20 April, 2024
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Un nuovo, importante progetto per l’integrazione e l’accoglienza dei richiedenti la protezione internazionale sarà presentato a Cagliari martedì prossimo, 25 luglio nel corso di una conferenza stampa alle 11.00 presso la Sala Vescovile dell’Episcopio, in Piazza Palazzo 4. Si tratta di un’iniziativa di Caritas Italiana, Caritas Austria e l’associazione greca Arsis che insieme lavoreranno per rafforzare le numerose attività di accoglienza ed integrazione già svolte diffusamente  nei rispettivi paesi.

Il progetto si chiama “PIER”. Undici Caritas diocesane in Italia (Aversa, Benevento, Cagliari, Capua, Conversano, Firenze, Genova, Saluzzo, Pescara, Ragusa, Palermo)  potranno incrementare corsi di lingua italiana, azioni di supporto psico sociale ed inserimenti lavorativi a beneficio dei rifugiati e anche distribuire migliaia di Kit Warm Up alle navi che svolgono attività di ricerca e soccorso in mare e alle Caritas che operano nei porti di sbarco.

Il progetto PIER, finanziato dalla Coca Cola Foundation, è un ulteriore importante segno di attenzione all’attività umanitaria svolta dalle organizzazioni Caritas in tutta Europa.  Con il progetto PIER Caritas Italiana e le Caritas diocesane intendono ribadire quanto Papa Francesco ha voluto ricordare affermando la sua vicinanza a coloro che «si aprono saggiamente al complesso fenomeno migratorio con adeguati interventi di sostegno, testimoniando quei valori umani e cristiani che stanno alla base della civiltà europea».

Alla conferenza stampa di presentazione del progetto PIER interverranno l’Arcivescovo di Cagliari mons. Arrigo Miglio, il prefetto di Cagliari, un rappresentante della Regione Sardegna, Manuela De Marco di Caritas italiana e Mons. Marco Lai direttore della Caritas diocesana di Cagliari.

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E’ stato un intero pomeriggio passato in allegria, iniziato alle 15.00, sotto il sole cocente per chiudersi intorno alle 19.00, la “Festa della mamma e III Giornata della Lavoratrice Badante” celebrata ieri a Cagliari nel “Giardino sotto le mura”.

Una ormai tradizionale, occasione di conoscenza reciproca che ha coinvolto la vasta comunità immigrata proveniente dai paesi ex sovietici: ucraini, russi, bielorussi, moldavi, altre ex repubbliche, e tanti sardi e persino qualche turista che di passaggio nei “Giardini sotto le mura” si è soffermato con curiosità e ammirazione.

Le lavoratrici badanti straniere, di cui, un gran numero proveniente dai paesi dell’Est Europa, hanno così festeggiato le mamme e messo in evidenza l’importante ruolo sociale svolto da queste lavoratrici nella cura dei nostri anziani e creato, nel contempo, un importante momento di aggregazione e divulgazione culturale che, ormai, è divenuto un appuntamento fisso per la città di Cagliari, tant’è vero che conclusa la terza edizione, già si lavora per organizzare al meglio la nuova edizione 2018

La manifestazione è stata ufficialmente aperta dai saluti e gli auguri dei rappresentanti delle istituzioni: Paolo Frau, assessore alla Cultura del comune di Cagliari; Marco Sechi della Presidenza della Regione Sardegna; padre Nikolay Volskyy della Chiesa Ortodossa del Patriarcato di Mosca; Giuseppe Carboni, console, on. Bielorusso in Sardegna, che ha letto, inoltre, il messaggio di mons. Marco Lai, direttore della Caritas Diocesana impossibilitato a partecipare.

La maratona di spettacolo ha avuto inizio con l’esibizione degli ospiti d’onore della festa, gli artisti della band di musica etno-rock bielorussa “Vuraj” che si trovano nella nostra Isola nell’ambito delle iniziative legate alla rete “2017 Anno della Cultura Bielorussa in Sardegna”. I virtuosi artisti bielorussi hanno presentato una serie di strumenti musicali dal medioevale, al classico, al moderno: violino, strumenti a fiato slavi, batteria, chitarra elettrica, contrabbasso, ma sicuramente è stata la medioevale “ghironda” suonata magistralmente da Siarhei Douhushau, solista della Filarmonica di Stato di Minsk a suscitare la curiosità dei presenti.

Ma la giornata ha visto tanti artisti e gruppi alternarsi nella scena, grazie al pieno coinvolgimenti della comunità immigrata che vive in Sardegna ed altri artisti presenti per l’occasione in città

La piccola bielorussa Stefania Nepogoda, di 9 anni, della città di Mogilev, vincitrice di festival canori per bambini nazionali bielorussi e internazionali, si è esibita con la canzone “Bielorussia” raccogliendo il caloroso applauso del numerosissimo pubblico presente, la prima parte della festa si è conclusa con l’esibizione del trio di donne ucraine formato da Liubov Zhmudovska, Nadezhda Lukianuk, Ksenia Ivaneiko che hanno cantato con l’accompagnamento del flauto slavo una splendida canzone in lingua ucraina dedicata alla mamma.

Quindi, è stata la volta delle attività di animazione con l’accompagnamento musicale dei artisti del gruppo “Vuraj” ccordinati da Siarhei Douhushau e Olga Izofatova. Il pubblico presente è stato così coinvolto attivamente in giochi e balli di gruppo slavi che hanno creato socializzazione e conoscenza reciproca.

Il protagonismo e la collaborazione di numerosi cittadini immigrati provenienti dall’Europa orientale, l’attiva partecipazione di varie associazioni e gruppi artistici ha reso il lungo pomeriggio ricco di iniziative ed eventi, e così la terza parte della festa si è svolta nello spazio antistante la scultura del compianto Pinuccio Sciola che impreziosisce il “Giardino sotto le mura”.

Grande e decisivo è stato il contributo del Centro Culturale Ortodosso Slavo della Parrocchia Ortodossa di Cagliari “San Saba il Purificato” che ha regalato al pubblico presente le esibizioni del Gruppo “Kalina Russian Folk”, della cantante solista Olga Popkova, del gruppo “Nashi na Sardinii”, della musicista moldava Angela Crigaruta (pianoforte), e ancora letture di poesie, balli e canti.

Le bambine della Scuola Danza della coreografa russa trapiantata in Sardegna Inessa Galaeva hanno fatto il loro esordio in pubblico proponendo un ballo tipico russo accolte dal calore del pubblico, l’associazione culturale “Artuniverso” in collaborazione con “Butterfly Ritmica Sestu”, Direzione tecnica Annabel Porceddu ha deliziato il pubblico con alcuni numeri coreografici impreziositi da variopinti costumi tradizionali.

  

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La commissione Bilancio, presieduta dall’on. Franco Sabatini (Pd) ha proseguito il suo ciclo di audizioni sulla Legge di Stabilità 2017 ascoltando la direzione regionale dell’Inps e le Associazioni del Terzo Settore.

Il direttore regionale dell’Inps, Maurizio Pizzicaroli, ha riferito sule attività dell’istituto riguardanti le prestazioni di sostegno al reddito, sottolineando la particolare complessità del settore, sia per il perdurare della crisi economica che per le importanti novità normative introdotte dal legislatore.

«Per quanto riguarda la Sardegna – ha spiegato Maurizio Pizzicaroli – emerge un dato in controtendenza col trend nazionale soprattutto sulla Naspi (nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego, per i rapporti di lavoro conclusi a partire dal 1°maggio 2015) che registra una durata molto bassa (8 mesi, la durata più bassa in assoluto su scala nazionale), segno che il mercato del lavoro locale è caratterizzato da un alto tasso di precarietà in una fascia molto ampia della popolazione attiva». «Sulla mobilità in deroga – ha proseguito Pizzicaroli – l’Inps sta definendo insieme alla Regione le procedure per la chiusura del 2014 che interessano una platea di 14.000 lavoratori, anche se a fronte di una disponibilità di 20 milioni mancano altri 60 milioni per la copertura totale delle prestazioni». «L’Inps – ha annunciato inoltre il direttore regionale – ha costituito una banca-dati per censire tutte le prestazioni sociali agevolate che provengono dal perimetro della pubblica amministrazione, un processo all’inizio perché finora solo 17 Comuni (pari ad una popolazione di 44.000 abitanti) hanno mandato le informazioni richieste».

Maurizio Pizzicaroli, infine, si è soffermato sui primi risultati del Sia (sostegno all’inclusione attiva) che in prospettiva dovrebbe rappresentare uno strumento di contrasto alla povertà insieme al Reis (reddito di inclusione sociale) recentemente introdotto dalla Regione. «Il piano nazionale – ha precisato il direttore regionale dell’Inps – è stato rimodulato per problemi di copertura finanziaria e di conseguenza è stata ristretta la platea degli aventi diritto, limitata ai nuclei familiari dove siano presenti minorenni, figli disabili, donne in stato di gravidanza accertata». «Le domande presentate in Sardegna – ha concluso – sono state 7.000 ma solo poco più di 2000 sono state accolte, un dato molto basso che evidenza la necessità di migliorare l’efficienza di questo strumento che, a parte l’erogazione di un sussidio attraverso una carta prepagata, prevede la preparazione di un progetto di attivazione lavorativa a cura dei servizi sociali dei Comuni in collaborazione con i centri per l’impiego, i servizi sanitari, le scuole ed i soggetti del Terzo Settore».

In un primo commento su questi dati, il presidente della commissione Franco Sabatini ha espresso, a proposito del Reis regionale per il quale bisognerà trovare un terreno di integrazione con il Sia nazionale, la sua preoccupazione per la mancanza di dati affermando che «non sappiamo niente delle persone che aiutiamo e rischiamo di dare molto a molti ma nulla a molti altri; su questo c’è un evidente problema strutturale del sistema dei servizi sociali».

Subito dopo è stata la volta della Associazioni del Terzo Settore. A nome della Fish Sardegna, il presidente Alfio Desogus ha richiamato l’attenzione della commissione sulla realtà di «oltre 40.000 disabili disoccupati, che possono avere una opportunità con percorsi formativi e tirocini presso le aziende». Desogus ha poi sollecitato l’incremento dello stanziamento di 3 milioni indicato nella Finanziaria 2016 per l’abbattimento delle barriere architettoniche, «perché è del tutto insufficiente a soddisfare le circa 1000 domande pervenute all’assessorato dei Lavori Pubblici».

A nome della Caritas, don Marco Lai messo in evidenza che «i centri di ascolto dell’associazione ci dicono che la povertà si è inasprita, riguarda una fascia di età molto ampia fra i 20 ed i 50 anni ed esprime con forza bisogni primari come quello della casa». Don Lai ha poi espresso apprezzamento per lo strumento del Reis, ricordando però che «la mancanza di coordinamento del settore pubblico rischia di vanificare buoni risultati che ci mettono all’avanguardia a livello nazionale nella protezione sociale».

Sul Reis, anche i rappresentanti del Forum del terzo Settore hanno manifestato preoccupazioni analoghe a quelle della Caritas, sottolineando che il contrasto alla povertà non può esaurirsi nell’erogazione su sussidi ma deve dare vita ad un progetto virtuoso di inclusione sociale “attiva” delle persone in difficoltà.

Un altro Forum, rappresentato da associazioni e famiglie impegnate per la piena attuazione della legge 162/98 che assicura sostegno alle persone con disabilità grave, ha lanciato un allarme per il taglio di 4 milioni contenuto nella Legge di Stabilità. Con questo taglio, secondo associazioni e familiari, perderebbe ogni sostegno circa 4000 disabili gravi ed almeno 1500 persone che si occupano di loro aprendo la strada ad una alternativa ospedaliera che costerebbe molto di più al servizio sanitario regionale (ben 58 milioni, secondo le stime del Forum).

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, presente alla riunione, ha assicurato l’impegno del suo gruppo e di tutta la commissione per il ripristino dello stanziamento.

Il presidente Sabatini, nelle conclusioni, ha riassunto le problematiche emerse nell’audizione in una domanda: «Perché la spesa sociale della Sardegna aumenta ma la povertà non diminuisce?»

«La risposta – ha osservato – interroga certamente la politica ma penso che tutto il sistema regionale pubblico abbia responsabilità e dimostri una inefficienza che va superata; subito dopo la Legge di Stabilità predisporremo le iniziative più adatte per verificare l’andamento dei diversi capitoli di bilancio della spesa sociale.»

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Circa 500 giovani, fra studenti universitari, quelli provenienti da diverse scuole superiori e del mondo delle associazioni cattoliche, hanno partecipato ai diversi laboratori tematici di questa mattina, allestiti nella sala congressi della fiera internazionale della Sardegna in occasione della XXX Marcia della Pace che si è svolta questo pomeriggio dal sagrato della Basilica di Bonaria per concludersi nel grande piazzale di viale Trento. Fra i partecipanti anche numerosi ragazzi immigrati ospiti delle strutture di accoglienza gestite dalla Caritas,  come segno di integrazione.

Nel corso dei laboratori gestiti da diverse associazioni, sono stati affrontati i seguenti temi: Obiezione di coscienza – Acli; Anti-tratta – Caritas; Immigrazione cinese – Università di Cagliari; Turismo etico e turismo etnico – Amici di Sardegna; Giovani e lavoro – progetto Policoro; Immigrazione e politica internazionale – Università di Cagliari; Camminando con i Rom e i Sinti – ufficio Migrantes della Diocesi di Cagliari, Povertà – Caritas; L’innocenza sotto le bombe – Sardegna pulita; Le mani ustionate per amore – Donne al traguardo; ludopatia e anti usura – Caritas; Cambiamenti climatici – Arci; Immigrazione e accoglienza – Caritas.

In apertura dell’iniziativa, don Angelo Pittau, promotore della Marcia, ha sottolineato: «Viviamo in un mondo di violenza globale, una violenza che constatiamo anche nella nostra Sardegna. I temi dei laboratori ci aiutano a riflettere su queste problematiche. Si stima che 250 milioni di persone nei prossimi anni cercheranno di lasciare i loro paesi a causa delle guerre e della miseria. Una violenza che opprime i deboli in una società che ‘scarta’, che crea povertà, che costringe i giovani a emigrare, che ruba ad essi il futuro. Ancora, la violenza dell’inquinamento, delle servitù militari, una violenza che ci porta talvolta, pur di trovare lavoro, a “lavorare per la morte degli altri”, ancora, la violenza degli omicidi, quella sulle donne.!

Ospite testimone della giornata è don Maurizio Patriciello, Parroco di Caivano (diocesi Aversa), che rivolgendosi ai giovani ha sottolineato: «Occorre partire dalla non-violenza come stile di vita, innanzitutto personale che parta dalle piccole cose, attraverso un cuore pacificato, sereno, ricordando che solo la pace è santa. Di fronte ai potentati, cosa possiamo fare? Sulla scia della Laudato si’ dovremmo stimolare i governi alla non-violenza: ciò non significa essere passivi ma essere presenti in una forma ‘non violenta’, dalle manifestazioni ai cortei a tutto ciò che può dare l’immagine di una partecipazione attiva e responsabile. Occorre anche saper dialogare con le istituzioni locali su questi temi».

«Ancora – ha sottolineato il parroco – dobbiamo conoscere cosa accade nel mondo, chi sono coloro che comandano, ma occorre anche sapere cosa accade nelle nostre città. Quando la povertà è dignitosa, è bello e da’ la forza di lottare. Quando invece la povertà è miseria, essa diventa pericolosa. Dobbiamo rifiutare gli atti di prepotenza, perché dietro essi c’è sempre qualcuno che paga anche con la vita. Non ci sarà mai pace senza giustizia.»

«Il percorso ha un significato particolare – sottolinea don Marco Lai delegato regionale della Caritas Sardegna e direttore della Caritas di Cagliari – perché parte dal Sagrato di Bonaria, punto di raduno simbolico ‘dal basso’  fino a piazzale Trento, sede della Presidenza della Regione, per portare all’attenzione della politica il grido dei poveri, con uno spirito di collaborazione e speranza, in modo che si possa avviare insieme delle progettualità comuni. Occorre ripartire dal concetto di pace a tutti i livelli, per costruire giustizia sociale.»

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Anche quest’anno la Marcia della Pace, giunta alla sua XXX edizione e svoltasi per la prima volta a Cagliari, ha rispettato le aspettative dei promotori (la Caritas di Ales-Terralba) e degli organizzatori (la Delegazione regionale Caritas Sardegna) coinvolgendo qualche migliaio di partecipanti, tra associazioni cattoliche e laiche, primi cittadini in fascia tricolore, sindacati, immigrati, preti, associazioni di volontariato, cittadini comuni, istituzioni comunali e regionali.

L’iniziativa ha preso il via poco dopo le 15 di questo pomeriggio nel Sagrato di Bonaria; a salutare i partecipanti, è stato il vescovo della diocesi di Ales-Terralba mons. Roberto Carboni, che ha sottolineato il lungo cammino svolto in questi trent’anni, partendo dai territori della Marmilla e del Medio Campidano, per giungere a Cagliari, raccogliendo l’appello di Papa Francesco e il suo messaggio per la 50ª Giornata mondiale della Pace. «Siamo uomini di buona volontà che, attraverso la loro presenza, desiderano formare un corteo per andare a costruire una società di pace, all’insegna della non-violenza. E questo lo chiediamo a chi governa il mondo, a chi detiene il potere economico e finanziario e a chi, in Sardegna, ha il dovere di varare politiche in cui la pace dell’uomo sia al primo posto».

C’è stato poi il saluto di mons. Giovanni Paolo Zedda, vescovo di Iglesias che ha voluto sottolineare come la violenza, nella società attuale, si presenta in diverse forme, all’interno delle famiglie, nella mancanza di posti di lavoro, nelle migrazioni forzate, nei disequilibri tra gli stati.

A salutare i manifestanti al momento del loro arrivo nel Piazzale Trento, don Marco Lai, delegato regionale della Caritas Sardegna, che ha sottolineato la grande partecipazione dei giovani fin dalla mattina durante i laboratori tematici in Fiera, ma anche quella dei tanti sindaci e delle associazioni cattoliche e laiche, impegnate tutti i giorni nel costruire la pace. «Ci ritroviamo insieme oggi – ha detto – per riflettere su nuove progettualità e per promuovere la pace come stile di vita, capace di illuminare il nostro agire quotidiano».

Ha preso poi la parola mons. Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari e presidente della Conferenza episcopale sarda, che ha evidenziato come la Marcia è la dimostrazione che, insieme, si può costruire la pace, e che, per rendere efficace il proprio impegno, la pace deve essere costruita innanzitutto in se stessi. Inoltre, «come ci sollecita papa Francesco – ha detto – ciascuno di noi è chiamato a compiere gesti concreti per raggiungere la pace».

«Abbiamo un cuore che non si accontenta mai, perciò invochiamo la pace»: così ha esordito don Maurizio Patriciello, ospite-testimone della Marcia, parroco di Parco verde di Caivano (diocesi di Aversa), territorio conosciuto come “la terra dei fuochi”. Testimone dell’oppressione camorristica nella sua città, il parroco ha esortato i giovani a combattere per la pace, a non ‘rottamare’ nessuno perché la nostra società ha bisogno della saggezza degli anziani, così come della presenza dei bambini. «La guerra scoppia dove c’è ingiustizia – ha detto – perciò vi esorto a eliminare ogni forma di ingiustizia». «Siamo chiamati a piantare un seme – ha concluso – ma ricordiamoci che se piantiamo un seme cattivo nasce una pianta cattiva, se invece piantiamo un seme buono cresce una pianta buona».

Don Angelo Pittau, ideatore della marcia nel 1987 ha concluso la manifestazione ringraziando tutti i partecipanti, e sottolineando come anche quest’anno la Marcia «ha unito tanti uomini di buona volontà, ha consentito di superare ideologie, diversità di cultura, di fedi, di schieramenti politici, di razza, lasciandosi alle spalle ogni divisione».

Fra i rappresentati istituzionali sono intervenuti Luisa Anna Marras, vicesindaco di Cagliari che si è detta “lusingata” del fatto che finalmente la Marcia della Pace sia stata ospitata a Cagliari, e Raffaele Paci, vicepresidente della Giunta regionale che ha annunciato il varo della manovra finanziaria che contiene diverse iniziative finalizzate a sostenere il lavoro e a fronteggiare le problematiche di disagio sociale.

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Fervono gli ultimi preparativi per la XXX Marcia della Pace promossa dalla diocesi di Ales-Terralba e organizzata dalla Delegazione Caritas Sardegna che per la prima volta si svolgerà a Cagliari il 29 dicembre prossimo.

La macchina organizzativa non ha rallentato nemmeno nei giorni di Natale e al comitato promotore stanno giungendo ancora adesioni di gruppi spontanei e associazioni di volontariato che domani sfileranno per le vie cittadine partendo, alle ore 15.00, dal sagrato della Basilica di Bonaria.

Il corteo percorrerà viale Diaz, via Roma, viale Trieste per concludersi nel grande piazzale di viale Trento dove, fra gli altri, interverranno le autorità civili e religiose e don Maurizio Patriciello, parroco a Prato Verde di Caivano, meglio noto come “la terra dei fuochi”.

La Caritas diocesana di Cagliari attraverso il Gruppo Diocesano di Educazione alla Mondialità (GDEM) la mattina del 29 dicembre 2016 organizza nella Sala Congressi (lato Coni) della Fiera internazionale della Sardegna una serie di laboratori tematici rivolti agli studenti delle Scuole Superiori, agli studenti delle Università, ai volontari del Servizio Civile Nazionale ed ai giovani richiedenti asilo ospiti nelle strutture di accoglienza della provincia di Cagliari.

Si intende, così, fornire ai giovani una formazione multidimensionale affrontando le tematiche della povertà, della diseguaglianza, dell’inclusione sociale, del lavoro, della multiculturalità, dell’immigrazione, delle minoranze etniche e dell’ecologia, alla luce del tema della Marcia della pace 2016: “La non violenza: stile di una politica per la pace”, che riprende il titolo del messaggio di Papa Francesco del prossimo primo gennaio 2017, in occasione della 50ª Giornata mondiale della Pace.

I laboratori, saranno coordinati da Caritas diocesana Cagliari, Sardegna Pulita, Progetto Policoro, Fondazione Sant’Ignazio da Laconi, ACLI, Donne al Traguardo, Ufficio Antitratta Caritas di Cagliari, La Rosa Roja, Migrantes, Università di Cagliari, Amici di Sardegna, AIFO.

PROGRAMMA DELLA MATTINA

Ingresso: Fiera internazionale della Sardegna, lato CONI

9.00/9.30 – 10.00 Accoglienza e registrazione studenti

10.00 – 10.30 Sala congressi: Saluti di Don Marco Lai e Don Maurizio Patriciello

10.45 – 12.15 Laboratori

12.30 – 13.00 Sessione Plenaria

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Sarà don Maurizio Patriciello il 29 dicembre, il testimone ospite della XXX Marcia della Pace promossa dalla Caritas della Diocesi di Ales-Terralba e organizzata per la prima volta a Cagliari dalla Delegazione regionale della Caritas, in collaborazione con le diocesi della Sardegna, gli uffici diocesani della Diocesi di Cagliari, gli uffici della Pastorale Sociale e del Lavoro, della Pastorale Giovanile, numerose associazioni cattoliche e laiche, le confederazioni sindacali, l’Alleanza contro la Povertà, la Tavola della Pace e altre realtà della società civile.

Don Maurizio Patriciello, parroco a Prato Verde di Caivano, territorio conosciuto come “la terra dei fuochi”, da anni è impegnato contro il degrado ambientale causato dalle discariche di rifiuti pericolosi volute dalle organizzazioni camorristiche che lucrano con essi, inquinando l’aria, avvelenando la terra e le falde acquifere e provocando numerosi morti per tumore e leucemia. Ancora, a Parco Verde di Caivano, quartiere sorto dopo il sisma del 1980, lo spaccio produce un business da 100 milioni di euro all’anno. È facile avvertire fetori terribili su cui si ha il sospetto che nell’aria vengano liberati rifiuti industriali bruciati illegalmente. «A volte, per la puzza, non si riesce a celebrare la Messa e nelle notti d’estate non si dorme, a causa del caldo asfissiante nonostante i termoconvettori funzionino regolarmente». Don Maurizio commenta come «una benedizione» l’enciclica di Papa Francesco “Laudato Sì” e apprezza particolarmente quando papa Francesco parla dell’ambiente nell’ottica del disegno di Dio: un giardino coltivato e custodito per chi verrà dopo e ancora, l’uomo non deve soggiogare la terra per uno sfruttamento selvaggio, ma la si deve curare perché le risorse come l’acqua non sono infinite.

Ad assistere alle sue celebrazioni liturgiche sono sempre in tanti, provenienti anche da altri paesi per sentire le parole di quello che oramai è definito “un testimone fedele”.

Don Patriciello porta sempre al collo il Tau, il simbolo francescano, che gli ricorda l’amore per San Francesco. Nonostante l’ammirazione per il Santo di Assisi, ha preferito diventare prete secolare spiegando così la sua scelta: «No, francescano no: con quell’austerità sarei morto, mica sono un supereroe!», dice ridendo. E nella chiesa al Parco Verde di Caivano, c’e anche bisogno di un sorriso per sdrammatizzare. E don Maurizio, questo lo sa bene nonostante le minacce di morte ricevute e ripetute, da parte della malavita organizzata.

L’appuntamento è il 29 dicembre, alle 15.00, presso il Sagrato della Basilica di Bonaria con la preghiera introduttiva guidata dal Vescovo di Ales-Terralba mons. Roberto Carboni e da mons. Giovanni Paolo Zedda, Vescovo delegato della Conferenza episcopale sarda per il servizio della carità, e la partenza della Marcia, che seguirà il seguente percorso: Viale Diaz, Via Roma, Viale Trieste, Piazzale Trento, con i saluti del sindaco di Cagliari Massimo Zedda, di mons. Arrigo Miglio, Arcivescovo di Cagliari e presidente della Conferenza episcopale sarda, degli altri rappresentanti delle istituzioni, del delegato regionale Caritas don Marco Lai, di alcuni rappresentanti del Comitato Promotore; a seguire, la testimonianza di don Maurizio Patriciello, il messaggio dei giovani e le conclusioni di don Angelo Pittau.

Il 29 mattina (alle ore 9.30, arrivo e iscrizione ai workshop) si svolgeranno i percorsi formativi dedicati ai giovani nell’ambito del Seminario “Giovani Artigiani di Pace”, presso la Fiera internazionale, coordinati dalla Caritas diocesana Cagliari, dall’Università degli Studi di Cagliari, ACLI, AIFO, ARCI, Fondazione Sant’Ignazio da Laconi, La Rosa Roja, Legambiente, Progetto Policoro, Ufficio Migrantes.

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È stato presentato questa mattina il programma della XXX Marcia della Pace che si svolgerà per la prima volta a Cagliari il prossimo 29 dicembre.

A introdurre la conferenza, don Angelo Pittau, direttore della Caritas di Ales-Terralba e promotore della manifestazione fin dal 1987 a Sardara, che ha sottolineato come la Marcia «vuole essere contro ogni tipo di violenza, quella che la Sardegna subisce, ma anche quella che essa genera: dalle servitù militari e dalla fabbricazione di bombe al degrado e allo spopolamento del territorio, dalla povertà che avanza agli omicidi e femminicidi e la violenza del non-lavoro».

Il delegato regionale Caritas don Marco Lai ha sottolineato che la Marcia della Pace «deve aiutarci a costruire una cultura e una civiltà di pace». Alla Marcia parteciperanno il mondo della Chiesa, il Terzo Settore, il volontariato, cittadinanza attiva, i sindacati, e anche gli immigrati e il popolo Rom. «Occorre promuovere politiche di pace che siano davvero inclusive per tutti – ha sottolineato -. Sarebbe bello che tutti i sindaci della Sardegna possano essere presenti perché tutte le volte che ci si incontra e si cammina insieme si possono ottenere risultati importanti per la nostra casa comune, in un impegno di equità e giustizia sociale».

Mons. Arrigo Miglio, Arcivescovo di Cagliari e presidente della Conferenza episcopale sarda, ha sottolineato come questo evento, che giunge a Cagliari per la prima volta dopo 30 edizioni, «ci aiuta ad allargare gli orizzonti e a non fermarci ai problemi locali, ricordando al tempo stesso che l’impegno per la pace comporta ricadute positive anche per il nostro territorio». «Basti pensare a quanti sbarcano nella nostra isola e che provengono da paesi di guerra: se cresce la cultura della pace – ha precisato – diminuisce il fenomeno della mobilità forzata. Dobbiamo radicare la cultura della pace: i singoli problemi possono essere superati solo costruendo una cultura della pace condivisa. Ciò aiuterà a prepararsi alla 50.a Giornata mondiale della Pace del primo gennaio 2017, voluta da Papa Paolo VI e che si lega strettamente alla nostra iniziativa in Sardegna».

Presenti anche Guido Portoghese, presidente del Consiglio comunale di Cagliari, Ferdinando Secchi, Assessore comunale delle politiche sociali e salute del Comune di Cagliari. Portoghese ha sostenuto che l’Amministrazione comunale è onorata di ospitare in città questo importante avvenimento e che con la Marcia della Pace Cagliari intende consolidare l’idea di diventare la “porta” della Sardegna; anche Secchi, intervenendo a nome del sindaco Massimo Zedda, si è dichiarato felice di ospitare la XXX edizione della Marcia della Pace e si è detto certo che la città e i cittadini daranno una risposta molto forte contro ogni tipo di violenza, a favore dell’accoglienza, per chiedere un lavoro dignitoso e la salvaguardia dell’ambiente.

Ospite-testimone di questa XXX Marcia della Pace sarà don Maurizio Patriciello, parroco di Prato Verde di Caivano alla periferia di Napoli, conosciuto come il prete della “Terra dei fuochi”, impegnato in prima linea contro il degrado e l’inquinamento provocato dalle organizzazioni malavitose.

Si comincerà la mattina (alle ore 9.30, arrivo e iscrizione ai workshop) con i percorsi formativi dedicati ai giovani nell’ambito del Seminario “Giovani Artigiani di Pace”, presso la Fiera internazionale, coordinati dalla Caritas di Cagliari, dall’Università degli Studi di Cagliari, ACLI, AIFO, ARCI, Fondazione Sant’Ignazio da Laconi, La Rosa Roja, Legambiente, Progetto Policoro, Ufficio Migrantes.

Alle 15.00, il raduno nel Sagrato della Basilica di Bonaria, con la preghiera introduttiva guidata dal vescovo di Ales-Terralba mons. Roberto Carboni e da mons. Giovanni Paolo Zedda, Vescovo delegato della Conferenza episcopale sarda per il servizio della carità, e la partenza della Marcia, che seguirà il seguente percorso: Viale Diaz, Via Roma, Viale Trieste, Piazzale Trento, con i saluti del sindaco di Cagliari Massimo Zedda, di mons. Arrigo Miglio, Arcivescovo di Cagliari e presidente della Conferenza episcopale sarda, degli altri rappresentanti delle istituzioni, del delegato regionale Caritas don Marco Lai, di alcuni rappresentanti del Comitato Promotore; a seguire, la testimonianza di don Maurizio Patriciello, il messaggio dei giovani e le conclusioni di don Angelo Pittau.

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Venerdì 16 dicembre, alle ore 10,30, nel palazzo Comunale di Cagliari, in via Roma 145, si svolgerà la conferenza stampa di presentazione della XXX MARCIA DELLA PACE promossa dalla Caritas della Diocesi di Ales-Terralba, e organizzata dalla Delegazione regionale Caritas Sardegna, in collaborazione con le diocesi della Sardegna, gli uffici diocesani della Diocesi di Cagliari, gli uffici della Pastorale Sociale e del Lavoro, della Pastorale Giovanile, numerose associazioni cattoliche e laiche, le confederazioni sindacali, l’Alleanza contro la Povertà, la Tavola della Pace, il CSV Sardegna Solidale e altre realtà della società civile.

Quest’anno, la Marcia, per la prima volta si svolgerà a Cagliari nel pomeriggio del 29 dicembre 2016 con inizio alle ore 15.

«Il tema scelto – ha precisato don Angelo Pittau promotore dell’iniziativa fin dalla sua prima edizione svoltasi a Sardara nel dicembre del 1987 – è lo stesso del messaggio di Papa Francesco per la 50ª Giornata mondiale della Pace del primo gennaio 2017, istituita da Papa Paolo VI nel 1968: “La non violenza: stile di una politica per la pace”.»

Alla conferenza stampa saranno presenti:

– mons. Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari e presidente della Conferenza Episcopale Sarda;

– don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana di Cagliari e delegato regionale Caritas Sardegna;

– don Angelo Pittau, presidente del comitato promotore della Marcia della Pace e direttore della Caritas diocesana di Ales-Terralba;

– Massimo Zedda, sindaco di Cagliari;

– i rappresentanti delle organizzazioni che hanno costituito il Comitato promotore della Marcia 2016.

Nel corso della conferenza stampa saranno presentate modalità, obiettivi, itinerario e l’ospite-testimone che ha raccolto l’invito a partecipare alla Marcia di quest’anno e che terrà il discorso conclusivo.

La Marcai della Pace lo scorso anno si svolse a Carbonia. Ripubblichiamo l’album fotografico di quella giornata.

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E’ stato presentato stamane, nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Villa Devoto, a Cagliari, il “Report Caritas su povertà ed esclusione sociale in Sardegna 2016“.
All’incontro con la stampa erano presenti mons. Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari e presidente della Conferenza Episcopale Sarda, mons. Giovanni Paolo Zedda, vescovo delegato della CES per il servizio della carità; don Marco Lai, direttore della Caritas di Cagliari e delegato regionale Caritas Sardegna; Raffaele Callia, direttore della Caritas di Iglesias e responsabile del Servizio Studi e Ricerche della Caritas regionale.
La povertà relativa delle famiglie è risultata in leggero calo nel 2015 sul 14,9%, rispetto al 15,1% del 2014 per un totale di 107.400 famiglie (dati Istat), ma la Caritas ha registrato un aumento delle richieste di aiuto o di un sostegno economico. Nel 2015 ben 7.867 persone si sono rivolte ai 50 centri di ascolto della Caritas in 32 comuni sardi, e nel 2016 questo numero ha continuato a crescere, tanto che si stima che a fine anno possa arrivare a sfiorare il tetto delle 10.000 persone.

A chiedere aiuto sono stati soprattutto cittadini italiani (70,4%) maschi (le donne sono state 3.918, il 49,8%) di età compresa tra i 45 e i 49 anni, mentre l’età media è di 47,4 anni (i quarantenni coprono un quarto del totale con il 26,1%). Tanti anche i cinquantenni: oltre mille persone. Si tratta di persone fragili che vivono in famiglie con disagio, ma aumenta anche la quota dei single (29,6% rispetto al 28,2% del 2014) e dei separati o divorziati (da 11,8% del 2014 a 12,3% del 2015).

Tutti i dati sono consultabili nel Report allegato.

«Siamo molto attenti al tema delle povertà, destinando risorse ma soprattutto badando a ottenere risultati – ha commentato il presidente Francesco Pigliaru -. Usciamo lentamente da una profonda crisi internazionale. Globalizzazione e tecnologia stanno cambiando lo scenario dell’occupazione, facendo perdere posti di lavoro o sostituendo le professioni attuali con altre. In questo cambiamento, che anche la Sardegna si trova ad affrontare, sappiamo di dover intervenire tenendo conto delle povertà presenti e di quelle future. Per questo non dimentichiamo i destini individuali, consapevoli che bisogna pensare per esempio a chi è stato sfortunato e non ha più un’età per reinventarsi. Va in questa direzione il Reddito di Inclusione Sociale, fortemente voluto dalla nostra maggioranza. Ma è necessario – ha concluso Francesco Pigliaru – tener conto della povertà del futuro e spezzare la catena che rischia di trasmettere la povertà dalle famiglie ai loro figli: vogliamo che l’ascensore sociale funzioni e per riuscirsi bisogna passare attraverso l’istruzione. In questo senso il progetto Iscol@ è un nostro grande investimento sulle povertà.» 

«La Regione è attivamente in campo per fronteggiare la povertà – ha detto l’assessora del Lavoro Virginia Mura -, tra le regioni del Mezzogiorno siamo di gran lunga quella che fornisce la maggiore quantità di risorse per favorire l’inclusione sociale. Confido che con i nuovi Centri per l’impiego che stiamo modellando in attuazione della Riforma, avremo presto delle strutture pienamente efficienti che svolgeranno un ruolo attivo nella presa in carico delle persone, soprattutto quelle maggiormente in difficoltà, per le quali saranno disegnati percorsi individuali e personalizzati, affinché quando possibile possano rimettersi in gioco e sfuggire a un destino di povertà. Non dimentichiamo – ha concluso l’assessore del Lavoro – che le nostre misure agiscono sul campo non solo del contrasto al fenomeno, ma anche della prevenzione. Il lavoro è certamente il migliore antidoto alla povertà, ed è anche per questo che tutto il nostro impegno è rivolto a favorire nuove occasioni di occupazione, sia per chi l’ha perduta che per chi non l’ha mai avuta.»