27 April, 2024
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Prosegue nella suggestiva location del nuraghe Diana, sulla Baia Azzurra in località Is Mortorius, il programma ‘Incanti’, finalizzato alla valorizzazione del sito archeologico. La rassegna prevede una serie di iniziative culturali di vario tipo aperte al pubblico, che proseguiranno ben oltre l’estate con l’obiettivo di promuoverne la conoscenza. Anche questo weekend sono in programma visite guidate al Nuraghe, a cura della Responsabile scientifica del progetto, l’archeologa Patrizia Zuncheddu. Sia sabato che domenica il sito è visitabile dalle 19.00 alle 21.00. I primi rilievi del complesso risalgono agli anni ’50 ad opera di Enrico Atzeni, mentre le indagini di scavo partirono nel 2000. Si classifica tra i nuraghi complessi: risulta composto da una torre principale con copertura a tholos e da tre torri collegate da cortine murarie che delineano una planimetria triangolare. È datato tra la fase del Bronzo finale e la prima età del Ferro. Sabato 17, dalle 21.00 e a seguire sino alle 23.00, sarà possibile assistere al concerto del trio acustico RAM, formazione composta da Alberto Pantaleo, Matteo Porcu e Riccardo Caredda. Domenica 18, dalle 21.00, è invece prevista la performance del compositore e musicista polistrumentista Nicola Agus, che abbracciando sonorità di tutto il bacino mediterraneo, crea un genere musicale molto personale, con le launeddas come strumento principe.

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A Villanovaforru, sabato 27 luglio e domenica 28 luglio 2019, seconda edizione di “Archeomeet. Incontri e scontri sull’archeologia sarda”. “Archeomeet” ha un solo obiettivo, far dialogare i professionisti dell’archeologia con i cultori di questa materia. I cosiddetti “esperti” con i semplici appassionati: un incontro non sempre facile, che in passato ha provocato scintille. Con la giusta moderazione e con un po’ di attenzione, invece, il dialogo è possibile.

Ecco il programma della manifestazione.

Sabato 27 luglio
ore 18.00 – Piazza Costituzione
Presentazione del volume Archeomeet. Archeologia e divulgazione in Sardegna
Fabio Pinna intervista gli autori.

Il volume riporta le trascrizioni dei dibattiti tenutisi per la prima edizione di “Archeomeet”, nel 2018. I dibattiti riguardano temi cruciali come il rapporto tra accademia e divulgazione, le connessioni tra archeologia e geologia, il ruolo degli Shardana nella protostoria sarda, i Giganti di Mont’e Prama.

Fabio Pinna è docente di Archeologia Medioevale all’Università di Cagliari e da anni è impegnato nel far dell’archeologia una disciplina partecipata e mezzo di costruzione dell’identità nelle comunità locali. Interverranno gli autori Ilaria Montis, Nicola Dessì, Matteo Tatti, Luigi Sanciu, Alfonso Stiglitz, Fiorenzo Caterini, Maurizio Onnis, Giacomo Paglietti.

ore 19.00 – Piazza Costituzione
I nuragici scrivevano? Discussione sulla scrittura al tempo dei nuraghi
Intervengono: Raimondo Zucca, Gigi Sanna
Modera: Giorgio Galleano.

L’esistenza di una scrittura nuragica è da molti anni al centro delle dispute sulla protostoria sarda. Per la prima volta ne discutono in pubblico Raimondo Zucca, archeologo e docente all’Università di Sassari e Gigi Sanna, insegnante e divulgatore. Modera Giorgio Galleano giornalista e inviato del Tg3, autore del recente servizio sui “Tesori troppo nascosti” della Sardegna nella rubrica FuoriTg.

Domenica 28 luglio
ore 18.30 – Piazza Costituzione
Archeoastronomia in Sardegna: gli antichi sardi e le stelle
Intervengono: Marina De Franceschini, Michele Forteleoni, Paolo Littarru
Modera: Giorgio Galleano.

L’archeoastronomia è una disciplina scientifica accreditata nelle università di tutto il mondo, ma è praticamente assente in Italia. Su questo tema e sulle recenti novità si confronteranno Marina De Franceschini archeologa e autrice delle scoperte archeoastronomiche di Villa Adriana-Tivoli e del Pantheon di Roma, Michele Forteleoni, curatore del “2° Convegno internazionale di Archeoastronomia in Sardegna” e Paolo Littarru autore del recente libro Il contadino che indicava la luna. Storia di un cambio di paradigma nell’archeologia sarda. Modera ancora il tema Giorgio Galleano.

Ore: 21.30 – Anfiteatro Santa Marina
Recital Dalla Luna ai Menhir
Voce recitante: Rita Atzeri
Musiche e launeddas: Nicola Agus.

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Dopo l’anteprima in musica con il concerto degli Snarky Puppy a Fordongianus, anche il teatro trova spazio tra gli eventi che fanno da preludio al ricco corpus del festival Dromos, che dal primo al 15 agosto concentrerà la sua ventunesima edizione tra Oristano e altri centri della sua provincia – Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Mogoro, Morgongiori, Neoneli, Nureci, San Vero Milis, Ula Tirso e Villa Verde, con uno “sconfinamento” nel Nuorese, a Ortueri, ed un’appendice il 31 agosto a Bauladu.
Questa sera, nel magnifico scenario dell’area archeologica di Tharros, in territorio di Cabras, primo appuntamento con il trittico di spettacoli proposti sotto il titolo “Parole alla luna”: in scena, con inizio alle 21.30 ed ingresso libero, la “Medea” rappresentata dal gruppo teatrale del Liceo Classico “De Castro” di Oristano, con la regia e l’allestimento di Matteo Loglisci. La controversa protagonista della tragedia di Euripide che, sedotta e abbandonata, per vendicarsi uccide i figli, è interpretata da Sara Abis, affiancata da Mattia Capotosto (Giasone), Agata Casula (nutrice), Ludovica Maccioni (pedagogo/Egeo), Vittoria Vacca (pedagogo), Sebastiano Corona (Creonte), Elisabetta Pippia (nunzio), Gioia Muroni (Glauce), Anna Murgia, Michela Fadda, Giorgia Mandras, Ruben Contini (coro). L’opera, nella traduzione di Maria Grazia Atzeni e Gianluca Pietro Raffaele Arca, è stata rappresentata lo scorso 25 maggio nell’antico teatro greco di Akrai, a Palazzolo Acreide, dove il gruppo teatrale degli studenti del liceo classico oristanese è stato selezionato, unico in Sardegna, e per la terza volta consecutiva, dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico per partecipare al Festival del Teatro Classico dei Giovani che si svolge ogni anno nella cittadina sicula, contemporaneamente alla stagione del teatro Classico di Siracusa.
Prossimi spettacoli in programma per la rassegna “Parole alla luna”, “Era l’allodola?”, di e con Daniele Monachella e Carlo Valle, in scena nell’area archeologica di Tharros il 13 agosto, e, il 24, “Dalla luna ai menhir“, di Bepi Vigna, una produzione della compagnia cagliaritana Il Crogiuolo con la voce recitante di Rita Atzeri e Nicola Agus alle launeddas.

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Sabato 8 giugno, alle 10.30, a Villa Carboni (Via San Michele, 60), verrà presentato “Memorie di un anello”, il nuovo libro di Ada Lai, edito da Palabanda Edizioni.

Dalla Corsica alla Sardegna, prima in Gallura e, infine, a Cagliari, con i sentimenti più profondi che solo il capoluogo isolano sa stimolare e coltivare.

Un racconto che parte dal 1700, con vicende appassionanti e personaggi che si intrecciano con un robusto filo che li tiene insieme, e con un simbolo, un anello, che passando di mano in mano narra la sequenza di generazioni in un percorso dettato da una tradizione familiare divenuta nel tempo una romantica legge da rispettare con orgogliosa convinzione.

Alla presentazione del libro, insieme all’autrice, interverranno Maria Francesca Chiappe e Gianni Filippini, celebri giornalisti e scrittori, mentre le letture saranno affidate a Lia Careddu, con l’accompagnamento della preziosa musica di Nicola Agus e i video realizzati da Daniela Zedda, autrice anche della copertina del libro.

“Memorie di un anello” è la seconda opera di Ada Lai, già autrice de “La straordinaria storia Francesca Sanna Sulis. Donna di Sardegna”, libro che ha ricevuto numerosi consensi.

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Sarà il Conservatorio “Giovanni Pierluigi da Palestrina” ad ospitare, sabato 11 maggio alle 10,30, l’inaugurazione della 23ª edizione di Cagliari Monumenti aperti, la manifestazione che per l’intero fine settimana toglie i lucchetti ai tesori della città. L’evento è il frutto dell’accordo firmato a febbraio tra l’istituzione musicale e la Onlus Imago Mundi, organizzatrice di Monumenti aperti. Un accordo che prevede una collaborazione sempre più stretta tra i due enti.

Non è tutto, perché in occasione della manifestazione anche quest’anno il “Da Palestrina” propone una nutrita proposta di eventi: nelle due giornate di sabato e domenica l’istituzione sarà presente in diversi siti per proporre dei momenti musicali che vedranno protagonisti i suoi studenti. Nella sola giornata di sabato sarà inoltre possibile partecipare a delle visite guidate organizzate all’interno dei suoi spazi di piazza Porrino.

Le visite guidate. Sono in programma nella giornata di sabato dalle 9.00 alle 18.00. E’ previsto un percorso a tappe lungo il quale sarà raccontato come è fatto il Conservatorio, come si svolgono le lezioni, quale aria si respira nella vita di tutti i giorni dell’istituzione musicale.

I concerti. Nel Castello di San Michele la chitarrista Giulia Piga musicherà i racconti degli studenti dell’istituto tecnico De Sanctise proporrà un repertorio di diversi brani per chitarra. Nel Ghetto di Santa Croce si esibiranno l’ensemble di Fiati guidato dal maestro Luigi Muscio e quello di chitarre guidati dal maestro Flaviano Dessalvi. E’ in programma anche l’esibizione di launeddas del giovane Nicola Agus, che proporrà musiche da lui stesso composte. Musica anche nella Chiesa di Santa Rosalia con i concerti d’organo curati dalle docenti Antonella Ferru e Livia Sandra Frau. L’organo risuonerà anche nella Chiesa del Santo Sepolcro con i concerti a cura del Maestro Angelo Castaldo.

Anche l’auditorium del Conservatorio ospiterà dei concerti: sono previste esibizioni degli studenti delle classi di Pianoforte guidate da Rares Saghin, Teresa Zanda, Francesca Giangrandi, Giulio Biddau, Gabriela Mereu, Marcella Murgia, Stefano Figliola e Francesca Carta. Nella due giorni l’Auditorium ospiterà anche i concerti delle classi di violino di Maria Elena Runza e Francesco Vargiu e di quelle di Musica da camera guidate da Alessandra Giura Longo e Michele Nurchis.

Durante i concerti, saranno proposte le pagine più belle della musica di tutti i tempi da Bach a Mozart, da Prokfiev a Scott Joplin sino alle composizioni scritte per le launeddas.

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Secondo appuntamento per “Il trittico dei ribelli”, la mini rassegna proposta da Il Crogiuolo, sotto la direzione artistica di Rita Atzeri. Dopo Paskedda Zau, eroina popolare di “Su Connottu”, oggi alle 21.00, nella Sala Bancri dello spazio Fucina Teatro nel centro culturale La Vetreria di Pirri, sarà “Paska Devaddis” di Michelangelo Pira, in un adattamento per voce e launeddas con Rita Atzeri e Nicola Agus. La narrazione scenica della storia della giovane di Orgosolo, vissuta e morta nel 1913 in latitanza per le sue cagionevoli condizioni di salute, vittima, probabilmente innocente, di una faida sanguinosa che per dodici anni, dal 1905 al 1917, sconvolse il paese barbaricino a causa della disamistade fra le famiglie dei Cossu e dei Corraine.

“Paska Devaddis” è il testo teatrale scritto per l’ascolto radiofonico (venne registrato per Radio Cagliari) da Michelangelo Pira, giornalista, antropologo, scrittore bittese scomparso nel 1980, e pubblicato postumo nel 1981 dalle Edizioni Della Torre nel volume “Paska Devaddis – Tre Radiodrammi per un Teatro dei Sardi”. Una figura, quella della giovane donna orgolese, dolente e coraggiosa insieme, più fragile fanciulla che banditessa, che ispirò una leggenda popolare e Pira, profondo studioso del mondo barbaricino e cantore della società pastorale. L’opera è stata più volte trasposta sulla scena: importante e simbolica rimane la rappresentazione creata nel 1999 da Theodoros Terzopoulos, regista greco di fama internazionale, per il Teatro di Sardegna, con Lia Careddu protagonista.

«La nostra operazione – spiega Rita Atzeri – è nata volendo creare una nuova drammaturgia tratta dai tre radiodrammi di Michelangelo Pira, di cui abbiamo cercato di fondere diverse situazioni narrate, riconducendole a un unico filo conduttore dove a parlare è Paska in prima persona, che racconta le sue vicende. La musica di Nicola Agus – suonatore di launeddas che sposa la tradizione del suo strumento con l’innovazione delle sonorità contemporanee – sottolinea e accompagna questo percorso. Raccontiamo – conclude Rita Atzeri – una storia che mostra come il conflitto fra un contesto sociale, complesso, e le leggi dello Stato possa portare, condizionando anche il ruolo e il destino degli individui, ad atti di forte ribellione.»

Per 12 anni, dal 1905 al 1917, Orgosolo visse una sanguinosa faida che vedeva contrapposte le famiglie Cossu e Corraine. Nel paese barbaricino si formarono due fazioni, facendo scaturire una lotta violenta costellata di omicidi, che lo Stato, per assenza o debolezza, non riusciva a fermare. In questo contesto crebbe Paska, ancora bambina quando iniziò la faida. Apparteneva a una famiglia benestante, quella dei Devaddis, alleata con i Corraine. Quando era giovanissima suo fratello venne accusato dell’omicidio di un uomo appartenente alla fazione dei Cossu. Alcuni testimoni raccontarono che anche Paska era presente sul luogo del delitto. Per questo fu spiccato un mandato di cattura nei suoi confronti, anche se quasi sicuramente era innocente, e così i Devaddis furono costretti a darsi alla macchia. La giovane, non ancora venticinquenne, seguì i familiari nella latitanza insieme al suo fidanzato, ma, già ammalata, dopo pochi mesi morì, forse di stenti, probabilmente di tubercolosi. Era il 1913. I suoi compagni di latitanza per rispettare il loro codice d’onore (secondo quello barbaricino chi moriva latitante senza fare ritorno alla propria casa era condannato in eterno al disonore) trasportarono, molto audacemente, il suo corpo fino alla casa natale, attraversando Orgosolo asserragliato dagli uomini della fazione opposta e presidiato dalle forze dell’ordine. Vestirono Paska con l’abito da sposa, la distesero sul suo letto, salvandola dal disonore. L’autopsia svelò che era ancora vergine.

Nel 1917 si tenne a Sassari il cosìddetto “Processone”, che vide sfilare una lunga serie di imputati e testimoni, per tentare di dirimere la disamistade di Orgosolo. La sentenza fece scalpore: nessun colpevole. Nonostante la catena di omicidi che insanguinò il paese, gli imputati vennero tutti assolti. “Paska Devaddis”, se fosse sopravvissuta, sarebbe stata dichiarata innocente.

La rassegna “Trittico delle ribelli” è finanziata dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione della Regione Autonoma della Sardegna.

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Un weekend tutto da vivere, dalle 10.00 del mattino sino a tarda sera. InvitaS 2018 si prepara al gran finale, dopo il boom di visitatori dei primi due giorni: la Fiera di Cagliari “rinasce” e ritorna ai tempi d’oro grazie alle centinaia di stand visitabili e ben dieci “percorsi del gusto”. L’ingresso è gratuito per tutti: nessun biglietto per poter entrare nei tantissimi metri quadri pieni di sapori e saperi della Sardegna. Dal cibo alla tradizione, c’è spazio davvero per tutte le unicità dell’Isola al centro del Mediterraneo.

Sabato 3 novembre, spazio alle maschere barbaricine dei Boes e Merdules di Ottana. Stand aperti dalle dieci, alle 11.00 e alle 17.00 appuntamento al padiglione I con la realizzazione e dimostrazione su come si realizza la fede campidanese a cura dell’orafa Angela Sanna. La sfilata delle antiche maschere della Barbagia parte, puntuale, alle 18.30. Alle 20.00 l’esibizione canora a cura della cantante Federica Cabras, che esegue dal vivo alcuni brani sardi, alle 21.00 il suonatore di launeddas Nicola Agus. Domenica quattro novembre, l’ultima giornata, è impreziosita dal Medioevo e dal Rinascimento in Sardegna. Alle 11.00 il corteo storico medioevale e rinascimentale a rappresentare la storia della Sardegna. Rappresentano il Medioevo il gruppo dei tamburini e musici dell’associazione Castello di Siviller Marchesato di Villasor, associazione di Guasila, associazione di Dolianova e dell’associazione “La Farandola” di Ussana. A seguire balli medioevali e rinascimentali e lotta con la scherma. Alle sedici ancora balli medioevali a cura dell’associazione “La Farandola” di Ussana, con il coinvolgimento del pubblico. Alle 17.00 danze rinascimentali con l’associazione Castello di Siviller Marchesato di Villasor. Alle 18.00 la sfilata delle “Donne di Sardegna”, a cura dell’associazione Libera, mezz’ora più tardi la sfilata della collezione di Franca Sirigu di abiti e stoffe rappresentanti la Sardegna. Alle venti ultimo grande appuntamento inserito nel calendario di InvitaS 2018: l’associazione “La Farandola” di Ussana presenta lo spettacolo notturno dello sputafuoco con le bolas e le clave infuocate con la partecipazione del maestro Anry Usma dal passato circense presso il circo Lu Soleil de Paris. A seguire balli medioevali per tutti.

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In migliaia alla Fiera di Cagliari per la prima giornata di InvitaS 2018. Tutti gli stand sono stati presi d’assalto, l’ingresso è gratuito. Cresce l’attesa per le maschere di Fonni e la sfilata delle “Donne di Sardegna”.

L’assalto ai dieci punti ristoro è stato continuo. Dopo la maxi parata inaugurale, migliaia di cagliaritani hanno preso d’assalto la Fiera di Cagliari, scegliendo di mangiare muggini, fritto misto, malloreddus, porchetto arrosto, ma anche bomboloni ripieni di crema o “classici” panini con salsiccia calda. Molto soddisfatti gli organizzatori, che confidano in altri tre giorni da “tutto esaurito”.

Ed ecco il programma per la giornata di domani, venerdì 2 novembre 2018, dalle 10.00 alle 23.00.

Le protagoniste indiscusse saranno le maschere di Fonni “Urthos e Buttudos”, con l’esibizione prevista alle 19.00. Prima, alle 11.30 ed alle 17.00, la realizzazione in diretta del gioiello sardo “Corbula sarda”, a cura dell’orafa Angela Sanna, nel padiglione I. Alle 18.00, la sfilata delle “Donne di Sardegna”, a cura dell’associazione Libera. Verranno rappresentate in un suggestivo scenario le donne della Sardegna (cernitrici, partigiane, etc.) e le tessitrici di Maria Lai. Alle 20.00, l’esibizione canora della cantante Federica Cabras che eseguirà dal vivo alcuni brani sardi e, alle 21.00, musica dal vivo, con il suonatore di launeddas Nicola Agus.

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Domani, a Villacidro, la cerimonia di proclamazione e premiazione dei vincitori del trentatreesimo Premio Dessì: Maria Pia Ammirati, Giuseppe Marcenaro e Sandra Petrignani sono gli autori in lizza per la Narrativa; Alberto Bertoni, Paolo Fabrizio Iacuzzi e Vincenzo Mascolo quelli per la Poesia. Nel corso della cerimonia verranno assegnati anche il Premio speciale della Giuria ad Ernesto Ferrero ed il Premio Speciale Fondazione di Sardegna a Vittorino Andreoli e Ferruccio de Bortoli.

Arriva domani, sabato 29 settembre, a Villacidro (Sud Sardegna) la giornata più attesa, il momento clou, quello dei verdetti finali della trentatreesima edizione del Premio Dessì: la cerimonia di proclamazione e premiazione dei vincitori del concorso letterario, in programma a partire dalle 18.00 nella Palestra della Scuola Media n.2 in via Stazione (anziché in piazza del Municipio, per via delle avverse previsioni meteo).

Maria Pia Ammirati con “Due mogli. 2 agosto 1980” (Mondadori), Giuseppe Marcenaro con “Dissipazioni. Di carte, corpi e memorie” (Il Saggiatore) e Sandra Petrignani con “La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg” (Neri Pozza) sono gli autori in lizza per la Narrativa; Alberto Bertoni con “Poesie 1980-2014” (Nino Aragno), Paolo Fabrizio Iacuzzi con “Folla delle vene. Il museo che di me affiora” (Corsiero Editore) e Vincenzo Mascolo con “Q. e l’allodola” (Mursia) quelli per la Poesia. Alla giuria presieduta da Anna Dolfi e composta da Mario Baudino, Duilio Caocci, Giuseppe Langella, Giuseppe Lupo, Massimo Onofri, Stefano Salis, Gigliola Sulis con il presidente della Fondazione Dessì Paolo Lusci, spetterà il compito di scegliere e incoronare i vincitori.

In palio per il primo classificato di ciascuna delle due sezioni ci sono cinquemila euro (millecinquecento, invece, agli altri finalisti), insieme all’onore di imprimere il proprio nome nell’albo d’oro del concorso letterario, accanto a scrittori come Sandro Petroni, Nico Orengo, Laura Pariani, Salvatore Mannuzzu, Marcello Fois, Michela Murgia, Niccolò Ammaniti, Salvatore Silvano Nigro, Antonio Pascale, Maurizio Torchio, Edgardo Franzosini, Carmen Pellegrino, e a poeti come Elio Pecora, Maria Luisa Spaziani, Giancarlo Pontiggia, Alda Merini, Eugenio De Signoribus, Gilberto Isella, Gian Piero Bona, Alba Donati, Mariagiorgia Ulbar, Milo De Angelis, Maria Grazia Calandrone.

Condotta dalla giornalista Roberta Floris, la serata sarà intercalata dalle letture di pagine dei libri finalisti affidate agli attori Emilia Agnesa e Giacomo Casti, e dagli intermezzi musicali di Nicola Agus, virtuoso delle launeddas e di altri strumenti con cui esplora un originale connubio tra sonorità e linguaggi musicali diversi, spaziando dal bacino mediterraneo alla Scozia, all’Oriente.

Nel corso della stessa cerimonia verranno consegnati anche gli altri due riconoscimenti che affiancano quelli più strettamente letterari. Come già reso noto, il Premio Speciale della Giuria quest’anno va allo scrittore e critico letterario Ernesto Ferrero: il suo nome si aggiunge così all’albo d’oro dove compaiono personalità come Luigi Pintor, Sergio Zavoli, Alberto Bevilaqua, Arnoldo Foà, Francesco Cossiga, Marco Pannella, Piero Angela, Ascanio Celestini, Mogol, Philippe Daverio, Toni Servillo, Piera Degli Esposti, Salvatore Settis, Remo Bodei.

Il Premio Speciale della Fondazione di Sardegna, alla sua terza edizione, viene invece assegnato allo psichiatra, e scrittore, Vittorino Andreoli e al giornalista e scrittore Ferruccio de Bortoli. E la giornata di domani (sabato 29) si aprirà la mattina proprio con l’incontro con i tre vincitori dei premi speciali: alle 10.00, al Mulino Cadoni, Ferrero, Andreoli e de Bortoli dialogheranno con i giornalisti Stefano Salis (membro della giuria del Dessì) e Giacomo Mameli (Premio Speciale Fondazione di Sardegna nel 2016).

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Entra nel vivo la decima edizione del “Nurarcheofestival – Intrecci nei teatri di pietra”, la rassegna, organizzata dal Crogiuolo e diretta da Rita Atzeri, che ha come palcoscenico alcuni fra i siti archeologici, e musei, di maggior pregio in Sardegna, dislocati fra Ogliastra, Sulcis, Nuorese, Oristanese, Cagliaritano.

“Dalla luna al menhir”, è il titolo della nuova produzione del Crogiuolo che domani, venerdì 10 agosto, va in scena alle 20, in prima assoluta nazionale, a Macomer, nell’area archeologica di Tamuli. Il testo è di Bepi Vigna, con Rita Atzeri voce recitante, accompagnata dalle launeddas di Nicola Agus. Un breve viaggio all’inizio della storia, per raccontare la più grande rivoluzione del periodo Neolitico: l’invenzione del linguaggio e quindi del narrare. Il Neolitico è un periodo in cui l’umanità fa importanti passi avanti nella via del progresso: se prima ci si procurava da mangiare soltanto cacciando e raccogliendo i frutti e le radici, ora si inizia a praticare l’agricoltura e l’allevamento degli animali. Inoltre, si impara a lavorare l’argilla e a creare oggetti di ceramica. Non ci si veste più solo con pelli di animali, ma si impara a tessere il lino e altre fibre ricavate dalle piante. «Il Neolitico è quindi la prima grande rivoluzione… è quando il mondo inizia a cambiare veramente per opera dell’uomo», scrive Bepi Vigna. Nelle società matriarcali del Mediterraneo inizia l’avventura dell’umanità, ma presto la Dea lunare e i miti che ad essa si ricollegavano vengono sopraffatti dagli dei della guerra. I valori di un mondo al femminile cedono il passo al patriarcato.

«Tuttavia qualcosa di quell’ancestrale retaggio è ancora vivo». Quello che viene fuori è «un racconto del mondo primitivo in cui il magico ed il fantastico erano una parte importante della realtà quotidiana; un percorso alle origini della civiltà, dalla dea madre ai menhir».

Alle 18.30 seguirà la visita guidata al sito a cura della coop. Esedra.

Il giorno dopo, l’11, alle 19.30, a Villagrande Strisaili, nell’ area archeologica di S’Arcu ‘e is forros, “Donne al bivio” di… Villagrande, un atto unico scritto e diretto da Enzo Parodo, con Anna Pia, Fulvia Ibba, Massimo Muscas, gli  arrangiamenti musicali di Massimo Muscas e i testi delle canzoni di Giampaolo Loddo, Anna Pia, Fulvia Ibba, Massimo Muscas (produzione La Maschera).

Una performance teatrale tra commedia musicale e cabaret. Tre donne, una camionista, una cameriera quasi cieca e una bigotta tutta casa e chiesa, si ritrovano casualmente a un bivio stradale. Tra le tre nasce una amicizia cementata dalla loro condizione di “single”. Questo incontro sarà l’occasione per mettere in luce caratteri molto diversi tra di loro. Uno spettacolo tutto al femminile, dai toni esilaranti, condito da otto parodie canore che danno un tocco di leggerezza.

Alle 18.30 la visita guidata al sito a cura della coop. Irei.

Sempre l’11, alle 20.00, ancora in scena, dopo il debutto lo scorso 3 agosto a Carbonia (nelle Domus de Janas di Cannas di Sotto), “Sa notti de is janas”, a Talana, al Nuraghe Bau ‘e tanca. Protagonista Isella Orchis. Alle 21 seguirà un laboratorio del gusto e una degustazione prodotti tipici.