionale di Legacoop. Nell’incontro con gli organi di informazione saranno inoltre illustrati i temi su cui si concentreranno le attività del 2020 nel campo dell’agroalimentare isolano.

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Il miglioramento genetico come strumento di crescita economica delle aziende zootecniche della Sardegna è stato il tema che ha animato il seminario organizzato da Confagricoltura Sardegna, nell’aula magna dell’Istituto di Istruzione superiore Duca degli Abruzzi di Elmas. Numerosi relatori tra studiosi e portatori di interesse hanno parlato a una platea gremita di allevatori, studenti e agronomi. Ad aprire e chiudere i lavori, coordinati dal direttore di Confagricoltura Sardegna, Maurizio Onorato, il presidente dell’associazione regionale di categoria, Luca Sanna.

Confagricoltura Sardegna. «Abbiamo gli strumenti scientifici, le menti, gli allevatori e il bestiame per fare bene, ma è stato interrotto il lavoro di decenni sotto il profilo del miglioramento genetico. I bilanci delle aziende agricole hanno bisogno di tale processo e di animali che possano dare produzioni di altissima qualità, che vivano a lungo, resistano alle malattie e affrontino stagioni produttive capaci di assicurare profitto a chi li alleva e progenie che perpetuino questa tendenza: che noi vogliamo coltivare e incrementare». Lo ha detto Luca Sanna che ha aggiunto: «Da quando nei primi anni 2000 si è manifestata in Sardegna la blue tongue, abbiamo perso oltre un milione di capi ovini. Gli imprenditori zootecnici si sono dovuti arrangiare, anche a causa della scomparsa delle attività delle associazioni degli allevatori. Il miglioramento genetico degli animali, secondo diversi studi scientifici, ha portato negli anni a una riduzione dell’impatto ambientale, contrariamente a quanto sostiene qualcuno. Con i nostri strumenti politico-sindacali – ha proseguito – dobbiamo pressare le istituzioni e le associazioni degli allevatori affinché riprendano al più presto il lavoro dal punto in cui si è interrotto. C’è chi importa altre razze, che inquinano il nostro patrimonio genetico con il rischio dell’arrivo di nuove malattie. La pecora sarda, per esempio, era la regina nelle produzioni di latte, oggi ci sono razze spagnole e francesi che ci stanno superando. Il mondo dell’agricoltura purtroppo non è più il settore economico trainante dell’Isola: lo dicono i dati. Dobbiamo invertire questo trend per riconquistare quote di mercato importanti per lo sviluppo di tutta la Sardegna. Peccato – ha concluso Luca Sanna – che all’iniziativa di oggi sia mancato completamente l’interlocutore politico invitato a partecipare».

L’Università. «Il miglioramento genetico è la via più efficace per costruire una zootecnica sostenibile nel futuro – ha sottolineato Giuseppe Pulina dell’Università di Sassari -. In Sardegna abbiamo una riserva genetica molto importante che va conservata e valorizzata, sia nel settore ovino sia in quelli bovino e caprino. Nell’Isola abbiamo vacche da latte all’avanguardia e pecore da latte che, purtroppo, sono in retroguardia».

Nicola Macciotta, dell’Università di Sassari, ha illustrato il panorama nazionale e internazionale dal passaggio dalla genetica alla genomica nelle specie di interesse zootecnico. «A livello mondiale – ha ricordato – il settore bovino è anni luce più avanti rispetto all’ovino, per motivi legati ai diversi investimenti economici. Tuttavia, il nostro Ateneo sta portando avanti uno studio sulla tracciabilità della provenienza dei prodotti attraverso gli strumenti della genomica. Un metodo che consente di comprendere in maniera inequivocabile se un agnello proviene dall’estero oppure se è realmente di razza pura. Non basta, infatti, un esame a vista: occorre un metodo scientifico».

Agris. Del passaggio dalla genetica alla genomica, visto come un nuovo strumento per la selezione degli ovini da latte, ha parlato anche Sara Casu dell’Agenzia regionale Agris Sardegna, che ha illustrato le possibilità applicative offerte dai nuovi strumenti della genetica molecolare nel miglioramento genetico degli ovini da latte. «Agris – ha detto Sara Casu – sta puntando molto su una strategia di implementazione della selezione genomica. A differenza di quanto avviene in Francia, dove sono applicati schemi di selezione genomica simili ai bovini, in Italia sembra opportuno implementare schemi basati su popolazioni di riferimento femminili. La Spagna, invece, ha fatto scelte differenti: non sempre punta sulla selezione della razza locale in purezza”».

Confagricoltura nazionale. «La riforma della riproduzione animale – ha detto Daniele Mezzogori dell’Ufficio Economico di Confagricoltura – introdotta con il decreto ministeriale emanato l’anno scorso, ha modificato sensibilmente tutto il comparto. Prevede innanzitutto il principio della terzietà tra le associazioni degli allevatori e coloro che sono deputati alla raccolta dei dati funzionali degli allevamenti. Poi vi è la liberalizzazione del mercato dei servizi. Infine le nuove modalità di partecipazione degli allevatori nei piani genetici di sviluppo in ambito nazionale. Tutto ciò dovrebbe consentire una riproduzione più efficiente e funzionale».

Trasformazione. «Il miglioramento genetico operato in questi ultimi decenni sugli ovini allevati in Sardegna ha creato, insieme ai mutamenti di gestione delle aziende primarie, focalizzate quasi esclusivamente verso l’incremento delle quantità di latte, una perdita di materia secca utile caseificabile e quindi un decremento delle rese casearie». Così Gavino Nieddu, direttore industriale della CAO Formaggi, che ha aggiunto: «Nel momento in cui non si è valorizzata la qualità, con griglie adeguate nelle retribuzioni, gli allevatori hanno puntato solo sul versante della quantità di latte prodotta. In altri paesi, come la Spagna o la Francia, il prezzo del latte pagato al produttore primario si basa fondamentalmente sulla quantità di materia utile caseificabile. I parametri di analisi su cellule somatiche e carica batterica infatti sono sempre più spesso meno considerati in quanto dati per scontati per il rispetto delle normative igienico sanitarie».

 

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In un sistema agricolo in continua evoluzione, il miglioramento genetico è fondamentale per mantenere, e possibilmente accrescere, la produttività e la reddittività delle aziende zootecniche. Cosa è stato fatto sino ad oggi e cosa non si è fatto? Quali sono le conseguenze economiche per le imprese e quali sono le prospettive della genetica per il prossimo futuro? Per fare il punto sulla situazione in Sardegna, la Confagricoltura ha organizzato un seminario dal titolo ‘Miglioramento genetico e risvolti economici sulle aziende zootecniche’, che si terrà giovedì 12 dicembre (inizio ore 9.00) all’Istituto d’Istruzione Superiore ‘Duca degli Abruzzi’ (via Acquedotto Romano, zona industriale Est – Elmas). I lavori, che saranno coordinati dal direttore di Confagricoltura Sardegna Maurizio Onorato, saranno aperti dagli interventi di Gabriella Murgia, assessora regionale dell’Agricoltura, di Piero Maieli, presidente V Commissione (Attività produttive) del Consiglio regionale e di Domenico Gallus, presidente VI Commissione (Salute e politiche sociali). Chiuderà l’appuntamento il presidente regionale di Confagricoltura Sardegna Luca Sanna. Interverranno inoltre:

Il miglioramento genetico: a che punto siamo e cosa fare

Giuseppe Pulina, Università di Sassari

La genomica nelle specie di interesse zootecnico: una nuova frontiera per nuovi caratteri

Nicola Macciotta, Università di Sassari

Dalla genetica alla genomica: un nuovo strumento per la selezione degli ovini da latte

Sara Casu, Agris Sardegna

La riforma della produzione animale. Quale futuro?

Daniele Mezzogori, Ufficio Economico di Confagricoltura

L’esperienza di un trasformatore: effetto economico del miglioramento genetico e delle condizioni di gestione di allevamento ovino in un’impresa di trasformazione

Gavino Nieddu, Cao Formaggi

L’esperienza di un allevatore di ovini. Selezione genetica e valorizzazione commerciale

Maurizio Podda, presidente nazionale sezione ovicaprina Confagricoltura

Il miglioramento genetico per ottimizzare i bilanci aziendali

Luca Sanna, presidente Confagricoltura Sardegna

La partecipazione all’evento prevede l’attribuzione dei relativi crediti formativi professionali come da Regolamento CONAF n. 3/2013 per la formazione professionale continua. L’appuntamento è infatti organizzato con il patrocinio dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della provincia di Cagliari.

 

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Prima uscita stagionale ufficiale per la Dinamo Banco di Sardegna 2019-20, i ragazzi di coach Pozzecco, da ieri al Geovillage Sport & Wellness Resort di Olbia per la seconda parte di ritiro, hanno incontrato in esclusiva questa mattina i giornalisti di carta stampata e televisioni per il tradizionale “Welcome Day” nel dehors a bordo piscina. Unico assente Stefano Gentile, rimasto in hotel per una sindrome influenzale.

Coach Gianmarco Pozzecco ha aperto le danze ed ha fatto gli onori di casa: «L’anno scorso abbiamo provato insieme allo staff ad andare in una certa direzione, cercando di dare più spazio ai giocatori che stavano meno in campo. Questi giocatori erano prevalentemente italiani, quest’anno abbiamo proseguito semplicemente il lavoro iniziato».

A coadiuvare il lavoro del coach i due assistenti Edoardo Casalone e Giorgio Gerosa che hanno raccontato un po’ il dietro le quinte della costruzione della nuova squadra: «Quando si prendono i giocatori la prima cosa da fare è conoscerli di persona, il nostro obiettivo era quello di trovare giocatori esperti che potessero essere funzionali alla nostra idea di gioco». Hanno proseguito sottolineando come sia importante iniziare la preparazione precampionato con il gruppo al completo sin da subito: «Ci darà il vantaggio di far integrare tutti i nuovi nei sistemi e nel nostro modo di giocare».

Jack Devecchi, alla quattordicesima stagione biancoblu, è stato il primo tra i giocatori a parlare: «Ripartire con una base solida è fondamentale, sarà un aiuto in più ripartire con un roster compatto e più italiano. Sono contento di questa scelta societaria perché son dell’idea che aiuti a fare gruppo più in fretta, soprattutto quando si gioca due volte a settimana e inevitabilmente ci si allena di meno. Proveremo a ripeterci su tutti i fronti provando a far meglio della passata stagione».

Il fiorentino doc Lorenzo Bucarelli, dopo le due annate da capitano alla Cagliari Dinamo Academy, torna a Sassari in pianta stabile: «Per me è un’enorme possibilità, occasioni del genere vanno colte al volo, farò il massimo per sfruttarla al meglio».

Le chiavi della regia saranno quest’anno affidate a Marco Spissu: «Mi piacciono le responsabilità, dovrò trasformare la pressione in energia e positività, i compagni sono certo che mi daranno una mano».

Tra i confermati della passata stagione Daniele Magro: «Sono rimasto qui perché mi son trovato bene e non c’erano motivi per dover lasciare tutto quello che c’è di bello in quest’Isola».

Dwayne Evans è uno dei volti nuovi del Banco: «Non ho preferenze sul mio ruolo, sono un giocatore versatile, cercherò il modo migliore per essere d’aiuto alla squadra».

Alla terza stagione sassarese Achille Polonara esordisce così: «Voglio subito un altro trofeo, son felice di essere rimasto in Sardegna. Spero che questo buon inizio ci porti a far meglio della passata stagione».

Primo tra gli stranieri a firmare per la nuova stagione il centro croato Miro Bilan che già conosceva coach Pozzecco: «Mi ricordo del coach ai tempi del Cedevita, lui era il nostro assistente e devo ammetterlo, era abbastanza selvaggio come allenatore».

Terzo anno biancoblu anche per Dyshawn Pierre: «Ho deciso di rifirmare con carica e voglia perché qui sto veramente bene».

Aggregato al gruppo per la preparazione Marco Maganza: «Conoscevo già Achille da tempo perché abbiamo giocato insieme anche in Nazionale, sto cercando giorno dopo giorno di apprendere più cose possibili da un giocatore come lui».

Michele Vitali reduce dalla stagione ad Andorra sa qual è la ricetta per recuperare dalle lunghe trasferte: «Riposo, alimentazione, reintegrazione. Sono queste le piccole cose che poi aiutano sul campo».

Atterrato ieri pomeriggio sull’Isola, Curtis Jerrells conosce bene la Dinamo da avversario: «Qui in Sardegna ho sempre trovato un grande ambiente familiare con i tifosi che sostenevano sempre la squadra. Son sempre rimasto impressionato dall’esterno, ora sono contento di farne parte».

In chiusura presentati i tre giovanissimi del settore giovanile aggregati alla prima squadra in questo ritiro 2019: Marco Antonio Re, Christian Martis e Luca Sanna.

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«Dal prossimo 14 ottobre l’Organismo pagatore regionale (Opr) dovrebbe muoversi con le proprie gambe rispetto alla gestione nazionale di Agea. Fino ad oggi non abbiamo notizie sul piano di reclutamento del personale dell’Opr, sulla sua formazione specifica e sull’organizzazione della struttura. I 45 giorni rimanenti, esclusa la pausa di agosto, paiono veramente pochi per portare a termine gli impegni propedeutici necessari per l’avvio delle attività dell’Opr.»

Lo ha dichiarato il presidente regionale di Confagricoltura Sardegna, Luca Sanna, che ha aggiunto: «Non esiste alcuna pregiudiziale per la nascita dell’Organismo pagatore sardo che, a nostro avviso, potrebbe portare numerosi benefici agli imprenditori agricoli, qualora fosse realmente efficiente e bene strutturato, così da essere più veloce ed efficace nell’erogazione delle risorse rispetto all’Agea nazionale. L’Opr, infatti, dovrà occuparsi, oltre che dei fondi del Programma di sviluppo rurale (Psr), anche dei pagamenti diretti della Politica agricola comune (Pac)».

Il presidente Sanna ha poi ricordato che «non si hanno notizie sullo stato dell’arte dell’implementazione dei nuovi programmi informatici, necessari a lavorare le pratiche, e sulla configurazione digitale degli accrediti tra sistema operativo regionale e i tanti Centri per l’assistenza agricola (Caa), dislocati nei diversi territori dell’Isola. Proprio con i Caa, dove gli imprenditori agricoli presentano le domande, l’Opr dovrà sottoscrivere le convenzioni nazionali. A questo iter di transizione va aggiunto che il nuovo Organismo dovrà occuparsi di buona parte del pregresso già presente in Argea: dalle domande ancora da istruire a quelle da correggere se interessate da anomalia».

«Nonostante siano passati alcuni mesi dal riconoscimento ufficiale dell’Opr da parte del ministero delle Politiche agricole – ha osservato il rappresentante dell’organizzazione di categoria – lo stato delle cose è preoccupante. Ai ritardi tecnici maturati fino ad oggi si aggiunge la mancata nomina del direttore generale di Argea Sardegna, decaduto per fine mandato, o di un commissario che dovrà traghettare l’Agenzia nella sua trasformazione in Organismo pagatore autonomo. Alla luce di questo quadro critico, ci appelliamo al presidente della Giunta regionale, Christian Solinas, e all’assessora dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, affinché si intervenga subito per non mettere a rischio i pagamenti Pac e Psr spettanti ad agricoltori e pastori sardi. Sarebbe inaccettabile scaricare, come spesso accade, i rallentamenti burocratici e di efficientamento sulle spalle dei lavoratori delle campagne. Per correre immediatamente ai ripari ed evitare ulteriori criticità relative al normale periodo di transizione tra Agea, Argea e Opr – ha concluso il presidente di Confagricoltura Sardegna – proponiamo che sia subito inoltrata al Ministero e ad Agea una richiesta di rinvio, di un anno, del passaggio di consegne tra Roma e Cagliari. In questi dodici mesi dobbiamo mettere a punto e testare al meglio la macchina burocratica regionale in modo che il nuovo servizio sia notevolmente più vantaggio rispetto a quello che stiamo lasciando.»

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«Ci impegneremo da subito per garantire a tutte le organizzazioni di allevatori la rappresentanza democratica all’interno della neonata Associazione allevatori della regione Sardegna. E’ del tutto evidente che questo settore, che è davvero nel patrimonio culturale prima che economico della Sardegna, abbia bisogno di democrazia e soprattutto di servizi efficienti per tutti i produttori, che devono assicurati direttamente e indirettamente dalla Regione.»

Lo ha detto l’on. Piero Maieli, presidente della commissione V, al termine dell’audizione di tutte le organizzazioni di produttori tranne la Coldiretti, assente per altri improrogabili impegni.

E’ stato Pietro Tandeddu, direttore regionale di Coopagri a rivolgersi per primo ai commissari, evidenziando i limiti della neonata Associazione allevatori della Regione Sardegna e contestando il fatto che «servizi pubblici, pagati con i soldi pubblici, possano diventare strumenti di potere in mano a qualcuno. Nessuno intende dipendere dall’Associazione italiana allevatori, con al quale si può collaborare ma in un rapporto chiaro».

A seguire, il rappresentante della Cia Nord Sardegna, Michele Orecchioni ha aggiunto: «Sono evidenti le manovre dell’Associazione italiane allevatori, non alla luce del sole». Luca Sanna, in rappresentanza di Confagricoltura, ha toccato il tema della rappresentanza in seno al governo di Aars: «La prevalenza è di Coldiretti, non c’è un rappresentante della Regione nonostante sia previsto. Nel consiglio di amministrazione siede un funzionario che non mi risulta allevi nemmeno un gatto o una cocorita. In questo scenario mancano i servizi per gli allevatori e persino le analisi sul latte vaccino e ovino vengono effettuate fuori dalla Sardegna, nonostante abbiamo i tecnici formati e pagati per fare questo. Siamo in un momento molto difficile, negli ultimi 15 anni la Sardegna ha perso un milione e mezzo di capi a causa della Blue tongue e nessuno si preoccupa di far ripartire il miglioramento genetico delle nostre greggi».

 

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Lotta alla burocrazia, tempi rapidi nell’espletamento delle pratiche e procedure e una strategia nazionale che possa far competere le imprese agricole italiane con quelle straniere. Sono i punti salienti emersi nel corso dell’assemblea “Quale futuro per l’Agricoltura: la Pac da Bruxelles alla Sardegna” promossa da Confagricoltura Oristano ad Arborea. A sollecitare una politica di strategia sul settore agricolo è stato il presidente nazionale Massimiliano Giansanti.

«E’ necessario che ci sia un programma che permetta alle imprese italiane di essere competitive, perché si opera in un mercato che ormai è globale.»

Attenzione poi alla questione burocrazia che allunga i tempi. «In Francia a giugno le imprese presentano le domande e le risorse arrivano ad agosto. Da noi le risorse arrivano l’agosto dell’anno successivo». Poi un passaggio sulle istituzioni europee: «Tuteliamo e valorizziamo le imprese, ma andiamo a Bruxelles con una strategia condivisa e chiediamo all’Ue reciprocità». A ricordare che il mondo delle campagne è fatto di imprese è stato anche il presidente regionale Luca Sanna che lanciando un appello al mondo della politica e a quello delle istituzioni ha rimarcato: «Dobbiamo lavorare oggi e non dopo. Chiediamo altrettanta solerzia alle istituzioni e amministrazioni. E’ necessario lavorare per l’agricoltura». Il presidente regionale ha poi rimarcato l’importanza di arrivare a soluzioni con le diverse questioni ancora aperte. A puntare il faro su burocrazia, rimarcando la necessità di fare leva sulla questione legata all’insularità e sollecitando la cosiddetta continuità territoriale delle merci, il presidente di Confagricoltura Paolo Mele.

«Il settore dell’Agricoltura in Sardegna – ha detto – ha un riconoscimento importante rispetto al proprio ruolo, dovuto al fatto che la Produzione Lorda Vendibile ammonta a circa 1,5 miliardi di euro l’anno e che non meno del 20% del fatturato industriale regionale è rappresentato dall’industria agro-alimentare.»
Per Paolo Mele “questo non basta». «Non è sufficiente riconoscergli il ruolo se poi non viene supportato in un percorso tutt’altro che semplice; occorre, infatti, garantire leve di competitività reale per tutti i settori, con evidenti e differenti criticità, che esporrò di seguito e che, per migliorare, necessitano di politiche regionali, nazionali e comunitarie mirate a creare valore aggiunto per il territorio e di conseguenza, per le imprese che vi lavorano».